8° posto:
Espressione di nostalgia di apeirmon
Grammatica: 10/10
Un lavoro davvero molto pulito dal punto di vista grammaticale, bravo!
Efficacia espressiva e stile: 7,5/10
Partendo con i motivi per cui ti ho sottratto dei punti, avrei utilizzato infatti una punteggiatura diversa in questo periodo (-0,2):
Ho identificato diverse costanti tramite le iniziali per rappresentare il numero di scambi già avvenuti, i giorni trascorsi dal primo, la distanza in ore dell’ultimo scambio con il precedente
e l’orario in cui dovrei dormire domani per risvegliarmi nel suo corpo.
Ovvero:
Ho identificato diverse costanti, tramite le iniziali, per rappresentare il numero di scambi già avvenuti; i giorni trascorsi dal primo, la distanza in ore dell’ultimo scambio con il precedente e l’orario in cui dovrei dormire domani per risvegliarmi nel suo corpo.
Non so se tu abbia avuto un problema di formattazione (visto che il testo va a capo tra la parola “precedente” e “e l’orario”), ma ti consiglio di sistemare il testo, perché alla prima lettura sono rimasta perplessa da questo layout e in un primo momento ho creduto fosse intenzionale (-0,2).
Voglio riaffondare le sue dita nei suoi seni come se li attraversassi.
Non amo testi in prosa con parole sottolineate e/o in grassetto: per dare enfasi è sufficiente il corsivo, mentre calcare la mano su una parola in questo modo mi è sempre risultato un po’ fastidioso, nella lettura. A mio modestissimo parere di lettrice, le parole che l’autore intende caricare di pathos dovrebbero già risultare pregnanti senza l’intervento di ulteriori segni grafici a “ricalcarle”. Mi rendo conto che si tratta di una preferenza personale, ma del resto i giudizi sono inevitabilmente soggetti alla mia esperienza di lettrice/autrice (-0,2).
Voglio accarezzare di nuovo le sue gambe nella vasca da bagno dalle caviglie a dove si uniscono.
Questa frase sarebbe davvero molto bella, e anche erotica, se non fosse per quel “dove si uniscono” finale: trovo che avresti potuto trovare un modo più elegante e anche sensuale per definirle quella particolare area del corpo femminile. Il risultato sarebbe stato sicuramente più centrato, a mio parere! (-0,2)
Voglio rivedere il suo sorriso e, conseguentemente, ampliarlo subito dopo.
Anche questa frase sarebbe potuta essere gestita meglio; la ripetizione conseguentemente/subito dopo, per indicare una sequenza temporale successiva rispetto alla prima azione ha un po’ stonato in un periodo così breve (-0,2).
Eppure, il sonno ce l’ho adesso.
Capisco che tu abbia scelto la forma diaristica, dunque il gergo colloquiale che hai adottato per tutto il testo ben si adatta al tuo lavoro. Tuttavia, questa frase la trovo un po’ cacofonica, anche se scritta in una pagina di diario di un giovane studente (-0,1).
- Mi alzo e vado in cucina per preparare del caffè, in modo da posticipare le ore in cui dormirò.
- (…) l’orario in cui dovrei dormire domani.
Molto spesso hai scambiato il significato dei termini dormire/addormentarsi: bere il caffè, nel primo caso, può far posticipare l’orario in cui ci si addormenta, non le ore di sonno effettive (anche perché esse non si possono posticipare). Analogamente, nel secondo esempio, il verbo corretto sarebbe invece addormentarsi (non si dorme in un orario, ma ci si addormenta a una certa ora). Avrei preferito vedere una cura lessicale maggiore (-0,3).
Il finale è un po’ brusco: capisco che volessi concludere con una sorta di finale “a sorpresa”, ma comunque quel “eh?!” conclusivo avrebbe potuto essere sostituito da una frase più esplicativa, pur mantenendo l’effetto stupore. Infatti, sulle prime, non ero neanche sicura di aver inteso bene cosa volessi comunicare. Ci ho messo un paio di letture prima di essere certa di aver capito che lo stupore di Taki derivi dal fatto di essersi risvegliato nel corpo di Mitsuha nonostante si sia svegliato prima di quanto previsto dai suoi calcoli – e non sono tuttora sicurissima di averci visto giusto (0,1).
In generale, ho trovato lo stile molto scorrevole, veloce e adatto alla forma espressiva scelta. Il registro linguistico è rimasto coerente e anche la sintassi utilizzata s’incastra bene con il genere diaristico: i periodi sono brevi, ci sono poche subordinate e molto spesso ci si ritrova a leggere un elenco di azioni in successiva. D’altra parte, però, questa eccessiva “rapidità” del testo corre anche il rischio di farlo risultare poco incisivo. Mi spiego meglio: hai avuto secondo me una della idee migliori tra quelle in gara e alcuni dei prompt sono stati interpretati e gestiti davvero magistralmente (come specificherò meglio più avanti). Avevi davvero il potenziale di scalare la classifica e mi è dispiaciuto dovermi tenere bassa in questo parametro, ma l’enumerazione di azioni (soprattutto nella parte finale, dove Taki si ricorda di essere stanco, si alza, beve il caffè, si risiede) ha fatto perdere decisamente la tensione narrativa che eri riuscito a creare all’inizio. Da un Taki nostalgico che fa di tutto per risvegliarsi a Itomori e che si perde a fantasticare sul corpo di Mitsuha, mi sono ritrovata alla fine un Taki più “piatto”, che si limita a elencare una serie di azioni svolte cronologicamente. Ti è mancata la regola d’oro dello “show, don’t tell”; la frenesia e la cura ossessiva per la ricerca della formula perfetta che ha caratterizzato la prima parte della storia è poi sbiadita in un’enumerazione di gesti e pensieri in cui l’intervento del narratore si è sentito decisamente troppo. Avrei preferito che la storia si dipanasse con più profondità, con meno interferenze possibili: avendo a disposizione solo 500 parole, ritengo che le scene dovessero essere più vivide, più “mostrate”, dunque, e meno narrate (-1).
Caratterizzazione e IC dei personaggi: 8,5/10
Collegandomi direttamente al punto precedente, purtroppo le pecche stilistiche che ho riscontrato nel tuo lavoro riverberano anche in questo campo: Taki ha perso il suo spessore, il suo dramma si è affievolito e la sua nostalgia si è ridotta sensibilmente nella seconda parte del racconto. Pur riconoscendone i tratti principali abbastanza da riconoscere il personaggio – molto evidente nella sua testardaggine e sensibilità, tra tutti – ho comunque riscontrato un approfondimento introspettivo un po’ abbozzato, che sicuramente avrebbe potuto trovare più respiro, pur nel limite dei caratteri imposto. La forma diaristica è stata un po’ un’arma a doppio taglio, da questo punto di vista: se da una parte ti ha facilitato nel comporre una storia molto fluida e leggera, dall’altra ha tolto profondità all’uso della prima persona che, per definizione, è la forma narrativa che meglio ci aiuta a entrare in contatto con l’anima del personaggio in questione. A malincuore, però, ho sentito una certa freddezza e un certo distacco nei confronti di Taki, e non sai quanto mi dispiaccia ammetterlo, perché Your Name è davvero un’opera a cui sono profondamente legata. Il focus narrativo da te scelto avrebbe dovuto farmi vivere malinconia, stanchezza e piacere erotico, persino, ma non sei riuscito a centrare in pieno queste sfumature, rendendo così incompleta la caratterizzazione. Anche il tono generale dell’anime mi è parso molto lontano; apprezzo sempre molto quando un autore riesce a rendere giustizia non solo al personaggio, ma anche al contesto da cui proviene, e nel tuo caso il tentativo non mi è parso del tutto riuscito. Your Name è un inno di poesia, delicatezza e cultura giapponese, ma i toni tanto vellutati, pur tragici, dell’opera originale non sono riusciti a permeare nel tuo lavoro e nella caratterizzazione che hai tratteggiato di Taki che, purtroppo, rimane un personaggio un po’ piatto. Non mi sono sentita di abbassarti il punteggio oltre 8,5/10, in ogni caso, perché ritengo che le problematiche riscontrate in questo parametro siano in gran parte dovute a sviste stilistiche e non a una effettiva cattiva gestione del protagonista.
Uso della triade: 9,5/10
Punteggio quasi pieno in questo campo, complimenti! Il prompt orario e il prompt “formula algebrica” sono inseriti alla perfezione; sono pregnanti e hanno una certa importanza per il nostro protagonista e per la trama. Peccato per il prompt “caffè”: capisco che Taki lo beva per restare sveglio più a lungo, dunque il prompt è inserito, ma non ha la stessa efficacia degli altri due. Sei stato talmente convincente con gli altri elementi – soprattutto con la formula algebrica, tanto da farne la colonna portante della storia – che inevitabilmente il prompt “caffè” ne è rimasto un po’ oscurato. A ogni modo, la tua gestione del prompt “parola” è stata a mani basse la più innovativa in concorso: non mi sarei mai aspettata che la formula algebrica potesse ispirarti una simile idea e ho anche apprezzato la scelta d’inserirla fisicamente nella storia. Per questo, a te va il Premio Narratore, complimenti!
Gradimento personale: 3,5/5
Questa storia aveva il potenziale di ottenere punteggio pieno, in questo campo, ma purtroppo uno stile un po’ acerbo e una gestione del protagonista un po’ superficiale le hanno fatto perdere quello spessore che preannunciava di avere: per queste problematiche, la mia partecipazione alla storia non è stata totalizzante, e il gradimento personale ne ha accusato il colpo.
Punti bonus: 1/2
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