Prima Classificata Parimerito
DARKSIDER
IL RICHIAMO DEL MALE
Vincitrice del premio “miglior dialogo”
48,50/50
Grammatica e stile: 9.7/10 (4.70 grammatica - 5 stile)
Sullo stile e sulla correttezza grammaticale non ho nulla da dire. Mi piace moltissimo come scrivi e il linguaggio che usi anche per raccontare cose crude, sebbene nulla risulti mai in alcun modo gratuito. I refusi pertanto sono pochissimi e dovuti alla lunghezza del testo, che non si associa tuttavia a una pesantezza. Ho letto la minilong senza interruzioni proprio per non dovermi distaccare dall’atmosfera che hai saputo creare e l’ho trovata scorrevole e piacevole dall’inizio alla fine. Anche il modo in cui hai descritto il rapporto sessuale tra Rihain e Davian risente un po’ dell’aria cupa che permea la storia ed è quasi tecnico, una cosa che ha assunto un suo senso alla fine del racconto. Mi sono piaciuti molto gli incipit dei capitoli, tratti dal diario del mago Ademar, che consentono al lettore di immergersi in maniera ancora più approfondita nella storia.
- che conosceva fin troppo bene - [trattino corto]
- Percepì rumore di passi che si allontanavano da lui, poi il cigolio della porta che veniva aperta e di nuovo la voce di Shandon [un rumore]
- Piangeva per dispiacere per la morte di Elward [di dispiacere]
Uso del pacchetto e degli eventuali bonus: 10/10
L’uso del pacchetto è eccezionale anche perché rispettato nella sua totalità e sei tra i pochi che hanno voluto utilizzare fino all’ultimo bonus. Il conflitto interiore è presente e viene risolto nel peggiore dei modi possibili, ma anche nel più inevitabile, se vogliamo, con Davian che viene sopraffatto dal ricettacolo di Kyr e si vota al male, ascoltandone il richiamo che funge anche da titolo alla storia. Il conflitto è presente e generalizzato (col padre adottivo), la rivelazione è duplice e riguarda il figlio che Davian scopre di avere – notizia che Shandon sperava potesse risvegliare un barlume di bontà nel fratello adottivo. La situazione è la ragione stessa della storia, ovvero gli esperimenti magici atti a incanalare il frammento di Kyr. Con il senno di poi, lo sforzo si è rivelato totalmente inutile e questo aggiunge angst ad angst. Una menzione speciale va per la frase: era integrata benissimo nel testo.
IC/Caratterizzazione personaggio e introspezione: 9,3/10
Davian:
Mi sono interrogata parecchio su cosa pensassi di Davian e del suo abbracciare il lato oscuro: trovo che hai reso molto bene questo mutamento interiore che era già in atto in lui da sempre. La voce che lo perseguita ha il sopravvento lusingandolo con il potere e tutto questo è assolutamente credibile ed efficace all’interno del testo. Spinto dal padre adottivo a gestire il suo potere ne diviene vittima e questo passaggio introspettivo è particolarmente calzante ed efficace laddove Davian rinfaccia al padre di averlo reso crudele, di averlo sforzato a cedere al lato oscuro per poi lamentarsi della sua oscurità. Ha senso, come ha senso la spaventosa mancanza di senso di colpa che Davian prova quando uccide l’uomo rendendosi conto di non provare alcun rimorso. La presenza della voce insistente e martellante, il doppio con cui Davian ha a che fare, rendono ancora più credibile il suo aprirsi al male rendendo la sua dannazione perfettamente coerente.
Rihain:
Rihain è un personaggio su cui avrei voluto leggere di più, anche se forse per l’economia della storia ciò non avrebbe aiutato. Ama Davian e non lo teme affatto e ha con lui una lunga relazione; di fronte a certi atteggiamenti poco lungimiranti da parte del compagno e del suo cambiamento si allontana, non rivelandogli la sua gravidanza; proprio la tragicità del personaggio e la forza del suo legame con Davian necessitavano di un approfondimento leggero in più. Nonostante la sua rilevanza (accompagna Shandon nel tentativo di recuperare Davian, rischiando la vita) la sua voce all’interno della storia risulta leggermente meno potente delle altre ed è un peccato perché la adoro e ha un potenziale grandissimo (regalale uno spin-off, ti prego <3).
Shandon:
Shandon è il fratello retto, giusto, disperato. Ho amato l’esistenza di un linguaggio particolare tra lui e Davian così come i suoi tentativi di farlo ragionare o, viceversa, di stargli vicino. Hai costruito il loro rapporto in maniera tale che quando le cose tra loro si sono spezzate ho sofferto per la perdita di quel legame che Shandon tenterà di riallacciare a costo della propria vita. E che altro poteva fare, altrimenti? Di fronte alla corruzione del fratello, la sua unica speranza era quella di smuovere un residuo di umanità inesistente in Davin o, perlomeno, di scuoterlo profetizzando la sua morte. Niente di ciò è accaduto, ma Shandon è rimasto fedele ai suoi propositi fino alla fine.
Sviluppo trama: 10/10
Sei stata coraggiosissima, DarkSider, perché hai scelto un finale cupissimo. Non solo Davian finisce male, ma il mondo finisce preda dei demoni e gli altri personaggi muoiono tra atroci sofferenze. Oltre a ciò, c’è il resto, ovviamente: l’idea di aver creato una storia che anticipa “Il richiamo” e che accenni al modo e alla maniera in cui Davian si è ritrovato ad ospitare il frammento di Kyr è interessante e plausibile e sa di antica saga, mentre la discesa verso l’inferno del ragazzo, inevitabile e molto curata, non appare troppo rapida per via della voce che fin da subito tormenta il ragazzo che è diviso a metà. Il richiamo del male non lascia prigionieri né si dimentica di colpire gli altri personaggi, denotando quanto la presunzione dell’uomo di controllare forze soprannaturali possa essere deleteria e distruttiva.
Gradimento personale: 5/5
Questa storia è bellissima ed è ben scritta, non c’è che dire. Sviluppa in maniera dark e convincente la tematica del contest, ponendo anche degli interrogativi sugli esperimenti e sul loro costo. La pretesa umana di controllare un dio (la natura?) si rivolta contro i maghi incauti, decretando l’apparente rovina del mondo. A una trama robusta e priva di pecche, si uniscono bellissime introspezioni, personaggi coinvolgenti e uno stile di scrittura efficace e brillante.
Titolo e presentazione: 4,5/5
Il titolo è efficace e bellissimo nella sua semplicità e attira la lettura (o, perlomeno, la mia l’ha attirata). Il testo è presentato in maniera elegante e scorrevole. L’introduzione alla storia mi convince leggermente meno per via dei periodi molto lunghi e dalla volontà di spiegare perfettamente cosa succederà, ma questo nulla toglie a una piccola perla come la tua. Wow!
Totale: 48,50/50
Prima Classificata Parimerito
CHRISANDREINI
MY EYES
Vincitrice del premio speciale “Miglior coppia”
48,50/50
Grammatica e stile: 9/10 [grammatica 4/5 – stile 5/5]
Il tuo stile è pulito, scorrevole, piacevole da leggere e l’ho adorato. I pochi refusi che ci sono hanno penalizzato un po’ il punteggio, ma si tratta di inezie che influiscono solo perché reiterate nel testo. Il trattino che apre i dialoghi – va lungo e deve essere seguito da uno spazio, come nelle edizioni Einaudi, che seguono questa regola. Sempre nei dialoghi, presta attenzione alle virgole e alla punteggiatura (ho segnato solo l’esempio del tono di Jay che volendo poteva anche starci, ma nel testo ce ne sono diverse di cose così. Ovviamente la bellezza dello stile non ne è intaccata in alcun modo e il resto non sono che refusi comprensibili anche per l’incredibile lunghezza del testo.
- -Credetemi, i segni sono tutti lì!
- Si era ormai quasi rassegnato, quando bussarono alla porta.
- Il suo cuore perse un battito. -Jay, sono io- disse la voce dall’altra parte della porta. [ripetizione porta/porta]
- -Volevo proporti un accordo. Entra così ne parliamo- il tono di Jay si addolcì leggermente. [punteggiatura nel dialogo. Il tono di Jay]-
- Jay ebbe un terribile deja-vu, [Jay ebbe un terribile déjà-vu,]
- -Diva, ovviamente. Spia infame- commentò Jay, con odio, stringendo la stretta. [la presa] .10
- Bee lo guardò, grata da quelle parole. [per quelle parole]
- Per la prima volta da tutta la sua vita, si sentì in pace. [in tutta]
Uso del pacchetto e degli eventuali bonus: 10/10
Il tema della nemesi è visto nell’accezione che più preferisco e che contraddistingue parte della mia poetica, se così la vogliamo chiamare. Gli opposti che si attraggono. Non hai idea di quanto ho gongolato ritrovandomi, io che amo proprio questo genere di cose, il Fuoco e l’Acqua personificati e contrapposti, innamorati infelici che dopo aver provato a stare insieme, devono comunque lasciarsi perché la loro natura li avvicina e separa allo stesso tempo. La scoperta tremenda è quella che Bee e Jay fanno mentre fuggono dal centro di ricerca e che concerne la loro natura, mentre la canzone My eyes che dà il titolo alla storia fa da leitmotiv all’amicizia, all’amore e al dolore che investe la coppia. Non solo le frasi servono per interpretare il legame tra i due ragazzi, ma rappresenta anche l’elemento che li distingue dagli esseri umani. Gli esperimenti scientifici sono quelli fatti sui due bambini. Un mix perfetto e speciale, per una storia magnifica.
IC/Caratterizzazione personaggio e introspezione: 10/10
La caratterizzazione e la descrizione di Bee e Jay tiene conto anche del loro potere e della loro natura, che devono assecondare. Ecco allora che Bee è riflessiva e calma come lo sono le acque dei ruscelli, ma pronta anche a spegnere le fiamme e a dare la vita. Jay scalda e consola, come le fiamme, ma divampa e brucia furioso (ed ecco allora punire Diva e l’umanità tutta). Oltre a questo non si intuisce immediatamente, ma Bee e Jay non sono altro che delle “umanizzazioni” dei nomi B e J che indicano i piccoli esperimenti ibridi dal momento in cui, bambini, iniziano il loro percorso. Una cosa che mi ha ricordato l’autore inglese Ishiguro è che, al pari suo, hai saputo rendere la curiosità e lo stupore per un mondo mai visto da parte di due bambini in cattività. La natura e la motivazione del loro legame appare evidente nel corso della storia, così come le loro solide motivazioni. Il finale, poi, non poteva essere che quello ed è straziante. Una menzione va anche a Diva. Un personaggio secondario, ma che lascia il segno proprio per la crepa che si intravede sotto la sua sicurezza.
Sviluppo trama: 10/10
La trama è bellissima e mi ha ricordato il bellissimo “Non lasciarmi” di Ishiguro. Tra l’altro mi ero appuntata questo passaggio
-Non lo so, ma penso che come nome ci azzecchi- rispose lui,
-B, vieni qui!- la chiamò D, impaziente.
… Perché pensavo, giunta a ¾ della storia, che tu avessi commesso una leggerezza. Invece questo dettaglio ha perfettamente senso all’interno della storia. Tramite l’uso sapiente dei flashback messi non in ordine temporale, hai saputo farmi conoscere e amare i tuoi personaggi, drammatizzando la loro esistenza meschina, passata a fare le cavie da laboratorio. Splendido è il fatto che all’interno di un ambiente come quello del laboratorio l’amore sia potuto sbocciare. Concettualmente non fa una piega, anche se è umanamente doloroso, che Jay e Bee abbiano finito per troncare la loro relazione: gli opposti si attraggono, vero, ma il loro toccarsi è meraviglioso e straziante assieme. Incantevole.
Gradimento personale: 5/5
In questa storia ci hai messo il cuore e si vede e sono contentissima che tu abbia vinto il contest. Te lo meriti. Sono tre giorni che ascolto “My Eyes.” Sappi che è entrata nella mia playlist detta “Ispirazione” e l’ho messa in loop (la sto riascoltando anche adesso. Grazie per avermela fatta conoscere. La storia è semplicemente bellissima e l’ho amata.
Titolo e presentazione: 4,5/5
My eyes, come ti ho detto anche sopra, è un titolo che richiama molti elementi della storia. Suona bene, si ricollega alla fanfiction ed è anche musicale. Allo stesso modo, ho amato le frasi dell’introduzione, le trovo molto calzanti. Il testo è ordinato e pulito, perfettamente inframezzato dai versi della canzone, ma il font è leggermente troppo grande e risulta sgraziato. Ma insomma, si tratta di un’inezia!
Totale: 48.5/50