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CANTICO DEI CANTICI

Ultimo Aggiornamento: 19/04/2019 07:38
15/04/2019 23:11
 
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Nel primo libro dei Re, al capitolo 6, verso 7, leggiamo: " Per la costruzione del tempio si usarono pietre già portate a perfezione alla cava; così durante la costruzione del tempio non si udì rumore di martello, di ascia o di altro strumento di ferro" .

Il SIGNORE ci prende quando siamo nella Cava del mondo e siamo ancora massi informi. Ci lavora a mezzo di tagliatori e
martellatori, ma poi, per quelli che hanno l'alto destino di essere Chiesa, arriva il momento che Lui, per situarli nel Tempio Suo, deve parlar loro al cuore, lontano dai rumori di martello e di ascia e di qualunque altro rumore.
Non tutto il materiale lavorato verrà situato nel Tempio del Signore,molte pietre rimarranno nelle cave, altre verranno scartate e questo risponde al piano che " gli eletti sono predestinati prima della fondazione del mondo " (Efesini 1:4). Cosa avverrà degli altri non sta a noi dirlo, ci basti che saranno giudicati secondo la luce ricevuta) Giovanni 1:9).
La Sullamita del Cantico dei Cantici é Tipo di ogni eletto, staccata dalla Cava e lavorata a colpi di ascia e martello, ma il giorno venne che la sua vita cambiò, cosa questa, che andremo a meditare.

Una parola prima di iniziare. Molti non capiranno queste righe che verranno recepite da pochi, e per tali sono scritte.
[Modificato da claudio.41 15/04/2019 23:15]

"tutte le cose dunque, che volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro, perché questa é la legge e i profeti" Matteo 7:12
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CANTICO DEI CANTICI

«Perciò, ecco, io l'attrarrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore" (Osea 2:14)


INTRODUZIONE



Lo scopo di questi scritti è condurre i figlioli di Dio nei pascoli verdi del Buon Pastore, alla sala dei banchetti del Re, e al servizio nella Vigna.

Il Cantico dei Cantici è uno dei libri più trascurati e meno compresi delle Sacre Scritture. Infatti molti, perplessi a causa della ricchezza di linguaggio e abbondanza di simbolismi, hanno detto come l’etiope di cui parla il Vangelo: “Come posso comprendere se nessuno mi fa da guida?” (Atti 8:31)

Il meraviglioso fine verso cui tendono tutte le benedizioni di Dio ci è rivelato nel quindicesimo capitolo della prima epistola di Paolo ai Corinzi: “Affinché Dio sia tutto in tutti”. Tale affermazione è concorde con l’insegnamento che il nostro Signore ci dà in Giovanni 17:3: “Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. Sapendo queste cose, comportiamoci con saggezza tenendole sempre presenti nella vita di tutti i giorni e studiando la Parola di Dio.

Tutta la Scrittura è ispirata da Dio ed è utile, e dunque nessuna parte di essa è, o può essere, trascurata senza perdere qualcosa di prezioso. Una delle parti della Parola che aiuteranno maggiormente i credenti diligenti ad approfondire questa importantissima “conoscenza di Dio” è il fin troppo trascurato “Cantico di Salomone”. Come le altre porzioni della Parola di Dio, anche questo libro può risultare difficile da comprendere; e del resto ciò accade con tutte le opere di Dio. Il fatto stesso che, senza l’aiuto del Signore, l’intelletto dell’uomo non riesca a sondarle e a comprenderle, non è forse una prova della divinità del loro autore? Può un fragile uomo pensare di afferrare la sapienza divina, o capire e interpretare le opere della provvidenza dell’Altissimo? E se no, ci sorprende forse che anche la Sua Parola necessiti della divina sapienza per la sua interpretazione? Grazie siano rese a Dio, per l’illuminazione dello Spirito Santo che è promessa a tutti coloro che la ricercano: cos’altro potremmo desiderare?

Letto senza la chiave d’interpretazione, il Cantico è particolarmente difficile da comprendere, ma tale chiave si trova facilmente negli insegnamenti del Nuovo Testamento. La “Parola fatta carne” è la vera chiave alla Parola scritta; ma ancor prima dell’incarnazione, il credente troverà negli scritti profetici dell’Antico Testamento un aiuto importante per discernere i sacri misteri di questo libro; poiché lì leggiamo che a Israele veniva insegnato che il suo Creatore era anche suo Marito. Giovanni Battista, l’ultimo dei profeti, identificò lo Sposo nella persona di Cristo, e disse, “Colui che ha la sposa è lo sposo, ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ode, si rallegra grandemente alla voce dello sposo; perciò questa mia gioia è completa” (Giovanni 3:29). Paolo, nel quinto capitolo dell’Epistola agli Efesini, va ancora oltre, insegnando che l’unione di Cristo con la Sua Chiesa, e la dipendenza di quest’ultima da Lui, è alla base della stessa relazione che c’è tra gli sposi nel matrimonio.
In Salomone, il re sposo, nonché autore di questo poema, abbiamo un tipo del nostro Signore, il vero Principe della pace, nel Suo Regno che sta per venire : Gesù Cristo .






Il Cantico dei cantici è un libro mistico che inizia descrivendo lo stato di un anima fortemente innamorata di Gesù Cristo . Il libro non inizia con i particolari della storia passata della Sullamita perchè, ognuno di noi deve dire con Paolo , "dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti" (Filippesi 3:13) ma è chiaro dalla lettura del testo che essa ha avuto un passato religioso. Infatti il libro che andiamo a meditare ne suppone altri due : uno del passato, quando la Sullamita era in accordo con i "figlioli della madre" ed un altro libro che continuerebbe la sua storia, dopo aver parlato della "sorella più giovane".
Tali libri non sono scritti , tuttavia lo Spirito Santo ci aiuta ad intendere la vita della Sullamita prima di staccarsi dalle chiese nominali (i figlioli di sua madre) e ciò che avvenne di essa.
Non è mia intenzione di commentare ogni passo del libro , ma di fermarci a qualche passaggio che sembra adatto a qualche anima.
Il Cantico infatti è la storia di un anima che un giorno è stata in ambienti chiesastici e lì ha iniziato a conoscere il Signore, ma che poi, per una ragione o per un altra , nel visibile, ne è uscita. Ma nell' Invisibile è stata attratta fuori, da Lui.
Desideriamo scoprire nel ministero della Sullamita le complicazioni che la spronarono all'azione , ed il suo successo.
Voglia il Signore aiutarci in questa non facile impresa.






Capitolo uno



L'insistente richiesta "Mi baci egli dei baci della sua bocca", indica una crisi ed un nuovo inizio nell'eroina del libro . Essa considera il passato e vi scopre mancamenti e contrarietà . Possedeva e ancora possiede un grande ideale e , piena ancora una volta di speranza esclama : "Attirami a te, noi ti correremo dietro" (1:4).

La Sullamita comprende ormai che certe velleità, illusioni di religione volontaria , vanno abbandonate. Fare la religione a forza di uomo non solo è controproducente ma danneggia anche altri;
la religione volontaria non salva (Colossesi 2:22-23).

Stimolando l'interiore della Sullamita, il Signore le fà capire che affinchè lo Spirito Santo possa usarla come Suo strumento potente deve prima sottostare ad un processo di purificazione, di preparazione e di spogliamento di sè. Più alto è il grado a cui il Signore vuole portare un anima e più profondo e raffinato sarà il suo lavoro . Questo perchè, per raggiungere i molti,Dio usa spesso i pochi, ma i pochi vanno scavati, costruiti, preparati.

Dal solo Abrahamo nacque una moltitudine. Così dall'una Sullamita altri seguiranno . Inoltre l'ardente promessa della Sullamita sta a significare : "...Attirami...nessuno può venire a Te, arrivare sempre più dentro alla densità della Tua sapienza se non sei Tu stesso che lo attiri....Attirami, lavorami, perchè sò che usandoti di me, altri Ti seguiranno". "Tirami" , come per dire : "in quest'istante sono decisa. Conoscendo però il mio passato e le mie debolezze , non prometto che seguirò. Assumi Tu, Tu stesso , il carico del mio venire a Te. Imprigionami e tirami".
Ed è vero che Gesù Cristo attira le persone "con corde umane e funi di amorevolezza" (Osea 11:4) . ma la Sullamita domanda di più di quello. Se scorgo bene nelle parole l'intimo significato, vuol dire questo : "Prendimi per mano e tirami dietro a Te".

A questo punto ricordo ciò che un Apostolo profetizzò della Sua Chiesa : "e ci ha trasportati nel Regno del Figliolo dell'amore Suo" (Colossesi 1:13). Questo è più che guida; è come se un gigante , prendendo un bambino nelle poderose braccia per liberarlo da un pericoloso luogo, lo posasse dove non può più cadere: in luogo sicuro e perfetto, dove l'unica legge è l'amore di Dio.


A Questo punto la Sullamita è ormai decisa : basta con il passato dove la religione volontaria fatta di riti, orari e giorni da rispettare, programmi religiosi , penitenze volontarie , etc, dominava la sua vita; basta con il programmare piani religiosi e poi chiamare Dio in aiuto.
Basta con le costruzioni e l'occhio agli edifici , i quali sono segni e pretesti di chi si è allontanato dal Signore (Osea 8:14). Basta! Ora sono decisa....D'ora in poi seguirò Dio solo. Solo Lui mi indicherà il lavoro che vuole da me.

Queste decisioni esternate , annunciate alle figlie di Gerusalemme le hanno procurato di essere come censurata ed esse l'hanno qualificata "scura", oscura-piena di mancamenti . Il suo isolamento con il Signore solo sembra a loro stranezza e sviamento, ma essa , non curante di tutto quello che si possa dire o fare nei suoi confronti , oltrepassando critiche e censure continua la contemplazione del suo Sposo.

La Sullamita ora vuole lavorare solo per il Signore, solo per la Sua gloria e non per l'applauso degli uomini . Questa è la sua nuova prospettiva ed il suo impegno. La sua anima ha ormai conosciuto i baci, i profumi, un altura superiore e non desidera altro che rinnovarsi per amare e servire il suo Sposo come Lui vuole e non più sotto l'influenza dell'umana autorità Tirami...o Sposo dell'anima mia, tutte le virtù, tutti i miei sensi, tutte le mie facoltà, tutta l'anima mia, tutto lo spirito mio insieme al corpo. Noi correremo dietro a Te, e non ad altri .


Nel frattempo leggiamo ciò che avvenne: "Il Re mi ha introdotta nelle sue camere". Ancora una volta è stata in causa lei, ma promette al plurale : "Noi gioiremo e ci rallegreremo in Te; ricorderemo i tuoi amori, più del vino; A ragione ti amano".

Il Signore non risponde con parole, e la introduce di camera in camera, nel segreto della Sua vita. C'è un tempo in cui, quando si è iniziato a seguire Gesù solo, che Lui non ci fa udire la Sua voce subito, ma ci scopre via via di più di Sè stesso. Un giorno ci parlerà!

La Sullamita deve ancora molto viaggiare nel palazzo del Re, e deve molto scoprire. Nel suo primo entusiasmo essa parla anche nel nome di altri che non sono presenti, ma a cui lei stessa testimonierà. E ancora, chi sono questi altri? Di questo parleremo nel prossimo capitolo.
[Modificato da claudio.41 15/04/2019 23:22]

"tutte le cose dunque, che volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro, perché questa é la legge e i profeti" Matteo 7:12
16/04/2019 09:30
 
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Capitolo due

" Sono scura ma bella, o figlie di Gerusalemme"

" Non guardate se sono scura;è il sole che mi ha abbronzata" (versi 5-6)



In ogni congregazione di cristiani c'è varietà di gruppi. Alcuni sono "zizzanie" ; altri sono i "figlioli della madre" ; altri "le figliole di Gerusalemme", ed un piccolo numero, purtroppo molto piccolo, rassomiglia alla Sullamita.

Le figlie di Gerusalemme sono anime ancora attaccate ai templi, fortezze, abitudini, tradizioni , pomposità e religione volontaria. Le figlie di Gerusalemme sono la realtà di ogni denominazione e non l'esclusiva di una denominazione sola.
Le figliole di Gerusalemme non sono sempre persecutrici , ma anime a volte abbastanza miti; non forti , nè illuminate per decidersi per la causa del Signore. Lamentano con meste parole gli abusi di qualche falso ed arrogante pastore, ma tuttavia soffrono in silenzio.

Riconoscono che nell'assemblea ci sono anche altri elementi degni, e non solo i "servi" conosciuti e abituali e osservano che essi non sono giustamente apprezzati. Di tanto in tanto le figliole di Gerusalemme mostrano sdegno contro la perversità che notano , ma non lo fanno abbastanza apertamente da spaventare i perversi , preferiscono parlar loro dietro alle spalle che in faccia ; danno qualche incoraggiamento alla Sullamita, però timidamente e temono di far notare agli altri che esse sono pronte ad un determinato proponimento per il Signore e per la Verità.

Non sono settarie nè dominate da spirito chiesastico, ma neppure decise ad affrontare opposizione o pronte a perdere tutto per tutto. Oscillano come un pendolo , una volta dicendo che le cose dovrebbero essere aggiustate, un altra volta raccomandano che l'unità nella chiesa non sia disturbata. Tra esse ci sono care anime , però, per lungo tempo, scambiano la visibile congregazione per il vero Corpo di Cristo.

Lo stacco della Sullamita e di tutti coloro che ad essa assomigliano , non è un atteggiamento di superbia , non vuol dire sentirsi migliore degli altri, ma è invece una chiara chiamata del Signore che gradatamente apparta l'anima per lavorarla e concederle particolari favori.
I lunghi anni del Battista nel deserto non furono superbia , mentre le maggioranze si recavano Sabato dopo sabato nelle Sinagoghe.

Le figlie di Gerusalemme sono anime che non sono ancora davvero decise per la causa del Signore, malgrado non manchino mai ad un culto e siano ferventi nella chiesa frequentata, e, al loro spirito, non è ancora ben chiara la via da seguire. Sono cariche di programmi religiosi, proselitismo alla propria denominazione, penitenze e digiuni volontari, orari da rispettare. Esse non distinguono la differenza che passa tra la Gerusalemme Terrena e la Celeste (che , lei sola è nostra Madre : Galati 4:26) e scambiano la denominazione religiosa a cui appartengono come unico luogo di verità.

Le figlie di Gerusalemme sono ancora all'oscuro del disegno di Dio per gli eletti , che consiste nell'attirarli e chiamarli fuori dal campo (Ebrei 13:13) per lavorarli , trasformarli e situarli, come pietre vive , nel grandioso Edificio spirituale , che è il Corpo di Cristo (1 Pietro 2:5).

Sono all'oscuro che, 1 Re capitolo 6 , dove si parla della costruzione materiale del tempio di Salomone è profezia della costruzione spirituale del vero Tempio , il Corpo di Cristo e sono all'oscuro dal comprendere li verso 7 , che recita : "Per la costruzione della casa si servirono di pietre già preparate nella cava; così nella casa, durante la sua costruzione, non si udì mai rumore di martello, d'ascia o d'altro strumento di ferro" . Le figliole di Gerusalemme sono all'oscuro che le chiese sono "cave", piene di rumore dove un pò di preparazione l'abbiamo, ma che quando il Signore ci vuole situare nella vera Casa, c'è bisogno di un lavoro "nascosto...silenzioso" , al di fuori del festante rumore iniziale perchè Lui, ha bisogno di "parlarci al cuore" (Osea 2:14).


La Sullamita, decisa a seguire lo Sposo dell'anima sua si è ormai staccata dalla figliole di Gerusalemme e la prima cosa che dice loro, anticipandole, quando le riincontra è questa : "Sono scura ma bella, o figlie di Gerusalemme" . Scura, diversa da loro a cui appare "strana" . la Sullamita confessa che secondo le apparenze essa potrebbe dar ragione di scandalo , ma se le figliole di Gerusalemme guardano più a fondo nella realtà, non rimarranno scandalizzate e, qualche giorno, forse seguiranno le sue orme.

Piena di fiducia, proveniente dall' intima comunione col Signore , la Sullamita parla a queste sue ex compagne : "O figliole di Gerusalemme, non guardate se sono scura, perchè è il sole che mi ha abbronzata". Gesù è il nostro Sole di Giustizia (Malachia 4:2).

Quando il fuoco si avvicina alla nostra anima da redimere , qual'è il male nascosto che può resistere ai suoi raggi? Come il legno al contatto col fuoco incomincia a trasudare e a scurire, così è del Cristiano che decide di consacrarsi solo al Signore . Il legno, affinchè generi calore , deve essere penetrato dal fuoco nelle sua più nascoste profondità per scacciare da esso le impurità. Quando il fuoco dello Spirito attacca un anima , essa si meraviglia di scoprire quanta negatività era nascosta nelle sue profondità ; questa, dietro la forza del calore gradatamente viene portata alla luce . Prima era tutta dentro, ma ora , per gradi e tempi viene scoperta e portata alla luce nelle sue varie ramificazioni affinchè umilmente pieghiamo noi stessi con amore e riconoscenza nella Pazienza e Misericordia di Dio.

Queste scoperte in noi stessi non devono avvilirci, anzi, con rinnovato vigore dobbiamo correre a Colui che è il solo che porterà l'opera in noi a compimento. Il Salmo 139:15-16 dà uno sprazzo di luce sul lavoro interiore che Egli fà nell'anima. Davide descrive la sua esperienza dicendo : "Le mie ossa non ti erano nascoste quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo, e nel tuo libro erano già scritti tutti i giorni che erano stati fissati per me, anche se nessuno di essi esisteva ancora" . Significa che Dio conosceva le nostre più segrete iniquità e imperfezioni prima che noi ne immaginassimo l'esistenza . Il Sole le scoprì a noi stessi.

Fù quando sorse il sole che Giacobbe, appena stato fatto Israele, cominciò a zoppicare.
Quando la donna samaritana al pozzo accettò le parole di Gesù, che Lui è il Cristo , allora, non prima, vide il "tutto ciò che aveva fatto" senza che Lui glielo dicesse. Essa non si arrese a Lui quando Gesù le parlò riguardo ai cinque mariti, ma fu annientata quando sentì pronunciare il grande IO SONO.

Come qualche materia , toccando un altra , crea qualche risultato chimico, così al contatto col Signore i Cristiani cominciano a mostrare qualche "scurezza" . Era tutto "dentro" prima , ma ora è scoperto.

La scoperta di sè stessa non scoraggiò la Sullamita, ma piuttosto sentì una gran fiducia nel Signore : "sono scura" , lo vedo ; voi forse vedete in me cose sgradevoli, non lo nego. Forse per essermi allontanata da voi pensate che sono rea di chissà quali peccati e eresie, ma tutta questa esposizione della parte oscura della mia vita interna è conseguenza di una grande Grazia : "Il Sole mi ha guardata (di un guardare intenso); il Sole mi ha toccata".

La Sullamita dunque esorta le figliole di Gerusalemme a non guardare a qualche strana "scurezza" che affiora in lei perchè la causa è la fiamma dello Spirito che brucia . Mentre il fuoco brucia in noi potremmo apparire , a chi "fuoco" non ha, brutti e scuri, perchè qualche nostro difetto o mancamento viene messo in vista , ma tutto questo non deve trarre in inganno . Solo il Signore pesa e conosce le tragedie interne delle anime . Purtroppo, il più delle volte, le figliole di Gerusalemme , e ancor più i "figli della madre" (di cui parleremo) non vogliono saperne e si sentono chiamati a dare l'appellativo di "scura" a qualche eletto del Signore.



"tutte le cose dunque, che volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro, perché questa é la legge e i profeti" Matteo 7:12
16/04/2019 16:39
 
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Capitolo tre

"i figli di mia madre si sono adirati contro di me;
mi hanno fatta guardiana delle vigne,
ma io, la mia vigna,che è mia , non l'ho guardata
". (verso 6)



La Sullamita continua a parlare alle figlie di Gerusalemme (la gente delle chiese) e dà loro questa triste testimonianza : "i figli di mia madre si sono adirati contro di me".
La "madre" è la chiesa visibile di cui anche lei, la Sullamita, ha fatto parte; per questo la chiama "mia". I "figli di mia madre" sono il personale delle chiese, tra cui coloro che hanno il titolo di "ministri". Si sono adirati contro di lei non appena lei si è decisa a volere seguire il Re , solo. L'hanno fatta guardiana di vigne, ma lei, la sua vigna, che è sua, non l'ha guardata. Che significa ?

I "figli della madre" (lo sanno bene coloro che si sono staccati da ogni denominazione) hanno iniziato , con rabbia nascosta ammantata da falso interesse Cristiano,e da sorrisini untuosi di falsa benevolenza, a cercare di incutere paura nella Sullamita con parole come : "....tu ti stai allontanando dal Signore.....tu sei nell'eresia...segui NOI, solo da noi c'è la verità...guarda la tua vita...". La Sullamita chiama il "sè stessa", la sua vita : vigna .

Il personale della chiesa ha cercato di metterla in guardia sul futuro eterno della sua vita , che, secondo loro, allontanandosi da loro , sarebbe andata perduta. Hanno usato più e più versi Scritturali tra cui , per molte volte questo : "non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare..." (Ebrei 10:25) , laddove il verso stesso non ha il significato che gli accaniti lettori della nuda lettera vogliono attribuirgli perchè, se l'avesse, gli Ebrei a cui era diretta la lettera avrebbero dovuto rimanere nelle sinagoghe (adunanza in cui erano allora) , per sempre e non , passare al cristianesimo.

I figli della madre , la Sullamita non li chiama "fratelli" . Sono figli "della madre", ma non di Padre; generati da un altro uomo, e non da Dio . Essi sono persone miste , doppie; religiose sì, ma più interessate alla chiesa che non a Cristo. Sono piene di programmi, attività, cellule di preghiera, evangelizzazione con relativo sponsor finale della propria denominazione e sala di culto . La madre, la chiesa visibile, con l'ambizione di fare proseliti diviene avida di seguaci e vuole propagare l'influenza umana. Col pretesto delle necessità inizia a venire a patti col mondo, ambendo ed accettando la sua protezione ed i suoi soldi. Non deve essere dimenticata la tentazione che Satana fece a Gesù nel deserto: Gli mostrò tutti i regni del mondo e offrì di darGlieli , se solo Egli gli rendeva omaggio. Ricordiamo la risposta di Gesù. La chiesa visibile , nella stragrande sua maggioranza non ha dato tale risposta , ma è caduta in trappola.

Essa, guadagnando in numeri e in importanza ha perso in fedeltà e in Potenza. Và detto che nella chiesa visibile è nascosta la Invisibile, la quale è composta dalla Sullamita e dai suoi figlioli spirituali. Questo negativo però, è accompagnato da un grande positivo, e cioè : "Dio conosce i Suoi". Egli ha delle anime anche tra il personale delle chiese e un giorno, anch'esse toccate dalla Grazia , seguiranno la strada della Sullamita. Questi figli della madre un giorno, investiti dalla luce dello Spirito, capiranno che devono spiccare il volo dal visibile all'Invisibile, dalla Gerusalemme terrena alla Gerusalemme Celeste e che l'invito del Signore è per un salto di qualità, e non di quantità, un invito allo spogliamento e non alla pomposità. Ma, tornando ai figli della madre, un santo antico rivolgendosi a loro disse : "figli della madre, non dello Sposo".

I figli della madre sono i bastardi nella chiesa; sono astuti ed intriganti . Divengono grandi organizzatori e statisti ecclesiastici che signoreggiano sopra le anime imponendo loro dottrine e comandi di uomo, e non di Dio. Vogliono sempre primeggiare e decidere quello che le povere anime che a loro si sono affidate , devono o non devono fare . Se Gesù Cristo rende liberi, essi mettono delle catene.

Quando non riescono a instillare la paura nell'animo delle varie "Sullamite" cercano di trarne vantaggio adulandole, ma siccome non sono "figli del Padre", ma della madre, il nemico parla molte volte a mezzo loro : "tu sei una persona spirituale; il popolo ti desidera; abbiamo bisogno di te; sei un buon predicatore; tu sei portata per fare molte buone opere; hai un buon cuore che può aiutare altri..etc" .
Il pericolo c'è, ed è grave; che ascoltando queste voci se ne resti attratti e la vanità si inietti in noi senza che ce ne accorgiamo, credendo che, se restiamo, facciamo un servizio a Dio. Queste voci di sirena attraggono e ipnotizzano molti che, anche volendosi staccare e seguire CRISTO SOLO, hanno molti tentennamenti e , a volte, "si fanno mettere a guardia delle vigna (vita) di altri, e non guardano (questa volta in senso "Alto"), la loro" .


Però, nell'intimo del suo spirito, la Sullamita sente qualche cosa di indefinito che la rende inquieta, di fronte agli entusiati promotori.
Più tardi comincia a scorgere nella loro voce e condotta qualche cosa che le sembra strano, ma non ci bada credendo che quelle sue impressioni siano sbagliate . Il tempo però, è grande medico e , sia nel caso che i figlioli della madre abbiano cercato di spaventare la Sullamita, se si allontanava da loro volendole far credere in un Padre violento e vendicativo, oppure che abbiano cercato di farla "guardiana delle vigne di altri", o in tutte e due i casi si accorge che attrazioni e repulsioni che le sembravano sensazioni di superbia sua , erano invece delicati e puri avvisi dello Spirito santo,i quali, anche se da una parte chiamavano ad amare lo stesso anche chi non è da Dio, dall'altra parte , l'illuminazione divina chiama l'eletto alle realtà celesti e non a vanità religiose .

Avere paura della condanna divina o essere usati per fini che non convergono alla gloria di Dio, ma esaltano manovre ecclesiastiche, non è certo l'ideale per il Cristiano. E' vero che i posti di preminenza lusingano la nostra umanità e il rimanere in una adunanza religiosa dà , al neofita, un senso maggiore di sicurezza , ma gli avvisi dello Spirito (a volte anche sotto forma di "repulsioni") che martellavano il cuore della Sullamita, la costrinsero a prendere una risoluzione. O vivere una vita nella paura del Padre , e rimanere dentro , o essere decantata nelle storie ecclesiastiche ed immortalata nelle storie della chiesa, oppure il disprezzo e la noncuranza degli uomini .

La Sullamita, stanca di intrighi , afflitta per essere stata tradita a per aver ceduto a ciò che Dio non voleva, arriva ad una assoluta decisione e cioè, di lasciare tutto per il suo Sposo.
A questa decisione fà seguito la persecuzione dei figli della madre. La sentenza di questi bastardi spirituali è : disprezzo, rimproveri, mortificazioni, insulti e il bandire il suo nome come apostata . "I figli di mia madre si sono adirati contro di me". La storia della persecuzione sarà nota solo in Cielo.


Molti che avanzano nell'ecclesiasticismo , perdono terreno nel vero Cristianesimo. la Sullamita disse : "Basta!".
Nessuno può predicare agli altri con sincerità se prima non è egli stesso ripieno della Grazia di Dio. Le parole e le opere di un vero Cristiano , saranno poche, ma avranno un effetto che non si estingue , perchè tutto ciò che Dio fà è eterno.

A questo punto ricordo ciò che lessi circa un incontro di due predicatori uno dei quali era povero e disprezzato che risponde al nome di Giuseppe Petrelli ; l'altro era diventato influente e ricco. L'ultimo fece un osservazione al primo pressappoco così : "Mio caro amico , hai fatto un grande sbaglio; tu dovevi predicare la chiesa e di tanto in tanto menzionare Cristo, ma tu hai predicato Cristo e trascurato la chiesa. Per questo sei mal capito e perseguitato".



La Sullamita conclude la sua testimonianza volendo dire che : "E' tempo che io cominci con tutto il cuore a cercare il Signore, Lui prima, e se Egli ha per me qualche comando, Lui sà dove sono. E' a Lui, per prima cosa, che devo rendere il mio servizio".



"tutte le cose dunque, che volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro, perché questa é la legge e i profeti" Matteo 7:12
17/04/2019 09:07
 
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Capitolo quattro


"O tu che il mio cuore ama,
dimmi dove conduci a pascolare il tuo gregge,
e dove lo fai riposare sul mezzogiorno.
Infatti, perché sarei io come una donna sperduta,
presso le greggi dei tuoi compagni?
Se non lo sai, o la più bella delle donne,
esci e segui le tracce delle pecore,
e fa' pascolare i tuoi capretti
presso le tende dei pastori
." (versi 7-8)





Prendere una decisione è una cosa, ma metterla in pratica e rimanere calmi è un altra.
La Sullamita , oramai convinta a voler seguire il Signore solo sente salire nella sua anima una specie di tristezza , pensando che la sua scelta la porterà a separarsi da gruppi e, dentro di sè , sente che lo Sposo di cui vuole concquistare il cuore ha , per forza di cose, un gregge vero che Lo segue. Il suo cuore non accetta che il Re non sia al centro dell'attenzione anche di altri e che tutti, come lei li ha conosciuti, siano più interessati a fare gruppo, a mantenere in vita poderosi edifici con la scusa di "servire Lui" , che a Lui come Persona ; no! non può essere così. Da questi sentimenti nasce il grido interiore della Sullamita : "O tu che il mio cuore ama, dimmi...".

L'innamorata dello Sposo non si da pace e vuole sapere dove il suo Signore ha il vero gregge : "dove conduci a pascolare il tuo gregge, e dove lo fai riposare". Lo spirito suo avverte che , per chi davvero segue tale Re , oltre al buon pascolo c'è anche il riposo, riposo dell'anima e pace. Al contrario , tra i "figli della madre" , fervono zelanti attività. Essi sono sempre impegnati a cosa possono fare "per il Signore" e movimento frenetico e rumori invadono la vita di tali figli .Ma la Sullamita sente che la "buona parte" non è nel correre PER il Signore, ma correre AL Signore , e li rimanere . Sente che nel Tempio Suo non ci sono "rumori di martello , ed altri" ma che tutta la Casa deve essere pervasa dal riposo.

Non accetta però che sia lei la sola che ha capito questo, per questo continua : "perchè sarei io come una donna sperduta?" . "fammi sapere, Ti prego, dove sono le Tue pecore...".

La bocca del Signore si apre non, rispondendo subito alla domanda ma mostrando, prima di tutto, cosa è agli occhi Suoi un anima che ha preso una tale decisione : "Se non lo sai, o la più bella tra le donne". Agli occhi di altri , era "scura" ma agli occhi del Re è nientemeno che la più bella tra le donne. Incoraggiata ed estasiata da tale messaggio uscito da Quella bocca, la Sullamita è pronta per ricevere il resto del messaggio, che è la risposta alla sua domanda : "Esci e segui le tracce delle pecore" . ESCI! Sembra di sentire l'eco del Salmo 45 , dove il Re in persona parla ad un anima di Lui innamorata, alla Sua Chiesa che è composta solo di tali anime disposte a tutto per Lui : "Ascolta, fanciulla, guarda e porgi l'orecchio, dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre, e il re s'innamorerà della tua bellezza " (Salmo 45:10-11) . "Esci , Dimentica...".

Un messaggio schiude l'altro ; se la prima parola del Re in risposta alla Sullamita era "Esci" , ad essa segue "segui le tracce delle pecore" . Come aveva ben intuito la Sullamita, le pecore Sue si trovano fuori ; è un anticipo di quello che , a mezzo del Suo Spirito lo stesso Re dirà molto tempo dopo nella letterà agli Ebrei : "Usciamo quindi fuori dal campo e andiamo a Lui portando il suo obbrobrio" (Ebrei 13:13) .
Ha già assaporato , la Sullamita, parte del "Suo obbrobrio". Come Gesù fù pesantemente ingiurato dai religiosi del tempo, gente con la bocca piena di Scritture, anche lei è stata vista "scura".

"Esci se vuoi seguire le pecore.." . Ma allora quelle che sono dentro non sono pecore? Molti lo saranno, ma al momento sono ancora agnellini e gli agnellini, hanno paura ad uscire , meglio, molto meglio la sicurezza delle quattro mura e del gruppo che protegge.

A questo punto un espressione che sembra stonare : "fa pascolare i tuoi capretti presso le tende dei pastori" . Pecore __caprette. Il Signore a Pietro disse : "Pasci le Mie pecore" ; alla Sullamita : "Pasci i tuoi capretti" . Il Signore sa che all'interno delle "tende dei pastori" ci sono alcuni che sono visti , dagli altri, come caprette ma che in realtà sono pecore Sue. Queste, vengono da Lui affidate alla Sullamita che le pascerà. Lo stesso Pietro fu visto come una "capretta" dai religiosi del tempo e ricevette battiture (Atti 5:40) e con lui Paolo, Giovanni ed altri. Gesù, uno su tutti fu la Grande Capretta agli occhi dei "dottori della Scrittura" , Lui, il Grande Scomunicato, sa che solo uno scomunicato può capire e pascere altri scomunicati . Sempre il Grande scacciato dalla religione ufficiale , Gesù, un giorno udì che il cieco nato da Lui guarito, fu anch'egli scacciato e scomunicato(Giovanni 9 :24-34) per aver annunciato la verità davanti ai sacerdoti del tempio . E Gesù , quando l'uomo non era più tra la massa religiosa, non prima, andò a incontrarlo , l'accolse a Sè e Gli si rivelò come Figlio di Dio. Quella "capretta" ai piedi di Gesù si rivelò un vero adoratore, un vero testimone, un vero eletto , una pecora divenuta discepolo di Gesù.
In un altro episodio , a Gesù , fu portato un'altro cieco . Il fatto che uomini, lo portassero a Gesù, significa che i portatori credevano in Lui. Quando furono con il novizio davanti al Signore, Lo pregarono che lo toccasse. Dissero a Lui come fare, che metodo usare, profezia questa di molti "figli della madre e figlie di Gerusalemme" che , credendo di sapere i metodi di Lui, Gli dicono come trattare i neoconvertiti.
Gesù per prima cosa allontanò l'uomo da quelli che lo avevano accompagnato : "Egli, preso il cieco per la mano, lo condusse fuori dal villaggio" , poi, usò tutt'altro metodo da quello che Gli avevano suggerito i "sapienti" , credutisi tali per il fatto che credevano. Infine, dopo che lo ebbe guarito , Gesù disse all'uomo di non tornare più tra coloro che gielo avevano presentato : "Non entrare neppure nel villaggio». (Marco 8:22-26).

Per cui, pasci i tuoi capretti o Sullamita, presso alle tende dei pastori , non dentro; perchè il Signore sa che dentro, da molti, la Verità è rigettata.
Pascile, và in cerca di queste caprette, queste anime avvilite che non ne possono più; cercale tra le tende dei pastori, (denominazioni, locali di culto) , e pascile perchè a te sono affidate. Pascile, affinchè da caprette diventino pecore, gioelli . E poi, una volta divenute tali, deponile , come i Magi, ai piedi del Tuo Signore.



"tutte le cose dunque, che volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro, perché questa é la legge e i profeti" Matteo 7:12
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Capitolo cinque


(Cantico dei Cantici 1:12 ; 2: 2-7)

"Mentre il re è nel suo convito,
il mio nardo esala il suo profumo
"

"Quale un giglio tra le spine,
tale è l'amica mia tra le fanciulle.
Qual è un melo tra gli alberi del bosco,
tal è l'amico mio fra i giovani.
Io desidero sedermi alla sua ombra,
il suo frutto è dolce al mio palato.
Egli mi ha condotta nella casa del convito,
l'insegna che stende su di me è amore.
Fortificatemi con schiacciate d'uva passa,
sostentatemi con mele,
perché sono malata d'amore.
La sua sinistra sia sotto il mio capo,
la sua destra mi abbracci!
Figlie di Gerusalemme, io vi scongiuro
per le gazzelle, per le cerve dei campi,
non svegliate, non svegliate l'amore mio,
finché lei non lo desideri
!"





Abbiamo visto che la Sullamita , una volta decisa a seguire davvero , con tutta sè stessa il Signore , soffre dovendosi separare dalla massa dove aveva iniziato a conoscerLo e, in un attimo di sgomento, implora : "perché sarei io come una donna sperduta, presso le greggi dei tuoi compagni?". Voleva dire : "devo solamente io, rimanere in questo stato di solitudine, macerandomi il cuore e udendo le accuse come se fossi una apostata o una di quelle che vogliono separarsi dal Corpo dei credenti?".
Ma il Signore l'aveva preparata per un nuovo inizio. La cenere, lo spirito angosciato e il cordoglio sono usati a un fine (Isaia 61:3).

Iddio ha il Suo tempo per disciplinare i Suoi servi, i quali, non solo devono testimoniare ad un popolo, ma diventare ristoratori di rovine di molte generazioni. Dopo molte desolazioni, il Signore le risponde : "Se tu non lo sai, o la più bella tra le donne, esci seguendo le tracce delle pecore , e pascola i tuoi capretti presso alle tende dei pastori".
E' , difatti, un nuovo principio. La Sullamita (e con questo nome intendo la vera Chiesa di Cristo) si accorse che non conosceva la via, nè il piano di Dio. Mentre si chiama "scura" , il Signore la qualifica "la più bella tra le donne", posseduta di quella bellezza interiore tanto preziosa all'occhio di Dio e scoperta solo da quelli che hanno discernimento di spirito.

"Esci; non cercare di imitare gli altri; agisci secondo quanto Dio ti ha destinato; non intopparti ai numerosi rapporti circa l'avanzamento chiesastico, non guardare ai "numeri, alle folle". Non disprezzare le povere greggi benchè tu non ne fai parte; non mescolarti con esse; ma nel tuo spirito e nelle tue preghiere, e quando ti si presenta l'occasione , segui la traccia delle pecore. Troverai, presso le tende dei pastori , non nelle tende, perchè essi non sono fatti per le chiese, nè le chiese per esse, ma non lontano, perchè tuttavia esse cercano il Signore, tu troverai delle caprette, e Io te le affido, perchè a te sono destinate. Persone considerate caprette , scacciate, disprezzate ; esse sono Mie. I pastori non lo sanno : per esse occorre un ministero speciale. Solo uno scacciato può aver compassione di altri scacciati. Esci, scopri questi affamati, quasi sfiniti , e pascili. Cercali erranti presso gruppi religiosi . Continua la ricerca, non giudicare nessuno , nè perseguitar nessuno".
Il nuovo ministero della Sullamita era stato additato. Essa entrò nel suo nuovo inzizio.


Un fedele servizio è frutto di un Amore puro , il che, a sua volta , dipende in maggior parte da una chiara conoscenza . "Questa" __ disse il Signore__ "è la vita eterna: che conoscano il Padre e il Suo Figliolo, che il Padre mandò per cercare e per salvare i perduti" (Giovanni 17:3 ) .

Non appena la Sullamita ebbe ricevuta la sua commissione, sentì dalla bocca dello Sposo parole di lode e di incoraggiamento. Lei doveva smettere di guardare a sè stessa , nel senso di non darsi ad una esagerata introspezione che, in persone sensibili, può trascinare nella disperazione. Questo è davvero il pericolo per quelli che, come la Sullamita, si sono separati dai figlioli della madre e sono entrati nel regno dell'Invisibile.

Dopo l'incoraggiamento di essere certa che realmente stava nel cospetto del Signore e informata della propria bellezza (si legga capitolo 1:9-11) , la Sullamita comincia a servire il Signore.
Nel regno dello Spirito , al di sopra di attività chiesastiche, il primo servizio al Signore spesso comincia con l'adorazione e contemplazione. Il Signore ha attratto nel deserto proprio per questo scopo la Sua amata.

La Sullamita dà la sua testimonianza nelle parole : "Mentre il re è nel suo convito,il mio nardo esala il suo profumo" . Il costoso profumo era lì, inattivo, fino a che il Re non occupò il Suo posto: solo allora l'odore riempì la casa. Questo ci ricorda la commovente scena , nel convito di Betania, quando Maria ruppe il vasetto di alabastro ripieno di olio profumato e lo versò sul capo di Gesù ; la casa fu piena dell'aroma; tutti gli invitati erano presenti ma l'odore del profumo non si sentiva, perchè il vasetto non era ancora stato rotto. Solo quando giunse il momento opportuno e il vasetto fu rotto, il profumo si sentì.
La Sullamita aveva imparato che, prima di rendere servizio vero al Re, doveva aspettare che Egli stesso, nel Suo proprio tempo e compiacimento, venisse al banchetto. Solo allora i cuori si apriranno e da cuori riconoscenti saliranno fiumi di lodi.


La Sullamita continua a testimoniare , parlando di quello che il Signore è per lei e di quello che lei vuole essere per Lui. Desidera diventare come la rosa di Saron e il Giglio delle valli. Sono due figure di modestia , lontano dagli sguardi dei curiosi , e circondati da spine. Lo Sposo paragona lei , in confonto alle altre : "Quale un giglio tra le spine" mentre lei paragona lo Sposo ad un melo sotto al quale si siede, rinfrescandosi alla Sua ombra. In questo luogo di riposo e comunione, può gustare il frutto dello Spirito. Al banchetto spirituale, il Signore spiega su di essa la Sua bandiera : Amore.

La grande lezione è l'Amore di Dio , che è la causa e forza alimentatrice di ogni cosa. Ci vuole tempo per cominciare a realizzare che l'essenza di Dio è Amore. Spesso i cristiani ripetono : "Amore di Dio...amore di Dio.." senza capirne la realtà. Dio vuole perfezionare i Suoi santi, coprendoli con il Suo Amore perchè solo allora essi potranno parlare di Lui come si conviene.

La Sullamita sotto quell'Amore che liquefà il cuore, chiese di essere sostenuta in questa nuova esperienza , ed allora sentì che la mano sinistra __affetto__ e la mano destra __potenza___l'abbracciarono. Le due forze , Amore e Potenza, si bilanciano e fanno il Cristiano maturo. Non solo amore; nè solo potenza ; tutti e due sono indispensabili.

Non è fuori posto osservare che , per queste due mani: Amore e Onnipotenza, due infallibili forze, l'anima della Sullamita , è ancorata al Trono di Dio.

A questo punto la Sullamita inizia ad esortare ed insegnare alle anime che già hanno deciso di seguirla. Essa era stata attratta al Signore e alcuni, seguendo lei, correvano dietro a Lui. Il correre ha i suoi pericoli e, nei Cristiani immaturi, si nota a lungo una certa inquietudine. La lezione necessaria è : che dobbiamo entrare nel Riposo e che il Re stesso non farà dimora nè riposerà in spiriti agitati.

La Chiesa è destinata ad essere la Casa di Dio. Un atmosfera di pace e calma deve regnare nella Casa. Ricordiamo la costruzione del tempio di Salomone. Le pietre erano tagliate e trasportate da lontano, però, nel metterle a posto non si udivano colpi di martelli o di altri strumenti.

Il Signore si rivolge allora alle compagne della Sullamita e dice : "Figlie di Gerusalemme, io vi scongiuro ; per le gazzelle, per le cerve dei campi (animali timidi),non svegliate, non svegliate l'amore mio,finché lei non lo desideri!" .
Ah, lo strepitio e l'agitazione di alcuni bene intenzionati , ma infantili cristiani! Abbiamo bisogno di riposo, e lo troviamo solo in Dio.
Gesù è venuto in questo mondo e non fu accolto. Lui riposò solamente in qualche casa di pace. Ricordiamoci i tempestosi giorni di Gesù in Gerusalemme, e come Egli passava le notti sul Monte degli Ulivi, e qualche volta andava a Betania. Il riposo è il desiderio della Chiesa. Riposo Eterno. Il desiderio di Dio è di dimorare in cuori affettuosi dove, Egli pure, possa riposare.




"tutte le cose dunque, che volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro, perché questa é la legge e i profeti" Matteo 7:12
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Capitolo sei

La Sullamita attratta nel deserto __In contemplazione dello Sposo
.

(Cantico dei cantici 2:8-17).




"La voce del mio amico!", esclama la Sullamita. Le figlie di Gerusalemme con cui stava parlando, non l'avevano sentita, perchè erano assorti nell'ascoltare altri suoni. Ma la Sullamita potè discernere Quella voce in mezzo ai vari rumori, perchè il cuore di lei aveva battuto all'unisono con le Sue vibrazioni. Essa richiama l'attenzione degli altri e, dalla voce , impara i movimenti del suo Amato.

"Ecco, egli viene saltando sui monti, saltellando i colli". Molti Cristiani si chiudono la via del progresso perdendo tempo con monti e colline ( grandi e piccole cose), che spesso, dovrebbero saltare e lasciare indietro. La Sullamita guarda al suo Diletto e Lo scorge : "Ecco, ora egli sta dietro al nostro muro, guarda dalle finestre, lancia occhiate attraverso il cancello".

Anche i migliori Cristiani sono, per lungo tempo, sistemati ed imprigionati in qualche credo cristallizzato. E' il loro muro quello, non il muro di Dio. Un muro è un recinto di protezione e l'uomo è pronto a costruirsi qualche genere di protezione. Il Signore non forza mai nulla, ma viene e sta dietro il muro di molti Cristiani. Per fortuna che ci sono alcune finestre dalle quali entra un pò di luce; c'è anche un cancello. Il Signore , che secondo la Sua abitudine, segue la linea di minor resistenza, (come nella natura da Lui creata prevale la linea curva , e non la retta), appare in queste vie di approccio, e parla . "Il mio amico mi ha parlato e mi ha detto: Alzati , amica mia, bella mia, e vieni!".

Abrahamo non rimaneva mai a lungo in nessun luogo, perchè, in quei posti di valli e di colli doveva spostarsi continuamente. Egli non possedeva palazzi e la sua vita poteva essere rappresentata da due simboli : tenda ed altare ; pellegrinaggio e adorazione.


Ad ogni nuovo inizio vi è un invito tenero : "Amica mia, bella mia, vieni". Prima di ogni partenza c'è sempre l'invito "vieni".
La vita di un Cristiano è dominata da tre imperativi : "VIENI, DIMORA, VA'". Questi ordini possono alternarsi.

Il Signore descrive alla Sullamita nuove condizioni che richiedono nuovi metodi . "Poichè, ecco, l'inverno è passato, la pioggia è finita, se n'è andata; i fiori appaiono sulla terra, il tempo del cantare è giunto e nel nostro paese si ode la voce della tortora".
Alcuni vorrebbero sempre rimanere nel periodo rumoroso delle prime esperienze. Cambiare per loro sembra un tornare indietro per cui si forgiano un "fuoco" artificiale e fingono una qualche "pioggia" di benedizioni.
Ma la Chiesa vera sà che ci sono periodi senza pioggia e che, l'unica cosa da fare , allora, è attendere e aver fiducia (Isaia 50:10).
Il canto è scarso e non melodioso, solo, si odono le note lamentevoli della tortora, uccello timido e modesto , che non ha un aspetto vistoso.


L'attenzione della Sullamita viene richiamata dalle nuove condizioni che la circondano : "Il fico ha messo fuori i suoi fichi acerbi, e le viti in fiore diffondono una soave fragranza". E' un tempo di ristoramento e comincia in modo quieto, silenzioso, del "deserto" ; solo a solo col Signore.

E l'invito viene ripetuto : "alzati amica mia, mia bella , e vieni".
A questo punto percepiamo qualche cosa che non avevamo capito prima; la Sullamita, attraversando un periodo di disperazione, si è ritirata , in un certo modo, nella solitudine. Pensava, per come si vedeva "scura" , che Lo Sposo avrebbe dovuto usare altri operai, migliori di lei. Ma è proprio ora che lo Sposo la cerca e la conforta con una delle migliori suppliche (ed è LUI che supplica!) che ci sia mai dato di leggere: "O colomba mia, che stai nelle fessure delle rocce, nei nascondigli dei dirupi, fammi vedere il tuo viso, fammi udire la tua voce, perchè la tua voce è soave e il tuo viso è bello".

In queste parole vi è la descrizione del carattere della Sposa. Essa è una "colomba" , parola che implica amore fedele e modestia. Passa il suo tempo nelle ferite del suo Signore (Cristo è la Roccia), non solo meditando il Calvario, ma penetrando , per così dire, in ogni particolare di quella tragedia. Essa si trova nei punti segreti della scala per la quale l'anima ascende, gradino dopo gradino, fino alle alture della contemplazione e della comunione.

Tutto è di una grande bellezza, ma la Sposa non dovrebbe rimanere troppo nascosta , troppo silenziosa. L'aspetto e la voce del Signore devono essere proclamati ad altri. E' necessario un intermediario. La Sullamita è lo strumento più adatto, perchè solo chi ha sofferto, e cercato nel suo cuore, a lungo ,il Signore, è adatto a parlare ad altri di Lui, compatendoli. "Non giudicare il tuo aspetto e la tua voce, o Sullamita. Non è quello che tu ne pensi che conta, ma è la bellezza che il Signore ti comunicherà e la potenza della Sua voce , che importano". Anzi, più odiamo noi stessi, più diventiamo belli ed efficienti nel campo di Dio.


Un compito nuovo e delicato attende la Sullamita : "Prendete le volpi, le volpi piccoline che danneggiano le vigne, perchè le nostre vigne sono in fiore". Un lavoro di ricerca interiore e di scandagli e scavi comincia nella Chiesa. Gli stati spirituali non si scoprono facilmente e molta astuzia, mascherata sotto il manto dello zelo, non è individuata.
Pettegolezzi,piccole allusioni, giudizi, orgogli , sono gli sbagli commessi da molti e tendono a distruggere le anime tenere. La sincerità e la semplicità dovrebbero essere l'ideale di ogni Cristiano; perciò è necessario un diligente lavoro di ricerche.
Le volpi che rovinano le grandi cose; le piccole volpi che si nascondono tra le foglie, sono la rovina di molte Assemblee. Cacciatele, dopo averle rintracciate, e salvate le vigne, le vigne fiorite (tenere__gli agnellini del gregge).

La Sullamita comprende e obbedisce ed entra in una più stretta relazione con lo Sposo. Essa esclama : "Il mio amico è mio, e io sono sua".
Proprietà reciproca, in virtà della quale il Signore diventa nostro nella misura in cui noi diventiamo Suoi.

La Sullamita poi, continua affermando di comprendere il cuore dello Sposo , il Quale ha anche Lui bisogno di alimento . Essa esclama : "....Lui, che pascola il gregge tra i gigli".
"Beati i puri di cuore (i gigli) perchè vedranno Dio". Beati quelli che amano rimanere incogniti e modesti.


La Sullamita teme di dover attraversare nuovi periodi di prove e supplica il Signore di non rimanersene lontano da lei, fermandosi su qualche monte di separazione. "Ritorna, amico mio, sii come una gazzella o un cerbiatto, sui monti che ci separano, prima che spiri la brezza del giorno , e le ombre della notte fuggano; ritorna, o mio Diletto".



"tutte le cose dunque, che volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro, perché questa é la legge e i profeti" Matteo 7:12
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Capitolo sette (parte prima)


La Sullamita ritorna dal deserto __testimonianza alle figliole di Sion

Cantico dei cantici 3:1-11



Una delle più tristi esperienze per un cristiano, consiste nell'essere privo, per qualche tempo, della Presenza sensibile del Signore come è profetizzato in Isaia 45:15 con queste parole : "In verità tu sei un Dio che ti nascondi, o Dio d'Israele, o Salvatore!".

La Sullamita doveva passare da una esperienza ad un altra più profonda. Ma la prova della fede non appare subito chiara, perchè il Cristiano, se sapesse che si tratta di una messa in prova , non sarebbe tentato. Sembra che il Signore abbandoni il Suo eletto e questi, a seconda della maturità spirituale a cui è arrivato, cioè, se è un Cristiano maturo oppure ancora un bambino in Cristo (la parola non deve offendere, perchè il Padre, proprio come noi genitori, ha cura particolare proprio dei più "piccoli") reagisce o , biasimando sè stesso o , "incolpando" , almeno in un primo tempo, il Signore , per tale esperienza.

La Sullamita dichiara : "ho cercato colui che l'anima mia ama; l'ho cercato, ma non l'ho trovato" . Di nuovo le venne il dubbio di non essere in ordine con il Signore e fu tentata di cercarLo dove sono le folle. Disse tra sè : "Ora mi leverò, e andrò attorno per la città, per le strade e per le piazze; cercherò colui che l'anima mia ama;"
Città, strade, piazze, stanno ad indicare le città religiose con vie larghe e spaziose e piene di folla, però, il chiasso, il frastuono e l'infantilismo religioso che esse producono non le sono d'aiuto per ritrovare Colui che, secondo lei, l'aveva abbandonata. Dopo essersi rivolta ancora alla ufficialità religiosa ed ai suoi componenti, deve suo malgrado constatare l'inutilità di questa sua ricerca e deve dire di nuovo , un mesto : "l'ho cercato, ma non l'ho trovato".

Quante anime che non conoscendo queste di Lui vie, si comportano come la Sullamita perdendo così dei beni inestimabili? Quante tornano indietro non appena il Signore acceca loro un solo occhio? Quante invece, come il loro Maestro dicono : "Signore, sia fatta la Tua volontà, e non la mia?" .

La Sullamita dunque, rivolge ancora una volta il suo sguardo al visibile : "Le guardie che vanno attorno per la città m'hanno incontrata; e ho chiesto loro: 'Avete visto colui che l'anima mia ama?". Ma non ricevette nessuna risposta , nessuna luce venne dall'uomo. Questo silenzio suggerisce che quei guardiani , nel loro proprio orgoglio, la trattavano come una apostata , o peggio. Essa non faceva parte della "città" , e , secondo loro, non aveva trovato il Signore ed era da loro trattata come una povera demente, alla quale non si presta alcuna attenzione.
Il Signore però non la lasciò procedere più a lungo nelle sue ricerche infruttusose , e la Sullamita ci dice : "Di poco le avevo passate, quando trovai colui che l'anima mia ama". Essa doveva oltrepassare i guardiani , i religiosi ufficiali , se voleva ritrovare il suo Signore . Ed è allora, e non prima che la Sullamita osserva : "io l'ho preso, e non lo lascerò, finché non l'abbia menato in casa di mia madre, e nella camera di colei che m'ha partorita".

Queste sono parole misteriose che suggeriscono che essa era stanca di godersi da sola le sue mistiche esperienze e desiderava di avere qualcuno che potesse penetrare nelle profondità della sua comunione con Lui. Allora , alle compagne di lei che erano in buona fede, ma che ancora non avevano imparato a vivere nella calma, di nuovo , il Signore, dette il comando che aveva dato loro in precedenza, affinchè essa, la Sullamita, non fosse priva di riposo : "Io vi scongiuro, o figliuole di Gerusalemme, per le gazzelle, per le cerve de' campi, non svegliate, non svegliate l'amor mio, finch'essa non lo desideri!".

Solamente dopo che questo comando fu ripetuto alle figliole di Gerusalemme ( i componenti delle chiese) , la Sullamita cominciò veramente a crescere nell'opinione delle sue (ora) seguaci che, a quest'ora , si fanno animo e cominciano a parlare di lei con parole non dubbie . Prima parlano tra loro, poi si esprimono in modo da essere udite anche da altri : "Chi è colei che sale dal deserto, simile a colonne di fumo, profumata di mirra e d'incenso e d'ogni aroma di profumiere?"

"tutte le cose dunque, che volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro, perché questa é la legge e i profeti" Matteo 7:12
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