ATTO O – la semina
“Quando si effettua una scelta si cambia il futuro”. (Deepak Chopra)
“Sei sicuro sia la serata adatta?”
“Certo, non vedi quello come si sta conciando?”
“Ma sai prenderne le sembianze?”
“Si, sono giorni che mi preparo e studio.. ho fatto diverse prove”
“La cosa fondamentale è che Lei non se ne accorga”
“Figurati, sarò anche meglio dell'originale, tra le lenzuola.. le piacerà moltissimo, vedrai”
“Intendi abusare?”
“No, affatto. Intendo regalarle ciò che il marito non è in grado di fare”
“Esagerato!”
“Sono realista: dopo una serata così non avrà nessuna intenzione di prendersi cura della moglie..”
“E quindi tu saresti il benefattore..”
“Anche. Intendo cogliere l'occasione: lei sarà soddisfatta – e io pure – ed in più avremo un mezzosangue in giro per queste terre”
“Adoro i piani ben riusciti”
“Anche io”
ATTO I – la rinascita
“Dobbiamo capire quel che eravamo per capire quel che siamo.” (T.Brooks)
“Tu non sei quello che sei”
“Che cosa sono allora?”
“Tu sei una creatura di sangue favoloso, che deve liberarsi del parassita che ospita.”
“Parassita? Quale parassita?”
“Una creatura infernale dell'Abisso vive dentro di te”
“No, non può essere...”
“E' così: ha fatto in modo di sfruttare ogni tua posizione, ogni tuo sacrificio, per poter calcare queste terre”
“Come ho fatto a non accorgermene?”
“La sua mente è superiore alla tua, il suo potere è incontenibile, tu non hai avuto scelta”
“Voglio essere libera”
“Lo farò io per te.. se tu mi donerai la tua più totale fiducia e servilità”
“A quale prezzo?”
“Lo hai già pagato, il prezzo..”
“In che modo?”
“Sopravvivendo all'abominio e cercando comunque di mantenere il tuo posto in questo mondo... altri sarebbero morti molto prima”
“Quindi io sono una rarità?”
“Certo, sei una mia creatura, sei una mia figlia, e a me sarai legata per l'eternità”
“L'ho sempre creduto”
“So anche questo”
“Liberami allora, fammi tua per sempre”
“Sarà molto doloroso”
“Non ho paura di soffrire”
“Sarà una rinascita”
“Sono pronta a tutto”
“Così sia...”
ATTO II – l'identità
“E' pronto a far conoscere la sua vera identità?” (Alexander Pierce)
“Chi siete?”
“Mi chiamano Oryer”
“Da dove venite?”
“Conosco abbastanza bene queste terre per non avere un'unica dimora, ma...”
“Ma?”
“Posso dire di venire dal Nord”
“Interessante. E dite, di cosa vi occupate?”
“Nasco Alchimista...”
“...e?”
“Nulla di che....”
“Dite dite”
“I più mi conoscono come Magister della Corporazione Mercantile, qualcuno anche come Reggente del Brehorn”
“....”
“Ma sono cose che non mi appartengono più ormai, sono solamente titoli, vezzi, vanità...”
“E cosa rimane?”
“La mia smodata ricerca di conoscenza e potere...”
“Cosa intendete dire?”
“Esattamente quello che ho detto!”
ATTO III – l'antico potere
“La Magia è un dono innato, ma richiede addestramento” (T.Brooks)
“Quindi vi siete sempre occupata di affari?”
“Sì, certo”
“Per chi lavoravate?”
“Per me”
“Nessuna scelta politica?”
“Già”
“Nessun legame?”
“Già”
“Nessuna famiglia?”
“Esattamente”
“Nemici?”
“Oh, quelli ovunque.. molto più degli amici”
“E perché? Per via dei soldi?”
“No, per via del potere...”
“Siate più precisa, Madame”
“Ciò che so fare io, siamo in pochi a farlo...”
“Non capisco...”
“Vedete... se io decidessi di farlo, potrei davanti a voi cambiare frammenti del mio corpo, modellandoli senza difficoltà e decidendo senza esitazione”
“Non credo sia possibile.. ma sarebbe bellissimo, Signora”
“Oh, lo è davvero... come bellissima è la sensazione di esaltazione che si prova quando il richiamo della magia pulsa nelle mie vene”
“Magia? Oh suvvia, non prendetemi in giro...”
“I miei occhi si colorano di rosso, quando la richiamo...”
“Va bene... vi do ragione, se volete”
“Non è la ragione ciò che chiedo...”
“A no?”
“No..”
“E allora? Cosa volete?”
“La vostra fedeltà ed il vostro silenzio: voi sarete soltanto il primo di tanti.”
ATTO IV – il ritorno
“Ci sono due cose che non tornano mai indietro: una freccia scagliata e un'occasione perduta”. (Jim Rhon)
“Perché siete tornata?”
“Per poter portar a termine ciò che ho lasciato incompleto”
“Sarebbe?”
“Oh, sono affari miei, non credete?”
“Certo certo, non era mia intenzione”
“Però lo avete fatto!”
“Suvvia, voi non sbagliate mai?”
“State insinuando... e io non amo le persone che insinuano”
“No no, cioè...”
“E nemmeno coloro che esitano”
“Ma io..”
“Ne avete ancora per molto?”
“...”
“Ecco, così va meglio...”
Il Concepimento
Circa una trentina d'anni fa la figura di un nobile che torna a casa dalla sua donna s'intravede tra le ombre della notte.
Sono sposati da alcuni anni, hanno già un figlio, ma quella notte l'uomo sembra avere tutte le buone intenzioni per riscaldare il talamo della sua sposa.
La luna calante è unica testimone di quella notte di passione, che permette all'abominio di instillare il seme della discordia nel ventre caldo di quella femmina.
E tra una spinta e un lamento, tra un sospiro ed un caldo tocco, le cellule oscure dell'essere si muovono, creando quello scompenso magico percepibile solamente ai suoi simili ed eccitante a lui in maniera quasi indescrivibile, mentre la mente si gode ogni istante ed il corpo viene mosso in maniera tale da poter davvero lasciare traccia di sé in quella donna, che nove mesi dopo partorirà la sua progenie.
Tutto questo poiché il tempo per Lui è ormai contato, o forse perché sta preparandosi le sue orde e un giorno tornerà a recuperarsi ciò che ora sta solo lasciando in consegna.
Attenderà la donna addormentarsi per poi sgattaiolare fuori da quelle lenzuola e, con soddisfazione, uscire da quella dimora... Raggiungerà la locanda, e nel tragitto sfrutterà le tenebre per mutare ancora, per poter smuovere ogni frammento di sé e dar connotati diversi, affinché il viso possa cambiare e i lineamenti del nobile sparir da sopra di sé.
In locanda, infatti, semi sdraiato a ridosso di un tavolo, con diverse pinte di birra ormai vuote, il vero nobile è sfatto e zuppo d'alcol, e rimarrà in quelle condizioni almeno per alcune ore. Lo accompagneranno a casa e lo aiuteranno a raggiungere il letto nuziale, dove Lei lo troverà al mattino, grata per quella notte, senza però venir mai a scoprire la verità.
Il Personaggio
Il personaggio di Oryer viene creato diversi anni fa: di sangue mezzodemone, poiché procreata da incrocio tra umano e demone mutaforma, scopre le sue capacità e ne rimane immediatamente affascinata. Il dualismo insito in Lei, unito al suo voler essere migliore in tutto e su tutti, fa sì che la parte demoniaca possa tentare di prevalere su quella umana e avere così via libera... questa è l'idea originaria e l'evoluzione che ne fu, ma le forze in gioco si rivelano differenti e la carte cambiano: con la convinzione d'essere sempre stata se stessa, scoprirà invece – grazie all'azione di Feriy – di essere stata posseduta da una creatura dell'Abisso e di aver per questa mosso i passi e le trame sulle terre conosciute, senza averne il controllo.
Debellato il parassita e stretto il patto di totale fedeltà verso il Dio liberatorio (a cui sempre è stata devota), ritorna nelle sue cellule da mutaforma pronta finalmente a fare i propri interessi, come ha sempre desiderato fare.
Dal carattere riservato, criptico e seduttivo, vanta la sua capacità di creare relazioni solo ed esclusivamente ad uso personale e per perseguire così i propri scopi.
Una tra tutte: la conoscenza assoluta sul potere magico, sia quello legato alla sua natura, sia quello legato all'ars vera e propria. Gli eventi vissuti hanno formato non solo il suo carattere – tra le cose v'è una scarsa tolleranza verso le altre razze non magiche, che ritiene esseri inferiori – ma le hanno permesso di ampliare il bagaglio culturale e conoscitivo, sia legato ai popoli che alle tradizioni, permettendole così di sentirsi importante anche più del dovuto.
Il ruolo di Magister della Corporazione Mercantile, coperto per molti anni, non le ha solo spianato la strada in diverse conoscenze relazionali e territoriali, ma le ha da sempre permesso di muoversi liberamente in qualsiasi ambito, potendo spingersi sin nei meandri più profondi di faccende sociali e non solo.
Allineamento solitamente mantenuto: Caotico Neutrale
Marchio demoniaco: collocato all'altezza del petto, solitamente seno sinistro. Raffigura una stella stilizzata.
Perché il Mutaforma
Chi ha avuto modo di conoscere Oryer alcuni anni fa potrà ricordare la mia passione verso questa razza e l'impegno che ho sempre cercato di portare: Oryer la vedo solamente come mutaforma, non c'è altra storia né razza per Lei.
Certo, le fasi da umano non sono un problema anzi, possono essere uno splendido spunto per poter creare del gioco nuovo, ma l'idea di reinserirla nella famiglia dei mutaforma è molto allettante.
L'abbandono della razza è stato offgame, senza poter giocare un 'ritorno indietro', motivo per cui considerare nuovamente latente il suo status è per me logico e comprensibile. Avrò modo, intanto, di riprendere dimestichezza con il gioco e con il personaggio, a cui sono molto affezionata.
Per come l'ho sempre interpretato, ritengo il mutaforma il simbolo dell'imprevedibilità assoluta: sia a livello d'azione che di pensiero, oltre che di essere. Credo infatti che sia maledettamente sensibile agli eventi che lo circondano, e per quanto possa avere il totale controllo delle proprie cellule, non sempre questo può rivelarsi fattibile e applicabile.
Penso, infatti, che le mutazioni possono essere spontanee o indotte, e la meraviglia del gioco con il Master può essere una fonte di spunti di gioco inesauribile.
La presa di coscienza, la consapevolezza e l'allenamento consentono al mutaforma di sentirsi davvero migliore di tutti, pur restando nella sua dannazione eterna.
Obiettivi
tornare a interpretare la Oryer mutaforma mi piacerebbe davvero molto. Sia a livello di soddisfazione personale, sia perché ammetto che è una forma mentis in cui mi infilo facilmente.
Per come è creato il personaggio davvero fatico a vederlo un semplice umano, ma non avrei problemi ad adattarmici.
Mi piace poter giocare la complessità del dualismo, la difficoltà dell'accettazione di sé legata – per come l'ho sempre interpretata io – alla meraviglia del sentirsi migliore di tanti altri, potendo così ambire a posizioni strategiche per vedere gli altri sottostare miseramente.
A livello di gioco, il personaggio tornerebbe in auge potendo davvero pensare solo a se stessa: nessuna intenzione di riprendere quanto interrotto se non nell'andare avanti, creandosi così un nuovo posto nella società laddove aveva iniziato. A Nord. Nel Brehorn. Con tutto il gioco davanti da fare, ma con la consapevolezza di quanto è in grado di fare avendo alle spalle un'esperienza non indifferente.
Sarebbe tutta purezza di sangue suo, senza ospiti e senza altre problematiche se non se stessa.
Portando il suo contributo in ciò che le è sempre interessato. Il potere. Che sia poi diretto o indiretto quello è soltanto un dettaglio.
Appunti
La parte dialogata del bg è stata una novità per me, che ho scritto in questi giorni con molto entusiasmo e trasporto e che credo possa riassumere sia la vita del personaggio che delinearne alcuni atteggiamenti.
Poi c'è la parte 'On' giocata fino a due anni fa, dove Oryer da mezzodemone mutaforma diventa demone completo, che poi viene 'cambiato' in Abissale e, non sentendomi più a mio agio nel giocare la razza che mi son ritrovata, si è tentato il ritorno al mezzodemone con quella sorta di esorcismo divino. Tutto giocato, tutto bello, tutto complesso e coinvolgente al tempo stesso.
Attualmente, però, la nuova Oryer se ne starebbe tranquilla nei suoi panni e nella sua reale natura, magari andando a cercare nuovi 'amici' oppure no, chissà.. certo quel che è stato è stato importante, ma appartiene al passato.
Chiedo scusa per l'essermi così tanto prolungata, spero di non aver annoiato nessuno.
Sinceramente non credevo che, a distanza di tanto tempo, avrei avuto così tante cose da dire riguardo un personaggio che – alla fine è così – mi è rimasto nel cuore.
Grazie per l'opportunità nel proporre la candidatura e incrociamo le dita.
^___^
Isa