| | | OFFLINE | | Post: 6 | Registrato il: 28/02/2017 | Età: 36 | Sesso: Maschile | Utente Junior | |
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31/07/2018 12:49 | |
Havard, 4 livello, umano
La mia è una ricandidatura, in quanto lo scorso anno pochi mesi dopo aver ottenuto la razza ho dovuto rinunciarvi per impellenti impegni OFF. Dopo un anno dovrei aver trovato il giusto tempo da dedicare al gioco e alla razza chiusa, e mi piacerebbe, quindi, potervi riaccedere.
Allego la precedente domanda, più ovviamente l’aggiunta dell’attuale situazione.
BACKGROUND
Havard nasce trentadue anni fa al confine Nord Ovest dei Fiordi, in un villaggio chiamato Voss, di cui il padre è lo jarl. E' il primo di quattro fratelli, e per questo l'erede del ruolo del padre.
E' sempre stato, sin da bambino, più forte dei suoi fratelli, predisposto al combattimento e dedito all'uso della forza.
Cresciuto da un padre guerrafondaio il suo temperamento è irascibile, seppur non sfoci mai nella crudeltà gratuita, anzi, nonostante si professi come egoista e menefreghista si è sempre trovato ad agire prima per gli altri e poi per sé stesso.
Combatte come ogni uomo del Nord nella guerra contro gli orchi e quando questa finisce, scende nelle città del Sud, alla ricerca della sorella Korah, allontanata durante il conflitto per mettere in salvo sua madre e suo fratello minore, ma senza più fare ritorno.
Una volta riuscito a trovare la sorella e convinto da questa a lasciarla rimanere con l'uomo che -a suo dire- ama, decide di non allontanarsi troppo da lei, e al contempo visitare quanti più luoghi possibili, prima che il suo futuro ruolo da jarl lo costringa a rimanere nel suo villaggio.
SVILUPPO ON
Nel suo girovagare finisce a Sylan, ed è lì che qualcosa comincia a cambiare. Da sempre convinto d'essere un tipo poco raccomandabile, non schierato dal lato dei “buoni”, incontra un gruppo che ha una visione diversa di lui: dicono di vedere del buono in lui e non gli credono quando lui parla di sé con accezioni negative.
Decide quindi di partire con i Guardiani dello Spirito, seguendo quell'ideale di bene comune, incuriosito -più che convinto-, seppur non avendo ancora chiaro il perchè di tale attrattiva.
Non dura però molto la sua aggregazione al gruppo, una richiesta d'aiuto da parte della sorella e la partenza della donna, che si accorgerà d'amare poi, lo spingono a partire in compagnia di Hestia, alla volta di Narvick.
Il fato, però, è ironico, o forse è solo un imprevedibile stratega.
E' una tappa del viaggio che si rivelerà molto più lunga del previsto: Sylan.
Proprio mentre i due si ritrovano in quella città per rifocillarsi, questa viene messa sotto assedio da un esercito di non morti.
L'attesa della mossa dei nemici è logorante, la quasi nulla organizzazione difensiva della città fa pietà, e lui si ritrova costretto a prendere in mano, assieme alla sua compagna, le difese di Sylan, nonostante questa non gli appartenga.
Continuerà a dire di combattere solo per la salvezza della propria amata, quasi non volesse ammettere il suo prodigarsi per la salvaguardia di innocenti.
E', però, questo che sta facendo: ogni giorno, ogni scontro, lo vede sempre più pronto ad esporsi, nonostante sia conscio di non avere i mezzi per poter battere ciò che combatte, è sempre in prima linea solo per permettere sia a chi ama, che ai civili della città, di salvarsi.
Comincerà a prendere coscienza di ciò che è il suo destino con l’apparizione di Khorr, che gli conferirà lo scopo di portare in salvo l’intera popolazione di Sylan, mettendo davanti a tutto la salvaguardia di innocenti, facendogli dono d’una spada forgiata da Valekun: l’Artiglio dell’Orso, una spada che la sua gente già aveva avuto modo di conoscere per mezzo di tramandate leggende e che stando alle parole della stessa divinità dovrebbe appartenere alla stirpe da cui deriva la sua stessa famiglia.
E' forse questo il gioco del destino, la prova a cui il Verbo l'ha messo di fronte per sceglierlo o meno come Araldo di quel sangue celestiale che scorre nelle sue vene, che discende in lui da sua madre, sopito in lei, come nel nonno e così nel bisnonno, retaggi di una dinastia dimenticata nelle generazioni dormienti, leggende familiari, storie narrate ai bambini, o forse qualcosa di più reale, qualcosa che potrà tornare in auge in Havard.
AASIMAR
E’ lo stesso Khorr che, a Balsjord, gli appare, dopo averlo messo alla prova con uno scontro, rivelandogli che il Sangue dei Primi scorre nelle sue vene, e lasciando che il retaggio si palesi in lui attraverso delle nuove capacità.
Prosegui quindi il suo girovagare, affiancato dalla sua compagna, ed assieme a lei, comincia a raggruppare altre persone, unite da uno scopo più alto, combattere le creature che minano l’esistenza degli innocenti.
(OFF:Quando poi mi sono dovuto allontanare dal gioco, ho tentato di giustificare l’assenza e la perdita dei “poteri” nel modo più coerente possibile.)
Durante una missione al Nord, quando quest’ultimo era assediato dai giganti, Havard -credendo di agire per salvaguardare il prossimo- decide di partire da solo e addentrarsi più a Nord dove dovrebbe trovarsi la sua famiglia, senza mettere in mezzo la donna che ama o le persone che si sono aggregati a loro. Questo però farà loro pensare ad un abbandono in quanto il Nordico non farà più ritorno.
Viene infatti aggredito da qualcosa di cui non porta memoria, e curato per mesi da una famiglia che ha deciso di aiutarlo. Al suo risveglio non ricorda cosa gli è successo, e non sa nemmeno perché è tornato ad avere l’aspetto di un comune uomo, senza più le capacità di un tempo. Crederà solamente che il suo Dio abbia perso la fiducia che gli aveva donato in precedenza, non credendolo degno.
PRESENTE
Dopo aver girovagato per mesi con l’intenzione di riprendersi il Nord, capisce che ci sono cose più importanti del riavere il suo posto da Jarl usurpato, ed ha tutte le intenzione di tornare a combattere per quelli stessi ideali di un tempo. E’ forse grazie a questo ritorno che il sangue dei primi tornerà ad imporsi prepotentemente in lui?
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