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2 Cor. 11,32 e il re di Damasco

Ultimo Aggiornamento: 24/11/2017 22:00
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21/11/2017 15:58
 
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È fasulla la lapidazione della prostituta
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21/11/2017 16:05
 
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Per il sinedrio Gesù risultò colpevole in quanto bestemmiatore, potevano tranquillamente lapidarlo, invece no andarono da Ponzio Pilato e dissero che era colpevole di sobillazione e non pagava le tasse, dovettero anche mentire. Non era più semplice lapidarlo, e perché non lo fecero se ne avevano il potere?
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21/11/2017 16:17
 
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Sono solo favole, rimembranze di quando erano un popolo libero. Sotto il regime romano non avevano il diritto di uccidere nessuno. Lo ius gladii lo concendeva l'imperatore solo a determinate persone di una certa e rilevanza ivi inclusi i re fantocci assoggettati all'impero.
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21/11/2017 16:31
 
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E comunque il re di Petra non aveva alcuna giurisdizione a Damasco. Tanto meno uccidere Paolo.
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21/11/2017 16:49
 
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TI risulta ad esempio che quando portarono la donna adultera davanti a Gesù per lapidarla, i giudei avessero interpellato i Romani?
Oppure che quando lapidarono effettivamente Stefano i sinedristi avessero preventivamente interpellato i Romani?
Oppure che quando tentarono in più riprese di lapidare lo stesso Gesù avessero interpellato i romani?

non credo.
In questi casi non siamo al tempo del Deuteronomio ma del dominio romano, che permetteva la lapidazione se ovviamente non andava a ledere i propri interessi .
Infatti se la lapidazione sommaria da parte della folla inferocita, avesse preso di mira dei soldati romani, chiaramente i romani avrebbero avuto chiaramente da reagire, anche duramente.
Vedi ad esempio: Antichità
Libro XVII:216 Ma i ribelli seguaci degli interpreti (delle leggi) e la folla erano
infuriati, e con grida e schiamazzi si scagliavano contro i soldati, li circondarono
e molti furono lapidati a morte; una minoranza e il tribuno se ne fuggirono
feriti. Fatto questo, i ribelli ripresero a occuparsi nuovamente dei loro sacrifici.

In tal caso, la folla, non solo non andò a chiedere il permesso ai romani, ma addirittura li lapidarono.


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21/11/2017 16:53
 
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Rispondi, perché non lapidarono Gesù visto che venne condannato dal sinedrio? Perché non lo lapidarono?
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21/11/2017 16:58
 
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E che fine fece Ezecchia padre di Giuda il galileo?
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21/11/2017 20:16
 
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Re:
Angelo.03, 21/11/2017 15.43:

Perché in quei casi non erano sotto il regime romano


QUindi le lapidazioni menzionate in Gv 8,1ss --Gv 10,31; Atti 7,54ss.non erano sotto il regime romano?

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21/11/2017 20:41
 
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Re:
Angelo.03, 21/11/2017 16.31:

E comunque il re di Petra non aveva alcuna giurisdizione a Damasco. Tanto meno uccidere Paolo.


Non la pensa come te la Treccani che riporta alla voce Areta IV:
Nel suo (di Areta IV) lunghissimo regno (9 a. C.-40 d. C.), dopo aver ottenuto il riconoscimento di Augusto ed avergli mostrato la sua riconoscenza prestandogli aiuto nella guerra giudaica scoppiata dopo la morte di Erode il Grande nel 1 a. C. (Gius. Flavio, Ant., XIV, 9, 4; 10, 9; XVII, 3, 2; 10, 9; Bell. Iud., I, 29, 3; II, 5, 1; Strabone, XVI, p. 782; Nicolò Damasceno, in Fragm. Hist. Graec., III, 351), seppe acquistarsi una quasi assoluta indipendenza dai Romani, che volle attestare assumendo l'epiteto, di sapore nazionalistico, di rāḥem ‛ammēh ("amante del proprio popolo, Φιλόπατρις"), che accompagna il suo nome nelle iscrizioni. Aveva dato in sposa una sua figlia al tetrarca di Galilea Erode Antipa, il quale la ripudiò per sposare la cognata Erodiade, onde Areta gli intimò guerra e lo sconfisse. Il proconsole Vitellio si mosse per punirlo di aver violato la pace romana, ma alla notizia della morte di Tiberio (37 d. C.) tornò indietro (Ant., XVIII, 5, 1 e 3), e Areta continuò a regnare indisturbato. Del suo dominio su Damasco dà prova un episodio della vita di S. Paolo, il quale riuscì a sfuggire all'inseguimento dell'etnarca (evidentemente il capo di una tribù suddita dei Nabatei) di Areta in quella città (II Corinzi, XI, 32).

Sulla stessa linea trovo anche

da http://www.iviagginellastoria.it/rubriche-2/il-medio-oriente-antico/8178-petra-e-i-nabatei.html

Sotto Areta IV Petra esercitava di fatto il monopolio quasi totale sui beni esotici e di lusso che il mondo romano aveva incominciato a importare incessantemente ed in quantità sempre maggiori: numerose sono state le spedizioni romane verso l’Arabia Felix che hanno inutilmente tentato di rifornirsi di spezie e di profumi scavalcando l’intermediazione nabatea. Sono tutte miseramente fallite, spesso attaccate dai Nabatei stessi, gelosi delle rotte di approvvigionamento della merci. L’astro di Petra stava per tramontare: durante gli anni del regno di re Malichus II (40 CE – 70 CE), i Romani hanno gradualmente spostato l’epicentro di alcuni commerci (spezie e profumi) verso l’Egitto; all’incertezza economica si aggiunse la debolezza politica e il regno perse Damasco. Toccò all’ultimo re di Petra, Rabbel II (70 CE – 106 CE), assistere impotente alla completa disfatta commerciale di Petra e al disgregamento del suo regno.

Quindi "la storia" dipende anche da chi lo ricostruisce e come lo ricostruisce.








[Modificato da Credente 21/11/2017 21:10]
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21/11/2017 21:22
 
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Periodi della storia nabatea

La storia del regno nabateo viene divisa in quattro periodi principali. Il primo periodo corre dal 4° al 1° secolo a.C. A questa fase risalgono le prime iscrizioni nabatee e la formazione del regno con Areta I conosciuto dall’iscrizione di Elusa, del 168 a.C. Era alleato di Giuda e di Gionata Maccabei (vedi 1 Mac 5, 24-28; 2Mac 12,10-12). Di Rabbeel I non si conosce niente. Di Areta II (verso il 100 a.C.) si ricorda la guerra con Alessandro Ianneo per il controllo di Gaza.

Segue un momento di decadenza tra il 100 e il 30 a.c. In questo periodo si registra la guerra di Oboda I (93-85 a.C.) per il possesso della Moabitide e del Golan. E le guerre contro gli ultimi seleucidi. Alla sua morte il re Oboda I venne deificato. Areta III (85-62 a.C.) si impadronì di Damasco; ma poi si scontrò con Pompeo. Il regno nabateo divenne da quel momento uno stato satellite di Roma. Malico I (58-30 a.C.) si dovette destreggiare con alleanze spericolate prima con Gabinio, poi con Cesare, poi con i Parti. Perse il controllo della Moabitide e di Filadelfia/Amman contro Erode il Grande. Fu alleato di Ottaviano per conto del quale distrusse la flotta di Cleopatra nel golfo di Clysma/Suez. Segue il periodo intermedio che si estende dal 30 a.C. fino al 70 d.C. Il re Oboda III fu amico sia di Erode il Grande sia di Roma che aiutò nella campagna contro gli arabi del sud. Il periodo più felice e glorioso della stori nabatea coincide col regno di Areta IV (9 a.C. – 40 d.C.). In quest’epoca fu abbellita Petra e furono ricostruite le città del Negev. Il regno di Malico II (40-70 d.C.) è poco conosciuto.

Segue l’ultimo periodo della storia nabatea dal 70 al 150 d.C. Il regno di Rabbeel II (70-106) vide il trasferimento della capitale nabatea da Petra a Bosra di Siria, segno della fine imminente. Alla morte di Rabbeel II seguì la fine dell’indipendenza dei nabatei. Nel 106 l’imperatore Traiano dichiarò la Nabatea Arabia Adquisita, e la incorporò nella nuova Provincia Arabia.

Religione e cultura dei nabatei

Nel corso della loro storia e in seguito al contatto con altre culture, i nabatei hanno accettato nel loro panteon molte divinità. Si parla quindi di una religione sincretista. A quelli di origine locale come Du-Sharah e Oboda, soo stati aggiunti gli dèi provenienti dalle religioni di Egitto, Grecia e Persia. Altra caratteristica della religione nabatea è l’aniconismo, ossia l’assenza di immagini. Solo la presenza di elementi ellenistici o classici ha permesso di introdurre immagini di alcuni dèi, come Atargatis.

I luoghi di culto nabatei trovati negli scavi sono ormai tantissimi. Solo a Petra sono stati individuati ben 17 santuari, e ben 50 edifici sacri sono stati trovati in altri siti nabatei. Un elemento tipico della religione nabatea è l’idolo in pietra (betylo). Tra i simboli religiosi molto frequenti sono frequenti sono la nefesh funeraria, i motivi dell’aquila, del serpente, gli occhi, la medusa, gli altari con le quattro corna e le nicchie.

La lista delle divinità venerate dai nabatei è molto lunga. I principali dèi erano Du-Shara che corrisponde a Zeus Hagios e Dionisio; al-Uzza che corrisponde a a Atargatis e Afrodite; Allat (corrisponde ad Atena); al-Kutba che corrisponde a Hermes; Baal-Shamin che corrisponde a Helios; Iside la dea egiziana; Oboda, detto anche Zeus Oboda e Oboda Theos, il re nabateo divinizzato; l’antico dio edomita Qows e molti altri.

La cultura greca prevedeva statue e raffigurazioni umane. Al contrario la cultura nabatea di origine semita era contraria. Si registrano due reazioni iconoclaste contro l’influsso greco al tempo di Areta IV e dopo l’annessione della Nabatene alla Provincia Arabia.

Già Strabone aveva precisato che l’arte nabatea era priva di figure: “Sculture, pitture e immagini plasmate non sono di casa presso i nabatei”. Si usa definire l’arte dei nabatei come astratte e aniconica. L’archeologia conferma questa tesi per quanto riguarda la religione, la ceramica, i gioielli.

Tuttavia sono state trovate statue e prove di arti figurative in alcuni centri nabatei, dovute – sembra- al fatto che nella società nabatea convivevano anche elementi non semiti, ma di origine e cultura greca o romana.

I Padri della chiesa hanno spesso legato i tre re magi dei Vangeli dell’infanzia di Gesù (Mt 2, 1-12) con l’Arabia, a motivo della mirra e dell’incenso. Alcuni studiosi moderni, riprendendo questa ipotesi, sostengono che i magi erano dei sapienti nabatei.

Non si hanno notizie di conversione di nabatei al cristianesimo fino al periodo bizantino inoltrato. Ad esempio si nota al concilio di Nicea del 325 hanno partecipato i vescovi di Bosra, Filadelfia e Aila, ma nessun vescovo della Nabatene. Solo dopo il 4°secolo furono costruite chiese a Petra e negli altri centri nabatei.

Si conoscono circa 4.000 testi in lingua nabatea, che è all’origine della lingua araba classica. La lingua nabatea deriva dall’aramaico imperiale del periodo persiano, adattato al dialetto arabo antico. Dopo il 106 d.C. non si conoscono più iscrizioni nabatee, tranne che in regioni di periferia dove piano piano i nabatei si erano dispersi, come il Sinai, l’Arabia del nord e l’Hejaz. L’ultima iscrizione nabatea è datata al 356 d.C.

I nabatei si scrivevano però; forse a motivo del commercio, anche in varie lingue quali il safaitico, il thamudico, il greco (cf. le iscrizioni bilingui). Dall’uso di varie lingue e scritture si deduce che nella cultura nabatea sono confluite le culture di popoli antichi che hanno continuato a sopravvivere sotto l’egemonia come gli idumei, le tribù del nord-Arabia e del Negev.

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21/11/2017 21:26
 
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Areta III perse Damasco.
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21/11/2017 21:29
 
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In ogni caso non hai ancora risposto ad una mia domanda
Come mai non lapidarono Gesù dal momento che ( secondo te ) potevano farlo?
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21/11/2017 23:23
 
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Angelo.03, 21/11/2017 21.29:

In ogni caso non hai ancora risposto ad una mia domanda
Come mai non lapidarono Gesù dal momento che ( secondo te ) potevano farlo?


Si, avrebbero potuto farlo.
Ci avevano già provato dei giudei inferociti contro Gesù che nei suoi discorsi si era paragonava a Dio.
E in seguito ufficialmente Pilato aveva detto ai sinedristi che potevano giudicarlo secondo la loro Legge, che in caso di bestemmia prevedeva la lapidazione.
Ma i sinidristi preferirono farlo morire di crocifissione e questo secondo la loro Legge non era permesso.
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21/11/2017 23:29
 
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La esposizione storica che hai inserito al post n.40 non contiene nulla che contraddica a quanto da me documentato al post 39.
Quindi ritengo che si possa dedurre da questo tuo post che Areta IV avesse una sua autonomia rispetto ai Romani e che quindi, grazie alla fiducia conquistatasi con accordi e dimostrazioni di fedeltà, godesse di privilegi sul territorio da lui amministrato, tra cui non va escluso Damasco.
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22/11/2017 06:52
 
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Damasco non era amministrato da Areta IV. Areta IV era il re di Petra poteva commerciare con i romani ma null'altro. Infatti come sconfisse Antipa, Roma subito si mosse per dar battaglia. Ti dice qualcosa?
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22/11/2017 06:54
 
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Perché farlo morire per crocifissione?
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22/11/2017 09:27
 
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Quindi in giovanni 18-31 i sacerdoti mentono stando al tuo ragionamento che potevano uccidere per lapidazione.
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22/11/2017 09:48
 
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Angelo, il fatto che Damasco fosse romana non significa nulla... intanto bisognerebbe vedere il testo originale cosa intende con imperatore ecc... Anche Gerusalemme era sotto dominio romano, ma i romani pretendevano il culto a Cesare tendendo a lasciare il governo locale a governare le dispute locali, anche in termini religiosi... infatti chi andò a reclamare da Pilato per uccidere Gesù? I sacerdoti ebrei... quindi avevano "potere" nonostante il governo romano. Non conosciamo poi tutte le situazioni e circostanze del tempo... abbiamo un approccio alla lettura diverso. Io credo nella Scrittura... la Scrittura lo dice, per me è vero. E spesso la ricerca ha sempre confermato la posizione biblica dal punto di vista storico e scientifico. Tu ti affidi solo alla critica letteraria... Voglio concludere con una citazione di C.H. Spurgeon, sperando che possa farci riflettere...

"Chi legge la Bibbia per trovarci degli errori, si renderà presto conto che la Bibbia trova degli errori in lui" C.H. Spurgeon
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22/11/2017 10:05
 
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Re:
Angelo.03, 22/11/2017 06.52:

Damasco non era amministrato da Areta IV. Areta IV era il re di Petra poteva commerciare con i romani ma null'altro. Infatti come sconfisse Antipa, Roma subito si mosse per dar battaglia. Ti dice qualcosa?



La treccani ancora una volta non la pensa come te.
Infatti andando alla voce NABATEI conferma che:

...Sotto Areta IV (9 a. C.-40 d. C.) la potenza nabatea si risollevò, grazie al favore dei Romani, non più così propensi come sotto Erode al regno giudaico (sotto lui Damasco appartenne nuovamente ai Nabatei, come risulta da un noto passo di S. Paolo, II Corinzî, II, 32), e la rivolta giudaica del 67 d. C. con la conseguente caduta di Gerusalemme giovò loro. Ma a non molti anni di distanza il regno nabateo cadde vittima della politica orientale di Traiano, il quale lo distrusse, riducendolo a provincia col nome di Arabia; sembra, da indizî non del tutto sicuri, che almeno un altro re nabateo, dopo colui sotto il quale ebbe luogo la conquista romana (Rabel I, 71-106), si sia mantenuto qualche tempo nelle regioni desertiche del mezzogiorno, con centro a el-Ḥiǵr.

Quindi ammesso che la sede centrale si trovasse a Petra, il dominio dei Nabatei si estendeva ben oltre con il consenso romano e anche su Damasco,. Nulla prova il contrario.
Anzi, il fatto che la figlia di Areta IV avesse sposato Erode Antipa, costituiva un elemento molto favorevole per il rafforzamento e il consolidamento della potenza NABATEA sotto Areta.
Tant'è che egli fu in grado, nel momento in cui la figlia venne ripudiata da Erode, di muovergli guerra per vendetta e livore contro di lui e perfino di sconfiggerlo.
Il fatto che a sua volta Erode dopo essere stato vinto si appellasse a Tiberio per avere appoggi militari per una rivincita sull'ex suocero, dimostra quanto forte, vasta ed organizzata dovesse essere la compagine militare di Areta.
Ma anche il tentativo della rivincita fallì ad Erode in quanto Vitellio, pur autorizzato a catturare vivo o morto Areta, si guardò bene per vari motivi, dal fronteggiarlo e approfittando del fatto che Tiberio venne a mancare, lasciò tranquillo Areta che continuò a fare i suoi interessi e a governare sui suoi domini come faceva in precedenza e almeno fino alla sua morte (40 d.C.) il regno nabateo prosperò .
Ciò lo si può trovare in buona sostanza su Antichità giudaiche del Flavio (XVIII, 115 ss)

COmunque PAolo in 2 COr11,32 non parla di uccisione ma che lo si voleva arrestare. Quindi poi l'eventuale sentenza a suo carico, se fosse stato catturato, non ci è dato di conoscere chi, come e quando avrebbe potuto emetterlo.
[Modificato da Credente 22/11/2017 10:21]
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22/11/2017 10:14
 
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Continuiamo su questo argomento. Altre questioni come il processo a Gesù possiamo trattarlo a parte.
Altrimenti i post si accavallano disordinatamente e chi legge farebbe fatica a seguire l'argomento.
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22/11/2017 10:34
 
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Nessuno mette in dubbio che sotto Areta IV il regno prospero, il dubbio é che una volta cacciato Areta III da Damasco non vi fu nessun altro Areta. Quindi dal momento che li non aveva giurisdizione non era autorizzato in alcun modo di mettere a morte chi che sia.
Treccani deve dimostrare tali fonti ( oltre la bibbia ) che dimostrino il contrario.
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22/11/2017 10:41
 
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Damasco

Dizionario di Storia (2010)

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Damasco Capitale della Siria. Sorta al centro di un’oasi fertilissima, a S-E dell’Antilibano, è già attestata all’inizio del 2° millennio a.C., nei testi egiziani di esecrazione e nelle lettere di Mari, come centro della regione di Abina. Conquistata dal faraone Tuthmosi III verso il 1468, divenne il capoluogo della provincia che includeva Abina, la valle della Beqa’ e l’alto Oronte. Nel 12° sec. il controllo egiziano venne meno, e tutta la Siria interna vide la sedentarizzazione delle genti aramaiche, di cui D. divenne uno dei centri principali. Nell’852 la città era a capo della coalizione che si oppose a Salmanassar III a Qarqar, e in tutto il periodo tra la metà del 9° sec. e la metà dell’8° fu potenza egemone in Siria, coi re Hadad-‛ezer e Haza-El, che estesero il loro dominio anche su Israele e Giuda. Fu infine annessa all’impero assiro da Tiglat-pileser III nel 732. Con il crollo dell’Assiria, D. fu annessa da Nabucodonosor II all’impero caldeo, e nel 550 da Ciro a quello persiano, in cui fu la capitale della satrapia di Transeufratene. Dopo la battaglia di Isso (333 a.C.) si ellenizzò rapidamente cambiando però spesso dominatori. Fu per breve tempo occupata da Areta III, re degli arabi nabatei. Dal 62 a.C., conquistata dai romani, divenne parte della provincia di Syria. Godette di grande prosperità durante l’età imperiale e all’importanza commerciale si aggiunse, sotto Diocleziano, anche quella militare, essendo stati costruiti in D. fabbriche d’armi e magazzini militari. Nel periodo bizantino fu sede di un importante vescovato. La città fu conquistata dal califfo ‛Umar ibn al-Khattab nel 634 e divenne poco dopo la capitale degli Umayyadi. Dopo il 744, D. conobbe un periodo di relativa oscurità, interrotto, nel sec. 11°, dalla dominazione fatimide e poi dall’avvento dei Selgiuchidi e delle successive dinastie turche che la elessero capitale. Con Nur al-Din, poi con Saladino, D. tornò a essere una delle grandi metropoli islamiche. Dopo che, nel 1260, l’invasione mongola spazzò via gli Ayyubidi, D. divenne una capitale provinciale del sultanato mamelucco egiziano. La peste nera e, nel 1400, l’assedio e il sacco da parte di Tamerlano determinarono un rapido declino della città, arginato dalla conquista di Selim I nel 1516. La città fu, fino al sec. 19°, un importante centro culturale e politico dell’impero ottomano, sede di una numerosa comunità cristiana ed ebraica. All’inizio del sec. 20°, D. divenne uno dei centri principali del nazionalismo arabo, prima antiturco, poi antioccidentale. Il tentativo di Faysal ibn Husain (➔ Faysal I) d’instaurarvi un regno arabo dopo il 1918, con l’assenso inglese, fu soffocato nel 1920 dalla reazione militare francese, dopo che il congresso di San Remo ebbe affidato alla Francia il mandato sulla Siria. La città continuò a essere centro delle rivolte nazionaliste e fu più volte colpita dalla repressione militare francese. Nel 1945, l’Inghilterra fermò il bombardamento dell’esercito collaborazionista e costrinse la Francia a ritirarsi; nel 1946, D. divenne la capitale della Siria indipendente. Dagli anni Settanta del sec. 20°, in seguito all’esodo dalle campagne, la città ha subito un intenso processo di urbanizzazione, al quale si sono aggiunti, dopo il 2003, gli effetti dell’afflusso di profughi iracheni.

A detta dalla treccani.
Damasco era annessa alla provincia della Siria.

Penso che la treccani debba mettersi d'accordo con se stessa.
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22/11/2017 11:47
 
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Angelo, io non mi affiderei così ciecamente alle fonti che citi... se guardiamo alla critica storica ti dicolo solo che fino a non molti anni fa certi nomi, persone e luoghi venivano reputati fantasia, lo ritenevano per certo. Uno di questi ad esempio era il paese di “Canaan0. Poi con la scoperta dell’archivio di Ebla si è scoperto che i documenti scritti su tavole di creta a partire dal 2300 a.C. circa dimostravano che sono autentici... dunqu io starei piu attento, ripeto, non conosciamo tutte le situazioni e circostanze che riguardano quell’epoca
[Modificato da Ettore.87 22/11/2017 11:50]
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22/11/2017 11:52
 
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Ettore sono le stesse fonti di Credente. Quindi se per me sono inaffidabili queste fonti, per Credente sono valide?
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22/11/2017 12:12
 
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Quello che voglio dirti, è che noi siamo chiamati a riporre la nostra fede nella Scrittura... poi se facciamo un esperienza di fede e di salvezza, lo spirito Santo ci convincerà di ogni cosa... tante volte la ricerca ha confermato il testo biblico che precedentemente era stato criticato... poi conta che noi leggiamo delle traduzioni, l’inerranza biblica sta nei testi originali in ligua originale, ma comunque le poche varianti riportate dalle traduzioni non alterano il messaggio biblico.. cerca le cose importanti e non ricercare gli appigli per cercare di smontare ciò che è la tua unica ancora di salvezza
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22/11/2017 12:15
 
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Tu credi nella bibbia e ti rispetto.
Io per credere nella bibbia devo prima confutarne le attinenze storiche. Per essere sicuro che ciò che é scritto corrisponda al vero.
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22/11/2017 12:18
 
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Parlando al condizionale
Se il messaggio biblico fosse fasullo, tu che messaggio hai?
Te lo sei mai chiesto?
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22/11/2017 13:40
 
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Prova a fare il contrario, avvicinati al testo per fede credendo cje sia ispirato e cogliendone le cose meravigliose che contiene... poi il resto verrà da sè. La Bibbia non è stata scritta per risolvere le curiosità dei critici, ma per dare un messaggio di salvezza che cambia la vita... cerca questa esperienza e il resto verrà dopo
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22/11/2017 14:41
 
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Quindi,Ettore mi stai dicendo che se per te la bibbia sia una storia vera o falsa non ha alcuna importanza?
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22/11/2017 15:33
 
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Re:
Angelo.03, 22/11/2017 12.15:

Tu credi nella bibbia e ti rispetto.
Io per credere nella bibbia devo prima confutarne le attinenze storiche. Per essere sicuro che ciò che é scritto corrisponda al vero.


Nei confronti della Bibbia ci sono tante diverse posizioni.
1)Quella di chi si fida a prescindere.
2)Quella di chi si fida ma vuole fare le sue legittime ricerche prima di accordargli la fiducia che merita.
3)Quella di chi non si fida per partito preso e cerca ogni minimo appiglio per dichiararlo un testo falso o manipolato, anche in presenza di elementi sufficienti che ne dimostrano l'attendibilità.
4) quella di chi pur riconoscendo alla Bibbia valore di testo ispirato, con le loro interpretazioni e traduzioni, di fatto ne alterano sostanzialmente e profondamente il contenuto, come ad esempio fanno i tdg o altri.


Io mi auguro che Angelo appartenga alla seconda categoria, altrimenti sarebbe del tutto inutile che perda qui il suo tempo, perchè io personalmente penso di appartenere alla prima categoria, anche se poi non disdegno di andare a fare qualche verifica per avere una ulteriore conferma alla mia scelta ed eventualmente darne a chi appartiene alla seconda.
QUanto sopra è solo una parentesi. Che concludo qui.


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