TEX 701-702 La regina dei vampiri

Bello, bello, bello.
E se non si fosse capito, bellissimo albo.
Mai, e ribadisco mai, mi sarei immaginato di leggere ancora 110 tavole così straordinarie. E se non svacca nella seconda parte, mi sbilancio dicendo che ci troviamo di fronte ad un capolavoro assoluto.
Non so neanche da dove cominciare.
Dalla copertina? Una delle migliori di Villa e già da sola dovrebbe convincere chiunque all'acquisto.
Passando al contenuto dico che dovrei tirare le orecchie a Manfredi che si rifiutava di usare i quattro pard assieme e invece si dimostra perfetto. Meglio di chiunque altro a parte GLB.
Non so chi sia meglio tra i quattro.
Tutti rappresentati come sempre si dovrebbe.
Ci sono delle scambi di battute, quasi da manuale bonelliano, pur non avendole mai sentite. Un albo quasi spassoso per le frasi da effetto.
Con in più El Morisco che fa El Morisco.
E che dire dell'atmosfera "horror" con tanto di vampiri e una cattiva tostissima!
C'è davvero troppo in ogni vignetta, in ogni immagine, che dimenticare qualcosa è un delitto.
Manfredi per la prima volta davvero degno della sua fama.
Bocci poi è imho straordinario nel rappresentare le scene gotiche. Una specie di Roi (il miglior Corrado dylandoghesco) traghettato su Tex.
Quindi stavolta dico senza incertezza che questo albo è da acquistare e goderselo, che non so quando capiterà ancora una fortuna del genere.
E faccio il tifo perché la seconda parte non sia da meno. Vorrebbe dire che Natale quast'anno arriva con molti mesi d'anticipo.

BertAdams, 07/03/2019 14.30:

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Bello, bello, bello.
E se non si fosse capito, bellissimo albo.
Mai, e ribadisco mai, mi sarei immaginato di leggere ancora 110 tavole così straordinarie. E se non svacca nella seconda parte, mi sbilancio dicendo che ci troviamo di fronte ad un capolavoro assoluto.
Non so neanche da dove cominciare.
Dalla copertina? Una delle migliori di Villa e già da sola dovrebbe convincere chiunque all'acquisto.
Passando al contenuto dico che dovrei tirare le orecchie a Manfredi che si rifiutava di usare i quattro pard assieme e invece si dimostra perfetto. Meglio di chiunque altro a parte GLB.
Non so chi sia meglio tra i quattro.
Tutti rappresentati come sempre si dovrebbe.
Ci sono delle scambi di battute, quasi da manuale bonelliano, pur non avendole mai sentite. Un albo quasi spassoso per le frasi da effetto.
Con in più El Morisco che fa El Morisco.
E che dire dell'atmosfera "horror" con tanto di vampiri e una cattiva tostissima!
C'è davvero troppo in ogni vignetta, in ogni immagine, che dimenticare qualcosa è un delitto.
Manfredi per la prima volta davvero degno della sua fama.
Bocci poi è imho straordinario nel rappresentare le scene gotiche. Una specie di Roi (il miglior Corrado dylandoghesco) traghettato su Tex.
Quindi stavolta dico senza incertezza che questo albo è da acquistare e goderselo, che non so quando capiterà ancora una fortuna del genere.
E faccio il tifo perché la seconda parte non sia da meno. Vorrebbe dire che Natale quast'anno arriva con molti mesi d'anticipo.

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Comprato e da leggere, mi rincuori!

V.

Due Tex meritevoli in pochi giorni???

Carlo Maria, 07/03/2019 21.20:

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Due Tex meritevoli in pochi giorni???

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Meno male, no?

Carlo Maria, 07/03/2019 21.20:

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Due Tex meritevoli in pochi giorni???

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Facci caso: nessuno dei due è a firma di Boselli.

V.

Juan Galvez, 07/03/2019 22.11:

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Facci caso: nessuno dei due è a firma di Boselli.

V.

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Sì, ma Manfredi anche non ne azzecca una da anni...

Carlo Maria, 08/03/2019 00.31:

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Sì, ma Manfredi anche non ne azzecca una da anni...

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Vero, ma non ha una volontà di macellare il personaggio.

V.

Il più stupito di tutti sono io.
Manfredi è un ottimo sceneggiatore, che come molti ad un certo punto a smesso di scrivere fumetti come si comanda e si messo a fare altro.
Su Tex poi, dove è arrivato già in fase calante, la crisi era messa più in evidenza dal fatto che a lui il ranger sta, senza troppi giri di parole, sui maroni.

Qui mi pare si sia concentrato sulla storia. Ed è stato un bene.
Su Magico Vento aveva dimostrato che il magico e l'horror gli si addicono e infatti ha mostrato atmosfere che non stonano se accostate a storie come El Morisco e Il figlio di Mefisto.
Con l'accortezza di inserirle in mezzo frasi e scene che stemperano la tensione. Perché Tex e soci non possono subire la suggestione, ma affrontarla a viso aperto.
Emblematico quello che dice Tex

davanti alla dissoluzione

dell'aura della nemica, ovvero (non sono le testuali parole ma il senso è questo) che il rimedio alla cattiva magia sono colt e winchester.

E se la trama è convolgente tanto che dubito che qualcuno si annoierà, ogni tanto saltavano fuori frasi come la strepitosa

Testo nascosto - clicca qui

"la pazienza è la virtù dei morti"

pronunciata da Carson o la scena

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dove si scopre che Tiger ha legato come un salame il povero parroco Don Abbondio

.
Questo mentre tutto intorno si è scatenato l'inferno.
Che non sia niente di veramente nuovo o mai visto altrove non importa.
Quello che conta è che Tex sia Tex e che l'avventura sia memorabile.
In più è stato capace di trovare spazio per ognuno dei protagonisti e a creare interesse per il proseguo.
Dopo settantanni di storie, già riuscire in questo è miracoloso...

Sorprendente anche Bocci, che per quel che ricordo è al suo esordio, che dopo una ventina di tavole di assestamento è riuscito a entrare in sintonia col personaggio. Davvero un lavoro eccellente e non sto lì a guardare che in qualche vignetta sia meno efficace.
Per bravura nel disegnare l'elemento magico è accostabile al grande Letteri. Ce l'ha nel sangue.
E poi sa mostrare i personaggi in azione (vedi Tex col lazo) come pochi dei nuovi riescono a fare.
Non lo scopo oggi, ma è davvero portato per il western.

su Bocci mi sbagliavo... non era alla prima prova... sarà l'arteriosclerosi...

Ok, vuol dire che questa volta farò un'eccezione e comprerò di nuovo Tex. Da anni non capitava!

Sono quasi sempre d'accordo con Bert, spesso su tutto. Stavolta non proprio. 😉🤗

Ho trovato la storia carina, ma niente di più. Per carità, tutto grasso che cola in questo periodo, ma non mi ha entusiasmato come invece è successo al nostro Bert.
Trattandosi della prima storia di Manfredi con tutti e quattro i pards, è stata tuttavia una sorpresa, una sorta di "scampato pericolo", visto che se Tex a Manfredi sta "sui maroni", Kit lo trova addirittura "insopportabile". Temevo qualche figuraccia o giù di lì. E invece la storia fila, grazie anche a qualche invenzione linguistica dello sceneggiatore, il quale, nei dialoghi tra i pards, non si limita alla ripetizione di interiezioni o frasi fatte bonelliane (come faceva Faraci, per intendersi) ma, appunto, inventa. In certi passaggi ha forse un po' esagerato con le frasi ad effetto, ma senza risultare fastidioso.

Il soggetto è originale e perlomeno, per il momento, non offre a Manfredi troppi spunti per infilare nella storia i suoi pistolotti politico/moralistici. Qualcosa già si nota in questo primo albo e se Manfredi non fosse stato tanto esplicito nelle sue storie passate, magari certe “riflessioni” sarebbero passate inosservate. Il “grosso” temo tuttavia che arriverà nell'albo seguente, considerato il ruolo giocato dai Rurales.

Non so, la storia non riesce a prendermi, forse per via della scrittura di Manfredi, che a me è sempre risultata fredda.
Ci sono poi alcuni passaggi che non mi hanno convinto per niente.

A pag.11 l'esternazione di Kit, in risposta alla notizia di Morisco circa la coppia al comando della spedizione nelle zone inesplorate del Campeche

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"Padre e figlia. Credevano di andare a un picnic?"

sarebbe stata meglio in bocca a Carson, anche alla luce della successiva battuta di Kit a pag. 15.

A tale proposito, non capisco quale sia la funzione del flash-back a pag. 14-15, annunciato dal Morisco con la frase "Ora vi racconterò che cosa avvenne a Città del Messico […]...". Quale notizia fondamentale per l’indagine ha comunicato?

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Che Patricia non è “il tipo di ragazza che se ne sta chiusa in casa a ricamare?”

Inoltre, benché le intenzioni degli avversari siano chiare, non mi è sembrato molto texiano che a pag. 46-47

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Carson uccidesse subito uno dei messicani, senza nemmeno un colpo di avvertimento.

La scena a pag. 89-90 che vede protagonisti Kit e il buon Tiger

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ossia quella in cui si scopre che Tiger ha legato il prete perché questi voleva suonare le campan

è divertente, certo, ma a mio parere non è in linea con il personaggio. Tiger si sa muovere benissimo nel mondo dei bianchi, si esprime fluentemente, sa persino scrivere ed è uomo dalla profonda religiosità, figurarsi quindi se ha problemi a tenere a bada un prete mingherlino di uno sputo di villaggio messicano.
Il Tiger che ho visto in questa scena, come nel resto della storia, corrisponde invece alla versione maturata man mano dalla penna di Claudio Nizzi e poi accettata dai successivi sceneggiatori, quella di un Tiger sempre malinconico quando non musone, per molti versi regredito al ruolo del "buon selvaggio", che si esprime principalmente mediante "Ugh!" e "Woah!".

Da notare infine, a pag. 101, l’inserimento di un reperto visto nel quarto film della serie Indiana Jones

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ossia il teschio di cristallo, un manufatto con una storia interessante alle spalle https://it.wikipedia.org/wiki/Teschio_di_cristallo

Per quanto riguarda i disegni, anch’io promuovo Bocci, ma non a pieni voti.
Sono spettacolari le sequenze nella giungla, negli altri esterni e negli interni, tanto che i pipistrelli sembrano quasi toccarti, così come il machete che esce dalla striscia di pag. 98.
Meno convincenti sono le scene d’azione, con alcune inquadrature che mi hanno ricordato addirittura i fratelli Gamba.
Per le caratterizzazioni dei pards sembra che Bocci si ispiri in parte a Civitelli, in parte a Villa, così che a figura intera i pards hanno spesso il fisico tozzo e le gambe corte (come il Tex in copertina), mentre in primo piano Tex sembra ora giovane, ora quarantenne o anche più vecchio al pari di Kit, che oscilla dai 15 ai 25 anni. Il viso di Carson è forse quello più costante, unitamente a quello di Tiger, fisso nella sua espressione ombrosa.

Attendiamo comunque di leggere il prossimo albo per vedere come se la caveranno i nostri Eroi nel fronteggiare creature ben più pericolose - per loro - di uno stormo di vampiri succhiasangue ossia... due donne! 😁

Molto interessante.
Se c'è una funzione utile dei forum e scambiarsi opinioni e notare particolari sfuggiti, come le prime due "incongruenze" segnalate da Myra.
Forse non le ho scorte perché trasportato dalla lettura. Avrò magari l'occasione di rileggere quelle parti e soffermarmici su con più attenzione.

Sulla terza invece ho un'interpretazione diversa. Come tutti riempio gli spazi vuoti con un po' di fantasia.
Io mi sono immaginato la seguente scena.
Tiger, su richiesta di Tex, porta il tipaccio in chiesa. Qui si trova davanti un parroco molto scosso e non proprio un cuor di leone, che si rivolge al pellerossa con voce di qualche tono sopra il normale:
"Santa vergine del Pilar, e tu chi saresti? E perché porti nella casa del Signore questo figlio del Demonio?"
Il navajo per rassicurarlo gli dice:
"Padre, non si preoccupi sono uno dei buoni. Devo custodire questo farabutto in attesa dei miei pards."
Al che il prete, con un accenno di isteria nella risposta, asciugandoso il sudore dalla fronte:
"Non se ne parla proprio. Devi portarlo fuori di qui. Non voglio avere nulla a che fare con questa storia..."
E Tiger, noto per non essere uno che perde troppo tempo in chiacchere:
"L'assicuro che sarà questione di minuti. E poi, finché ci sono io con lei, è al sicuro."
Ma il religioso ormai è quasi in preda alla disperazione, coprendosi con le mani le orecchie.
"No. Uscite e lasciatemi in pace."
A questo punto il pard di Tex aggiunge solo.
"Mi dispiace. Ma non mi lascia altra scelta."
E con una mossa decisa, senza però usare che il minimo di forza necessaria, lega come un salame e imbavaglia il sacerdote ecc. ecc.

E' una scena plausibile? Non lo so. Ma a me strappa un sorriso.
Certo vedendola come l'hai presentata tu è tutto un altro discorso.

Spero in altri contributi. Sia mai che si scoprano altri elementi interessanti da "analizzare".

E si. Mi mancano le vostre recensioni su uBCFumetti. Al tempo del peggior Nizzi erano uno spasso e sono convinto che con il Boselli attuale potreste persino superare il capolavoro assoluto sulle sei pagine di follia

BertAdams, 12/03/2019 08.08:

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Io mi sono immaginato la seguente scena. [... ]

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Ecco quella che mi sono immaginata io, il che comporta il cambiamento di tutta la scena di pag. 89-91 (quindi sto sbagliando, perché mi sto mettendo al posto dello sceneggiatore, cosa che il lettore non dovrebbe fare).
Ma vabbè, ad ogni modo:

Tiger trascina il prigioniero in chiesa. Quando apre il portone, il cigolìo fa sobbalzare il prete che, appena riemerso dalla sagrestia dove si era nascosto, sta ora pregando, inginocchiato dinanzi all’altare.
Padre Guillermo si alza e si fa il segno della croce: “Madre de Dios, aiutami!” Poi, rivolgendosi a Tiger, e tenendo le mani congiunte, gli chiede: “Anche tu uno di loro? Non farmi del male, por favor!”
Tiger: “Calmatevi, Padre! Non dovete più temere i Custodi, questo brutto muso è l’unico sopravvissuto fra quelli che hanno scatenato l’inferno là fuori."
Padre Guillermo: “Ma tu chi sei, da dove arrivi?”
Tiger: “Sono uno degli hombres che vi hanno protetto, siamo ospiti del Señor de la Hoya.”
Tiger lascia andare pesantemente Ikal a terra, sempre tenendolo sotto tiro. “Le altre spiegazioni a dopo, ora devo legare questo serpente prima che schizzi altro veleno. Mi procurate un pezzo di corda?”
Padre Guillermo, occhi puntati sul fucile: “Questa è la casa di Dio, figliolo! Non puoi abbassare l’arma?”
Tiger lo fissa intensamente, impugnando il fucile con entrambe le mani. Il prete vede la sua figura atletica che quasi si frappone alla statua di San Michele Arcangelo con la spada sguainata, posta in alto, alla destra dell’altare.
Tiger: “Per cosa stavate pregando quando sono entrato, Padre?” Poi, accennando un sorriso: “Siamo noi quelli che hanno mandato a soccorrervi!”
Il padre si scuote, ancora sorpreso ma più rinfrancato, fa un cenno di sì con la testa. Poi si volta per andare in sagrestia a cercare un pezzo di corda.

Stessa domanda: è una scena plausibile? Chissà... Ma io Tiger lo vedo così.

BertAdams, 12/03/2019 08.08:

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Mi mancano le vostre recensioni su uBCFumetti. Al tempo del peggior Nizzi erano uno spasso e sono convinto che con il Boselli attuale potreste persino superare il capolavoro assoluto sulle sei pagine di follia

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Anche a me un po' manca scrivere, un po' meno rileggere l'albo diverse volte. Con il Boselli attuale e con le tante uscite, dovrebbe esserci una squadra al lavoro per recensire tutto. Se vinco all'Euromillions e mollo il lavoro, ti prometto che faccio del mio meglio. 🤣🤩🤗

Incuriosito dal commento entusiastico di Bert, ho preso anche io il primo numero della doppia manfrediana. Il mio parere si avvicina di più a quello di Myra: l'album mi è piaciuto e a tratti convinto, ma non entusiasmato quanto Bert. A me Manfredi piace moltissimo, il suo Magico Vento e i suoi Volto Nascosto e Shanghai Devil li considero picchi bonelliani, quindi gli do sempre con piacere una possibilità. Non ricordo sue letture texiane (qui chiedo il vostro aiuto, perché in verità rammento un maxi di molti anni fa che invece mi piacque molto, ma sul cui titolo sono incerto), mi aveva deluso Adam Wild ma avevo apprezzato la sua tripla uscita come testata a parte qualche anno fa, l'ultima sua creazione valida. Non sto leggendo quello politico passato dalle edicole negli ultimi mesi. Qui ho trovato un buon Tex, ma perfino maleducato per i miei gusti, per quanto è spiccio. I pare si muovono benino, secondo me, coi due Kit in buono spolvero. Avevo notato anche io la seconda bizzarria rilevata da Myra, quella relativa al flash back che non serve a un cazzo. Le altre mi sembrano francamente non di grande gravità, in particolare quella relativa al prete legato come un salame, ma qui alzo le mani perché io sono figlio della caratterizzazione che Nizzi fece dei 4 pards quando ancora scriveva dignitosamente e non avendo mai letto i vertici della testata non so se Tiger sia centrato o no. Nel complesso l'albo fila bene, secondo me, tarda a coinvolgere veramente, ma poi prende. Di certo è una storia che ho apprezzato. Senza strapparmi per essa i pochi capelli rimasti, ma interessante.
La copertina è bellissima.

Carlo Maria, 15/03/2019 00.28:

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...(qui chiedo il vostro aiuto, perché in verità rammento un maxi di molti anni fa che invece mi piacque molto, ma sul cui titolo sono incerto)...

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La pista degli agguati, Maxi Tex n. 9 del 2005, disegnato da Repetto.

Carlo Maria, 15/03/2019 00.28:

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A me Manfredi piace moltissimo, il suo Magico Vento e i suoi Volto Nascosto e Shanghai Devil li considero picchi bonelliani, quindi gli do sempre con piacere una possibilità.

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D'accordo su Volto Nascosto, un po' meno su Shanghai Devil. Di Magico Vento non sono riuscita a proseguire la lettura perché mi risultavano antipatici i protagonisti, Poe lo trovavo addirittura insopportabile.

Purtroppo io ho ascoltato Manfredi sproloquiare su Tex nel lontano 1996, in un incontro di Padova Fumetto, e prendere per il cu.. il personaggio, i pards, noi lettori e un po' anche il povero Nizzi. Quando ho saputo che avrebbe scritto Tex non ho proprio fatto i salti di gioia e ammetto di leggere le sue storie texiane non proprio a cuor leggero. 😉🤗

Myra Solano, 15/03/2019 09.29:

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D'accordo su Volto Nascosto, un po' meno su Shanghai Devil. Di Magico Vento non sono riuscita a proseguire la lettura perché mi risultavano antipatici i protagonisti, Poe lo trovavo addirittura insopportabile.

Purtroppo io ho ascoltato Manfredi sproloquiare su Tex nel lontano 1996, in un incontro di Padova Fumetto, e prendere per il cu.. il personaggio, i pards, noi lettori e un po' anche il povero Nizzi. Quando ho saputo che avrebbe scritto Tex non ho proprio fatto i salti di gioia e ammetto di leggere le sue storie texiane non proprio a cuor leggero. 😉🤗

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Beh, Manfredi è una persona particolare, il cui carattere difficilmente piace: piuttosto supponente, su facebook ha spesso optato per posizioni radical chic irritanti. Tuttavia, è anche persona aneddotica, con cui ho conversato con molto interesse e con una cultura che spazia tra le varie arti. I suoi personaggi risentono della personalità del proprio autore: sono spesso antipatici, per esempio, compreso il Tex di queste pagine,ma anche cupi e cerebrali. Pure Tiger Jack: io ritengo che sia appunto musone perché questa è una caratteristica che Manfredi sa ben delineare, non per il fatto che si prenda a ispirazione Nizzi. Tuttavia, fintanto che ha saputo supportare le proprie creature con le sue indubbie capacità di autore e con un buon controllo redazionale, ha scritto pagine proprio vigorose. La saga di Cavallo Pazzo la ricordo come meravigliosa e non l'unica di una testata davvero di alto livello. Qui Manfredi si mette sorprendentemente al servizio dei personaggi, per ora, e mi sembra che sbagli davvero poco. Vedremo se svaccherà il mese prossimo, ma per ora posso affermare che pur non avendomi trascinato come in altri casi, mi ha convinto.

Il parere del nostro Juan Galvez? Forza, che siamo curiosi di vedere ove penda la bilancia per lei!

Carlo Maria, 23/03/2019 08.44:

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Il parere del nostro Juan Galvez? Forza, che siamo curiosi di vedere ove penda la bilancia per lei!

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Quando leggerò la storia, il mese prossimo.

V.

Che dire? La storia funziona. Resto sempre dell'idea che ogni autore riesca meglio laddove si cimenta sul suo terreno, e già da Magico Vento le tematiche orrorifiche mischiate al western sono state uno dei punti di forza di Manfredi.
Più che la regina vampirica, della quale poco ancora si può dire, o i suoi muscolosi scagnozzi indiani, direi che la trovata migliore è rappresentata proprio dai pipistrelli-vampiri, la cui determinazione unita alla tecnica di attacco in stormo ne fa un temibile quanto credibile avversario per i quattro satanassi, senza che debbano per questo comportarsi da fessi o iniziare a sbagliare in modo improbabile per non sbaragliare il nemico in quattro e quattr'otto e far durare la storia una manciata di pagine.
Al contrario: il quartetto agisce come ci si aspetta e certe scene sono davvero un piacere da leggere.
Ottima poi l'idea di coinvolgere il Morisco, dato il genere di storia, e anche qui promuovo Manfredi senza riserve.
Inoltre concordo con Bert sulle remore ingiustificate di Manfredi nell'affrontare una storia con tutti e quattro i pards. Avrebbe dovuto farlo prima e forse avrebbe evitato qualche passo falso.
Però non condivido l'entusiasmo che lo porta a parlare addirittura di capolavoro.
I dialoghi sono accettabili, sicuramente meglio di quelli di Faraci o del recente Boselli, ma niente di più. Le cose migliori vengono da Carson, ed è vero che Manfredi cerca di inventare piuttosto che riproporre formulette stantie, ma si vede che non sono il suo tipo di personaggi.
Tra parentesi: ci aveva provato anche con Adam Wild, del quale condividevo l'intento di cercare di reinventare un personaggio "positivo" anni-cinquanta negli anni dieci del terzo millennio, intento però miseramente naufragato proprio per la sua incapacità congenita di utilizzare un registro leggero e brillante.
Tex è serioso come non mai e sì, anche questo Tiger ombroso e musone proprio non mi va giù. Temo che ormai sia la caratterizzazione ufficiale che gli hanno affibbiato in via Buonarroti, ma basta rileggere le storie classiche per scoprire che un tempo non era affatto così.
La scenetta del prete insalamato doveva probabilmente rappresentare un momento di leggerezza, ma Tiger non ci fa certo una bella figura, tanto che Kit non può fare a meno di fargli notare quanto il suo comportamento sia stato fuori luogo.
Ecco, Kit. Questa è stata per me una piacevole sorpresa. In questo albo Manfredi lo ha impiegato benissimo e, se non rovina tutto nella seconda parte, dovrò dargli atto che la sua manifesta antipatia per il personaggio non gli ha impedito di fare un buon lavoro.
Dice bene Carlo Maria che, indipendentemente dai risultati altalenanti, qui Manfredi si è davvero messo al servizio di personaggi che non riflettono né la sua personalità né il suo modo di pensare (con la fugace eccezione del Tiger "contestatore" di pag.12).
Tra le sbavature, oltre a far mie tutte le considerazioni della gentil consorte riguardo la figlia del professore scomparso, ci metterei anche uno di quegli inopinati cambi di registro di cui è vittima il buon de la Hoya, che

Testo nascosto - clicca qui

prima vuol "coprire" Tex dall'orda di vampiri affrontandoli impavidamente con una doppietta, poi sul finale dell'albo decide addirittura che deve uccidere Eztli con le sue mani.

Bah. Mi ricorda certe giravolte di Poe su Magico Vento, capace di passare da imbranato giornalista a emulo di Wild Bill Hickok nel giro di un solo albo.
Bravo Bocci, ma Tex proprio non gli viene.
Albo complessivamente promosso. Merita di essere acquistato e aspetto la conclusione con curiosità.

In attesa del commento forse più temuto dai fumettisti italiani , posso dire che dopo molto tempo stiamo parlando di Tex e non della devastazione che sta attuando il curatore nei suoi confronti. E non è poco.

Ora che è passato qualche giorno dalla lettura, posso dire che quello che mi ha colpito è soprattutto il fatto che Manfredi si sia sforzato di scrivere una storia di Tex.
Non che qua e là la manfredite non si sia manifestata, però rispetto ad altri episodi posso dire che passa quasi inosservata. Niente distintivo dei ranger ostentato, nessun pippone insopportabile soprattutto perché messo in bocca al personaggio più sbagliato.
E poi la curiosità di sapere come andrà a finire. Beh è da tanti anni che non mi capitava. Leggevo, riponevo l'albo e il mese dopo, più per abitudine che per convinzione venivo a conoscenza della conclusione.

Stavolta no. Voglio proprio vedere cosa si è inventato e se sarà all'altezza delle prima parte o meno. Per me è già grasso che cola.

Poi hanno ragione i coniugi. Ci sono ancora cose che non vanno. Tutto sta a scegliere se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto.
L'unica cosa che mi sento di dire in sua "difesa", se così si può dire, è che concordo con Bill. Secondo me c'è una direttiva aziendale, che dice che Tiger è praticamente muto e musone, così come Kit quello che si mette nei guai come un pollo.
Purtroppo mentre con Kit è riuscito a fare diversamente, con Tiger non ha fatto fatica ad adattarsi. Forse ritiene che un "nativo" sia più credibile così che nella versione di GLB, dove, come correttamente fa notare Myra, il navajo non è affatto più taciturno, né tanto meno più ombroso (anzi), degli altri pards.

Non si capisce se scriverà altre storie, non me ne stupirei e sarei anche comprensivo visti gli interventi a gamba tesa fatti nei suoi confronti di chi dovrebbe astenersi di farli in pubblico, tuttavia se accadrà spero che faccia ancora qualche passo avanti.
Ché Tex lo puoi scrivere in modo ottimale anche se non ne condividi le idee.
Se ci riuscisse sarebbe una buona cosa, specie in tempi di magra come questi.