Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

Candidatura Urur

Ultimo Aggiornamento: 18/09/2017 14:42
OFFLINE
Post: 175
Registrato il: 28/05/2012
Città: ROMA
Età: 31
Sesso: Maschile
Utente Junior
04/09/2017 15:10
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Buongiorno a tutti!
Il mio caro vecchio (e ferocemente bellissimo U.U) Demone Minotauro è andato… Ma la natura bestiale di Urur rimane, dunque ecco qui la mia candidatura per la razza che ritengo idonea per il pg!

Preciso ai fini di una più facile comprensione e valutazione da parte della Moderazione di razza : l’intero ATTO I narra fatti esclusivamente di BG, gli ATTI II e III sono un approfondimento della storia del PG (ai fini della candidatura) il collegamento, sostanzialmente, tra BG e gioco ON di cui tratta l’ATTO IV.

PG :
Urur

Razza :
Umano

Livello:
6

ATTO I : L’inizio

Trentuno anni, tanti ne sono passati da quando quel bambino è nato.
Una gelida notte di Asarn, illuminata dai lampi e squassata dai rombi cupi dei tuoni potenti.
Con uno di questi si è fuso il primo vagito del bambino. Un segno ? Forse, in ogni caso cosi pensò, all'epoca, ognuno dei presenti.
La stazza del piccolo, già alla nascita, era al di fuori del normale cosa che, assieme al rombo particolarmente potente del tuono, fece guardare al neo nato come un segnato da Khorr.
La madre morì nello sforzo immane di darlo alla luce, altro simbolo della volontà divina : una vita sacrificata al Signore delle Battaglie in cambio della venuta al mondo del suo Campione. Così interpretò i segni il padre, Khorgall, uno fra i più fanatici seguaci di Khorr.
Fu così che il ragazzino venne cresciuto nella rigida ed implacabile dottrina del Dio, la supremazia del combattente, il voto di donare sangue e conquistare brutali vittorie in suo nome.
Cresce forte e robusto, molto più dei suoi coetanei. Cresce e matura nella violenza dell'unica, semplice e totale legge : quella del più forte.
Khorr diviene la sua unica ragione di vita. Una vera e propria ossessione, un fanatismo talmente estremo che lo porta nei peggiori abissi della violenza. Impara ad utilizzare spade, asce, mazze e martelli, tutto ciò che può portare morte e distruzione in mischia. Alle volte utilizza anche degli scudi. Non gli ci vuole molto per imparare a sfruttare la propria stazza e forza sovrumana e spesso si distingue in battaglia per il numero di avversari abbattuti o l'efferatezza delle sue uccisioni.
Inizia abbastanza preso, intorno ai vent'anni, a guidare i piccoli gruppi di combattimento che si formano assieme agli altri guerrieri, gli vengono affidati da chi continua a vedere in lui il Campione di Khorr.
Eppure nel tempo sembra sfuggire a tutti un piccolo dettaglio : la gioia e l'estasi che il presunto campione divino prova non solo nell'affrontare le battaglie ma, soprattutto, nel predominare sugli altri e nel vedere le loro vite spegnersi per mano sua.
Le violenze continuano, così come la crescita straordinaria del ragazzo e la sua ferrea convinzione d'essere realmente il Prescelto da Khorr stesso.
Inizia ad idealizzare a modo suo la divinità ed i suoi precetti, crea da se o fa forgiare insegne, armi ed armature in suo nome per continuare ad affrontare i campi di battaglia in quell'ira estatica che lo pervade ad ogni combattimento.
Quando Khorgall si rende conto della brutalità del figlio, tale da sfociare quasi o del tutto nella semplice e "pura" malvagità, è ormai troppo tardi.
Il giovane uomo è ormai forte, ebbro delle proprie vittorie e, soprattutto, idolatrato dai suoi compagni che lo seguono come se fosse definitivamente, ormai, il loro capo indiscusso.
La soluzione, all'ormai anziano padre, appare unica e drastica : uccidere il suo stesso figlio o morire nel tentativo per espiare la propria colpa, aver creato un mostro nel nome di Khorr.
E' così che una fredda sera d'inverno, stranamente simile a quella in cui nacque Urur, lo attirò al di fuori della città. Scalarono la montagna fino a raggiungere un piccolo altopiano spoglio, lo strapiombo lo delimitava su tre lati e la parete ripida della montagna, liscia ed impraticabile, sul quarto. Lì si consumò il combattimento, intenso e brutale ma fin troppo breve.
Tra le raffiche impetuose del vento l'ira folle del giovane ebbe facile vittoria sullo stanco coraggio del vecchio. Nel momento in cui la pesante spada calava, per spegnere la vita di Khorgall, accadde.
Un lampo accecante ed un tuono mostruoso, assordante. Sentì tutto il corpo formicolare e poi il buio totale.
Si risvegliò dopo un lasso di tempo indefinito ed indefinibile. Davanti a se il corpo ormai freddo del padre, le mani ancora strette attorno all'impugnatura del martello da guerra. Della sua spada nessuna traccia.
La realtà, o quella che credette essere tale, gli apparve chiara : Khorr lo aveva messo alla prova, prima contro il suo stesso padre e poi con la saetta da lui stesso scagliata.
Era sopravvissuto ad entrambi, toccato e benedetto dal Dio ed eletto, così, a suo definitivo Campione.
In preda all'eccitazione si rialzò, strappò il martello dalle dita irrigidite che lo stringevano e tornò ad Asarn, li dove era nato e continuava a vivere nella sua modesta casa in legno.
Nonostante tutto, infatti, si disinteressava totalmente a tutto ciò che non riguardava direttamente il combattimento. Nessuna differenza per lui fra una casa in legno ed una pietra, un semplice dettaglio insignificante.
Radunati i propri averi e caricato lo stallone partì solitario.
Un viaggio senza meta con un unico scopo ben preciso : combattere nel nome di Khorr portando in ogni dove la sua brutale e terribile legge.

ATTO II : Il solitario

Inizialmente il suo pellegrinaggio fanatico lo mantiene al Nord, passando di villaggio in villaggio.
Non si ferma mai a lungo in un posto fisso, a volte non si ferma affatto. Altre volte, invece, si risveglia spogliato dei propri averi, dentro una qualche capanna od al centro di quello che una volta era un piccolo villaggio o un piccolo accampamento. Attorno a lui solo morte e devastazione, i cadaveri dilaniati al punto d’essere irriconoscibili molti perfino smembrati.
Succede più di una volta. Ne ricorda distintamente tre di risvegli simili. Di tutto ciò che è accaduto durante la nottata o la sera prima il nulla, solo una nebbia confusa e qualche frammento di frasi poi nient’altro.
Inizia ad affogare i propri dubbi nell’alcool. Diventa ancor più violento ma le frequenti, quasi continue, sbronze pesanti lo allontanano da quei pensieri sebbene riportino a galla delle immagini a lungo dimenticate ed ignorate : quelle del corpo del padre. Disteso su quel pianoro deserto, contorto ed irrigidito nella morte, dilaniato dalle ferite. Ferite a cui non ha dato peso inizialmente, senza riflettere troppo su quegli squarci che sembravano inflitti più da un qualche tipo di bestia selvaggia che dalla lama della spada.
Continua ad allontanare quei ricordi con l’alcool, cosi come continua il proprio vagabondare tra i monti e le valli, tra i villaggi ed i campi. Mai accompagnato, sempre viaggiatore solitario. Non gli ci vuole molto per iniziare a sentir parlare, anche fra i viandanti, di un feroce orso sanguinario che popola quelle zone.
Una possibilità, un’avventura, come tante altre ed inizia a battere i sentieri di montagna senza, però, riuscire mai a scovare la bestia. Alcune volte accetta di spingersi a fondo nella natura selvaggia assieme ad uno o due cacciatori impavidi, quando per la terza volta si risveglia accanto o nei pressi di cadaveri freddi ed orribilmente dilaniati decide di abbandonare completamente ogni contatto momentaneo. Parte una nuova ricerca, non mette da parte Khorr e la sua fede ma ha un nuovo obiettivo : fare chiarezza su quegli strani accadimenti.

ATTO III : La maledetta

Gli ci vuole molto, molto tempo.
Energie spese in ricerche, alcool e combattimenti vari. Qualche altro risveglio brutale con il solito peso sconosciuto che accompagna le oscure notti misteriose.
Alla fine è uno dei vecchi sacerdoti di Khorr, colui che assistì alla nascita di Urur stesso, a svelare l’arcano.
Vecchio amico e confidente della madre del nordico, Nomara, nonché custode del suo più grande ed oscuro segreto.
Lo trova solo, eremita in una capanna sui monti, al termine della sua fin troppo longeva vita.
E tutto diviene chiaro, più o meno.
La maledizione è nel sangue, non da parte del padre ma della madre. E’ lei a portare dentro di se il seme bestiale, il fardello che a lungo ha condiviso con il suo uomo. Un fardello dal quale solamente la morte l’ha liberata senza, tuttavia, rasserenarla. La sua paura più grande era proprio quella, trasmettere la sua dannazione e dare alla luce un mostro.
Tutto ritorna alla memoria, fiabe e storie fantastiche che sentiva raccontare dal padre assieme ai rigidi precetti di Khorr, storie di uomini bestia al servizio del Dio, di una ristrettissima cerchia. Storie che ha sempre creduto invenzioni per giustificare la forza donata ai suoi fedeli da Khorr stesso o semplici visioni fantasiose del padre in cerca di un qualcosa che potesse alleviare l’assenza di una madre.
Lo sgomento è totale.
Inizialmente vacilla, la rabbia sale alle tempie e pulsa. Le menzogne di un vecchio fuori di testa lo fanno alterare. L’alcool non basta più a trattenere i feroci istinti ed il vecchio trova la morte.
Le circostanze restano, per Urur, ancora misteriose.
Solo una cosa è certa, come in passato s’è risvegliato a diversa distanza dalla piccola capanna. Una scia di sangue e distruzione segnava il cammino. All’interno della struttura il caos, brandelli di mobilio vario ed un cadavere contorto, accasciato in un angolo come un sacco.
Ricorda i racconti del padre, le confessioni del vecchio e la rabbia pulsante. Poi più nulla.
Per la prima volta avverte e conosce realmente quel che è la paura.
Ma è solo un breve attimo di sbando, la fede torna assieme alla convinzione : lui è il Prescelto di Khorr e se ciò che gli è stato raccontato corrisponde alla realtà… bhè, si tratta solamente dell’ennesima conferma della volontà del Dio, il dono della forza bruta a colui che rappresenta il suo Campione.
Forse è qui che fede, follia e violenza si mischiano in un composto unico.
Convinto riprende il proprio cammino nel nome della Legge di Khorr.



ATTO IV : Dalsida

Passa ancora tempo, il Nord non è più posto dove trascorrere le proprie giornate.
Sempre solitario s’avvia verso Sud, vaga in vari luoghi senza perdere troppo tempo ad approfondire storie e conoscenze locali. Solamente in un posto si ritrova, infine, a soffermarsi.
Dalsida.
C’è qualcosa, un qualcosa che avverte istintivamente a pelle, non saprebbe come definirlo, che lo attira in quel luogo.
Incontra Herkerer dopo qualche giorno che gironzola nella cittadina, un colloquio diretto e schietto. In un qualche modo quell’uomo gli va a genio, come per la cittadina non riesce a spiegarsi cosa sia di preciso.
In ogni caso decide di fermarsi. Gli è stata promessa azione, combattimenti, sangue, onore e gloria.
E li ottiene, soprattutto quando si ritrova ad affrontare da solo un centinaio di strani esseri.
Il lago s’è tinto di nero, avvelenato da una misteriosa morchia che sembra trasformare le persone in questi strani esseri che sprizzano proprio quella morchia da tutti i pori. Messo alle strette, nella strada principale accanto al bordello, li affronta sterminandoli dal primo all’ultimo. Un impeto frenetico in cui Khorr lo avvolge con la sua benevola approvazione salvaguardandolo e conducendolo alla vittoria.
Viene riconosciuto e proclamato campione di quella battaglia, il suo nome sulle labbra di tutti i cittadini scampati alla battaglia.
Poco tempo dopo, invece, si ritrova ad affrontare a mani nude due uomini armati.
Anche qui la natura violenta e brutale del nordico ha il sopravvento, la ferocia lo muove e lo conduce nuovamente alla vittoria con l’efficace e pittoresca eliminazione dei due tizi. Episodio che gli vale, tra gli appartenenti alla milizia cittadina, il soprannome di “Macellaio di Dalsida” tanta è l’efferatezza con cui pone fine a quelle due vite.
Rimane ancora a Dalsida, ha sempre quel sentore che quello è il posto in cui dovrà sviluppare il proprio futuro, approfondire la conoscenza delle proprie capacità e raggiungere l’apice della gloria come Campione di Khorr.
Una notte un sogno, vago e confuso. Sogna di un tempo passato, di un feroce essere che popolava i monti. Monti aspri e duri, casa di una razza tribale robusta. Fra loro il più grande, forte e violento. Proprio quella figura si tramuta in quell’essere di cui parlano gli altri, nella Bestia delle Montagne. Il volto è piatto, contorto in un’espressione rabbiosa e malvagia, zanne e corna che lo contornano. Poi, all’improvviso, tutto scompare, al posto di quel volto vede se stesso… Si vede mutare, il pelo che cresce sulla pelle mentre i denti si allungano in zanne. Dopo non molto tempo si ritrova a fissare un nero orso, l’espressione feroce, l’occhio rosso che sembra ruggire sprizzando una brutalità grezza, atavica. Sente la terra sotto le zampe, sente la propria forza e sente la sete di sangue. Sente…
La Bestia di Khorr.

Descrizione psicologica :
Credo si deduca tutto già da quanto riportato fino ad ora, in ogni caso per chi non avesse avuto modo di interagire con Urur :
di base è violento, istintivo e feroce. In questo senso ha un carattere forte, totalmente votato ad avere la supremazia sui più deboli nel rispetto delle leggi di Khorr (o meglio, di come interpreta e segue lui la dottrina di Khorr).
Da umano, quindi, è brutale e con pochi freni.
Da mannaro sarebbe, semplicemente, molto peggio. La totale perdita di freni inibitori, nei confronti della violenza, e di ragionamento. Questo non perché debba essere necessariamente il brutto picchiatore di turno ma, semplicemente, per coerenza. Se da umano è quasi incontrollabile ritengo più che coerente ed ovvio ruolarlo come un “qualcosa” totalmente fuori controllo una volta avvenuta la trasformazione.


Descrizione fisica :

Altezza : 290 cm (vista l’eccezionale altezza da Umano, ed i parametri medi dell’animale preso in considerazione, che sfora i canoni “normali” credo sia coerente altrettanto con la forma bestiale, se così non fosse è da considerarsi 250cm come da manuale)
Peso : 500 kg (come sopra, considerato il peso non indifferente da Umano ed i canoni medi dell’animale… sostanzialmente dovrebbe essere il peso di un orso “snello”, robusto e massiccio ma non eccessivamente appesantito)
Sottorazza : Orso
Struttura corporea : La massa muscolare, ed inevitabilmente anche la grassa, aumenta cosi come l’intera struttura ossea, più pesante e robusta. Le spalle si incurvano appena formando la classica gobba, l’intero corpo è ricoperto da una folta pelliccia nera. Il volto s’allunga leggermente andando ad assumere la forma del muso, anch’esso ricoperto di pelliccia nera, fanno contrasto gli occhi d’un rosso acceso. Mani e piedi assumono la forma di zampe robuste munite di forti, e potenzialmente letali, artigli. Zanne aguzze e resistenti, letali tanto quanto gli artigli.
Pelliccia: Nera
Occhi: Rossi
Segni particolari: Sul petto ha delle strisce di pelo più chiaro, un paio di righe oblique che incorniciano una chiazza di pelo chiaro all’altezza del torace.

Immagine avatar :

Durante la trasformazione:
oi67.tinypic.com/mcu044.jpg

Trasformato in Orso mannaro (statica):
oi67.tinypic.com/2n6hqc8.jpg

Varie 1:
oi68.tinypic.com/20ths1s.jpg

Varie 2:
oi65.tinypic.com/24chbio.jpg

Varie 3:
oi68.tinypic.com/24xmp02.jpg

Varie 4:
oi66.tinypic.com/fbfiww.jpg

Trasformato in Orso mannaro (animata): 68.media.tumblr.com/533431c956265f0f9b39f76270643a7d/tumblr_mzil2gxTcI1smsqd5o1...

Per domande di qualsiasi tipo sono a completa disposizione, ovviamente! :D
Amministra Discussione: | Riapri | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum
Tag discussione
Discussioni Simili   [vedi tutte]

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 17:15. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com