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Darkest fantasy

Ultimo Aggiornamento: 19/12/2019 15:30
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Giudice*****
13/09/2019 01:00
 
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SparkingJester, 13/09/2019 00.16:

Consegnata!
Mi dispiace non aver fatto di più 🙁 la storia voleva essere più completa e dettagliata ma tempo e concentrazione mancano e questo è il massimo al momento. In bocca al lupo con la correzione e buona fortuna a tutti!
Fammi sapere se è arrivato tutto ed in ordine. Pubblico sul sito appena riesco

Eccolo The Dreamer and the Zealot


Storia arrivata sana e salva, grazie per la consegna ^^
13/09/2019 02:06
 
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ignora l'orario...
Ok, ti ho inviato la storia 💪
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Giudice*****
13/09/2019 06:55
 
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Re: ignora l'orario...
Luce Lawliet, 13/09/2019 02.06:

Ok, ti ho inviato la storia 💪


Storia arrivata, puoi pubblicare :)
13/09/2019 07:23
 
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Giudice*****
13/09/2019 07:41
 
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Re: storia pubblicata!
Luce Lawliet, 13/09/2019 07.23:



Grazie per il link 🙃
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Post: 54
13/09/2019 07:54
 
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Buongiorno,
purtroppo, come già avevo preannunciato, il mio racconto non mi soddisfa sufficentemente da consegnarlo per la valutazione, pertanto sono costretta a ritirarmi da quello che - comunque sia - è stato un contest davvero stimolante per la sottoscritta.

Grazie al giudice per questa bella opportunità e in bocca al lupo a tutti i partecipanti!
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Giudice*****
13/09/2019 10:42
 
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Ghevurah, 13/09/2019 07.54:

Buongiorno,
purtroppo, come già avevo preannunciato, il mio racconto non mi soddisfa sufficentemente da consegnarlo per la valutazione, pertanto sono costretta a ritirarmi da quello che - comunque sia - è stato un contest davvero stimolante per la sottoscritta.

Grazie al giudice per questa bella opportunità e in bocca al lupo a tutti i partecipanti!


Grazie per aver avvisato. Se pubblicherai comunque la storia, la leggerò volentieri :)
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Giudice*****
13/09/2019 10:59
 
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Cari partecipanti,
dichiaro ufficialmente il contest concluso. Vi ringrazio di cuore per la partecipazione.
Come potete vedere, la maggior parte delle storie è già valutata, perciò conto di riuscire a darvi i risultati entro un paio di settimane, maasimo tre. Tenete comunque d'occhio il bando, che aggiornerò man a mano che proseguo.

Qui di seguito, lascio i pacchetti del contest ^^

1. Nito
Personaggio: Negromante
Prompt: Lacrime
Oggetto: Falce
Frase: “I cimiteri sono pieni di persone che pensavano di essere indispensabili”

2. Danzatrice della Valle Boreale
Personaggio: Elfo
Prompt: Attesa
Oggetto: Velo
Frase: “La ricompensa per chi adempie a un dovere è la capacità di adempierne un altro”

3. Midir
Personaggio: Ladro
Prompt: Obbedienza
Oggetto: Catena
Frase: “Al di sotto di una certa soglia è questo che diventano gli uomini: sistemi di sopravvivenza”

4. Seath
Personaggio: Alchimista
Prompt: Tradimento
Oggetto: Scaglia di drago
Frase: “Il dubbio è l’inizio della conoscenza”

5. Guardiani dell’Abisso
Personaggio: Cavaliere
Prompt: Sangue
Oggetto: Lupo
Frase: “Non si è perduto niente quando ci resta l’onore”

6. Aldrich
Personaggio: Chierico
Prompt: Desiderio
Oggetto: Statua
Frase: “Sappiamo che mai nessuno perde il potere con l’intenzione di abbandonarlo”

7. Kalameet
Personaggio: Assassino
Prompt: Rabbia
Oggetto: Anello
Frase: “la vita, per com’è davvero, è una battaglia non tra il male e il bene, ma tra il male e il peggio”

8. Oceiros
Personaggio: Mago
Prompt: Illusione
Oggetto: Bastone
Frase: “La disperazione è rabbia senza alcun posto dove andare”

9. Re Senza Nome
Personaggio: Cacciatore
Prompt: Esilio
Oggetto: Lancia
Frase: “Diranno che vai per un cammino sbagliato, se vai per il tuo cammino”

10. Yhorm
Personaggio: Orco
Prompt: Solitudine
Oggetto: Spada
Frase: “Non è perché le cose sono difficili che non osiamo, è perché non osiamo che sono difficili”

Grazie ancora e a presto! :)
[Modificato da Dark Sider 13/09/2019 11:20]
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Giudice*****
13/09/2019 11:36
 
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I pacchetti erano tutti bellissimi, soprattutto le frasi mi hanno stregata. Non ce n'è una che non susciti una qualche emozione.
Complimenti e buon lavoro con le valutazioni che ti restano da fare:)
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Post: 994
Giudice*****
13/09/2019 13:35
 
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Anche se non ho partecipato ero iper curioso quindi grazie anche da parte mia 😎

Primo classificato nel contest “Il mio personale modus operandi" - Attraverso l’oscurità dello specchio
Primo classificato nel contest "The Dark Side of Nonsense" - Il mio tunnel
Secondo classificato nel contest “C'era una volta... un gatto" - L'istinto
Secondo classificato nel contest “Sull'amicizia" - Sei sempre qui con me
Secondo classificato al contest “Uno... due... tre... stella!" - Il cuore, la passione & l'amore
Terzo classificato al “Contest... fastidioso" - Io, postino
Terzo classificato al contest “Angst vs Fluff (Contest a squadre di edite e inedite)" - Benvenuta Meredith

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Post: 1.104
Giudice*****
13/09/2019 16:17
 
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GiuniaPalma, 13/09/2019 11.36:

I pacchetti erano tutti bellissimi, soprattutto le frasi mi hanno stregata. Non ce n'è una che non susciti una qualche emozione.
Complimenti e buon lavoro con le valutazioni che ti restano da fare:)


Felice che i pacchetti ti piacciano e grazie ^^
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Post: 1.104
Giudice*****
13/09/2019 16:18
 
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Ghostmaker, 13/09/2019 13.35:

Anche se non ho partecipato ero iper curioso quindi grazie anche da parte mia 😎


Finalmente la cuoriosità è stata soddisfatta, sperando che i pacchetti siano valsi l'attesa :)
13/09/2019 16:38
 
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I pacchetti sono tutti bellissimi, complimenti! Avrei voluto scrivere su ognuno di essi^^
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Giudice*****
13/09/2019 20:02
 
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OldFashioned, 13/09/2019 16.38:

I pacchetti sono tutti bellissimi, complimenti! Avrei voluto scrivere su ognuno di essi^^


Grazie ^^
Se vuoi utilizzarli per qualche storia, serviti pure :)
13/09/2019 20:10
 
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Grazie, che meraviglia! Mi piacerebbe proprio venire ad attingere. Ah, perché non riesco a scrivere cento pagine al giorno??
14/09/2019 11:50
 
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Cara, perdonami, ma andando alla ricerca di vecchie bozze da continuare o storie da postare ho ritrovato una primissima versione di una storia generata dal pacchetto che ho utilizzato. Sarebbe possibile per me pubblicarla comunque, naturalmente citando l'originale fonte di ispirazione, solo per trasformarla in una storia a più capitoli? [SM=g27995]
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Post: 1.104
Giudice*****
14/09/2019 13:29
 
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Re:
OldFashioned, 13/09/2019 20.10:

Grazie, che meraviglia! Mi piacerebbe proprio venire ad attingere. Ah, perché non riesco a scrivere cento pagine al giorno??




Ti capisco, è una maledizione comune XD


guardjangel, 14/09/2019 11.50:

Cara, perdonami, ma andando alla ricerca di vecchie bozze da continuare o storie da postare ho ritrovato una primissima versione di una storia generata dal pacchetto che ho utilizzato. Sarebbe possibile per me pubblicarla comunque, naturalmente citando l'originale fonte di ispirazione, solo per trasformarla in una storia a più capitoli? [SM=g27995]



Cara, ma certo! Potete ispirarvi liberamente ai pacchetti come volete, quindi fai pure :)
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Post: 6.492
Giudice*****
16/09/2019 01:13
 
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Passo per avvisare Mana_89 che ci sono alcuni problemi con la sua storia. Le immagini sono troppo grandi: sono consentite immagini con una larghezza massima di 500 px e un peso complessivo di 300 kb.
Ti chiedo quindi di sistemare le immagini. Quando avrai fatto avvisami con un topic in Contattate l'amministrazione, indicando il link del tuo profilo Efp come riferimento.
Hai 48h di tempo per modificare il tutto o il Giudice dovrà squalificare la tua storia.

Mary Black

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Post: 20
17/09/2019 00:27
 
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Mi spiace molto, ho modificato il tutto, spero non ci siano più problemi.
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Post: 1.104
Giudice*****
25/09/2019 22:16
 
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Discorso pre-risultati


Cari partecipanti, eccomi qui a consegnarvi finalmente i risultati.
Premetto che le vostre storie mi sono piaciute tutte e che non dovete dubitare in alcun modo della qualità dei vostri lavori, a prescindere dalla posizione in classifica, inevitabilmente richiesta.
Io non sono una critica letteraria, né tanto meno quello che dico è verità assoluta: ho cercato di dare dei giudizi il più oggettivi possibile, ma v'invito a farmi presente se non siete d'accordo con qualche punto della valutazione. Ne discuteremo tranquillamente insieme.

Un paio di precisazioni prima di passare alle valutazioni: per quanto riguarda la grammatica, non considero errore la d eufonica, le ripetizioni (quando sono sporadiche nel testo) e quelli che sono chiaramente refusi; per quanto riguarda questi ultimi, li ho riportati per completezza, ma non ho sottratto punti.
Inoltre, nella voce "trama e originalità" è stato anche valutato quanto la vostra storia rispettasse il genere Dark fantasy, secondo quelli che sono gli aspetti peculiari del genere (atmosfera cupa e tetra, elementi dell'horror, presenza di uno scenario oscuro, fosco e di un persistente senso di paura e orrore).

Detto questo, vi lascio - finalmente - ai risultati.
Vi chiedo gentilmente di attendere che abbia postato la classifica riepilogativa prima di intervenire nella discussione.

Vi ringrazio per aver partecipato a questo contest e per avermi dato la possibilità di leggere tante belle storie: ognuna, a modo suo, mi ha lasciato qualcosa :)
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Post: 1.104
Giudice*****
25/09/2019 22:19
 
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Settima classificata

”The Dreamer and the Zealot” di SparkingJester


Grammatica e stile: 2,6/10 ( 0,1 grammatica + 2,5 stile)

Il punteggio in questa voce è purtroppo molto basso, per via dei numerosi errori e di come è stato scritto il testo. Mi è dispiaciuto davvero moltissimo dover assegnare questi punteggi, ma purtroppo non ho potuto fare altrimenti. Ti consiglio un’attenta rilettura di tutto il racconto.

Dal punto di vista grammaticale, ho notato degli errori diffusi nella consecutio temporum, soprattutto nella parte iniziale del testo. Questo purtroppo, oltre a rappresentare un errore di per sé, ha reso anche la lettura difficoltosa e confusa. Inoltre, nei paragrafi in cui si parla della geografia del mondo e della sua origine, questo tipo di errore è ampiamente reiterato, pertanto quella parte non è stata riportata, ma andrebbe comunque rivista. (-0,5, per il fatto che l’errore sia ripetuto in più punti)
Di seguito, riporto in dettaglio gli errori riscontrati relativi a quanto detto sopra.

”Mi risvegliai da un lungo sonno, ignaro di quanto tempo abbia dormito.” ---> La frase avrebbe dovuto essere: ”Mi risvegliai da un lungo sonno, ignaro di quanto tempo avessi dormito.”

”Dovrei avere ventidue anni, ma sembra che sia passato molto più tempo ed il mio corpo non è cresciuto affatto, era solo trasandato e indebolito.” ---> La frase avrebbe dovuto essere: ”dovrei avere ventidue anni, ma sembra che sia passato molto più tempo ed il mio corpo non è cresciuto affatto, è solo trasandato e indebolito”, o, in alternativa: ”avrei dovuto avere ventidue anni, ma sembrava che fosse passato molto più tempo ed il mio corpo non era cresciuto affatto, era solo trasandato e indebolito”.

”Dei brividi mi pervasero, ma la forte fame e sete hanno spinto le mie gambe in cerca d’aiuto.” ---> La frase avrebbe dovuto essere: ” Dei brividi mi pervasero, ma la forte fame e sete spinsero le mie gambe in cerca d’aiuto”.

”La città è stata abbandonata e per fortuna senza segni evidenti di battaglia o sangue versato.” ---> La frase avrebbe dovuto essere: ” La città era stata abbandonata e per fortuna senza segni evidenti di battaglia o sangue versato”.

”Dopo un breve calcolo, gli anni che ormai rimanevano da vivere, contando quelli persi e quelli che avrei perduto una volta recuperata la lancia, notai che la mia vita divenne automaticamente molto breve, troppo, forse il tempo sufficiente a finire il mio lavoro.” ---> La frase avrebbe dovuto essere: ” dopo un breve calcolo, gli anni che ormai rimanevano da vivere, contando quelli persi e quelli che avrei perduto una volta recuperata la lancia, notai che la mia vita sarebbe diventata automaticamente molto breve, troppo, forse il tempo sufficiente a finire il mio lavoro”.

”Mi servivano materiali particolari, come ferro e legno, e lo indussi a crearli per me dal nulla, a patto che il capolavoro lo stupisca a dovere” ---> La frase avrebbe dovuto essere: ”mi servivano materiali particolari, come ferro e legno, e lo indussi a crearli per me dal nulla, a patto che il capolavoro lo avesse stupito a dovere”.

”Sembra che per evocarlo basti bussare alla loro casa, ma si trovava troppo in alto e l’obelisco era impossibile da scalare.” ---> La frase avrebbe dovuto essere: ” sembra che per evocarlo bastasse bussare alla sua casa, ma si trovava troppo in alto e l’obelisco era impossibile da scalare”.

”Sentii il rumore di ossa, ma non saprei dire se gli avesse fracassato la cassa toracica visto che lei si rialzò, anche se dolorante, e si fiondò ancora contro di lui col solo scudo.” ---> La frase avrebbe dovuto essere: ” sentii il rumore di ossa, ma non avrei saputo dire se gli avesse fracassato la cassa toracica visto che lei si rialzò, anche se dolorante, e si fiondò ancora contro di lui col solo scudo”.

Di seguito, invece, riporto gli altri errori riscontrati, con accanto il relativo punteggio sottratto.

Giorno 0 e Orientamento

”Mi trovo nel palazzo reale della Gran Capitale del Sud, la città Gialla, Zard; è la mia casa e da poco mi risvegliato nella mia stanza.” ---> ”mi sono risvegliato”, refuso.

”Notai poi che l’unica finestra della stanza era sbarrata dall’interno. Qualcuno, non me, doveva averle inchiodate per poi sigillarmi al suo interno.” ---> ”Qualcuno, non me, doveva averla inchiodata per poi sigillarmi al suo interno”, refuso. Colgo l’occasione per segnalare anche la ripetizione della parola “interno”.

”Mio padre non mi permise mai di entrare in quel grande laboratorio: ero giovane e ingenuo, avevo una tale ossessione per quel vasto e sconosciuto mondo che lavorai sodo per giorni finché non riuscii a smontare delle assi, rimossi gli isolanti dall’intercapedine ed arrivai al centro del salone degli esperimenti, fra pavimento e soffitto a praticare qualche foro lungo il tragitto per poterli spiare.” ---> C’è un problema di costruzione di una parte della frase, che avrebbe dovuto essere: ”avevo una tale ossessione per quel vasto e sconosciuto mondo che lavorai sodo per giorni finché non riuscii a smontare delle assi, a rimuovere gli isolanti dall’intercapedine e ad arrivare al centro del salone degli esperimenti”. (-0,1)

”Mattoni e cemento caddero dalle pareti e il legno si staccò dal soffitto, permettendomi di scivolare fino al pavimento.” ---> Da quello che hai scritto, è presumibile che il crollo della stanza sia avvenuto prima dell’ingresso del protagonista nella stessa, pertanto la frase avrebbe dovuto essere: ”Mattoni e cemento erano caduti dalle pareti e il legno si era staccato dal soffitto, permettendomi di scivolare fino al pavimento”. Ho comunque deciso di non detrarre punti, perché non mi è del tutto chiaro se volessi intendere che il crollo sia avvenuto nel momento in cui Xabab entra o in uno precedente.

”Era Ricco di alberi, arbusti e fiori provenienti da terre lontane, esotici, profumati e colorati; questi almeno erano rimasti miracolosamente intatti.” ---> ”Era ricco di alberi”, refuso.

”Ero convinto che il mio corpo avesse qualcosa di strano, me ne accorsi e continuai ad ingozzarmi di frutta e a bere i loro succhi, ma fame e sete sembravano non placarsi” ---> ”e a bere i suoi frutti”, refuso.

”Il ramo era spesso quanto il mio braccio e poco più alto di me. Mi sedetti ed iniziai a riflettere sul perché il sole sorse ancora ed ancora, fino a contare quattro giorni dal mio risveglio.” ---> Manca un segno d’interpunzione tra “perché” e “il sole”, refuso.

”Ero sveglio, intontito al massimo, ma sveglio. Eppure dopo vari giorni gli effetti della mancanza di sonno dovrebbero essere peggiori, sarei dovuto crollare anche camminando, così come la mancanza d’acqua.” ---> Errore nella consecutio temporum; inoltre, la frase non è costruita bene. Avrebbe dovuto essere: ”Ero sveglio, intontito al massimo, ma sveglio. Eppure dopo vari giorni gli effetti della mancanza di sonno avrebbero dovuto essere peggiori - sarei dovuto crollare anche camminando - così come quelli della mancanza d’acqua”. (-0,1, non conto l’errore della consecutio temporum, dato che fa già parte del punteggio detratto in partenza)

Il Passato ed il Sogno

”L’interprete tentennò nel tradurle e prima che potesse farlo, mio padre chiese” ---> ”nel tradurlo (il contratto)””, oppure: ”nel tradurre le parole”, refuso.

”Da quel momento, mio padre non disse più una parola. Fece cenno alle guardie ed io fui scortato fuori, lasciando la stanza con il suo sguardo fisso su di me, carico di gratitudine, mentre le altre guardie sguainarono le spade, minacciosi e irritati.” ---> ”Minacciose e irritate”, refuso.

”Fu dopo quell’incontro, che al mio decimo compleanno ricevetti in regalò la soffitta della Torre della Notte, una delle quattro che circondavano l’immenso palazzo reale.” ---> ”ricevetti in regalo”, refuso.

”Sognai di risolvere i problemi del mondo intero, sognai un mondo equo, florido, felice. Quando vagavo per la città vedevo problemi apparenti o celati ed il giorno stesso ne cercavo la soluzione, senza odio ne preferenze, solo per rendere più vicino il giorno dei miei sogni.” ---> ”senza odio né preferenze”, refuso.

”Aiutai in contabilità, esaminai tutti i contratti, parlai con tutti i fornitori, modificai i tempi e i contenuti dei pochi terreni coltivabili che la città ospitava nelle mura, poiché al di fuori c’era solo roccia e sabbie.” ---> Ci sono due soggetti uniti da congiunzione copulativa, pertanto il verbo deve essere al plurale, quindi “c’erano”. (-0,2)

”Aiutai a rendere i sei poveri regni del Sud un posto migliore, vivibile: normalmente i popoli faticavano per sopravvivere in un mondo di rocce, sabbia, carenza di animali commestibili e acqua potabile, per non parlare di feroci creature mitiche che infestano la zona, a differenza di chi viveva nelle restanti nazioni del mondo, i quali vivevano in climi più caldi e ricchi di vegetazione, animali e acqua corrente dai fiumi.” ---> C’è un errore di concordanza tra “chi” e “i quali vivevano”: essendo “chi” al singolare, anche il resto deve esserlo, pertanto: ”e che viveva in climi caldi e ricchi di vegetazione”. (-0,1)

”Strane bestie inoltre vagavano per i deserti del Sud e si narra che creature da altre dimensioni vennero evocate nel lontano passato di queste terre, rimasti poi in circolazione tra noi, impossibilitati ad andarsene: i Geni, unici al mondo, custodi e castigatori del popolo del deserto.” ---> ”rimaste poi in circolazione tra noi, impossibilitate ad andarsene”, refuso.

”Ora va, mio nuovo campione, entra e osserva coi tuoi occhi le meraviglie della mente.” ---> La seconda persona dell’imperativo del verbo andare richiede l’apostrofo (per troncamento), pertanto: ”ora va’” (-0,1)

”Da sveglio, completavo i miei compiti giornalieri con molta fretta, tralasciando i problemi minori e delegando gli altri ---> ”delegando agli altri”, il verbo delegare regge il complemento di termine. (-0,2)

”Deformato come uno spettro, grigio e con gli occhi e la bocca distorte e rosse come il sangue, l’ammiratore ammirò per l’ultima volta la Lancia, per poi materializzare una vera lancia da soldato di fronte a se.” ---> ”di fronte a sé”, refuso.

”Non so cosa mi aspetta o quali forze io possa usare per affrontarle, ma ho scelto.
Andrò al porto, risalirò il fiume Agos verso Est e cercherò di attraversare quelli che ora sono paesi desolati e corrosi dalla guerra, colme di dolore e oppressione.”
---> ”colmi di dolore e oppressione”, refuso.

Giorno 136 ed i Primi Incontri

”Vi scongiuro, alleviatemi almeno dal dolore ed erigerò delle opere di sublima arte in vostro onore.” ---> ”sublime arte”, refuso.

[I[“Così mi poggiai a terra, spalle contro l’obelisco e sguardo verso la luce mirava a nord, ragionando sulle parole del genio.” ---> ”la luce che mirava a nord”, refuso.

”Tra questi battibecchi e quisquilie politiche ed economiche, nessuno notò un’armata Toradun in avvicinamento e l’inevitabile, accadde.” ---> Il verbo e il soggetto al quale si riferisce non devono essere separati da alcun segno d’interpunzione, a meno che non vi sia un inciso. (-0,2)

”Questi cento individui, chiamati i Cento Fratelli Azzurri, erano assassini e maestri della guerra con l’obiettivo, crudelmente non esplicitato, di uccidere ogni essere umano presenti nei territori occupati dai Toradun e raccogliere e spedire risorse nel mentre” ---> ”ogni essere umano presente”, refuso.

”Un vero e colossale Gigante delle Montagne ha marciato dal polo lungo l’Anello, seguendo lento e inesorabile l’armata toradun che lo precedeva, guidandoli per osservare quella che apparentemente era una guerra che lui stesso aveva deciso di intraprendere, facendosi portavoce al Consiglio dei Giganti della sofferenza del popolo Toradun dovuta agli invasori.” ---> ”seguendo lento e inesorabile l’armata Toradun che lo precedeva, guidandola”, refusi.

”I toradun provarono a risvegliarlo con ogni mezzo, ma fu tutto inutile.” ---> ”i Toradun”, refuso. Da qui in poi, hai sempre scritto Toradun con la lettera minuscola, ma non ho portato le altre reiterazioni di questo refuso.

”non muoveva più gli occhi e il suo flebile ed affannato respiro stavano congelando tutta l’aria circostante” ---> Il soggetto è al singolare, quindi deve esserlo anche il verbo al quale si riferisce. (-0,2)

Giorno 158 e Traversata dell’Est

”Mentre avevo ancora i piedi sulla sabbia, in lontananza credetti di vedere degli Azura: erano alti come i dicevano i libri, rosa e simili ad umani” ---> ”come dicevano i libri”, refuso.

”Così rosegu verso la collina, camminando lento e a testa bassa, ripensando a quello strano incontro e all’individuo misterioso.” ---> ”così proseguii”, refuso.

”il mio obiettivo era usare quelle ceneri ed il problema era tenerlo lontano per un po’.” ---> ”per un po’”: la parola “po’” richiede l’apostrofo, non l’accento. (-0,2)

”Gli altri non erano che ombre attaccate alla vita, pochi avevano la speranza o la forza di poter anche solo ferire un toradun prima di essere tagliato in due.” ---> ”prima di essere tagliati in due”, refuso.

Giorno 188 e Profondo Nord

Gli mostravo i miei dipinti, fatti durante il lungo viaggio, insegnandogli ad usare la sua spada anche per intagliare oltre che per uccidere; gli parlai della vita continentale prima della guerra e dei piaceri che la vita poteva donare e della gente buona, che esisteva nonostante la comune malvagità dell’uomo.” ---> ”Le mostravo i miei dipinti, fatti durante il lungo viaggio, insegnandole ad usare la sua spada anche per intagliare oltre che per uccidere; le parlai della vita continentale prima della guerra e dei piaceri che la vita poteva donare e della gente buona, che esisteva nonostante la comune malvagità dell’uomo.”, refusi.

”Mi condusse lì come fosse un posto comune, probabilmente attratto dalla grande concentrazione di anime.” ---> ”attratta”, refuso.

Lo seguii per non morire di noia e per soddisfare i miei piccoli desideri” ---> ”La inseguii”, refuso.

”Raramente puntò al petto, dritto al cuore o mirati a fracassare il bacino” ---> ”mirato”, refuso.

Gli mostrai alcuni dipinti e sculture, come feci con Kugy all’inizio, e lei stessa indicò le sue “preferite” ai suoi fratelli maggiori” ---> ”le”, refuso.

Giorno Indefinito e Termine del Vaggio di Xabab

”Ci cantò e ci lesse poesie di sua composizione, illustrandoci i nomi di piante ed animali che incontravamo per strada e di cui le nostre isole natie erano sprovvisti.” ---> ”erano sprovviste”, refuso.

“Lì non [G ]riuscii a proseguire oltre, sembrò che un anello di sangue in terra lo inorridì a tal punto da non permettergli di proseguire, così continuò a dirigersi a nord, dove la luce lo guidava.” ---> ”non riuscì”, refuso.

”Il calore e la vita ripresero possesso del suo corpo, sciogliendo i ghiaccia sulla sua schiena e generando cascate verso noi piccoli uomini al suo cospetto.” ---> ”i ghiacciai”, refuso.

”I toradun lo seguirono; passai giorni in attesa che passasse anche l’ultimo, decidendo di non ucciderli in onore delle pacifiche idee di Xabab, che provò pietà persino nei selvaggi.” ---> ”nei confronti dei selvaggi”, refuso.

”Che il nome di Xabab rimanga per sempre nella nostra mente e nella nostra futura storia, quella di isolani che hanno tradito la loro cultura per sì che un’altra civiltà, mista e fresca, nasca dalle ceneri delle precedenti che si sono uccise a vicenda.” ---> ”per far sì”, refuso.

Dal punto di vista stilistico, hai un modo di scrivere semplice e diretto, con frasi brevi e concise, volte all’immediatezza, di modo che il lettore comprenda subito il concetto che vuoi esprimere. Non costruisci mai periodi complessi e non usi termini troppo ricercati, aspetti che rendono la lettura leggera e mai appesantita da orpelli inutili. Tuttavia, la costruzione della frasi risulta spesso contorta e anche errata, soprattutto a causa di termini sottointesi quando non dovrebbero o mancanti, a concordanze sbagliate, a errori con la consecutio temporum e alla punteggiatura usata in modo scorretto. Purtroppo, questi problemi hanno reso la lettura poco scorrevole e spesso di difficile comprensione: ho dovuto rileggere diverse frasi o interi periodi più volte per capire cosa volessi dire. Anche la punteggiatura, come già detto, è stata per lo più utilizzata in maniera scorretta: a volte era mancante, altre volte sono stati usati dei segni d’interpunzione in luogo di altri o dove non erano necessari, e anche questo ha contribuito a non rendere scorrevole la lettura. Di base, il tuo non è un brutto stile e potrebbe risultare anche interessante, però i suddetti problemi non lo rendono purtroppo godibile. Credo che la maggior parte degli errori riscontrati sia dovuta a frettolosità e a una mancata rilettura, e lo penso anche in virtù del fatto che mi hai detto di aver dovuto finire la storia in fretta per consegnarla, perciò ti consiglio di leggere e sistemare.
Per quanto riguarda le descrizioni, esse non sono molto presenti, ma quando le utilizzi sono ben fatte. Ti sei soffermato a descrivere più che altro la geografia del mondo in cui si svolge la storia e le cause della guerra, dando pochi dettagli, invece, di tutto il resto. I dettagli che fornisci sono sufficienti a farsi un’idea precisa sulla fisicità dei personaggi e dei luoghi, perché le informazioni che dai, seppur minimali, sono molto funzionali alla narrazione. Usi, per lo più, il senso della vista per restituire al lettore ciò che accade, e questo ha contribuito a rendere la narrazione un po’ piatta: se avessi inserito anche elementi concernenti gli altri sensi, per descrivere le scene o gli accadimenti, avresti donato dinamicità al racconto, coinvolgendo maggiormente il lettore. L’unica eccezione a quanto detto è rappresentata dagli schiavi tamburini, il cui suono dei tamburi scandisce una parte del viaggio di Xabab, come un macabro sottofondo dal quale ci si deve ben guardare: se avessi usato espedienti del genere anche in altre parti della storia, avresti ottenuto il medesimo effetto, rendendo la narrazione più coinvolgente e variegata. Ottime le descrizioni che hai fornito degli scontri: non ti sei dilungato mai troppo, ma hai comunque reso alla perfezione le scene, i movimenti dei combattenti e il modo di utilizzare le armi a loro disposizione; ho davvero molto apprezzato la dinamicità che hai dato ai duelli e la tua capacità di tratteggiare e delineare, in poche righe, una scena vivida e realistica. Sei molto bravo a trasmettere al lettore ciò che sta accadendo con pochi e semplici dettagli e queste descrizioni minimali non mi hanno disturbata, anzi: le ho trovate molto funzionali al ritmo serrato della tua narrazione.

Caratterizzazione personaggi: 5/10

Nella tua storia, presenti vari personaggi, ma quello su cui viene maggiormente posto l’accento è senza dubbio il protagonista Xabab, anche grazie al fatto che gli eventi sono descritti attraverso d lui e del suo diario. Di lui ci offri un’efficace descrizione fisica, volta a sottolineare le sue condizioni di debolezza e malnutrizione: nel corso della storia, poi, scopriamo che Xabab era figlio del Sultano e che era un brillante scienziato e artista, che molto ha portato al suo popolo. In seguito, il protagonista ha iniziato a trascorrere sempre più tempo nel Reame del Sogno dove il dio Malizar-Khab gli ha consentito di accedere, tanto che per i successivi cinquant’anni vi rimane a vivere, per uscire solo quando viene esiliato per aver infranto le regole. Da qui inizia il suo viaggio di redenzione, durante il quale incontra svariati personaggi, che riesce sempre a incantare con la sua arte. La storia di Xabab è senz’ombra di dubbio molto interessante, così come gli eventi che gli si muovono intorno e le creature che incontra lungo il proprio cammino: mi è piaciuta molto l’idea di un uomo votato all’arte, che tramite quest’ultima ha il potere di rendere innocuo e inoffensivo chiunque, incantandolo. Tuttavia, benché la vicenda fosse narrata in prima persona e vi fosse quindi molto spazio per la caratterizzazione, essa è quasi del tutto assente. Le descrizioni che ci vengono fornite di Xabab e di ciò che fa sono per lo più fisiche e visive e non c’è mai un’analisi della psicologia del personaggio, o di quello che prova dinanzi a ciò che gli accade, non vi è partecipazione o pathos. L’impressione che si ha è quella di leggere un trattato, dove vengono riportati gli eventi così come accadono e le cose così come sono, senza lasciare spazio alla parte psicologica. È difficile, quindi, inquadrare il personaggio di Xabab, in quanto in realtà del suo carattere viene detto poco o nulla: sappiamo che è molto brillante, intelligente, ingegnoso, generoso e gentile, perché ce lo dice lui stesso; sappiamo che non gli piace la violenza, perché affronta sempre i suoi avversari usando un mezzo innocuo come l’arte e perché cerca di convertire i Fratelli Azzurri a una vita non votata all’assassinio, ma non sappiamo null’altro di lui, così come non sappiamo i suoi pensieri e le sue opinioni su ciò che gli accade. Questa mancanza d’introspezione rende il protagonista piatto e quasi estraneo agli eventi che vive, come se fosse un narratore esterno che si limita a riportare ciò che accade a qualcun altro senza alcun tipo di partecipazione emotiva. L’unica cosa che passa prepotentemente tra le righe di lui è che sia borioso e vanaglorioso, date tutte le lodi che s’intesse, ma non credo che sia questo che volevi far passare, dato il tipo di personaggio: penso piuttosto che sia un effetto dovuto alla narrazione in prima persona unitamente all’assenza di show, don’t tell. Proprio la prima persona ti avrebbe consentito di spaziare e sbizzarrirti con la caratterizzazione e l’introspezione, e invece l’una e l’altra sono quasi totalmente assenti. Ti sei molto concentrato sulla descrizione degli eventi così come accadono, senza aggiungere considerazioni personali di Xabab e senza indugiare nell’analisi delle sue reazioni e sensazioni. Xabab risulta quindi un personaggio non tridimensionale e piuttosto evanescente, che rimane molto anonimo e per cui non si prova empatia.
Anche tutti gli altri personaggi presentati sono poco più che comparse funzionali alla trama. Anche i cacciatori e Kugy stessa, che sono quelli che hanno maggiore spazio insieme a Xabab, sono appena delineati e, di nuovo, descritti più a livello fisico che psicologico: a causa di ciò, molti dei loro comportamenti e atteggiamenti lasciano perplessi, perché non se ne capiscono a fondo le motivazioni. Solo di Kugy, alla fine, si sa che ha intrapreso una nuova strada, decidendo di convertire i suoi fratelli ancora in vita per diffondere le idee di Xabab, e nulla più. Paradossalmente, il coinvolgimento emotivo maggiore si ha con il gigante che è caduto in ginocchio dinanzi agli orrori della guerra e ai fuggitivi che incontra Xabab, perché sono gli unici di cui ti soffermi a descrivere le emozioni. Per quanto riguarda gli altri personaggi, invece, è difficile delinearli dal punto di vista caratteriale, proprio perché di loro viene detto troppo poco per farsene un’idea. Ad esempio, viene spontaneo chiedersi perché Kugy abbia risparmiato Xabab la prima volta che lo ha visto: viene detto che è perché non sentiva l’impulso di ucciderlo in quel momento, ma non si comprende se è per il potere di Xabab o per qualche altro motivo, né nessuno dei due coinvolti sembra stupirsene: Xabab descrive l’accadimento senza emozioni, come se fosse una cosa del tutto normale, che non gli suscita nulla.
I tuoi personaggi sembrano tutti distaccati dalla vicenda, distanti, quasi come automi. Credo che anche la mancata caratterizzazione sia dovuta alla fretta di terminare la storia e a una maggiore attenzione alla descrizione degli eventi piuttosto che a come i personaggi li vivono, tuttavia almeno per il protagonista mi sarei aspettata di vedere qualcosa in più da questo punto di vista, anche perché, come già detto, la narrazione in prima persona ti agevolava in questo.

Trama e originalità: 6,5/10

La trama della tua storia è interessante, così come gli eventi che presenti. Il racconto inizia con Xabab che si risveglia in una stanza, senza ricordare chi sia né dove si trovi. Man a mano, poi, il protagonista inizia a recuperare i ricordi, rimembrando le sue origini e la condizione in cui si trova: egli è stato esiliato dal Reame del Sogno dal dio Malizar-Khab e deve (vuole, piuttosto) compiere un viaggio per trovare la Lancia e redimersi, in modo da purificare la propria anima. È così che, dopo cinquant’anni di sonno, Xabab si mette in cammino, vivendo una serie di avventure che lo portano, infine, a raggiungere il suo obiettivo. Il fulcro della storia sono l’arte e la meraviglia che essa suscita nel cuore degli uomini. Da questo punto di vista, la tua storia è molto interessante e molto ben congeniata: ho apprezzato che tu abbia unito l’azione a un aspetto più onirico e meditativo. La trama, di per sé, scorre abbastanza fluida e non presenta gravi “buchi”, anche se, soprattutto a causa della scarsa caratterizzazione come detto sopra, alcuni eventi rimangono confusi e non se ne comprendono bene le motivazioni o la logica dietro. Per fare un esempio, ti cito di nuovo la decisione d Kugy di non uccidere Xabab la prima volta che lo vede o, ancora, la frase che Xabab pronuncia prima di togliersi la vita, ovvero ”ora ho capito tutto”: cosa abbia capito, non è chiaro. Suppongo che abbia compreso cosa mancasse alla Lancia per essere un’opera d’arte completa, o il disegno che c’era dietro il suo viaggio, ma è comunque qualcosa che viene lasciato all’immaginario del lettore e che non è semplice intuire senza ulteriori informazioni. Ti sei soffermato molto a descrivere la geografia del continente, dando moltissime informazioni su di esso: sicuramente, ciò ha contribuito a dare un’idea chiara e precisa dell’ambientazione della storia, ma forse quest’approfondimento ha preso troppo spazio rispetto al resto; molte delle informazioni che hai dato erano inutili ai fini della storia, in quanto la maggior parte dei luoghi da te descritti non vengono visitati. Avresti potuto dilungarti meno sulla fisionomia del mondo, in favore di un’attenzione maggiore agli avvenimenti principali della trama, che sono stati trattati invece più grossolanamente e a volte in maniera poco approfondita.
Per quanto riguarda l’originalità, un viaggio per redimersi non è un tema nuovissimo, tuttavia tu l’hai trattato in una maniera diversa rispetto a tante altre storie che si leggono sul tema. Innanzitutto, è particolare il motivo scatenante del viaggio, ovvero l’infrazione compiuta nell’onirico Reame del Sogno, inoltre è peculiare anche che lo strumento prediletto di Xabab sia l’arte e che il suo dono sia quello di incantare gli altri con essa: questo è sicuramente un tema nuovo, che non si legge spesso. Ho apprezzato moltissimo anche il fatto che tu abbia unito aspetti, elementi e creature di varie culture, creando un mix equilibrato e godibilissimo da vedere: il rischio era quello di dare vita a un’accozzaglia confusa e senza senso, ma tu hai invece creato un panorama variegato e pittoresco, che sei riuscito a far coesistere con coerenza e naturalezza. Ho apprezzato molto anche l’impostazione filosofica e allegorica che hai dato al tuo racconto, dove tutto ruota intorno all’arte e alla potenza espressiva che essa ha: certamente è qualcosa d’inusuale da vedere in un racconto Fantasy. La tua è una delle storie più originali che sono state scritte per questo contest, e per questo ti faccio tanti complimenti.
La tua è una storia abbastanza Dark fantasy: l’atmosfera è per lo più tetra e cupa, a causa delle conseguenze della guerra, che ha lasciato luoghi desolati e abbandonati, fuggitivi e assassini. Il clima è di sfiducia e terrore e gli incontri che Xabab fa non sono quasi mai positivi e, anche quando lo sono, essi hanno comunque una connotazione tetra. Il finale è positivo per il protagonista, dato che riesce a terminare con successo il suo viaggio e a diffondere anche i suoi precetti, ma ne vede comunque la morte. In generale, sei riuscito a creare una storia che rispecchia tutti i canoni del Dark fantasy, seppur in maniera “soft”. Complimenti!

Utilizzo del pacchetto: 5/5

Il personaggio del cacciatore è stato pienamente usato, in quanto rappresentato dai Cento Fratelli Azzurri, votati al combattimento e all’assassinio. Le vicende di un loro membro, Kugy, s’intrecciano anche con quelle del protagonista. (+1)
Anche il prompt dell’esilio è stato ben sfruttato: Xabab viene cacciato ed esiliato dal Reame del Sogno a causa della sua infrazione e questo è il motivo scatenante di tutto il suo viaggio e la sua avventura; anche se il tema dell’esilio è presente solo in una parte e appena accennato, esso è il motore di tutta la vicenda, pertanto ne hai fatto un ottimo utilizzo. (+2)
La lancia è l’oggetto che causa il suicidio di Molhin e il conseguente esilio di Xabab; è, inoltre, la massima espressione artistica del protagonista, seppur incompleta, e anche l’oggetto che quest’ultimo deve trovare per redimersi. (+1)
La frase è stata inserita in maniera pertinente e coerente nella narrazione; l’hai un po’ modificata rispetto a quella assegnata, ma il significato è rimasto invariato. È stata pronunciata da Xabab all’interno di un discorso volto a esprimere l’importanza del libero arbitrio e della scelta, pertanto ne hai fatto un ottimo utilizzo. (+1)

Gradimento personale: 3/5

La storia ha di per sé un buon potenziale e di base ha un trama che ho trovato interessante. Il mondo da te creato è molto bello e ricco: hai inserito molti popoli diversi, creature e avvenimenti, mischiando culture e tradizioni differenti in un mix che ho apprezzato. La vicenda, di per sé, è molto intrigante e mi è piaciuta quest’idea di un mondo in cui poter plasmare i propri sogni e le proprie idee, un luogo comune dove tutti i prescelti da ogni parte del mondo s’incontrano in pace e armonia, convivendo fraternamente e scambiandosi scoperte e invenzioni. Ho anche apprezzato il lento ma inesorabile straniamento di Xabab dalla realtà, che inizia a preferire i sogni alla sua vera esistenza e che diviene ossessionato dalla guerra pur senza averla mai vista. Mi è piaciuto anche il viaggio da compiere per la redenzione e la spiritualità che permea tutta la storia. Da amante dell’arte, poi, non ho potuto che apprezzare il fatto che tu l’abbia resa protagonista in un modo tanto innovativo.
Di base, dunque, il tuo racconto mi è piaciuto, tuttavia i problemi precedentemente illustrati mi hanno impedito di apprezzarlo appieno. La forma in cui è stato presentato il testo, purtroppo, ha contribuito molto a non farmi piacere la storia; il modo confuso in cui sono stati presentati gli eventi e i personaggi poco caratterizzati, inoltre, mi hanno impedito d’immedesimarmi nella vicende da te narrate. Hai presentato del materiale valido, che purtroppo però non è stato molto valorizzato: hai fantasia, inventiva, creatività e questa storia presenta una buona trama, perciò con un’attenta revisione e ristrutturazione diventerà sicuramente un ottimo racconto.

Punteggio totale: 22,1/40

[Modificato da Dark Sider 26/09/2019 13:53]
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Post: 1.104
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25/09/2019 22:20
 
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Sesta classificata

”Sangue di drago” di Mana_89


Grammatica e stile: 8,9/10 (4,4 grammatica + 4,5 stile)

Per quanto riguarda la grammatica, non ho riscontrato grandi errori, a parte qualche ripetizione e alcuni refusi, che ho riportato per completezza, ma per cui non sottraggo punti, come già detto.
Di seguito, riporto in dettaglio gli errori riscontrati, con accanto il relativo punteggio sottratto.

In generale, ho notato che hai la tendenza a inserire il punto fermo al termine di un discorso diretto quando la frase prosegue e, quindi, non termina con il discorso diretto stesso. Benché alcune volte ci siano state delle controversie a riguardo, in nessun libro che io abbia mai letto ho riscontrato questo fenomeno, inoltre anche secondo l’Accademia della Crusca e la Treccani il punto fermo non va inserito nel discorso diretto laddove la frase continua, pertanto lo considero errore. (-0,3 per il fatto che l’errore sia ripetuto lungo tutto il racconto)

Prologo

“Re Glic finora lo aveva semplicemente informato delle proprie intenzioni di incantare qualcuno…” ---> Sarebbe stato più corretto l’utilizzo di “fino a quel momento” dato che si sta scrivendo al passato, mentre la parola “finora” si riferisce a un lasso di tempo che perdura fino al presente; non sottraggo comunque punti, dato che è una sottigliezza e spesso si usa indistintamente l’una o l’altra forma anche al passato.

“Rhoséd era assai impressionata dal fatto che Maith fosse riuscito a comunicare con gli gnomi, ancor più sbalordita dalla notizia che le loro dolci campanelle ledessero a qualcuno.” ---> ”ledessero qualcuno”: il verbo ledere regge il complemento oggetto. (-0,1)

Capitolo 1

” Poi spinse via con stizza Charbán, abbandonandolo. Lì non cera più nulla che gli interessasse.” ---> ”c’era”. Come già detto, non sottraggo punti per quelli che sono chiaramente refusi, come questo, quindi semplicemente te lo segnalo.

Capitolo 2

”Esse erano spoglie e prive di qualsiasi futilità: oltre alla dispensa con pochissimi intrugli c’era soltanto la libreria, un tavolino e qualche oggetto per la divinazione.” ---> ”c’erano soltanto la libreria…”. Poiché ci sono più soggetti singolari collegati da asindeto e congiunzione copulativa, il verbo va al plurale. (-0,2)

Capitolo 3

” Quando riaprì gli occhi dovette ritrarsi subito, schermandosi gli il volto: una sfolgorante luce avvolgeva il corpo della creatura, contraendosi fino a raggiungere la forma di un essere umano.” ---> ”schermandosi il volto”. Altro refuso, per cui non sottraggo punti.

Epilogo

” Forse quella terra non sarebbe mai più stata la stessa di un tempo, ma Maith avrebbe impiegato tutto l’impegno di cui disponeva per renderlo di nuovo dignitosamente abitabile.” ---> ”renderla”, dato che l’aggettivo è riferito alla terra. Altro refuso, per cui non sottraggo punti.


Per quanto riguarda lo stile, hai un modo di scrivere caratterizzato dall’utilizzo di termini aulici e talvolta desueti, che rimandano a scritti di stampo antico, ma che si adattano bene al tuo racconto dal sapore medievaleggiante. La costruzione delle frasi è ben fatta, per cui la lettura scorre senza problemi, anche se potrebbe risultare un po’ difficile per qualcuno che non è avvezzo ai termini arzigogolati da te utilizzati. Ho notato, tuttavia, che talvolta tendi ad abbandonare questo modo di esprimerti in favore di termini più comuni, che stonano decisamente con il resto; per farti un esempio: nel capitolo 1, scrivi “ancora un anno soltanto, poi sarebbe stato suo, l’avrebbe scelto, infischiandosene del torneo che avrebbe organizzato il re suo padre”: quell’infischiandosene risulta fuori luogo, se accostato allo stile che utilizzi per la maggior parte del racconto. Ho riscontrato queste “cadute di stile” anche in altre parti della storia, soprattutto verso la fine; benché rendano la lettura disomogenea quando presenti, sono rare eccezioni in un racconto scritto comunque in maniera impeccabile.
Per quanto riguarda le descrizioni, non tendi mai a dilungarti in dettagli, ma fornisci solo gli elementi fondamentali per delineare gli ambienti in cui si svolgono i fatti. Talvolta, questa tua tendenza rende difficile e confuso figurarsi ciò che accade: spesso, ci sono degli stacchi netti tra una scena e l’altra, mentre un passaggio più sfumato avrebbe sortito un effetto migliore. Alcuni eventi sono lasciati vaghi e all’immaginazione del lettore, come la risoluzione del conflitto tra fate e gnomi da parte di Maith: non viene detto come ciò accade, ma solo che succede. È stato chiaramente fatto per esigenze di trama, dato che il fulcro del racconto non era quello, però personalmente avrei preferito che venisse spiegato, anche molto brevemente, come si fossero svolti i fatti. Inoltre, risulta abbastanza difficile immedesimarsi negli accadimenti della vicenda, proprio per le descrizioni ridotte al minimo: se ti fossi soffermata a dare qualche dettaglio in più sulle scene e i luoghi in cui si svolgevano (coinvolgendo maggiormente anche altri sensi che non fossero prettamente la vista, descrivendo in maniera più approfondita pensieri, sensazioni e reazioni dei personaggi), saresti sicuramente riuscita a farmi immergere di più nella storia, a darmi l’impressione di essere lì. Il primo bacio tra Maith e Bláth, ad esempio, è descritto con dovizia di particolari e con una grande attenzione alle sensazioni della principessa: trasmetti molto bene ciò che prova e il suo stravolgimento interiore; se in altre parti, soprattutto quelle più salienti, ti fossi soffermata a descrivere allo stesso modo, avresti ottenuto il medesimo risultato, cosa che invece purtroppo spesso non accade.

Caratterizzazione personaggi: 8/10

Nella tua storia, è presente una vasta gamma di personaggi. I più caratterizzati sono, senz’ombra di dubbio, i gemelli Chàrosh e Charbán, di cui si riescono distintamente a cogliere le personalità opposte e il rapporto che li lega. Charbán appare il più posato tra i due, quello più riflessivo, più cauto e più attento alle parole e agli insegnamenti del padre. Chàrosh è, invece, quello più avventato, audace, sconsiderato e assetato di conoscenza: è invidioso del fratello perché il preferito del padre, il quale ha visto in lui una debolezza che, poi, effettivamente lo porterà a percorrere una strada funesta. Ho apprezzato molto il modo in cui hai analizzato il rapporto tra i due gemelli, caratterizzato da paura e sospetto da parte di Charbán e da disprezzo e rivalità da parte di Chàrosh. Hai reso bene come si è sviluppato il legame tra i due nel corso degli anni, come si siano progressivamente allontanati l’uno dall’altro man a mano che le loro personalità andavano delineandosi e diversificandosi. Ho gradito molto anche la rivelazione finale, in cui si scopre che in realtà colui che abita il corpo di Chàrosh non è realmente lui, ma il dio Fearg, liberatosi dalla sua prigione: con questa consapevolezza, ci si rende conto che il racconto era costellato di piccoli indizi a riguardo, altra cosa che ho apprezzato.
Chàrosh è indubbiamente un villain “classico”: ambisce al comando e al potere e ordisce trame, agendo nell’ombra per raggiungere il suo scopo, manipolando le persone che lo attorniano, sfruttando a suo vantaggio astuzia e intelligenza e non facendosi scrupolo alcuno. Nonostante il cliché, l’ho molto apprezzato come personaggio, soprattutto per come hai costruito il suo rapporto col fratello e per il fatto che le loro vite fossero indissolubilmente legate, cosa che lo obbliga a salvare la vita a Charbán, altro personaggio che ho avuto modo di apprezzare molto per la sua compostezza, la sua pacatezza e la forza d’animo, che lo spinge a fare ciò che deve essere fatto senza tentennamenti.
Gli altri personaggi rimangono più in ombra rispetto ai due gemelli, restando piuttosto piatti. Maith è il classico eroe delle ballate, che si batte sempre per il bene comune e per la difesa dei deboli, aiutato da forze superiori e buona sorte. Il motivo per cui abbia questo modo di fare e di essere rimane oscuro (anche a causa della scarsa introspezione, come già accennato nella voce “grammatica e stile”): da come ci viene presentato, il personaggio ha un cuore puro, e questo sembra essere l’unico motivo per cui è spinto ad agire sempre secondo il bene; non pare avere una moralità propria, una serie di principi e una filosofia che si è costruito per cui debba comportarsi così. È buono perché sì, e questo non lo rende un personaggio dinamico.
Anche la principessa Bláth rimane un personaggio piuttosto evanescente. Di lei sappiamo che è molto bella e ce ne viene fornita una minuziosa descrizione fisica a riprova di ciò. Della sua personalità, emerge che è una persona molto riflessiva e per nulla avventata, attenta a ciò che le accade intorno, curiosa, ma con anche un animo delicato e sensibile. Rimane molto in balia degli eventi, di ciò che accade e di quello che gli altri decidono per lei: Maith le dice di seguirla nel bosco e lei lo asseconda, anche se non le sembra una buona idea; quando, poi, Maith le intima di non seguirlo più, lei è accondiscendente; quando comprende che il principe Breagách è l’unico pretendente rimasto, non oppone alcun tipo di resistenza né protesta in alcun modo, nonostante non sia d’accordo. A dispetto di questa personalità debole, tuttavia, quando è il momento di uccidere Charbán, lo fa senza la minima esitazione, in un cambio di personalità che mi ha lasciato un po’ perplessa, tanto che mi sono chiesta se avesse agito nel pieno delle sue facoltà o se Charbán le avesse lanciato un qualche tipo d’incantesimo, forte appunto dell’animo fragile di lei (propendo più per la seconda opzione, anche se la cosa non è molto chiara). Anche lei risponde al classico cliché della principessa da salvare e, in generale, la sua personalità non è così di spicco da lasciare un segno.
Tutti gli altri personaggi sono poco più che comparse funzionali alla trama; soprattutto delle fate si ha un’idea generale di come sia la loro personalità, mentre di Rhoséd e Fíonnula, benché vengano nominate spesso, non si sa nulla, così come si sa poco del principe Breagách, di suo padre e del padre dei gemelli, anche se di quest’ultimo ci si può fare un’idea più precisa, grazie alla descrizione del rapporto con i figli.
Nonostante la caratterizzazione dei personaggi non fosse molto approfondita, il punteggio rimane comunque alto per via di Charbán e Chàrosh, che sono molto ben delineati e che riescono a farsi apprezzare e ricordare.

Trama e originalità: 6,5/10

La trama della tua storia risulta ben costruita e strutturata, nonché coerente. Gli eventi si susseguono in maniera armoniosa e ogni lato che, inizialmente, è lasciato vago e oscuro, viene poi trattato e spiegato nel corso della narrazione, così che si arriva alla fine con un quadro completo della situazione e della vicenda. La storia è molto ricca di avvenimenti, che si intrecciano in maniera armoniosa tra loro; le vicende dei personaggi confluiscono in una situazione comune in maniera naturale e ben strutturata, che non appare mai forzata. Non si ha mai la sensazione che si sia arrivati a un certo punto perché così doveva essere, perché la trama lo richiedeva. La storia, quindi, risulta ben costruita e convincente.
Nonostante il racconto riprenda tutti i cliché presenti nelle ballate medievali e nell’Epic fantasy e nonostante si ispiri a una canzone, esso rimane piuttosto originale. Della canzone hai seguito il tema, ripreso le vicende principali e i tipi di personaggio, ma hai saputo darle un tocco personale, che ne ha distanziato la tua storia, non rendendola una sua copia esatta. Oltre al finale, diverso da quello presentato nella canzone, hai aggiunto anche altri elementi differenti, il più preponderante dei quali è la vicenda dei due gemelli, totalmente assente nella canzone. Il loro rapporto, la maledizione che li unisce, il loro destino intrecciato a quello di un dio iracondo, le macchinazioni che ordisce Chàrosh sono tutti elementi aggiunti da te, che contribuiscono a rendere originale la storia. Si riconosce indubbiamente quanto viene narrato dalla canzone nel tuo scritto, ma c’è anche molto di più e di diverso e questo ha contribuito a farmi alzare il punteggio, che sarebbe stato sicuramente molto più basso se ti fossi limitata ad attenerti al testo della canzone senza aggiungere nulla di nuovo o personale.
Passo ora a spiegarti perché il punteggio di questa voce non è pieno, nonostante il mio giudizio positivo per quanto riguarda trama e originalità. Quello da te presentatomi è più un Epic fantasy che un Dark fantasy, anzi, ho fatto molta fatica a riscontrare elementi di quest’ultimo genere nel tuo scritto. Mentre medioevo romanticizzato, regni fatati, maghi e lotta tra il bene e il male (caratterizzanti l’Epic fantasy) sono marcatamente presenti nella tua storia, non c’è molto di atmosfere tetre e cupe, elementi dell’horror, scenari foschi e persistente senso di paura e orrore. L’utilizzo di magia nera e proibita è l’unico elemento realmente dark presente e a cui si dà una vera importanza, dato che è il fulcro di tutta la vicenda; un’atmosfera cupa e di tensione si ha anche quando Charbán ricorda il suo passato. Per il resto, hai presentato un bosco tetro e ammaliante, che esercita un potere annichilente su Bláth, tuttavia questo fascino misterioso non è stato approfondito, ma è rimasto sul vago: si sa che esiste, viene ripetuto e sottolineato, tanto che a Maith, alla fine, viene proibito di portare la sua sposa nel bosco, ma non si dice mai più di questo, non si spiega che cosa quest’attrazione comporti e non si avverte quel senso di oppressione e pericolo che ci si aspetterebbe. Anche per quanto riguarda la città devastata dai draghi, non ti sei soffermata tanto sulla distruzione da loro perpetrata e sul terrore degli abitanti, ma più sull’atto eroico di Maith che combatte gli altri principi per proteggere il Regno Bianco. Quando Charbán attraversa la città, non si avverte appieno il senso di distruzione e paura: viene detto solamente che la gente è spaventata e la città piena di macerie, ma non s’insiste sulla gravità del danno e sulla disperazione della popolazione, elementi che avrebbero senza dubbio aumentato il pathos. Per la maggior parte del tempo, l’atmosfera è distesa e fiabesca, anche grazie alle pacifiche fate con la loro polvere e le loro campanelle, che smorzano decisamente anche i momenti più concitati.
Con questo non voglio assolutamente dire che la tua non sia una buona storia, altrimenti non avrei comunque dato un punteggio alto in questa voce; come racconto fantasy non ho nulla da eccepire, tuttavia la quasi totale assenza di elementi caratterizzanti il Dark fantasy non mi ha consentito, purtroppo, di attribuirti un punteggio maggiore, essendo questo il tema del contest.

Utilizzo del pacchetto: 3/5

Il prompt non è stato utilizzato, quindi non sono stati attribuiti i due punti bonus derivanti da esso.
Per quanto riguarda il personaggio, sia Chàrosh che Charbán sono alchimisti, nonostante quest’ultimo non eserciti da molto tempo. Entrambi hanno un ruolo fondamentale nella storia ed è a causa del fatto che Chàrosh sia un alchimista che si origina tutta la vicenda, quindi l’elemento è stato usato a pieno. (+1)
Per quanto riguarda l’oggetto, l’assenza della scaglia di drago è quello che permette alla maledizione di Maith di spezzarsi. Nonostante l’oggetto in sé non abbia un ruolo attivo nella vicenda, ce l’ha invece l’assenza dello stesso, il che è anche un modo molto originale di utilizzare l’oggetto assegnato. (+1)
Per quanto riguarda la frase, essa è ripetuta più volte nel testo e utilizzata in contesti differenti e con accezioni diverse e ti faccio i complimenti per questo perché, oltre ad averla inserita in passaggi in cui aveva senso farlo, l’hai anche usata dandole significati diversi a seconda delle situazioni e rendendola importante nella vicenda, poiché è la frase che spinge Bláth a interrogarsi su ciò che sta accadendo. (+1)

Gradimento personale: 3,8/5

Ho trovato la tua storia gradevole e piacevole, nonostante non ami molto i racconti eroici e fiabeschi, dove il bene vince sempre e in maniera indiscussa sul male e dove i protagonisti non s’interrogano mai sui loro principi morali, permeati come sono di purezza. Sono presenti tutti i cliché del genere fantasy (altro elemento che non gradisco molto), tuttavia hai creato un villain di tutto rispetto, che non ho potuto non adorare. Chàrosh/Fearg è un personaggio profondo, tormentato, che sa farsi ricordare: ha sicuramente contribuito ad alzare la qualità del racconto, perché, checché se ne dica, l’antagonista è uno degli aspetti fondamentali per rendere ottima una storia. E la tua è sicuramente ottima: se non fosse stato che, come già detto, non vi è quasi per nulla la presenza di elementi del Dark fantasy, sarebbe stata perfetta, soprattutto per chi ama l’Epic fantasy.
La storia è ricca di allegorie e significati profondi: il dio iracondo, che rappresenta ciò che di negativo c’è nell’uomo, che porta a distruzione e rovina, contrastato e vinto dall’amore e dal bene; i puri di cuore che fanno del bene e ne ricevono altrettanto in cambio; la denuncia della violenza e del male, costruita come un classico poema cavalleresco, quasi come una favola contenente una morale. Il tuo è un racconto profondo e maturo che, al di là della mera vicenda narrata, nasconde tematiche sempre attuali, sulle quali spinge a riflettere a fondo.

Punteggio totale: 30,2/40
[Modificato da Dark Sider 26/09/2019 13:53]
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Post: 1.104
Giudice*****
25/09/2019 22:21
 
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Quinta classificata

”Se dovessi morire” di guardjangel


Grammatica e stile: 8/10 ( 4,3 grammatica + 3,8 stile)

Di seguito, riporto gli errori grammaticali riscontrati, con il relativo punteggio detratto. Come già detto, segnalo i refusi per completezza, ma per essi non sottraggo punti.

”La domanda che bussava appena avesse aperto gli occhi la stessa.” ---> Il verbo che sottintendi in questa frase è il verbo essere, lo stesso del paragrafo precedente, tuttavia, avendo tu utilizzato il punto fermo e avendo cominciato un nuovo capoverso, occorre esplicitarlo. (-0,1)

”Un suono che, probabilmente, non avrebbe avuto carattere distintivo nemmeno registrato e modificato.” ---> ”Nemmeno se”, refuso.

”Nessuno si sarebbe mai seduto riparato dalla sua chioma a leggere, nessuna coppia di fidanzati
avrebbe inciso le proprie iniziali sul suo tronco prima di abbandonarsi in uno spassionato bacio.”
----> ”Abbandonarsi a”, la forma riflessiva del verbo “abbandonare” regge il complemento di termine. Inoltre, ti segnalo l’aggettivo “spassionato” riferito al bacio: credo tu volessi intendere “appassionato”, dato il senso della frase, e non il suo opposto, tuttavia non ti ho detratto punti perché, dati il contesto e il protagonista, non sono del tutto sicura che non volessi intendere esattamente quello che hai scritto. (-0,2)

”Se solo fosse stato capace di utilizzare la propria magia per ripulirsi, se solo le proprie ali non
facessero fatica a rimanere aperte in volo, probabilmente avrebbe potuto fare qualcosa in quella
situazione anche se per tutti, era morto.”
---> C’è un errore nella consecutio temporum, il verbo segnato dovrebbe essere ”avessero fatto”, per accordarsi agli altri. (-0,2)

”Ella era leggera inesistente.” ---> ”leggera, inesistente”, refuso.

”«Non c'è modo oggettivo di dirlo ma era una persona meschina. Quando ho dovuto accompagnarla
all'oltretomba, l'ho percepito. Probabilmente stava aspettando per l'occasione da anni»”
---> ”Stava aspettando l’occasione”, il verbo “aspettare” regge il complemento oggetto. Manca inoltre il punto al termine della frase (refuso). (-0,2)

Così, si era presentato” ---> Per il contesto, ”così” ha qui il significato di ”in questo modo” con funzione di avverbio, in correlazione con il ”come” che segue, pertanto la frase avrebbe dovuto essere: ”così si era presentato”. Per come hai scritto tu la frase, ”così” assume invece la funzione di congiunzione testuale, con significato di ”dunque, di conseguenza”: in questo caso la parola è, appunto, isolata da pause e interposta o anteposta (come hai fatto tu) alla frase a cui appartiene. C’è, quindi, una virgola di troppo che altera il senso del periodo. (-0,1)

Per quanto riguarda lo stile, hai un modo di scrivere particolare, volto a evidenziare determinati elementi della frase, ponendoli in apertura della stessa; parimenti, usi frasi molto brevi e concise, spesso composte da una sola parola, per enfatizzare ancor di più i concetti. L’ottimo uso della punteggiatura ti supporta in questo tuo stile: adoperando prettamente il punto fermo, doni un ritmo disteso alla narrazione, che ben s’addice all’atmosfera malinconica e sospesa che permea la storia, ponendo al contempo ancora maggiore enfasi sul periodo o la singola parola. Ti avvali spesso di interiezioni primarie, espediente che consente di cogliere immediatamente lo stato d’animo di chi parla. Lo stile che adoperi, e che richiama molto quello di Baricco, è un modo di scrivere che personalmente amo, ma che è anche molto difficile da rendere e realizzare, perché si rischia di creare un testo confuso, difficile da seguire e non proprio godibile da leggere; purtroppo, è un po’ quello che è accaduto con il tuo racconto: a volte, la resa stilistica riesce molto bene, creando frasi d’effetto e d’impatto, com’è proprio di questo modo di scrivere, ma molte volte invece, soprattutto nella seconda parte della storia, la costruzione dei periodi è confusa, rendendo il racconto difficile e faticoso da seguire; ho dovuto rileggere delle frasi più volte, per riuscire a comprenderne pienamente il senso. Ti riporto un paio di esempi per spiegare meglio ciò che voglio dire. ”Una creatura tale in meno era un passo per le specie magiche”: il senso di questa frase, così costruita, non è immediato e neppure la resa è ottimale; avresti potuto scrivere: ”una creatura di tal genere in meno era un passo avanti/una conquista/un traguardo per le creature magiche” e già il senso della frase sarebbe stato più immediato e intuibile. ”Un qualcuno privo di vita che non muore era la prima evenienza tale ed il fatto che effettivamente stesse domandando perché non l'aveva sorpresa”: anche qui, il senso della frase è abbastanza ermetico; il periodo si potrebbe riformulare come segue: ”lui era il primo caso di qualcuno privo di vita che non muore, ed il fatto che effettivamente stesse domandando perché non l’aveva sorpresa”, oppure, se si vuol mantenere la struttura della frase originale: ”un qualcuno privo di vita che non muore non c’era mai stato, prima di lui, ed il fatto che effettivamente stesse domandando perché non l’aveva sorpresa”. In generale, il tuo è uno stile interessante e poetico, ma non sempre riuscito: alcune frasi andrebbero ristrutturate, per rendere più immediato il loro significato e la lettura più godibile e meno confusa.
Per quanto riguarda le descrizioni, non ti soffermi mai a descrivere in modo dettagliato o prolisso, ma rendi bene le immagini e le sensazioni, grazie al ricco utilizzo che fai degli aggettivi e all’introspezione, che aiuta molto in questo. I dettagli che lasci trapelare sono concisi ed essenziali, ma pertinenti e sufficienti per consentire al lettore di immaginare con chiarezza le scene e gli avvenimenti; ogni descrizione che fai è funzionale alla narrazione e intrecciata strettamente con l’introspezione del protagonista, del quale diviene allegoria dei pensieri e degli stati d’animo. Ti faccio i complimenti per la capacità che hai avuto nel creare ambienti che fossero lo specchio del mondo interiore di Black e che ben s’accordassero con il suo tormento. Hai dato un’immagine molto vivida anche della Morte, dipingendola nelle sue vesti più classiche, ma in maniera impeccabile, donandone al lettore un’immagine nitida e d’impatto, sottolineando alla perfezione il suo atteggiamento distaccato. Le scene da te create sono evocative e coinvolgenti, intense e funzionali alla narrazione e a creare quell’atmosfera sospesa e quasi onirica, permeata di disperazione e struggimento. L’unico appunto che ho da farti è che, a causa della brevità delle frasi, la quantità di aggettivi che utilizzi risulta a volte ridondante, appesantendo i periodi e rendendo la lettura poco scorrevole.

Caratterizzazione personaggi: 9/10

Nella tua storia, ci presenti due personaggi, Black Hole e la Morte, e ne menzioni un terzo, il traditore che ha preso il controllo del protagonista.
Per quanto riguarda Black, hai fatto un eccellente lavoro di caratterizzazione, grazie anche al fatto che la storia fosse dal suo punto di vista e totalmente incentrata sulla sua introspezione. Ci presenti un personaggio che vuole morire, ma non può: a causa di ciò, il pensiero della morte è una costante nella sua vita; egli passa le sue giornate cercando di porre fine alla propria vita, non riuscendoci, cadendo così in un circolo vizioso, poiché troverà posto nel cimitero solamente quando avrà scoperto la sua vocazione. Ma Black non si concentra nel tentativo di trovare uno scopo alla sua vita, quanto piuttosto di porvi fine, impedendosi in questo modo, di fatto, di riuscirci. Sei stata molto brava a rendere la disperazione del protagonista, il suo smarrimento e il suo struggimento per la propria condizione: egli è un reietto, senza un posto nel mondo, senza nessuno che lo apprezzi o lo ami, che vaga, sempre più stanco e debole, incapace di porre fine alla propria esistenza pur desiderandolo ardentemente. Black Hole non ha posto nel Regno, ma non lo ha invero da nessuna parte, poiché non è degno neppure della tomba. Egli è un personaggio spregevole, dipinto come un essere freddo e distaccato, ma anche pieno di dolore per la sua condizione di reietto, nel Regno prima, e tra i morti poi, e in entrambi i casi non è qualcosa dipeso da lui, ma da una condizione esterna, ovvero l'essere un meticcio per il primo e l’essere stato controllato per il secondo. Ci presenti un personaggio solo, incapace di poter stringere legami di alcun tipo, apparentemente a causa del suo carattere così scostante. Poi, tuttavia, apprendiamo che in realtà Black necessita di un contatto, di qualcuno con cui condividere la propria vita e la propria interiorità, ed è per questo che si fida di colui che gli dice di comprenderlo e di essere come lui. Si fida perché in realtà ha bisogno di essere accettato, di essere compreso. Ci presenti un protagonista dalle mille sfaccettature, contraddittorio: è freddo e scostante, come se si ritenesse superiore, ma è anche fragile e sofferente, perché è solo e senza uno scopo, perché nessuno lo ritiene speciale; è incapace di provare qualsiasi tipo di emozione che non siano dolore e sofferenza, struggimento per la sua condizione che, tuttavia, non ha la forza di cambiare. Black vuole morire, ma non è degno neppure di questo, come non lo è mai stato di nient’altro nella sua vita. È una creatura allo sbando, facilmente manipolabile, facilmente controllabile, in nome della fragilità di fondo che la caratterizza. Il livello d’introspezione per questo personaggio è altissimo: la tua storia è un viaggio nella sua mente, nella sua interiorità contorta e caduca, nella sua sofferenza senza fine. Black è ormai l’ombra di se stesso, privato di quei poteri che sono l’unica cosa che può ucciderlo, perché non ha un vocazione e non ha intenzione di trovarla. Hai creato un personaggio davvero interessante e accattivante, tormentato e colmo di melanconica sofferenza, per il quale non si può non provare empatia e pietà, e al quale non si può che augurare la cessazione delle sofferenze, come lui stesso spera. Il tuo modo di trascinare il lettore nella mente del protagonista è così potente e ben riuscito, che non si può non concordare con lui: la vita di Black è ingiusta, e il suicidio sembra l’unica strada percorribile per dare pace al suo tormento. Sei riuscita a creare un personaggio interessante, oscuro e tormentato, e a sviscerare la sua interiorità in maniera magistrale. Persino il suo nome, Black Hole, Buco Nero, richiama il vuoto struggimento di cui il protagonista è preda.
La Morte è un personaggio più marginale rispetto a Black, ma non per questo meno caratterizzato. Le descrizioni fisiche che hai dato di lei, unitamente a quelle relative alla sua attitudine, hanno creato un’immagine molto nitida del Tristo Mietitore, dipinto come un essere superiore e distaccato rispetto agli eventi del mondo, eppure non malvagio. La Morte si limita a svolgere il proprio compito, ma non disdegna di sedersi con colui che non può morire (per pietà, simpatia o curiosità) e di intrattenere con lui una conversazione, scandita dalla resistenza di un vecchio ramo rinsecchito. Essa dispensa, persino, dei consigli su come poter raggiungere finalmente la pace eterna. Black è diffidente, non si fida della Morte, eppure lei non se ne cura, dispensa i suoi consigli e promette al protagonista di rincontrarlo per accompagnarlo alla tomba, una volta che avrà trovato la sua vocazione. Sei riuscita a creare un’immagine davvero suggestiva di questo personaggio, appollaiato su un ramo, con la sua fidata falce e un cappuccio che copre un viso che in realtà non c’è. Un essere con la voce incolore, estemporaneo ed etereo, il cui compito è accompagnare le creature nel loro ultimo viaggio, eppure che si mostra più sensibile di chiunque altro Black abbia mai incontrato nella sua vita. Mi è piaciuta molto questa dicotomia tra la Morte e la sua empatia, la capacità di cogliere lo struggimento nell’animo del protagonista, nel riconoscere il suo dolore dagli occhi. La Morte è un essere di per sé malinconico e, per questo, capace di cogliere lo stesso sentimento anche negli altri, come da te detto. Ho davvero adorato il modo in cui hai caratterizzato questo personaggio: hai preso la Morte “classica”, così come è dipinta ovunque, ma l’hai fatta tua, le hai donato un tocco personalissimo che l’ha resa tridimensionale e accattivante, dando di lei una chiave di lettura diversa dal solito. È davvero suggestiva l’immagine del Tristo Mietitore che si siede con un’anima, ascoltando il suo struggimento e rendendosene partecipe.
Della creatura che ha preso il controllo di Black, invece, non sappiamo molto, solo che si è finto un meticcio per ingraziarsi il protagonista e poi ne ha preso il controllo per condurlo nella guerra che gli è costata la vita. Il motivo per cui l’ha fatto non è chiaro: la Morte ci dice che era un essere meschino, eppure è davvero tutto qui? Quest’essere misterioso ha fatto ciò che ha fatto solo perché è malvagio? Non c’è scopo nel suo agito? Forse si è impossessato di Black perché lui era più forte e quindi più adatto a entrare in battaglia, ma ciò che si possono fare sono solamente ipotesi, poiché nulla si conosce di questo personaggio. Su di lui, avrei preferito che si fosse data qualche informazione in più, quantomeno per comprendere meglio le motivazioni dietro al suo agito; è vero che la storia è dal punto di vista di Black, e lui è molto confuso circa gli ultimi mesi della sua vita, quelli in cui è stato posseduto. Probabilmente nemmeno conosce gli scopi di colui che l’ha controllato, tuttavia la scelta di non rivelare nulla su questa creatura lascia il lettore confuso e disorientato.
In generale, hai fatto un ottimo lavoro d’introspezione e caratterizzazione con Black e la Morte, mentre per il misterioso traditore avrei preferito qualche dettaglio in più, che certamente avrebbe chiarito alcuni punti oscuri e avrebbe reso la storia più completa.

Trama e originalità: 7,5/10

Per quanto riguarda la trama, la tua storia è più un viaggio nella mente del protagonista, dopo che si riscopre ancora vivo quando non avrebbe dovuto più esserlo. Di per sé, una piccola trama è presente, anche se non approfondita: sappiamo che Black è un meticcio, isolato dal Regno in cui vive a causa di questa sua condizione e dell’atteggiamento di freddezza che si ostina a mantenere. Sappiamo che è stato controllato da qualcuno e costretto a fare delle cose contro la sua volontà, una delle quali è stata scendere in guerra; a seguito di ciò, il protagonista è morto, scoprendo però di non poterlo fare davvero. Di per sé, la trama è buona, ma ci sono molti punti che vengono lasciati oscuri e non approfonditi. Si parla di un Regno, ma non ci viene detto nulla a riguardo, se non che le creature come Black non sono accettate; di Black stesso sappiamo che è un mezzo angelo e un mezzo demone, ma non sappiamo a cosa sia dovuta questa condizione: alla fine, s’accenna a un patto demoniaco, e questo potrebbe far pensare che Black fosse in origine un angelo, divenuto poi mezzo demone a causa di un patto. Oppure, potrebbero essere stati coloro che lo hanno generato a stringere questo patto: purtroppo, la questione è trattata marginalmente, pertanto non si può conoscere la condizione per cui Black sia un meticcio. Si accenna anche a una guerra a cui il protagonista è stato costretto a partecipare, ma di nuovo nulla viene detto riguardo a essa: non sappiamo chi abbia provocato questa guerra, perché imperversi, né contro chi si è scontrato Black. Ovviamente, il fulcro del racconto era l’interiorità del protagonista, il viaggio nei suoi pensieri e nella sua mente disperata, tuttavia un maggior approfondimento di quanto detto sopra sarebbe stato utile per collocare il personaggio in un mondo ben definito e in un contesto più delineato. Ci sono moltissimi spunti interessanti nella tua storia, che tuttavia non sono stati trattati, rendendo difficile figurarsi la vita di Black al di fuori della sua mente. La parte dell’introspezione del protagonista, invece, come già detto in precedenza, è stata trattata in maniera magistrale e sviscerata in ogni suo aspetto, permettendo di avere una visione completa e dinamica del personaggio.
Per quanto riguarda l’originalità, devo dire che la tua storia è particolare. Tratti un tema difficile, come quello del suicidio, in maniera delicata e matura, ma soprattutto innovativa. Per un suicida convinto di voler morire, la negazione della morte è certamente la maledizione peggiore che possa capitare. Tu hai deciso di analizzare i pensieri di qualcuno che vuole morire, ma non può. Il tema della vita eterna e della non morte è, di per sé, un classico, ma tu lo hai trattato in una chiave diversa: nella tua storia, non c’è qualcuno che agogna all’immortalità, o che architetta qualche stranezza per sfuggire alla morte, nella tua storia è presente invece la situazione completamente inversa. Black vuole morire, ma non ci riesce. L’immortalità è vista come una maledizione, come qualcosa che non si vuole, ma che non si può evitare, ed è questo che ha reso la tua storia così originale. La vita eterna, per una volta, non è l’obiettivo, ma il male assoluto. Ti faccio i complimenti anche per il modo in cui hai trattato il tema del suicidio, che aleggia sì per tutta la storia, ma grazie al modo in cui hai strutturato i pensieri di Black, non è fastidioso o eccessivo. La naturalezza che il tentativo di porre fine alla propria vita ha per il protagonista, lo rende come parte di lui, come una caratteristica inscindibile che lo delinea come Black e senza la quale si perderebbe lo spessore del personaggio. Il modo in cui hai dipinto la Morte, poi, come fosse un’amica, rende l’idea del contrappasso meno spaventosa, quasi gradevole. Mentre nella maggior parte delle storie che parlano di suicidio la morte è vista come un qualcosa di spaventoso, nel tuo racconto appare invece come un viaggio sereno, che conduce a un luogo di tranquillità e pace, che si può raggiungere solo dopo aver trovato uno scopo nella vita. Anche l’idea di dover avere una vocazione per poter morire è molto originale: per essere degni della tomba, occorre avere un’identità e un obiettivo, altrimenti si resta sospesi in un limbo fatto di eternità. Ti faccio i complimenti per come sei riuscita anche a intrecciare interiorità di Balck e mondo esterno, dove pioggia e luoghi ostili la fanno da padroni, a richiamare la desolazione del protagonista. L’immagine di Black, poi, seduto con la Morte su un fragile ramo, a simboleggiare la caducità dell’esistenza, è stata davvero suggestiva e d’impatto.
Gli elementi del Dark fantasy sono presenti: la storia è permeata in ogni sua parte da un persistente senso d’angoscia, anche grazie alla tematica trattata; il mondo da te creato è cupo, privo di colori e di umanità: l’unico essere che ne mostra un po’, quasi per ironia, è proprio la morte. Sia il mondo interiore di Black che quello esterno sono terribili e crudeli, luoghi dove tutto è in rovina e non c’è più posto per la speranza o la gioia. Il protagonista da te creato è tormentato, disperato, distrutto e senza possibilità di redenzione. Sei riuscita a creare una storia angosciante, ingiusta e tetra: complimenti!

Utilizzo del pacchetto: 2/5

Il punteggio di questa voce è purtroppo molto basso, in quanto hai usato solamente due elementi del pacchetto.
Per quanto riguarda l’oggetto, sono stata molto titubante riguardo il punteggio da assegnare. È vero che la falce non compare materialmente nella storia (se non impugnata dalla Morte) e che non ha un ruolo attivo nella vicenda, ma è anche inequivocabilmente vero che il simbolo iconografico per eccellenza della morte sia, appunto, la falce. Apprezzo sempre molto quando gli elementi assegnati vengono utilizzati in maniera creativa e invero nulla v’impediva di usare l’oggetto in maniera allegorica o astratta, per cui alla fine ho deciso di assegnarti punteggio pieno, in quanto la Morte è ampiamente presente nella storia, e non si può pensare a essa senza accostarla alla falce. (+1)
Per quanto riguarda la frase, essa è stata inserita in maniera pertinente e coerente all’interno della storia. Ti faccio i complimenti, anche qui, per l’interpretazione che hai dato alla stessa; sei andata oltre il senso ironico della frase, che è quello che la connota e che cattura subito l’attenzione: anche le persone che credono di essere indispensabili muoiono come chiunque altro. Tu, invece, hai dato un’accezione seria alla massima, trattandola letteralmente per ciò che dice: muoiono solo le persone che si credono indispensabili, che hanno uno scopo e una vocazione. Complimenti! (+1)

Gradimento personale: 4/5

La tua storia mi è piaciuta molto. Ho adorato il protagonista, ho provato empatia e pietà per lui e mi sono dispiaciuta per le sue sorti. Ho davvero amato i flashback, in cui Black si confronta con la Morte, e l’immagine di loro due seduti su un ramo, la cui resistenza scandisce la durata della conversazione. Mi è piaciuto il modo in cui hai dipinto la Morte, diverso e originale rispetto al solito, che l’ha resa un classico, ma con un tocco personalissimo che ha portato una ventata di novità in quello che altrimenti avrebbe rischiato di essere un cliché.
Ti faccio di nuovo i complimenti per il modo in cui hai trattato la tematica del suicidio, intrecciandola al sovrannaturale e facendola andare di pari passo con la crudezza del mondo esterno e con le fatiche di Black per sopravvivere. Hai dipinto un mondo ingiusto e una condizione altrettanto ingiusta: hai descritto una situazione molto attuale, quella in cui l’abbandono e l’emarginazione portano a una fine tragica e dove chi è abbandonato a se stesso è destinato a distruggersi pian piano, senza possibilità di riabilitarsi. Hai descritto molto bene il desiderio morboso della morte, la spasmodica ricerca della stessa e la sofferenza per non riuscire a raggiungerla, quel dolore che è anche fisico per non essere stati accettati, di nuovo, neanche nel luogo dove tutti naturalmente dovrebbero infine giungere. Hai creato un’atmosfera cupa, tetra e coinvolgente, che hai utilizzato per spingere a riflettere su una tematica tanto attuale quanto sottovalutata. Complimenti!

Punteggio totale: 30,5/40

[Modificato da Dark Sider 26/09/2019 13:53]
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Giudice*****
25/09/2019 22:23
 
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Quarta classificata

e vincitrice del premio “Antieroe”

”Legami mortali” di Silkworm25


Grammatica e stile: 8/10 ( 4 grammatica + 4 stile)

Dal punto di vista grammaticale, ho notato degli errori diffusi nella consecutio temporum, soprattutto nella parte iniziale del testo. Questo purtroppo, oltre a rappresentare un errore di per sé, ha reso anche la lettura difficoltosa e confusa, tanto che ho dovuto rileggere la storia per due volte, per comprendere bene la successione degli eventi narrati. (-0,5, per il fatto che l’errore sia ripetuto in più punti)
Di seguito, riporto in dettaglio gli errori riscontrati relativi a quanto detto sopra.

“Gli individui come lui sono rari e la regina sa che, se lo avesse liberato dalle sue spire, l’avrebbe tradita alla prima occasione” ---> La frase dovrebbe essere ”Gli individui come lui sono rari e la regina sa che, se lo liberasse dalle sue spire, la tradirebbe alla prima occasione.”

“l’unica circostanza che permetteva ad Ardala di poter regnare incontrastata era il potere di controllare ed imprigionare la magia; o meglio, coloro che possedevano la magia.” ---> La frase dovrebbe essere ”l’unica circostanza che permette ad Ardala di poter regnare incontrastata è il potere di controllare ed imprigionare la magia; o meglio, coloro che possiedono la magia.”

Conosceva la regina come nessun’altra creatura al mondo e probabilmente era l’unico di cui avesse imparato a fidarsi, a parte i suoi maledetti corvi senzienti.” ---> La frase dovrebbe essere ”Conosce la regina come nessun’altra creatura al mondo e probabilmente è l’unico di cui abbia imparato a fidarsi, a parte i suoi maledetti corvi senzienti.”

”Tutti credevano che Ardala avesse rafforzato le difese della fortezza attraverso la magia, ma così non era ---> La frase dovrebbe essere ”Tutti credono che Ardala abbia rafforzato le difese della fortezza attraverso la magia, ma così non è”.

”Gli ha preso la capacità di regionare, lo ha reso incapace di obbedire cosicché quell’adolescente ebbro di ideali, che sognava soltanto un mondo migliore, che desiderava sfamare la sua famiglia, si è rivoltato contro i suoi compagni e con la forza rabbiosa di un pazzo, l’adrenalina alle stelle, li ha affrontati. A suon di forza bruta ed istinto ferino, prima di cadere a terra morto, ne ha infettati altri, che ne hanno infettati altrettanti.” ---> Anche qui la consecutio temporum è errata: il flashback è scritto tutto utilizzando il Trapassato Prossimo, per cui anche in questo passaggio avresti dovuto utilizzare tale tempo verbale, anziché il Passato Prossimo, che indica un tempo più vicino al presente rispetto all’altro. La frase avrebbe dovuto essere ”Gli aveva preso la capacità di ragionare, lo aveva reso incapace di obbedire cosicché quell’adolescente ebbro di ideali, che sognava soltanto un mondo migliore, che desiderava sfamare la sua famiglia, si era rivoltato contro i suoi compagni e con la forza rabbiosa di un pazzo, l’adrenalina alle stelle, li aveva affrontati. A suon di forza bruta ed istinto ferino, prima di cadere a terra morto, ne aveva infettati altri, che ne avevano infettati altrettanti.” Ti segnalo, inoltre, il refuso riguardante la parola ”ragionare”.

”Gli era subito chiaro che non avrebbe potuto nascondersi al potere della Rivale.” ---> La frase avrebbe dovuto essere ”Gli era stato subito chiaro che non avrebbe potuto nascondersi al potere della Rivale.”

Di seguito, invece, riporto gli altri sporadici errori riscontrati, con accanto il relativo punteggio sottratto.

”La sua enorme conoscienza, tutta la storia e la cultura del mondo, non l’hanno salvato dalla cattura.” ---> ”conoscenza”. Inoltre, tra ”mondo” e ”non” non va la virgola, in quanto i soggetti non devono essere separati dal verbo a loro riferito da alcun segno d’interpunzione, a meno che non vi sia un inciso. (-0,3)

“Le persone era pasciute e felici.” ---> ”erano”. Refuso, per cui non sottraggo punti.

”Isibeal non era come si aspettava: dalla pelle candida come la neve, i capelli neri come l’ebano, la
bocca rossa come il sangue era di una bellezza soprannaturale e disarmante, per il Ladro”
---> Manca una virgola tra ”sangue” ed ”era”, in quanto il verbo non è riferito alla bocca rossa come il sangue, ma a Isibeal. (-0,1)

“Come gli uccelli e le catene, quelle pareti erano gli strumenti del potere di Isibel.” ---> ”Isibeal”, refuso.

”Tutta quella consapevolezza, quella superbia, lo irritarono, tanto da tentarlo dal provare di sopprimerla all’istante.” ---> ”a sopprimerla”, refuso.

”Ai suoi piedi, c’era una pozza di liquido giallastro, formata dalla sua saliva, da cui ancora le scendeva un rivolo dalla cavità che, presumibilmente era la bocca” ---> La parola ”presumibilmente” dovrebbe essere racchiusa tra due virgole, essendo un inciso. (-0,1)

Per quanto riguarda lo stile, hai un modo di scrivere davvero piacevole, lineare e pulito. Usi dei termini non troppo ricercati, ma non per questo il tuo modo di scrivere risulta povero o sgraziato. La scelta dei termini e i loro accostamenti contribuiscono a creare una narrazione scorrevole e chiara. Il tuo stile è molto funzionale alla narrazione e al tipo di storia che hai deciso di raccontare, a questa fiaba rivisitata in chiave dark: il modo in cui hai descritto si avvicina molto a quello adottato nelle fiabe di Andersen o dei fratelli Grimm e questo me lo ha fatto molto apprezzare. Ottimo anche l’uso della punteggiatura: utilizzi in maniera impeccabile e appropriata i vari segni d’interpunzione, dimostrando di averne padronanza e di conoscere l’utilizzo di ognuno di essi. Ho apprezzato, in particolare, l’uso che hai fatto delle virgole, che hanno contribuito a creare delle pause d’effetto e a sostenere il ritmo della narrazione.
Per quanto riguarda le descrizioni, ho molto apprezzato anche queste. Non le hai mai rese noiose dilungandoti troppo o appesantendole con troppi aggettivi; tuttavia, esse sono risultate chiare, d’impatto ed efficaci. Ti faccio i complimenti per il modo in cui hai dipinto il mondo da te creato e per come tu sia riuscita a creare delle immagini vivide e d’impatto, molto immersive: facilmente ci s’immagina il regno di Ardala, devastato dalla fame, e i suoi macilenti abitanti. Altrettanto facilmente, ci s’immerge nel mondo di Isibeal, totalmente opposto a quello della rivale, con i suoi luoghi ameni e rigogliosi e gli abitanti gentili e felici. Ho adorato il contrasto così netto che sei riuscita a creare tra i due regni, complice appunto il tuo modo di descrivere diretto e ricco di particolari, seppur non esagerato. Hai un modo di tratteggiare luoghi e creature davvero efficace e immediato, volto a creare subito nel lettore un’immagine vivida di ciò che sta leggendo, catapultandolo nella tua storia, a camminare tra i boschi del regno di Isibeal o tra i villaggi in rovina del regno di Ardala. Mi è piaciuta anche molto la descrizione che hai fatto di Wren all’inizio: efficace e d’impatto.

Caratterizzazione personaggi: 6,5/10

Nella storia, vengono nominati vari personaggi, anche se il protagonista principale è, senza ombra di dubbio, Wren il Ladro. Di lui, come già detto, offri un’efficace descrizione fisica volta a far comprendere subito al lettore le condizioni di agonia e tormento in cui verte: egli è prigioniero e sofferente, costretto a servire la malvagia regina Ardala. Nel corso della narrazione, scopriamo che Wren non s’interessa delle condizioni del regno in cui vive, e si limita a servire la Regina della Fame perché, egoisticamente, vuole salvarsi la vita, una vita che si prospetta essere eterna. Seppur nella brevità del componimento, sei riuscita a dare un’immagine precisa del personaggio e del suo modo di pensare e di vedere la vita: egli ha accettato quasi di buon grado la sua condizione, poiché questa gli porta dei vantaggi; non gli interessa se il resto del regno verte in condizioni pietose, perché lui è salvo e al sicuro e questo è tutto ciò che conta. Anche quando decide di tradire Ardala, non lo fa per sentirsi una persona migliore, per riscattarsi, ma perché ammaliato da un altro tipo di potere, quello di Isibeal, che gli fa credere che sia giusto essere prigioniero per permetterle di dare vita al suo regno, in un moto d’adorazione che è indotto. Non c’è riscatto in questo personaggio, non c’è pentimento: egli è fosco, egoista, sordo alla sofferenza, non è pietoso e non ha una moralità votata al bene; senza alcun dubbio, hai dato vita a un personaggio tetro e tormentato, che ho molto apprezzato per questo; Wren è malvagio e rimane tale fino alla fine: sembra avere un cambiamento al termine del tuo racconto, una svolta verso il bene dovuta alla meraviglia per ciò che ha visto nel regno di Isibeal, ma in realtà il suo comportamento è solo frutto di un’altra prigionia, una schiavitù forse peggiore della precedente e di cui lui, inizialmente, neppure si rende conto.
Nonostante tu abbia caratterizzato molto bene il personaggio, avresti forse potuto dire qualcosa in più su di lui. Avrei preferito leggere, ad esempio, qualcosa del suo incontro con Isibeal: ci dici che vede la regina e che l’aveva immaginata diversa da come gli appare, e poi ci dici immediatamente che non ricorda se l’ha attaccata o meno, e si trova di nuovo a vagare nel regno di lei, prossimo a scoprire di essere suo prigioniero. Sicuramente è stata una scelta dettata dal non voler rivelare subito al lettore questo particolare, ma il passaggio è risultato piuttosto confuso e privo di spessore, benché avrebbe dovuto essere uno dei momenti più importanti della tua storia. Avresti potuto giocare un po’ di più sull’introspezione di Wren, sulle sue impressioni davanti a Isibeal e alla confusione talmente grande da avergli fatto dimenticare cosa fosse successo. Anche nel momento finale, quando il ladro si strappa le catene e tradisce la Regina della Fame, avresti potuto soffermarti un po’ di più a spiegare meglio il motivo per il quale prova tutta quest’adorazione per Isibeal. Non è mai chiaro, in tutta la storia, per quale motivo abbia deciso di passare dalla parte di Isibeal e morire per lei: è davvero tutto frutto del potere della regina, o c’è anche qualcosa del libero arbitrio, in questa scelta? Allo stesso modo, mi sarebbe piaciuto leggere qualcosa del suo passato, che mi facesse comprendere cosa avesse vissuto e affrontato che l’ha fatto diventare quello che è. Ecco, con un minimo di introspezione in più il personaggio sarebbe stato perfetto.
Wren è anche, purtroppo, l’unico personaggio a essere ben caratterizzato. Arq ci viene presentato come un altro sottoposto della regina che, dopo anni di prigionia, ha deciso di servirla spontaneamente, cedendo persino il suo potere: viene detto che l’ha fatto per riacquistare una parvenza di libertà e che anche lui teme la regina. Le informazioni che ci vengono date sul veggente sono sufficienti a farsene un’idea, ma esso rimane un personaggio piuttosto marginale, utilizzato per giustificare l’immortalità di Ardala e la capacità di Wren di trovare la porta nascosta nell’albero (entrambi espedienti che ho apprezzato molto), ma a parte questo rimane un personaggio molto piatto e poco dinamico, nonostante, ripeto, ce ne fornisci informazioni sufficienti per comprendere chi sia.
Passiamo ad Ardala e Isibeal, le due rivali. Mentre della prima ci viene detto qualcosa in più, della seconda non si sa praticamente nulla. Di Ardala sappiamo che è una tiranna spietata, che assoggetta le creature magiche per accrescere il suo potere, privando così la terra di tutto il suo nutrimento e affamando il suo popolo. Sappiamo anche che si è resa immortale, legandosi ad Arq. Il motivo del suo agito, tuttavia, non viene mai spiegato: anela il potere e il controllo, ma perché? È un essere malvagio a causa di cosa? Purtroppo la descrizione che ce ne viene fornita è abbastanza superficiale: ci vengono ampiamente descritte le sue capacità, ma non la sua personalità. Ardala manca completamente d’introspezione e questo ha contribuito a non renderla un personaggio di spessore. Di Isibeal, invece, a parte la descrizione fisica e quella del suo potere, non sappiamo assolutamente nulla, se non quel poco che si può intuire dalla storia: essa è un personaggio evanescente, privo di una vera e propria definizione caratteriale. Presumibilmente è crudele tanto quanto Ardala, anche se in maniera meno plateale e più nascosta, ma nulla sappiamo dei suoi pensieri e della sua psicologia.
In sintesi, delle regine avrei preferito una maggiore caratterizzazione, dato che la storia si sviluppa dalla loro rivalità, rivalità di cui non si conosce l’origine e la ragione: Ardala forse teme che Isibeal possa prendersi anche il suo regno, ma a cosa sia dovuto questo timore è ignoto, perché i due regni sembrano coesistere ignorandosi. In generale, una maggiore introspezione dei personaggi avrebbe contribuito senza dubbio a renderli più dinamici e d’impatto. Ciò non toglie comunque l’ottimo lavoro fatto con Wren, che ho adorato.

Trama e originalità: 8/10

Per quanto riguarda la trama, la tua storia è ben costruita. Delinei bene il mondo in cui si muovono i personaggi e ne fai comprendere tutte le dinamiche. Ho apprezzato il fatto che ci venga presentato un momento presente, per poi sportare l’attenzione agli eventi che hanno condotto a quel momento, attraverso un flashback, per poi tornare di nuovo al presente. È stato un modo, questo, per stuzzicare la curiosità nel lettore e fargli domandare cosa fosse accaduto in precedenza. Sappiamo da subito che Wren non ha ucciso Isibeal, ma non conosciamo fino alla fine le sue sorti: sarà in grado di liberarsi dalle sue catene oppure no? È un quesito che assilla chi legge fino alla fine, tenendolo con il fiato sospeso e mantenendo accesa la sua curiosità. L’intreccio non è complesso, presenti una trama lineare e semplice, ma non per questo meno godibile. Nella sua semplicità, è ben costruita e strutturata: ogni cosa viene spiegata, dal mondo, al compito e destino di Wren, alla misera fine della regina. Non ho riscontrato incongruenze tra gli eventi: hai saputo gestire tutto alla perfezione, quindi ti faccio i miei complimenti. L’unico appunto che posso fare è che lo stacco tra presente e flashback è molto netto, e forse un passaggio più sfumato e chiaro avrebbe reso la lettura più agevole, ma questo è un gusto puramente personale, che non intacca in alcun modo il mio giudizio positivo sul tuo lavoro.
L’unico momento di confusione si ha, appunto, come detto in precedenza, quando Wren si trova al cospetto di Isibeal e poi, di nuovo, a vagare per il suo regno. Una trattazione più ampia e dettagliata del momento dell’incontro avrebbe reso più chiara la vicenda.
Per quanto riguarda l’originalità, quella che hai presentato è una rilettura in chiave dark della fiaba di Biancaneve. Questo avrebbe potuto penalizzarti, perché sarebbe stato facile ricalcare la fiaba popolandola di elementi cupi e foschi, tuttavia non è questo il caso. Sono rimasta sbalordita e colpita dal modo in cui hai riutilizzato la favola, rendendola perfettamente riconoscibile, ma al contempo facendola tua, reinterpretandola in un modo che non mi sarei mai aspettata. Ho adorato il potere della regina che le consente di soggiogare le creature e piegarle alla sua volontà: sebbene non sia un tema originale, tu hai saputo trattarlo in maniera interessante e accattivante. Un’altra cosa che ho decisamente amato in questa storia, è la trasposizione dei sette nani: all’inizio mi sono domandata dove fossero, perché presa dallo sgomento di Wren e dalla descrizione delle creature nelle celle (che ho a dir poco adorato), mi era completamente sfuggito il collegamento. Poi ho realizzato e di nuovo sono rimasta piacevolmente colpita: nella favola, i sette nani sono servizievoli con Biancaneve e adoranti, e tu hai interpretato tutto questo in maniera magistrale. Inoltre, mi è piaciuto moltissimo il fatto che i sette prigionieri non solo fossero un richiamo ai sette nani, ma rappresentassero anche i sette peccati capitali.
La storia da te presentata è molto classica per il genere, ma tu hai saputo svilupparla in maniera personale, rendendola godibilissima e inserendo elementi e chiavi di lettura che l’hanno resa particolare.
Gli elementi del Dark fantasy sono indubbiamente presenti: il regno di Ardala è macabro e fosco, caratterizzato da disfacimento e dolore. Anche nel bellissimo e fatato mondo di Isibeal c’è qualcosa che stona, che non va, come se fosse tutto troppo perfetto e, infatti, la regina si rivela subdola e crudele tanto quanto la sua rivale, spremendo sette sventurate creature per i suoi scopi. Il protagonista è un antieroe molto ben fatto, che non agisce per onore o bontà, ma per egoismo e sopravvivenza. Hai creato un racconto fosco, dove la malvagità si presenta in varie forme, in un mondo permeato di sofferenza e orrore. Complimenti!

Utilizzo del pacchetto: 4,5/5

Wren è un ladro, quindi il personaggio del pacchetto è stato utilizzato. Ti faccio i complimenti per l’uso che ne hai fatto, molto originale: ho adorato che Wren non fosse un ladro nel senso classico del termine, ma che rubasse la vita e la sanità mentale dalle persone. Sei stata davvero molto brava. (+1)
L’oggetto da utilizzare erano le catene e, di nuovo, ti faccio i complimenti per l’uso che ne hai fatto: anche qui, non si tratta di catene fisiche, ma immateriali e impalpabili, costituite dal potere di Ardala. È stato un modo molto originale di usare l’oggetto assegnato. (+1)
Il prompt obbedienza è stato utilizzato appieno: Wren, così come tutte le creature che sottostanno ad Ardala, è costretto a una cieca obbedienza verso la Regina della Fame, tanto che quando cerca di opporsi le catene si stringono a lui dolorosamente, riportandolo all’asservimento totale. Anche alla fine, quando Wren si libera delle sue catene, in realtà lo fa perché sta servendo qualcun altro. (+2)
La frase è stata inserita all’interno della storia, tuttavia non ti ho dato punteggio pieno perché non mi ha convinta il passaggio in cui l’hai usata: sarebbe stata perfetta pronunciata da Wren in qualsiasi contesto precedente, dato che serve Ardala per puro spirito di sopravvivenza, ma la scelta di utilizzarla quando si libera dalle catene mi ha lasciata un po’ perplessa. Wren sta tradendo Ardala perché, come viene detto nel testo, vuole che Isibeal si serva di lui per plasmare un mondo senza carestie o malattie. Non lo sta facendo per sopravvivenza, quanto piuttosto per idolatria, e questo è il motivo per cui l’utilizzo della frase non mi ha convinta del tutto. (+0,5)

Gradimento personale: 4/5

La tua storia mi è piaciuta. È stata una lettura davvero piacevole, di cui ho apprezzato alcune scelte, prima fra tutte il potere che ha Wren, così potente e terribile, di risucchiare vita e ragione dalle persone. Wren stesso è un personaggio che ho trovato molto interessante: mi è davvero piaciuto leggere di lui e mi spiace che non sia stato maggiormente approfondito (la brevità della storia ovviamente ha contribuito a questo), perché l’ho veramente adorato: nonostante sia malvagio e oscuro, soffre per la sua condizione e cerca solo di sopravvivere in un regno fatto di carestie e odio; non ha mai visto nulla di diverso nella sua vita e, quando succede, rimane incantato in un moto quasi puerile. È un personaggio tormentato, che è costretto a vivere sempre in una condizione di asservimento e schiavitù: mi è piaciuto davvero molto come lo hai dipinto.
Torno a farti i complimenti per i sette nani/sette peccati capitali assoggettati a Isibeal: li ho un po’ visti come un’allegoria del nostro mondo, che appare bello e rigoglioso, ma che in realtà è sorretto dal male, in un’illusione di cui tutti sono ignari, ma che preferiscono al vivere sulla propria pelle e direttamente le conseguenze di quella malvagità. Inoltre, ho adorato il concetto di legame che hai sviluppato nella storia, talmente viscerale da unire tutti nell’immortalità così come nella morte.
Una storia davvero profonda e coinvolgente, dal sapore amaro fino alla fine. Complimenti!

Punteggio totale: 31/40

Premio “Antieroe”: questo premio ti è stato assegnato per il personaggio di Wren, un antieroe in piena regola. Per definizione, l’antieroe è un personaggio che manca di alcune (o tutte) le caratteristiche tradizionali dell’eroe, come altruismo, idealismo, coraggio, nobiltà e forza d'animo, bontà, oppure dimostra qualità opposte, e Wren ne è esattamente lo specchio. Egli è egoista, approfittatore, accetta l’asservimento perché gli porta vantaggi, perché gli garantisce la sopravvivenza; non s’interessa delle sofferenze del mondo, ma pensa solo ed esclusivamente a se stesso. Non c’è nulla di eroico o positivo in questo personaggio.
[Modificato da Dark Sider 26/09/2019 13:54]
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25/09/2019 22:25
 
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Terza classificata

”Credere non ti salverà questa volta” di GiuniaPalma


Grammatica e stile: 9,4/10 (4,9 grammatica + 4,5 stile)

Dal punto di vista della grammatica, non ho riscontrato praticamente errori (a parte una piccolezza e qualche ripetizione), perciò ti faccio i miei complimenti, perché da questo punto di vista sei stata impeccabile.
Di seguito, riporto in dettaglio gli errori riscontrati, con accanto il relativo punteggio sottratto.

“ Gure si era fidato e finora quella fiducia era stata ben riposta.” ---> Sarebbe stato più corretto l’utilizzo di “fino a quel momento” dato che si sta scrivendo al passato, mentre la parola “finora” si riferisce a un lasso di tempo che perdura fino al presente; non sottraggo comunque punti, dato che è una sottigliezza e spesso si usa indistintamente l’una o l’altra forma anche al passato.

” L’unica cosa che testimoniava una presenza era un odore sgradevole che diventava sempre più pregnante ad ogni passo.” ---> Con ”pregnante” credo volessi intendere ”intenso” o ”pungente”, tuttavia l’uso dell’aggettivo non è corretto nel contesto della frase, in quanto i suoi due unici significati sono ”che sta per partorire” e ”denso di significato”, riferito a parola o discorso. (-0,1)

Per quanto riguarda lo stile, hai un modo di scrivere semplice e lineare, chiaro e pulito, caratterizzato da frasi brevi e concise, ma d’impatto. La scelta dei termini e del loro accostamento consente di creare immagini d’effetto ed evocative, capaci di arrivare al lettore e di trascinarlo nella tua storia. L’immediatezza delle frasi, prive di fronzoli, permette di avere una visione chiara delle scene e degli eventi. Ho trovato il tuo stile crudo molto funzionale alla narrazione: ha contribuito a creare e rendere molto bene l’atmosfera cupa che aleggia per tutta la storia, mantenendo viva l’attenzione sui dettagli raccapriccianti della scena e sul senso d’ansia e pericolo che la domina: qualcosa non va, un evento terribile sta per abbattersi sul protagonista e tu sei riuscita a trasmettere molto bene l’imminenza di questa catastrofe grazie alla scelta oculata e azzeccata dei termini. Ho apprezzato, soprattutto, alcune scelte sull’accostamento delle parole, che hanno dato vita a immagini davvero suggestive: ” aveva dato vita a quella morte”, ”Gure aveva capito, ma Kuro aveva capito che lui aveva capito”, ”aveva osato anche credere che credere lo avrebbe salvato” sono gli esempi più lampanti di ciò che voglio dire. Infine, hai un uso della punteggiatura molto particolare, volto a evidenziare concetti e sensazioni, creando un ritmo incalzante e coinvolgente.
Per quanto riguarda le descrizioni, sono dettagliate quanto basta: non ti dilunghi troppo nel descrivere ciò che accade e non ti soffermi su particolari inutili, tuttavia la narrazione ricca di aggettivi, il coinvolgimento di tutti i sensi e il focus sulle sensazioni del protagonista consentono di avere una visione chiara di ciò che accade e d’immaginare senza sforzo la scena. Non sacrifichi l’azione a discapito di descrizioni troppo lunghe, ma al contempo esse sono sufficientemente dettagliate da permettere di immergersi nelle situazioni. Hai un modo di scrivere che cattura il lettore e lo trascina all’interno della tua storia, creando immagini vivide e reali, trasmettendogli le sensazioni che i personaggi si trovano a provare; sei capace di catturare e mantenere viva l’attenzione, senza mai annoiare con spiegazioni troppo lunghe. Il tuo modo di scrivere è immediato, diretto e capace di trasmettere con grande intensità.

Caratterizzazione personaggi: 8/10

Nella tua storia, ci presenti due personaggi, Gure e Kuro, e ce ne nomini un terzo, il mago bianco Shiro. Mentre di quest’ultimo sappiamo poco nulla, gli altri due sono stati tratteggiati con maggiore attenzione. Sia di Gure che di Kuro vengono mostrati carattere e personalità attraverso uno show, don’t tell davvero bene riuscito: lungo tutto il racconto, attraverso pensieri e agito dei due, si riesce a entrare nel loro mondo e nella loro testa, cogliendone il carattere e la moralità.
A Gure non si può non affezionarsi, anche grazie alla scelta degli aggettivi riferiti alla sua persona, con i quali non manchi mai di sottolineare quanto il nano sia piccolo, quasi a voler rimarcare quanto sia indifeso e fragile rispetto ai pericoli a cui sta andando incontro. Di lui si apprende immediatamente che non crede nella magia, nonostante ne abbia concreti esempi nel mondo che lo circonda, e che ha intrapreso un viaggio per raggiungere il villaggio dei sangue misto. Poco più avanti, si scopre che Gure ha un animo talmente curioso da sopraffare persino il terrore alla vista del massacro che si trova davanti una volta giunto a destinazione: è quella stessa curiosità che lo porta ad avvicinarsi a Kuro e a porgergli domande sull’accaduto, nel tentativo di comprendere; infine, si dimostra anche pronto ad abbandonare ciò in cui crede (o, meglio, non crede) per salvarsi la vita, senza troppi rimpianti o rimorsi, a sottolineare come l’istinto di sopravvivenza sia in lui più forte della moralità. È un personaggio, quello che ci presenti, dalle mille sfaccettature, che sei riuscita a rendere bene pur nella brevità dello scritto. Non si può non trovare piacevole questo piccolo nano che sta placidamente compiendo il suo viaggio, e non si può non entrare in empatia con lui per la misera fine a cui va incontro, solamente perché si è ritrovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Si prova pena per questo piccolo nano, dal piccolo stomaco e le piccole mani, pacifico e indifeso, massacrato ingiustamente da un essere crudele. Tutto ciò che accade è visto attraverso i suoi occhi e percepito attraverso le sue sensazioni, espediente narrativo che ha senza alcun dubbio contribuito a farmi affezionare immediatamente a lui nel giro di poche righe.
Passiamo ora al villain, Kuro: di lui sappiamo che è un mago bianco impazzito per l’uso di magia nera, che l’ha corrotto e reso folle. Tutti lo temono, poiché vaga in cerca di sangue, senza raziocinio. Lentamente, con il passare della narrazione, caliamo nella mente di questo personaggio, venendo a conoscenza a poco a poco e con orrore della sua follia, che sveli pian piano, in un crescendo di tensione e ansia. Sottolinei spesso il particolare degli occhi sbarrati, che inizialmente Gure scambia per shock, e che invece sono il segno inequivocabile della sua pazzia. Egli è un uomo scaltro, sicuro di sé e del suo potere: si prende tempo per beffarsi della sua ignara vittima, per ingannarla facendole credere che sia un vecchio indifeso, scampato al massacro perché ha creduto nella magia di Kuro; con sottile sadismo, non ha fretta di perpetrare il suo intento, ma si crogiola nella sua stessa malvagità, beandosi dell’iniziale ingenuità di Gure. Kuro è senza dubbio un personaggio molto interessante, di cui hai saputo rendere bene la sinistra pazzia e il piacere che prova nel seminare morte e distruzione; egli è oscuro, fosco, subdolo, ingannatore e le descrizioni che hai fornito di lui, del modo in cui agisce, del sorriso sadico che s’allarga sempre di più sul suo viso hanno contribuito a renderlo un villain d’impatto e capace di rimanere impresso nella mente e nel cuore dei lettori. Ho un debole per i cattivi delle storie, quindi faccio sempre particolare attenzione a come vengono resi, e tu sei riuscita sicuramente a dipingere un personaggio degno del ruolo che ricopre nella storia e della nomea che si è costruito nel mondo da te creato.
Passo ora a spiegarti perché il punteggio della voce non è pieno. Nella tua storia, purtroppo, non c’è molta introspezione: le descrizioni che ci vengono fornite dei protagonisti e del loro agito sono ben fatte e funzionali a creare una loro nitida immagine in chi legge, tuttavia non si va oltre questo. Di Kuro e Gure si sa quanto basta e non si scende mai nel dettaglio della loro psicologia. Indubbiamente, la brevità del racconto ti ha penalizzata in quest’aspetto. Un’analisi più approfondita dei personaggi, dei loro pensieri e della loro mente avrebbe sicuramente contribuito a donare loro maggiore dinamicità, creando una personalità più definita e permettendo al lettore di conoscerli più a fondo. Nel leggere la tua storia, non si rimane confusi dai personaggi, si comprende bene di chi si sta parlando, e del perché del comportamento che attua, ma non si scava a fondo, si rimane in superfice, e dei protagonisti si conosce solamente ciò che viene descritto nella scena del villaggio e poco più. Di Shiro, poi, non si sa praticamente nulla: apprendiamo che è un mago sangue bianco, ma non perché, ad esempio, sia rimasto per qualche tempo al villaggio dei nani dal sangue grigio; certo, egli serve, nella narrazione, solamente per dare informazioni a Gure su come raggiungere la sua meta e a portarlo a conoscenza dell’esistenza di Kuro, ma qualcosa in più su di lui si sarebbe potuto dire, quantomeno sul motivo della sua presenza al villaggio. Parimenti, avresti potuto spiegare il motivo che ha spinto Kuro a iniziare a usare la magia nera, avvenimento che l’ha portato a essere ciò che è diventato. In generale, una maggiore introspezione avrebbe senza dubbio contribuito a rendere i personaggi più di spessore e a caratterizzarli in maniera più approfondita, anche se ne hai comunque saputo delineare bene le personalità, come già detto.

Trama e originalità: 8,5/10

Nella tua storia non è presente una vera e propria trama, quanto più uno spaccato di vita, un episodio isolato. Del mondo in cui si muove il protagonista non sappiamo molto, solamente che esso è caratterizzato da creature dal sangue di colore differente in base alla razza a cui appartengono. Poi veniamo a conoscenza dell’esistenza dei sangue misto, ma di loro non ci viene detto nulla: perché hanno questa peculiarità? È dovuta al fatto di essere meticci o a qualcos’altro? Inoltre, il fatto che il sangue di Kuro sia cambiato da bianco a nero a causa dell’utilizzo della magia nera, fa pensare che il sangue non sia collegato solamente alla razza a cui si appartiene, ma quantomeno anche alla magia, e che esso può mutare in qualche modo il suo colore (come infatti accade anche quando Kuro se ne nutre). Tuttavia, di nuovo, non viene spiegato nulla a riguardo, perciò quest’aspetto che è centrale nella narrazione non viene mai approfondito, e rimane molto sullo sfondo. Parimenti, non sappiamo il motivo per il quale Gure sia in viaggio: pare che il villaggio dei sangue misto non sia la sua meta finale, in quanto viene detto che Shiro lo ha indicato al nano come un luogo dove sostare e riposare; il motivo che ha spinto Gure a mettersi in viaggio, attraversando anche un’oscura foresta, tuttavia rimane completamente ignoto, perché nulla ci viene detto a riguardo. Non viene mai nemmeno spiegato cosa siano i gufastori, anche se dal nome e dal fatto che vedano al buio e rosicchino tutto, credo che siano una sorta di incrocio tra un gufo e un castoro (se è così, sono davvero adorabili). Insomma, hai creato degli spunti davvero molto interessanti per il mondo in cui si muovo i personaggi: essi tuttavia non sono stati approfonditi a sufficienza per darne al lettore un’idea chiara; rimane tutto molto sullo sfondo, appena accennato e questo non consente di riuscire a figurarsi bene l’universo da te creato. Per quanto riguarda l’episodio che costituisce la storia, esso è invece stato descritto con dovizia di particolari, facendo perno sulla disperazione e l’orrore che permea la scena e che accompagna il lettore, quasi da subito, fino alla conclusione dello sfortunato viaggio di Gure. Sei riuscita a dare un’idea precisa e coerente di ciò che succede, senza mai cali di tensione, spingendo il lettore a voler conoscere le sorti del povero Gure, a domandarsi cosa ne sarà di lui. Ti faccio i complimenti per essere riuscita a costruire, in poche parole, un luogo colmo di orrore e raccapriccio e un racconto disturbante e malvagio.
In quanto a originalità, l’idea del sangue colorato che contraddistingue le creature è decisamente molto interessante e poco sentita, per questo è un vero peccato che tu non l’abbia approfondita ulteriormente: mi sarebbe piaciuto conoscere di più riguardo i popoli che abitano il tuo mondo e questa loro bizzarra caratteristica. Il malvagio potente e senza scrupoli è un cliché del genere, ma tu l’hai trattato in maniera molto intelligente, riuscendo a non farlo cadere nello scontato o nel banale, grazie al fatto che il nostro villain non cerca un posto nel mondo, non vuole raggiungere gli apici del potere, ma vaga senza meta in costante ricerca di creature da uccidere per prenderne il sangue, di cui necessita per mantenere i suoi poteri e se stesso in vita.
Gli elementi che caratterizzano il Dark fantasy sono sicuramente presenti: l’atmosfera è cupa, e la narrazione è un incalzante susseguirsi di ansia e tensione, di attesa dell’inevitabile che, tuttavia, tarda ad arrivare, mantenendo quindi viva l’angoscia. L’episodio presentato è crudo e cruento, permeato di orrore e il villain da te presentato è deliziosamente fosco. L’unico personaggio candido e innocente è Gure, che infatti fa prontamente una brutta fine, a sottolineare ancor di più l’atmosfera macabra che permea la tua storia. Sei riuscita a creare un racconto fantasy pienamente dark, complimenti!

Utilizzo del pacchetto: 4/5

Kuro è un mago, così come lo è Shiro, che è l’esatto opposto del villain. Il personaggio del pacchetto, dunque, è stato utilizzato appieno e, come già detto, in maniera piuttosto originale. (+1)
Per quanto riguarda il prompt, esso viene accennato solo in una frase della storia: Gure si avvicina a Kuro perché lo crede un vecchietto indifeso e fragile, perché s’illude che sia così, segnando la sua condanna; tuttavia, il prompt non è stato ulteriormente sviluppato e non si è posta una vera e propria attenzione su di esso. La narrazione avrebbe funzionato anche se non fosse stato inserito, e ciò lo rende marginale nella vicenda, per questo non ho dato punteggio pieno per quest’elemento. (+1)
Il bastone è l’arma con cui Kuro uccide Gure e anche ciò che il mago utilizza per nutrirsi del sangue e, ancora prima, per rendere più credibile la sua parte di vecchietto fragile e indifeso. Il suo utilizzo all’interno della storia è stato ottimo e ho apprezzato molto il fatto che fosse così indispensabile per il villain. (+1)
Ti faccio i complimenti per come hai inserito la frase all’interno della storia: l’hai integrata alla perfezione con il racconto e con il discorso in cui è stata pronunciata; mi è anche piaciuto che Kuro ne abbia dato un’ulteriore spiegazione a Gure, perché ciò ha consentito di renderla ancora più coerente con il racconto, senza dare l’impressione di averla usata perché dovevi. Ho apprezzato anche che tu abbia ripreso il concetto della frase alla fine, quando dici ”non esiste meta precisa per chi non ha un posto dove andare. (+1)


Gradimento personale: 4,7/5

La tua storia mi è piaciuta. Nonostante la sua brevità, sei riuscita a catturarmi e a farmi immergere nella vicenda, catapultandomi nel villaggio dei sangue misto e nel massacro che lì si è perpetrato. Ero con Gure a osservare i cadaveri fatti a pezzi, a fare domande a Kuro e a guardarne gli occhi sgranati dalla pazzia e il sorriso sempre più sadico. Ero a dispiacermi per le sorti del nano e a guardare il trionfo del mago. Ho anche provato pena per Kuro, per la sua mente traviata dalla magia nera, che lo ha reso schiavo del sangue e un esule, costretto a vagare senza una meta ben precisa, solo al mondo. Hai creato un villain che mi è piaciuto davvero molto e che, per certi versi, mi ha affascinata: è un personaggio che ha molto da dire e lascia la sua impronta in chi legge. Ho amato l’atmosfera che aleggia per tutto il racconto, la crudezza degli eventi descritti e il senso di terrore e impotenza. Sei riuscita a creare una storia molto somigliante a quelle che adoro, intrisa di malvagità e cupezza. Infine, ho apprezzato moltissimo il contrasto tra la pozza di sangue arcobaleno a terra e il contenuto della storia: l’arcobaleno richiama solitamente immagini di pace e serenità, mentre qui è la conseguenza di una carneficina.
Peccato per il fatto che, come detto sopra, tu non abbia approfondito un po’ di più la questione del sangue colorato e la motivazione del viaggio di Gure, aspetti di cui avrei davvero voluto leggere, per saperne di più. Per il resto, non posso che farti i complimenti per il racconto da te creato e per quanto tu sia riuscita a trasmettere e coinvolgere nonostante la sua brevità, dote che non tutti possono vantare.
Infine, ti faccio i complimenti per il titolo che hai dato alla storia: se ne capisce davvero il senso solo dopo aver terminato di leggere il racconto, e questa è una cosa che ho adorato davvero.

Punteggio totale: 34,6/40

[Modificato da Dark Sider 26/09/2019 13:54]
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25/09/2019 22:26
 
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Seconda classificata

e vincitrice del premio “Darkest fantasy”

”La Foresta Pietrificata” di Luce Lawliet


Grammatica e stile: 9,4/10 ( 4,6 grammatica + 4,8 stile)

Per quanto riguarda la grammatica, non ho riscontrato grandi errori, a parte alcuni refusi, che ho riportato per completezza, ma per cui non sottraggo punti, come già detto.
Di seguito, riporto in dettaglio gli errori riscontrati, con accanto il relativo punteggio sottratto.

In generale, ho notato che hai la tendenza a inserire il punto fermo al termine di un discorso diretto quando la frase prosegue e, quindi, non termina con il discorso diretto stesso. Benché alcune volte ci siano state delle controversie a riguardo, in nessun libro che io abbia mai letto ho riscontrato questo fenomeno, inoltre anche secondo l’Accademia della Crusca e la Treccani il punto fermo non va inserito nel discorso diretto laddove la frase continua, pertanto lo considero errore. (-0,3 per il fatto che l’errore sia ripetuto lungo tutto il racconto)

I. La bisbetica di sopra

“A presto allora, mia preziosa. Oh” aggiunse Lord Ballantyne rivolgendole un sorriso disarmante. “prenditi cura di mia moglie. Non ha una bella cera in questi giorni e sono preoccupato.” ---> dato che il dialogo è spezzato da un inciso, la punteggiatura avrebbe dovuto essere: “A presto allora, mia preziosa. Oh,” aggiunse Lord Ballantyne rivolgendole un sorriso disarmante, “prenditi cura di mia moglie. Non ha una bella cera in questi giorni e sono preoccupato.” Non ho comunque detratto punti, dal momento che si tratta di una sottigliezza.

”Brigit si era sempre domandata se li indossasse solo per darsi un'aria di importanza, che per un vero problema alla vista.” ---> ”più che per un vero problema alla vista”, refuso.

”Senza avere nemmeno il tempo di scusarsi, la padrona afferrò lo specchio per il manico e la colpì con furia sulla fronte.” ---> mettendo la frase in questa forma, sembra che sia Helinor a non aver avuto tempo di scusarsi, e non Brigit; sarebbe quindi stato più corretto dire: ”Senza averle nemmeno dato il tempo di scusarsi, la padrona afferrò lo specchio per il manico e la colpì con furia sulla fronte”. (-0,1)

”Il bosco è oscuro, mia preziosa, se precipiti nella sua oscurità nemmeno gli dei riusciranno trovarti. E io non verrei a cercarti.” ---> ”riusciranno a trovarti”, refuso.

Fu questo, ciò che quella risatina divertita instillò nell'animo di Brigit, che nel giro di pochi secondi sentì la paura avere la meglio su di lei.” ---> ”Fu per questo”, refuso.

” “Stai andando dalla parte sbagliata.” la bloccò, prima che la nebbia prendesse a muoversi formando
un sentiero di fumo dalla parte opposta a quella dove si stava dirigendo ragazza.”
---> ”dove si stava dirigendo la ragazza”, refuso.

II. L’ultima favola di mezzanotte

Be’” col capo reclinato, come se stesse contemplando un’opera d’arte, Brigit fece un passo avanti, guardandola disgustata. “di sicuro stai morendo.” ---> Stesso discorso di sopra; dato che il dialogo è spezzato da un inciso, la punteggiatura avrebbe dovuto essere: “Be’,” col capo reclinato, come se stesse contemplando un’opera d’arte, Brigit fece un passo avanti, guardandola disgustata, “di sicuro stai morendo.” Anche qui, non sottraggo punti.

” “Eccellente.” fu la risposta di lord Ballantyne, prima alzarsi e tagliare di netto la gola dell’uomo con il coltello della moglie.” ---> ”prima di alzarsi e tagliare di netto”, refuso.

Per quanto riguarda lo stile, hai un modo di scrivere che mi è piaciuto davvero tantissimo e mi ha letteralmente incantata. Le tue frasi sono fluide, eleganti e raffinate: giochi sapientemente con i periodi e con la punteggiatura, andando a creare una musicalità e una raffinatezza che rendono il tuo scritto personalissimo e inconfondibile. Le frasi sono brevi e d’impatto: trasmettono immediatamente al lettore il messaggio che vuoi far passare, grazie alla scelta oculata dei vocaboli e degli aggettivi. Hai una potenza narrativa pazzesca, in grado di creare immagini vivide nel lettore, coinvolgendolo nella storia e trascinandolo nei luoghi della narrazione. Sei molto abile e varia nell’usare la punteggiatura, prediligendo l’uno o l’altro segno d’interpunzione in base a ciò che racconti: si ha allora un ritmo più disteso nella prima parte della narrazione, dove ci vengono presentati e introdotti i personaggi, per poi accelerare quando Brigit scappa nella foresta e mantenersi tale fino alla fine del racconto, dove si ha di nuovo un rallentamento quando il Drow racconta la sua “favola” alla protagonista, in accordo con l’atmosfera di forzata quiete e pace che avvolge la conclusione della tua storia. Hai uno stile fresco e interessante, che si accorda molto bene con la storia da te presentata e che non stanca né annoia mai. Il motivo per cui il punteggio nella voce non è pieno è dovuto semplicemente al fatto che, alcune rare volte, ho riscontrato delle lievi “cadute di stile”. Per farti un esempio di ciò che voglio dire: ” “Non dormire con le finestre aperte! A una certa ora della notte arriverà il Morbo e ti prenderà, ti entrerà nella gola e nei polmoni e stringerà per non lasciarti mai più andare!” e sparate del genere”, ecco, quel “e sparate del genere” è un’espressione molto colloquiale, che mal s’addice ai toni che usi nel resto della narrazione. Ho riscontrato queste “cadute di stile” anche in altre parti del testo, anche se ribadisco che sono molto rare, infatti il punteggio detratto è minimo. Per il resto, il tuo stile è davvero impeccabile.
Per quanto riguarda le descrizioni, ne usi di essenziali e mai ridondanti, ma molto efficaci. Aiutata dalla scelta dei termini e dall’immediatezza delle frasi, riesci a dipingere nel lettore immagini chiare di ciò che accade e a renderle quasi palpabili, tanto sono ben descritte. Il lettore si trova catturato nella tua storia e ad assistere alle scene: è tra la servitù nelle cucine, a cantare la filastrocca sulla Bisbetica di Sopra, è con Brigit nella Foresta Pietrificata, a perdersi negli occhi dorati del Drow ed è con Ballantyne a vedere sua moglie supplicarlo di aiutarla. Ti faccio davvero i complimenti per lo show, don’t tell utilizzato in maniera magistrale, e con il quale ci restituisci informazioni e introspezione dei personaggi pian piano, lasciandoci scoprire lentamente tutto ciò che c’è da sapere. Ottime anche le descrizioni dei luoghi in cui si svolgono le vicende: ponendo l’accento anche su altri sensi diversi dalla vista, sei riuscita a restituire un’immagine a tutto tondo degli ambienti, coinvolgendo il lettore. Ho soprattutto adorato il modo in cui hai reso la voce del Drow, accostandola sempre a fenomeni naturali per descriverla; parimenti, ho amato la descrizione fisica dell’Elfo Oscuro, misteriosa e sinistra quanto basta per renderlo affascinante. Hai fatto, in generale, davvero un ottimo lavoro, riuscendo a dare vita ai luoghi e ai personaggi della tua storia, rendendoli veri, vividi e palpabili. Complimenti!

Caratterizzazione personaggi: 10/10

I personaggi da te presentati sono tutti caratterizzati alla perfezione: da Brigit al grassoccio Felix, tutti hanno dei tratti distintivi ben delineati e un carattere che è facilmente intuibile. Questa è la riprova che non è necessario spendere pagine e pagine per caratterizzare un personaggio, ma, se si è abili come lo sei stata tu, lo si riesce a fare anche con poche ed efficaci pennellate.
I personaggi principali di questa vicenda sono tre: lord Ballantyne, Brigit e Helinor. Del primo, un ricco signorotto che si diletta a tradire la moglie con una delle sue serve, apprendiamo la malvagità pian piano, in un crescendo che lascia il lettore attonito. Si parte con l’inquadrare un personaggio borioso, egocentrico e vanitoso, a cui piace tradire la moglie e collezionare quadri di splendide donne nude; nel consumare i suoi amplessi è spesso violento e, benché sembra tenere a Brigit, in realtà il suo è un sentimento mosso dal desiderio di possesso e supremazia. Poi, solo verso la fine del racconto scopriamo quanto in realtà Ballantyne sia fosco e oscuro: ha attentato alla vita della sua prima moglie (morta poi fortunatamente per lei per cause naturali) e ha causato quella della seconda; tutte le splendide donne dipinte nei suoi quadri altri non sono che le mogli “collezionate” nei suoi viaggi, e che hanno avuto lo stesso triste destino di quelle del castello. Lord Ballantyne è un uomo corrotto nel profondo, con l’anima completamente divorata dall’oscurità (forse per indole, forse per via dell’accordo con il Drow, o entrambe), che non si fa scrupoli a uccidere Hector a sangue freddo, o a togliere la vita alla sua seconda moglie, sposata solamente per convenienza, o a tutte le altre donne che ha irretito: è ciò che l’accordo con Kalameet gli impone, ma lui non ha remore a compiere la sua parte del contratto, per quanto terribile essa sia. Anzi, è stato Ballantyne stesso a proporre per primo quest’accordo. Sembra esserci anche della bontà, in questo personaggio davvero affascinante: lo s’intuisce dai ricordi di Brigit, quando lui la consola nel cuore della notte, facendola addormentare con una canzone in una lingua sconosciuta, o quando le lascia volutamente un pezzo di torta, accortosi di quanto lei la desideri. Si può persino credere che provi per Brigit un qualche tipo d’amore, eppure tutto crolla nell’attimo in cui lui la sacrifica senza indugi a Kalameet, pur di salvarsi la vita. Hai creato un personaggio interessantissimo, oscuro ed estremamente malvagio, che non ho potuto non adorare.
Brigit è un personaggio che appare subito come semplice, docile e ubbidiente. È convinta di essere innamorata del padrone e di essere, in qualche modo, speciale per lui, dato che l’uomo le concede onori che sono preclusi a chiunque altro. Sopporta stoicamente i soprusi di Helinor e si comporta esattamente come la sua posizione richiede. Sembra in tutto e per tutto un’anima pura e candida, vittima della cattiveria di chi la circonda. Sorprendentemente e inaspettatamente, però, scopriamo che anche lei ha il suo lato oscuro, che esplode con quel rabbioso calcio dato al cucciolo di cane e che cresce per tutto il resto del racconto, fino a raggiungere il culmine quando Helinor la minaccia con il coltello. Anche Brigit, dunque, diviene vittima dell’oscurità e della malvagità di cui il castello è pregno, anche lei si lascia corrompere dal marcio di quel luogo e di Ballantyne. Quando scopre di essere incinta del lord, ne gode addirittura, perché crede di essere speciale e di poter prendere il posto di Helinor; si sente libera quando la padrona muore ed è contenta della sua dipartita, di una contentezza malata; è ammaliata e affascinata dal Drow, pur comprendendone la malvagità. Brigit è un personaggio contraddittorio, costantemente diviso tra l’oscurità che macchia la sua anima e la bontà che un tempo era totalizzante; è vittima degli eventi, ha paura della padrona prima e di Ballantyne poi, quando ne scopre la vera natura, ma non si mostra dissimile a loro, per i pensieri che fa e per i desideri che la animano. Anche con lei hai fatto un ottimo lavoro di caratterizzazione e d’introspezione, anche grazie al fatto che la storia sia narrata dal suo punto di vista. Di nuovo, abbiamo un personaggio molto interessante, che ho adorato.
Abbiamo poi Helinor, la nostra Bisbetica di Sopra, una nobile con tutti i difetti che una ricca e viziata possa avere. Anche lei è malvagia, corrotta fin nel midollo, e non manca di riversare la sua cattiveria sulla servitù. Più il veleno la infetta, più lei diventa cattiva e ingiusta e folle. Ho sinceramente provato pena e pietà per questa donna, impazzita per il dolore della consapevolezza che l’uomo che ama non ricambia i suoi sentimenti e, anzi, la tradisce con Brigit, che non può quindi fare a meno di odiare profondamente. Anche lei è una vittima degli eventi, che comprende troppo tardi l’oscurità nascosta in Ballantyne, così come accade per Brigit: quell’uomo che Helinor tanto amava altri non è che un mostro, un mostro che ha causato la sua morte, un mostro a cui lei s’aggrappa fino alla fine, solo per morire consapevole che è lui il fattore scatenante. Nonostante la cattiveria, la boria e la violenza di questa donna, ho davvero provato empatia nei suoi confronti: sei stata molto brava a trasmettere la sua sofferenza e disperazione, la sua impotenza che non può che sfogare sulla serva. Hai reso benissimo la lenta distruzione fisica e psicologica di questo personaggio, tanto che si arriva a compatirne la sorte.
Il Drow è senz’altro il personaggio che mi è piaciuto di più tra tutti quelli da te presentati. Amo i Drow, quindi sei già partita avvantaggiata, ma ho letteralmente adorato la visione che ne hai dato tu. Non presenti il classico Drow di Dungeons&Dragons, ma ne proponi una rivisitazione ancora più oscura e crudele, erigendolo a essere potente e venefico, portatore di rovina e sventura e non solo: è lui addirittura la causa dell’apocalisse che ha colpito il mondo tempo addietro. Ci presenti l’essenza stessa della malvagità, e ce la presenti in una veste affascinante e intrigante: non si può non rimanere incantati dalla personalità di quest’essere, dalla sua voce mutevole e dal suo aspetto sfuggente, di cui sono evidenti solo gli occhi dorati, con quello sguardo sinistro e penetrante, ammaliante. Non si può non rimanere a bocca aperta dinanzi alla sua crudeltà, dinanzi alla sua efferatezza raccontata in quelle favole che poi favole non sono. Egli divora la purezza dei bambini, crea gli assassini, porta rovina, calamità e distruzione. È stato imprigionato dagli Sciamani, ma trova infine il modo di liberarsi e, per giunta, di nutrirsi, per ironia proprio con l’ultimo discendente di quella stirpe che lo ha intrappolato. E viene spontaneo domandarsi cosa accadrà ora che il male è stato nuovamente liberato, cosa ne sarà di Brigit e del bambino, cosa Kalameet deciderà di fare. Hai presentato una creatura che è il male stesso e che è riuscita a nutrirsi e a diffondere oscurità pur intrappolata, grazie all’accordo con Ballantyne: una creatura prigioniera, dunque, ma che in verità non lo è mai stata davvero. Ho amato visceralmente questo personaggio, mi ha inevitabilmente calamitata (per rimanere in tema) a lui, stregandomi. In ultimo, ho davvero molto apprezzato il fatto che tu abbia usato il nome Kalameet per lui: mi è piaciuto questo richiamo al pacchetto da te scelto, senza contare che hai adattato benissimo il nome alla creatura.
Ultima nota di lode anche alla servitù da te presentata, maldicente e chiacchierona e con una sottile cattiveria anch’essa. Ti rinnovo i complimenti per come sei riuscita a caratterizzare ogni servitore, pur nella sua breve comparsa, e per come lo hai integrato alla storia e al contesto, creando un ecosistema funzionante e coerente.

Trama e originalità: 9,5/10

Per quanto riguarda la trama, hai creato una vicenda davvero molto intrigante e coinvolgente, dove degli eventi ci viene inizialmente mostrata solo la superficie, per poi scendere lentamente nei particolari, facendoli scoprire pian piano al lettore, strategia che ha senz’altro contribuito a mantenere alta l’attenzione per tutta la storia e che ha mosso curiosità nello scoprire la verità celata dietro i fatti da te narrati. L’intreccio è sapientemente costruito e ogni avvenimento si collega agli altri in maniera coerente e naturale, senza forzature o buchi di trama. Si parte con un’idea e un quadro iniziale ben precisi, per poi vederseli smentire nel corso della storia, con dei plot twist davvero ben costruiti e congegnati. Complimenti anche per il modo in cui spieghi le varie cose: inserisci informazioni nei dialoghi o tra le righe della storia, rendendo chiare le situazioni pur non spiegandole esplicitamente, ma lasciando che sia il lettore a intuirle e a mettere insieme i pezzi, a fare congetture e ipotesi. La tecnica del narratore non onnisciente ha chiaramente aiutato in questo, poiché il lettore si trova sorpreso tanto quanto Brigit nel constatare e scoprire determinate verità. Unico appunto che ho da fare (e motivo per cui il punteggio della voce non è pieno) riguarda l’accordo tra Ballantyne e il Drow: essendo comunque un fatto importante ai fini della storia, avrei preferito che fosse un po’ più approfondito. Non è chiarissimo di che tipo di accordo si tratti: sappiamo che Ballantyne deve offrire la purezza delle anime delle donne a Kalameet, ma non è chiaro quale sia, invece, la parte di accordo del Drow. Che debba rimanere confinato nella Foresta Pietrificata è l’ipotesi più plausibile, ma viene smentita dal fatto che dice di esservi costretto da molto tempo, molto prima che Ballantyne facesse un accordo con lui. Quindi, questo punto rimane piuttosto oscuro, come rimane oscuro in che modo il lord abbia violato tale accordo: forse mettendo incinta Brigit, anche se lei non era stata ancora legata a Kalameet quand’è successo, perciò mi sento di escluderlo. Non ci sono, comunque, elementi sufficienti per sviluppare un’ipotesi plausibile. Un approfondimento maggiore riguardo questo patto, dunque, avrebbe reso più chiaro il tutto, ma è davvero l’unica cosa che “non va”.
Ho trovato la tua storia piuttosto originale: mi è piaciuta molto l’idea di questa creatura terrificante, imprigionata in una foresta per impedire che porti ancora morte e distruzione, ma che continua comunque a diffondere la sua venefica influenza proprio tramite qualcuno che è un diretto discendente di coloro che l’hanno intrappolata. Il tema della rivalità amorosa non è certamente nuovo, ma il contesto in cui lo hai inserito e il modo in cui lo hai trattato lo hanno reso peculiare e particolare. Originale soprattutto il finale, dove il male vince a man bassa: Kalameet è libero e ha nutrimento. Apprezzo sempre moltissimo le storie che non hanno un lieto fine, ma difficilmente se ne vedono in giro, e questo è un altro punto che ha contribuito a rendere la tua storia diversa da molte altre del genere. Sei stata abilissima, dunque, a utilizzare dei cliché del Fantasy, reinterpretandoli in chiave personale e facendoli tuoi, rendendoli innovativi. Una trama ben costruita, coinvolgente e per nulla scontata ha contribuito a rendere la tua storia innovativa.
Hai creato un racconto pienamente Dark fantasy, come testimonia il premio da te vinto. Gli elementi del genere sono tutti ampiamente presenti: la tua storia presenta un’atmosfera cupa e di terrore, dove il senso d’oppressione è costantemente presente; i tuoi personaggi sono foschi e tetri, dal primo all’ultimo, e l’ambientazione post-apocalittica ha contribuito a trasmettere la sensazione di decadenza. Ho gradito moltissimo anche il richiamo al gotico, presente in questo racconto, permeato di malvagità fino all’ultima riga. Davvero complimenti!

Utilizzo del pacchetto: 5/5

Il personaggio dell’assassino è stato usato appieno: Ballantyne ha ucciso un indefinito numero di donne e non si fa scrupoli a togliere la vita persino a sua moglie e al suo maggiordomo. Hai creato un assassino in piena regola, e della peggior specie: senza scrupoli, sensi di colpa o esitazioni. (+1)
Anche la rabbia è presente nel tuo racconto. Ho pensato un po’ se darti punteggio pieno per questa voce, perché il prompt non rappresenta il fulcro del racconto, ma alla fine ho optato per il sì, perché comunque sancisce quelli che sono i momenti e gli avvenimenti salienti della storia: Brigit è arrabbiata quando colpisce il cucciolo di cane e fugge poi nella foresta, incontrando Kalameet; Helinor è anche arrabbiata quando scopre i segreti di Ballantyne e cerca di uccidere Brigit; Ballantyne è arrabbiato quando Kalameet rompe il loro accordo. Per il fatto, quindi, che il prompt accompagni i momenti salienti della storia, l’ho ritenuto ben utilizzato. (+2)
L’oggetto da utilizzare era l’anello, e tu lo hai fatto magistralmente, facendolo comparire solo a fine storia, ma rendendolo il fulcro di tutto: è esso l’oggetto che lega le povere vittime sacrificali a Kalameet, è esso che ne segna l’infelice destino. Ho davvero apprezzato l’uso che ne hai fatto. (+1)
In teoria, dalla tua lista degli elementi del pacchetto usati, risulta che tu non abbia utilizzato la frase. Tuttavia, io l’ho ritrovata e identificata senza fatica nella tua storia (quindi non so se si tratti di una dimenticanza o meno): essa ha una forma un po’ diversa da quella del pacchetto, ma comunque è riconoscibilissima e il suo significato non è stato alterato, inoltre ho trovato che tu l’abbia inserita in maniera coerente nella storia, integrandola alla perfezione. Pertanto, ho deciso di assegnarti il punto anche per quest’elemento, anche perché, anche nel caso in cui ritenevi davvero di non averlo usato, questo punto in più non altera in alcun modo la tua posizione in classifica, che sarebbe rimasta la stessa anche se non te lo avessi assegnato. (+1)

Gradimento personale: 5/5

La tua storia mi è piaciuta davvero moltissimo. È davvero un’impresa ardua strapparmi il punteggio pieno in questa voce, perché ho gusti parecchio difficili, quindi questo è già di per sé un evidente indice di quanto io abbia apprezzato questo tuo scritto. Innanzitutto, adoro alla follia gli scenari apocalittici e post-apocalittici, quindi non ho potuto fare a meno di amare l’ambientazione da te proposta, anche se marginale rispetto al resto. Inoltre, hai creato una storia perfettamente Dark fantasy, di quelle che mi piacciono e che adoro leggere, con un finale negativo che pure apprezzo sempre tantissimo, quando è coerente con gli avvenimenti com’è stato nel tuo caso. Ho adorato tantissimo anche gli elementi gotici presenti nella storia e i personaggi che hai creato, foschi, crudeli e immorali, ognuno corrotto e marcio a modo suo. Non c’è stato davvero nessuno, tra i protagonisti da te proposti, che io non abbia adorato e questa è un’altra nota di merito, perché difficilmente mi vanno a genio le protagoniste femminili, e invece ho gradito molto sia Brigit che Helinor. Torno, infine, a spendere una parola sul Drow e a farti i complimenti per come hai reinterpretato questa creatura: lo so, risulto pleonastica, ma mi hai davvero incantata e affascinata, ed è stato lui l’elemento decisivo per il punteggio pieno nella voce.
Ho adorato tantissimo anche la filastrocca inserita nel racconto, molto divertente e musicale: mi sono ritrovata a canticchiarla anch’io.
La tua storia è godibilissima da leggere, intrigante e avvincente dalla prima all’ultima riga: mi ha tenuta letteralmente incollata allo schermo e mi ha trasportata nei luoghi da te creati. Mi sono completamente immersa nella tua narrazione e nelle vicende da te presentate. Hai fatto davvero un ottimo lavoro, complimenti!

Punteggio totale: 38,9/40

Premio “Darkest fantasy”: questo premio ti è stato assegnato perché la tua è stata la storia con l’ambientazione più cupa e dark tra quelle che hanno partecipato a questo concorso. Atmosfera cupa e tetra, elementi dell’horror, presenza di uno scenario oscuro, fosco, persistente senso di paura e orrore, nonché personaggi tormentati, malvagi e immorali sono ampiamente presenti in questo tuo scritto, rendendolo a tutti gli effetti un componimento Dark fantasy di tutto rispetto, accompagnato da elementi gotici che non hanno fatto altro che accentuare l’aspetto macabro della vicenda da te presentata.
[Modificato da Dark Sider 27/09/2019 18:20]
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Giudice*****
25/09/2019 22:28
 
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Prima classificata

e vincitrice del premio “Miglior personaggio”

”Il Lupo di Hudach” di OldFashioned



Grammatica e stile: 10/10 ( 5 grammatica + 5 stile)

Dal punto di vista della grammatica, ho riscontrato solamente alcuni refusi, che, considerando la corposità del testo, sono pochi. Come detto, li riporto per completezza, ma non sottraggo punti per essi.

Capitolo 1

”L'ospedale era stato spostato dall'improvvisata tettoia a un grande palazzo nobiliare e le barelle facevano la spola, trasportando sia il feriti di Kjarr che quelli di Tarlya.” ---> ”i feriti”.

”Siwald serrò i pugni e le mascelle, il suo sguardo si fece ancora più feroce.” ---> ”la mascella”.

Capitolo 2

”Alla testa di una pattuglia, Siwald attraversò la strada al galoppo, saltò un fosso e scomparve in una macchia di alberi, dalla quale emerse poi qualche minuto un centinaio di passi più avanti.” ---> ”dalla quale emerse qualche minuto dopo un centinaio di passi più avanti”.

“Come se io non lo sapessi, come se non l'avesi capito quando si è quasi fatto uccidere per assicurarmi la vittoria ai Giochi.” ---> ”come se non l’avessi capito”

“Lo so, generale, ma credo che quelli se ne starano ben rintanati. Con delle fortificazioni del genere, non avrebbe senso uscire in campo aperto.” ---> ”quelli se ne staranno ben rintanati”.

Capitolo 3

“ “Sia ringraziato Keldar!” esclamò uno dei cavalieri.” ---> ”esclamò uno dei Cavalieri”.

“ “Bruciamo le macchine d'assedio rimaste!” propose uno dei cavalieri.” ---> ”propose uno dei Cavalieri.

“Non avvicinatevi troppo alle mura. Dobbiamo annientare i loro cavalieri, non finire sotto il tiro delle baliste e delle frecce.” ---> ”i loro Cavalieri”-

”Scosse la testa, quindi concluse: “Pensaci, Siwald. Non sei più una recluta che si diverte provocare i superiori, sei un ufficiale a cui gli uomini guardano per avere una guida e un esempio.” “ ---> ”che si diverte a provocare”

Capitolo 4

”Avrebbe voluto piangere, avrebbe voluto gridare a Ehrenold di perdonarlo per essere stato così insensatamente stupido, ma sarebbe stato un comportamento disonorevole, che averebbe gettato più discredito sul suo amante di quanto ne avrebbe procurato a lui.” ---> ”che avrebbe gettato”.

“Forse che i nostri armigeri non lo sono? E voi cavalieri? Non vi vantate di essere i migliori combattenti dell’Amlinntal?” ---> ”e voi Cavalieri”.

“ “Colore del sangue,” approvò Ash’tai.” ---> ”Ash’tiai”. Anche in tutto il resto del paragrafo hai sempre scritto “Ash’tai” in luogo di “Ash’tiai”.

Capitolo 5

”Subito dopo sembrò riscuotersi: aggrottò le sopracciglia e ritirò la mano chiudendola a pugno. Raccolse la propria spada, se l'affibbiò la spada in cintura e uscì.” ---> ”se l’affibbiò in cintura e uscì”.

Capitolo 6

”Poteva anche accettare che i cavalieri, pur sapendo, fossero stati obbligati a sopportare in obbedienza dalla loro regola: era un soldato di Kjarr, conosceva il concetto di obbedienza e sapeva bene che non era cosa da applicarsi unicamente a ciò che risultava gradito.” ---> ”poteva anche accettare che i Cavalieri”; inoltre: ”in obbedienza alla loro regola”: data la tua padronanza della lingua italiana, non dubito che non sia un errore di reggenza, ma una semplice svista.

”Arretrò rapido verso la piazzetta da era arrivato, solo per trovarla ingombra di nuove macerie.” ---> ”da cui era arrivato”.

Dal punto di vista stilistico, non ho nulla da eccepire. Hai un modo di scrivere che privilegia la cura e l’attenzione alla forma e l’utilizzo di termini ricercati, senza però penalizzare la scorrevolezza del testo, che non risulta mai appesantito o troppo rallentato. I periodi brevi, incisivi e mai ridondanti donano alla narrazione un ritmo serrato, che ben s’addice alla vicenda bellica da te presentata. Gli aggettivi che adoperi sono variegati e pertinenti, sempre funzionali a dare un’idea ben precisa delle scene, degli eventi, dei personaggi e della loro introspezione. Hai uno stile estremamente narrativo, degno di molti romanzi di genere Fantasy e non solo, coinvolgente e mai piatto. Non ci sono cali di tono o “cadute di stile”: riesci a mantenere alta la qualità della tua penna anche in uno scritto corposo come questo. Il fatto che siano ampiamente presenti aspetti tecnici, per quanto concerne la guerra e le sue strategie, avrebbe potuto rischiare di rendere la tua storia pesante o noiosa, o di penalizzare la narrazione, ma così non è stato, e questo indubbiamente è indice di un grande talento da parte di chi scrive.
Per quanto riguarda le descrizioni, riesci sempre a crearne di vivide ed evocative: sei un maestro nella scelta e nell’accostamento di termini per creare nel lettore immagini precise, realistiche e reali. Gli ambienti, i luoghi, la quotidianità, i personaggi, tutto ha vita propria e s’intreccia armoniosamente nella tua storia. Catapulti il lettore nelle righe del tuo racconto, lo immergi nei colori e nei profumi del mercato di Kadya, o nel tanfo di fumo e sangue del campo di battaglia, tra i soldati di Kjarr. Non si fa alcuna difficoltà a immaginare gli eventi e il contesto in cui essi si svolgono, proprio grazie a questa tua capacità di catturare chi legge e di trascinarlo in questo mondo così sapientemente costruito. Una nota di merito va senza dubbio alla precisa, minuziosa e tecnica descrizione delle modalità di svolgimento di una campagna militare: non solo utilizzi termini appropriati a ciò che stai descrivendo, ma restituisci anche una ricostruzione molto realistica di ciò che era un assedio o una guerra nell’epoca medievale; è chiaro che ne hai ampia e precisa conoscenza, perché nel tuo racconto non sono presenti quei cliché da film che per nulla rispecchiano ciò che era la realtà del tempo: i soldati combattono in cotta di maglia, non in armatura completa, troppo pesante e ingombrante; l’arma preferita era la lancia, e non la spada, che veniva utilizzata solo per gli scontri ravvicinati, che si preferiva sempre evitare, per quanto possibile; gli assedi venivano portati avanti con catapulte, baliste e armi a distanza e non si tentava di certo di approcciare la città prima che le mura fossero cadute. Anche le strategie militari sono quelle tipiche del tempo, così come il modo di schierare le truppe. Ho molto apprezzato questo realismo e la ricostruzione così fedele di una guerra di stampo medievale, che senza dubbio hanno contribuito a rendere la tua storia godibile e soprattutto credibile. Altra cosa che ho molto gradito è stato come tu sia riuscito ad amalgamare questa parte più tecnica a quella narrativa, mischiandole con naturalezza e senza favorire l’una o l’altra, creando un equilibrio godibilissimo.

Caratterizzazione personaggi: 10/10

Nella tua storia è presente una torma di personaggi (in tutti i sensi), ma non per questo essi risultano poco caratterizzati o tratteggiati superficialmente, anzi: anche i personaggi più marginali, che fanno parte più del contesto che della trama, hanno una loro personalità ben precisa e delineata, facilmente intuibile.
Il protagonista indiscusso della vicenda è senza ombra di dubbio l’esercito di Kjarr e, più in particolare, la legione guidata da Ehrenold. Ci troviamo dinanzi a dei formidabili guerrieri, a un popolo votato all’arte della guerra, dove gli individui vengono addestrati a portare le armi fin da bambini; è innegabile il richiamo a Sparta, dove i pargoli venivano strappati alle loro famiglie in tenera età per venire iniziati all’uso delle armi e dove disciplina e onore erano i pilastri fondamentali: “torna o con lo scudo o sopra di esso”, insomma, ideale che ben si ritrova anche tra le truppe di Kjarr. Evidente anche l’ispirazione alla cultura indoeuropea, con questo popolo belligerante che si afferma su tutte le altre civiltà come élite guerriera, ma che non porta distruzione, piuttosto impone un regime, un modo di vivere. Abbiamo di fronte una perfetta macchina da guerra, coordinata, efficiente e disciplinata, una macchina che però non è distruttrice, ma conquistatrice: le città invase non vengono rase al suolo, non vengono ridotte in macerie, ma vengono trasformate in basi militari e i civili vengono trattati con dignità e rispetto. Questa è la logica razionale del conquistatore: una città distrutta o scontenta costituisce solamente un problema, porta rivolte o nulla di utile, mentre chi porta avanti una campagna militare dopo l’altra ha bisogno di rifornimenti, di approvvigionamenti e di città occupate di cui non deve preoccuparsi di sedare i tumulti. Così Kjarr si rivela giusta e pietosa con i popoli sconfitti, perché non le interessa devastare, ma solo prendere. Hai senza dubbio costruito un popolo molto affascinante e caleidoscopico, che si regge su forti principi morali e dove onore, obbedienza e disciplina la fanno da padroni. Le Nere Armate sono votate alla conquista, alla guerra e alle armi, ma nondimeno sanno anche essere civili e pietose, rispettose delle popolazioni conquistate e degli avversari degni di questo nome. A primo acchito, Kjarr potrebbe risultare una civiltà difficile da amare, dato l’inquadramento culturale dei nostri tempi, tuttavia, quando si entra nella loro ottica, se ne riesce ad apprezzare la cultura, una cultura che tu hai disvelato pian piano lungo tutta la narrazione, lasciando che il lettore scopra lentamente le caratteristiche di questo popolo di guerrieri con valori d’altri tempi, che non può che esercitare grande fascino e reverenziale rispetto.
Nei ranghi di Kjarr spiccano maggiormente tre personalità: Ehrenold, Siwald e Rowden, ed è soprattutto sulle vicende dei primi due che ci si concentra. Ehrenold, generale che guida la campagna di conquista dell'Amlinntal, si presenta come il classico militare, rispettoso dei superiori, ligio al dovere e alla rigida disciplina dell’esercito, che segue con ossequiosa reverenza, senza lasciare che i sentimenti o le vicende personali prevarichino i suoi compiti e doveri, in nessun caso e per nessun motivo; è un personaggio molto affascinante per via del suo atteggiamento sempre posato e controllato, freddo e distante: dentro di sé ha un mondo, mille pensieri ed emozioni, ma non lascia mai che nulla trapeli dinanzi alle truppe, per via della sua posizione. Siamo dinanzi a un uomo temprato dalle battaglie, dal temperamento naturalmente forte e saldo, ma che certamente s’è indurito ancora di più con l’esperienza. È un soldato nel vero senso della parola, una roccia apparentemente inscalfibile; eppure, nel suo cuore forgiato dalle battaglie c’è spazio anche per l’amore, per l’amore verso un ragazzo così profondamente diverso da lui, ma che tuttavia riesce a tirare fuori quella parte umana di Ehrenold che altrimenti rimarrebbe sempre sepolta; nondimeno, c’è spazio anche per l’amicizia, nel nostro generale. E c’è spazio anche per la vendetta, quando si ritrova a perdere ciò che di più caro ha al mondo, quando Siwald viene brutalmente ucciso: il dolore per la perdita alimenta la sua rabbia, una rabbia furente e distruttiva, che non lascia più spazio alla diplomazia. La capacità che ha Ehrenold di provare questi sentimenti lo rende un personaggio realistico, vero, genuino: lui non è solo il rude soldato che vive per la guerra, ma è anche un uomo, un essere umano che ama, vuole bene e soffre. Ho davvero gradito moltissimo le mille sfaccettature di questo personaggio, la sua rigidità stemperata dall’affetto che trapela dalle piccole cose. I personaggi che sembrano di ghiaccio, ma in realtà nascondono un universo dentro, sono sempre quelli che gradisco maggiormente, quindi non ho potuto che apprezzare Ehrenold.
C’è poi Siwald, la pecora nera di Kjarr: un giovane capitano, inesperto e impulsivo, che non riesce a stare al suo posto e a eseguire gli ordini. Un cavallo selvaggio a cui le briglie vanno strette. Siwald soffre la rigorosa disciplina dell’esercito: ama la vita militare, ma non le imposizioni. Non riesce ad apprendere l’obbedienza cieca che un buon soldato di Kjarr dovrebbe avere, non riesce a capire di essere parte di un tutto e che ogni sua azione ha conseguenze per l’esercito intero. Ha un carattere esuberante, audace, sfrontato, ribelle, gli piace sfidare i superiori e le imposizioni, e tuttavia è ciecamente fedele a Kjarr e, soprattutto, al suo amante. Siwald non è in grado, come Ehrenold, di tenere a freno i suoi sentimenti e di celarli, di accantonarli in favore del dovere; pensa sempre di agire nel giusto e questa sua sfrontatezza è spesso causa di guai per l’esercito di Kjarr: in nome di una moralità tutta sua, entra nella città di Tarlya, non sta al suo posto, manda in fumo l’offensiva contro i Cavalieri di Keldar. E si dà ragione, si dice nel giusto anche quando gli viene fatto notare l’errore. Per giunta, il motivo principale per cui ha quest’atteggiamento è la sua volontà di dimostrare a Ehrenold il suo valore. Ama profondamente il generale, vive per ottenere la sua stima e il suo rispetto, e farebbe qualsiasi cosa per lui, per vedere una scintilla d’orgoglio nei suoi occhi. E proprio questo sentimento così profondo e travolgente, unitamente alla volontà di riabilitarsi agli occhi di Ehrenold, segnerà il macabro destino del giovane, così impulsivo e orgoglioso da tentare di sovvertire le sorti della battaglia da solo, solamente per sentirsi dire da Ehrenold che è fiero di lui. Siwald è l’esatto opposto di Ehrenold, è tutto ciò che Ehrenold non è, e forse proprio per questo formano una coppia tanto improbabile quanto completa: si equilibrano a vicenda e sanno tirare fuori il meglio l’uno dall’altro. Sia Siwald che Ehrenold sono caratterizzati alla perfezione così come altrettanto abilmente è tratteggiato il loro rapporto, che affiora dai dettagli, aspetto che ho particolarmente gradito.
Rowden è la “voce fuori dal coro” di Kjarr: nonostante anche lui sia ligio al dovere e alla disciplina, ed è un degno uomo delle Nere Armate, ha un’umanità e un tatto che manca a tutti gli altri e che lo rendono molto più vero e umano di qualsiasi suo commilitone. Lui è la voce della coscienza di Ehrenold, colui che gli fa notare l’ovvio, è la sua razionalità quando si tratta di Siwald e la sua pacatezza quando s’infervora. Nonostante nella storia sia comparso meno rispetto ad altri, è un personaggio davvero profondo e d’impatto, che riesce a colpire il lettore con la sua calma, la sua saggezza e la sua gentilezza. Sa farsi ricordare e apprezzare subito e la sua personalità è talmente di spicco da lasciare un’impronta nella mente e nel cuore di chi legge. È sicuramente il personaggio che ho apprezzato più di tutti.
Abbiamo poi i Cavalieri di Keldar, anche loro votati in qualche modo a onore e disciplina, come i soldati di Kjarr, ma in forma diversa: essi incarnano quelli che sono i valori degli eroi dei poemi cavallereschi, richiamando le atmosfere classiche del ciclo bretone. Vivono di difesa dei deboli, obbedienza, onore, coraggio e valore, e in questo non sono poi tanto dissimili dalle Nere Armate, ma rispetto a loro appaiono più “delicati e raffinati”, più idealisti. Branne, il loro Maestro Supremo, è un personaggio molto interessante: nonostante mantenga fede a quelli che sono i precetti del suo ordine fino alla fine, è un uomo con presenza di spirito, che non si lascia intimorire dall’autorità e che non teme di esporre ciò che pensa e di farsi carico delle conseguenze, soprattutto se il suo parere può essere utile a salvare la situazione. Egli pensa che Litas sia un re incapace e che nessuno abbia davvero compreso la situazione di pericolo in cui verte la città, perciò si propone in prima persona per cercare una soluzione, arrivando persino ad andare a parlamentare con Ehrenold, pur sapendo che questo gli potrebbe costare la vita. Branne è un uomo onorevole e quando si ha l’onore non si perde nulla, come da lui più volte sostenuto: e il Maestro Supremo rimane un uomo onorevole fino alla fine, rispettando il pur sconsiderato volere del re e concludendo la sua vita con uno scontro leale, che certamente lo ha mandato al cospetto di Keldar senza vergogna. È un uomo lungimirante, assennato, che sa quando combattere e quando arrendersi ed è l’unico che sembra davvero consapevole del pericolo che Irdan sta affrontando. Anche per quanto riguarda i Cavalieri di Keldar e Branne hai saputo fare un ottimo lavoro di caratterizzazione, creando un ordine di Cavalieri dal sapore tradizionale e medievaleggiante, che ben si addice alla storia da te presentata e che ho trovato molto riuscito come contrasto alle rigide regole di Kjarr, che pure condividono con il credo dei Cavalieri di Keldar dei capisaldi che hanno permesso dei confronti tra le due fazioni davvero ben riusciti e di spessore.
Gli S’kimser sono un popolo di mercenari che mi è piaciuto davvero molto. Sono loro che hanno, più di tutto il resto, donato un’atmosfera dark alla tua storia, grazie all’efferatezza dei rituali da loro compiuti per la loro dea. Mi sono piaciute la loro brutalità e la loro primitività, che mi hanno molto ricordato le Baccanti nei loro momenti di estasi, soprattutto quelle delle cui vicende ci narra Euripide. Pur nella terribilità di ciò che compiono, anche gli S’kimser agiscono in nome della loro divinità e del suo compiacimento, come tutti gli altri, e anche loro hanno una cultura e un credo che s’impegnano a seguire. Ciò non li rende affatto dissimili al popolo di Kjarr o ai Cavalieri di Keldar. Loro sono senza dubbio i primi responsabili della caduta della città, perché il loro atto di sfida ha causato l’ira di Ehrenold e la fine di Irdan: mi è piaciuto il fatto che coloro che erano stati assoldati per tenere lontani i nemici, sono invece stati quelli che li hanno indotti a essere il più feroci possibile. Ho trovato davvero affascinanti questi mercenari in ogni loro aspetto, sia per quanto riguarda la fisicità, sia per quanto riguarda cultura e usanze.
Litas è un personaggio che mi ha divertita e fatta sorridere, nonostante sia indubbiamente uno sconsiderato che ha mandato alla distruzione completa una città che poteva essere salvata senza troppi danni. Nonostante questo, hai delineato, nelle poche scene in cui è comparso, un personaggio davvero ben fatto, per cui non ho potuto fare a meno di simpatizzare nonostante tutto. Litas è uno sconsiderato che si rifugia dietro la nomea dei suoi predecessori per giustificare il fatto che non vuole arrendersi: Irdan non è mai caduta, pertanto non cadrà neppure questa volta. Si rifiuta di credere che le forze di Kjarr siano superiori alle sue e che sia più saggio arrendersi, forse perché troppo sicuro di sé o forse perché non vuole essere da meno dei sovrani che hanno regnato prima di lui. Al sicuro nel suo palazzo, pretende di capire la guerra senza averla mai vista: al centro città gli orrori dell’assedio non sono arrivati - tanto che la gente si gira stupita a guardare Branne che si dirige a palazzo con la divisa ricoperta di sangue - pertanto Litas crede di essere al sicuro. Quando si rende conto del suo errore di valutazione, raccatta tutto quello che può e fugge come un codardo, chiedendo poi pietà al nemico quando se lo ritrova davanti. È senza dubbio il re peggiore che Irdan potesse ritrovarsi nel dover affrontare l’esercito di Kjarr, nonché una delle cause principali della caduta della città. Nonostante tutto ciò, è un personaggio che ho davvero apprezzato, perché i suoi scambi di botta e risposta con gli interlocutori sono stati brillanti, spigliati e divertenti e hanno contribuito a rendere di spessore un personaggio che altrimenti rischiava di rimanere in ombra, facendolo invece brillare.
Voglio spendere un paio di parole anche per Kollien, il bardo, ingiustamente preso a sassate: compare per un sola pagina, eppure riesce a colpire il cuore del lettore e a rimanervi impresso al pari dei protagonisti di questa vicenda. Hai dipinto un bardo esattamente come immagino debba essere, e questo me lo ha fatto davvero piacere: non siamo dinanzi a un buffone di corte, che elargisce versi scanzonati al suo pubblico, ma a un raffinato cantastorie, che ha più il compito di portare la conoscenza degli avvenimenti del mondo al popolo, anche quando questa conoscenza non è gradita, com’è stato nel caso del povero Kollien. Ti faccio davvero i complimenti per essere riuscito a farmi affezionare così tanto a un personaggio pur avendolo fatto apparire per così poco tempo: ho letto la storia sperando di vederlo ricomparire da qualche parte, tanto l’ho adorato.
Un’ultima nota di merito va anche al lavoro di caratterizzazione svolto per i personaggi secondari: mi è piaciuto il fatto che tu abbia dato un nome e un’identità a ognuno di loro, anche a quelli che sono comparsi una volta sola. Nessuno, davvero nessuno, è rimasto una sagoma indistinta senza personalità e ognuno di loro ha caratteristiche ben definite che lo rendono riconoscibile senza difficoltà.
In generale, hai fatto un incommensurabile e ottimo lavoro di caratterizzazione e introspezione, che ti è valso senza esitazione il punteggio pieno nella voce, cosa assolutamente non scontata, data la molteplicità dei personaggi da te presentati. Quindi complimenti!

Trama e originalità: 9,5/10

La tua è un’ottima storia, davvero ben fatta e costruita sapientemente, coerentemente e senza buchi di trama. La vicenda da te presentata s’inserisce in realtà in un quadro più grande, che è quello del racconto delle gesta del popolo di Kjarr. Si percepisce molto bene, tra le righe, che il mondo da te presentato è vasto e ben delineato, così come che la struttura, la cultura e le usanze del popolo di Kjarr siano ben congegnate e pensate: molti aspetti di questo popolo emergono leggendo la vicenda da te presentata, ma è evidente che ci siano invece anche molte altre cose non dette, che suscitano nel lettore la curiosità di conoscere ancora di più riguardo questo popolo guerriero. Quello da te presentato è, dunque, uno spaccato che si va a inserire in una saga più vasta, ma talmente ben curato in ogni sua parte, che risulta completo anche come lettura a sé stante: non ci sono punti oscuri o non chiari, aspetti che richiedono di leggere altre storie per essere maggiormente approfonditi o compresi e questa è una cosa che ho molto apprezzato. Sei riuscito a rendere la vicenda indipendente e coerente, anche se è pensata come parte di un progetto più vasto. Gli eventi si concatenano tra loro in maniera fluida e naturale, senza forzature o senza dare l’impressione che qualcosa sia accaduto perché la trama lo richiedeva. Quelli presentati per la maggior parte del testo sono una delle campagne militari di Kjarr e il rapporto amoroso tra Siwald ed Ehrenold, quindi non è presente un intreccio molto complesso, ma ciò che ci proponi è strutturato con estrema cura e bravura, mai noioso. Complimenti anche per il modo in cui hai gestito e alternato i vari punti di vista: ti sei districato tra le vicende degli assediati e degli assedianti con equilibrio, senza prediligere mai davvero nessun punto di vista e donando al racconto quell’imparzialità necessaria per consentire al lettore di non lasciarsi influenzare dal pensiero dell’autore. Inoltre, il cambio di prospettiva ha donato ulteriore dinamicità al racconto, consentendoci di conoscere pensieri, usanze, modi di fare e moralità di diversi popoli, ordini e personaggi, creando un universo caleidoscopico e variegato, che è andato ad arricchire ulteriormente la narrazione.
Per quanto riguarda l’originalità, la vicenda da te proposta non è proprio nuovissima e presenta un grande classico: un amore a cui viene brutalmente posto fine a causa della morte di uno dei due, con conseguente vendetta da parte dell’altro. Questo è senza dubbio uno dei pochi (forse l’unico) cliché che adoro e il modo in cui tu l’hai trattato l’ha reso godibilissimo nella sua “classicità”. Come hai costruito la vicenda, il rapporto che hai creato tra Ehrenold e Siwald, come quest’ultimo ha cessato di vivere hanno reso l’argomento da te trattato interessante e non scontato, nonostante se ne legga spesso. I Cavalieri di Keldar sono un altro grande classico del Fantasy e rappresentano l’eroe senza macchia e senza paura, dall’integerrima moralità e sempre votato al bene e all’onore: hanno comunque rappresentato un contrasto ben riuscito e pertinente con l’esercito di Kjarr. Ho trovato molto originale il fatto che tu abbia cominciato la tua storia narrando della quotidianità di Kadya, immergendo il lettore nei colori e nella vivacità del mercato cittadino, ponendo l’accento su quanto tutto sia tranquillo e nella norma, per poi rompere quest’atmosfera di quiete con l’arrivo del bardo che porta notizie funeste, per poi entrare nella parte cupa del racconto. La scelta di iniziare la storia trasmettendo al lettore sensazioni positive ha senza dubbio contribuito ad accentuare quelle negative suscitate dalla triste vicenda che segue l’incipit, rendendole ancora più d’impatto. Originale anche la visione dell’amore che hai dato in questa storia, improntata alla maturità e alla compostezza, come i personaggi e l’ambiente in cui sono inseriti richiedono: non ci sono forzature, non ci sono inutili romanticismi o fronzoli. Molto bella l’immagine dell’amore come un cibo grasso che non nutre ma indebolisce; come già detto, questo modo di presentare il rapporto tra i due amanti ha senz’altro contribuito a dare originalità a una tematica di per sé classica, rendendola di spessore e interessante. Ho trovato molto originali anche gli S’kimser e la loro cultura dal sapore primitivo: sono stati un tocco inaspettato e innovativo che ho davvero apprezzato. Infine, di battaglie e guerre i Fantasy sono pieni zeppi, ma la cultura del popolo di Kjarr e la maestria con cui hai descritto gli assedi hanno reso la tua storia diversa da altre dello stesso genere: davvero di rado mi è capitato di leggere di battaglie così ben costruite, e di questo non posso che farti i complimenti.
La tua è certamente una storia Dark fantasy: quello da te presentato è uno scenario cupo e fosco e ben si percepisce il senso d’oppressione degli assediati. Gli S’kimser sono l’elemento più dark di tutta la storia e hanno contribuito a creare raccapriccio e orrore, soprattutto al pensiero dell’orribile morte che è stata destinata a Siwald e che il lettore viene lasciato a immaginare, creando ancora più pathos. La tua è senza dubbio una vicenda tetra e oscura in ogni sua parte, dalle tinte fosche e con anche personaggi dalla dubbia moralità (gli S’kimser e Litas, ad esempio): hai quindi creato un racconto pienamente Dark fantasy. Complimenti!

Utilizzo del pacchetto: 5/5

Il personaggio del cavaliere è stato senza dubbio pienamente utilizzato e, anzi, ne hai fatto molto di più: ci hai costruito intorno un intero Ordine, con la sua struttura e il suo credo, che è stato al centro della vicenda da te presentata, quindi complimenti. (+1)
La tua è una storia di guerra, distruzione, morte e sangue e proprio quest’ultimo elemento, che era il prompt del pacchetto da te scelto, è presente in ogni singola scena, in ogni singolo momento descritto: che sia negli odori trasportati dal vento sul campo di battaglia, che sia sul terreno dopo gli scontri, che sia sulle ferite e sulle divise dei combattenti, che sia nel colore delle bandiere di morte issate dal popolo di Kjarr, esso è una costante nel tuo racconto; inoltre, è anche il fulcro dei rituali e della cultura degli S’kimser, che ne fanno uno strumento, insieme al dolore, per raggiungere l’estasi e compiacere la propria dea. (+2)
L’utilizzo che hai fatto dell’oggetto è stato particolare e inaspettato e ho molto apprezzato il modo in cui lo hai inserito nel racconto: il lupo non è un animale fisico, ma un appellativo che viene attribuito al popolo di Kjarr in generale (Lupi del Nord) e a Ehrenold in particolare (Lupo di Hudach). In questo modo e in questo senso, il lupo viene a essere protagonista assoluto della vicenda e centrale in essa, dato che, in ultimo, si tratta dell’esercito di Kjarr e di Ehrenold. (+1)
Hai inserito la frase in maniera naturale e coerente nella tua storia, integrandola alla perfezione nei discorsi e nei momenti in cui è stata pronunciata, rendendola parte del credo stesso dei Cavalieri di Keldar, così votati all’onore che nulla si è perduto finché c’è esso. Hai costruito tutto dando l’impressione che la frase assegnata fosse pronunciata perché avesse senso farlo, e non perché dovesse semplicemente essere inserita da qualche parte nella storia, quindi, anche qui, tantissimi complimenti. (+1)

Gradimento personale: 4,8/5

La tua storia mi è piaciuta molto. È un racconto davvero ben fatto, dove tutti gli elementi sono coerenti e gli eventi s’intrecciano in maniera fluida e naturale, e che non manca di nulla: ci sono tutti gli ingredienti per renderlo interessante e coinvolgente. Inoltre, personalmente mi piace leggere di battaglie e scontri, quando sono ben fatti e ben descritti, ma raramente mi capita di trovarne di davvero accurati e dinamici: non è stato però il tuo caso, in cui ci presenti un assedio (due, se si conta anche Tarlya) descritto minuziosamente e fedelmente, con grande accuratezza storica; inoltre, non presenti una sequenza di scene, come se fossimo dinanzi a un documentario o a un copione, ma riesci a integrare il dettagliato realismo degli scontri alla trama, rendendolo narrativo e scorrevole, cosa non facile da fare. Inoltre, mi è piaciuto ogni singolo personaggio presente in questa storia: anche Siwald, che è quello che mi è risultato più indigesto per il suo comportamento sconsiderato, è riuscito a guadagnarsi il mio apprezzamento per la sapiente caratterizzazione che ne hai fatto. Ho letteralmente adorato le descrizioni che hai presentato, vivide e d’impatto.
Il motivo per cui il punteggio non è totalmente pieno è soltanto uno ed è ciò che di più vicino ci sia al gusto personale (infatti non ha in alcun modo inficiato il punteggio delle altre voci): sin dall’inizio, il lettore sa come si concluderà la vicenda. Da ciò che ho capito, la storia narrata si colloca cronologicamente prima di un’altra da te già scritta sul popolo di Kjarr, in cui si fa menzione di ciò che accade qui. Per chi conosce suddetta storia, quindi, sarebbe stato inutile fare mistero delle sorti di Irdan, dato che sono già ben note. Per chi non conosce l’altra tua storia, tuttavia, svelare subito che Irdan è caduta toglie il senso d’ansia e d’attesa nello scoprire le sorti della guerra, perché già si conoscono. L’andamento altalenante dell’assedio non crea aspettativa, così come tutti gli sforzi dei Cavalieri di Keldar, perché l’esito è già noto. Personalmente, avrei preferito non conoscere a priori la conclusione, perché mi avrebbe reso la lettura più interessante dal punto di vista della guerra e del suo andamento. Questa comunque rimane una mia personalissima preferenza, che non va in alcun modo a intaccare il fatto che la storia sia molto bella e ben fatta, infatti il punteggio detratto è minimo.
In conclusione, ti faccio tantissimi complimenti per aver creato un racconto di spessore e di alta qualità, ricco e intrigante: mentre leggevo, commentavo le azioni e i dialoghi dei vari personaggi, cosa che faccio solamente quando una storia riesce davvero a coinvolgermi e colpirmi, quindi è indubbio quanto questo tuo scritto mi abbia catturata.

Punteggio totale: 39,3/40

Premio “Miglior personaggio”: questo premio va al personaggio di Rowden. Sarebbe forse venuto da pensare che un premio simile andasse a uno dei personaggi principali, perché a loro viene dato lo spazio maggiore, ma in realtà è proprio Rowden ad avermi totalmente conquistata. Lui è la parte umana di Kjarr, quello che spera che i Cavalieri di Keldar feriti sopravvivano e che Ehrenold li risparmi, quello che vede i bambini come tali e ne giustifica la “codardia”, quello che tiene immensamente al suo amico e cerca di fare di tutto per evitargli sofferenze, quello che gli dice saggiamente come stanno le cose e che sa quando tacere. È stato un personaggio d’impatto, che mi ha affascinata dalla prima volta in cui è comparso, conquistandomi sempre di più. Sei riuscito a creare un personaggio con una personalità così di spessore da oscurare quella di tutti gli altri, nelle scene in cui è comparso. L’ho davvero amato.
[Modificato da Dark Sider 26/09/2019 13:54]
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Post: 1.104
Giudice*****
25/09/2019 22:29
 
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Riepilogo classifica:

Settima classificata:
“The Dreamer and the Zealot” di SparkingJester (punteggio totale: 22,1/40)
Sesta classificata: “Sangue di drago” di Mana_89 (punteggio totale: 30,2/40)
Quinta classificata: “Se dovessi morire” di guardjangel (punteggio totale: 30,5/40)
Quarta classificata e vincitrice del premio “Antieroe”: “Legami mortali” di Silkworm25 (punteggio totale: 31/40)
Terza classificata: “Credere non ti salverà questa volta” di GiuniaPalma (punteggio totale: 34,6/40)
Seconda classificata e vincitrice del premio “Darkest fantasy”: “La Foresta Pietrificata” di Luce Lawliet (punteggio totale: 38,9/40)
Prima classificata e vincitrice del premio “Miglior personaggio”: “Il Lupo di Hudach” di OldFashioned (punteggio totale: 39,3/40)


Recensioni premio rilasciate:

1. OldFashioned: 4/4
- Il dolore più grande - Capitolo 1
- Il dolore più grande - Capitolo 2
- Il dolore più grande - Capitolo 3
- Il dolore più grande - Capitolo 4

2. Luce Lawliet: 3/3
- Il caso Rogan Reyes - Prologo
- Il caso Rogan Reyes - Capitolo 1
- Il caso Rogan Reyes - Capitolo 2

3. GiuniaPalma: 1/1
- Poetici paradossi

4. Silkworm25: 1/1
- Il soldatino


Vi ricordo di farmi sapere se volete ricevere la valutazione come recensione.
Per le recensioni premio, ditemi pure se avete preferenze, tenendo conto che per storie a più capitoli e raccolte, la recensione è da considerarsi al singolo capitolo.

Per qualunque cosa, rimango a vostra disposizione ^^
[Modificato da Dark Sider 18/12/2019 16:50]
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Post: 1.394
Giudice*****
25/09/2019 22:43
 
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Ciao Dark Sider, innanzitutto grazie mille per la valutazione che è davvero molto precisa e puntuale. Sono felicissima di essere arrivata così in alto in classifica, era la prima volta che scrivevo di questo genere e, appena letto il pacchetto, ho praticamente scritto di getto presa dall'ispirazione. Riconosco benissimo la mancanza di introspezione dei personaggi e di un racconto più dettagliato del loro mondo e vissuto, ma sono davvero contenta che nel complesso la mia storia ti sia piaciuta ugualmente! Farò tesoro di tutti i consigli che mi hai dato.
Ovviamente, voglio la valutazione come recensione ^^
E per quanto riguarda la recensione premio, senza starci troppo a pensare ti lascio il link di una mia originale introspettiva che è del genere del romanzo che ho pubblicato e su cui mi farebbe davvero piacere ricevere un'opinione. Grazie ancora per il bellissimo Contest!

efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3860638&i=1
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Post: 1.104
Giudice*****
25/09/2019 23:15
 
Quota

Re:
GiuniaPalma, 25/09/2019 22.43:

Ciao Dark Sider, innanzitutto grazie mille per la valutazione che è davvero molto precisa e puntuale. Sono felicissima di essere arrivata così in alto in classifica, era la prima volta che scrivevo di questo genere e, appena letto il pacchetto, ho praticamente scritto di getto presa dall'ispirazione. Riconosco benissimo la mancanza di introspezione dei personaggi e di un racconto più dettagliato del loro mondo e vissuto, ma sono davvero contenta che nel complesso la mia storia ti sia piaciuta ugualmente! Farò tesoro di tutti i consigli che mi hai dato.
Ovviamente, voglio la valutazione come recensione ^^
E per quanto riguarda la recensione premio, senza starci troppo a pensare ti lascio il link di una mia originale introspettiva che è del genere del romanzo che ho pubblicato e su cui mi farebbe davvero piacere ricevere un'opinione. Grazie ancora per il bellissimo Contest!

efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3860638&i=1



Grazie a te per aver partecipato e per la bella storia che mi hai fatto leggere: l'ho davvero adorata!
Passo a lasciarti la valutazione come recensione.
Leggerò volentieri la storia da te proposta ^^
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