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Spettatori al banchetto di Falchi e Corvi

Ultimo Aggiornamento: 17/12/2017 00:48
17/12/2017 00:48
 
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Signore della Guerra
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Avventurarsi nelle Terre dei Fiumi era certamente un azzardo, di questo Lord Dustin era consapevole, tuttavia era qualcosa che voleva assolutamente fare.
Le notizie che gli era giunte riportavano di un immediato attacco a quella che era ormai l'ultima roccaforte Tully nelle Terre dei Fiumi, che avrebbe posto fine a quella che oramai era un'agonia senza speranza di guarigione.
Il Re del Nord aveva deciso per il non intervento e Lord Dustin condivideva appieno questa idea.
Al tempo stesso, era a lui che il Re del Nord Rickard Stark aveva affidato il comando delle difese meridionali.
La guerra non aveva toccato il Nord, ma avrebbe potuto farlo, valicando i confini dell'Incollatura : se così fosse stato, Lord Dustin voleva sapere cosa lo attendeva, o almeno avere un'idea di cosa avrebbe dovuto affrontare.
Per questo aveva deciso di addentrarsi nel territorio Tully scortato unicamente da un piccolissimo gruppo di persone scelte, coloro che, nel Nord, erano i suoi sottoposti più vicini, quelli che sul campo avrebbero guidato gli uomini in battaglia.
Il fatto che sulle Torri Gemelle splendesse un bel sole, rese più semplice il tutto, permettendo di vedere bene lo svolgersi degli avvenimenti senza doversi avvicinare più dello stretto indispensabile.

Senza mai scendere da cavallo, perché all'occorrenza avrebbero dovuto dileguarsi in fretta, osservarono ciò che avvenne con un distacco che poteva anche sembrare senza cuore, e per certi versi lo era.
< Si conoscono le forze? > domandò William a quello che era il suo vice al comando dei Lupi dell'Inverno, Arghail.
< I Frey e i Tully hanno abbandonato il castello. A difesa c'è una milizia improvvisata di un migliaio di uomini e qualche soldato che si crede un generale. > gli rispose, con un riso sprezzante.
Il Lord delle Terre delle Tomeb sospirò, scuotendo nelle spalle.
< E gli attaccanti? >
Arghail si piegò sulla sella.
< Circasette-ottomila uomini, guidati da un Arryn. E ci sono anche dei ribelli in cerca di bottino. Non saprei dire quanti. Dalle voci raccolte, qualche migliaio. >
Lord Dustin sospirò di nuovo.
< Possono difendere il castello? > gli domandò Arghail.
Lui rise scuotendo il capo.
< Neanche se fossero mille Giganti. > tagliò corto < Ma potrebbero causare grandi perdite, se saranno abbastanza furbi. >

Ben presto, a Lord Dustin fu chiaro che, oltre a non essere Giganti, i difensori non erano neanche furbi.
Gli Arryn, potè osservare da lontano che erano arrivati con un esercito che non solo era numeroso, ma estremamente ben equipaggiato. Picchieri, balestrieri e un gran numero di cavalieri e soldati a cavallo. Questo, ne era certo, ne avrebbe sicuramente ridotto sensibilmente le perdite, perchè si trattava di truppe disciplinate che difficilmente avrebbero sbandato o fatto confusione.
L'armata ribello invece, che arrivò dalla direzione opposta, sembrava decisamente inferiore in termini di equipaggiamento e disciplina : rumorosa, male organizzata e mal disposta, faceva evidentemente affidamento unicamente sul numero.

Immediatamente, Lord Dustin si rese conto che i difensori avevano completamente sbagliato tattica.
Infatti, avevano deciso di difendere le porte di entrambe le torri, quindi di affrontare il nemico fuori del castello, anzichè dall'interno.
< Coraggiosi. > osservò Arghail.
< Dici? > lo riprese Lord Dustin, con una rapida occhiata, prima di volgersi nuovamente al teatro degli scontri < Io vedo solamente dei morti che camminano. > e non aveva torto.

L'attacco avvenne a metà mattinata. Manco a dirlo, furono gli Arryn i primi ad avanzare.
Si vedeva che avevano alle spalle un comandante capace, che non fece l'errore di mandare avanti le truppe forte del numero.
Al contrario, le picche si disposero in file compatte e ordinate, che avanzavano lentamente mentre i balestrieri dietro di loro, a ondate investivano i difensori coi loro dardi letali, ricaricavano e avanzavano.
Ben presto, anche da lontano, fu visibile notare il numero sempre crescente di difensori stesi sul terreno.
Cavalieri e cavalleggeri erano proprio come il loro simbolo, Falchi pronti a scendere in picchiata. Ogni votla che i difensori tentavano anche solo una breve sortita fuori dai ranghi o piccoli gruppi si staccavano, cavalieri e cavalleggeri non avevano pietà nel falciarli come fili d'erba.
Era da poco passato mezzogiorno quando ormai si capiva benissimo che la battaglia era già segnata, almeno dalla Torre attaccata dagli Arryn.
I rivoltosi ancora non avevano accennato a un vero e proprio attacco. Rumorosi tanto che le grida si potevano anche dalla loro notevole distanza, non si azzardavano ad assaltare la torre ma, al contrario, tiravano con le frecce in maniera decisamente disorganizzata, con risultati di molto inferiori a quelli degli Arryn.
Tuttavia, quando all'assottigliarsi dei difensori che si opponevano agli Arryn, buona parte di quelli di fronte ai rivoltosi abbandonarono la posizione per correre in soccorso dell'altra torre, i rivoltosi presero coraggio, e visto il numero soverchiante si lanciarono alla carica mentre gli arcieri, correggendo il tiro, cominciarono a mietere qualche vittima.

La pressione degli Arryn dall'altro lato intanto si faceva considerevole ogni ora di più, almeno fino a quando i difensori non si riuscirono a trincerare dietro le porte della Torre, cosa che almeno per un pò li mise al riparo dai dardi dei Balestrieri.

<Ottima mossa. > osservò qualcuno.
< Troppo tardi. > commentò Arghail, e aveva ragione. < Ormai hanno perso troppi uomini. >

Contrariamente a quello che si poteva pensare, furono i rivoltosi i primi a violare il castello. Troppo preoccupati dagli Arryn, i difensori si erano concentrati troppo sui Falchi, e le difese opposte ai rivoltosi erano diventate tanto esigue che cedettero molto presto. I rivoltosi, urlando e scatenandosi, penetrarono nel castello e la torre ovest fu ben presto oggetto di un saccheggio, di cui il fumo nero degli incendi fu il segno più evidente.

Nel giro di un paio d'ore, i rivoltosi attraversarono il ponte sul guado per prendere d'assalto l'unica torre che ancora resisteva, seppure molto debolmente.
Presi tra due forze, i difensori si batterono strenuamente, almeno a giudicare dal fatto che per qualche ora buona, nessun fumo si levò dalla Torre e non si sentivano le grida di vittoria degli Arryn, tipico segno di conquista da parte di un esercito.

< Si battono con valore. > commentò Arghail.
< No > ribattè Lord Dustin, stringendosi nelle spalle < Si battono come topi messi all'angolo dai gatti. >.
Lord Dustin non aveva alcun dubbio infatti che nessuno dei difensori ne sarebbe uscito vivo.

< Cosa stiamo a fare ancora qua? > domandò qualcuno, spazientito forse dall'assistere a qualcosa di già definito.
< Voglio vedere cosa succede dopo. > ribattè Lord Dustin, che era anche ansioso di vedere all'opera questi cosiddetti "rivoltosi".
Poichè stavano colpendo un pò ovunque nei Sette Regni, era interessato anche a capire se fossero dei razziatori o anche qualcosa di più.

La risposta arrivò quando, verso l'imbrunire, con il castello, secolare dominio di Casa Frey, oramai conquistato, vide una marmaglia sparpagliarsi nelle campagne portando con sè sacchi di bottino. Chiaramente, i ribelli non avevano affrontato gli Arryn per il dominio del luogo. Volevano solo il bottino, come Corvi che depredano una carcassa.

A quel punto, per Lord Dustin ogni interesse era venuto meno.
Avrebbe certamente riportato le proprie impressioni al Re del Nord.
Non diede neanche l'ordine di tornare al Nord, si limitò semplicemente a far girare il cavallo e tutti fecero altrettanto.

Riprendendo i sentieri che li avrebbero condotti alla vicina Incollatura, in territori sicuri del Nord, fu Arghail che si accostò a lui.
< Tu che avresti fatto? > chiese a bassa voce. Usava il "tu" perchè la confidenza tra loro era il frutto di una conoscenza di tantissimo anni.
Lord Dustin si fece pensieroso, ma la risposta arrivò presto perchè era già da un pò che ci pensava.
< Non c'era alcun modo di salvare quel castello. Io lo avrei demolito, piuttosto che lasciarglielo. Se non altro, non avrebbero avuto niente da difendere un domani. E sicuramente, me ne sarei portati molti di più all'inferno prima di crepare. > gli rispose sottovoce. Arghail, che lo conosceva bene, sembrò intuire i suoi pensieri.
< Pensi possa succedere? >
Lord Dustin aggrottò la fronte con aria molto più seria di quanto avesse quasi sempre mostrato.
< Non lo so. Può essere. Quello che è certo, è che con noi devono essere pronti a morire in tanti. >

Arghail si accontentò di quella risposta.
Per ora, si accontentava del fatto che Corvi e Falchi banchettassero coi corpi di qualcun altro.



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