Pagelle Napoli-Lazio 4-1

Strakosha 6 – evita un passivo più pesante. Coi piedi, tuttavia, continuano gl’imbarazzi e sul primo gol mi pare troppo piantato sui blocchi.

De Vrij 5,5 – ha il grande merito di sbloccare la gara ma siamo alle solite. Una guida del reparto non c’è. Alle prime difficoltà, un leader riconoscibile e riconosciuto, non lo vedo.

Radu 5,5 – maluccio, anche nelle porzione migliore della squadra. Molle da morire sul quarto e ultimo gol.

Wallace 4 – imbarazzante già prima dell’autorete con un paio di svarioni. Tra l’altro, qualcosa di decoroso l’aveva anche fatto. Che cocente delusione, ogni giorno che passa è sempre peggio. Tra l’altro, sull’autogol è lui a sbagliare il fuorigioco.

Marusic 4,5 – evidenzia una modestia tecnica sempre più preoccupante unita a una saggezza tattica pari a quella di Oddo e De Silvestri dei primi 6 mesi alla Lazio. Solo che lui doveva essere un elemento da pronti-via, non uno che dovesse fare un anno di apprendistato. Anche perché non ha manco l’età.

Lulic 4,5 – prima si fa un sonno sul gol del pareggio, che stravolge completamente la gara, poi perde una palla sanguinosissima da cui origina l’autorete. Serataccia.

Lucas Leiva 6,5 – dominatore del centrocampo, finché esiste una partita. Non è certo per colpa sua se affondiamo.

Milinkovic-Savic 6,5 – migliore in campo dei 22 nel primo tempo in cui fa cose belle e utili. Poi si adegua alla piega che prende la partita. Ma non è certo sul banco degli imputati lui, stasera.

Parolo 6 – il suo lavoro lo fa bene e con un bell’inserimento quasi trovava il gol del raddoppio. Ovvio che non è il giocatore che ti può aiutare, tecnicamente, quando la squadra frana.

Luis Alberto 5 – sprazzi di Luis Alberto nei primi venti minuti poi pian piano torna quello dell’ultimo mese e mezzo, ossia un giocatore impalpabile.

Immobile 5 – un assist a referto, di sinistro, peraltro. Ma dal terzo minuto di gioco solo scelte sbagliate, corse sfiatate, una sensazione preoccupante di brillantezza totalmente assente.

 

Lukaku 5,5 – contende qualche pallone, qualcuno con successo, ma combina poco poco, nel complesso.

Caicedo 5 – l’ho visto meglio in altre occasioni. Capisco che la partita era finita ma uno spunto, un innesco di triangolo, qualcosa. No, niente.

Nani n.g. – verrebbe voglia di parafrasare Ottavio Bianchi con Sebino Nela, quando, dopo un’esclusione con annessa richiesta di spiegazioni da parte del buon Hulk, il simpatico Ottavio gli rispose: “Le spiegazioni le do ai giocatori, non agli ex giocatori”. Ecco, i voti li do ai giocatori.

 

Inzaghi 5 – non è tollerabile una squadra che si squaglia completamente dopo un gol preso a fine primo tempo. Peccato, perché per un tempo intero la Lazio aveva sovrastato il Napoli sul piano tattico e fisico. Ma sono cose da romanisti parlare delle mezzore, delle ore, dei sessanta minuti con l’Inter, dei campioni d’Italia per quaranta minuti e altre amenità. Le partite durano novanta minuti. Però, fuori verbale dico che la Lazio è stata più incoraggiante stasera che contro il Genoa. Sono moderatamente più fiducioso ora che lunedì sera scorso. Stasera ho visto, seppur per un tempo solo, una squadra. Lunedì avevo visto la Lazio di Pioli del 2015/16, ossia una non-squadra. 

Vista allo stadio, quindi potrei essermi perso qualcosa

Strakosha 6: Mi sembra incolpevole. Non ho capito solo l'immobilismo sull'1-1: magari se usciva di più riduceva l'angol di Callejon, ma sarebbe stato comunque gol al 99.9%. Due parate plastiche nella ripresa
Wallace 4: Continua ad essere mandato in campo e a fare disastri. Nel primo tempo Insigne lo buca due volte alle spalle, poi nella ripresa l'assurdo autogol. E anche sul 3-1 non esce su Mario Rui
De Vrij 7: Il migliore in campo del primo tempo, smonta tutto e segna anche il gol del vantaggio. Nella ripresa i compagni non ci sono più, e miracoli da solo non ne può fare
Radu 5.5: Molla anche lui nella ripresa, non andando a stringere su Callejon che cross per il 2-1 e perdendo Mertens sul 4-1. Un doppio salvataggio non basta per una sufficienza
Marusic 6: Bene nel primo tempo, con la sovrapposizione sul cross di vantaggio e il cross per il colpo di testa di Parolo. Poi non tocca più palla nella metà campo avversaria
Parolo 5.5: I suoi limiti tecnici emergono in un primo tempo in cui la Lazio avrebbe potuto cercare meglio lo 0-2. Un colpo di testa e tanta applicazione su Hamsik, ma quando entra Zielinski è la fine dei giochi
Leiva 6: Gara semi-onesta, con un auspicato giallo che gli farà saltare il Verona in casa: bene, se non fosse che è da quella punizione che arriva il pareggio del Napoli
Milinkovic-Savic 6: Un marziano nel primo tempo, in cui annulla Jorginho e fa tremare il San Paolo ad ogni giocata. Ma poi molla il play proprio sull'assist dell'1-1, perde la testa con Callejon e non si riprende più: della sua partita resteranno dei validi video su YouTube che faranno dire "quanto è forte questo" a tutte le tifoserie avversarie
Lulic 4.5: Distrugge il giocattolo addormentandosi sull'1-1. E anche sul 2-1 non segue Callejon che crossa indisturbato. 
Luis Alberto 5: Bene negli spazi brevi, ma poi non fa più la differenza nell'ultima giocata
Immobile 5.5: Inizia bene, col taglio che porta al corner sui cui sviluppi lui stesso mette dentro l'assist del vantaggio. Ma poi mille scatti e zero risultati. Sparisce nella ripresa
Lukaku sv
Caicedo sv
Nani sv
Inzaghi sv: Come ammesso da lui stesso, mai era successo che la squadra smettesse totalmente di giocare per un tempo intero. "Inaccettabile" è un termine usato da lui, ed è l'unico... accettabile: la Lazio si è sfaldata passando da mille a zero sull'1-1, come all'andata ma senza le giustificazioni dell'andata. Ripresa umiliante, in cui s'è vista in maniera brutale la differenza col Napoli, tecnica e caratteriale. Per fortuna arrivano le Coppe, e in attesa evito un votaccio al mister, ma intanto è bene chiedersi:
1) Cosa ha fatto Wallace per meritare di giocare?
2) Il caso Felipe non poteva essere gestito diversamente, visto che in questa partita sarebbe stato utilissimo e che la squadra non è parsa ricompattata dal suo accantonamento?
3) Perché la fiducia in questo modulo è diventata inscalfibile?

STRAKOSHA 5.5-Ottima l’uscita su Callejón lanciato da una punizione a sorpresa. Mediocre la respinta sul tiro di Insigne che ributta il pallone verso il centro anziché verso l’esterno, e su una conclusione non irresistibile. Poco reattivo su primo e terzo gol, dove comunque era difficile opporsi. Non ha colpe specifiche ma lascia una sensazione di passività, e non solo nella troppo scarsa propensione a prendere l’iniziativa in uscita.

WALLACE 1-All’inizio sembra persino concentrato e sul pezzo, poi il mismatch col neppure ispiratissimo Insigne prende forma. Nulla a che vedere col capolavoro del secondo tempo, su un pallone già del portiere al quale rischia persino di far male. Voto da dividere con chi lo sceglie dal primo minuto, quando tutto – dalla vaccata perennemente in canna alle caratteristiche degli avversari – lo rendeva l’ultima scelta possibile. Preparare la cessione a fine campionato, ammesso che qualcuno lo voglia.

DE VRIJ 6.5-Bomber d’occasione come all’andata, poi un buon presidio del reparto. I gol passano lontano da sue responsabilità personali. Soffre il crollo del centrocampo in interdizione: se esistono ancora centrali in grado di difendere in prima battuta e in campo aperto, lui non è uno di loro. Prestazione individualmente positiva, comunque.

RADU 5.5-Un doppio salvataggio fuori dalla zona di competenza, a inizio ripresa, chiude la sua serata. Forse per la prima volta in stagione, sbraca insieme agli altri.

MARUŠIĆ 5-Forse il peggiore nei momenti migliori: di chiunque sia la colpa, sua o dei compagni, è quasi sempre un corpo estraneo. Un paio di spunti non bastano a giustificare un potenziale, innanzitutto atletico, praticamente sprecato. Una cosa: si diceva che la minore tenuta rispetto al binario di sinistra dipendesse dalla sua scarsa attitudine in copertura. E se fosse invece lui a soffrire i disastri ambulanti che si ritrova alle spalle?

PAROLO 5-Semplicemente inadeguato a certi livelli, e non solo per l’età. Bello ma impreciso l’inserimento di testa nel primo tempo.

LUCAS LEIVA 5.5-Accompagna, anziché guidare, l’andamento della squadra: non è da lui, anche se nell’insieme non demerita. Freddato da Banti sulla punizione dell’1-1, quando prende il giallo dopo aver preso la palla.

MILINKOVIĆ-SAVIĆ 5.5-Nella prima mezz’ora abbondante, per ritrovare un elemento con quel fisico e quelle giocate bisogna scomodare come minimo Zidane. Distrugge da solo prima il reparto avversario, poi quello della Lazio sparendo dal match. Mezzo voto in meno per l’irritante, e in parte incomprensibile, discontinuità.

LULIĆ 5-Il migliore dopo SMS nella prima parte, sdoppiandosi con micidiale efficacia tra difesa e centrocampo. Responsabile, con quell’erroraccio sul fuorigioco, del pari che di fatto chiude la gara. Simbolo, non certo l’unico, dei black-out che affliggono improvvisamente questa squadra.

LUIS ALBERTO 4-Il livello tecnico della manovra nella fase iniziale ne evidenzia la scarsissima ispirazione, unita alla ricerca di giocate eccessivamente barocche: c’è parecchio di suo nel mancato raddoppio, che poteva disseminare qualche ostacolo in più sulla strada della Sarrese. Che si tratti di appannamento o di finte ormai troppo conosciute dai difensori avversari, serve una sosta ai box.

IMMOBILE 5-La cosa migliore è il cross del vantaggio, che non fa parte del suo repertorio. Per il resto un’ape senza pungiglione. Domanda: è Luis Alberto ad aver disinnescato lui, viceversa o fifty-fifty?

LUKAKU, CAICEDO e NANI s.v.-In campo a partita finita.


INZAGHI 3-Partita preparata benissimo, a parte la scelta di Wallace, e demolita strada facendo.
Avvio sensazionale al quale manca il raddoppio, più che possibile in quel contesto ma improbabile se sulle azioni di rimessa manca sempre almeno un uomo.
Dopo i primi quarantacinque minuti è solare che la squadra non può più reggere certi ritmi, vera chiave della prestazione, e serve un approccio diverso alla partita.
Lui non cambia nulla, la squadra va in tilt mentalmente per colpe di cui stabilire la distribuzione, non esce più dalla propria trequarti – mai sentito parlare di difesa alta, per dire? – e la partita si posiziona su un piano inclinato che, anche senza un episodio allucinante e uno fortunoso, porterebbe allo stesso esito.
Ormai sembra Mazzarri versione Inter, prigioniero del 3-5-2 e forse di sé stesso.
I cambi non incidono su un risultato ormai compromesso, ma preoccupano su due fronti.
Uno è la tendenza a svuotare il centrocampo per inserire attaccanti a capocchia, che traccia un inquietante parallelo coi secondi anni di Pioli e Petković.
L’altro è la mancanza di contenuto tattico di certe scelte, buttate lì con una logica da Fantacalcio.
Per dire: lo switch da una a due punte è una mossa assai auspicabile, anche in corso d’opera, ma presuppone che Immobile e Caicedo abbiano un’idea di come muoversi, interagire, giocare uno per l’altro.
Al contrario sembrano due estranei presentatisi un attimo prima, segno di una coppia improvvisata senza preparazione e di un atavico difetto del tecnico: bravo a organizzare altri reparti, ma troppo portato a recitare a soggetto negli ultimi trenta metri.
Ciliegina sulla torta: dopo l’andata Sarri aveva sostenuto che i suoi avrebbero vinto anche senza l’ecatombe di infortuni nella difesa biancoceleste.
Lo scenario che si ripropone nei dettagli, dell’autore del vantaggio iniziale al punteggio finale, dimostra in maniera pitagorica la sua teoria: e non è divertente dare soddisfazione a un personaggio del genere.
Una cosa è certa: l’Inzaghi dell’ultimo periodo, giocato come un pivello da strateghi del calibro di Gattuso e Ballardini, sta diventando un problema per questa squadra.