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In che senso una sorella non puo riprendere un fratello?

Ultimo Aggiornamento: 25/04/2019 12:56
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18/04/2019 19:55
 
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Re:
Caro barnabino


Se parliamo di offese di lieve entità o solo malintesi è sufficiente appianare le cose in modo amichevole.




Quindi se parliamo di piccole offese si puo consigliare il fratello in un modo amichevole citanto le scritture facendogli notare dove ha sbagliato ma in nessun caso si deve prendere la bibbia.

E cosi?




18/04/2019 20:05
 
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Senza citare le Scritture, perché sarebbe insegnare. Per altro un chiarimento amichevole basta esprimere i propri sentimenti, se citi le Scritture comunque vuol dire che c'è stata una violazione Scritturale e allora c'è bisogno dei passi di Matteo 16.

Shalom
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18/04/2019 20:11
 
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Re:

Senza citare le Scritture, perché sarebbe insegnare. Per altro un chiarimento amichevole basta esprimere i propri sentimenti, se citi le Scritture comunque vuol dire che c'è stata una violazione Scritturale e allora c'è bisogno dei passi di Matteo 16.



Comunque mi sembra che Matteo cap 18 parli di peccati gravi come frode oppure calunnia e non di una semplice offesa fatta dal fratello essendo brusco oppure sgarbato, se la sorella gli rammenta che un fratello deve usare mitezza e profondo rispetto sta citando le scritture.





18/04/2019 20:48
 
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Caro Erev,


Comunque mi sembra che Matteo cap 18 parli di peccati gravi come frode oppure calunnia e non di una semplice offesa fatta dal fratello essendo brusco oppure sgarbato, se la sorella gli rammenta che un fratello deve usare mitezza e profondo rispetto sta citando le scritture



Per una parola brusca che scritture vuoi citare? Si, potresti trovarne ovviamente, ma se sono offensive allora devi fare i passi di Matteo 16 altrimenti se sono semplici fraintendimenti basta esprimere i tuoi sentimenti e dire che quell'atteggiamento o parola ti ha fatto stare male... se davvero un fratello manca di mitezza e rispetto allora la questione è grave, non basta una sorella che gli dice che c'è rimasta male, ma ci vuole l'aiuto degli anziani.

Shalom
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18/04/2019 21:11
 
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Re:
caro barnabino


non basta una sorella che gli dice che c'è rimasta male, ma ci vuole l'aiuto degli anziani.



Per svolgere i passsi di Matteo cap 18?






18/04/2019 22:18
 
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Per svolgere i passsi di Matteo cap 18?



Se un fratello manca di mitezza e rispetto siamo oltre Matteo 18, quel fratello ha bisogno dell'aiuto degli anziani, non si tratta di singolo episodio personale. Se è solo un episodio personale la sorella ne parlarà con il marito ed eventualmente fa con lui i passi di Matteo 18. In ogni caso la sorella non insegna con la Bibbia, usa le pubblicazioni che spiegano come applicare i principi biblici. Il principio è semplice, per al Bibbia una donna non può insegnare ad un fratello. D'altronde se un fratello insulta una sorella non serva la Bibbia per capire che è un comportamento inappropriato, per la verità un insulto potrebbe già richiedere l'intervento degli anziani, perché vi è una violazione di principio grave che coinvolge la congregazione.

I passi di Matteo comunque presuppongono che non ci sia bisogno di convincere che insultare sia un peccato, ma solo di stabilire che ci sia stato un insulto. Se un fratello pensa che insultare non sia un peccato grave c'è bisogno degli anziani.

Shalom
[Modificato da barnabino 18/04/2019 22:26]
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19/04/2019 11:16
 
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In questo 3D sono state descritte alcune circostanze specifiche, ma potrebbe essere utile ragionare non tanto su casi specifici, quanto sui principi implicati.

Le seguenti domande che prendono spunte dalle pubblicazioni citate nel post. 77 possono dare spunti di riflessione utili così da poter affrontare qualunque circostanza rispettando i principi biblici.

Il mio intervento solleva motivi di disputa? w89 1/3 p. 6

Sto contendendo? Sto sminuendo l’incarico che quest'uomo ha ricevuto? w07 15/1 p. 4

Mi sto mettendo in mostra come dissenziente? Sto mostrando umiltà e modestia? Sto alterando l'ordine e la serietà che caratterizza una donna che professa di riverire Dio? Sarò considerata impertinente e priva di modestia? g78 8/11 p. 27

Sto esponendo semplicemente come stanno i fatti o si ravvisa in me un atteggiamento polemico? w60 15/5 p. 318

20/04/2019 20:50
 
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Re:
The.Witness, 19/04/2019 11.16:


In questo 3D sono state descritte alcune circostanze specifiche, ma potrebbe essere utile ragionare non tanto su casi specifici, quanto sui principi implicati.

Le seguenti domande che prendono spunte dalle pubblicazioni citate nel post. 77 possono dare spunti di riflessione utili così da poter affrontare qualunque circostanza rispettando i principi biblici.



Sto contendendo? Sto sminuendo l’incarico che quest'uomo ha ricevuto? w07 15/1 p. 4










pubblicazione 07
Questo non significa che alle adunanze della congregazione cristiana la donna non debba mai esprimersi. Deve stare in silenzio nel senso che non deve contendere con l’uomo. Non deve sminuire l’incarico che egli ha ricevuto o cercare di insegnare alla congregazione. Il compito di dirigere la congregazione


pubblicazione 78
co un’obiezione, mettendosi così in mostra come dissenziente con gli uomini o facendo capire che il loro insegnamento fosse privo di chiarezza. Tale obiezione pubblica avrebbe rivelato da parte di una donna mancanza di umiltà e modestia e avrebbe alterato l’ordine e la serietà che dovevano esistere in un’adunanza di congregazione.


pubblicazione 60
. “Nella congregazione” le sorelle devono evitare di discutere, correggere o istruire i fratelli. Come spiega il libro “Questo significa vita eterna” a pagina 155: “La donna doveva imparare in silenzio nel senso di non discutere qui [nella congregazione] con gli uomini,


Sia in adunanza che negli studi hanno spiegato che quando si fa una ricerca su pubblicazioni il più corretto intendimento è quello relativo l’ultimo articolo uscito in ordine cronologico,
ci atteniamo pertanto a quello del 2007 che utilizza 3 termini come divieto “non contendere” “non sminuire” “non dirigere” e siamo tutti pienamente d’accordo, sorelle in primis e fratelli senza incarichi, che neppure quest’ultimi verrebbero visti di buon occhio qualora adottassero questi comportamenti.

E comunque tutti questi articoli anche i più datati di oltre mezzo secolo confinano il problema a dentro le nostre congregazioni dove teniamo per l’appunto le adunanze e lo ripete più e più volte,
mentre la domanda posta nel 3D vuole allargare questi divieti alla vita di tutti i giorni, al nostro quotidiano


Dalle ricerche che ho fatto e anche dal materiale che avete postato...a nessuna parte leggo che non si devono citare scritture nei nostri dialoghi qualora sono presenti fratelli, anzi è grazie ad esse che sicuramente non diremo cose insensate,
E se “dell’abbondanza del cuore la bocca parla” e la nostra mente pensa le cose del Cristo, come si puo farne una colpa il citare le scritture???



gli spunti di riflessione sono ottimi
e non sarebbe corretto adottare comportamenti che tendono a sminuire, contendere..
..o mancanza di modestia e umiltà neppure tra noi sorelle
[Modificato da frida18 20/04/2019 20:55]

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20/04/2019 22:15
 
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Re: Re:
frida18, 16.04.2019 16:17:




Nel senso che se una sorella lascia un fratello
non se lo può più riprendere

[SM=g8878] [SM=g8878]






[SM=g2037509]


Io avevo letto in una rivista che una sorella non può riprendere un fratello, senza esplicito consenso. Questo vale anche per le fotografie
21/04/2019 14:33
 
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Re: Re: Re:
I-gua, 20/04/2019 22.15:




[SM=g2037509]


Io avevo letto in una rivista che una sorella non può riprendere un fratello, senza esplicito consenso. Questo vale anche per le fotografie




non capisco il senso di quello che hai scritto
quindi ti rispondo che......



sono molti i modi usati da Satana per colpire
la persona amata da Geova
e guai a chi si rende suo complice

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21/04/2019 14:40
 
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La discussione si intitola "In che senso una sorella non puo riprendere un fratello?".

E' la prima volta che sento un idea del genere nel popolo di Geova.

21/04/2019 16:02
 
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Ragazzi...
Cerchiamo di ‘riprendere’ il senso dell’umorismo 😁
(Nel caso l’avessimo perso)😉
21/04/2019 18:31
 
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Il contesto storico in quanto alle parole di Paolo è questo:


L’applicazione dell’ispirato comando dell’apostolo Paolo si dovrebbe comprendere alla luce del contesto. Quando Paolo scrisse, nelle adunanze della congregazione di Corinto, incluse le adunanze in cui erano presenti degli increduli, mancava l’ordine. Più di una persona per volta profetizzava o parlava in lingua. (1 Cor. 14:22-32) Evidentemente alcune donne presenti facevano domande imbarazzanti e discutevano con gli uomini nominati per insegnare nella congregazione. Così queste donne assumevano in effetti la posizione di insegnanti e ignoravano il posto di autorità assegnato all’uomo. — 1 Cor. 11:3.

Correggendo la situazione, Paolo richiamò l’attenzione sul fatto che “Dio è un Dio non di disordine, ma di pace”. (1 Cor. 14:33) Riguardo alle donne, egli scrisse: “Le donne stiano in silenzio nelle congregazioni, poiché non è loro permesso di parlare, ma siano sottoposte, come dice anche la Legge. Se, dunque, vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i propri mariti, poiché è vergognoso per una donna parlare nelle congregazione”. (1 Cor. 14:34, 35) Questa ammonizione è d’accordo con le successive parole che Paolo disse nella sua prima lettera a Timoteo: “La donna impari in silenzio con piena sottomissione. Non permetto alla donna d’insegnare né di esercitare autorità sull’uomo, ma stia in silenzio”. — 1 Tim. 2:11, 12.

Perciò, il comando dato alle donne di non parlare valeva ogniqualvolta il parlare aveva il nocivo effetto di minare l’autorità degli uomini nella congregazione. Che non escludesse ogni parlare da parte delle donne si capisce da I Corinti 11:5: “Ogni donna che prega o profetizza con la testa scoperta fa vergogna a colui che è il suo capo”. Comunque, sarebbe stato vergognoso per le donne fare domande imbarazzanti o innalzarsi al disopra degli uomini radunati e cominciare a istruirli. Se avessero fatto tali cose avrebbero recato biasimo anche sui loro mariti.
[Modificato da erevnitis 21/04/2019 18:33]
21/04/2019 18:41
 
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Il principio mi sembra questo:

"il comando dato alle donne di non parlare valeva ogniqualvolta il parlare aveva il nocivo effetto di minare l’autorità degli uomini nella congregazione".

Poi sta alle sorelle valutare sino a che punto si puo andare per non minare l'autorità degli uomini nella congregazione non stabilendo nessuna regola poi ogni fratello puo avere una sensibilità diversa in questo campo.

Poi mi sembra che la cultura oggi non aiuta.
[Modificato da erevnitis 21/04/2019 18:42]
22/04/2019 10:35
 
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Re:
erevnitis, 21/04/2019 18.31:

Il contesto storico in quanto alle parole di Paolo è questo:


L’applicazione dell’ispirato comando dell’apostolo Paolo si dovrebbe comprendere alla luce del contesto. Quando Paolo scrisse, nelle adunanze della congregazione di Corinto, incluse le adunanze in cui erano presenti degli increduli, mancava l’ordine. Più di una persona per volta profetizzava o parlava in lingua. (1 Cor. 14:22-32) Evidentemente alcune donne presenti facevano domande imbarazzanti e discutevano con gli uomini nominati per insegnare nella congregazione. Così queste donne assumevano in effetti la posizione di insegnanti e ignoravano il posto di autorità assegnato all’uomo. — 1 Cor. 11:3.

Correggendo la situazione, Paolo richiamò l’attenzione sul fatto che “Dio è un Dio non di disordine, ma di pace”. (1 Cor. 14:33) Riguardo alle donne, egli scrisse: “Le donne stiano in silenzio nelle congregazioni, poiché non è loro permesso di parlare, ma siano sottoposte, come dice anche la Legge. Se, dunque, vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i propri mariti, poiché è vergognoso per una donna parlare nelle congregazione”. (1 Cor. 14:34, 35) Questa ammonizione è d’accordo con le successive parole che Paolo disse nella sua prima lettera a Timoteo: “La donna impari in silenzio con piena sottomissione. Non permetto alla donna d’insegnare né di esercitare autorità sull’uomo, ma stia in silenzio”. — 1 Tim. 2:11, 12.

Perciò, il comando dato alle donne di non parlare valeva ogniqualvolta il parlare aveva il nocivo effetto di minare l’autorità degli uomini nella congregazione. Che non escludesse ogni parlare da parte delle donne si capisce da I Corinti 11:5: “Ogni donna che prega o profetizza con la testa scoperta fa vergogna a colui che è il suo capo”. Comunque, sarebbe stato vergognoso per le donne fare domande imbarazzanti o innalzarsi al disopra degli uomini radunati e cominciare a istruirli. Se avessero fatto tali cose avrebbero recato biasimo anche sui loro mariti.








caro Erev il tuo post
non risponde alla domanda che è il tema del 3D da te aperto.
Non spiega perché una donna non potrebbe riprendere o chiarire di persona
con un fratello? perché non possono farlo...nonostante
a fronte di questo corretto comportamento
abbiamo parecchie scritture e principi enunciati personalmente da Cristo?
perché qualcuno pensa sia antiscritturale chiarire personalmente se
e in aggiunta abbiamo esempi del passato (ho citato quello di Anna che parla al sommo sacerdote -
donne impiegate da Geova come giudici e profetesse nonostante avessero un marito, perfino acerrimi nemici di Dio sono caduti per mano di donna
perfino un profeta fu ripreso da un'asina)
Quindi spiegami il motivo...

Le scritture da te citate dimostrano che Geova ha dato incarico agli anziani
di prendere la direttiva nell'insegnare
quindi abbiamo visto che è buona condotta
“non sminuire” “non contendere” “non dirigere” (nella congregazione)

Ma non puoi fare valere queste scritture per spiegare che ...nel caso
una sorella si sente offesa non possa chiarire a quattr’occhi con un fratello
o con un anziano o con un sorvegliante o con uno del corpo direttivo.

Ricordandoci che nel mondo le sorelle con marito nella verità (e che ricoprono incarico) sono un numero limitato…
ricordiamoci che la maggioranza delle sorelle sono single,
orfane di padre in senso letterale e a volte orfane di padre in senso spirituale,
ce ne sono che hanno il marito incredulo
ce ne sono separate
ce ne sono divorziate
ce ne sono vedove in senso letterale e a volte nel migliore dei casi
sono vedove nel senso spirituale.
Quindi la scritture che tu citi come tuo cavallo di battaglia di rivolgersi a casa al proprio marito
è inapplicabile, oggettivamente nella stragrande maggioranza dei casi.
E quando ci fai la concessione di poter parlare con un fratello l’importante non minare la sua autorità....vorrei chiederti
se una sorella parla in privato a quattr’occhi e chiarisce con un fratello
senza allargare ad altri la questione
mi spieghi come fa a minare l’autorità?

fai il processo alle intenzioni?


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[SM=g27985] Ho come l'impressione che si stia facendo a fraintendersi.

le situazioni esaminate in questo 3D, alla fine sono risultate due: una che riguarda gli aspetti di interazione personale, atteggiamenti e comportamenti della vita quotidiana...

e l'altro l'insegnamento vero e proprio, anche a fronte di un comportamento (verso altri) che forse avrebbe bisogno di 'riprensione'

a questo proposito vorrei riproporre il post di The.Witness, che mi pare chiarisca abbastanza circa il fatto se una sorella possa o meno 'riprendere' un fratello.



The.Witness, 18/04/2019 17.02:

Carissimi, posto alcuni riferimenti a pubblicazioni che esaminano i principi implicati e possono aiutarci a comprendere come si applicano tali principi senza andare agli estremi.

Ognuno tragga le proprie conclusioni


*** w89 1/3 p. 6 Chi sono i veri ministri di Dio? ***
Paolo affermò anche, riguardo alle donne: “Se, dunque, vogliono imparare qualcosa, interroghino a casa i propri mariti, poiché è vergognoso per una donna parlare nella congregazione”. (1 Corinti 14:35) Ciò significa che se le sorelle non comprendono alcune affermazioni lette o fatte durante le adunanze, oppure ne sono turbate, non dovrebbero sollevare motivi di disputa davanti alla congregazione. Piuttosto, dovrebbero chiedere chiarimenti ai loro mariti quando sono a casa.


*** w07 15/1 p. 4 Uomo e donna: a ciascuno un ruolo dignitoso ***
Nella congregazione cristiana esiste una disposizione simile, ed esaminarla può esserci utile. L’apostolo Paolo scrisse: “Non permetto alla donna . . . di esercitare autorità sull’uomo, ma stia in silenzio. Poiché Adamo fu formato per primo, poi Eva”. (1 Timoteo 2:12, 13) Questo non significa che alle adunanze della congregazione cristiana la donna non debba mai esprimersi. Deve stare in silenzio nel senso che non deve contendere con l’uomo. Non deve sminuire l’incarico che egli ha ricevuto o cercare di insegnare alla congregazione. Il compito di dirigere la congregazione e di insegnare nel suo ambito è stato affidato agli uomini, tuttavia le donne contribuiscono notevolmente alla riuscita delle adunanze cristiane prendendovi parte attiva in vari modi.


*** g78 8/11 p. 27 Il ruolo della donna nella congregazione del primo secolo ***
Le donne dovevano rimanere in silenzio, non tentando di prendere parte all’attività di impartire istruzione pubblica. Con la loro attitudine e con le loro azioni, le donne cristiane dovevano mostrarsi pienamente sottomesse alla disposizione della congregazione circa l’insegnamento. Sarebbe stato inappropriato che una donna provocasse in pubblico un’obiezione, mettendosi così in mostra come dissenziente con gli uomini o facendo capire che il loro insegnamento fosse privo di chiarezza. Tale obiezione pubblica avrebbe rivelato da parte di una donna mancanza di umiltà e modestia e avrebbe alterato l’ordine e la serietà che dovevano esistere in un’adunanza di congregazione. D’altra parte, a casa poteva fare domande e il marito credente avrebbe aiutato la moglie a capire le cose nella maniera giusta. Tale domanda fatta a casa non si sarebbe riflettuta sfavorevolmente sulla moglie e non l’avrebbe fatta considerare impertinente e priva di modestia.


*** w60 15/5 p. 318 Domande dai lettori (1) ***
Il paragrafo del libro dice come commento: “Le sorelle non dovrebbero cercare di dar consigli ai fratelli dedicati. A questo proposito, ‘stiano in silenzio’. Esse non devono discutere nella congregazione coi fratelli, non li devono contraddire, né devono cercar di correggerli o di dar loro istruzioni.
.... “Nella congregazione” le sorelle devono evitare di discutere, correggere o istruire i fratelli. Come spiega il libro “Questo significa vita eterna” a pagina 155: “La donna doveva imparare in silenzio nel senso di non discutere qui [nella congregazione] con gli uomini, sfidandoli ed entrando in discussione per dar luogo ad alterco, disprezzando l’assegnata posizione dell’uomo”....L’ammonimento di Paolo di stare “in silenzio” nella congregazione non vieta questo, perché si riferisce specificamente al loro “silenzio” in quanto ad istruire o consigliare gli uomini, discutendo o litigando con loro....Come questo non vieta del tutto alla donna di parlare nella congregazione, così il consiglio relativo sul far domande al marito a casa non significa che una sorella non possa mai fare una domanda durante un’adunanza di congregazione. Di nuovo la cosa che non si deve fare è di far domande in modo polemico e in tono di sfida, domande intese a dar consigli e istruzioni agli uomini nella congregazione...
Si potrebbe anche aggiungere che queste istruzioni relative alla posizione della donna nella congregazione non intendono che se un fratello chiamato fa un commento sbagliato, una sorella chiamata in seguito debba rimanere in silenzio se conosce la risposta esatta, né che essa debba uniformare la propria risposta al commento sbagliato. Se è invitata a commentare essa può dare quella che secondo lei è la risposta esatta, naturalmente non in modo polemico, ma esponendo semplicemente la cosa come sta. Lo scopo e l’effetto del consiglio di Paolo e dei consigli dati dalle pubblicazioni della Società non è quello di soffocare la libera espressione della propria fede da parte di chiunque nella congregazione. Piuttosto è quello di preservare il giusto ordine teocratico di istruire e dirigere secondo il sistema d’autorità insegnato dalla Bibbia e di preservare l’unità e l’armonia del radunato popolo di Geova.





[Modificato da Giandujotta.50 22/04/2019 10:54]
22/04/2019 11:11
 
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Re:
Giandujotta.50, 22/04/2019 10.51:

[SM=g27985] Ho come l'impressione che si stia facendo a fraintendersi.

le situazioni esaminate in questo 3D, alla fine sono risultate due: una che riguarda gli aspetti di interazione personale, atteggiamenti e comportamenti della vita quotidiana...













ed è sempre questo a cui mi sono riferita nelle mie risposte
e sono queste le situazioni sollevate dal tema aperto
in questo 3D
altrimenti si doveva impostare diversamente


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22/04/2019 11:38
 
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Allora in questo caso mi pare chiaro: si va dal fratello e si espone la nostra lamentela e si chiarisce condendo le nostre espressioni con sale.
Io faccio in questo modo da 40 anni e nessuno mi ha mai detto di fare diversamente, nemmeno i fratelli coinvolti (pochi a dire il vero) che incidentalmente erano pure dei nominati.

quindi alla domanda del 3D direi che possiamo rispondere: si, ci si può lamentare con il fratello rispetto al trattamento ricevuto, se ci sentiamo ferite.
[Modificato da Giandujotta.50 22/04/2019 11:39]
22/04/2019 12:12
 
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Re:
Dopo una lettura attenta del brano dei Corinti vedo questo, se qualcuno vuole aggiungere lo faccia:



L’applicazione dell’ispirato comando dell’apostolo Paolo si dovrebbe comprendere alla luce del contesto. Quando Paolo scrisse, nelle adunanze della congregazione di Corinto, incluse le adunanze in cui erano presenti degli increduli, mancava l’ordine. Più di una persona per volta profetizzava o parlava in lingua. (1 Cor. 14:22-32)



Infatti leggevo proprio questo.


Evidentemente alcune donne presenti facevano domande imbarazzanti e discutevano con gli uomini



Infatti sembra proprio questo.



nominati



Non leggo che erano tutti nominati coloro che avevano un salmo, un insegnamento, una rivelazione, dono delle lingue, colui che interpretava.


per insegnare nella congregazione, così queste donne assumevano in effetti la posizione di insegnanti e ignoravano il posto di autorità assegnato all’uomo.



Non leggo che le donne cercavano di insegnare ma solo di imparare e avere delle spiegazioni ma sicuramente questo creava confusione durante lo svolgimento dell'adunanza.



Correggendo la situazione, Paolo richiamò l’attenzione sul fatto che “Dio è un Dio non di disordine, ma di pace”. (1 Cor. 14:33)



Infatti


Riguardo alle donne, egli scrisse: “Le donne stiano in silenzio nelle congregazioni, poiché non è loro permesso di parlare, ma siano sottoposte, come dice anche la Legge. Se, dunque, vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i propri mariti, poiché è vergognoso per una donna parlare nelle congregazione”. (1 Cor. 14:34, 35)



Infatti



Questa ammonizione è d’accordo con le successive parole che Paolo disse nella sua prima lettera a Timoteo: “La donna impari in silenzio con piena sottomissione. Non permetto alla donna d’insegnare né di esercitare autorità sull’uomo, ma stia in silenzio”. — 1 Tim. 2:11, 12.



In questo caso il contesto parli di adunanze?

Il testo non lo dice.



Che non escludesse ogni parlare da parte delle donne si capisce da I Corinti 11:5: “Ogni donna che prega o profetizza con la testa scoperta fa vergogna a colui che è il suo capo”.




In questo caso il contesto parli di adunanze?

Il testo non lo dice.




Comunque, sarebbe stato vergognoso per le donne fare domande imbarazzanti o innalzarsi al disopra degli uomini radunati e cominciare a istruirli. Se avessero fatto tali cose avrebbero recato biasimo anche sui loro mariti.



Infatti non si parlava solo di nominati nel contesto ma di uomini radunati.

[Modificato da erevnitis 22/04/2019 12:27]
22/04/2019 18:31
 
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Post: 1.705
Re: Re:
erevnitis, 22/04/2019 12.12:

Dopo una lettura attenta del brano dei Corinti vedo questo, se qualcuno vuole aggiungere lo faccia:



In questo caso il contesto parli di adunanze?

Il testo non lo dice.



Che non escludesse ogni parlare da parte delle donne si capisce da I Corinti 11:5: “Ogni donna che prega o profetizza con la testa scoperta fa vergogna a colui che è il suo capo”.




In questo caso il contesto parli di adunanze?

Il testo non lo dice.




Comunque, sarebbe stato vergognoso per le donne fare domande imbarazzanti o innalzarsi al disopra degli uomini radunati e cominciare a istruirli. Se avessero fatto tali cose avrebbero recato biasimo anche sui loro mariti.



Infatti non si parlava solo di nominati nel contesto ma di uomini radunati.





Non ti interessa che l’intendimento dello schiavo
non insegna questo ?
quindi sai che ti dico…che se hai bisogno di essere convinto così riguardo le sorelle....
perché ti fa stare meglio
ma a me che importa? per me ti puoi pure convincere
che le sorelle devono camminare come i gamberi,
non mi cambia nulla

[SM=x1408424]

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