Secondo Mosheim, ciò che “irritava i romani era la semplicità del culto cristiano, che non assomigliava per niente ai riti sacri degli altri popoli”. E aggiunse: “Non avevano sacrifici, né templi, né statue, né oracoli, né ordine di sacerdoti; e la sconsiderata moltitudine riteneva quelli senza tali cose privi di ogni religione;
e secondo le leggi romane, quelli che sembrava negassero la deità o gli dèi nazionali erano considerati una peste della società umana”.