Non dolerti, donna.
Tuo figlio non gettò lo scudo.
Forte fissò il destino
negli occhi,
impavido combatté il nemico
che con la spada gli trafisse il petto.
Ora il suo sangue feconda il suolo,
mentre il sole imporpora l’orlo
della pianura.
Non dolerti, madre,
se la morte è oblio,
se esala l’ultimo respiro nel vento
e vi si perde.
La vita è stanco cammino,
fra la polvere dei ricordi
e la cenere dei sogni.
Qui l’orizzonte è vuoto,
gelido il cielo,
il silenzio nudo.
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