Note distanti secoli o millenni,
note lontane,
lunghe decenni di passi scalzi sui carboni ardenti
alla maniera di quei antichi giorni
di passi e di spassi,
novelli uomini con ghigni gioiosi ed occhi piangenti.
Molle pulviscolo vagheggia l'aria,
profondo sospiro depone vita
per testimone uno specchio offuscato,
dal vetro lineato e il bordo scheggiato
come ricordo un capello bianco
taglio su un palmo, naso più lungo
d'ispirazione una vecchia foto
senza ne carta, inchiostro o colore
virtù concesse al miglior offerente
per un battimano e un risolino
petto vacante, anima vagante
busto piegato dal capo pesante.
Arido campo ove passeggio,
zampe pesanti su terra secca
fermo,
contemplo il calar del tramonto
con gli occhi lucidi, ai piedi il fango
sull'inconpiuto fino all'alba vaneggio.
[Modificato da frank.19 02/12/2017 00:21]