Jon ricevette la missiva di Lord Stark.
Appena aperta la rilesse una seconda volta.
“Ma che caz...” si sporse sulla sedia i gomiti appoggiati sulle ginocchia, le spalle incurvate, il volto corrugato per la concentrazione.
Niente, non riusciva a venirne a capo.
Iniziò a camminare ansiosamente su e giù per la stanza. Più di una volta fu tentato di gettare quelle poche parole tra le fiamme del camino che scoppiettava invitante accanto a lui, ma si limitò di tanto in tanto a rifrescarsele alla mente alzando il foglio e dandogli una nuova occhiata, quasi sperasse che mutassero e rivelassero finalmente il loro criptico significato. Ma nulla.
Se le portò anche alla latrina. Si sa che spesso quello sforzo in qualche modo concede geniali intuizioni e fu proprio lì che il barlume di una possibile soluzione gli si affacciò alla mente.
Più ci pensava è più la cosa pareva aver senso.
Svuotato lo stomaco e liberata anche la mente da quel vorticare frenetico di idee sbagliate la soluzione gli pareva limpida come acqua di fonte.
Tornò nei suoi alloggi ed intinse la penna nel calamo.
“Mio Lord, credo di aver ben compreso le vostre parole. Farò come mi chiedete.”
Lord Jon Umber di Ultimo focolare