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Risposta di Francesco Arduini al quotidiano L'Indro

Ultimo Aggiornamento: 20/12/2019 23:38
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20/09/2019 08:25
 
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ormai è evidente che "L'Indro" è una testata giornalistica di parte, non disposta al libero dialogo come afferma a parole, ma non nei fatti. A parole affermano: "Non esiteremo a pubblicare risposte se ve ne saranno". Una lettera gli è stata inviata via PEC da Francesco Arduini in risposta all’articolo dell'anonimo di settimana scorsa con ricevuta di avvenuta conferma il giorno 15/09/2019. Evidentemente una lettera di un anonimo ha per questi "pseudo" giornalisti più credibilità di una lettera firmata con nome e cognome. Questo modus operandi la dice lunga sui veri motivi per qui hanno pubblicato una lettera anonima contro una minoranza religiosa come i Testimoni di Geova non concedendo il diritto di replica.

Come preannunciato e col permesso dell'autore, pubblichiamo la sua lettera. Per chi la volesse far circolare, mettiamo a disposizione anche in file PDF con la gentile richiesta di far circolare il file e non un copia/incolla del post.

Segue lettera di Francesco Arduini:


"Gentile Redazione, mi chiamo Francesco Arduini, sono un Vs lettore appassionato di Storia delle Religioni. Come già da Voi evidenziato nella precedente, “non è corretto” pubblicare interventi anonimi, né si può pensare che il dare spazio a interventi anonimi sollevi dalla responsabilità di pubblicizzare idee ed opinioni faziose. Per questo è apprezzabile che abbiate deciso di “non esitare a pubblicare risposte se ve ne saranno”.

Eccone una: la mia; che non pretende di essere “verità divina” ma è la visione di una persona normalissima, felicemente affiliata all’organizzazione dei Testimoni di Geova da quasi 30 anni. Uno dei tanti “testimoni-di-geova-consapevoli” (nel vero senso della parola) che, mi preme sottolineare, non è qui a rappresentare la Congregazione Centrale dei Testimoni di Geova (né è stato incaricato da alcuno di farlo) ma solo a condividere con voi e i Vs lettori quella che è la mia personale esperienza e veduta delle accuse rivolte dall’anonimo autore.

La prima delle accuse rivolte ha a che fare con la gestione patrimoniale dei Testimoni di Geova. Tralasciando l’esame di analisi logica da prima media sull’aggettivo “lucroso”, l’anonimo autore [da qui in avanti A.A.] afferma:

“È ovvio che il principale scopo dell’organizzazisone [sic] dei testimoni di Geova non è il profitto ma è innegabile che essi gestiscano un patrimonio immobiliare miliardario e che investano le contribuzioni dei fedeli in fondi finanziari e che abbiano tratto da questi investimenti  dei ‘vantaggi economici’”.

Qui, l’unica cosa che personalmente trovo sconcertante è la mancanza di una qualsivoglia rilevanza di fatto. I Testimoni di Geova [da qui in avanti TdG] possiedono un patrimonio, sia esso immobiliare o meno, totalmente ricavato da contribuzioni volontarie che gli stessi TdG donano alla loro Congregazione Mondiale. I TdG si autofinanziano sia attraverso donazioni dirette, sia attraverso canali legali (p.e. il 5x1000, testamenti, et similia).

Ritengo poco probabile che il loro Dipartimento Centrale che gestisce questi beni decida di “infilarli nel materasso dei betheliti”; si presume quindi il fatto che debbano transitoriamente essere depositati in fondi: come farebbe del resto qualsiasi “padre di famiglia” che abbia una giacenza medio-alta sul proprio conto corrente.

Se invece qualcuno avanza dubbi sul legittimo uso di tali beni, ovvero che questo patrimonio non venga usato ai fini statutari, dovrebbe rivolgersi alle autorità competenti e agli organi di sorveglianza, denunciando la Congregazione Centrale dei TdG e provando “carte alla mano” l’uso indebito di tali fondi. Corre l’obbligo avvisare A.A. di almeno due cose:

1)    in tale caso non potrà nascondersi dietro l’anonimato
2)    i pochi tentativi che ci sono stati nel passato hanno confermato il pieno diritto da parte della “Congregazione Centrale dei TdG” alla raccolta e uso delle contribuzioni (p.e. http://tiny.cc/pm0rcz quando la questione delle contribuzioni venne “passata al setaccio” dal governo della Francia)
 

In merito alle vecchie accuse che i TdG investano in fondi collegati ad aziende “produttrici di armi”, ed altre ancora che secondo A.A. dovrebbero creare scandalo, sono state tutte ampiamente trattate e smentite qui

http://tdgonline.altervista.org/la-watch-tower-e-la-rand-cam-1-parte/

qui

http://tdgonline.altervista.org/la-watch-tower-e-la-rand-cam-2-parte/

e qui

http://tdgonline.altervista.org/la-watch-tower-societa-per-azioni/

In merito alla richiesta di A.A. relativa al “resoconto dettagliato” su come vengono usati questi fondi, posso dire che, dopo 30 anni di affiliazione durante i quali ho visto con i miei occhi come vengono gestiti i soldi, mi bastano i resoconti generali che vengono letti ogni mese in ogni singola congregazione dei TdG: mi fido. https://www.jw.org/it/testimoni-di-geova/domande-frequenti/partecipate-a-operazioni-di-soccorso/

Vorrei chiudere la risposta a questo primo punto ribadendo l’invito: se qualcuno ha prova che i fondi dei TdG vengono usati in maniera contraria allo statuto che sta alla base della loro Organizzazione riconosciuta legalmente, che denunci il fatto alle autorità competenti... ma ho come la strana sensazione che questo invito cadrà inascoltato.

Passiamo ora al punto numero due.

A.A., criticando la precedente lettera della Congregazione Centrale dei TdG, afferma:

“Nel tentativo di avvalorare questa tesi menzionano, senza che nessuno glielo abbia chiesto, la solita storia secondo cui i testimoni di Geova in Germania siano stati gli unici ad opporsi al regime nazista. E anche qui hanno bella e pronta la loro citazione. Ovviamente questa è una vera propria menzogna”.

La foga di rispondere, a volte, non permette di leggere bene ciò che è stato scritto. Nessuno ha mai detto che i TdG furono gli unici ad opporsi al nazismo, ma che furono “l’unica Chiesa a farlo”. Ad affermarlo non sono i TdG ma gli storici. Vedi i già citati:

-          Tristano Matta, Il Piccolo, edizione di Trieste, 10 novembre 2002
-          Klaudia Koonz, Mothers in the Fatherland, Londra, 1986.

Ai quali aggiungo un’altra fonte (ma l’elenco sarebbe veramente lungo):

-          Giorgio Bouchard, Chiese e movimenti evangelici del nostro tempo, Torino 2006, che a pag. 177 dice:
“Questa durissima prova [il nazismo] ha però temprato il movimento [dei TdG], che si presenta al giudizio della storia (e riteniamo, anche al Giudizio di Dio) come l’unica chiesa cristiana che si sia opposta in massa agli idoli del Terzo Reich.” (sottolineatura aggiunta).

Nel tentativo di sminuire questo fatto storico, alcuni critici come A.A. tirano in ballo la famosa “dichiarazione” dell’allora presidente della Congregazione Centrale dei TdG, J.F. Rutherford, affermando che, attraverso tale dichiarazione, i vertici dei TdG volessero “ingraziarsi il regime di Hitler”.

Giova ricordare quanto il prof. Introvigne, senza risparmiare critiche, ha dichiarato su tale questione: “[...] negli ultimi anni, soprattutto attraverso Internet, questi testi [la dichiarazione e altre lettere] hanno ricevuto un’ampia pubblicità da parte di critici e oppositori [...] la vicenda, peraltro, è spesso presentata completamente al di fuori del suo contesto storico” (Massimo Introvigne, I testimoni di Geova, già e non ancora, Torino 2002, pagg. 60,61).

A.A. si permette di etichettare in malo modo numerosi studiosi di fama mondiale che hanno l’ardire di spendere parole a favore dei TdG, inquadrando gli avvenimenti storici nel loro vero contesto; egli afferma infatti che la loro “onestà intellettuale è tutta da verificare”: un giudizio grave che non si capisce su cosa sia basato.

Per sostenere la tesi contraria però cita uno studioso, M. J. Penton, senza informare adeguatamente i lettori che quest’ultimo è un ex TdG ed è quindi su di lui che, eventualmente, potrebbero gravare dei sospetti.

Quello che i Tdg hanno da dire su tutta la vicende, lo si può leggere qui:

https://wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/101998492


Veniamo quindi al punto numero tre: i trapianti di organi.

Anche in questo caso A.A. mostra una preoccupante mancanza di capacità nell’inquadrare storicamente gli avvenimenti. Lo dimostra il fatto che in relazione ai trapianti, l’unica rivista che cita risale al 1968.

Interessante l’articolo dal titolo “Bisturi a doppio taglio” di Ignazio R. Marino, dove si dichiara:

“All’inizio dell’applicazione clinica dei trapianti d’organo, le difficoltà sembravano insormontabili e i successi estremamente rari: la mortalità dopo il trapianto di un organo rimaneva elevata durante gli anni ‘60 e ancora negli anni ‘70 [...] in quegli anni, veniva inviata al chirurgo una popolazione di pazienti per i quali non era individuabile nessun’altra forma di terapia e che venivano, pertanto, considerati “condannati a morte”.

Il gesuita Giacomo Perico (Problemi di etica sanitaria, Milano 1992, p. 189) riconosce che in quegli anni i trapianti suscitavano “ancora gravi riserve di carattere morale” fra i cattolici.

Non c’è nulla di strano che negli stessi anni anche fra i TdG vi fosse una visione molto negativa della questione, ma non mi risulta che in nessun manuale di catechesi dei TdG sia mai comparso il divieto ai trapianti alla stregua delle trasfusioni.

Non è quindi certamente un caso che tutto il discorso venga “dirottato” da A.A. sulla questione del sangue, che però non riguardava l’affermazione dell’articolo iniziale.

Come i TdG considerano il sangue meriterebbe un articolo a parte ma per comprendere la faziosità dell’accusa rivolta ai TdG sulla questione trapianti, rimando a http://tdgonline.altervista.org/testimoni-di-geova-e-trapianti-dorgani/

In merito al punto quattro, non si capisce cos’altro potrebbe dire il Direttivo dei TdG per far comprendere che non si ritengono infallibili, più di quanto abbia già detto sin dalle primissime riviste fino ai nostri giorni:

Considerando come la verità viene conosciuta mediante l’organizzazione di Geova, vogliate notare che se la Società Torre di Guardia fosse infallibile non sarebbe mai necessario correggere nel futuro punti di vista precedentemente accettati; ma poiché non è infallibile e non si è mai vantata di esserlo, di tanto in tanto diventa necessario fare qualche correzione (w55 15/5 pp. 316-317)

Il Corpo Direttivo non è ispirato e nemmeno infallibile. Quindi, a volte può commettere degli errori in merito a questioni organizzative o dottrinali (w17 febbraio pp. 23-28)

No! Nessun TdG è infallibile. Siamo imperfetti. Commettiamo errori. Umilmente li riconosciamo e cerchiamo di correggerli. Se questa posizione viene ritenuta dai Vs lettori come una posizione criticabile, non possiamo che prenderne atto.

L’ulteriore accusa di A.A. secondo la quale, di fatto, ai TdG è richiesta obbedienza assoluta ai vertici direzionali è anch’essa smentita, nero su bianco, dalla numerose pubblicazioni ufficiali, una per tutte:

Geova Dio si aspetta che usiamo le facoltà dell’intelligenza, la conoscenza, l’intendimento e il giudizio e facciamo coscienziosamente quello che la fede ci indica di fare. Dio non si aspetta che in tali circostanze facciamo quello che dice la coscienza di qualche altra persona. Ciascuno di noi deve prendere la propria decisione in armonia con la propria coscienza, coscienza modellata dalla Parola di Dio. Dobbiamo anche subire le conseguenze delle nostre decisioni, non attendendoci che qualcun altro prenda per noi la decisione e ne assuma la responsabilità. In tali cose perciò sarebbe sbagliato cercar di farci dare da qualcun altro, dal corpo degli anziani o dal corpo direttivo della congregazione cristiana, qualche norma o regolamento per ‘stabilire il limite’. Dove la Parola stessa di Dio non ‘stabilisce il limite’, nessun uomo ha il diritto di aggiungere a tale Parola stabilendolo. (W 73 pp 172 ss - sottolineatura aggiunta).

I TdG sono addestrati ad usare la propria coscienza; abbiamo compreso da tempo qual è la differenza fra una intelligente sottomissione (Ebrei 13,17) e una sottomissione dell’intelligenza (che lasciamo volentieri ad altri).

In ultimo il punto cinque, sul quale vorrei spendere veramente poche parole: ovvero l’affidabilità delle accuse rivolte dai detrattori dei TdG. Già ne ho accennato in precedenza, ma per avere il quadro completo rimando all’articolo

“I FUORIUSCITI DEI TESTIMONI DI GEOVA: TRA FENOMENOLOGIA E STATISTICA – Cosa dicono gli esperti?” al link

http://tdgonline.altervista.org/fuoriusciti-dei-testimoni-di-geova-tra-fenomenologia-e-statistica-cosa-dicono-gli-esperti/

e all’articolo “I TESTIMONI DI GEOVA E GLI ABUSI SUI MINORI: Un esempio di omertà o di disinformazione?” al link

http://tdgonline.altervista.org/i-testimoni-di-geova-e-gli-abusi-sui-minori-un-esempio-di-omerta-o-di-disinformazione/

Che dire in conclusione?

Ronald Wilson, nel suo libro The Social Dimensions of Sectarianism (Clarendon Press, Oxford 1990, p. 19) afferma:

“Il membro deluso, e l’apostata in particolare, sono informatori le cui prove devono essere utilizzate con circospezione. L’apostata ha generalmente bisogno di giustificare se stesso. Cerca di ricostruire il suo passato, di scusare le sue affiliazioni precedenti e di biasimare coloro che erano stati i suoi colleghi più prossimi. Non è dunque raro che impari a fabbricarsi una “storia di atrocità”

I TdG sono una realtà che opera alla luce del sole. Sono i vostri vicini di casa, il vostro datore di lavoro, il vostro operaio, la vostra domestica. Se avete domande o dubbi sul loro operato, non posso che invitarvi a chiedere direttamente a loro, me compreso.

Francesco Arduini

info@francescoarduini.it

 


[Modificato da AdminUnico-tdG 20/09/2019 08:52]
26/09/2019 14:44
 
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Admin
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20/12/2019 23:38
 
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È mai arrivata una risposta? Ecco illustrata la malafede di questi giornalisti

Shalom
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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

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