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Flashiamo! – Mary Special Edition

Ultimo Aggiornamento: 06/09/2018 17:51
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Giudice*****
06/05/2018 00:05
 
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3 - “Fumo tra le mani” di JulyChan.
Totale: 49.5/55.

1) Grammatica e ortografia: 10/10.

Perfetta.

2) Stile (lessico, figure retoriche, uso di aggettivi e avverbi): 10/10.
Non ricordo se ti ho mai dato il massimo in questo parametro nei precedenti contest, ma questa volta te lo meriti tutto! Ho adorato il modo in cui questa storia è scritta: è estremamente curata, precisa, persino la struttura ha un andamento simmetrico (con queste tre parti divise tra “ricordi”, “incubi” e “sogni”, e quel “Daphne, esistiamo solo noi” finale che riprende quello iniziale) che mi ha deliziata.
È un testo che ho trovato estremamente emotivo, non ci sono barriere tra i personaggi e il lettore: i sentimenti di cui soffrono – l’espressione è voluta! - arrivano diretti al lettore, senza sconti, con una violenza che lascia storditi. Di solito, trovo che tu sia molto “delicata” nel descrivere ciò che vuoi comunicare, ma non stavolta, ci sono certe frasi che veramente sono drastiche: “Poi la realtà la colpisce: frammenti di vita che le incendiano le vene, nuvole di fumo che le bruciano gli occhi – Daphne, esistiamo solo noi.”. Non c’è scampo né per Daphne né per chi sta leggendo, è un testo che non lascia tregua.
Hai utilizzato davvero molte immagini, ma tutte giustificate e che si ripresentano nel testo, quindi non ne sono rimasta disturbata. Le mie preferite sono senz’altro quelle che si riferiscono alla passione che “divampa” in Daphne, bruciandola, riducendo le sue ossa in cenere, lasciandole tra le mani soltanto fumo; ma anche quelle legate alla relazione clandestina - “la casa è immersa nel silenzio e loro sono immersi nei segreti” – mi sono piaciute particolarmente.
Hai fatto un largo uso – selvaggio! - di coordinate unite da una “e” e senza punteggiatura a dividerle. È un espediente narrativo che difficilmente incontra il mio gusto, ma in questo caso preciso l’ho apprezzato, perché utile alla caratterizzazione del personaggio: attraverso queste frasi dal ritmo rapido e non scandite da segni di interpunzione, riusciamo a scorgere ancora più chiaramente quanto Daphne sia consumata dalla passione illecita per Draco, e anche quanto questa stessa passione sia nociva, al punto da ridurla a tormentosi sogni in cui niente li ha mai separati, in cui “ha il suo respiro addosso e lo sente tremare tra mille promesse, e questa volta non si infrangono al suolo”.
Inoltre, ho notato anche un altro aspetto che ha incontrato il mio gusto. Hai utilizzato uno stile pieno di sottintesi, che dice più di quello che è effettivamente scritto. Ti faccio qualche esempio: “l’ha ascoltata discorrere degli ultimi mesi felici, l’ha vista mostrarle timidamente l’anello”, in questa frase quel “l’ha vista” rende perfettamente l’idea di una Daphne straziata dal dolore che osserva da fuori, dall’esterno, ciò che le sta capitando, e allora non è Asteria che le mostra l’anello, è Daphne che vede sua sorella mentre le mostra l’anello di fidanzamento. È una differenza sottile, ma che ho percepito fin dalla prima lettura.
Un altro esempio è: “Lui le accarezza il viso, le accarezza il ventre nudo, sorridono in sincrono ed emanano luce”, qui “ventre nudo” mi ha subito rimandato alla maternità, all’idea che Daphne sogni non solo di averlo per sé ma anche di costruire una famiglia con lui, e l’ho trovato quasi più straziante di tutto il resto. Una storia crudele!
Ci sono alcune piccole imperfezioni – almeno dal mio punto di vista – che però vorrei segnalarti, per amor di precisione.
“Ma lei lo accetta, ed è felice che lui voglia affrontare se stesso, ed è orgogliosa che lei sia l’unica a sapere, l’unica a essere degna dei suoi tormenti”: in questa frase il pronome “lei” lo avrei preferito spostato (“che sia lei l’unica”), per metterlo ancora più in risalto, per sottolineare che è solo “lei” ad avere questo privilegio. Inoltre, per mantenere l’andamento di tutta la flash che è molto piena di coordinate, avrei tolto la virgola dopo “se stesso”. L’avrei sistemata così: “Ma lei lo accetta, ed è felice che lui voglia affrontare se stesso ed è orgogliosa che sia lei l’unica a sapere, l’unica a essere degna dei suoi tormenti”.
“E lui la intrappola e il fuoco esplode e Daphne brucia”: in questa frase – che per altro adoro –, secondo me, se mettessi “brucia” in corsivo per evidenziarlo ancora di più l’effetto sarebbe migliore, di totale perdizione. Rispetterebbe meglio anche il crescendo reso dalle tre coordinate.

3) Titolo: 5/5.
Il tuo è forse il mio titolo preferito, è proprio bello! Mi è piaciuto molto il richiamo nel testo – che è un particolare che adoro – e questa immagine di un amore svanito, evanescente come fumo che sfugge dalle mani disperate di Daphne.
Penso tu abbia fatto una scelta davvero buona con questa espressione: è incisiva, secca, e richiama alla mente immagini e possibilità che ti fanno venire voglia di leggere la storia per vedere se le intuizioni iniziali trovano conferma nel testo. Davvero ottimo, brava!

4) Caratterizzazione dei personaggi e attinenza ai contenuti del bando: 7/10.
Sei stata davvero molto brava in questo parametro. Hai descritto una donna spezzata e un amore infelice, amaro, e sei stata sublime.
Daphne è senz’altro la protagonista del tuo racconto, e mi è piaciuta tanto. La cosa che ho apprezzato di più di lei è questa passione che la contraddistingue e la consuma: lei ha amato Draco “fino allo stremo”, fin troppo, ed è questa la sua caratteristica principale, una sconfinata capacità di amare – Draco.
Daphne è arrendevole, debole, non è una persona che sa lottare, nemmeno per ciò che desidera. Non è un personaggio che mi ispira simpatia, eppure non ho potuto fare a meno di sentirmi toccata dal suo dramma d’amore: il dolore lancinante quando scopre di essere la seconda scelta, quando capisce che la prima è la sua stessa sorella, che verrà addirittura sposata da Draco. Hai reso benissimo la disperazione che prova, il male che non guarirà mai.
L’unico dettaglio che non mi è piaciuto – ma per cui comunque non ti ho penalizzata – è l’arrendevolezza di Daphne nel lasciare Draco a sua sorella senza una parola: va bene non volersi vendicare e capire che tutto è perduto, ma una persona così innamorata difficilmente si rende conto della realtà dei fatti e mi è sembrato un po’ strano che, semplicemente, lo lasciasse andare. Non ti ho penalizzata perché non credo sia una mancanza nella caratterizzazione o qualcosa di poco credibile, ma penso sia un lato caratteriale di Daphne che hai voluto sottolineare.
Su Asteria meglio che non mi esprima: stereotipata. Lancio un appello a tutti coloro che scrivono di questa coppia: svecchiate il repertorio!
Non ti ho dato il punteggio pieno essenzialmente per due motivi: la mancanza di originalità e la caratterizzazione di Draco.
Partiamo da Draco. Per certi versi mi è piaciuto molto come l’hai descritto, perché non sei caduta nei cliché tipici del fanon, ma ne hai data una rappresentazione che ho trovato fedele all’originale: Draco tormentato dai rimorsi di guerra, che ha bisogno di spazio e tempo per far pace con se stesso; Draco che preferisce i segreti e una relazione clandestina piuttosto che affrontare la realtà dell’amare un’altra donna; Draco che passa sopra a tutto e tutti pur di soddisfare i propri desideri e non importa se vuol dire spezzare il cuore a una sorella perché se ne è scelta un’altra; un Draco codardo che si decide a parlare con la sua amante soltanto quando non può più farne a meno, quando ha già messo l’anello al dito a sua sorella, un Draco vile che sospira di sollievo quando si rende conto che non dovrà dare spiegazioni. È una caratterizzazione di Draco – e maschile, in generale – che ho trovato davvero valida.
Ci sono però delle ombre sfocate che restano inespresse. Non si capisce perché Draco all’inizio abbia bisogno di Daphne – sempre ammesso che ne abbia, e non sia solo un capriccio o uno svago – né perché continui una relazione con lei – come mi è parso di capire non hanno chiuso da tempo né di recente, altrimenti non si spiegherebbe il chiarimento di nascosto, l’essere “immersi nei segreti” o i “baci infedeli” - quando desidera sposare sua sorella, né viene svelato quando abbia incontrato Asteria e perché alla fine scelga lei. Mi rendo conto che, visto la spazio esiguo, non potevi inserire tutte le risposte dilungandoti, ma la caratterizzazione di Draco così presenta delle falle, e sarebbe bastato qualche dettaglio in più per colmarle in una maniera più accettabile.
L’altro aspetto che non ho apprezzato è la mancanza di originalità. Sarà che ho letto praticamente tutte le tue Draco/Daphne, ma questa storia, per quanto bella, mi dà l’impressione di qualcosa di già visto: non solo per i personaggi, ma per le atmosfere, la trama, il modo che hai di descrivere questo rapporto a tre, molto tuo e riconoscibile. È una bella storia, ma alla lunga mi stanca leggere sempre le stesse cose e, anche se di solito non mi esprimo sull’originalità se non in casi eccezionali – gli estremi -, ho pensato fosse giusto farti questo appunto.

5) Sviluppo della coppia e del sentimento amoroso: 9.5/10.
Mi è piaciuto molto come hai sviluppato la coppia: vista attraverso gli occhi di una Daphne distrutta dall’amore, il loro rapporto si presenta senza filtri, senza sconti, e i lettori ne possono scorgere ogni difetto, finendo per amarlo ugualmente.
Ho trovato molto piacevole che tu sia riuscita, in così poche parole, a descrivere tutta l’evoluzione del loro rapporto: gli incontri iniziali, discreti, riservati, per leccarsi a vicenda le ferite di guerra, la passione dei diciassette anni – non senza pensieri, ma comunque vissuta con più leggerezza. Il precipitare degli eventi e la relazione clandestina, segreta, che non avrebbe mai dovuto essere – sullo sfondo una sorella ignara, innamorata, così disgustosamente ingenua (io odio Asteria descritta così, anche se mi rendo conto che era funzionale alla trama!), e Daphne che non ha il coraggio di spezzarle il cuore pur di cercare di fermare l’inevitabile. E infine i sogni tormentosi, che minano la stabilità mentale di Daphne, che la torturano, mostrandole un futuro che non esisterà mai, in cui Draco la ama ed ama soltanto lei.
Non ti ho dato il punteggio pieno perché, anche in questo parametro, la mancanza di originalità si fa sentire. La trama è la trama tipo: Draco e Daphne iniziano una relazione a scuola, poi Draco le preferisce all’improvviso Asteria e tutto va in rovina, e addirittura il finale mi ricorda qualcosa di tuo che ho già letto, con Daphne così labile, così vicina alla dissociazione – non è scritto esplicitamente ma si intuisce, l’atmosfera di un amore malato sempre quella è.

6) Gradimento personale: 8/10.
La storia mi è piaciuta molto e l’ho trovata perfetta sotto tanti punti di vista – lo stile, l’introspezione di Daphne e la sua caratterizzazione, il titolo, lo sviluppo del sentimento amoroso.
Tuttavia, non ti ho dato il punteggio pieno essenzialmente per due fattori: la caratterizzazione di Draco, che penso andasse affinata maggiormente, in quanto la protagonista assoluta della storia risulta essere solo Daphne – poi la loro coppia e, al terzo posto, lui, e non va bene per un coprotagonista essere relegato in fondo! -, e per quello che ti ho già detto sul fatto che ho trovato la storia poco originale.
So bene che ormai sei abituata a vedere i personaggi in una certa maniera e certo non mi aspetto che li snaturi per farmi contenta, però c’è da dire che anche le atmosfere e i sentimenti tendono a essere sempre gli stessi, non c’è mai una ventata di novità e, dopo un po’, “letta una, lette tutte”. Secondo me dovresti lavorare su questo aspetto, perché è un peccato: fidati che non è necessario cambiare le caratterizzazioni nel tentativo di essere un po’ innovativa. Ci sono molti autori che, pur scrivendo sempre delle stesse coppie, riescono a essere originali e a proporre sempre nuovi lavori.


2 - “Sogno e incendio” di _ Freya Crescent _.
Totale: 49.6/55.

1) Grammatica e ortografia: 9.6/10.

La grammatica è perfetta, ci sono solo delle piccole sbavature.
“Vede le mani di Draco, cinte alle sue”: qui metterei o “intrecciate alle sue”, che dà un effetto più intimo, o “cinte dalle sue”, se vuoi mantenere l’impressione che sia Helena a guidare Draco all’omicidio (- 0.20).
“Draco è un corpo appassito, una menta invecchiata e logora e sporca”: “mente” (- 0.20).

2) Stile (lessico, figure retoriche, uso di aggettivi e avverbi): 10/10.
Il tuo stile è sempre estremamente evocativo ed incisivo, pieno di immagini taglienti che tolgono letteralmente il fiato. Trovo che il pregio più bello di questo stile sia di riuscire a far vedere al lettore quello che descrive, vedere e sentire senza sconti.
Uno degli aspetti che ho preferito di questa storia è senza dubbio l’uso di metafore e immagini, come sempre in perfetto equilibro col resto del testo. Ce ne sono alcune che veramente mi sono rimaste impresse: “è una tomba che grida contro la luna”, “la sente piangere da secoli” (tra l’altro, ottimo visto che sono entrambe presenti nella fase iniziale: un inizio col botto!), “fattezze d’un relitto”, “sa che Draco sta marcendo – cederà presto”, “goderne sino alla nausea”. Sono tutte pennellate – oscure – che, oltre ad essere estremamente suggestive, dicono molto sui protagonisti di questa storia: Draco che sembra un “relitto” è veramente centrato come paragone, rappresenta benissimo sia lo stato di totale disperazione e di ansia che vive durante tutto il sesto anno sia il deperimento fisico che ne è la diretta conseguenza; lo stesso si può dire di “Draco sta marcendo”, immagine splendida, soprattutto se legata a quel “cederà presto”, ad indicare che Helena non aspetta ad altro ma ha tutta la pazienza del mondo.
Il bello di queste immagini è che sono fatte a strati: hanno un significato immediato, e poi altri due o tre che il lettore sagace può intuire. È uno stile che chiede molto al lettore e, allo stesso tempo, non chiede niente: si può capire questa storia anche leggendola mentre si è distratti, ma se si sta attenti... è lì che arriva il bello. Sono testi che hanno sempre bisogno di una riflessione, i tuoi, ed è una cosa che personalmente adoro.
Un altro aspetto che ho apprezzato particolarmente di questa storia sono i richiami circolari: l’iniziale “Hogwarts è una tomba che grida contro la luna” che richiama l’inizio del paragrafo finale “Hogwarts piange e grida in un tripudio di lampi e voci”; e poi il dialogo dell’inizio “So chi sei.”/“Sicuro?” che ne riprende uno più avanti “So chi sei.”/“Ne sei sicuro?”. Sono dettagli che possono sembrare irrilevanti, ma denotano un testo ragionato e curato fin nei minimi particolari – oltre che essere salienti per la caratterizzazione, nel caso dei dialoghi.
Un altro aspetto che ho veramente amato è che, quando descrivi Helena o assumi il suo punto di vista, accavalli tutta una serie di aggettivi uniti da un elemento coordinante: “Draco è un corpo appassito, una menta invecchiata e logora e sporca”, “Non si è mai sentita così viva e triste e felice e distrutta”, “e graffiare, graffiare, graffiare sino a scarnificargli il volto”, “vuole lui, la sua angoscia, il suo corpo appassito, la sua mente devastata”. A mio avviso, questo ritmo così scostante, spezzato o molto rapido, denota benissimo la frenesia di cui Helena è vittima: è come se il lettore – seguendo il ritmo da te imposto – potesse leggere non solo i pensieri di Helena, ma l’andamento che tengono nella sua mente in preda all’estasi.
Tutte le immagini legate alla sfera sessuale, poi, sono fantastiche, rendono davvero bene l’idea del tumulto interiore di cui è preda Helena, pur essendo un fantasma: “Helena vede le loro mani unite nel bacio della vendetta, sporche di sangue nero, trionfanti. Sente il respiro corto di entrambi e subito arrivano spasmi di violento piacere, poi grida, grida, grida, mentre tutto vibra ed esplode.”. Il mix di desiderio (“spasmi di violento piacere”), istinto omicidio (“le loro mani[...]sporche di sangue nero”), desiderio di vendetta (“bacio della vendetta”, “trionfanti”) e tenerezza (“mani unite”) è veramente incredibile, in tre righe sei riuscita a inserire una quantità di emozioni impressionanti.
Complimenti, non ho nessun appunto da farti!

3) Titolo: 3/5.
Come capita qualche volta, in questo caso il titolo, pur essendo carino, non è assolutamente all’altezza della storia, né a livello di immagini né a livello emotivo – mentre il testo scoppia letteralmente di emotività e di tutta una gamma di sentimenti anche molto complessi.
Come ti dicevo, il titolo in sé non mi dispiace, ma preferisco la seconda parte alla prima. I richiami all’incendio nel testo sono molto forti – sia per l’immagine dell’incendio in sé che per certi verbi che usi per Helena, che richiamano il bruciare a causa di una passione –, quelli al sogno non sono da meno, ma, essendo un concetto più comune, saltano meno all’occhio.
Inoltre, mi sembrano due parole un po’ banali e l’accostamento delle due insieme non mi ha conquistata. Avrei preferito qualcosa di più originale che rispettasse meglio il testo superbo che rappresenta!

4) Caratterizzazione dei personaggi e attinenza ai contenuti del bando: 10/10.
Non ho nessun appunto da farti riguardo questo parametro, sei stata eccezionale! Sei riuscita a rendere credibile una coppia veramente strana e particolare, restando nel canon e rispettando pienamente le caratterizzazioni dei personaggi: non era un’impresa per niente semplice!
L’unico appunto che potrei farti è che Helena, nella sua bellezza decadente, eclissa il debole Draco, ma non riesco a trovarlo un difetto, francamente.
Helena mi è sembra perfetta: così sensibile al mondo che la circonda (si vede proprio che vi è ancora legata: tutte le descrizioni di Hogwarts che piange da secoli, con il sottinteso che è lei l’unica a rendersene conto, sono rivelatrici da questo punto di vista!), attratta dalla disperazione di Draco, in cui intuisce un suo simile, qualcuno che è stato distrutto, proprio come lei. E poi la caccia ai suoi segreti – Helena è sempre stata fin troppo curiosa! - e la gioia sconfinata quando scopre il legame con Tom – che io immagino suo vecchio “amante”, ma non divaghiamo! Ho adorato il modo in cui l’idea di distruggere Tom per mano di Draco la faccia fremere di un piacere quasi erotico, l’ho trovato davvero molto convincente e verosimile. Inoltre, mi ha ricordato il modo in cui Tom manipola lei per farsi dire dov’è il Diadema, anche se la differenza in questa storia è che Helena non ha il tempo di convincere Draco a fare quello che vuole – né Draco avrebbe mai trovato il coraggio, per altro – e che non lo considera solo un mezzo, ma prova un reale trasporto verso di lui.
Il finale, poi, con Helena che grida disperata quando viene abbandonata nuovamente – anche se per motivi diversi, e lo sa anche lei – l’ho trovato superbo, veramente straziante.
Per quanto riguarda Draco, penso tu abbia rappresentato benissimo il suo crollo emotivo del sesto anno. Non solo, mi sono piaciuti tanto anche i finti modi sprezzanti per mantenere una parvenza di controllo e la diffidenza iniziale, l’ho trovata veramente molto IC, perché Draco è una persona riservata – figuriamoci su un argomento del genere! - e che non cede facilmente i propri oscuri segreti. Allo stesso tempo, non mi è sembrato strano che cedesse a Helena – che, tutto sommato, dev’essergli sembrata innocua, dato che era morta – tutto il peso del suo dolore. Draco aveva disperatamente bisogno di qualcuno che lo capisse, in quel periodo, e se da un lato questo aspetto l’ho trovato veramente canon, dall’altro mi è sembrato che Draco abbia trovato in Helena un confessore e non qualcosa di più – ma di questo parleremo nel prossimo parametro.
Non ho trovato crudele che, durante la sua fuga, si sia completamente dimenticato di Helena, sia perché non ha avuto modo di pensare in quei momenti, sia perché ho avuto l’impressione che non si fosse mai attaccato veramente a Helena.

5) Sviluppo della coppia e del sentimento amoroso: 8/10.
Mi è piaciuto molto come hai gestito il rapporto tra i due, soprattutto dal punto di vista di Helena, che mi è sembrata la più coinvolta.
Nella testa di Helena – che è l’unico posto in cui si possa dire che si realizzi l’entità di coppia – lei e Draco sono inseparabili, sono uniti per un motivo più grande di loro (“le loro mani unite nel bacio della vendetta”). Il trasporto che prova Helena per Draco è tangibile, tempestoso, in crescente fermento. Le immagini che le affollano i pensieri di un Draco suo, unicamente suo, dicono molto a riguardo, e ho trovato particolarmente saliente anche la parte in cui le fantasie di Helena sfumano in una direzione lievemente erotica: mi ha proprio dato l’idea di un fantasma ancora legato alla vita, incapace di separarsene, che scorda di non poter amare e godere, che diventa ossessionato da un mortale, che prova dei fremiti di puro piacere alla sola idea di vendicarsi di un vecchio torto con un nuovo amante. Anche il finale, con quel grido lacerante, ha dato la misura di quanto Helena si sentisse legata a Draco, e di come abbia considerato la sua fuga un vero e proprio abbandono.
I motivi per cui non ti ho dato il massimo sono essenzialmente due.
Il primo è la presenza di Tom: per quanto abbia adorato questo espediente di usarlo come punto di contatto tra i due, a livello strettamente di coppia è un ingombro. Tom è veramente molto presente nelle fantasie di Helena, che girano tutte attorno alla vendetta e all’assassinio, e questo ha rubato un po’ di spazio alla coppia. Ciò nonostante, trovo che la presenza di Tom presenti più pregi che difetti – come ti ho fatto notare nel parametro precedente.
Il secondo è l’atteggiamento di Draco nei confronti di Helena. Non mi è mai sembrato nella tua storia che Draco considerasse Helena più di qualcuno a cui confessare i propri tormenti, ho avuto sempre l’impressione che per lui fosse una valvola di sfogo, nemmeno una persona vera. In questo, contribuisce l’egoismo di Draco e il suo istinto di autoconservazione, però nella tua storia non ci sono accenni a un eventuale trasporto – anche soltanto emotivo, del tipo: mi aiuti a non soffrire e per questo mi sento legato a te – e questo non mi ha convinta del tutto. È verissimo che accettavo anche storie one-sided, per cui non te ne faccio una colpa, però è anche vero che il sentimento amoroso si sviluppa al meglio quando il rapporto è reciproco, risulta più coinvolgente anche per il lettore. Hai fatto una scelta interessante e sicuramente anche coraggiosa, ma che può risultare penalizzante in un contest in cui viene giudicato essenzialmente il trasporto che una data storia e una data coppia riescono a suscitare nel lettore, portando una coppia che non lo è nella maniera convenzionale.

6) Gradimento personale: 9/10.
La tua storia mi è piaciuta tanto, nonostante non vada pazza per questa coppia così particolare: Helena mi piace vederla abbinata soltanto a Tom come “umano”, è un mio headcanon – le fissazioni delle fanwriters!
A parte questo, sei stata superba nello sviluppare un rapporto e un legame convincenti in sole 500 parole. L’espediente di Tom è perfetto, anche se purtroppo toglie un po’ di spazio alla coppia; allo stesso tempo, però, inquadra questa relazione nel canon e, da un punto di vista strettamente legato al gusto personale, non ho potuto fare a meno di adorare questo dettaglio.
Peccato per il titolo e per Draco, che sembra in cerca di un confessore e non molto in balia di un sentimento più profondo, perché per il resto è una storia, a mio avviso, perfetta.


1 - “Come mulini a vento” di RosmaryEFP.
Totale: 54/55.

1) Grammatica e ortografia: 10/10.

Perfetta.

2) Stile (lessico, figure retoriche, uso di aggettivi e avverbi): 10/10.
Come ben sai, io amo il tuo stile, e questo non è un mistero. Quello che non sai è che penso che in questa storia tu ti sia veramente superata!
La resa emotiva è stata unica, ho trovato il testo coinvolgente dalla prima all’ultima riga. A volte, visto che scrivi in una maniera molto precisa che non è sempre immediata, per i vari livelli di interpretazione presenti, puoi apparire fredda – solo ai lettori poco attenti, ritengo -, ma qui questo “problema” decisamente non si pone! Ogni frase colpisce l’immaginazione del lettore per incisività e sentimento, e io ne sono rimasta letteralmente stregata.
Uno degli escamotage che ti hanno sicuramente aiutata in questo sono gli incisi senza punteggiatura all’interno, in corsivo: - sensazioni emozioni follie -, - amorale cinico spregiudicato –, – notti albe tramonti giorni –. Danno davvero l’impressione di un turbine di sentimento, di frenesia, del tempo che scorre: di solito non amo l’assenza di punteggiatura, ma in questo caso mi è sembrata proprio azzeccata!
Un altro aspetto della storia che mi è piaciuto molto è la sua struttura. Ho amato l’idea di sistemare la narrazione sulla sinistra, una narrazione che spiega gli antefatti, le motivazioni e i gesti; e di lasciare la parte dei dialoghi, quella emotiva, quella dell’amore, a destra, in corsivo per evidenziarla ancora di più. Per le mie manie di simmetria, solitamente avrei detto che l’ultima parte doveva stare a sinistra insieme a tutte le altre e non in centro, ma in questo vado contro le mie stesse compulsioni e ti dico che è perfetta così: deve stare in ruolo centrale non solo perché è la parte più saliente della trama, ma anche perché è ambientata in un tempo diverso rispetto agli altri dialoghi, in un passato in cui Dorcas non era ancora morta – oltre ad essere un anticipo sul futuro di Evan.
Inoltre, sempre per quanto riguarda la struttura, ho adorato la simmetria di queste due parti: “Evan aveva lo sguardo di una lupa affamata e il sorriso obliquo di una iena, Dorcas lo aveva temuto sin dal primo istante – un incontro fortuito: lei affaccendata tra le scartoffie del Ministero, lui annoiato dalle moleste missive di Alastor Moody. S’erano sorrisi prima ancora di guardarsi, come mossi da un istinto primordiale che non conosceva ragione.” e “Dorcas possedeva lo sguardo glaciale di una mantide insoddisfatta e il sorriso pretenzioso di una lonza, Evan l’aveva scorta in un branco di Auror – uno scrutatore indesiderato: lei dritta e indolente, gli altri scuri in volto e angosciati. Aveva maturato da subito la convinzione che Dorcas fosse un gioiello splendente gettato inavvertitamente tra i rifiuti.”. Mi piace perché descrive lo stesso momento da punti di vista differenti; le metafore degli animali, che aiutano molto in questo, sono speculari, gemelle, incentrate per entrambi i personaggi sullo sguardo e sul sorriso. L’intera costruzione generale (frase principale – specifica: altra frase) rispetta questa specularità che hai voluto mantenere, come a suggerire che Dorcas e Evan siano l’uno il riflesso dell’altra.
Un altro aspetto che ho adorato è il lessico. Ti mantieni su un registro medio-alto estremamente curato, che dà un tono di ricercatezza al testo.
Il testo è disseminato di immagini splendide, tutte correlate tra loro: “sguardo glaciale di una mantide insoddisfatta”, “sguardo di una lupa affamata”, “le gesta[...]quei poemi[...]intrisi di verità”, “mostro dei poemi”.
Ho solo due appunti da farti:
“Dorcas rabbrividiva di terrore quando lui le parlava – repulsione e amore guerreggiavano strenuamente, e annientavano lei.”: qui “quando lui le parlava” fa pensare che che sia un generico “quando parlava con lei” e non un “quando le parlava delle sue idee”. Avevo pensato che potevi specificare con “gliene parlava”, ma dà un tono colloquiale che francamente non mi piace. Però forse il passo avrebbe bisogno di essere rivisto – non che la confusione sia poi molta, è solo per amore di precisione.
“Una mattina, però, la maschera s’era sgretolata tra le sue dita, perché Moody aveva finalmente le prove della colpevolezza di Evan.”: non è scorretto, però io avrei messo “aveva trovato”, mi dà più l’impressione di un movimento che si conclude, mentre “aveva” mi dà una sensazione di staticità.

3) Titolo: 4/5.
Il titolo è l’unica cosa della storia che non mi ha convinta in pieno. Sebbene non sia neanche male e mi piaccia il fatto che sia ripreso nel testo e legato al personaggio maschile principale – Evan che viene definito “un costruttore di mulini a vento” è perfetto, tra l’altro –, non l’ho apprezzato del tutto per i rimandi letterari. Appena letto, ho ovviamente pensato al Don Chisciotte di Cervantes, il che secondo me depista un po’ i lettori, facendo pensare a tutt’altro genere rispetto a quello della storia e creando aspettative falsate.
Infine, avrei preferito qualcosa di più tagliente e di più emotivo per rappresentare al meglio questa storia così piena di un amore da spezzare il cuore.

4) Caratterizzazione dei personaggi e attinenza ai contenuti del bando: 10/10.
Sei stata perfetta. Non ci sono parole.
La difficoltà con Evan e Dorcas è che sono personaggi soltanto nominati e di cui si conosce solo l’orientamento politico, e pochi altri particolari che però non sono salienti per le caratterizzazioni. Tu sei riuscita a dar vita a Dorcas e Evan, e la cosa più straordinaria è che tu sia riuscita a farlo in sole 500 parole!
Il tuo Evan è così sfrontato! Mi è piaciuto perché, come scrivi, è un idealista: crede in quello che fa, ci crede e non pensa di essere un assassino, o un mostro. È un uomo con delle idee estreme e un padrone crudele, ma non è malvagio – e ne è la prova l’amore disperato che prova per Dorcas.
Il suo modo di fare mi ha catturata, così pieno di orgoglio, di alterità (quando definisce i colleghi di Dorcas “insetti” mi sono venuti i brividi!), di sicurezza. E la tenerezza con cui si rivolge a lei... è talmente palese che la ami, con tutto il cuore, con tutta l’anima, e sembra che il mondo congiuri per separarli!
Mi sono piaciuti in particolar modo i riferimenti iniziali, quando Evan viene definito un “costruttore di mulini a vento” - già da lì si doveva capire che aria tirava! - e quando scrivi che lei si era sempre sentita immune ai sentimenti: l’ho proprio immaginata, Dorcas che non si è mai innamorata, che perde la testa per un uomo dal sorriso da iena – e ovviamente Mr McFatum la deride, e quell’uomo è un Mangiamorte.
Mi è piaciuto tanto anche che tu ti sia presa un momento per approfondire l’ideologia di Evan: sappiamo tutti in cosa credono i Mangiamorte, ma mi è piaciuto vedere che lo ha spiegato a Dorcas – presumo nel tentativo di “convertirla”, Evan l’avrebbe voluta con sé fino alla fine.
Anche Dorcas mi è piaciuta tanto, così indomita, ingenua all’inizio, ma poi consapevole di chi sia davvero Evan e comunque incapace di tradirlo. Ho adorato che prendesse sempre di più le distanze dai colleghi – che sospettavano e giudicavano, non a torto – e l’immagine che hai utilizzato per descrivere la sua freddezza, il suo viso di marmo: “aveva tinto i propri (occhi) di gelo”. L’ho trovata veramente bella ed incisiva, come immagine, e anche tutto il significato che sta dietro questo gesto mi ha convinta in pieno.
E il fatto che conti i giorni e le ore che ha passato insieme ad Evan! Denota proprio il nervosismo che quella relazione illecita suscitava in lei. Poi Dorcas mi ha spezzato il cuore quando, disillusa ma non disamorata, constata di essere una “stolta” perché spera “nella redenzione di un assassino”.
Ho trovato straziante il momento in cui gli mente per salvarlo, dev’essere stato terrificante per lei andare incontro a Voldemort sapendo di non avere speranza – bellissimo però che tu sia riuscito a rifarti al canon. Ed Evan che la seguirà presto, perché non può vivere senza di lei! Che dire? Sublime.

5) Sviluppo della coppia e del sentimento amoroso: 10/10.
La tua è la storia che mi ha emozionata di più, che ho sentito di più come vera e mia. L’ho amata, non ci sono dubbi!
Mi è piaciuto il ritmo lento che hai dato alla storia, nonostante fosse di sole 500 parole. La loro relazione nasce da alcuni sguardi, nonostante le dicerie su Evan, e loro si studiano; poi tutto precipita e finiscono per amarsi senza fine. Non so come tu ci sia riuscita, ma l’impressione che dà questo testo è che il tempo sia dilatato, che la storia sia molto più lunga.
Ho amato la diffidenza iniziale di Dorcas, che però ne è già incuriosita, e la sicurezza di Evan che, più deciso di lei, sa già che lei è “un gioiello splendente gettato inavvertitamente tra i rifiuti”. Hai descritto un colpo di fulmine, che non sfocia subito in una relazione perché il mondo cerca di frenarli: Malocchio è ossessionato da Evan, su Evan si hanno sospetti terribili, e Dorcas, che è dalla parte dei “giusti”, non riesce a passarci sopra tanto facilmente – tant’è che all’inizio non pensa che le voci su di lui siano vere.
I dialoghi sono la parte che mi ha appassionata di più, è lì che ho sentito tutto l’amore di Evan e Dorcas. Il modo in cui si parlano è pieno di tenerezza ed è estremamente limpido, perché si conoscono, si appartengono, e non hanno bisogno di nascondersi – dal mondo forse, ma non l’uno dall’altra.
Il finale, poi, mi ha semplicemente fatta a pezzi. Il modo in cui lei lo salva, tradendolo, e la disperazione di lui, che non riesce a controllare il dolore sordo che prova e crolla in ginocchio davanti a Voldemort – è un’immagine molto forte, ce l’ho davanti agli occhi anche in questo momento!
Il mio preferito, però, è il dialogo finale: contiene esattamente l’essenza del loro amore. Protettivo, unico, immortale, così saldo da non farsi intralciare nemmeno dalla morte.

6) Gradimento personale: 10/10.
La tua è la mia storia preferita, e infatti ho assegnato il massimo del punteggio soltanto a te.
Che dire... l’ho amata, non ci sono parole. Essendo reduce dalla stesura di una one-shot sulla stessa coppia di ben 30 pagine, avevo aspettative altissime: volevo qualcosa di avvincente, drammatico, appassionante, ma anche nuovo – e non era facile soddisfare le mie idee a riguardo, ma tu ci sei riuscita alla perfezione!
Ho amato Dorcas, così forte, così indomita, così sicura anche mentre sa di star sbagliando e sceglie di precipitare lo stesso nell’abisso con Evan. Ed Evan... impenitente, sfrontato, un idealista come scrivi tu, ma talmente innamorato! Di questa storia mi resterà sempre impresso quest’amore disperato, così tenero e al tempo stesso disperato, così commovente, destinato a finire in tragedia; e naturalmente il finale, che, messo così in corsivo, sembra arrivare direttamente da un altro mondo, da al di là del Velo, dal regno delle ombre.
Davvero tantissimi complimenti, è raro che una storia mi faccia impazzire a questi livelli!

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