preconio che di te
mi piacevan le cose che non eri
quelle che non dovevi modellar d’essere
la consistenza insita nella tua naturalezza
di te
ho sempre amato la tua lena
affannata calda lenta
ch’era come il fonema del ponto
ch’audi dal recondito d’una conchiglia
ed ho amato la tua voce
vagheggiando dall’istante mio primo:
“delle chimere mie sarà il brusio”
ho amato le tue labbra fiorite
a plasmare qualora un fievole riso
che tutto ‘l muso ti si ravvivava
e l’animo mio assai intensamente rischiarato
ed ho sempre amato le tue gote
rosee e rase, tuttora ch’io non ti rimiro
e ambrata e aulente la tua pelle
così spoglia, porcellana cerea
d’avana e di casa l’aroma, di te
ho amato le tue mani
che vellicavano la materia mia
fremente al tuo tocco e poi le labbra mie
e l’aggravar consueto del libìdo nutrivi
e l’indole mia alla tua così affine
argentea falce che fai del suo riverbero il tuo,
tu, o falce di luna calante
ho amato sempre le tue poderose braccia
in cui tessevan il nido i ragni
che poi mi lasciaron sul bieco
fronte ad avvizzire, o alea crudele
del mio invacchimento sei testimone
ed ho amato il blando suono del tuo riso
limpido, topazio
ambra dei dì bui
ed ho amato il palpito del tuo centro a contatto col mio
dicotomia di due assenze
poggiavo al tuo petto il capo per averne sentore
e quel battito di cui potrei ricordare tutte le stesure,
puoi tu perdonar me che d’alessitimia pecco?
ed ho amato sempre le tue labili iridi
due pozze scure che ad interpretar
abile e virtuoso dovevi essere
sagittabondo, imperitura bellezza
e sempre ho amato immergermi in quegli iridei abissi
fra le tue braccia possenti
nei tuoi assilli che tanto amavi adombrare
ed io che avrei voluto solo far scorrere su di te li occhi miei
come fossi eletta poesia,
tu che sei facondo
essenza delle parole mie più mere.
vorrei tanto sapere cosa ne pensate
I want to hide the truth
I want to shelter you
But with the beast inside
There’s nowhere we can hide
[...]
They say it's what you make
I say it's up to fate
It's woven in my soul
I need to let you go
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