Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.
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Candidatura Izmailj a Mutaforma

Ultimo Aggiornamento: 01/02/2020 00:46
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Ciao! ^^
Sono una giocatrice di vecchia data dovutasi allontanare circa una decina d’anni fa dal gioco; ora sono rientrata e colgo l’occasione del raggiungimento del IV livello di Izmailj per candidarlo alla razza Mutaforma.

Mi scuso per il tempismo di pubblicazione della richiesta: il 31 dicembre! Non c’è alcuna fretta da parte mia, posso attendere le domande dopo l’epifania senza problemi. Anzi, anticipo che i giorni 4-5-6 sono fuori Italia, poi rientro regolare :)
E mi scuso anche per l'impaginazione, ma non conosco il mondo dei codici :P

Grazie per l’opportunità.


1- Una breve storia iniziale del personaggio; cosa sta facendo, come vive, come si colloca all'interno della società.

I. Premessa. Le Origini

Al principio della Creazione vi era la Musica. Essa diede forma alle Idee dei Primi, generando la luce che illuminò il mondo.
Ma la luce piena è inesperibile agli occhi delle Creature: essa si rende partecipe del loro universo
quando le ombre -manifeste nella sua assenza- la rendono vera.
Le ombre sono il contrappunto necessario per rendere tangibile la Creazione. Esse modellano la luce, rendendo possibile ciò che esiste.
In questo contesto nasce Oriokami, figlio delle ombre, Demone della Negazione e feroce inseguitore della Bellezza e dell’Armonia. Come una falena egli è attratto dalla luce, ma la sua natura è tale che egli corrompe la purezza ogniqualvolta vi si avvicini. L’indole non è mediata dal giudizio della ragione e il bisogno della sua esistenza è inintelligibile agli uomini: egli si rende necessario per creare la discordia, la disarmonia, il contrasto; difficile sondare la sua crudeltà, poiché essa è il prodotto a margine di un istinto collocato fuori del raziocinio.
Egli è portatore della zizzania, della cacofonia, dell’ombra. Vive nella Discrepanza, ma talvolta ne fugge, correndo incontro alla luce.


II. Concepimento

In una casupola al largo di Villaggio di Sorgente -quasi un quarto di secolo fa- un uomo vedovo, vinto dalla sfortuna, contava sulla tavola il frutto del suo fallimento: qualche acquosa minestra di fave e verdure era tutto ciò che aveva, unito a una figlia ch’era come una bocca da sfamare e nulla più.
Le sue messi infertili crescevano rachitiche tra vasche di fango e la miseria del raccolto costava una schiena spezzata. Il tetto di paglia, marcio e sconnesso, lasciava sgocciolare gelide infiltrazioni d’acqua a ogni tempesta. Il freddo del Nord s’insinuava tra le porte di legno rinsecchito e frusto. Non aveva buoi, né maiali, né un gallo che cantasse per lui al mattino. Il poco che era di guadagno con i prodotti della sua terra veniva convertito in abiti tarlati colmi di zecche o qualche otre di vino come panacea alla sua inanità .
La figlia, avuta da una donna di salute cagionevole, aveva suggellato la sua solitudine. Malata almeno quanto la madre, se ne stava coricata sul letto di paglia a sudare una febbre lunga e mordace.
A dire il vero, nessuna sfortuna colpisce con accanimento. L’uomo era di fatto incapace di tenere per sé il buono che gli veniva donato. Dalle mani bucate e dall’intelligenza ottusa, sfogava il rancore sulle carni della figlia segregata, violandola. A ogni vespro s’abbandonava, per consolazione e avvilimento, tra effluvi di vino condiviso con qualche vicino fattore; trascinato anch’egli dalla routine inerziale.
Covava un’ambigua fede nella Dea Morwell. La riconosceva come madre protettrice dei raccolti e come cura contro miseria e infermità. Ma egli da lei pretendeva una giustizia che emendasse le sue colpe: intonava quotidiane litanie, con gli anni sempre più simili a un frustrato lamento. Pregava ogni tre ore la sua venuta, perché potesse liberarlo dall’indigenza.
Un giorno, recatosi al fiume Jasor per riempire i catini d’acqua, una donna di statuaria bellezza lo attendeva all’ombra di un albero. Vestiva una stretta tunica bianca e i setosi capelli lunghi, lisci e diritti fino alle anche, facevano contrasto col loro intenso color nero. Sulle labbra un bocciolo di trucco rosso s’apriva come un fiore: gli occhi allungati, contornati da una sfumata linea scura, regalavano una profondità insondabile al suo sguardo.
L’uomo le si fece appresso, ammirato e sorpreso dall’improbabile epifania. Dischiuse la bocca, ma non ne venne fuori un suono. Fu lei a parlare per prima.
«Non temere. Avvicinati. Io sono Morwell, il tuo Dio» disse. «Ho tanto patito le tue sofferenze. Sono qui per esaudire le tue preghiere». Così parlò Oriokami. E vedendo che il contadino non si muoveva, gli si fece vicino perché potesse subire il fascino della sua femminile sensualità.
«Mi hai tanto commosso con la tua Fede: ora io sono qui e ti darò il più prezioso dono che esista in natura. Accudirò nel mio ventre il frutto della nostra unione; ti darò un maschio di impareggiabile forza, intelligenza e coraggio. Su di lui potrai contare per il tuo lavoro: egli sarà tanto robusto da dedicare tutto il suo sudore al raccolto che diverrà florido, riparerà ai danni delle burrasche con proverbiale agilità, baratterà i cereali con astuzia aggiudicandosi le carni migliori. Avrete un torrente che scorrerà vicino alla casa e lui ne trasporterà sulla schiena il peso di venti secchi pieni ogni giorno. Crescerà in salute, sarà furbo e ambizioso. Lo doterò di ogni bene che in natura si possa trovare. Egli sarà mio figlio; e il tuo» così parlò Oriokami.
E l’uomo, vittima del fascino e abbagliato dalla promessa del suo Dio, senza null’altro da perdere le si concesse.


III. Sviluppo

Oriokami non si fece più vedere. Il bambino venne ritrovato in fasce dall’uomo all’interno della propria catapecchia in una sera d’autunno. Lo crebbe insieme alle sue ingorde speranze.
Fu chiaro quasi fin da subito la natura grottesca dell’infante. Contro tutte le aspettative, il bambino si sviluppava gracile, smilzo e la sua carne era pallida. Al padre assomigliava ben poco: aveva invece i tratti morbidi e graziosi della madre, molli capelli neri e una voce stridula che si sarebbe detta di un eunuco.
Quando raggiunse gli albori dell’adolescenza, fu ancora più limpida la sua propensione al mondo femminile. Si serviva del terriccio per esplorare i propri lineamenti, cambiandoli. Lo applicava come cipria sulle proprie guance in un gioco promiscuo; infilava le gambe nelle calze della sorella e si lasciava catturare dai drappeggi delle vesti di lei. Per quanto si sforzasse di tenere privata quella tensione, era chiara agli occhi di tutti la sua indole docile ed effeminata: portava pochi secchi d’acqua sulle spalle e controvoglia, era inadatto alla mietitura e alla semina, non ambiva all’acquisto di buoi né esplorava i boschi a Nord alla ricerca di funghi e legna. Tutto ciò che era stato promesso era crollato sotto il peso di quel ragazzino fiacco, pudico e pieno di imbarazzo.
Deluso dall’ennesima grama sconfitta, resa ancora più beffarda dalla venuta di Morwell, il contadino si servì di lui come di una donna. Umiliò e mortificò il suo corpo, così come violò la sua psicologia, abusando di lui e voltando le spalle quando a servirsene erano altri uomini. Il ragazzo era acerbo, insicuro e debole per ribellarsi con efficacia al susseguirsi di violenze subite. Accettò per anni le sottomissioni, covando un rancore e una vergogna implosivi.
Al compiersi di diciotto primavere, colmo di rabbia repressa, il giovane non fu più in grado di riversare il disagio assorbendolo su di sé. Attraversato da una rabbia al culmine non permise più infamie, né crudeltà: ricambiò la moneta seviziando il padre -di certo un uomo ubriaco è una facile preda- e come con lui fece con i vicini. Non si curò della sorella, per cui non provava alcun sentimento, né si congedò da lei. Solo non lo si vide più tra quelle campagne e con lui un gran mucchio di orpelli da donna erano spariti dalla cassapanca di casa.


IV. Attualità

Fuggito verso Ovest visse di stenti fino a raggiungere la periferia di Ultima. Nell’arco di un lustro riuscì a cavarsela compiendo qualche temporanea commissione per fattori e mercanti. Crebbe per sé una totale sfiducia nei confronti delle relazioni e un profondo odio per i ritmi di vita contadini.
Raggiunto il centro cittadino lavorò per mercanti e botteghe, apprendendo ingordo a leggere e a scrivere (più avanti si rinchiuderà con la Compagna di Setta Esteyla a studiare la lingua elfica). Caratterizzato da una spiccata curiosità per ogni esercizio che dimostrasse eleganza e raffinatezza, imparò presto a riconoscere i tessuti, le creme, gli oli da bagno, i profumi, le polveri, le stoffe, le erbe aromatiche e il lavoro dei sarti. Provò con convinzione ad abbandonare la postura dei campi, ricavandone prove caricaturali e ingenue, ma che poco a poco gli servirono per guadagnare fiducia nelle proprie capacità.
La sua evoluzione è ancora in pieno flusso: tra una posa goffa e un lessico che va arricchendosi, il ragazzo sta via via trovando la sua strada. È tuttavia fondamentale riportare un avvenimento che ha cambiato radicalmente il suo presente.
La necessità di guadagnare del denaro per riempire lo stomaco lo ha fatto incontrare con il Governatore di Ultima Lars Valdemar, il quale gli ha offerto dapprima un’occupazione presso la nave Regina Scarlatta e poi, intuendo il potenziale del ragazzo, lo ha messo al corrente del proprio incontro con il Demone Dakvros e del patto di sangue con questo. Gli ha permesso di mettersi in contatto con lui e gli ha rivelato gli obiettivi comuni del loro sodalizio.
Il giovane è così entrato entusiasta a far parte della Setta di Dakvros: essendosi per la prima volta imbattuto nella fiducia di qualcuno (Lars Valdemar), avendo empatizzato con coloro che stanno al di fuori delle regole, che vogliono sovvertire l’ordine creato, che vogliono scatenare una vendetta nei confronti della società, il ragazzo ha trovato il proprio modo per collocarsi all’interno di una realtà sfuggente e sovversiva. Ha fatto della Fede in Dakvros il suo punto di riferimento: pur non essendo questo una divinità (di fatto è devoto del Dio Feriy), Izmailj lo adora come si fa con un padre benevolo, anzi; ne ha fatto una specie di ossessione e lo ha innalzato a idolo espiatore delle proprie vergogne e del proprio imbarazzo. In lui ha trovato la missione di una vita.


2- Una concisa ma chiara presentazione del genitore demone che possa donare un'idea della genesi; le ragioni che hanno spinto il demone a concepire.

Il Demone Oriokami, come si evince dal breve tratto che ne si dà in Background, è una Creatura della Discrepanza che ha talvolta l’intelligenza e l’arguzia di fuggirsene nel mondo dell’Aengard. È un Demone vanesio e invidioso, che subisce il fascino di ciò che non gli appartiene: abbagliato dalla luce dei Primi, da cui è profondamente attratto, ordisce piani per avvicinarvisi e farla propria.
Oriokami non è spinto da una volontà intrinsecamente “malvagia”, anzi: non parlerei nemmeno di volontà, ma di pulsione. L’indole che lo conduce nell’Aengard alla ricerca di ciò che è bello e buono nel Creato è una caratteristica intimamente connaturata al di sotto della quale vi è solo il magma confuso del desiderio. Nei suoi orizzonti non c’è quella che viene definita comunemente “la coscienza”; l’intelligenza e l’arguzia entrano in campo solo nella macchinazione dei piani per il raggiungimento dello scopo.
Alla luce di questo, l’orrore, la miseria e la distruzione che Oriokami porta con sé sono gli effetti inscindibili dalla sua venuta sull’Aengard e niente più: l’impulso ad appropriarsi della bellezza dei frutti terreni non è accompagnata dalla sensibilità e dal rispetto necessari: sottrae i bambini alle madri, soffocandoli tra le sue braccia mostruose; ruba i preziosi dalle casse dei ricchi, gettandoli in rovina; si crogiola nella fertilità dei campi, divorandone i raccolti. Egli si protende verso tutto ciò che è luce e gioia, ma la sua natura è profondamente corruttrice.
I popoli dell’Aengard, dunque, vivono etichettando sotto il segno della morale le sue gesta, ma Oriokami è un Demone profondamente slegato dal concetto terreno di giustizia.
Tuttavia, essendo pur sempre un Demone nato nella Discrepanza, il suo seme trova sviluppo solo nella bruttura del mondo, poiché è lì che le ombre gli permettono di nutrirlo. Non feconda ciò che vive d’armonia. Trova anzi il suo sostentamento in ciò che stride, che è osceno o marcescente.
Il suo piano è, al raziocinio umano, imperscrutabile. Ma i saggi riconoscono in lui il Demone della disarmonia -o della Negazione.


3- Una descrizione di cosa è (per il candidato) un Mutaforma e e quali dovrebbero essere i tratti distintivi del suo comportarsi.

Al di là di una risposta pragmatica, per cui il Mutaforma è il prodotto dell’unione tra un Demone e una delle razze aperte compatibili, a mio parere la caratteristica che lo contraddistingue è una complessa psicologia che deve prevedere un conflitto (il quale può essere traumatico, altalenante o risolto; ma anche tutte queste possibilità insieme), ma soprattutto questo deve esperirsi per via di una parte umana e di una parte demoniaca.
Scritta così pare una constatazione da due soldi (LOL). Tuttavia sono profondamente convinta del fatto che sia un punto fermo che solo di primo acchito rivela superficialità. Il Mutaforma non deve prescindere dal fatto di avere un’influenza di carattere...”aengardiana” (non dirò umana perché taglierei fuori le altre razze ed è importante che ogni PG possieda un retaggio adeguato) e una di carattere demoniaco: quest’ultimo in particolare deve rivelare parte di quella psicologia che ha dato vita al mondo dei Demoni. Essa deve contenere le sfumature di quell’ambizione per cui il sanguemisto è stato creato. Deve, cioè, non assecondare necessariamente i piani del genitore, ma contenere in sé la parte di una psicologia inintelligibile, aliena, incomprensibile ai comuni popoli di Aengard. Va da sé che questo tratto è in continuo dialogo con l’altro, senza mai determinare al completo il PG (che altrimenti sarebbe un Demone ).
Voglio concludere con un tratto caratteristico che credo non debba essere tralasciato: ammiro della razza Mutaforma il singolare rapporto che ha l’individuo col proprio organismo. Credo che l’opportunità di giocare un’entità le cui cellule possiedono il raro dono di plasmarsi in diverse forme senza la mediazione della magia sia uno stimolo enorme oltre che una sfida interpretativa per il giocatore stesso. Penso dunque che un PG di razza Mutaforma debba lasciare traccia di questa caratteristica anche all’interno delle role più comuni.


4- Motivo per cui si ritiene il pg proposto adatto a far parte della razza Mutaforma.

Inizio con una premessa sincera: nutro un amore incondizionato per la razza e non sarei in grado di valutarne alcuna (di chiusa) al di fuori di questa. Non solo per il PG che candido, ma in generale per l’approccio che ho nei confronti dell’interpretazione. Quando iniziai a giocare circa una decina d’anni fa, prima di dovermi allontanare per impegni di altro genere, avevo un PG che apparteneva a questa razza. Al tempo mi pare che la moderatrice fosse Samijr (mi perdoni la vecchia guardia se sbaglio a scrivere) e molte cose sono cambiate da allora.
Per questo motivo desidero mettere in chiaro che sono totalmente disposta a rimettermi in gioco, imparando a gestire una razza che nel tempo ha preso diverse sfumature. Molte cose le ho purtroppo dimenticate, del gioco di allora, ma la mia ferma passione è ancora qui e la mia lealtà non è da meno.
Per ciò dico che non solo credo che Izmailj sia adatto alla razza, ma che io stessa sia incapace di pensare a personaggi che ne stiano al di fuori.
Detto ciò, scusandomi della lunga premessa, espongo i motivi per cui ritengo il PG conforme:
Izmailj è un ragazzo che fatica a trovare la propria identità. Ritiene che non ci sia un’etichetta che riesca a descriverlo, poiché ogni nome è a suo modo limitante. Caratterizzato da un’indole promiscua (esempi ne sono la difficile comprensione del suo sesso o la difficoltà nel lasciarsi alle spalle l’infanzia per divenire adulto) e fluida, prova grande attrazione per tutto ciò che non si identifica in una forma finita. Condanna l’istituzione, detesta i paradigmi, rifugge dall’inazione e dall’ozio; preferisce a tutto ciò il coinvolgimento emotivo, il torrente d’azione e il cuore pulsante degli eventi.
È dotato di una profonda sensibilità. Per quanto egli desideri apparire come un tocco di marmo, è nella realtà attraversato da un intimo senso di inadeguatezza, di vergogna e di repulsione nei confronti di se stesso e delle proprie debolezze. Incerto, insicuro, risulta spesso infantile e bambinesco. Talvolta della fanciullezza possiede però le sfumature più dolci e tenere.
Vorrei comunque gettare particolare luce su un punto: non desidero ritrarre la sua volubile sensibilità come un prodotto diretto dell’essere Mutaforma. L’instabilità, la confusione, l’identità borderline sono di certo accentuate dalla razza, ma la sua spiccata femminilità, l’omosessualità, la ricerca spasmodica di un posto in cui collocarsi perché fuori dagli schemi è un tratto distintivo della sua natura che è al di fuori di ogni motivazione razziale.
Alla luce di quanto brevemente descritto, lo ritengo adeguato poiché il PG contiene in nuce una conflittualità che può rendersi definita attraverso la razza Mutaforma, rafforzandola, giustificandola e arricchendola di nuovo senso.


5- Prospettive di sviluppi di gioco in seguito ad un eventuale cambio razza, cosa cambierebbe del suo stato attuale e cosa comporterà per la psiche del Personaggio.

Come sopra accennato, il cambio razza validerebbe ulteriormente i tratti comportamentali del PG. Non solo: esso marcherebbe ancor più il complesso rapporto duale della sua natura. Non vedo tuttavia Izmailj come un PG che subirebbe di continuo il peso del conflitto interno. Le sfaccettature di gioco, soprattutto alla luce del suo idealizzato sposalizio con Dakvros, di certo lo vedrebbero talvolta colto da una “mania” ebbra: il sangue demoniaco sposerebbe l’ambizione e la frustrazione umane, facendo di lui una specie di fiero araldo del mondo dei demoni. Ma non voglio che si realizzi mai la trasformazione in un PG “malvagio un tanto al chilo”. Si allineerebbe a un approccio sull’asse della malvagità, tra il caotico e il neutrale, ma non ho mai lasciato intendere né ho desiderato che questo allineamento fosse dovuto a un’interpretazione piatta e telefonata: “è un cattivo e quindi è sgarbato, senza sentimenti, sprezzante con tutti, arrogante, sbruffone ecc...”. È un tipo di gioco che non credo mi appartenga.
Allo stesso modo sto affrontando la sua esperienza all’interno della Setta di Dakvros: il PG compie un’evoluzione lenta in cui fanno breccia le incertezze, le prese di posizione contrarie, il consolidamento di una propria collocazione nella società: anche a costo di renderlo vulnerabile agli occhi dei compagni di gilda.
Preferisco dunque che il cambio razza possa significare un approfondimento dello spessore della role che conduca Izmailj su strade più sconnesse, in grado di arricchire la messa in discussione del proprio Io in oscillazione tra la presa di coscienza e il rifiuto di sé.


Proposta di Marchio:
images.fineartamerica.com/images/artworkimages/mediumlarge/1/enso-zen-circle-15-peter-cu...

“Enso” giapponese. Collocato sul braccio destro, il centro del cerchio è occupato dal gomito.

Oriokami (Discrepanza):
i.pinimg.com/originals/89/32/31/8932319a5f09080f88c7972906f5...

Oriokami (Aengard):
cdna.artstation.com/p/assets/images/images/007/699/922/large/fanny-marguerie-dfgyhuiklm.jpg?15...



Concludo ringraziando molto per l’attenzione dedicatami e mi scuso se alcuni punti del BG e delle risposte non dovessero risultare chiari! Sono qui pronta a fugare qualsiasi dubbio ^^
Oltretutto la mia lontananza dal gioco mi ha costretto alla dimenticanza di molte regole dello stesso: pertanto sono disponibile a riaccordare qualsiasi punto della mia proposta.

A presto!
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31/12/2019 15:05
 
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Buongiorno e buone feste!

Rispondo intanto per ringraziarti dell'interesse mostrato alla razza, accolgo la tua candidatura ma mi prendo del tempo per leggerti con la giusta calma e cura! Probabilmente ci metterò qualche giorno essendo il periodo ricco di avvenimenti. Cercherò comunque di non farti troppo attendere oltre il tuo ritorno.

Buon anno

*~*~*~*
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Re:
Buongiorno!

Intanto mi permetto di dire che la candidatura è molto scorrevole e completa nei punti giusti.
Inizio con qualche domanda che ho sul BG e poi ci prendiamo più tempo :)

Izma_, 31/12/2019 10.51:


Al principio della Creazione vi era la Musica. Essa diede forma alle Idee dei Primi, generando la luce che illuminò il mondo.
Ma la luce piena è inesperibile agli occhi delle Creature: essa si rende partecipe del loro universo
quando le ombre -manifeste nella sua assenza- la rendono vera.
Le ombre sono il contrappunto necessario per rendere tangibile la Creazione. Esse modellano la luce, rendendo possibile ciò che esiste.
In questo contesto nasce Oriokami, figlio delle ombre, Demone della Negazione e feroce inseguitore della Bellezza e dell’Armonia. Come una falena egli è attratto dalla luce, ma la sua natura è tale che egli corrompe la purezza ogniqualvolta vi si avvicini. L’indole non è mediata dal giudizio della ragione e il bisogno della sua esistenza è inintelligibile agli uomini: egli si rende necessario per creare la discordia, la disarmonia, il contrasto; difficile sondare la sua crudeltà, poiché essa è il prodotto a margine di un istinto collocato fuori del raziocinio.
Egli è portatore della zizzania, della cacofonia, dell’ombra. Vive nella Discrepanza, ma talvolta ne fugge, correndo incontro alla luce.




Faccio una breve parentesi sul demone, integrando anche la sua descrizione più sotto.
è stato naturale nel tempo supporre che un demone, una volta sfuggito alla discrepanza, ne sia sfuggito per sempre. Mi chiedo quindi, ci torna volontariamente? O pensi che ne sia riportato indietro in qualche modo?


Altra cosa che ad una prima lettura non emerge è la seguente. Questo demone mi ricorda molto un Kami, interpretazione nuova e che mi piace, la sua interpretazione di intenti assolutamente caotica è curiosa ma come questa influisce sul Izmaji?
Alcuni tratti preponderanti del demone genitore, come ogni genitore, creano un'indole anche non troppo celata nel personaggio, non vedo invece come questa caratteristica di Oriokami possa ripercuotersi sulla sua stirpe vorrei che approfondissi la questione se hai delle idee al riguardo.






La necessità di guadagnare del denaro per riempire lo stomaco lo ha fatto incontrare con il Governatore di Ultima Lars Valdemar, il quale gli ha offerto dapprima un’occupazione presso la nave Regina Scarlatta e poi, intuendo il potenziale del ragazzo, lo ha messo al corrente del proprio incontro con il Demone Dakvros e del patto di sangue con questo. Gli ha permesso di mettersi in contatto con lui e gli ha rivelato gli obiettivi comuni del loro sodalizio.
Il giovane è così entrato entusiasta a far parte della Setta di Dakvros: essendosi per la prima volta imbattuto nella fiducia di qualcuno (Lars Valdemar), avendo empatizzato con coloro che stanno al di fuori delle regole, che vogliono sovvertire l’ordine creato, che vogliono scatenare una vendetta nei confronti della società, il ragazzo ha trovato il proprio modo per collocarsi all’interno di una realtà sfuggente e sovversiva. Ha fatto della Fede in Dakvros il suo punto di riferimento: pur non essendo questo una divinità (di fatto è devoto del Dio Feriy), Izmailj lo adora come si fa con un padre benevolo, anzi; ne ha fatto una specie di ossessione e lo ha innalzato a idolo espiatore delle proprie vergogne e del proprio imbarazzo. In lui ha trovato la missione di una vita.






Mi sembra chiaro che Izmaji sa cosa siano i demoni, sa che esistono. Ha familiarità con le razze chiuse e con i mezzodemoni in particolare? Quale sarebbe la sua reazione scoprendo che esistono esseri a metà, nati appunto da demoni che sembrano esseri magici così distanti da noi?
Pensi che un Mutaforma abbia affinità con i demoni? In generale (andremo in dettaglio più avanti) se sì che tipo di rapporto sviluppa il Mutaforma con i demoni? Questo legame ha connotazioni fisiche, spirituali, morali che ti sovvengano?




Scritta così pare una constatazione da due soldi (LOL). Tuttavia sono profondamente convinta del fatto che sia un punto fermo che solo di primo acchito rivela superficialità. Il Mutaforma non deve prescindere dal fatto di avere un’influenza di carattere...”aengardiana” (non dirò umana perché taglierei fuori le altre razze ed è importante che ogni PG possieda un retaggio adeguato) e una di carattere demoniaco: quest’ultimo in particolare deve rivelare parte di quella psicologia che ha dato vita al mondo dei Demoni. Essa deve contenere le sfumature di quell’ambizione per cui il sanguemisto è stato creato. Deve, cioè, non assecondare necessariamente i piani del genitore, ma contenere in sé la parte di una psicologia inintelligibile, aliena, incomprensibile ai comuni popoli di Aengard. Va da sé che questo tratto è in continuo dialogo con l’altro, senza mai determinare al completo il PG (che altrimenti sarebbe un Demone ).



Approfondisco la domanda precedente, in che modo questo influenza Izmaji in relazione al genitore? Inoltre parli di un dialogo continuo, potresti definire meglio questa ambivalenza della "coscienza" se non ho capito male?







Voglio concludere con un tratto caratteristico che credo non debba essere tralasciato: ammiro della razza Mutaforma il singolare rapporto che ha l’individuo col proprio organismo. Credo che l’opportunità di giocare un’entità le cui cellule possiedono il raro dono di plasmarsi in diverse forme senza la mediazione della magia sia uno stimolo enorme oltre che una sfida interpretativa per il giocatore stesso. Penso dunque che un PG di razza Mutaforma debba lasciare traccia di questa caratteristica anche all’interno delle role più comuni.



In che modo? Intendi strascichi delle trasformazioni?




Come sopra accennato, il cambio razza validerebbe ulteriormente i tratti comportamentali del PG. Non solo: esso marcherebbe ancor più il complesso rapporto duale della sua natura. Non vedo tuttavia Izmailj come un PG che subirebbe di continuo il peso del conflitto interno. Le sfaccettature di gioco, soprattutto alla luce del suo idealizzato sposalizio con Dakvros, di certo lo vedrebbero talvolta colto da una “mania” ebbra: il sangue demoniaco sposerebbe l’ambizione e la frustrazione umane, facendo di lui una specie di fiero araldo del mondo dei demoni. Ma non voglio che si realizzi mai la trasformazione in un PG “malvagio un tanto al chilo”. Si allineerebbe a un approccio sull’asse della malvagità, tra il caotico e il neutrale, ma non ho mai lasciato intendere né ho desiderato che questo allineamento fosse dovuto a un’interpretazione piatta e telefonata: “è un cattivo e quindi è sgarbato, senza sentimenti, sprezzante con tutti, arrogante, sbruffone ecc...”. È un tipo di gioco che non credo mi appartenga.
Allo stesso modo sto affrontando la sua esperienza all’interno della Setta di Dakvros: il PG compie un’evoluzione lenta in cui fanno breccia le incertezze, le prese di posizione contrarie, il consolidamento di una propria collocazione nella società: anche a costo di renderlo vulnerabile agli occhi dei compagni di gilda.
Preferisco dunque che il cambio razza possa significare un approfondimento dello spessore della role che conduca Izmailj su strade più sconnesse, in grado di arricchire la messa in discussione del proprio Io in oscillazione tra la presa di coscienza e il rifiuto di sé.




Ti confesso che mi piace molto questo personaggio, o almeno, così leggendolo.


Concluderei sul BG, a parte le domande poste, che di per sé non mi è sembrato di leggere contrasti particolari con il regolamento, né di razza nè globale. La trama è molto interessante, a tratti direi triste per la tematica ma certamente originale seppur io come persona la trovi un po' angosciante (il che non è un male, credo fosse quello l'intento).
Riprendendo invece quanto più o meno detto sui demoni ed anche le novità di razza vorrei chiederti sul tecnico, il marchio, che è vecchio come concetto ma carico di novità, come lo vedi in reazione a vari eventi, vicinanza di pari, demoni, skill, cosa fa e cosa non fa?


Un'altra cosa che ho notato è l'uso di due forme diverse per il demone, una nella discrepanza ed una al di fuori, come mai questa idea? Ho un dubbio ma vorrei saperlo da te

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Innanzitutto ringrazio per la pronta risposta; quindi passo alle tue domande, sperando di poter chiarire ogni dubbio in proposito ^^

(N.B.: giuro che non so perché mi si allarghi la finestra in questo modo @.@ ho fatto lo stesso copia-incolla che per il Background postato. Perdonami!)

1. [Faccio una breve parentesi sul demone, integrando anche la sua descrizione più sotto.
è stato naturale nel tempo supporre che un demone, una volta sfuggito alla discrepanza, ne sia sfuggito per sempre. Mi chiedo quindi, ci torna volontariamente? O pensi che ne sia riportato indietro in qualche modo?]

Ammetto che questa supposizione mi è sfuggita nel tempo, considerato -ingenuamente- lo scambio tra il mondo delle ombre e quello delle luci in una specie di mutuo dialogo. Sia chiaro: non insinuo una continua contaminazione, giacché è un’impresa efferata -e disperata- per i Demoni riuscire a varcare la soglia della Discrepanza al fine di riversarsi nel mondo luminoso.
Tuttavia ho ritenuto quantomeno possibile una comunicazione non univoca, in cui dal mondo della luce si è altresì capaci di rientrare nel mondo delle tenebre. Suppongo che, in questo senso, si potrebbe addirittura oltrepassare la soglia per la prima volta, se qualcuno nell’Aengard desiderasse farlo.
Partendo io da questa premessa, ho pensato per Oriokami la definizione di un Demone che fa ritorno alla Discrepanza, nonostante per sua natura subisca una fascinazione irresistibile nei confronti di ciò che la Creazione dimostra nella luce. Il suo ritorno, nella fattispecie, si colloca a metà tra le soluzioni da te proposte nel dubbio: il rientro è volontario fintanto che è Oriokami stesso a esserne fautore e a ricercarlo; è involontario nel momento in cui il ritorno gli è indispensabile, necessario, vitale: la sua esistenza, per come l’ho concepita, è intrisa delle ombre che la Musica ha creato, pertanto il suo girovagare in terre a cui non appartiene gli è difficile, ostile e lo costringe a rifugiarsi di continuo nelle tenebre. Così infatti genera la sua prole, incapace di darla alla luce (in tutti i sensi), rendendosi fertile solo negli ambienti che più assomigliano al suo luogo natio.
Detto ciò, sono assolutamente disponibile a rivedere questa primordiale idea se dovesse risultare contraria all’ambientazione di gioco. Posso immaginare la venuta di Oriokami come a un qualcosa di irreversibile, anche se preferirei che la sua identità rimanesse perlopiù l’ombra che dà i natali al PG Izmailj, senza trasformarlo in una presenza invasiva. Lo troverei anzi sfuggente, annidato tra ciò che deperisce, talvolta colto nello sforzo di appropriarsi di un bene che non è in grado di trattenere.


[Altra cosa che ad una prima lettura non emerge è la seguente. Questo demone mi ricorda molto un Kami, interpretazione nuova e che mi piace, la sua interpretazione di intenti assolutamente caotica è curiosa ma come questa influisce sul Izmaji?
Alcuni tratti preponderanti del demone genitore, come ogni genitore, creano un'indole anche non troppo celata nel personaggio, non vedo invece come questa caratteristica di Oriokami possa ripercuotersi sulla sua stirpe vorrei che approfondissi la questione se hai delle idee al riguardo.]

In verità, ho pensato alla discendenza di Oriokami come a qualcosa di profondamente sedimentato nel carattere del PG Izmailj. Probabilmente nella necessità di stilizzare i tratti del personaggio ho perduto alcune sue sfumature. Provo subito a rimediare.
Ho scritto in precedenza che la sensibilità, la tenerezza, l’innocenza e l’ingenuità sono caratteristiche presenti in Izmailj, dettate non solo da una sua origine umana ma anche dal contesto sociale in cui cresce e, nondimeno, dalla delicata fase che ognuno di noi uomini sperimenta: quel passaggio difficile tra un’età adolescente, in cui si devono abbandonare le vesti puerili, e l’età adulta carica di nuove responsabilità e consapevolezze.
Tuttavia, se Izmailj dovesse infine appartenere alla razza dei Mutaforma, questa venatura delicata in cui si osservano tutte le incertezze, le vulnerabilità e le carenze assumerebbe l’influenza del Demone genitore Oriokami. Sarebbe una grande sfida, ma è quella che mi sembra donare colore al PG più di tutto: Izmailj proverebbe una grande fascinazione per la Bellezza del Creato, per il senso profondo nascosto nel cuore di ciò che esiste -ed è lì, pronto a concederglisi. Verrebbe attratto intimamente da quel che nei suoi trascorsi non ha potuto toccare con mano: una purezza candida, celestiale, a cui aspira.
Veniamo al pratico: da quando gioco Izmailj, l’ho sempre condotto verso una ossessiva malia nei confronti dell’armonia, fosse questa sotto forma di poesia musicale (gli inviti ad Alena/Sirenide a suonare per lui), nascosta nella potenza della natura che si manifesta (Azmidiske che controlla giochi pirotecnici; Ultima che viene arsa come in una tragedia leggendaria) e in generale verso tutto ciò che possiede la Bellezza (una veste ricamata, il pregio delle stoffe, il profumo dei sali da bagno…). Tuttavia c’è un risvolto grottesco e stridente in questa sua ricerca: Alena deve cantare per il Principe dei Demoni Dakvros, Ultima incenerisce portando con sé le anime dei suoi abitanti, si lascia rapire nel non convenzionale amore per il suo stesso sesso all’interno di una società dove il marinaio annaffiato di vino è il prototipo dell’uomo “maschio”...
In soldoni, è anche questo che lo porta lungo la via di Dakvros. La ricerca di una società diversa, dello scioglimento di ciò che Izmailj vive -e ha vissuto sulla propria pelle- come una profonda bruttura in favore di un futuro luminoso. Peccato che, nella bontà delle idee, egli generi dei mostri.


2. [Mi sembra chiaro che Izmaji sa cosa siano i demoni, sa che esistono. Ha familiarità con le razze chiuse e con i mezzodemoni in particolare? Quale sarebbe la sua reazione scoprendo che esistono esseri a metà, nati appunto da demoni che sembrano esseri magici così distanti da noi?
Pensi che un Mutaforma abbia affinità con i demoni? In generale (andremo in dettaglio più avanti) se sì che tipo di rapporto sviluppa il Mutaforma con i demoni? Questo legame ha connotazioni fisiche, spirituali, morali che ti sovvengano?]

Come risulta da Background, Izmailj è un PG dotato di curiosità ma proveniente da un mondo creatosi nell’ignoranza. I suoi natali contadini non gli hanno permesso grandi studi, sebbene egli stia cercando di recuperare con smania fagocitando quante più informazioni può del mondo in cui vive.
Pertanto non conosce le razze chiuse, e a dire la verità non conosce nemmeno le aperte. Premesso che è una distinzione che si fa tra giocatori, Izmailj vede come una stranezza di incalcolabile fascino anche la sua compagna Sirenide Alena, alla quale più volte ha manifestato la sua ammirazione nei confronti del suo trasformismo. Non ha mai potuto incontrare una Sirenide prima di spostarsi verso le coste a Ovest.
Sta imparando solo in queste ultime giocate a conoscere i retroscena che portarono Lars Valdemar a morire e risorgere per volere di Feriy: ignorante circa i Drakul, piano piano sta valutando la possibilità di credere in determinati eventi. Perché no, del resto? Ha avuto occasione di incontrare un Demone e nel profondo assomiglia ancora terribilmente a un bambino capace di meravigliarsi delle stramberie del mondo -e di credervi con altrettanto fervore.
In questa ottica, Izmailj è un vero xenofilo. Adora la differenza, ciò che non è chiuso in una categoria ferrea, ciò che si muove come fosse materia viva e ciò che gli sfugge alla comprensione. Non può conoscere, da eventi On, l’esistenza dei Mezzodemoni. La scoperta della loro esistenza, e l’appartenenza a tale genie, lo porterebbero a un trauma su più fronti: di certo subirebbe la seduzione nei confronti di un sangue raro, che possiede condiviso con pochi e che lo accomuna (questo davvero sarebbe per lui fondamentale) a colui che reputa un’icona: Dakvros, l’idolatrato. Si lascerebbe convincere da una specie di realizzazione del disegno divino (così come lui lo interpreta) nel quale egli è al tempo stesso servitore del Demone ma anche suo diretto interlocutore, vicario nell’Aengard di un mondo che idealizza.
Ma sono certa che ne coverebbe anche un profondo timore, quasi un senso di orrore. Ritrovarsi la conferma di quanto si è sospettato, ovvero di non far parte di una categoria stagna, non equivale meccanicamente a una pacifica presa di coscienza. Scoprire che il proprio corpo, al quale ci si è nonostante tutto abituati, è in grado di modificarsi e che questo è il prodotto di una genie demoniaca sarebbe un evento in grado di far crollare anche le certezze dell’individuo più serafico. Izmailj ne rimarrebbe intimamente scosso; ma sarebbe curioso comprendere in quale maniera questa sua debolezza si manifesterebbe agli occhi degli altri.
Credo che un Mutaforma abbia affinità con i Demoni, certamente. Dal punto di vista fisico, per il retaggio cellulare che si rivela essere unico nelle terre di Aengard: un patrimonio genetico che sa essere “vivo”, mutevole, adattativo. Anche solo il marchio è testimone del dialogo fisico che c’è tra le due razze, ma non mi spingo oltre poiché è materia dell’ultima domanda. E ad ogni modo, anche i bonus e i malus di razza, per essere più pragmatica, sono dettati da una comunanza fisica col mondo dei Demoni (fotosensibilità, vulnerabilità alle Cascate di Cristallo ecc…)
Affinità di tipo morale? Credo che la risposta sia positiva, ma va circostanziata. Ogni Mutaforma è un individuo con una propria dicotomia psicologica che si rivela risolta, conflittuale ed entrambe le due al medesimo tempo. L’andamento di questa lotta è unica, singolare e carica di un significato irriproducibile. Pertanto le affinità morali di un Mutaforma col mondo dei Demoni (o anche solo col Demone genitore) possono essere più o meno accentuate. Nel caso di Izmailj, credo che il suo rapporto con Oriokami lo vedrebbe spesso moralmente affine, anche se NON consciamente. Del resto Oriokami è un Demone che si colloca aldilà del giudizio etico e la sua malvagità, come ben dici, è profondamente caotica.


3. [Approfondisco la domanda precedente, in che modo questo influenza Izmaji in relazione al genitore? Inoltre parli di un dialogo continuo, potresti definire meglio questa ambivalenza della "coscienza" se non ho capito male?]

Penso di aver risposto alla prima domanda con ciò che ho scritto precedentemente, accorpando la risposta a concetti suddetti. Per renderla sintetica, Izmailj corre incontro a una idealizzazione del mondo che si lascia alle spalle le oscenità che ha vissuto nella sua breve vita: l’indole sovversiva e sociofobica lo spinge verso una ribellione nei confronti di ciò che è precostituito. Anela alla libertà e la sogna per gli altri, ma nel farlo si erge come un dittatore ortodosso e crudele.
Passo alla seconda domanda.
Il dialogo dicotomico in un Mutaforma è una delle questioni più delicate e spinose che credo si possano riscontrare in LoM. Sono convinta sostenitrice del fatto che il Demone -e con lui il suo retaggio- vada considerato come una razza infinitamente diversa da quelle di cui Aengard si popola comunemente. Addirittura proviene da un mondo diverso! Ciò significa che la sua psicologia è aliena, incomprensibilmente esotica e di quasi impossibile decriptazione per un essere “aengardiano”. In questo senso ho realizzato la figura di Oriokami: la sua malvagità è tale solo perché PG e PNG delle terre di Aengard categorizzano il bene e il male. Ma questi sono problemi d’etica che il mondo dei Demoni non solo non si pone, ma a cui non è affine. Loro sono partoriti dalle ombre; è una realtà che fa orrore solo a un essere umano (mi concedo di raggruppare le razze). Pertanto la sfida di un Mutaforma sta nel far coesistere, bellicosamente o meno, una metà di psicologia umana (che comprende tanta bontà quanta cattiveria) e una metà di psicologia demoniaca, che è quanto di più ostico e lontano possa esistere dal nostro pensare.


4. [In che modo? Intendi strascichi delle trasformazioni?]

Provo ad immaginare cosa voglia dire costruire un rapporto col proprio corpo, se questo si dimostrasse all’improvviso suscettibile di repentine trasformazioni. Come fosse mobile, sfuggevole. Di forma indefinita. Allora penso che nella role, anche in quella più quotidiana, si debba sentire -senza persistenza ma come sottotraccia- il dialogo del PG con il proprio organismo. Un dialogo vivo, in cui un iniziale imbarazzo (dovuto alla difficoltà di governare il proprio fisico) viene via via fatto sostituire da un discorso bilaterale, in cui corpo e mente agiscono come in un’unione. La mente crea immagini a cui il corpo prontamente tenta di assomigliare, disponendo le proprie cellule in favore di questa corrispondenza. Penso ad affinità cellulare o alla scurovisione. Sono caratteristiche razziali che noi giocatori determiniamo ai fini di regolamentare le skills, ma all’interno di un’ottica di gioco queste sono il diretto prodotto di un corpo mutevole che impara a conoscersi e a governarsi. Insomma, a essere un corpo “cosciente” in ogni momento della propria esistenza, non solo quando si è in Quest o in una situazione che le necessiti.
Voglio essere più pratica: la scurovisione del Mutaforma è uno stimolo raro, poiché dà la possibilità di giocare una visione tra le ombre di tipo genetico. Ciò significa che è importante, credo, per un PG di razza Mutaforma non soffermarsi sulla semplice capacità di vedere nell’ombra. Molte razze possono farlo e sarebbe sprecato fermarsi a questa constatazione senza sfumare nelle peculiarità di ciascuna. È il patrimonio genetico a permettere questo a un Mezzodemone: mostriamolo :)


5. [Concluderei sul BG, a parte le domande poste, che di per sé non mi è sembrato di leggere contrasti particolari con il regolamento, né di razza nè globale. La trama è molto interessante, a tratti direi triste per la tematica ma certamente originale seppur io come persona la trovi un po' angosciante (il che non è un male, credo fosse quello l'intento).
Riprendendo invece quanto più o meno detto sui demoni ed anche le novità di razza vorrei chiederti sul tecnico, il marchio, che è vecchio come concetto ma carico di novità, come lo vedi in reazione a vari eventi, vicinanza di pari, demoni, skill, cosa fa e cosa non fa?]

Provo a rispondere nel modo più ingenuo che conosco (non ho finora incontrato un Mutaforma in On e non ho potuto confrontarmi con un Player in Off). Il marchio è una firma del retaggio demoniaco che si imprime nella carne, ma esso non è che una “deformazione” (mi concedo un termine impreciso) viva e irrequieta, la quale si muove agitata sotto gli impulsi del sangue demoniaco. Non si tratta di una scarificazione, ma di un segno mutevole sulla pelle almeno quanto lo sono le cellule stesse del Mezzodemone. Non è un talismano, non è un catalizzatore di poteri, non è nulla di magico. Piuttosto è una porzione suscettibile e sensibile al sangue demoniaco: talmente suscettibile da pizzicare nelle vicinanze di un parirazza o di un Demone.
Se così non fosse, chiedo venia per la cattiva interpretazione :P


6. [Un'altra cosa che ho notato è l'uso di due forme diverse per il demone, una nella discrepanza ed una al di fuori, come mai questa idea? Ho un dubbio ma vorrei saperlo da te]

Anche a questa domanda rispondo con sincera ingenuità. I Demoni, per come li ho compresi, sono esseri in grado di trasformare il proprio corpo in tutte le forme che desiderino assumere. Sospetto che vi sia una fisicità perlopiù consolidata che loro incarnano nel mondo della Discrepanza: forse la forma corporea in cui più si trovano a proprio agio o quella che maggiormente riesce a vestire l’essenza instabile del Demone. Probabilmente molti Demoni ne assumono anche diverse a seconda delle necessità, proprio là nella Discrepanza. Tuttavia coloro che ne fuggono mantengono questa caratteristica mutevole e possono farla fruttare anche nel mondo luminoso. Così ho pensato per Oriokami una forma che fosse adatta al concepimento di Izmailj. Il Demone ha potuto calcare la terra sotto forma di un’avvenente donna; talmente è stato sapiente da creare un utero fertile e farsi partoriente.
Ma suppongo che Oriokami possa assumere mille volti. C’è un’immagine che mi affascina molto a questo proposito. Non l’ho voluta inserire in fase di Background per non creare confusione, ma ora mi farebbe piacere che la si potesse vedere:

images2.minutemediacdn.com/image/upload/c_fill,g_auto,h_1248,w_2220/f_auto,q_auto,w_1100/v1555921353/shape/mentalfloss/49086...

Così mi piace immaginare Oriokami che, nella sua oscenità, rapisce i frutti della Bellezza del Creato.

Concludo dicendo che ti ringrazio per la pazienza e mi scuso se mi sono dilungata nelle risposte. Ho trovato che le domande meritassero un chiarimento esaustivo e nitido; almeno ci ho provato.
Mi scuso per eventuali errori tecnici: molte cose di questa razza si sono evolute e il gioco stesso, in verità, è cresciuto molto ^^
Mi rendo conto del fatto che tutte queste spiegazioni vadano considerate poi in On sotto il segno di una giocata meno pensata, più istintiva e non sempre esente da distrazioni. Spero di riuscire a reggere il passo delle mie idee; e comunque è qualcosa che è al di fuori di una questione razziale.

Ultimissima cosa: domani mattina, come dicevo, parto per l’estero e farò ritorno lunedì sera. Riuscirò a connettermi solo per controllare le missive e leggere i forum. Torno a pieno regime da martedì 7 (o da lunedì 6 sera nel migliore dei casi)!

Grazie e buona serata!
[Modificato da Izma_ 04/01/2020 00:14]
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04/01/2020 15:20
 
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Re:
Tranquilla per i tempi, non ci rincorre nessuno, prendersi qualche giorno in questi periodi di festa è come minimo normale :) la finestra invece si allarga perchè il link è troppo lungo XD ma apprezzo il tentativo di uniformità

Riguardo al demone premetto che nulla lo vieta da regolamento, anzi il fatto che il demone abbia bisogno di rigenerarsi nella piana demoniaca è coerente con alcuni tratti dell'animale di razza, non serve ritoccarlo la spiegazione è molto ben caratterizzata ed è anche soddisfacente così. Che influisca ancor meno direttamente nella vita di Izmaji eventuale è cosa che apprezzo di più quindi quella parentesi del BG possiamo chiuderla.

Ho meglio compreso cosa intendi con il fatto che la traccia del genitore sia già parte insita del carattere del PG e che verrebbe accentuata, quindi anche la questione traccia del genitore mi sembra ben più che sviscerata. Confesso peraltro che sono molto colpita dalle risposte, traspare un'idea ben chiara del PG e di come è caratterizzato, mi sono permessa anche di sbirciare un paio di role dai tuoi log e ho trovato che emergesse molto quanto detto, anche se non ho fatto delle letture approfondite, per tale motivo da questo momento in poi se fai delle giocate dove pensi possa emergere qualcosa di significativo, per te magari particolarmente costruttive, ai fini dell'esame ti invito a segnalarmi i log o copiare la giocata qui usando il tasto SPOILER così che possa analizzare il gioco in maniera più approfondita senza sembrare una stalker.


Se ci sono altri punti a cui non sto rispondendo non è per sminuire la completezza delle tue risposte, è che a parte dirti brava rischieremmo di ripetere cose già dette quindi se non torno sull'argomento vuol dire che le risposte sono più che soddisfacenti.


Izma_, 04/01/2020 00.06:


4. [In che modo? Intendi strascichi delle trasformazioni?]

Provo ad immaginare cosa voglia dire costruire un rapporto col proprio corpo, se questo si dimostrasse all’improvviso suscettibile di repentine trasformazioni. Come fosse mobile, sfuggevole. Di forma indefinita. Allora penso che nella role, anche in quella più quotidiana, si debba sentire -senza persistenza ma come sottotraccia- il dialogo del PG con il proprio organismo. Un dialogo vivo, in cui un iniziale imbarazzo (dovuto alla difficoltà di governare il proprio fisico) viene via via fatto sostituire da un discorso bilaterale, in cui corpo e mente agiscono come in un’unione. La mente crea immagini a cui il corpo prontamente tenta di assomigliare, disponendo le proprie cellule in favore di questa corrispondenza. Penso ad affinità cellulare o alla scurovisione. Sono caratteristiche razziali che noi giocatori determiniamo ai fini di regolamentare le skills, ma all’interno di un’ottica di gioco queste sono il diretto prodotto di un corpo mutevole che impara a conoscersi e a governarsi. Insomma, a essere un corpo “cosciente” in ogni momento della propria esistenza, non solo quando si è in Quest o in una situazione che le necessiti.
Voglio essere più pratica: la scurovisione del Mutaforma è uno stimolo raro, poiché dà la possibilità di giocare una visione tra le ombre di tipo genetico. Ciò significa che è importante, credo, per un PG di razza Mutaforma non soffermarsi sulla semplice capacità di vedere nell’ombra. Molte razze possono farlo e sarebbe sprecato fermarsi a questa constatazione senza sfumare nelle peculiarità di ciascuna. È il patrimonio genetico a permettere questo a un Mezzodemone: mostriamolo :)



1- Posso chiederti, ed è già parte del pratico dell'esame, un esempio un po' più evidente in una o due azioni? Mi hai anche detto che non hai mai interagito con altri della razza quindi mi è difficile capire se sia qualcosa che ho già visto o qualcosa di relativamente nuovo che non sto comprendendo benissimo, nel senso che l'adattarsi fisicamente al nuovo status è cosa che più o meno tutti ci siamo passati e sono d'accordo che emerga, deve farlo, ma mi sembra che tu punti a qualcosa di più che mi sfugge. Per unificare questa domanda alla seguente per l'esempio vorrei che considerassi alcuni capisaldi fondamentali (per me) per leggere alcune caratteristiche tecniche.

Ti lascio abbastanza libera sull'ambiente ed il come, mi bastano davvero una/due azioni massimo anche perchè andremo nel dettaglio dopo, l'unica cosa è se mi fai la speculare PG umano e PG Mutaforma, così che io possa cogliere la reale differenza.



Provo a rispondere nel modo più ingenuo che conosco (non ho finora incontrato un Mutaforma in On e non ho potuto confrontarmi con un Player in Off). Il marchio è una firma del retaggio demoniaco che si imprime nella carne, ma esso non è che una “deformazione” (mi concedo un termine impreciso) viva e irrequieta, la quale si muove agitata sotto gli impulsi del sangue demoniaco. Non si tratta di una scarificazione, ma di un segno mutevole sulla pelle almeno quanto lo sono le cellule stesse del Mezzodemone. Non è un talismano, non è un catalizzatore di poteri, non è nulla di magico. Piuttosto è una porzione suscettibile e sensibile al sangue demoniaco: talmente suscettibile da pizzicare nelle vicinanze di un parirazza o di un Demone.
Se così non fosse, chiedo venia per la cattiva interpretazione :P



In realtà è così, mi permetto di trattare un po' più nel dettaglio l'argomento perchè è stato fonte di dubbio, nel senso che mi è pure già stato chiesto un paio di volte proprio per la gilda. Da quando il marchio (che c'è sempre stato ma non aveva connotazione che estetica) ha assunto un ruolo più specifico incorporando una vecchia skill che era "percepire la vicinanza" della quale non c'erano molti dettagli se non in araldo interno, in presenza di master è sempre stata giocata una presenza eventuale, tramite il marchio, come una familiare consapevolezza di qualcosa di prossimo ed affine (geneticamente soltanto). Questo è tuttavia un moto interno accennato e decisamente più LIEVE che la coesistenza fisica mutaforma/mutaforma che appunto crea una sensazione più intensa e culminata nel contatto. La stessa sensazione di vicinanza con un demone, il Mutaforma potrebbe benissimo provarla se venisse catapultato nella discrepanza e non ci sono dei demoni vicini, quindi per chiarire il punto, almeno come era sempre stata giocata sino ad ora perchè per me le quest alla lunga fanno regolamento implicito: non è una reale percezione di vicinanza intensa come per un pari, quanto più una sensazione di vicinanza familiare, non ha connotazioni piacevoli (come per un altro mutaforma e vedremo le skill innate poi) o spiacevoli, nè alcun vantaggio. è più una consapevolezza che c'è qualcosa che va o non va, a seconda della psiche del personaggio ovviamente.


A tal fine qui vado più sul tecnico proprio per quanto riguarda questa skill innata e ti chiedo:
-Di snocciolare un po' la skill a cui sto facendo riferimento, dirmi cosa ne pensi e come la interpreti
- 2 azioni in cui un demone si palesa all'improvviso nello stesso luogo dove si trova Izmaji
- Un'interazione di vicinanza e contatto con un altro Mutaforma ( a te stabilire il numero di azioni)



Riguardo all'idea del doppio aspetto ho compreso meglio, ammetto che il mio dubbio era che fossi stata "fuorviata" nella scelta dal regolamento sull'animale di razza ma poiché non è così anche lì non vedo nessun malinteso :)

Mi riallaccio invece alla questione demoni e familiarità, quale sarà la reazione che supponi di Izmaji nello scoprire che esistono altri Mutaforma? come credi vedrebbe questi suoi simili dal proprio punto di vista? Per lui passa anche la realizzazione tramite il demone Davkros ma il fatto che ce ne siano altri in giro, non per forza legati in questa cosa, non annichilisce parte di questa realizzazione di Izmaji?


Buon lavoro, so che ti ho chiesto un bel po' di roba tutta insieme quindi prenditi tutto il tempo che ti serve
[Modificato da Keiko 04/01/2020 15:30]

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Keiko
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06/01/2020 20:02
 
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Buonasera! ^^
Eccomi di ritorno. Data la tua richiesta di segnalare alcune role che ritengo importanti ai fini dell’esame, mi permetto di inserire qui sotto alcune giocate pregresse: mi capita di volerle salvare quando mi sento molto coinvolta dal punto di vista emotivo.
È anche una maniera per me di comprendere quanto io sia capace di comunicare le idee attraverso il gioco On e migliorare laddove risulti carente. Per questo motivo ritengo opportuno copiarle di seguito senza esplicitare quale tipo di tratti fondamentali del PG io vi ritrovi: sei tu a giudicare; questo è ciò che conta.

Tra l’altro presumo sia più agevole anche per te leggere le mie risposte in due tronconi, così non ti trovi un malloppo logorroico alla fine :) Inserirò il resto dell’esame appena avrò dato forma scritta ai miei pensieri. E continuerò a girarti altre giocate rilevanti, se lo desideri.
Ho aggiunto delle chiose brevissime per chiarire il contesto generale al fine di non farti ammattire con l’immaginazione.

Giocata 1.


Giocata 2.


Giocata 3.


Grazie ancora e a presto per il resto dell’esame! ^^
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Buonasera! Mi sono dovuta ritagliare del tempo per dare forma ai pensieri, come dicevo. Ti rispondo ora sperando di aver ben compreso tutte le domande. Ad ogni modo sono qui :)


[Posso chiederti, ed è già parte del pratico dell'esame, un esempio un po' più evidente in una o due azioni? Mi hai anche detto che non hai mai interagito con altri della razza quindi mi è difficile capire se sia qualcosa che ho già visto o qualcosa di relativamente nuovo che non sto comprendendo benissimo, nel senso che l'adattarsi fisicamente al nuovo status è cosa che più o meno tutti ci siamo passati e sono d'accordo che emerga, deve farlo, ma mi sembra che tu punti a qualcosa di più che mi sfugge. Per unificare questa domanda alla seguente per l'esempio vorrei che considerassi alcuni capisaldi fondamentali (per me) per leggere alcune caratteristiche tecniche.]

Suppongo che la mia idea del binomio mente-corpo -la quale può risultare un po’...naïf?- sia dovuta al semplice fatto che la descrivo senza avere avuto la possibilità di leggerla tra le righe dei già razziati, deducendola solo dalle letture del manuale e delle faq.
Immagino ogni singola cellula del Mutaforma come un universo sufficiente a se stesso e contemporaneamente indivisibile dal corpo dell’individuo, che si fa come un organismo fluido, dotato di una motilità unica. Non interviene la magia, non è un’illusione: è una costellazione di cellule capace di architettare strutture in forme infinite, vincolate solo allo studio del Mezzodemone (e all’impossibilità di riprodurre entità eteree, oggetti o più genericamente soggetti non contemplati dal regolamento).
Ciò che volevo dire quindi, a proposito della domanda “cosa è per te un Mutaforma”, è che a mio parere la risposta non deve limitarsi e vincolarsi a una dimensione psicologica della unione contraddittoria di due influssi; deve invece considerare parte fondamentale anche una dimensione fisica, in cui il Mutaforma dà esperienza di sé anche attraverso la sua unica capacità di interpellare il proprio corpo. Nella fase di risveglio del sangue potrebbe, io credo, risentire -anche laddove la situazione sia tranquilla- di una certa irrequietezza che attraversa il proprio corpo dovuta alla mancata abilità di controllarlo del tutto. È una fase delicatissima e lenta, quella della comprensione del proprio essere, che ha risvolti di certo psicologici ma che si manifesta anche in una lotta contro il proprio fisico o per il proprio fisico. Non immagino la transizione come qualcosa di immediatamente naturale e spontanea: anzi, potrebbe il PG “lottare” contro certe proprie capacità. E questo potrebbe estendersi anche oltre la prima fase: il Mutaforma dovrebbe sempre fare i conti con la complessità del proprio organismo, non solo al momento del lancio di una skill. Forse la mia visione è appunto generata dall’ingenuità, ma non mi dispiacerebbe sapere che i razziati si ritrovano, magari alla fine di una trasformazione di prova, a dover lottare con l’impulso del proprio corpo di rimodellarsi. Come quando un nervo pizzica e il tendine fa contrarre inconsciamente un muscolo. Questo rimane nel mio ideale teaorico: sul pratico dovrei sviluppare di certo familiarità con la razza per poter gestire certe sottigliezze. Però insomma, a me questi dettagli sembrano un arricchimento non indifferente.


[Ti lascio abbastanza libera sull'ambiente ed il come, mi bastano davvero una/due azioni massimo anche perchè andremo nel dettaglio dopo, l'unica cosa è se mi fai la speculare PG umano e PG Mutaforma, così che io possa cogliere la reale differenza.]

Ho immaginato una situazione di avanzamento di livello all’interno della Gilda, in un momento di stadio avanzato del controllo del Mutaforma del proprio corpo e un’affinità già ben consolidata.
Chiarisco anche che la scelta di utilizzare le skill innate in un contesto poco...”fisico” è dovuto al fatto che il PG è prevalentemente introspettivo. Non ce lo vedo, diciamo così, a sfrecciare nell’ombra menando fendenti.
Lars Valdemar, Dominus, attende Izmailj nei sotterranei di Ultima per il rituale.

[Tempio dei 7|Sotterranei] Stretti cunicoli si snodano nel buio; qualche cella apre la sua bocca dai denti di ferro sui corridoi. Gli specchi –tutt’attorno- ritraggono la sagoma del Discepolo distorcendone i contorni. Izmailj passa oltre, camminando altèro lungo i cunicoli. Nello svoltare gli angoli il suo Kimono si agita appena: esso gli impedisce ampi movimenti, tuttavia è in grado di donargli un'aura elegante quanto ieratica. La stoffa dell'abito viola è interrotta dall'orizzontale obi dorato, il quale è assicurato sulla schiena con un deciso fiocco. Nella mano destra tiene serrato il Pugnale della Setta. I capelli dal colore dell'ebano, lunghi oltre le spalle e lisci, si confondono nell'oscurità dei sotterranei del tempio, tant'è buio. Scendono morbidi sul suo viso pittato come quello di una donna: lo sguardo assume profondità grazie alle sfumature delle polveri cosmetiche, mentre la bocca -arricchita del rosso- vibra appena in un brivido inquieto. Qualche fiaccola appesa alle mura umide getta un cerchio di luce liquida e tremolante. Il Discepolo procede verso la sala circolare che si trova al di sotto del Tempio, sicuro nel ripercorrere il tracciato con la mente: l'ha oramai mandato a memoria; dacché è in Setta non fa che onorare il suo Demone in quelle sale e pregare la sua Divinità altrettanto ligio. Non può che portare lo sguardo dal taglio esotico sulle chiazze di luce generate dalle lingue di fuoco, mentre guadagna ormai l'ingresso alla sala centrale. Da subito fa scivolare lo sguardo sui profili che vi riconosce, tentando di ricavarli dalle tenebre in cui sono immersi. Discerne la figura del Dominus al centro solo perché qualche lanterna lo illumina in un gioco di luci drammatiche e dure. Vi si avvicina quindi, accompagnato dal suo silenzio.

[Tempio dei 7|Sotterranei] {Innate} Stretti cunicoli si snodano nel buio; qualche cella apre la sua bocca dai denti di ferro sui corridoi. Gli specchi –tutt’attorno- ritraggono la sagoma del Discepolo distorcendone i contorni. Izmailj passa oltre, camminando altèro lungo i cunicoli; nel suo passo deciso si riconosce la familiarità che possiede con la presenza delle zone d'ombra. Tiene le mani incrociate dietro alla schiena, le scapole chiuse aprono le spalle e lo mantengono ritto. Il mento è sollevato in un'ostentazione di fiera sicurezza. Nello svoltare gli angoli il suo Kimono si agita appena: esso gli impedisce ampi movimenti, tuttavia è in grado di donargli un'aura elegante quanto ieratica. La stoffa dell'abito viola è interrotta dall'orizzontale obi dorato, il quale è assicurato sulla schiena con un deciso fiocco. Nella mano destra tiene serrato il Pugnale della Setta. I capelli dal colore dell'ebano, lunghi oltre le spalle e lisci, si confondono nell'oscurità dei sotterranei del tempio, tant'è buio. Scendono morbidi sul suo viso pittato come quello di una donna: lo sguardo assume profondità grazie alle sfumature delle polveri cosmetiche, mentre la bocca -delineata da un tratto acceso di colore scarlatto- si disegna come una linea dura, scossa solo a momenti dall’accenno di un sorriso irrequieto, eccitato e feroce. Qualche fiaccola appesa alle mura umide getta un cerchio di luce liquida e tremolante: poco importa; il Discepolo procede verso la sala ottogonale che si trova al di sotto del Tempio perlustrando con l'occhio dalla foggia esotica quei contorni che discerne tra le sfumature del buio. Svoltato infine l'ultimo angolo s'immette nella grande sala. Dopo un rapido esame dei profili che emergono dalle tenebre, inchioda il suo sguardo al Dominus, il quale si impone al centro. Vi si avvicina dunque, accompagnato dal suo silenzio.

[Tempio dei 7|Sotterranei] Se ne sta a gambe divaricate, eretto, in una posa austera davanti al Dominus. Le braccia lungo i fianchi: la mano destra ancora ghermisce stretto il Pugnale. Fissa il volto scolpito dalle ombre di Lars, mentre lo sguardo -alle parole del Governatore- è attraversato da un tremolio d’inquietudine. [Sì, mio Signore: procediamo] è la risposta che riceve il Dominus, le cui mani sorreggono il Codice di Dakvros, aperto al centro rivelandone le pagine fruste. La voce di Izmailj è delicata e attraversata da una nota di insicurezza che la incrina: è chiaro come le sue intenzioni di mantenere fermi e duri quei suoi tratti fisionomici siano costantemente messe in crisi da un moto interiore di ansietà. Le sopracciglia vengono turbate appena, in un tremolio. Deglutisce prima di flettere una gamba fino a toccare col ginocchio il terreno polveroso. I suoi occhi, dapprima tutti per il Dominus, si portano ora alle proprie mani: con la destra, così come fece tempo addietro, mostra il filo della lama il quale incontra la luce delle fiaccole, brillando. Tentenna un momento: ma l’esitazione è breve. Apre il palmo della sinistra, praticandosi deciso un taglio netto da cui sgorga repentino un fiotto di sangue. [Questo è per te, Lars, e per il nostro Signore] asserisce cercando di mantenere un tono solenne nella voce, mentre le labbra si arricciano accusando un dolore localizzato alla mano. La ferita sanguina copiosa: porta la mano a posarsi sul foglio del Codice aperto, lasciando che un’impronta cremisi venga a disegnarsi per sempre tra le sue pagine.

[Tempio dei 7|Sotterranei] {Innate} Se ne sta a gambe divaricate, eretto, in una posa austera davanti al Dominus. Le braccia lungo i fianchi: la mano destra ancora ghermisce stretto il Pugnale. Fissa dritto negli occhi Lars; la linea dura delle sopracciglia è appesantita dal segno greve della matita applicata. Non un tremore scuote quei muscoli, tesi anzi in una maschera di impaziente attesa. Lo sguardo fermo, deciso, è solo velato da un vivido interesse; le pupille dilatate come di un animale. [Questo è solo per te: procediamo] è la risposta che riceve il Dominus, le cui mani sorreggono il Codice di Dakvros, aperto al centro rivelandone le pagine fruste. Ma nelle parole di Izmailj non è meglio specificato il diretto interlocutore, né il ragazzo sembra rivolgersi al Governatore. L’occhio dapprima inchiodato alla sua figura sembra ora trapassarlo, corrotto da un pensiero astratto. Solo dopo un attimo di attesa lo porta sul Codice di Dakvros aperto dinnanzi a lui: non sembra vederlo realmente, ma un’eccitazione latente muove ora un poco quei tratti fisionomici. La lingua fugge a leccare il labbro superiore, prima di voltare il palmo sinistro supino e ricercare con il filo della lama del Pugnale la propria pelle. Si pratica un taglio deciso da cui sgorga repentino un fiotto di sangue. Sorride come ebbro, inspiegabilmente: ma i ricettori del dolore, complici, si sono prontamente inibiti e quei fiotti che vengono sputati dall’epidermide non sono per lui che un tributo di sangue al Principe Dakvros e nulla più: [Per te, mio Signore] annuncia solenne mentre porta la mano a posarsi sul foglio del Codice aperto, lasciando che un’impronta cremisi venga a disegnarsi per sempre tra le sue pagine.


[A tal fine qui vado più sul tecnico proprio per quanto riguarda questa skill innata e ti chiedo:
-Di snocciolare un po' la skill a cui sto facendo riferimento, dirmi cosa ne pensi e come la interpreti]

A mio modo di vedere, il Richiamo della Discrepanza è una firma del mondo demoniaco che prende forma nelle carni della prole esperendosi sia nel modo più fisicamente percepibile (pizzicando, muovendosi inquieto lungo l’epidermide) che nella maniera più sensuale (nella basilare accezione del termine): attraverso cioè la sensazione di comunione tra i parirazza. Una specie di lascito che i Demoni tramandano ai loro figli, come a volerne fare branchi –schiere. Il vessillo della loro eredità. Ciò ha conseguenze ovviamente forti sul piano emotivo e psicologico, nonché morale. Ogni Mutaforma instaura il proprio soggettivo rapporto con la sua affinità al mondo dei Demoni e quindi al suo modo di percepire il Richiamo. Come scrivo anche nell’ultima risposta, ma mi permetto qui di anticipare, il Richiamo è una forza sensuale (scusami la ripetizione necessaria) a cui il Mutaforma non può sfuggire e a cui non può sottrarsi. Tuttavia è in grado di accogliere su di sé più o meno tormentatamente questa “condanna”. Dico condanna in quanto noi uomini giudichiamo negativamente il mondo demoniaco, ma potrebbe rivelarsi –e credo quasi sempre lo sia- un’esperienza a carattere edificante anche sul piano psichico.


-[2 azioni in cui un demone si palesa all'improvviso nello stesso luogo dove si trova Izmaji]

A proposito delle due azioni, ho ritenuto opportuno immaginare uno scenario quanto più verosimile possibile. Il Dominus di Setta è in grado di richiamare una specie di versione “ridotta” del Demone Dakvros e trovo alquanto probabile l’eventualità di un utilizzo di questa skill.
E in ogni caso, non è così scontato che Dakvros non si palesi più davanti ai suoi alleati sul mondo luminoso: come ben sai Izmailj e certi suoi compari lo hanno già conosciuto.
Pertanto ho decretato Ultima come luogo dell’invocazione (questo sì, abbastanza casualmente).

[Interno Arena di Khorr] {Innate} Nella notte una vampa di fuoco si eleva: tutt’attorno un bagliore accende le scalinate. L’occhio è come abbagliato da quella improvvisa luce, quasi ferito dalla sua vivida intensità. Stringe le palpebre tra loro, quasi socchiudendole. Si volta: non è solo l’occhio a sembrar di bruciare; un pizzicore localizzato lo avverte repentino dell’epifania. Dakvros, il Signore delle Sommosse -il Colpo di Scena, è finalmente tra loro. Il marchio sul gomito destro, irrequieto e sollecitato, sembra voler ricondurre il ragazzo alla presenza demoniaca evocata dal Dominus. Per un momento lo osserva naso all’insù, rapito dal colosso color vermiglio. Un’espressione di inquietudine si tinge in volto, ma è solo fugace: l’ombra di un moto eccitato lo coglie, tirando le labbra in una smorfia grottesca. Digrigna i denti nella caricatura di un brutale sorriso; quindi si scuote dal torpore condotto dall’apparizione. La prossimità con Dakvros di cui il sangue lo avverte si esperisce attraverso un’indecifrabile sensazione di consapevolezza. Ma è la sua incrollabile convinzione –e solo quella- a far fremere di entusiasmo l’occhio crudele, risvegliando le membra dall’inazione. La litania del Dominus è sovrastata dal clangore del Falcione che Dakvros impugna, ma con gli occhi Izmailj lo cerca veloce. Sa dove si trova, l’aveva visto genuflettersi in preghiera. Proverebbe quindi a spostarsi rapido verso Lars, aggirando l’immenso Demone dalle corna caprine che fa volteggiare l’arma di modo teatrale.

[Interno Arena Khorr] {Innate} Raggiunta la prossimità con il Governatore di Ultima, il quale è obbligato a sostenere una lunga nenia per mantenere il Principe dei Demoni sul piano di Aengard, Izmailj volge le spalle al Dominus allargando le braccia e lasciandosi sprofondare in un richiamo inebriante, galvanizzante. La magia ancestrale che ha imparato a incanalare lo percorre da capo a piedi: prima in un flusso timido, poi accentuando la sua forza totalizzante. Non parla, non muove un muscolo: eppure le sue carni sembrano sfregolare nello sforzo fisico. A cerchiare il gomito ancora il marchio pizzica, testimone di una genie che lo accomuna al Demone. Ma è l’Ars a farla da padrona, trapassando le carni in un moto ineluttabile. In piedi, dando la schiena al Dominus, con le braccia sollevate come in un antico rituale, Izmailj proverebbe a concentrare la magia su di sé, facendo allo stesso tempo da scudo al proprio Capogilda –la cui cantilena non deve essere interrotta per motivo alcuno. L’intento è quello di farsi guardiano del protetto di Dakvros: la vicinanza a Lars potrebbe addirittura giocargli a favore, lasciando che il grande Corruttore sprigioni la sua cieca furia oltre i loro corpi. [Concentrazione 1/1]

Al turno di concentrazione seguirebbe, dopo convalida master, l’invocazione dell’Arma Fatua. Questo perché, considerato il PG, lo scopo principale del momento diverrebbe quasi certamente il mantenimento di Dakvros sull’Aengard, e l’unico modo di permetterlo è fare sì che il Dominus di Setta mantenga la sua preghiera per tutto l’arco dei turni concessi.


- [Un'interazione di vicinanza e contatto con un altro Mutaforma ( a te stabilire il numero di azioni)]

[Regina Scarlatta|Alloggio Privato] Siede sul bordo del giaciglio, con il capo rivolto all’uscio dell’alloggio. Lo ha percepito ben prima che entrasse: ha sentito sulla pelle un familiare pizzicore, laddove il marchio demoniaco si agita camminandogli sull’epidermide; gli ha rivelato la sua affine presenza, donandogli un senso di gratificazione e rilassamento, il quale si dipinge in volto in una progressiva distensione dei muscoli facciali. Lo sguardo è inchiodato all’ingresso della stanza già prima che il parirazza lo varchi mostrando il suo corpo fiero. Izmailj non può che contraccambiare lo sguardo di lui, affilando le labbra in un sorriso tagliente. [Benvenuto. Ti stavo aspettando] esordisce con voce melliflua, condita di una dolcezza rara. Le labbra dischiuse in un’espressione quasi sciocca, beata. [Avanti, su, non stare alla porta] gli mormora a tono caldo e basso, mentre col palmo della mano sinistra stira le bianche lenzuola in un tic gestuale, ossessivo. Vedendolo sostare si solleva per farsi vicino al Mutaforma, girandogli attorno senza schiodare un momento lo sguardo da lui: come in adorazione. Scioglie tutta l’attenzione di cui è capace in quelle forme che racchiudono il sangue demoniaco da lui condiviso. Come fosse prezioso, come fosse unico e irriproducibile. Assorto gli si stringe più vicino, mentre sul marchio ancora il medesimo pizzicore gli ricorda la presenza del sanguemisto. Di quel sanguemisto, tanto amabile e seducente. Qualora il parirazza gli permettesse di aggirarlo –una volta giuntogli dietro la schiena- Izmailj solleverebbe le mani per portarle in corrispondenza delle spalle, al fine di sfilargli il pesante giaccone che lo avvolge in un’elegante moina colma di cure. Ma quel gesto non è che dettato dall’impulso di venire a contatto con la pelle di lui.

[Regina Scarlatta|Alloggio Privato] Le sue dita, nel ghermire il cappotto, sfiorano la pelle del collo del Mutaforma. Un intenso piacere solletica il tessuto epiteliale del Discepolo, diffondendosi capillare. Si trasmuta in una sensazione di gradevole, intenso calore: solo suggestione, forse, di una mente inebriata. Incapace di scostarsi da quell’esubero di impressioni, anziché scostare il cappotto, gli posa i palmi ai lati del collo, da dietro la schiena. Con i pollici cerca di massaggiare la zona cervicale, nel trasporto del momento. Prova a posare la fronte sulla nuca di lui, lasciandosi catturare anche dal suo odore e dalla sicurezza che quel contatto gli dona. Una forza nuova e decisa, che gli fa socchiudere le palpebre come estasiato, travolge il corpo e il pensiero, quasi affogandolo tra le sue spire. Al riparo da tutto, fuorché dalla immensa portata dei suoi sensi. Ma uno stimolo interiore si fa strada, dipanandosi tra le curve del piacere: è una sensazione ubriaca di onnipotenza, che Izmailj tenta di condividere con il suo silente interlocutore. Un’emozione di lucida follia, smania e potere: con lui riesce a confidare quei sentimenti turpi che nel cuore della notte lo colgono nelle febbri ad occhi aperti. Desidera farlo partecipe della fiera dissennatezza che lo immola all’altare di Dakvros, suo Signore. Quale che sia l’esito della confidenza, sussurrata attraverso gli specchi distorti del loro sangue comune, non saprebbe dirlo: ma già la messa in atto di quel contatto, culminante nel piacere sconfinato di una condivisione di sensazioni, lo ha reso quieto, quasi lo ha cullato.


[Mi riallaccio invece alla questione demoni e familiarità, quale sarà la reazione che supponi di Izmaji nello scoprire che esistono altri Mutaforma? come credi vedrebbe questi suoi simili dal proprio punto di vista? Per lui passa anche la realizzazione tramite il demone Davkros ma il fatto che ce ne siano altri in giro, non per forza legati in questa cosa, non annichilisce parte di questa realizzazione di Izmaji?]

Premetto che nella risposta che segue considero solo la parte di messa a conoscenza dei propri simili: non terrò in considerazione l’eventuale approccio On di questi Mutaforma, poiché chiarisco già in questo momento che il piacere fisico della vicinanza tra parirazza, il quale è di carattere sensuale e ineludibile, sarebbe di certo preponderante all’interno della giocata. La sensazione di benessere è qualcosa di innato che caratterizza ogni Mutaforma, volente o nolente: così sarebbe per Izmailj.
L’idea di far parte di qualcosa di “Altro”, di un disegno superiore che lo coinvolge, di certo avrebbe un peso rilevante nella sua considerazione dei simili, poiché è già di partenza il PG colto dalla manìa di una specie di delirio divino.
La reazione del PG alla “semplice” conoscenza di una razza che non lo vede come unico esponente lo metterebbe, io credo, nelle condizioni di allertarsi ovunque vada al fine di scorgere i suoi simili. Questo dettato ovviamente dall’interesse di comprendere il proprio Io, oltreché cercare una specie di conforto nel rapporto con chi -come lui- deve fare i conti con un’identità ben complessa.
Ma presumo anche, e con questo passo alla terza domanda, che le sue intenzioni non sarebbero di una curiosità fine a se stessa o circosrcitta a una dimensione personale. Come ben dici, la sua realizzazione passa attraverso Dakvros, che ai suoi occhi è IL Demone. Se dovesse entrare in confidenza con un Mutaforma, la sua reazione sarebbe probabilmente quella di portarlo sulla sua strada, cercando di far crescere in lui il seme del piano ordito dal Signore del Caos. Probabilmente non troverebbe alleato migliore, nel suo immaginario. La sensazione di far parte di un gruppo ristretto ed esclusivo lo porterebbe a cercare un contatto speciale con loro: un canale di comunicazione attraverso il quale portare il messaggio del mondo dei Demoni (di cui in parte è già araldo). In base poi a come questo/i Mutaforma dovesse/ro comportarsi –ammetto di non conoscere l’indole di un solo razziato attuale-, Izmailj cercherebbe di stringersi a lui come anche di rinnegarlo, qualora il parirazza si dimostrasse lontano dalla sua visione, magari ostile. Ciò non significa che non si sentirebbe prossimo a lui, ma che entrerebbe in conflitto con il suo desiderio di approcciarvisi. Un po’ come quando un’ossessione deleteria non permette di volgere il pensiero verso lidi più sereni e si ritorna, recidivi, a farsi del male con essa. Dico questo rimarcando la premessa iniziale –e cioé che il benessere indotto dalla vicinanza è pura sensualità incontrollabile, che non ho intenzione di perdere di vista.

Se sono stata troppo contorta in certe risposte sono pronta a riscriverle in modo più chiaro @_@

Grazie come sempre per la pazienza e l’attenzione, a prestissimo!
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10/01/2020 17:06
 
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Del pratico in azione sono abbastanza soddisfatta, non servono giocate ulteriori a meno che non sia tu a ritenerlo particolarmente importante in qualche pezzo.


Che familiarità hai con la concentrazione? Sai dirmi differenze bonus, Malus tra concentrazione arcana e razziale? per cosa serve la seconda?

Riguardo alla peculiarità cellulare ho meglio capito che intendi, su alcune cose, come evitare di guardare il fuoco direttamente, ecco diciamo che non era l'acqua calda da scoprire anche questo intendevo quando ho detto che non capivo se fosse qualcosa di coerente a quanto si gioca adesso o se fosse qualcosa di totalmente diverso, su altre ho una questione: ad esempio le labbra arrossate in maniera "naturale" questo cambiamento da che tipo di mutazione deriva? Ho pensato ad un qualche animale con labbra particolarmente rosse da ripeterne il pigmento e onestamente non me ne vengono in mente, quale sarebbe ad esempio la differenza tra farsi un rossetto e farsi i capelli blu se così fosse e non ho frainteso?

Una cosa, chiamiamola sospetto ma più che altro è una riflessione che ho leggendo il complesso della candidatura, che un po' mi fa un po' storto è il concetto gildocentrico che ho visto sia nelle risposte che in azione. Mi spiego meglio: è inevitabile che una gilda che usa i demoni abbia similitudini con la mia razza ma credo di non intuire perfettamente come tu veda complementari l'uno e l'altro, ad esempio in quanto Mutaforma dici che Izmaji serve Davkros e per lui è la normalità, e ci sta, che proverebbe a convincere altri Mutaforma, e ci sta, ma a sto punto Izmaji non si chiederebbe mai perché non tutti gli appartenenti alla setta sono mezzodemoni? Che senso ha che altri mezzodemoni vivano la loro vita e che non gliene freghi nulla della setta ammesso sappiano che esiste? Anche supposto l'interna appartenenza per come la vedo io, o almeno come immagino Kaderin, un mutaforma potrebbe andare da qualsiasi altro appartenente alla setta e supporre che rispetto ad un mezzodemone l'altro non valga nulla(cioè io sono per metà la stessa cosa di chi servi, tu chi sei?), qui invece mi sembra l'esatto opposto, cioè che per Izmaji appartenere ad una razza del genere sarebbe solo il completamento di un demone superiore, nulla che nel reale lo arricchisce come essere...ma soprattutto, e qui mi faccio spicciola, è così solo per Izmaji?

*~*~*~*
Keiko
*~*~*~*


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rendez-vous rendez-vous, rendez-vous sûrement aux prochaines règles
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10/01/2020 21:54
 
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Buonasera! :) Grazie intanto per la risposta; provo subito a chiarire i punti richiesti.


1. [Che familiarità hai con la concentrazione? Sai dirmi differenze bonus, Malus tra concentrazione arcana e razziale? per cosa serve la seconda?]

Ho interpretato in On la concentrazione arcana, ma non mi è capitato spesso di doverla usare. Inizio a valutare le due concentrazioni da ciò che le accomuna :)
Entrambe necessitano di un totale coinvolgimento del personaggio: non può parlare, non può muoversi e deve dedicare tutta la sua attenzione all’atto stesso della concentrazione. Il PG si rende vulnerabile, ovviamente.
Tuttavia, la concentrazione arcana permette di veicolare Ars all’interno del PG al fine di sfruttarla attraverso le proprie abilità. In questo caso la concentrazione smuove le trame magiche e può essere percepita. Se infranta nel suo processo, cessa il suo effetto all’istante.
La concentrazione razziale riguarda invece la sfera genetica del Mutaforma e pertanto non può essere percepita come magica, ovvero non smuove le trame. Questo può essere definito come un Bonus, in quanto nessuno è a conoscenza del fatto che il personaggio si stia preparando. Tuttavia, proprio per la sua natura non arcana, non può avvalersi di skills che abbreviano i tempi di concentrazione.
Questo tipo di concentrazione serve al Mutaforma per poter trasformare il proprio corpo, adattandolo a una nuova composizione. Prenderà dunque le sembianze dell’umanoide o dell’animale prescelto (con le dovute sessioni di studio al fine di raggiungere affinità con la mutazione) o, eventualmente, trasformerà solo le parti interessate del proprio corpo -questo potrebbe impiegare 1 turno di concentrazione anziché 2.


2.[le labbra arrossate in maniera "naturale" questo cambiamento da che tipo di mutazione deriva? Ho pensato ad un qualche animale con labbra particolarmente rosse da ripeterne il pigmento e onestamente non me ne vengono in mente, quale sarebbe ad esempio la differenza tra farsi un rossetto e farsi i capelli blu se così fosse e non ho frainteso?]

Non sono certa di aver ben compreso questa domanda; se intendi chiedermi come mai spesso metto il focus sulle labbra rosse del PG, è perché capita più volte che lui si trucchi applicando creme e polveri, ma lo rendo sempre esplicito in giocata, così che le altre persone possano capire subito a cosa sia dovuto. Ho provato a rileggere le role e i post: mi sembra di averlo sempre fatto. Ma se il dubbio riguarda altro, sono qui apposta per approfondire!


Per ciò che riguarda l’ultima domanda, ho preferito rispondere suddividendola in più punti. Questo non solo al fine di renderla più fruibile, ma anche perché ritengo che la questione sia di fondamentale valore e desidero essere chiara il più possibile circa ogni piccolo dubbio sollevato.

3.[Una cosa, chiamiamola sospetto ma più che altro è una riflessione che ho leggendo il complesso della candidatura, che un po' mi fa un po' storto è il concetto gildocentrico che ho visto sia nelle risposte che in azione.]

Mi soffermo innanzitutto su questo paragrafo, il quale mi ha molto colpito. Comprendo quale sia l’origine del tuo sospetto e ammetto che, al tuo posto, non avrei avuto modo di pensare diversamente.
In quanto giocatrice ho una visione totale delle intenzioni che muovono il mio PG o delle motivazioni che mi hanno portato a fare richiesta per questa razza specifica. Tuttavia capisco bene come il materiale che ho sottoposto possa portare una persona esterna, la quale non ha avuto modo di seguire gli sviluppi dal principio, a mettere l’accento su un tipo di gioco incentrato sulla gilda di appartenenza del PG. Del resto, molto testo da me messo a disposizione la riguarda. Desidero essere limpida: ciò è dovuto dal fatto che ho scelto di selezionare dei casi verosimili (l’avanzamento di grado con il giuramento; l’apparizione di Dakvros ecc.) solo per rendere più tangibili le prove; ma confesso che in origine, appena lette le tue richieste, la prima intenzione è stata quella di evitare di chiamare in causa Dakvros, spostandomi su altri orizzonti. Posso considerare questo come un mio errore; me lo fai notare giusto ora. Non ho pensato, dapprima, a come la questione avrebbe avuto al vertice il Demone di gilda in tutte le proposte.
Mi preme chiarire a questo proposito che si tratta di un’attualità che il mio PG sta vivendo e che, per le ragioni suddette, ho sottolineato -incappando nel tuo dubbio. Non ho realizzato il PG Izmailj con lo scopo preciso di fargli vivere unicamente un’esistenza legata al gioco di gilda, anzi: è per questo motivo che al Background ho dedicato molta caratterizzazione al personaggio stesso al di fuori della Setta, così come ho pensato a un Demone che potesse definirsi considerevolmente diverso da quello che ora viene adorato.
Caso ha voluto che il PG incrociasse la strada della Setta: molto bene. Lì il gioco si è intensificato, ma se Izmailj non fosse mai sceso a patti con Dakvros, la sua storia precedente lo avrebbe comunque profondamente plasmato. Con probabilità sarebbe orfano di un idolo, ma tant’è.
Faccio un salto ora con le citazioni, prima di tornare a rispondere ad altro:

[... è inevitabile che una gilda che usa i demoni abbia similitudini con la mia razza ma credo di non intuire perfettamente come tu veda complementari l'uno e l'altro...]
[...per Izmaji appartenere ad una razza del genere sarebbe solo il completamento di un demone superiore, nulla che nel reale lo arricchisce come essere...ma soprattutto, e qui mi faccio spicciola, è così solo per Izmaji?]

Mi sembra di capire, e dimmi pure se fraintendo, che il dubbio riguardi l’eventualità che la razza Mutaforma sia intesa come un’appendice alla storia di gilda. Se ho lasciato intendere questo ti prego di scusarmi, perché è qualcosa che io stessa non concepisco e non desidero in alcun modo. Da un punto di vista strettamente legato al PG, come ho cercato di spiegare poco sopra, l’esistenza di Izmailj ruota attorno a una spiritualità maturata in questi mesi sulle basi degli incontri che ha fatto, ma che ha radici nel passato esplicato in Background. Fin dalle prime giocate in Land ho insistito affinché certi punti fissi del suo carattere -che erano chiari nella mia testa- emergessero nella quotidianità, prima di affiliarsi alla Setta e dedicarsi allo scopo di questa. Volevo che il mio PG non tradisse i suoi trascorsi, né ho mai tentato di forzarlo. La proposta di razza sarebbe a mio parere venuta allo stesso momento, con le stesse modalità: e qui mi voglio ricollegare al punto di vista, invece, di me in quanto giocatrice. Come ho scritto in precedenza, la mia lealtà nei confronti della razza è piena e non desidererei candidare questo PG (e nessun altro PG se mai dovessi averne) per una delle possibilità alternative. Non credo che Izmailj possa funzionare in nessun altro modo all’infuori del mondo umano o di quello del Mutaforma e personalmente non mi è nemmeno mai balzata l’idea che la razza per cui ho proposto la candidatura si facesse cornice di una via intrapresa dal PG stesso. Provo grande rispetto per il Mezzodemone; non lo intendo ora né lo intenderò mai come una nota a margine.
Aggiungo quindi che la complementarietà tra l’una e l’altra sfera del gioco è a mio avviso da considerarsi solida ma non inscindibile. Vengono a combaciare, ma l’una esisterebbe senza l’altra. A prescindere da quale punto di vista si voglia soppesare.
Per tirare le somme, comprendo come la mia posizione mi porti su un terreno ambiguo e per questo ti ringrazio molto del dubbio sollevato: è importante averlo fatto. Spero di essere riuscita a spiegarmi in modo esaustivo. In caso contrario, sono sempre qui a volerne parlare e, se lo desideri, a proporti del materiale alternativo :) Mi spiace solo non averci pensato prima!


3 bis. [in quanto Mutaforma dici che Izmaji serve Davkros e per lui è la normalità, e ci sta, che proverebbe a convincere altri Mutaforma, e ci sta, ma a sto punto Izmaji non si chiederebbe mai perché non tutti gli appartenenti alla setta sono mezzodemoni?]

Premetto che Izmailj serve Dakvros a prescindere dal fatto di essere un umano o un Mutaforma; e questo lo sottolineo per le motivazioni date sopra: l’incontro con la Setta deve considerarsi come un evento aleatorio. È successo. È il modo in cui si sente parte di un gruppo sovversivo.
Detto questo, sì, credo proprio se lo chiederebbe. Nel caso in cui venisse a conoscenza di altri Mutaforma, la domanda emergerebbe lecita, come potrebbe non porsela? Mi collego dunque al seguito:

[Che senso ha che altri mezzodemoni vivano la loro vita e che non gliene freghi nulla della setta ammesso sappiano che esiste?]

Suppongo si chiederebbe anche questo. Se avesse modo di parlarne con loro, presumo che sarebbero loro stessi a dargli una risposta. La modalità in cui questa gli venisse data determinerebbe la sua reazione. Vedo il PG come un individuo moralmente e spiritualmente molto coinvolto: l’eventualità che i suoi simili non siano interessati alla sua missione aprirebbe, io credo, un’ulteriore breccia nel già fragile costrutto identitario di Izmailj.
Per chiudere dunque il cerchio alle due domande, immagino che il PG sarebbe costretto a un percorso interiore di funambolismo tra il desiderio di avvicinare i Mutaforma e la messa in discussione della propria missione, la quale è attualmente l’unica cosa che lo salvi da una vita fallimentare. La domanda implicita che sorge, ovvero in quale maniera l’equilibrio verrebbe stabilito, credo non possa essere determinata senza conoscere l’approccio On degli altri razziati. Penso che la questione sia tanto delicata dal punto di vista interpretativo che non può prescindere dalle relazioni che andrebbero a instaurarsi.
Ciò determinerebbe anche la risposta alla prima domanda, ovvero “per quale motivo gli alleati non sono Mutaforma a loro volta, se questi esistono?”. Penso che solo chiarendo la seconda domanda -ovvero quale senso ha per i razziati non avere interesse nella Setta- si possa rispondere alla prima.


Attendo come sempre un tuo riscontro in merito alle questioni sollevate ^^ a presto!
[Modificato da Izma_ 10/01/2020 21:58]
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12/01/2020 12:11
 
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Cambio Razza Approvato

Non sono certa di aver ben compreso questa domanda; se intendi chiedermi come mai spesso metto il focus sulle labbra rosse del PG, è perché capita più volte che lui si trucchi applicando creme e polveri, ma lo rendo sempre esplicito in giocata, così che le altre persone possano capire subito a cosa sia dovuto. Ho provato a rileggere le role e i post: mi sembra di averlo sempre fatto. Ma se il dubbio riguarda altro, sono qui apposta per approfondire!




In realtà nella versione Izmaji umano avevo ben capito che fossero truccate, mentre nell'altra mi era sembrato che il rossore fosse frutto di una sorta di mutazione parziale o indotta quindi volevo capire a che livello di rosso stiamo parlando, se erano tratti più rosei ma comunque archetipo umanoide o se stessimo parlando di un reale scarlatto e come. Questo però può essere che abbia frainteso totalmente io e tu non intendessi minimamente quello.
E a giudicare dalla tua risposta credo fosse proprio così.



Mi sembra di capire, e dimmi pure se fraintendo, che il dubbio riguardi l’eventualità che la razza Mutaforma sia intesa come un’appendice alla storia di gilda.



Ti confesso che molto banalmente è questa l'interpretazione che ho letto tra le righe e qui ti prego di non fraintendere me, questo esame serve per appurare che tu sappia giocare, interpretare la razza, evitare grossolani errori da regolamento generale, e mantenere coerenza. Nulla intendo eccepire sulla coerenza del personaggio ma ho approfondito questo mio dubbio per una questione molto semplice, malgrado la gilda richiami molti aspetti della mia razza se fossero eguali o addirittura la razza chiusa avesse valenza inferiore un esame simile si farebbe per entrare nelle gilde dove invece la costruzione di un gioco più aperto a tutti è pressoché normale, a differenza della razza chiusa che premia determinati meriti ed aspetti. Se ho lasciato intendere che sia il gioco o la coerenza del giocato di Izmaji ad aver sollevato il dubbio mi scuso io. Molto semplicemente ho visto la candidatura, anche nelle scelte fatte come giocatrice, tutte, in cui c'era un margine di libertà, puntare sempre ad un arricchimento di Izmaji nel suo ruolo in gilda e molto poco come un arricchimento di Izmaji come Mutaforma (che detta così sembra brutta e sicuramente è eccessiva ma non trovo termini più lievi per spiegare da cosa è sorto il mio dubbio e la domanda stessa).


Ad ogni modo apprezzo la spiegazione e ho meglio inquadrato anche le scelte precedenti.
Ci sono casi in cui dilungarsi è a mio parere menare il can per l'aia e questo è uno di quelli.
Ho avuto modo di sbirciare le tue role, vedere il giocato, e credo di poter valutare un livello delle skill abbastanza propositivo e completo della sua comprensione.
Riguardo all'interpretazione della razza, a prescindere che tu abbia potuto trovare invadente la mia domanda, credo che Izmaji sia un PG che vestirebbe egregiamente gli abiti di un Mutaforma e mi aspetto delle note davvero positive nel leggere e seguire questo personaggio in futuro.
Come è avvenuto per molti Mutaforma, per ragioni più o meno varie, approvolo la tua candidatura con limitazioni sulle skill non innate in una fase iniziale. Le ragioni in questo caso ci tengo a spiegarle, sono delicate ma non futili, e riguardano proprio la vicinanza alla gilda quindi a quanto pare ad esseri ed oggetti che si legano molto alla natura della razza e che potrebbero rendere interessante proprio il gioco di affinità delle skill innate, oltre ad un adattamento fisico iniziale per Izmaji alle nuove peculiarità che tu stessa hai approfondito come di maggior rilievo, ritengo quindi sia giusto approdare con lentezza alla verità dei fatti di questo personaggio per non traumatizzarne la natura stessa. In questa fase Izmaji potrà sapere come non sapere della sua natura o della matrice di questi cambiamenti, sarà una scelta del Master con cui deciderai di affrontare interamente questo percorso.

Se hai dubbi, o necessiti di qualsiasi chiarimento, non esitare a chiederlo. Comunicatemi quando sarà avvenuta la quest di cambio razza e provvederò alla disposizione del simbolo di razza.

Benvenuta nel nostro gruppo e benvenuto per Izmaji nel bellissimo e contorto mondo dei mezzodemoni.😁

*~*~*~*
Keiko
*~*~*~*


Rendez-vous rendez-vous, rendez-vous au prochain règlement,
rendez-vous rendez-vous, rendez-vous sûrement aux prochaines règles
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12/01/2020 18:33
 
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Buonasera! ^^ Sono infinitamente felice!
Apprezzo davvero le tue parole *_* Non vedo l’ora di iniziare questo percorso! Di certo farò riferimento a te per qualsiasi dubbio, in quanto moderatrice di razza: a maggior ragione per la situazione che hai descritto! :)
Non mi dilungo, ma ci tengo a ringraziarti in primo luogo per aver dedicato attenzioni e cure alla mia candidatura; in secondo luogo (e soprattutto!) per la fiducia che riponi in me e nel mio personaggio.

Ciao ciao, a prestoooo! ^^
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01/02/2020 00:46
 
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Quest di cambiorazza avvenuta.
Quest “Il demone liberato dal proprio figlio”, in location Dirhae dalle 20:50 circa del 31 gennaio in poi. Ufficialmente un nuovo mutaforma, bienvenu😄




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