| | | OFFLINE | | Post: 608 | Giudice***** | |
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10/12/2018 10:10 | |
Credo di aver riempito EFP di storie cattive e ciniche ma è giusto che anche noi abbiamo il nostro spazio. Circa otto anni fa avevo indetto il contest “aboliamo gli happy ending” e anche lì avevo riempito di EFP di storie che dire angst a livello estremo sarebbe riduttivo.
Vi dico che sono molto fiera delle storie che avete creato, tutte belle e politicamente scorrette a modo loro.
Perdonate poi il ritardo, vi avevo promesso che ieri mi sarei fatta sentire ma avevo sottovalutato il potere del ponte dell’immacolata (da me è stato anche Sant’Ambrogio patrono di Milano quindi doppio partyhard!) e della persistenza dei parenti in casa.
Chiedo inoltre perdono per i banner... ho fatto il meglio che potevo con un nuovo programma perché photoshop non l'ho ancora installato sul nuovo pc. Se a qualcuno fa veramente vomitare lo rifarò da capo umilmente con un immagine da voi scelta. 🤣
QUARTA CLASSIFICATA Io e la mia amata Jacqueline di MaryLondon
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Stile, trama e originalità: Storia molto difficile da valutare e ti spiego perché: hai trattato un tema troppo grande e delicato di questi tempi, forse. Stile semplice, delirante come la mente dell’uomo che ci racconta che cosa prova e che cosa vuole fare. Il femminicidio è un tema attualissimo e tu hai descritto cosa qualsiasi donna può vivere stando assieme a uomini mentalmente insicuri e instabili. Quindi su trama e originalità non mi sento di darti un punteggio alto perché (metti in conto che la prendo come storia eh, non lo prendo come saggio sul tema) il problema con la madre pazza è un argomento già affrontato. Il figlio che se ne vergogna, che la rinnega e che poi le da ragione in un momento di crisi mistica non è originale, ma è comunque coerente e necessario per capirne l’introspezione. Essendo appunto una storia di cui si sente parlare troppo spesso ormai, avrei arricchito il tutto con un po’ più di storia dietro mettendo qualche dettaglio originale. Che poi se la storia non fosse partecipante al contest sarebbe perfetta così com’è.
10/20
Attinenza alla citazione: Si percepisce il bisogno dell’uomo di qualcuno che lo ami e da cui essere indispensabile. Bisogno forse creato dall’assenza mentale della madre. Lui vede nella sua Jacqueline quel senso di bisogno estremo di amore, quel senso di avere il suo posto nel mondo accanto a lei.
Abbiamo anche quel sentimento di odio che serpeggia nelle sue azioni. Perché se con le parole lui dice di amarla e di avere bisogno di lei, con le azioni invece dimostra di disprezzarla come disprezzava sua madre e come forse disprezza il genere femminile.
10/10
Caratterizzazione Personaggio: Lui è delineato molto bene, abbiamo tutti gli elementi necessari a farci un idea della sua personalità.
Ho adorato molto inoltre le sue considerazioni iniziali: << Se si pensa al fatto che da un punto di vista empirico, si nasce dal momento in cui un uomo e una donna si posseggono l’un l’altro, risulta del tutto normale che noi esseri umani siamo impregnati di impulsi. Perché, dunque, reprimerli, Jacqueline? >>
Mi è piaciuta particolarmente come frase.
Lei invece la trovo abbastanza piatta. Tu puoi rispondermi che non ci interessa lei ai fini della storia ma siccome hai scelto questa tema avrei preferito avere un parallelismo di pensieri che non si limitano soltanto a quelli deliranti di lui e a quelli di paura di lei. Un vero e proprio visceramento di cosa succede al nostro cervello quando sappiamo che la persona davanti a noi non ragiona in maniera lucida e che con ogni probabilità stiamo per morire.
7/10
Godimento personale: Come già detto ho fatto un po’ fatica a valutarla come storia perché qualsiasi cosa mi veniva in mente mi sembrava fuori luogo in segno di rispetto nei confronti delle donne che queste situazioni le hanno vissute e che le vivono tutt’ora. Avrei preferito maggiore introspezione non solo del personaggio cattivo ma anche di lei perché così mi rimane come scena delirante di un uomo che uccide sua moglie. Non rimane dentro, non so se sono riuscita a spiegarmi. Ho cercato di valutarla semplicemente come storia eh, non me ne volere.
6/10
TOTALE: 33/50
TERZA CLASSIFICATA Vietato Tradire di Fiore di Girasole
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Stile, trama e originalità: Siamo catapultati in un ambientazione gangstar gay-version, il che ci piace perché amiamo lo slash. Si capisce però che è un estratto magari di qualcosa di più lungo?
La vedo come mini episodio di una long sui traffici di JB e sul ruolo di Brad in tutto ciò, ma comunque è capibilissima e ci presenti tutti i personaggi al meglio.
La trama è appunto un episodio continuo di sevizie nei confronti del povero Brad che nonostante ripeta per tutto il racconto di quanto sia stufo e povero e ferito, non se ne va.
Apprezzatissimo il commento del cliente che gli dice di non aver un minimo di amor proprio (applausi).
Lo stile mi ha lasciata perplessa su alcuni punti: il registro da te usato a volte si mischia tra parole dialettali e parole invece un po’ più ricercate.
Un esempio che mi viene in mente al volo è quando JB parla con il cliente chiedendogli scusa per ciò che era accaduto.
“ Mi rincresce molto del casino che è successo però come vedi non ne è andato sprecato neanche mezzo grammo.”
Inizia con mi rincresce e segue poi con la parola casino, mi dà l’impressione di uno che prova a usare termini aulici e poi si frega cadendo nel gergo con la parola casino.
Dato che JB lo descrivi come il più cazzuto di tutti che non si fa fregare da nessuno, questa cosa secondo me lo penalizza un po’. Magari era meglio: “mi rincresce per l’ inconveniente che si è creato” oppure “mi dispiace per il casino che è successo”, i due termini nella stessa frase secondo me cozzano molto.
Chiaramente non è l’unica cosa, sarei un mostro altrimenti.
Anche la definizione “il suo uomo” nei confronti di JB, l’ho ritrovato nel dialogo del cliente.
Essendo “il suo uomo” un modo di dire prettamente del narratore che ci sta raccontando la vicenda, trovando poi in bocca al cliente lo stesso idioletto mi ha cozzato un po’ nella lettura.
Ritengo che ogni personaggio debba avere un suo registro basato sulla cultura e sulla personalità che possiede, così come il narratore che può usare un registro alto e raccontare di tossici che hanno la terza media e che sanno mettere due parole insieme.
Usare gli stessi termini sia come narratore sia come personaggio ti ha penalizzata un po’.
13/20
Attinenza alla citazione: Qui invece c’è l’apoteosi più pura della frase scelta che sa molto “legge di Murphy”. La persona che ami non ti ricambierà mai. Sarai amato da qualcuno di cui non ti interessa nulla. Doppia lettura sia per Brad che per JB.
Brad, follemente innamorato e ossessionato da JB, forse appunto non si parla di amore ma di completa e totale dedizione che sfocia nel delirante e nell’autodistruttivo.
Brad non si ama e questo è evidente, si lamenta fa finta di rimanere ferito dalle continue sevizie fisiche e mentali, ma in realtà gli sta bene così. Al contrario non potrebbe stare accanto al suo JB ed è questo quello che gli importa, tanto che lo definisce “il suo uomo” quando invece all’altro di lui importa meno di zero.
Quindi Brad ama JB come una persona con la sindrome di Stoccolma potrebbe amare il suo carnefice, mentre JB viene amato da qualcuno di cui non gli importa nulla.
Chissà se JB ha amato qualcuno e non è stato ricambiato. Sarebbe stato un triangolo interessantissimo.
Sulla frase si basa tutto il rapporto dei due protagonisti che danno vita alle dinamiche delle storie quindi mi meriti un punteggio alto.
10/10
Caratterizzazione personaggi: Ti dirò in totale sincerità che Brad non mi è piaciuto.
Tralasciando la bipolarità che lo caratterizza tra il “ti amo” e il finale con “ti ammazzo”, lo trovo un po’ troppo finto, forzato. Si ribella perché deve ribellarsi e non lo fa nemmeno bene.
Tutti si aspettano da lui che dica basta una volta per tutte, a volte dice che si stufa e manda a ‘fanculo JB ma sono proteste talmente deboli che perde di credibilità, tanto che JB manco lo ascolta più. Personalità debole schiacciata da quella di JB decisamente predominante.
JB politicamente scorretto nel punire Brad anche dopo che gli ha ubbidito, anche dopo che è evidente che sia il suo cagnolino.
Avrei preferito un approfondimento sulla sua psiche, sui suoi pensieri e sulle sue decisioni.
6/10
Godimento personale: La storia in sé mi è piaciuta, anche se Brad l’ho trovato davvero troppo vittima ed è più che altro di lui che si parla. Avrei preferito invece un introspezione sul personaggio politicamente scorretto della storia, JB, che secondo me su cosa gli capita nel cervello c’è parecchio da raccontare. Il contest era per il politicamente scorretti e anche se qui chiaramente c’è avrei preferito si incentrasse un po’ più su di lui e sulla sua introspezione.
7/10
TOTALE: 36/50
SECONDA CLASSIFICATA Nulla di personale di SSJD
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Stile, trama e originalità: Stile semplice, diretto, senza fronzoli. Non credo ne avessi nemmeno lo spazio per descrivere altro ma non serve. È tutto già limpido, chiaro al primo impatto. Vediamo attraverso gli occhi di un fratello invidioso, succube e passivo alla vita fino al momento in cui non decide che per lui non è ancora il momento di lasciarci. Immagino abbia sempre vissuto all’ombra del fratello che magari ha sempre dato soddisfazione e orgoglio portando a casa dei risultati. Immagino che questo suo senso di inferiorità si sia riversato sull’uso di droghe che lo hanno portato alla situazione di cui ci racconti. Tutto questo me lo immagino io dopo aver letto poche righe ed è una capacità rara quella che di creare un intera storia attraverso poche parole.
Decisamente politicamente scorretto perché diamine… sei tu che ti sei ridotto in quel modo, non è colpa di tuo fratello, ma a noi piace quando i personaggi non si prendono le loro responsabilità.
La trama di tutta la storia viene intesa dal lettore, tu ci dai il capolinea infame di due gemelli che probabilmente non si sono mai amati abbastanza.
Riguardo all’originalità ti dico che ho apprezzato più il gesto che fanno che le vite dei due in generale. Il fatto che uno sia quello casa chiesa e famiglia e l’altro lo scapestrato è una situazione già affrontata parecchie volte, ma l’infamia di rubare gli organi l’ho apprezzata parecchio.
14/20
Attinenza alla citazione: Sinceramente ti ha salvato un po’ la spiegazione, anche se non mi hai convinta al 100%. Partendo dal presupposto che la citazione non per forza doveva comparire nella storia ma che ad essa ci si poteva anche solo ispirare, io ne avrei scelta un’ altra per rendere il tutto con più senso.
È vero che la frase da te scelta può essere interpretata in vari modi, ma il senso comune è che ovunque uno può essere ci sarà sempre qualcosa che lo può mettere a disagio o lo può uccidere o lo può infamare, insomma ognuno di noi è sempre nel posto sbagliato. Qui si parla di due gemelli, se mi avessi detto che la frase l’hai intesa per il protagonista perché in tutta la sua vita si è sentito nel posto sbagliato in confronto al fratello lo avrei trovato più logico.
Quindi magari avrebbe avuto più senso indirizzare la frase verso il protagonista e non verso la sua vittima interpretandola che ovunque uno sia o qualunque cosa faccia può morire (che comunque è una possibile interpretazione, ma secondo me non ci calza a pennello, la vedo un po’ forzata.) La tua interpretazione la vedo più per un qualcosa di improvviso e inaspettato (es. mi sto mangiando un gelato mi colpisce un meteorite.) invece qui abbiamo qualcosa di premeditato. Qualcosa di studiato dal gemello dal momento in cui sa che morirà senza quel trapianto, ed è vero che per l’altro avviene tutto all’improvviso ma dall’altro lato c’è premeditazione, c’è un rapimento e c’è un sentimento di odio profondo che avrebbe comunque portato a qualcosa di orribile. Ti do un sei perché comunque ognuno interpreta a proprio modo e io non sono nessuno per dirti che è sbagliata o giusta la tua visione, semplicemente per come ho interpretato io la storia non mi convince tanto.
6/10
Caratterizzazione personaggi: Mi concentro sul protagonista, il gemello “cattivo”, perché infondo dell’altro importa poco. Non è necessaria una sua introspezione, basta che esista e basta che si capisca il sentimento di disgusto del protagonista nei suoi confronti. Ci troviamo catapultati nella sua mente, nella mente di un cocainomane che si è bruciato la vita a furia di vizi che gli hanno lobotomizzato il cervello, forse lo ha fatto proprio per arrivare un giorno a non dover più pensare e a non doversi più preoccupare di niente. È più facile vivere felici se ci si frigge il cervello, ed è anche palese che questo protagonista non sia in pace con se stesso. Deve aver passato una vita completamente nell’anonimato, quello della famiglia a cui tutti guardano senza che abbiano aspettative per non rimanere delusi. Che poi tutto ciò sono mie libere interpretazioni, magari invece nessuno sapeva niente dei suoi vizi ed aveva fondato una multinazionale. Non so poi se provi davvero invidia per la situazione del fratello, perché ad un certo punto dice: “tu che sorridi a quella troietta di tua moglie... Scommetto che nemmeno se lo fa mettere nel culo, cazzo.” L’ho interpretata come frase di compassione. Magari non lo invidia davvero, magari gli sta semplicemente dando fastidio il fatto che si sia buttato in una vita così scontata e semplice che pensa di non aver mai provato cos’è la felicità, il godimento. Magari pensa semplicemente che il fratello, proprio perché conduce una vita così banale non meriti di vivere al contrario suo che invece se la vive a tuttotondo.
Reso alla perfezione, con tutte le sfumature e gli angoli smussati da una vita frenetica. Delirante nella sua convinzione di meritare di vivere al posto del fratello.
Decisamente scorretto.
10/10
Godimento personale: La storia mi è decisamente piaciuta. Decisamente scorretta, lui è decisamente un componente del lato oscuro del mondo. Tossico, infame, delirante, autoproclamatosi meritevole di vita a discapito di un’altra, ha giocato a fare Dio.
8/10
Totale 38/50
PRIMO CLASSIFICATO La notte dei lemming di OldFashioned
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Stile, trama e originalità: Stile perfetto per questa storia, lineare e studiato nel suo essere semplice, cinematografico. Hai uno stile da film americano e frame dopo frame ci avventuriamo in questa notte i cui personaggi sono così umani che dire soltanto politicamente scorretti sarebbe poco. Il racconto si svolge tutto in una notte, una terribile notte per i due agenti detti SS perché non solo hanno proprio abbandonato il loro spirito di giustizia, sono così disincantati dall’introspezione umana che è solo una seccatura stare lì e fare il proprio lavoro. Diamine… c’era la partita. E quante volte io stessa quando capita che la metro di Milano sia ferma a causa di qualcuno che ha deciso di farla finita, sbuffo pensando che arriverò in ritardo in università. Ed è una cosa terribile, lo ammetto, poi mi fermo a pensare che una vita è finita, quella mattina. A primo impatto però ti dici: “proprio stamattina questo si doveva buttare?” agghiacciante e terribile pensiero, ma prettamente umano e cinico.
Stessa reazione dei poliziotti, capita sempre quando hai finito il turno o quando sei di fretta o quando hai decisamente di meglio da fare, sempre, inesorabile.
Originale nel suo essere cinico. Non conoscevo la storia dei Lemming, ma ho trovato il parallelismo così perfetto che non posso far altro che farti i complimenti per l’idea. Le persone lassù sono esattamente come topi, trattati come tali, delle cavie che servono uno scopo più altro, la fama, l’immortalità.
Originale nel suo tutto. Si inizia con Morales: cinico sciacallo che ha imparato la vita di città. Si passa ai poliziotti spietati narcisisti e pigri. Si ha un barlume di speranza nell’umanità con Tabacchi anche se abbiamo visto che fine fanno le buone intenzioni. Si ha poi Jim con il bisogno di intrinseco in ognuno di noi di contare qualcosa nel mondo, di rimanere ricordati nel bene o nel male.
Complimenti vivissimi.
20/20
Attinenza alla citazione: C’è una doppia interpretazione nella tua storia. Una è semplicemente quella del mantra usato dai suicidi, quella litania che Jim ha inculcato loro facendo il lavaggio del cervello e mettendoci solo quelle parole. Scelgono di scegliere una vita libera, pensando che la morte possa portargliela. Me lo immagino, Jim, che sceglie con cura tutte le parole per farle suonare bene, dopo ricerche su ricerche per avere lo slogan perfetto per la sua “religione”, quello slogan che ti entra nel cervello e a cui finisci per crederci, come hanno fatto loro.
Ironia è che non sono loro a scegliere, ma Jim. Il loro meglio inventato è la morte, morte decorata dal Jim come univa via di salvezza. “Sei tu a scegliere di morire, non io che ti dico che è invece l’unico modo per liberarsi dal mondo che ti opprime”.
Ci trovo davvero dell’ironia in questo.
Unica pecca è però l’uso del pacchetto perché si parlava di un ossessione provata dal protagonista (io inteso come protagonista assoluto), interpretando che l’ossessione sia quella di Jim nell’entrare nella storia, lui non lo vedo come protagonista assoluto della storia poiché lui e i poliziotti se la giocano come prime donne della scena. Quindi l’ossessione c’è ma essendo una storia con più protagonisti ti levo quel punto e mezzo.
8,5/10
Caratterizzazione personaggi: Tutti delineati da poche semplici parole o da pochi gesti.
Morales con il suo carretto di hot dog che dà la salsa piccante a chi lo ignora, perché la scortesia è imperdonabile. Lo stesso che tira fuori poi il tubo di ferro per farsi spazio nel business del suicidio.
È uguale al “paninaro” che troviamo fuori dalle discoteche a dare da mangiare ai ragazzi che hanno passato la serata a ballare, lo sa che lì c’è chi compra.
Vede l’attrazione e si immagina il pubblico. I suicidi sono la sua manna dal cielo.
I poliziotti con i loro scambi di battute così scorrette e ciniche che fanno ridere. Quegli aneddoti agghiaccianti buttati lì come se si stessero raccontato che cosa hanno mangiato a pranzo.
Quelle considerazioni sulla scocciatura per la situazione, perché per loro non sono altro che straordinari. Quel menefreghismo delle regole tipico di chi ormai è nell’ambiente da troppo tempo.
Quell’indifferenza di fronte i corpi, di fronte alla situazione che si è creata.
Quel calcio nel sedere alle persone che non si erano ancora buttate e che avevano cambiato idea. L’unico pensiero era: “Ormai la partita me l’hai fatta perdere, ora ti devi buttare che sennò ti butto io”.
L’indifferenza per la vita umana. Le SS non li conoscono e nemmeno vogliono capire perché stanno facendo quello che stanno facendo, voglio solo andare a casa e non importa se con sopravvissuti o no. Oltre il danno poi, per i colleghi che avevano seguito le regole, anche la beffa perché saranno considerati da molti dei temerari poliziotti dediti al lavoro per aver catturato il cattivone della situazione.
E qui c’è il parallelismo con Tabacchi: lui, negoziatore ligio al lavoro, intelligente, che ci tiene a salvare quelle vite, viene trascinato da uno di loro e si spiaccica sull’asfalto insieme alle sue buone intenzioni. Loro due invece, completamente menefreghisti di tutto e tutti, ne escono a testa alta e con un encomio.
Il finale, con Morales morto accoltellato e loro che vanno a fare colazione… sublime.
Jim invece l’ho adorato nel suo essere così delirante. Lui ha il diritto di entrare nella storia come Charles Manson, Valerie Solanas e il Mostro di Firenze… che hanno loro in più di Jim? Tutti siamo potenzialmente vittime e potenzialmente carnefici, è nella natura umana.
10/10
Godimento personale: Nulla da aggiungere, ho adorato questa storia che sa di film cupo e decisamente politicamente scorretto. Hai colto nel segno il tema, hai capito che cosa stavo cercando. Non se caduto in banalità e non hai giocato carte facili, complimenti.
10/10
TOTALE: 48,5/50
PRIMO CLASSIFICATO La città maledetta di Alessandrodrago_94
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Stile, trama e originalità: Lo stile delinea una mente da psicopatico intelligente. Siamo completamente immersi nella sua psiche e vediamo ogni sfumatura della sua introspezione.
La trama è accattivante, un noir coi contro-fiocchi, la vita di un padre di famiglia che non credo sia mai stato sano a livello mentale. Quelle pastiglie gliele avrà pur prescritte qualcuno no?
Marito di una moglie petulante che una volta era l’amore di una vita e padre di un figlio che definire inquietante è poco.
Apprezzata la citazione a Matrix (pillola blu o pillola rossa?)
Mi ha fatto storcere il naso invece la parola “culetto”, non so, ci stava proprio male in una situazione così di tensione. Perchè il lettore lo sa cosa sta per accadere, lo ha già visto, ma quel “culetto” pronunciato al serial killer mi ha fatto ridere. Anche perché fin da subito Massimo non ha mostrato un vocabolario aulico con termini educati, è stato subito grezzo quindi secondo me quel vezzeggiativo non ci sta bene.
Per il resto il tuo stile di scrittura mi è piaciuto, adattissimo all’atmosfera che si volevi creare.
19,5/20
Attinenza alla citazione: Il pacchetto si legge in ogni riga. Quel sentimento di odio profondo che lo spinge a compiere le azioni becere di cui è capace. Il sentimento che ha delineato la sua vita e che lo ha costretto ad avere quella maschera necessaria. Ha bisogno della sua valvola di sfogo per non implodere.
Anche la citazione è parte integrante di tutta la storia e di tutta l’introspezione del personaggio. Quel sentimento di odio che vuole debellare con quel sentimento di amore e di completa dedizione in maniera così delirante che infatti non riesce nel suo intento.
Complimenti per aver fatto coesistere così bene le due limitazioni.
10/10
Caratterizzazione personaggi: Partiamo dal figlio… non fa una piega quando Matteo spinge la madre. Non fa una piega davanti al cadavere in televisione. Non fa una piega nemmeno quando sua madre è stesa a terra in una pozza di sangue e il padre allucinato lo porta ad ammazzarlo.
Solo lì vediamo che reagisce, scatta il suo istinto di sopravvivenza. Questo bambino prima o tardi comincerà ad uccidere gattini e a seppellirli nel giardino della sua nuova casa famiglia fino a passare magari a qualcosa di più grande e soddisfacente.
Sarebbe interessante una storia su di lui da grande che ricorda le gesta del padre.
Matteo è delirante e bisognoso di guadagnarsi il suo posto nel mondo accanto a qualcuno che lo ricambi, ci avevo davvero sperato in Mauro.
Iniziano tutti per M, Matteo, Mauro, Massimo… coincidenze che le nuove persone della sua nuova visione di vita abbiano la sua stessa iniziale?
Mauro è il suo contrario, quell’opposto che ci attrae e con cui ci sentiamo completi. L’altra metà della mela. Peccato che non abbia digerito il fatto che Matteo sia il serial killer che tutti cercano, avrebbero potuto fare scintille.
La loro storia d’ “amore” è matura, non ci sono quei fronzoli da ragazzetti timidi che non sanno cosa vogliono, la loro è una storia maturata attraverso le parole che si sono detti. Attraverso i sentimenti bisognosi di entrambi. Avrebbero potuto ottenere entrambi quello che volevano nelle loro maniere malate.
Unica cosa che non capisco (ma che è in linea con l’incoerenza di Matteo) è come possa pretendere di trovare la sua anima gemella in un sito di incontri dove le premesse sono quelle di una scopata senza conseguenze? È come cercare una pallina rossa in una vasca di palline blu, non ti puoi arrabbiare se non la trovi, lo sai già fin dal principio che non c’è. Eppure è completamente in linea con il personaggio che va a tentoni, che nemmeno lui sa cosa vuole dalla vita tanto che appena si trova davanti Mauro va oltre i suoi gusti sessuali e si innamora perdutamente del suo senso di bisogno.
Lineare anche il fatto che lui cominci a cambiare modus operandi, è usuale infatti che un assassino seriale andando avanti con l’esperienza cambi il modo in cui uccide. Il fatto di aver avuto l’illuminazione che l’amore glielo può dare anche un uomo delinea una maturazione della sua visione di vita.
Notiamo anche come poi chiami subito “amore” Mauro, delirante fino al midollo, ossessivo. Lui è già suo. Già lo ama. Già lo odia. Cambia sentimenti in una maniera così rapida che forse nemmeno lui sa quando da amare inizia ad odiare.
Abbiamo poi alla fine una consapevolezza interiore dove Matteo cerca di guardarsi dentro e chiedersi se davvero lui è un mostro, ma comunque sono convinta che se non gli avessero sparato il figlio lo avrebbe fatto comunque volare giù. Perchè è psicopatico, psicolabile, ossessivo e maniaco.
10/10
Godimento personale: Sebbene fossi restia all’inizio perché leggendo le prime righe mi ero fatta un’idea banale della storia, devo rendermi conto invece di aver letto un vero e piccolo capolavoro. Davvero complimenti per aver reso il personaggio così vero da farmi accapponare la pelle.
Avrei apprezzato molto anche una parte in cui analizzi come la comunità stava vivendo questa situazione, con i figli di chiunque che potevano scomparire da un momento all’altro. Come la polizia, attraverso un servizio alla tv magari, stava svolgendo le indagini. Ci sarebbe stato quel tocco in più.
9/10
TOTALE: 48,5/50
Eccoci qui, per chiarimenti o altro scrivete pure.
Grazie ancora a tutti voi. |