Un lago di sangue

Qualche macchia rossa segnava la piccola pergamena nelle mani di Quellon. Solo fino a pochi giorni prima, il foglietto era giunto arrotolato e sigillato da una ceralacca piovrata nelle sue mani. La sua famiglia si scambiava così i messaggi più importanti.

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Padre, è vostro figlio Aeron che vi scrive. I miei informatori mi comunicano che la fratellanza ha scoperto dove state facendo rotta, di ritorno dal torneo di Harrenhal. Salt Cliff non è più sicura per voi e la vostra esigua scorta. Vi invio questa missiva e sufficienti rinforzi per far fronte all'emergenza.

buona fortuna padre,
vostro figlio Aeron Greyjoy
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Un altro paio di gocce purpuree caddero sulla pergamena, un istante prima che Quellon chiudesse il pugno, e lanciasse lo scritto in un focolaio a pochi piedi da lui.

Quando Quellon alzò lo sguardo, davanti a lui si parò un spettacolo macabro e tetro. I ribelli erano già stati sconfitti, al prezzo di molte vite da ambo le parti. Quellon stesso grondava sangue non suo, per quanto si era tuffato ed immerso nella mischia, brandendo la sua spada. Avevano combattuto nel porto, per le vie del borgo, dentro le mura del castello dei Saltcliffe e dei Sunderly.

Qualcosa di strano animava queste rivolte, non certo la fame di pane o la sete di potere.

In sua ssenza già due attacchi erano stati respinti da Balon, un terzo da lui ora. Nessun sopravvissuto era riuscito a dare informazioni sufficienti ai Greyjoy per capire la fonte degli attacchi, ma Quellon era certo che non provenissero dalle Isole di Ferro stesse.

E se venivano da fuori, lo avrebbe scoperto. Seagard sarebbe stata la prima a pagare il prezzo di sale e ferro, unico pagamento valido per un vero uomo di mare.