Raffyloveantonio Uwetta
Il vuoto nel cuore
Titolo 5/5
Il titolo mi piace: è chiaro, conciso, efficace. Resta impresso e dà già l’idea di una storia sentimentale, senza però svelare nulla.
Introduzione in 200 parole 3/5
La presentazione della tua storia è lunga solo 83 parole e la prima frase è così generica da risultare, oltre che inutile, quasi fastidiosa. Il resto è buono nei contenuti, ma avrebbe maggiore efficacia se elaborato diversamente, con maggiore armonia tra le parti.
Formattazione 7/10
– Impaginazione: allineamento del testo → 2/2 punti;
– Impaginazione: rientranze margine sinistro → 1/2 punti: il rientro non va usato a inizio paragrafo;
– Corretto utilizzo di corsivo, grassetto, sottolineato → 1/2 punti: i simboli grafici che seguono un corsivo vanno a loro volta in corsivo;
– Impostazione interlinea e paragrafi → 1/2 punti: l’interlinea tra i paragrafi è maggiore di quella interna;
– Corretto utilizzo dei simboli grafici (apici, virgolette, trattini) → 2/2 punti.
Grammatica ed ortografia: 8/10
Ci sono due errori: una minuscola dopo il punto fermo in un dialogo e un a capo dopo i due punti. Ci sono anche alcune sviste, ma ti segnalo tutto di seguito.
Stile/lessico: 7/10
Conosco ormai il tuo stile e mi pare che qui tu ti sia trattenuta. Il testo è piuttosto semplice, non ci sono grandi slanci fino alla fine, dove riconosco la sovrabbondanza di aggettivi che ti contraddistingue. Ti sfugge persino un “alacre” che è termine ricercato e che stona un po’ col contesto. Anche nei dialoghi riconosco la tua firma ormai: a volte tendi a mettere troppa carne al fuoco senza staccare.
Originalità: 4/5
Intervista sui generis quella a Giovanni, frettolosa e, per la verità, abbastanza inverosimile: la giornalista “assalta” il povero ragazzo dando l’impressione di non essere realmente interessata alle sue risposte, e lui… si presenta! Trovo la presentazione di Giovanni fuori luogo, il suo parlare di Daniele a vanvera: non era quello che la giornalista gli aveva chiesto. Rimane comunque la possibilità che la foto finisca sul giornale, anche se trovo poco verosimile che la sorella di Daniele lo riconosca nella foto, probabilmente non a tutta pagina di un giornale, mentre sta baciando qualcuno e quindi il volto non è perfettamente visibile.
Caratterizzazione dei personaggi: 5/10
Per prima cosa, diciamo che conosco già i personaggi principali di questa raccolta, quindi non ho avuto difficoltà a riconoscerli, anche se, in realtà, qui hai usato solo Giovanni, ragazzone fin troppo loquace, in questo caso, che non ha ben centrato le domande che la giornalista gli ha fatto. Lei è solo un mezzo per far parlare lui, tant’è che non ha nemmeno un nome.Quello che traspare maggiormente di Giovanni è il suo amore per Daniele, che diventa quasi più identificabile di lui grazie alle sue parole, ma quando compare sulla scena, non ha praticamente un ruolo, perché la giornalista si allontana.
Il secondo personaggio è la sorella di Daniele.Dà l’idea di una ragazza ancora giovane, tant’è che il padre alza le mani e lei nemmeno reagisce, eppure ha quel modo di insurrezione tipico dell’adolescenza. Lei trova il coraggio di scrivere al fratello, ma a questo punto mi chiedao dove gli scriva: aveva il suo indirizzo da prima? E se lo aveva perché non gli ha scritto prima? Aveva bisogno di riconoscerlo per caso su un giornale? E se non fosse mai successo? Ecco, diciamo che l’impianto della storia non mi convince del tutto. Il padre, come la giornalista, è appena una comparsa.
Contestualizzazione: 10/10
– attinenza al tema del contest → 4/4 punti;
– rating: Giallo → 2/2 punti;
– genere: Generale, Introspettivo, Romantico → 2/2 punti: sono dubbiosa sull’introspettivo di questa specifica OS. Ti consiglio, nelle raccolte, di inserire, nella parte iniziale della pagina, uno specchietto con i dati relativi alla specifica storia, almeno qualora non aderisca allo specchietto generale, specialmente se partecipa a un contest;
– avvertimento/nota: Missing Moments, Raccolta → 2/2 punti.
49/65
“[...] striscioni stesi tra un carro e l’altro [...]” → questa immagine non mi convince: immagino carri “legati tra loro” da striscioni che, inevitabilmente si spezzerebbero o si affloscerebbero se i due mezzi non fossero perfettamente coordinati, cosa che potrebbe non accadere anche per un banale semaforo che dopo il passaggio del primo mezzo diventa rosso bloccando il secondo.
“giovane ragazza” → se è una ragazza è ovvio che sia giovane, e se è giovane è ovvio che non sia una donna fatta: è ridondante. Usi questa espressione due volte.
“Cosa vi manca per sentirvi uguali?» → dopo una parola in corsivo anche i segni che la seguono vanno in corsivo: “uguali?»”
“Ho sempre fatto quello che mi pareva più opportuno, o per lo meno, che [...]” → la virgola va dopo la “o”, non prima.
“Vedi, lui è uno dei molti a cui la società ha calpestato la dignità, e, per società, intendo” → toglierei la virgola dopo “dignità” e metterei “società” tra virgolette.
“[...] tutto ciò che celebra l’omofobia: leggi, religione, famiglia, prospettive di vita, lavoro.»
«Sai, Daniele è un ragazzo d’oro, [...]” → qui devo segnalarti due cose: la prima è il verbo “celebra” connesso a “omofobia”. Di solito chi è omofobo nega di esserlo, in ogni caso l’omofobia non “celebra” nulla e nemmeno le leggi, la religione e via dicendo “celebrano” l’omofobia. Semmai le leggi non sono adeguate, perpetrano un modello antiquato, ostacolano e via dicendo.
La seconda cosa è la struttura del dialogo: hai chiuso il discorso “[…] lavoro.», sei andata a capo e lo hai riaperto con lo stesso parlante (Giovanni): “«Sai, […]”. Ci sono due problemi: uno è dato dall’interlinea tra i paragrafi che rende visivamente staccate le due parti del discorso, l’altro è che puoi andare a capo dividendo il dialogo come hai fatto, ma le caporali (o virgolette basse) in questo singolo caso non vanno chiuse, ma solo riaperte dopo essere andata a capo.
“[...], un aborto.» quasi ringhiò.” → minuscola dopo punto fermo.
“Diede una pacca al suo compare e gli disse:
«Riprendili, sono fantastici.” → perché sei andata a capo dopo i due punti? Dopo i due punti si va a capo solo qualora si stia stilando una lista.
“Piero immortalò il bacio appassionato che Giovanni e Daniele si stavano scambiando incuranti di tutto.
Il cielo era un cumulo disordinato [...]” → Qui c’è uno stacco tra due paragrafi. Usando l’interlinea che hai usato per dividere gli altri paragrafi del testo, lo stacco tra le due parti si nota a malapena, rischiando di confondere il lettore. Ti suggerisco di usare un asterisco o un altro simbolo grafico per rendere più evidente la divisione tra le due parti. Inoltre sarebbe meglio togliere il rientro del primo paragrafo, come se si trattasse di un nuovo inizio, sottolineando anche in questo caso che si tratta di una parte diversa del testo.
“Caro, Daniele.”→ quando si inizia una lettera si può omettere la virgola prima del nome perché va fatta seguire al nome, che non va seguito dal punto fermo.
“[...] disse cospiratoria. Alacre, radunò davanti a sé i pezzi di carta, li distese e raccolse i frammenti della foto […].
«Domani scendo in paese e la spedisco.» Sorrise furba. E finalmente tornerà tutto come prima, pensò fiduciosa.” → Celeste è un tornado: è cospiratoria e alacre e furba e fiduciosa… tutto in poche righe, lasciando il lettore senza fiato. Ti consiglio di ponderare bene gli aggettivi e di non inserirli tutti a così breve distanza. Inoltre, in alcuni casi potresti fare a meno dei verbi di dire, alleggerendo la struttura delle frasi.
꧁ঔৣঔৣ ꧂
Nel Caos ci sono tutte le risposte.
ℒ
Non siamo anime affini.
Siamo una lama e la sua ferita.
꧁ঔৣ ঔৣ ꧂