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Confutazione trasmissione radio Maria del GRIS di febbraio 2019...

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2019 22:49
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10/03/2019 20:54
 
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Cadei:

Da quando il Dio invisibile si è fatto visibile in Gesù Cristo, i cristiani hanno rappresentato delle immagini, come risulta già da antichissime raffigurazione nelle catacombe.



Ringraziamo il bravo Cadei per questa sua apertura cabarettistica.
Solo lui infatti è convinto che le “antichissime raffigurazioni nelle catacombe” (espressione tanto vaga quanto imprecisa) siano automaticamente cristiane e automaticamente “antichissime”. Non dimentichiamo poi che si tratta di tombe sotterranee con immagini affrescate da artisti a pagamento quindi parlare di “culto delle immagini” non è automaticamente lecito.

Cadei:

I cristiani non solo usano immagini, ma anche rendono loro culto: un culto ovviamente relativo.
Ma nella Chiesa orientale, nel 725 l’imperatore Leone III Isaurico, cristiano, vietò le immagini sacre. Ne nacquero le persecuzioni iconoclaste, con distruzione di immagini.
Nel 787, il Concilio di Nicea II, fece chiarezza sul vero senso del culto delle immagini raffiguranti il Signore Gesù, santi e angeli dicendo:
«Perché, più si guardano a lungo, attraverso l’immagine che li raffigura, e più coloro che li contemplano si sentono eccitati al ricordo e al desiderio dei prototipi raffigurati: a render loro omaggio e rispettosa venerazione, non certo la latria o adorazione vera e propria che proviene dalla fede e che spetta solo a Dio, ma l’onore… Poiché l’onore testimoniato all’immagine passa al prototipo, e colui che venera l’immagine venera la persona che l’immagine rappresenta».



Caro Cadei, purtroppo conosciamo molto bene la realtà cattolica dei nostri tempi, unica rilevante a dispetto delle dichiarazioni del Nicea II. Propongo alcune immagini alquanto eloquenti, tanto da non necessitare di ulteriore commento.

Cadei:

Come la mettiamo col divieto biblico delle immagini? Ci aiuta il contesto di Dt 5,7-9, il cui significato è concentrato nelle parole: «Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso». Non si tratta del divieto delle immagini in se stesse, ma delle immagini idolatriche, cioè trattate come divinità
Con parole nostre: è come la foto di una persona cara, che può aiutare a ricordarla, anche se la distinguo dalla persona stessa.



Caro Cadei, se scrive lei queste dichiarazioni presto avrà problemi a stare abbastanza vicino alla tastiera, tanto le sarà cresciuto il naso alla maniera di Pinocchio.
Dt 5,7-9 non afferma solo il pezzettino che lei cita pro domo sua, ma nella sua completezza dice:

“7 Non avere altri dèi oltre a me.
8 Non farti scultura, immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra.
9 Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l’iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, 10 e uso bontà fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.”

Cadei ha una posizione singolare, vorrebbe “osservare i suoi comandamenti” ma prima vorrebbe cambiarli, toglierne qualche pezzo, che non piace alla sua chiesa!

Che figuraccia!

Simon
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