Stalking alla ex e al nuovo compagno

Quattro anni, cinque di interdizione dai pubblici uffici e 31.000 euro di risarcimento alle parti offese. È stata pesante, aderente alle richieste del pm Maria Traina, la condanna che il giudice Rosa Maria Fornelli ha stabilito per il 47enne verbanese Michele Olivares. Il giudice l’ha ritenuto uno stalker, punendolo per i ripetuti atti persecutori commessi nei confronti della ex, del fratello di lei e del nuovo compagno.

Imprenditore nel settore delle pulizie, nella seconda metà del 2013 Olivares aveva intrecciato una relazione sentimentale con una sua dipendente, terminata la quale, non accettando la separazione, iniziò ad avere un comportamento ossessivo, a vessarla con telefonate, appostamenti, con incontri in cui la minacciava -anche per interposta persona e a domicilio- e che chiamavano in causa anche chi le stava accanto, a iniziare dal nuovo compagno. Questa tormentata relazione, già oggetto di un altro procedimento penale concluso nel novembre del 2016 con la sentenza di primo grado (pende appello a Torino) che l’ha condannato a 2 anni e 8 mesi, ha avuto un ulteriore sviluppo oggi, quando sono stati discussi altri due fascicoli accorpati in un unico processo. L’imprenditore, difeso d’ufficio dall’avvocato Marco Marchioni, che già in atti preliminari aveva chiesto per il suo assistito una perizia psichiatrica non concessa, è stato ritenuto colpevole per i capi d’accusa contestati. Il giudice ha accolto la proposta del pm, che aveva però chiesto che una parte della pena fosse subordinata al ricovero in una struttura di cura. Alle parti civili sono stati riconosciuti risarcimenti provvisionali di una certa entità: 14.000 alla ex (assistita dall’avvocato Gabriella Penoni), 7.000 al fratello e 10.000 al nuovo compagno (difesi dall’avvocato Gaetano Longo Dorni).

In un diverso processo, ma per due episodi connessi agli atti persecutori contestati, il tribunale ha condannato anche Yulexis Serrano Salazar, cubano dipendente di Olivares che gli diede manforte in quel periodo, prima accompagnandolo a casa della ex con l’intento di aggredirla e poi prestandosi per alcune telefonate anonime di minaccia. Il giudice, accogliendo parzialmente la richiesta dell’avvocato della difesa, Marco Perera, ha derubricato il reato esprimendosi per una pena (sospesa, con anche il beneficio della non menzione) di 4 mesi e un risarcimento di 2.000 euro alle due parti civile, rappresentate dagli avvocati Penoni e Longo Dorni. Il pm aveva chiesto 2 anni.