Quando ogni mattino era un dono,
quando le onde del vento flutttuavano
sui rami dei platani
in crome turchesi,
mentre i richiami dei passeri
accendevano di riflessi i vetri ambra.
Che dipinto magnifico il cielo
solcato dai galeoni dei nembi!
Che ebrezza il respiro fresco
delle ombre fra i tuoi capelli!
Le gocce, liquide faville,
zampillavano allegre
sugli embrici e sulle cimase,
riflettendo la luce del futuro.
Fiorivano sui balconi
i colori dei ciclamini.
Ora, invece, la pioggia
stende un drappo bigio,
il sole è esangue
e lo sguardo sul mondo è torvo,
scavato da tetri presagi,
dal vomere del destino.
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