barnabino, 15/11/2017 18.50:
Da un lato biasimano la disassociazione, dall'altro la "regola dei 2 testimoni", che costituisce una garanzia per gli accusati di trasgressioni e quindi un argine alla disassociazione
Infatti, la loro incoerenza non è nuova... per certi peccati o situazioni invocano la forca, l'espulsione a vita, l'impossibilità del pentimento, per altri peccati invece i peccatori dovrebbero essere allegramente tollerati e accettati dalla congregazione come se nulla fosse. Mah, giustizialismo tipico dell'italiano medio da bar, sono sempre gli
altri i cattivi che devono essere puniti...
Shalom
Un paio di osservazioni volanti.
- alcune autorità / addetti ai lavori nella commissione australiana (e in altri ambiti), se non vado errato, hanno anch'esse contestato il modo in cui i tdG applicano la regola dei due testimoni. Questo però rappresenta un problema, e non certo un vantaggio, per i fuoriusciti dissidenti. Dato che tale regola ha a che fare
esclusivamente con l'iter che può portare alla disassociazione di un individuo, in pratica queste autorità da un lato legittimano la disassociazione, dall'altro ne riconoscono l'utilità al fine di contrastare l'odioso fenomeno degli abusi. E non potrebbe essere altrimenti: impedire di avere qualunque rapporto sociale con i suoi confratelli, compreso il semplice dialogo, è un provvedimento che sottrae all'ex-tdG pedofilo qualsiasi occasione di attuare le sue mire fra le mura della congregazione. O per lo meno glielo rende estremamente difficile. In ultima analisi queste autorità stanno dicendo: 'la disassociazione è una misura utilissima, che dovreste attuare più spesso, e la regola dei due testimoni ci appare inadeguata perché nei casi di abusi costituisce un ostacolo alla sua applicazione'. Dunque se voi, ex-tdG dissidenti, vi illudete che la disassociazione possa essere un giorno soppressa per decreto politico, lasciate ogni speranza. Le autorità vanno esattamente nella direzione opposta.
- se il broadcasting nel quale si parla della 'regola dei due testimoni' (che non ho ancora visto) ne riafferma come pare la validità e la correttezza, la conclusione può essere una sola: né il 'caso australiano' né altri eventi hanno avuto finora alcuna ripercussione sulla procedura interna dei testimoni di Geova, che è rimasta tale e quale. Anche qui con supremo disappunto dei fuoriusciti, convinti che i tdG sarebbero stati obbligati a modificare la propria prassi da ingerenze di governo. Si è cioè implicitamente riaffermato il pieno diritto dei tdG ad autodeterminarsi in fatto di misure disciplinari.
- la contraddizione degli apostati, che da un lato stigmatizzano la disassociazione e dall'altro - illogicamente - una norma che di fatto ne limita l'attuazione, potrebbe essere risolta in un solo modo: accettare il provvedimento espulsivo con le relative conseguenze (cessazione dei rapporti sociali) e addirittura inasprirlo abrogando la regola dei due testimoni. Il che però rappresenta uno scenario catastrofico. Riconoscere infatti la disassociazione per i casi di abusi li obbligherebbe a mandarla giù per tutte le altre violazioni delle norme morali così come intese e applicate dai testimoni di Geova. Perché si dovrebbe 'ostracizzare' un tdG pedofilo e non un tdG adultero conclamato? O uno che fuma come un turco? O uno che sul suo forum afferma, pubblicamente, che i tdG sono uno 'schifo di religione'?
[Modificato da EverLastingLife 16/11/2017 09:54]