This site is partner of the Lazio Page project

 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Pagelle Lazio-Verona 0-0

Ultimo Aggiornamento: 06/02/2020 13:07
OFFLINE
Post: 652
06/02/2020 08:39
 
Quota

Un avversario fra i più forti del torneo sul piano della preparazione atletica, a giudicare dall’intensità che ha saputo esprimere fino all’ultimo.
Un avversario scorbutico fino all’ostruzionismo esplicito, comprensivo di simulazioni e perdite di tempo.
Un avversario motivato oltre la logica, verosimilmente su commissione, nel conquistare e festeggiare un punto non così decisivo per la sua classifica.
Un arbitraggio-killer cialtrone e indisponente, a senso unico nei criteri con cui ha valutato gioco duro e comportamenti non regolamentari quanto scientifico nel puntare i diffidati biancocelesti, cancellandone un paio dalla trasferta di Parma con cartellini gialli da ripetizione della partita.
Un passaggio a vuoto di alcuni tenori, umano dopo un periodo a mille, e una discreta dose di sfortuna nei legni colpiti.

Basta tutto questo per assolvere con formula piena la prestazione di ieri sera?
Sì e no perché, al di là delle valide attenuanti citate, rimane la sensazione che Inzaghi e i suoi siano entrati almeno in parte in modalità mo’ te riconosco: e lo si capisce dalle valutazioni di alcuni singoli.

Discorso, quello sulle prestazioni individuali, che parte obbligatoriamente da Luis Alberto.
Mai come ieri lo spagnolo si è caricato la squadra sulle spalle con una prestazione alla Mike D’Antoni, attirando su di sé quasi tutte le responsabilità nella costruzione del gioco, cercando ossessivamente l’invenzione in grado di sbloccare una gara rognosissima, incaricandosi in proprio della soluzione quando i compagni non sembravano in grado di concretizzare le sue intuizioni.
Non male per uno che proprio nella personalità e nella fragilità nervosa aveva palesato i limiti più seri, quasi fatali a un certo punto della sua carriera.

All’estremo opposto sotto questo profilo Milinković-Savić, che sul piano mentale ha marcato visita proprio nella serata in cui servivano i suoi colpi per sopperire a una fluidità di squadra venuta meno.
L’ennesima occasione fallita nel compiere il salto di qualità da potenziale a realtà; da guest star a protagonista del film; da prestazioni importanti, ma a rimorchio di un undici funzionante in proprio, a un ruolo da locomotiva.
Più si assiste a serate del genere, più viene in mente il giudizio di De Gaulle sul Brasile: “È un Paese con un grande potenziale. E lo sarà sempre”.

Passando dalle notazioni motivazionali a quelle squisitamente tecnico-tattiche, nella graduatoria dei migliori merita un posto Patric.
Intelligente la sua lettura della partita nella quale, da disoccupato quasi cronico come terzo di destra in difesa, si è ritagliato uno spazio nel cuore della manovra sovrapponendo su Lazzari o alternandosi con lui tra la fascia e la “seconda fila” più interna.
Una fonte di uno-due e movimenti fondamentali per aprire un fortino munitissimo come quello veronese; peccato che i meccanismi fra i due esterni – ma anche fra loro e il gioco d’insieme – siano apparsi assai poco oliati, mandando a vuoto troppe occasioni di superiorità numerica.
Altrettanto vale per Lazzari considerato a sé stante: felice la sua intuizione di puntare forte sulle percussioni e sul mismatch in velocità, che lo favoriva nelle progressioni sulla distanza; altrettanto puntuale la mancanza di assistenza, che lo ha isolato nelle sue buone intenzioni.
Un altro che ha capito come rendersi utile è stato, al netto dei suoi limiti di tenuta, Caicedo.
L’unico in grado di sovrastare la fisicità degli scaligeri e con un piede abbastanza educato nelle sponde spalle alla porta, ma vanificato dall’immobilità e dalla scarsa coordinazione dei compagni nello sfruttare spazi che, così facendo, si richiudevano immediatamente.

Chi invece non ha proprio colto la chiave tattica – e non per la condizione fisica, apparsa all’altezza – è Lucas Leiva, protagonista di un primo tempo tutto tocchi di troppo e immancabili passaggi all’esterno che saliva, inclusi i rischi di una traiettoria all’interno del terreno.
Una regia senza idee e al rallentatore, laddove sarebbe servita quella più dinamica e propositiva dell’indisponibile Cataldi, che ha contribuito al problema di fondo: attaccare perennemente di seconda intenzione contro una difesa schierata.
A un certo punto alcuni spettatori hanno avvistato un esagitato, con tanto di croce e acqua santa, che inveiva: “Badelj, esci da questo Leiva”.
In seguito il brasiliano ha opportunamente alzato il baricentro – e piazzato un paio di assist niente male – ma conservando ritmi del tutto fuori sincrono rispetto all’esigenza di prendere l’avversario sul tempo.

Giornata così così anche per Inzaghi, responsabile di cambi sin troppo “normali” dopo una striscia di partite da Re Mida.
Sull’ingresso di Parolo, a dispetto di qualche perplessità iniziale, ha avuto ragione lui: la squadra si era sfilacciata sul limite della propria area, e col veterano a irrobustire la mediana ha immediatamente recuperato metri su metri di campo dando forma all’assalto finale.
Il resto non ha convinto, e non solo causa spezzoni sconfortanti come quello di Jony, che addensa una nuvoletta fantozziana sulle prospettive di un suo apporto al prosieguo della stagione.
A mancare è stata, un po’ come nel caso di Leiva, la lettura d’insieme della partita in chiave offensiva.

Lavorare su due esterni freschi – per riproporre, forse in maniera troppo ripetitiva, il colpo da maestro inaugurato a Cagliari – presuppone che l’avversario sia disposto a giocarsela sulle corsie laterali, destinandovi uomini che vengono a mancare al centro e allargando così il fronte d’attacco.
L’ottimo Jurić ha scelto invece l’all-in nell’area piccola, calcolando correttamente le difficoltà della Lazio nello sfondamento e lasciandole campo libero nella manovra, per fare muro con tutte le risorse disponibili nella sola fase conclusiva.
Jony e il non meno inadeguato Marušić hanno così ucciso un uomo morto, dato che nessuno si occupava direttamente di loro sulle fasce, senza contribuire in alcun modo a decongestionare gli spazi davanti al sempre reattivo Silvestri.
Al posto del serbo-montenegrino – peraltro in campo troppo a freddo, e dopo una lunga sosta – valeva la pena di rischiare direttamente la velocità di Adekanye: la difficoltà nel reggere un assetto così sbilanciato, un finale con schemi non ancora saltati, la crescente iniziativa in avanti degli ospiti e la necessità di proteggere almeno il pari avrebbero, però, configurato un azzardo eccessivo.
In assenza del grimaldello tattico che aveva risolto tante gare recenti, e con l’avanzamento di Luis Alberto sterilizzato dalla difficoltà di incidere giocando ancor più nel traffico, la mossa decisiva poteva venire dalla concentrazione di chili e centimetri nella zona calda.
Al tecnico, in sostanza, si può rimproverare di non aver “promosso” stabilmente Acerbi e Milinković-Savić a centravanti aggiunti, forse l’opzione più adatta per far saltare qualche marcatura in una muraglia tanto attrezzata fisicamente quanto organizzata e combattiva.

Le mischie nei sedici metri gialloblù chiamano in causa anche la gestione delle “palle inattive” tanto care al compianto Professor Scoglio.
In più di un’occasione, Lucas Leiva aveva proposto traiettorie più precise e imprevedibili rispetto a quelle di Luis Alberto: perché, allora, lasciare allo spagnolo il monopolio delle soluzioni da fermo e dalla bandierina, dove non ha trovato la misura?
E poi: dov’erano schemi e movimenti in area piccola, unica risorsa per “sturare” spazi intasati fino al parossismo e l’evidente soggezione nei duelli uno contro uno?
Tutto ancora una volta affidato al caso e agli spunti individuali, come nella manovra offensiva in genere, a conferma della perdurante assenza di un piano B collettivo quando i singoli si prendono più o meno meritatamente una pausa.
Senza contare la cronica difficoltà nella gestione degli impegni infrasettimanali, con tutto ciò che comporta per chi si pretende impegnato su tre fronti: troppo marcata e improvvisa, anche considerando acido lattico, panchina corta e consistenza dell’avversario di turno, la differenza rispetto alla marcia trionfale contro la Spal.

Del mancato mercato di gennaio, inevitabile convitato di pietra per la parte rimanente della stagione, rimane una sintesi persino obbligata: problemi e lacune plateali che si è colpevolmente scelto di non affrontare.
Analoga considerazione vale, però, per altri e già citati segmenti della conduzione tecnica.


P.S. Sono un po' arrugginito coi tag per l'apertura di topic dedicati alle pagelle, prego Baruch di dare una sistemata.
[Modificato da Er Matador 06/02/2020 08:39]

OFFLINE
Post: 2.878
06/02/2020 10:29
 
Quota

Re:

Er Matador, 06/02/2020 08.39:

rimane la sensazione che Inzaghi e i suoi siano entrati almeno in parte in modalità mo’ te riconosco


Ho avuto una brutta sensazione a fine partita, ascoltando Inzaghi. Ieri infatti le sensazioni post-gara erano diverse tra chi era allo stadio e chi era a casa. Non ho sentito puzza di "resa" nella prestazione, ma nelle dichiarazioni. Prima Tare dice che avevamo bisogno di un attaccante in più per i problemi fisici davanti (Correa rotto, Caicedo che non ha sempre i 90'), e poi Inzaghi che dice che avevano individuato come sopperire a situazioni come la mezz'ora finale di una partita che non si sblocca, ma che quella soluzione individuata non è arrivata e allora "non posso dire nulla ai ragazzi". Che è vero: non si può dire nulla. Se non che questi siamo, e con questi dobbiamo continuare a pensare positivo, anche dopo partite in cui improvvisamente la palla finisce sul palo e non dentro, esce in fallo laterale e non resta in campo, e l'arbitro è troppo scarso per non essere un fattore. Condivido i tuoi giudizi sui singoli a parte Leiva, che mi è sembrato a fuoco anche nel primo tempo. Bellissima la citazione di De Gaulle per Milinkovic 



OFFLINE
Post: 2.878
06/02/2020 10:43
 
Quota

Strakosha 7.5: Due parate, due mezzi miracoli. E anche un'ottima gestione palla al piede


Patric 6.5: Difensivamente impeccabile, davanti stranamente sale più Radu che lui


Acerbi 6: Gara onesta, senza sbavature 


Radu 6.5: Bene dietro, prova anche ad andare a sovrapporsi e a tirare con scarsa fortuna


Lazzari 5.5: Soffre i raddoppi, quando ha campo o incespica o non riesce a mettere la palla, come nella ripresa con Immobile solo in area


Milinkovic-Savic 5: Il grande assente, fa la prestazione difensiva ma non fa mai la differenza nella trequarti avversaria, e il pallone non controllato all'ultimo assalto è emblematico. Perde anche Pessina nell'occasione veronese del primo tempo


Leiva 6.5: Accorcia, orchestra e a volte si mette in proprio, con un bell'assist a Immobile e un passaggio dal limite quando poteva tirare


Luis Alberto 7: Non di più perché per quasi tutta la ripresa, fino all'ingresso di Parolo che lo "rialza", non è utile alla causa, anzi. Ma è l'unico ad avere lo strappo e provarci con convinzione almeno 4 volte, con 2 pali a corredo


Lulic 6.5: Indemoniato, pressa tutti, finendo ben presto con la lingua di fuori


Caicedo 5.5: Due-tre sponde coi compagni nel primo tempo, ma anche qualche duello perso di troppo e una condizione che lo abbandona quasi subito


Immobile 5: Impegno egregio, ma ha le polveri bagnate al tiro: ha 3 occasioni e una volta tira sul portiere, altre due volte non prende la porta. Nella ripresa perde la bussola anche nei passaggi semplici


Jony 5.5: Non dà la freschezza che serviva su quella fascia


Marusic sv: Come Jony, con l'alibi che non giocava da mesi


Parolo sv: Subito un buco, poi aiuta tatticamente


Inzaghi 6.5: La prestazione c'è stata, stavolta è mancata la fortuna. Cambiare i quinti era una buona idea, anche perché le risorse in panchina sono quelle che sono



OFFLINE
Post: 1.694
06/02/2020 13:07
 
Quota

Strakosha 7 – Due parate importanti ma due. Un solo errore coi piedi, su questo fondamentale sta migliorando a vista d’occhio.

Patric 6,5 – Vince tutti i contrasti e non commette sbavature. Poteva osare un po’ di più palla a sé ma penso sia stata una consegna, quella di non sguarnire mai la zona di competenza.

Radu 6,5 – Sale più di Patric ma concede qualcosa. Nel complesso, la prestazione è stata di livello.

Acerbi 6 – Non ha molto lavoro da sbrigare. È più diligente che bravo. Si poteva sperare qualcosa di meglio negli sganciamenti offensivi.

Lulic 6,5 – Partita di grande corsa e in fondo di buon costrutto. Da quel lato arrivano gli inneschi migliori. Esce stremato.

Lazzari 5,5 – E’ il Lazzari molto impreciso e spaesato del primo mese. Ma dopo un periodo monstre, glielo concediamo.

Milinkovic 5,5 – Doveva essere lui, a distanza di due mesi, a dare la stoccata decisiva nel giorno in cui gli attaccanti avevano le polveri bagnate. E invece negli ultimi 20 metri non ne azzecca una, compresa una punizione buttata via malamente. Anche nella propria metà campo, mette a referto un paio di imprecisioni importanti che potevano costare più caro.

Luis Alberto 7,5 – Dopo un primo quarto d’ora di apnea, esce dal guscio e sfodera una prestazione maiuscola. 5 volte vicino al gol, in 2 di queste è fermato solo dal palo. Pressa, morde, recupera palla, cuce, tira. Di più sarebbe disumano chiedergli.

Lucas Leiva 6,5 – Il migliore nella prima mezzora, in controtendenza con una squadra che ancora non si era stappata. Secondo tempo rivedibile ma comunque decoroso.

Caicedo 6 – Gli errori più vistosi sono lontani dalla porta, negli ultimi 16 metri, invece, fa le cose giuste e almeno 3 azioni pericolose portano il suo contributo.

Immobile 5,5 – C’è stata la generosità ma stavolta è mancato tutto il resto. Nessuna delle 3 occasioni era un “gol facile” ma in tutte e 3 si poteva fare decisamente meglio.


Parolo 6 – Un errore iniziale, poi ha messo il suo buon mattoncino.

Jony 6 – Non mi è dispiaciuto. Non ha cambiato le sorti del match ma coi suoi cross taglienti si è reso utile. A referto anche una buona diagonale difensiva.

Marusic 5,5 – Non ho memoria di un solo pallone toccato. Però, almeno non hanno sfondato oltremodo dal suo lato.


Inzaghi 6,5 – La squadra fa quello che deve, i cambi ci stavano, l’intensità non è mai venuta meno ma soprattutto non siamo crollati al ’60, che era quello che temevo. C’è stato un momento verso il ’70 dove ho pensato che il punto sarebbe stato buonissimo ma negli ultimi minuti – a parte i 3 angoli di fila del Verona – l’avevamo ripresa e di solo agonismo la stavamo portando in porto, creando 3 occasioni nitide. E questo non può non essere anche merito suo. La squadra è viva e deve lavorare incazzata fino a domenica per i 2 punti lasciati. E sono convinto che riuscirà a infondergli questo stato d’animo di "rivalsa" per ciò che non è stato e non il “di più non possiamo fare".

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum
Tag discussione
Discussioni Simili   [vedi tutte]

Feed | Forum | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:18. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com

This site is partner of the Lazio Page project