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L'inchiesta sull'idea di creare un Club Italia in A2

Ultimo Aggiornamento: 26/12/2018 21:51
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08/11/2018 21:00

Episodio 1: www.gazzetta.it/Basket/31-10-2018/basket-spazio-giovani-l-idea-club-italia-310321351...

Episodio 2: www.gazzetta.it/Basket/07-11-2018/basket-club-italia-leghe-fip-societa-trasformate-sogno-realta-3102216891...

Molti dubbi. La A2 è già il campionato di lancio per i giovani prospetti. Le occasioni per loro non mancano, semmai gli under 23 della A2 con le qualità per emergere sono rari. E poi è un campionato poco formativo, tant'è che i migliori talenti per crescere emigrano per qualche anno in NCAA (penso a Davide Moretti).



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08/11/2018 23:09

Per non dire di gente come Abass, uno che sarà il faro della Nazionale per i prossimi sei-sette anni, che ha di fatto perso gli ultimi due anni...

Dovrebbero esserci più Sacchetti, che ha fatto diventare Ricci praticamente una prima punta.

Boscia ma che dici? Ma la Nazionale del futuro può avere come faro il pur volenteroso Abass? Ricci una prima punta? Aiuto!



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09/11/2018 17:12

Premesso che c'è da leggere veramente tanto e oggi ho 38 di febbre, per cui mi perdonerete alcuni svarioni, per me il problema rimane sempre lo stesso: le piazze che "contano" tenute in ostaggio da questo campionato che non sa di niente, è come mangiare pane al gusto di pane... più ci stai e più la piazza si sgretola, l'abbiamo visto ad esempio a Verona che potenzialmente era una seconda Trieste.
Mi riferisco in particolare alla Fortitudo Bologna e a Treviso che spero vivamente riescano a salire già quest'anno a dispetto di... urgh... altre piazze come Montegranaro.
Quindi a mio avviso il discorso è da scindere: da una parte quello della crescita dei giovani, dall'altra quello delle piazze. Le due questioni si incontrano nel momento in cui più metti mezzi per far crescere i giovani e meno attrattivo appari a un pubblico neofita, cioè tutti... e questa è una cosa a cui pochi arrivano.
Bisogna trovare il giusto bilanciamento partendo dal fatto che non si possono ottenere miracoli e che le società cestistiche hanno come finalità il profitto: per fare i buoni saramitani e far crescere i ragazzi devi essere una Onlus, non amministrare il movimento cestistico.
Per il lato tecnico lascio la parola a chi ha postato i commenti sulla Gazzetta...

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09/11/2018 17:14

Comunque noto una grandissima confusione e anche molta difficoltà a spiegare di cosa effettivamente si tratterebbe:

sportando.basketball/basciano-smorza-il-progetto-club-italia-immagino-che-i-tempi-non-possano-esser...



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09/11/2018 18:50

Re:
Davide, 09/11/2018 17.12:

Premesso che c'è da leggere veramente tanto e oggi ho 38 di febbre, per cui mi perdonerete alcuni svarioni, per me il problema rimane sempre lo stesso: le piazze che "contano" tenute in ostaggio da questo campionato che non sa di niente, è come mangiare pane al gusto di pane... più ci stai e più la piazza si sgretola, l'abbiamo visto ad esempio a Verona che potenzialmente era una seconda Trieste.
Mi riferisco in particolare alla Fortitudo Bologna e a Treviso che spero vivamente riescano a salire già quest'anno a dispetto di... urgh... altre piazze come Montegranaro.
Quindi a mio avviso il discorso è da scindere: da una parte quello della crescita dei giovani, dall'altra quello delle piazze. Le due questioni si incontrano nel momento in cui più metti mezzi per far crescere i giovani e meno attrattivo appari a un pubblico neofita, cioè tutti... e questa è una cosa a cui pochi arrivano.
Bisogna trovare il giusto bilanciamento partendo dal fatto che non si possono ottenere miracoli e che le società cestistiche hanno come finalità il profitto: per fare i buoni saramitani e far crescere i ragazzi devi essere una Onlus, non amministrare il movimento cestistico.
Per il lato tecnico lascio la parola a chi ha postato i commenti sulla Gazzetta...





I commenti tecnici sanno molto di qualunquismo: E' verissimo che sui ragazzi si lavora poco e male, ma è la nostra incapacità ad adeguarci ai tempi che cambiano che rende fallaci. Abbiamo una scuola vecchia, convinta di essere ancora negli anni 90, producendo soldatini in serie, 0 lavoro atletico, e concetti di baskett vecchi e superati. Ora si demonizza il p'n'r (classico dei vecchi merdi), pensando che sia il motivo per cui ora le nostre squadre giocano male. Niente di più stupido. Kaunas, che l'anno scorso ha prodotto la migliore pallacanestro in Europa per qualità, era la squadra che ne faceva più uso di tutti. Il problema non è il p'n'r, ma come viene eseguito.
Altro discorso sull'esecuzione: ora si mena il torrone con mille blocchi, tagli, schemi e altro, ma il basket attuale ha bisogno più di lettori che di teorici "dei gioconi".
E infine, giusto per chiudere e finire i luoghi comuni, si cita l'NBA come il male del basket. Come se fosse qualcosa che ha rovinato questo sport, e non quella lega che ha anticipato i cambiamenti in questo sport. Ridurre i Warriors a banali corsa, p'n'r (ne usano pochissimo) e tiro da 3 significa non averli mai visti giocare.

Dispiace dirlo, ma sono i soliti discorsi dei vecchi nostalgici.


Ps: Sul club Italia...lasciamo perdere. Perseveriamo a non capire il perché i nostri giocatori fanno fatica.
[Modificato da Rodman86 09/11/2018 18:51]
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09/11/2018 20:18

Quindi secondo te il basket italiano fa meno risultati non perché questa generazione è più scarsa di quelle precedenti ma perché sono gli altri club esteri/nazionali ad essere cresciuti?
Il tasso tecnico in A2 è penoso, io mi ricordo che, all'età di questi attuali ragazzi, giocatori come Bonora e Galanda spopolavano.



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09/11/2018 20:51

E' un po tutto. Il basket europeo, come livello medio è decisamente cresciuto dai tempi di Bonora e Galanda. Ci sono nazioni che sono cresciute, altre che prima non esistevano, ma che ora sono realtà consolidate (paesi baltici in primis). La stessa Spagna ha raggiunto un livello altissimo, e continua a sfornare talenti. La Germani sta crescendo.....

La nostra generazione è si scarsa, ma concettualmente "arretrata". Io vedo che si cerca ancora di creare dei giocatori, con ruoli fissi, legati a idee tattiche, e modi di pensare, appartenenti a un basket superato. I nostri soldatini sono tutti uguali.

La legadue attuale doveva essere una lega di sviluppo per i giovani, ma il livello è troppo annacquato, ed la competitività è andata a farsi benedire limitando il tutto a 2 stranieri. Al giorno d'oggi è assurdo cercare i nuovi Galanda e i nuovi Abbio, bisogna creare giocatori in linea con il 2018. E' questo che non riusciamo a capire (o forse non lo si vuole fare).
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10/11/2018 18:19

Re:
Davide, 09/11/2018 17.14:

Comunque noto una grandissima confusione e anche molta difficoltà a spiegare di cosa effettivamente si tratterebbe:

sportando.basketball/basciano-smorza-il-progetto-club-italia-immagino-che-i-tempi-non-possano-esser...



Infatti.
Prima cerchiamo di capire cos'è questo Club Italia e poi semmai commentiamo.
Che roba è? Sqaudra a parte di ragazzi? Quota obbligatoria di italiani? Cosa?
Gli articoli che ne parlano sono orrendi.



[SM=x49409] BASKET CONNECTION, FIERI DI NON FARE SCHIFO [SM=g6025825]
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10/11/2018 23:03

Credo squadra a parte di ragazzi.
Esperimento che si è già visto con Cagliari e che sta clamorosamente fallendo.



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10/11/2018 23:04

Rodman86, 09/11/2018 20.51:

La legadue attuale doveva essere una lega di sviluppo per i giovani, ma il livello è troppo annacquato, ed la competitività è andata a farsi benedire limitando il tutto a 2 stranieri. Al giorno d'oggi è assurdo cercare i nuovi Galanda e i nuovi Abbio, bisogna creare giocatori in linea con il 2018. E' questo che non riusciamo a capire (o forse non lo si vuole fare).


Potresti entrare di più nel dettaglio per quanto riguarda questo punto?
Mi interessa parecchio, grazie. [SM=g27811]



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11/11/2018 02:13

Re:
Davide, 10/11/2018 23.03:

Credo squadra a parte di ragazzi.
Esperimento che si è già visto con Cagliari e che sta clamorosamente fallendo.



Se è così è una delle idee più sceme mai concepite.

it.wikipedia.org/wiki/Club_Italia_(pallavolo_femminile)

Oddio è veramente così, ma che porcata è? [SM=x49399]



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11/11/2018 02:16

Sulla citazione della Gazzetta: "l'esempio top per noi è stata Sassari", rido per non piangere! Ma sta gente ha seguito il basket negli ultimi 20 anni? [SM=x52092]
[Modificato da Iuzzolino 11/11/2018 02:17]



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11/11/2018 13:55

Re:
Davide, 10/11/2018 23.04:


Potresti entrare di più nel dettaglio per quanto riguarda questo punto?
Mi interessa parecchio, grazie. [SM=g27811]




Personalmente vedo sfornare troppi giocatori tutti uguali. Poco lavoro tecnico, e tantissimo lavoro tattico. Il lavoro atletico quasi trascurato.
Nella creazione di ruoli si pensa ancora molto anni 90, e si cerca di "specializzare" i giocatori. Ancora incasellati nel "play gestore", guardia tiratrice, ala piccola atletica e due lunghi vicino a canestro. Data la direzione che ha preso il basket in questi anni, almeno fino a quando tu non arrivi in seria A, dovresti dar la possibilità di lavorare su più aspetti. Bisogna creare dei giocatori che guardano sempre di più a un basket che è diverso da quello degli anni 90.

Il discorso della legadue lo conoscete molto meglio voi di me. La seguite in maniera più assidua, mentre io solo sporadicamente. Nata come un campionato di sviluppo per dare spazio agli italiani, si è trasformata in una lega senza grande qualità. Si è pensato che il problema dei nostri fosse la presenza dei troppi stranieri, e si è investito per tornare agli anni 80 con l'8+2. A lungo andare abbiamo fatto più male che bene ai nostri ragazzi, limitando la competitività del campionato, e non spronandoli a migliore con la paura di perdere il posto in squadra. Di fatto, e questa cosa è presente anche in serie A, abbiamo creato un sistema che non invoglia minimamente i nostri a migliori. Forti del passaporto giusto, i nostri avranno sempre il posto in squadra. Molti giocatori preferiscono scendere in A2, prendere più soldi, che giocare in serie A.


Due anni fa venne posta una domanda a molti allenatori di serie A sulla questione scarso utilizzo degli italiani: la risposta fu che purtroppo i nostri giovani arrivano in seria A con lacune che non dovrebbero avere a 19/200 anni. Un allenatore a quel livello non dovrebbe perdere tempo a spiegare cose che dovresti imparare a 13/14 anni, e che i nostri, nella migliore delle ipotesi, sono pronti a tenere il campo prima dei 25/26 anni (ultimi esempi Vitali junior, Ricci e Laquintana).
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25/12/2018 17:34

Rod, quello che dici è tutto molto giusto e interessante. Però non so se la questione riguarda anche la tecnica individuale, che diciamo che dovrebbe essere la prima ad essere allenata.
Poi il resto penso sia giusto ma non so come si lavora e la preparazione degli allenatori delle giovanili. Con una situazione come dici tu bisogna investire in aggiornamento, mettere insieme per esempio a livello regionale i prospetti (fino all'under 18) per frequenti allenamenti periodici (in cui si affrontano tra loro) seguiti da allenatori di livello pro avvezzi al gioco moderno. Perché abbiamo ottimi coach a livello senior. Un grande esempio è Melli che è esploso molto in ritardo rispetto al suo talento con il suo arrivo in un contesto diverso (Bamberg) con una concorrenza interna diversa ma soprattutto con un genio come Trinchieri che ha saputo farlo crescere in fretta.
Fare un club Italia in A2 può servire solo se lavorano con metodi moderni e se limiti l'età non oltre i 22 anni, dopo è già troppo tardi. Una collegiale permanente insomma. Ovviamente iperselettiva, non un gruppo di giocatori che non hanno margine di crescita.
[Modificato da SteveH 25/12/2018 17:38]



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26/12/2018 21:51

Va rivisto molto a livello di under, a cominciare dalle figure dirigenziali che vengono messe li a selezionare gli allenatori. Deve tornare l'idea che il buon coach di under non è necessariamente quello che mette insieme trofei giovanili, ma quello che lavora sui giocatori, anche a costo di perdere partite e campionati. Le nostre nazionali quanti piazzamenti ottimi fanno ? molti, ma di quelli quanti diventano giocatori con reali possibilità di stare in campo con costrutto ?

E' un cambiamento che deve partire dall'alto, ossia dalle società che si danno un piano di investimento sui giovani, e che quindi selezionano allenatori con l'idea di coltivare giocatori.

Sul discorso club Italia ammetto di essere ignorante in materia. Non so come funzioni nel volley, e che risultati ha portato, ma sono certo che ogni soluzione va attuata con criterio.

Ps: La Germania attua il 6+6 come noi, ma obbliga a investire una parte del budget nel settore giovanile. Potrebbe essere un'idea per incentivare le squadre a lavorare in questo senso. Di esempi funzionanti ne abbiamo quanti ne vogliamo in giro per l'Europa.
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