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Ucciso italiano Franco Carlo Cardellino a la Habana - 10 de Octubre

Ultimo Aggiornamento: 02/12/2019 16:52
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29/11/2019 03:18

L'attore e regista Franco Carlo Cardellino sembra essere stato ucciso nella sua casa di Santo Suárez ......

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29/11/2019 07:27

Fabri cuba, 29/11/2019 03.18:



L'attore e regista Franco Carlo Cardellino sembra essere stato ucciso nella sua casa di Santo Suárez ......

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R.I.P. 🛐 😔😳


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Fabri cuba, 29/11/2019 03.18:

L'attore e regista Franco Carlo Cardellino sembra essere stato ucciso nella sua casa di Santo Suárez ......

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La sua casa a Santo Suárez .....

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Re:
Fabri cuba, 29/11/2019 03.18:

L'attore e regista Franco Carlo Cardellino sembra essere stato ucciso nella sua casa di Santo Suárez ......

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Purtroppo ormai anche a Cuba capita di essere ammazzati per 4 soldi

RIP Franco


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30/11/2019 08:33

L’attore italiano Franco Cardellino ucciso a Cuba


Franco Cardellino, attore e sceneggiatore torinese, è stato ucciso a Cuba, dove viveva da alcuni anni. A darne notizia sono state alcune persone vicine alla sua cerchia di amici sul posto. A quanto si apprende, Cardellino sarebbe stato accoltellato lo scorso 27 novembre a L'Avana. A colpirlo uno sconosciuto, verosimilmente un ladro, che si era intrufolato nella sua abitazione. Secondo il figlio, Cardellino avrebbe provato a bloccare il malvivente e da questo sarebbe stato colpito a un fianco. L’ambulanza è arrivata poco dopo, il torinese perdeva molto sangue. Trasportato d’urgenza all’ospedale, è stato sottoposto a un lungo intervento che purtroppo non è bastato a salvargli la vita.



Chi era Franco Cardellino – Tra i primi insegnanti della scuola Cirko Vertigo di Grugliasco (Torino), Franco Cardellino aveva sessantacinque anni e si era trasferito a Cuba circa dieci anni fa. Si occupava della gestione di alloggi, che affittava ai turisti.

continua su: www.fanpage.it/esteri/lattore-italiano-franco-cardellino-ucciso...
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30/11/2019 11:26

R. I. P.
purtroppo quest anno é già il 2 italiano che ammazzano a cuba...con il senno di poi poteva lasciarlo scappare se non aveva rubato niente....
no es facil!!!
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30/11/2019 12:44

di Alessandro Zarlatti

In ricordo di Franco Cardellino


Oggi, venerdì 29 novembre mi trovo a parlare di Franco Cardellino al passato, a ricordarlo, a denunciare la sua perdita e mi sembra assurdo. Ieri ho trascorso la sera alla funeraria di Santos Suarez in quello strano rituale del velorio cubano ad un morto. Passavano persone, amici, parenti, conoscenti, curiosi. In altre sale la gente si ubriacava, gridava, passavano donne con un velo bianco sulla testa perché non gli "entrasse il morto". Frasi smozzicate sui fatti, frammenti di un racconto orrendo e irripetibile.

Mercoledì, alle sette di sera, mentre Samuel, il figlio, stava esercitandosi al piano e Franco stava facendo una siesta è entrato un uomo per rubare. Samuel se ne è accorto. Quest'uomo gli ha lanciato uno zaino addosso e ha fatto per scappare. Si è svegliato Franco e gli è andato contro. Quest'uomo aveva un coltello e lo ha usato. Lo ha centrato due volte all'addome, lo ha colpito per ammazzare. Samuel ha visto tutto. Poi la corsa all'ospedale. Un'operazione lunghissima. Non c'è stato nulla da fare.
Sabato eravamo a cena insieme. Era un po' che non ci vedevamo. Ognuno assorbito nelle proprie traiettorie. Ogni tanto una telefonata. Una pizza a Centro Habana. Mi piaceva vederlo sereno con Marlene, la loro storia, il loro amore giovane, certe occhiate, certe intese. Franco aveva avuto momenti peggiori dove aveva perso la voglia di vivere e di andare avanti. Adesso no. Era contento. Sereno. Abbiamo parlato del passato. Di quando avevamo fatto cose insieme. La presentazione del mio primo libro dove aveva fatto una lettura magistrale di un mio racconto, poi le sue performance in qualche settimana della cultura già troppo lontana. Aneddoti. Ti ricordi quel tale? E quell'altro dov'è finito? E Emanuela? E Pietro? Chiacchiere. E tuo figlio? E tua figlia? Gli era tornata la voglia di fare qualcosa. Abbiamo fantasticato per un po' su possibili scenari. Teatro. Ti va di scrivere qualcosa? Ce l'hai? No, Fra', non so scrivere per il teatro, ma magari qualcosa m'invento. Poi abbiamo parlato di bestemmie. Flabia ne ha detta una che io dico sempre. Abbiamo riso. Aveva quella cortesia piemontese, quel garbo, che lo faceva bello e incisivo. Mi ha detto di essere ateo. Anch'io, gli ho detto, figurati. Parlandone dopo, con Flabia, avevamo notato una minima, quasi impercettibile onda di tristezza, forse malinconia. Gli anni. Ha parlato degli anni che passano. Del fatto che non ha forze per cambiare di nuovo. Ho fatto una vita che non prevedeva la pensione, quindi a Cuba ci muoio. Nessuno sapeva quanto fosse vicino quell'epilogo. Ci siamo salutati con la promessa di rivederci oggi, venerdì con qualche idea. Franco, se mi viene un'idea la mettiamo su e facciamo uno spettacolo. Chi glielo dice oggi che un'idea mi era venuta? Che domenica avevo scritto una decina di righe per un pezzo teatrale che lo immaginava protagonista? Magari una cazzata, ma era un'idea per fare di nuovo qualcosa insieme.
Caratteri di merda, io e lui. Una volta, quattro anni fa, abbiamo anche scazzato di brutto. Mesi senza parlarci. Poi, come succede alle persone con caratteraccio ma intelligenti ci siamo ritrovati. Forse quel carattere che lo ha portato a inseguire quel poveraccio. Perchè l'hai inseguito? Lascialo andare, che te ne frega. È molto più bella la vita. Quante volte l'ho pensato ieri? Quante volte lo abbiamo pensato?
Franco era un attore davvero bravo. Spaziava in un repertorio vastissimo dal mimo, al drammatico, al comico. La sua capacità interpretativa evocava tutto il meglio della nostra cultura, da Fregoli, a Dario Fo, dalle maschere del cinema muto al teatro sperimentale. Mi piaceva molto come attore. E lo aveva fatto in Italia per tanti anni, poi a Cuba. Sempre in quella stradina sottile che cerca di mettere insieme, di mettere in ordine - e non sempre ci riesce - la vita pratica con la vocazione. È la storia di tutti.
Ah, Franco era soprattutto un grande padre. Sul serio. I dettagli privati non si dicono. Ma lo era. Pochi anni fa mi ha raccontato con gli occhi lucidi del progetto di viaggio che aveva con Samuel: in camper per fargli conoscere l'Europa. Era tutto quello che voleva. L'hanno fatto quel viaggio per fortuna. Ed è stato un racconto che gli ho visto fare con una soddisfazione senza ombre.
Bisogna abbracciarli forte i nostri figli, sempre, perchè non si sa mai quale sarà l'ultimo abbraccio.
Scrivo questo per ricordarlo, perché questa notte ho sognato sogni di merda e perchè voglio che non si abbassino le luci su questa vicenda orrenda. Voglio, vogliamo tutti, che la polizia cubana (nella quale crediamo e a cui ci affidiamo) faccia tutto, ma proprio tutto il possibile per fare giustizia. Franco era un bell'italiano, ma prima ancora una bella persona e si merita almeno un minimo di giustizia in terra, visto che lui, come me, di quella celeste nutriva legittimi dubbi.
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30/11/2019 12:50







Cuba era diventata la sua seconda casa. La villa nel barrio Santos Suarez un buen retiro dove Franco Cardellino, 65 anni, artista e mimo, è stato ucciso tre giorni fa. Accoltellato da un ladro che aveva tentato di rincorrere, probabilmente con una mazza da baseball. «Erano le sette di sera, ho sentito dei rumori e ho subito chiamato mio padre», ricostruisce il figlioccio Samuel al telefono. «Dopo averlo visto, lo ha rincorso per bloccarlo ma il malvivente ha estratto un coltello e l’ha colpito al fianco, lasciandolo a terra».


L’ambulanza è arrivata dopo poco ma Franco aveva già perso molto sangue. In ospedale è stato sottoposto a un intervento chirurgico di oltre cinque ore. «Poi alle 8 di mattina ci hanno dato la tragica notizia», racconta l’ex moglie Maritza Velasco Delgado. «Eravamo convinti che sarebbe sopravvissuto, era un uomo forte e pieno di energie», dice la donna. Dopo la cremazione, dice, «vogliamo fare una cerimonia funebre perché Franco era una persona stupenda». A L’Avana è in corso una caccia all’uomo. A Torino, dove Franco era conosciutissimo, sono ore di dolore. «Io ho fornito l’identikit e la polizia ha fatto tutti i rilievi per le impronte digitali», racconta Samuel, sotto choc: «Lo consideravo mio padre, mi ha cresciuto lui da quando avevo tre anni».

Franco aveva conosciuto Maritza, più giovane di 11 anni, quasi vent’anni fa al Gran Teatro dell’Avana. Lui stava tenendo un corso per aspiranti attori. Lei era tra le alunne. Dopo il matrimonio a Cuba, Franco e Maritza trascorrevano sei mesi all’anno in Italia. «Da maggio a ottobre portavamo i nostri spettacoli in tour, da Nord a Sud a bordo di un camper. Franco era bravissimo a far ridere i bambini», ricorda l’ex moglie.

Il ricordo degli amici

Dopo 16 anni di matrimonio, da cinque si erano separati ma erano rimasti in buoni rapporti. E Cardellino - che a Cuba gestiva alcuni appartamenti da affittare e per il suo B&B aveva scelto lo stesso nome della compagnia teatrale, Marivelas - da un anno aveva una nuova compagna. «Conoscevo Franco da quarant’anni. Era un creativo: attore, mimo. Un uomo geniale che viveva in un posto che considerava il paradiso» racconta l’amico Fulvio Malfatto.

La comunità artistica torinese è sconvolta. «Ci ha lasciati nel più assurdo e ingiusto dei modi - ricorda Paolo Stratta - Ricorderemo sempre con grande affetto questo “corsaro” della vita e dello spettacolo. Tra i primi insegnanti della scuola di Cirko Vertigo, ha sempre rubato attimi alla vita ed ora è stata proprio la vita a portarlo via, troppo presto».

www.lastampa.it/torino/2019/11/30/news/l-artista-del-mimo-ucciso-a-cuba-ha-reagito-a-un-ladro-1....
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02/12/2019 16:52

"Franco Cardellino è ormai nel silenzio del suo giardino a Cuba, aveva chiesto di essere cremato e le sue ceneri sono state sparse nel prato dove amava fumare il sigaro” dichiara Paolo Stratta direttore di Fondazione Cirko Vertigo e amico dell' attore torinese, tra i primi insegnanti della sua scuola di circo contemporaneo. Cardellino è stato ucciso da un ladro a L’Avana, dove si era trasferito, lo scorso 27 novembre. Aveva 65 anni. Continua la caccia delle forze dell'ordine cubane al responsabile
“Timbrami (per un’ora almeno)” era stato il suo spettacolo più fortunato, almeno dal 1989 e poi per anni in repertorio, un lavoro che univa il teatro di figura e d’oggetti alla comicità e al mimo, la sua assoluta vocazione. Franco Cardellino era un artista e un mimo molo apprezzato. strepitoso. In “Timbrami” raccontava la storia delle uova suicide: su un piano ne cascavano molte in successione, sode, fino a quella disperata e cruda che ovviamente si spiaccicava. Umorismo surreale basato su oggetti d’uso comune che ha aperto la strada ad altri, divertimento sul crinale con il cabaret come dimostra il suo eloquente titolo “Genuflessioni di un’anguilla”.

Cardellino aveva recitato alla fine degli anni settanta con Valeriano Gialli, Giorgio Lanza, Nadia Ferrero nel Teatro U., una compagnia alternativa che si esibiva agli Infernotti di Torino con regie di Franco Branciaroli e Vittorio Sermonti. Forse una delle ultime apparizione sui palcoscenici torinesi risale al 2010 alle Officine Caos in “Diversamente utili. L’isola dei possibili” con la sua compagnia che da quando era diventato cittadino di Cuba aveva assunto il nome di Marivelas, una performance di poche parole, molta azione, in mezzo al mare, perché Franco il mare lo aveva attraversato decidendo di non tornare indietro e di appaiare al mestiere d’artista quello di gestore di un bed & breakfast, come spiegava sulla home page del suo portale: “Questo sito è indirizzato agli amici, agli amici degli amici, e a quelli che in qualche modo ci sono entrati. E’ un sito un po’ grezzo, fatto in casa, da uno non esperto (io). Però se cercate dove alloggiare in Cuba il sito serve di sicuro a orientarsi un poco. Se pensate di venire, chiamate. Mi piacerebbe ospitarvi”. Il teatro in Italia era stato forse troppo avaro di soddisfazioni con Cardellino che aveva traghettato il suo talento portando su altri palcoscenici quella buffa espressione di chi è capace di ridere di sé, per far ridere gli altri.
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