La giustizia di ferro e di sale

Vento in poppa, Balon non attese nemmeno che la Pella fosse completamente ferma prima di saltare sulla banchina del porto principale di Great Wyk.

Davanti a lui, era chiaro che c'erano stati scontri. Qualche pennacchio di fumo ancora si alzava, e la piazza principale del porto era rossa come quando macellavano i tonni.

Solo che questa volta ad essere macellati erano stati uomini, donne e bambini di Great Wyk, e solo grazie alla flotta di ferro il disastro era stato contenuto.

"Mio Lord, la situazione a terra è sotto controllo." disse trafelato il capitano delle truppe, mentre correva verso Balon per informarlo dei fatti. "Abbiamo sostenuto gravi perdite, ma erano più del previsto."

"Non solo erano più del previsto, ma hanno anche la magia dalla loro parte. Sono riusciti a sfuggirmi con un trucco da guitti." rispose Balon.

"Abbiamo preso diversi prigionieri, mio Lord. Cosa ne dobbiamo fare?" chiese il capitano.

"Ne dobbiamo fare un'esempio. Crocifiggeteli agli alberi delle navi della flotta. Usate chiodi di ferro arrugginiti, e cospargetene le ferite ed i corpi di sale. Voglio che si ascuighino al sole come delle lumache, e che i loro strazi di agonia siano uditi in tutto l'arcipelago.

Anzi, sarà proprio così. Lambiremo le coste dell'isola in modo che tutti, specialmente i traditori, vedano lo spettacolo di come si finisce quando si fa un torto a casa Greyjoy."

Il capitano delle truppe di terra di Great Wyk aveva passato una nottata infame.

Prima aveva radunato tutti i ribelli fatti prigionieri, legati e ammassati in un capannone usato per la manutenzione delle navi. Stavano stipati come bestie, desiderosi di clemenza e libertà... non sapevano e non immaginavano quello che li aspettava.

Poi si era dovuto procurare i chiodi. Balon li voleva arrugginiti, e uno non è mica che tiene dei chiodi arrugginiti a portata di mano. Quindi fece sostituire quelli usati nelle staccionate, nelle abitazioni, anche nelle navi: fuori il vecchio e dentro un nuovo. Insomma, manutenzione straordinaria per i carpentieri dell'isola.

Infine il sale. Di quello ne aveva in abbondanza nei magazzini, usato soprattutto per conservare il pesce e la scarsa caggiagione dell'isola. Era un peccato sprecarlo così, ma in fondo il mare ne era pieno.

Ora si era fatta ormai mattina, e Balon si era presentato al capannone, per procedere con la sua "giustizia". Aveva iniziato con un discorso ai prigioneri:

"Signori. Ci troviamo qui perché avete fatto un errore. Avete sottovalutato casa Greyjoy e appoggiato un movimento ribelle, atto a sovvertire l'ordine e portare il caos. Non morivano così tante donne e bambini a Great Wyk dall'ultima carestia. In assenza di mio padre Lord Quellon, io rappresento la giustizia, e sono qui per giudicarvi tutti."

Fece una piccola pausa, mentre tutti ascoltavano muti.

"Vi giudico colpevoli!"

Alcune facce virarono verso il terrore, altri rimasero composti in atteggiamento di sfida, altri ancora sembravano già da prima rassegnati al proprio destino.

"Ma nella mia magnanimità vi concedo un'opportunità di salvezza. L'opportunità di tornare alle vostre famiglie. Ditemi chi è il mandante di questo scempio, e sarete liberi di andare."

Dal molo giunse un gorgoglio profondo e una figura di donna fatta d'acqua salata si erse dal mare raggiungendo il capannone. Rideva. Rideva rumorosamente, anche se la sua voce era distorta e dissonante. "Sono io il mandante! Balon di casa Greyjoy! E continuerò fino a che il mare del Westeros non contenga neanche più una fetida piovra. Sono TESS... TESS ALZATIECAMMINA". Poi allungò una manogocciolante con l'indice puntato verso Balon. "Per colmare la tua vergogna sei pronto ad uccidere i tuoi sudditi. Fallo! ...e per ogni morto se ne aggiungeranno altri dieci pronti a sfidarti. IO SONO QUI, NELLE TUE ISOLE! IO TI SFIDO!!! CERCAMI E COMBATTI!"... un paio di secondi dopo quella figura d'acqua alta quindici o forse venti piedi si scompose facendo cadere acqua e sale. Gli schizzi caddero fino ai piedi di Balon Greyjoy.

Balon osservò la pozza d'acqua ai suoi piedi. Maledetta puttana, non la passerai liscia, pensò tra sé e sé.

Il suo sguardo virò verso i prigionieri, e disse:

"Preferite seguire uomini di Ferro, o donne d'acqua? Si alzi chi intende redimersi agli occhi di casa greyjoy e del dio abissale."

Molti esitarono, ma il Dio abissale non l'aveva mai visto nessuno, quella donna era sfuggita da sola alla flotta di Balon, aveva evocato demoni marini e ora lo aveva sfidato in forma liquida. Tutti restarono seduti, tranne un vecchio che si alzò "Sono stato un uomo di ferro tutta la vita e se anche non apprezzo come governate questo posto queste magie non mi piacciono... cosa intendi fare, figlio di Quellon?"

"Li troverò. Li sconfiggerò. E infine, assaggeranno la giustizia di sale e di ferro!"

Balon si voltò, per uscire di scena. Incrociando il capitano gli disse: "Torneranno, e noi li aspetteremo. Crocifiggili tutti come da programma, e muoviamo su Pyke, devo conferire con mio fratello Aeron.

Tutti tranne quel vecchio, lui si merita una seconda occasione."