Il Sole e il Falco

Doran era felice di aver risposto alla chiamata del sovrano e di aver deciso di essere presente ad Harrenhal.
Un raduno così imponente di lord e nobili non si sarebbe più visto per molto tempo.
Essere presente di persona gli avrebbe permesso di incontrare gli altri Protettori ed eventualmente avrebbe potuto stringere preziose alleanze per il bene del suo popolo.

Doran si presentò all'accampamento Arryn, sperando di poter incontrare Lord Jon.

Il Principe Doran fu accolto nell'appartamento con tutti gli onori appropriati al suo rango: due guardie si premurarono di accompagnarlo dall'ingresso dell'accampamento allo spiazzo centrale, dove dominavano il braciere due giganteschi spiedi. Lì accanto si trovavano le tende dei nobili e, poco più in là, una tenda leggermente più grande delle altre che era stata montata solo recentemente: in lontananza si erano viste delle nubi minacciose e si era pensato che una piccola sala di rappresentanza potesse essere utile nel caso di visite importanti.

Lord Jon era stato prontamente avvisato della visita e aspettava il Principe in piedi, davanti all'entrata della sua tenda. Aveva addosso un'armatura finemente decorata con un'altorilievo del simbolo della sua onorevole, ma poco prolifica, Casa. Sarebbe stato un incontro più formale di quelli avuti recentemente: il Principe Doran era il Protettore di una terra lontana dalla Valle, per cui Jon aveva con lui una confidenza limitata, sebbene provasse nei suoi confronti una grande stima.

Quando il Principe gli venne incontro, Jon gli tese la mano sorridendo. "Principe, è un onore per me accogliervi nell'accampamento della Valle. Avete fatto un lungo viaggio per rispondere all'invito del Sovrano, scoprire ora che un tratto di strada l'avete fatto anche per conferire con me, mi fa grande piacere."

"Vi devo fare ora una domanda: preferite parlare con me in privato nella mia tenda o gradite accomodarvi con me nella nostra sala di rappresentanza? Li potrebbero raggiungerci gli altri nobili qui presenti, dipende da quello di cui avete intenzione di discutere."
Era molto curioso dell'argomento della visita: poteva benissimo essere un saluto per rinnovare l'amicizia tra il Proncipato di Dorne e la Valle, e questo gli avrebbe fatto grande piacere. Ma conoscendo la fama di Doran, poteva esserci anche qualche argomento ben più delicato in ballo.

Doran ricambiò la stretta di mano di lord Arryn.
"Vi ringrazo per l'accoglienza. Ho portato un dono per voi."
Un servo si fece avanti con una cassa.
"Una cassa di arance rosse di Dorne. Dolci come l'estate che sta per cominciare, sembrerebbe."

Il servo aprì leggermente il coperchio per mostrare il contenuto al lord della Valle.

"Quanto al luogo del nostro incontro... sta a voi decidere. Non ho segreti da rivelare e non so quanto vi fidate dei vostri nobili.
In seguito a un incontro privato potreste decidere di riferire ai vostri lord ciò che ci siamo detti. Dopo un incontro allargato, d'altro canto, non potrete lanciare un incantesimo che faccia dimenticare loro parti sgradite del colloquio.
A voi la scelta, milord.
Ma non preoccupatevi troppo... Come dicevo, la mia è una semplice visita di cortesia. Non ho intenzione di tessere intrighi o tramare nell'ombra."

"Vi ringrazio moltissimo per il dono, Principe. Gli agrumi dorniani sono un piacere raro per il palato per i Lord della Valle, e per me in particolare. Se qualcosa arriva a Città del Gabbiano, al Nido c'è molta penuria di tali prelibatezze."
Avendo sentito le parole di Doran, Jon si diresse subito verso il padiglione comune.
"Non c'è da preoccuparsi allora. Mi fido degli altri nobili della Valle anche più di quanto io mi fido di me stesso. Fosse anche solo per il fatto che qualche volta la mia memoria lascia a desiderare!" Rise, con autoironia sulla propria età. Sollevò il lembo del tendone e lasciò entrare per primo l'ospite.
"Se mio nipote, Lord Royce o Lord Corbray dovessero essere disponibili in questo momento, sono sicuro che ci raggiungeranno presto. Posso offrirvi qualcosa intanto?" indicò un circolo di poltrone attorno ad un basso tavolino e fece cenno al Principe di accomodarsi. Sul mobiletto c'erano numerosi bicchieri scintillanti pronti ad accogliere del vino contenuto in una caraffa lì vicino, un vassoio con un po' di frutta e alcuni dolcetti dall'aspetto succulento.
"Allora, Principe" disse Jon sedendosi "ho sentito che ultimamente il Sud sta vivendo un ottimo momento dal punto di vista del commercio. Me lo confermate? Sarei molto contento di sentire che si è raggiunta una serena stabilità a cavallo della Marca." Era curioso di sentire quel che Doran avrebbe detto riguardo ai Tyrell ed ai Baratheon: i libri di storia riportavano molti conflitti, ma la pace del Re nei secoli stava appianando le divergenze.

"I commerci probabilmente aumenteranno, ora che sta per cominciare la primavera e quindi l'estate. Anche la situazione tra i confini è tranquilla.
Quelle che potevano essere le divergenze del passato... appartengono appunto al passato.
Sono ormai diversi anni che Dorne, Altopiano e Terre della Tempesta non si fanno più la guerra. E lo stesso si può dire degli altri regni. La pace del re avvolge il Westeros dalla Barriera fino alla Costa Salata.
E che tale pace possa durare mille anni. E mille ancora."

Doran parlava sempre con un tono di voce calmo e morbido, che solitamente metteva a proprio agio l'interlocutore.
Non che ce ne fosse particolarmente bisogno con lord Jon Arryn, che si era pure lasciato andare a una bonaria battuta sulla sua età.

"Re Aerys annuncerà a breve le nomine per il concilio ristretto e a quel punto potremo vedere se la pace reggerà, o se qualche lord scontento cercherà di agitare gli animi.
Voi siete uno dei favoriti per un seggio nel consiglio, suppongo.
Avete cresciuto lord Robert e il giovane Eddard Stark, quindi avete legami con ben due tra le più importanti case dei Sette Regni. Avete un peso politico non indifferente. Ne siete consapevole, vero?"

"Molto bene. La Marca ha purtroppo rappresentato un punto caldo per il Continente. È una gioia per i miei orecchi sentire che la stabilità raggiunta non è in pericolo, cosa che di certo voi sapete più di chiunque altro, data la vostra fine abilità politica."
Poi riprese, non mancando di notare le maniere gentili del suo interlocutore: "Voi mi lusingate, Principe. Bisogna vedere se il Re riterrà più importanti i rapporti tra i Lord od il peso relativo dei popoli del regno. In questo secondo caso, i favoriti sareste voi, Lord Mace e Lord Rickard. E credetemi, sono più incline a credere a questa seconda possibilità. In ogni caso, se il Re dovesse chiamare anche me a sedere al Concilio Ristretto, ne sarei profondamente onorato. Se c'è la possibilità di servire il Regno, non vedo l'ora di fare del mio meglio."

"Oh, voi mi state adulando... Credo purtroppo che il peso politico dei dorniani non possa competere con l'Altopiano o le Terre dell'Ovest... o con il vasto Nord, grande quanto gli altri Regni messi insieme.
Ma come dite, anche io, se venissi chiamato, servirei il Regno al meglio delle mie possibilità."

"Allora abbiamo una certa comunione di intenti, Principe. Il che non può che rendermi felice. Spero che se mai uno di noi dovesse avere l'onore di sedere al Concilio, possa portare anche la voce dell'altro al sommo giudizio del Sovrano. A proposito, avete notizie sulla sua salute? Gli ho scritto un messaggio a cui purtroppo non ho ancora avuto risposta, spero che questo non sia dovuto ad una ricaduta."

"No, purtroppo. Anche io ho scritto al sovrano ma sono ancora in attesa di essere convocato."