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Formazione di UFO avvistata dallo Shuttle Discovery (STS-48) nel 1991

Ultimo Aggiornamento: 20/05/2017 18:58
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Sesso: Maschile
19/05/2017 17:23

Le analisi al filmato


Premetto che la traduzione stavolta non é stata per niente facile, poiché il linguaggio usato é parecchio tecnico, e perché sono anche le ricerche stesse ad esprimersi con caratteristiche linguistiche poco comuni.
Parlo ovviamente di ricerche fatte bene come questa, che poi vengono pubblicate su riviste scientifiche, e non come le pubblicazioni di certi soggetti del cicap.
Quindi se qualcuno vuole fornire suggerimenti per migliorare questa traduzione, non é ben accetto, DI PIÚ!
[SM=x5240729]



Cmq, veniamo a noi
Innanzitutto vi presento il video, che é questo







ANALISI VIDEO DIGITALE SU OGGETTI ANOMALI NELLO SPAZIO



[J. Scientific Exploration, Vol. 9, No. 1, pp 45-63, 1995]



Mark J. Carlotto
5 Ryans Place, Beverly MA 01915




ABSTRACT:
Vengono esaminati i dati di un video che mostra diversi oggetti muoversi nello spazio con traiettorie insolite.
Il video è stato catturato da una macchina fotografica a bordo dello Space Shuttle Discovery (missione STS-48) tra le 20:30 e le 20:45 GMT del 15 settembre 1991, vicino alla costa occidentale dell'Australia.
E' stata eseguita un'analisi video digitale per determinare se gli oggetti in questione sono particelle di ghiaccio che vengono disturbate dalla spinta del propulsore, come sostenuto dalla NASA, o se si tratta di altri oggetti che si muovono in maniera indipendente dallo shuttle.
I risultati della nostra analisi mostrano che è improbabile che si tratti della spinta del propulsore, in quanto il comportamento dello shuttle non cambia col movimento di questi oggetti.
La nostra analisi indica che ci sono due gruppi di oggetti che eseguono movimenti tra loro corretlati: uno di questi gruppi cambia direzione nel momento in cui si verifica un bagliore (flash), che secondo quanto affermato dalla NASA é dovuto alla spinta del razzo; l'altro gruppo cambia direzione 1,5 secondi dopo.
Supponendo che gli oggetti siano approssimativamente delle stesse dimensioni, le misurazioni dei valori relativi ai bagliori prodotti da questi stessi oggetti quando attraversano la linea dell'atmosfera terrestre, suggeriscono che gli oggetti del primo gruppo sono più lontani ma cambiano direzione per primi.
Questo comportamento è incoerente con l'ipotesi della spinta del propulsore.
Per uno degli oggetti rinominati come "target", si è dimostrato che l'unica ipotesi coerente con i dati è che l'oggetto si trovi all'orizzonte o vicino ad esso.
Continuiamo ora a dimostrare che diversi altri oggetti presenti nel video si muovono chiaramente con traiettorie circolari ad arco, e quindi probabilmente si trovano ad una certa distanza dallo shuttle.
Se consideriamo che uno di questi altri oggetti si trova all'altezza dell'orizzonte, la sua velocità stimata, circa 35 km/sec, è apparentemente uguale a quella del "target".
Verso la fine del filmato, la telecamera a bordo dello shuttle si abbassa e mostra un certo numero di oggetti che si muovono sotto di essa. Uno di questi oggetti sembra avere una struttura ben definita composta da tre lobi disposti in forma triangolare.



INTRODUZIONE:
Il 15 settembre 1991, durante una diretta video della NASA, furono catturati da una telecamera a bordo dello Space Shuttle Discovery (STS-48) diversi oggetti che si muovevano con traiettorie insolite.
Il video, trasmesso su NASA Select TV, è stato registrato dal signor Donald Ratsch.
Mr. Ratsch ha osservato ciò che ha ritenuto fossero quattro eventi anomali.
Uno di questi è stato registrato tra le 20:30 e le 20:45 GMT, vicino alla costa ovest dell'Australia, da una telecamera posta nella stiva di carico dello shuttle.
L'evento riguarda più di una dozzina di oggetti che si muovono in direzioni diverse rispetto allo shuttle stesso.
Uno degli oggetti appare in un punto vicino all'orizzonte e si muove lungo una traiettoria che sembra seguire l'orizzonte stesso.
Dopo aver prodotto un bagliore, l'oggetto cambia bruscamente direzione e velocità.
Questo, alcuni secondi dopo, viene seguito da una scia che si muove rapidamente nel campo visivo e segue la stessa traiettoria dell'oggetto. Verso la fine, la telecamera si abbassa e riprende diversi altri oggetti che si muovono sotto la navetta, e uno di questi ha una forma triangolare.
Dopo pochi giorni Mr.Ratsch forniva a vari investigatori, tra cui la NASA, copie della sua registrazione originale con allegate le descrizioni dettagliate dei quattro eventi anomali.
Due mesi dopo, e dopo aver esaminato il video, la NASA dá una risposta concordando con le descrizioni degli eventi ma non con le sue interpretazioni (cioè che fossero UFO).
Essa infatti conclude che "gli oggetti visti nel video erano delle particelle di ghiaccio in orbita, o detriti spaziali, illuminati dalla luce del sole [1]. I bagliori di luce dipendono dai getti di gas sparati dal propulsore per direzionare la traiettoria e/o regolare la velocitá".
Lo scopo di questa analisi è quello di esaminare nel dettaglio questo evento per determinare se gli oggetti in questione sono effettivamente detriti in prossimità dello shuttle, disturbati dai suoi propulsori come sostenuto dalla NASA, o se sono oggetti più distanti che si muovono in modo indipendente dalla navetta.
Dopo aver fornito nel paragrafo 2 ulteriori dettagli informativi, nel paragrafo 3 vengono esaminati i singoli movimenti di tutti gli oggetti.
Nei restanti paragrafi ci si concentra sugli oggetti nello specifico, e sui fenomeni osservati durante l'evento. Nel paragrafo 4 si analizza in dettaglio la traiettoria e la luminosità di uno degli oggetti (il "target"). Nel paragrafo 5 ci si concentra su altri oggetti visibili al lato dell'inquadratura, tra cui un oggetto pulsante/pulsatile molto luminoso che sembra muoversi su traiettorie circolari. Sempre nel paragrafo 5 viene fatto l'ingrandimento di un oggetto a forma triangolare che viaggia sotto lo shuttle.
Infine il paragrafo 6 riassume i nostri risultati e offre suggerimenti per ulteriori indagini future.



BACKGROUND:
La STS-48 è stata la 43esima missione dello shuttle e il 13esimo volo del Discovery. L'equipaggio era composto John Creighton, Ken Reightler, Jim Buchli, Mark Brown e Sam Gemar. L'STS-48 è stato lanciato dal Kennedy Space Center il 12 settembre e ha fatto ritorno alla base aerea di Edwards il 18 settembre 1991. L'orbita dello shuttle era inclinata di 57 gradi rispetto all'equatore.
La sua altitudine era di circa 570 km con un periodo orbitale di 96,1 minuti.
L'evento considerato in questo articolo si è verificato quando lo shuttle passava vicino alla costa occidentale dell'Australia.
La posizione approssimativa dell'evento è indicata sul globo terrestre in Fig.1, e si è verificato tra le 20:30 e le 20:45 GMT (ricordiamo che il signor Ratsch ha registrato un altro evento anomalo che non é stato considerato in questa ricerca). In quell'istante, la Discovery stava viaggiando in direzione sud-est in una zona della Terra oscurata ancora dalla notte, ma in prossimitá dell'alba.
Una delle telecamere montate sulla stiva di carico dello shuttle puntava dietro verso la terra e l'orizzonte; mentre il Sole cominciava a sorgere verso destra.

Per capire meglio il comportamento dello shuttle durante l'evento, sono stati presi in esame alcuni video frames precedenti all'evento stesso.
Le stelle che si vedono in questi frames sono state esaminate singolarmente e identificate grazie ad una mappatura stellare.
Questa mappatura, con la relativa disposizione delle stelle in cielo, viene mostrata in Fig.3.
Le due stelle principalmente visibili durante l'evento sono Errai e la Stella Polare (identificate nel prossimo paragrafo con M2 e M3), con magnitudo apparente di 3.21 e 2.02.
L'angolazione che separa la Stella Polare dal Sole é di circa 87 gradi (Fig.4).
Siamo quindi in grado di stabilire che nel campo visivo del video, la telecamera dello shuttle punta verso Nord in direzione della Stella Polare e di Errai, mentre il Sole si trova alla sua destra.





L'evento é stato registrato da Mr.Ratsch in formato VHS.
La nostra analisi é stata eseguita su spezzoni digitalizzati della versione originale.
Nella maggior parte dei casi, gli oggetti interessati dall'analisi sono solo pixels di dimensioni cosí piccoli che rendono impossibile stabilire la grandezza effettiva degli oggetti.
I valori della luminositá sono stati ridotti a 8 bit (0 DN <256) mentre i pixel più luminosi sono rimasti ad un livello di saturazione leggermente inferiore (DN = 255).



ANALISI DELLA TRAIETTORIA:
Abbiamo prima di tutto catturato i fotogrammi dell'intero evento (51 in totale), intervallati da un secondo di distanza l'uno dall'altro (1 fps).
Nel momento in cui lo shuttle entra a contatto con la luce del Sole, il video viene ridotto da 640x480 bit al secondo (bitrate, velocitá di trasmissione dati) a 480x480, in modo da eliminare elementi di disturbo come i lens flare presenti soprattutto nella parte sinistra del campo visivo.
Nella Fig.5 (immagine non caricata) il grafico xy mostra la durata media dei movimenti di tutti gli oggetti, che é pari a circa 51 secondi (cioé gli oggetti si muovono complessivamente per circa 51 secondi).
I grafici xz e yz mostrano il gruppo rappresentativo della durata dei movimenti di questi oggetti.
Gli oggetti chiave sono indicati con M0-M9 (da MO a M9).
Anche la posizione del bagliore é deducibile dalla figura.
Gli oggetti M2 e M3 rappresentano le stelle (Errai e Polaris).
Nella sequenza di 51 secondi, M2 e M3 si muovono di 3,18 gradi.
Il loro spostamento, misurato nel campo visivo del video, é di 49 pixel, prendendo come riferimento una scala di pixel pari 0,065 gradi/pixel.
Il campo visivo mostrato in Fig.5 ha quindi una dimensione di circa 31 gradi.
In Fig 6a vengono tracciati i movimenti 2D di tutti e 10 gli oggetti che vengono analizzati nei 51 fotogrammi.
Le posizioni degli oggetti sono state singolarmente estratte da ciascun fotogramma digitalizzato.
La direzione e i movimenti di ciascun oggetto è indicata in Fig. 6b.





La Fig. 7a mostra il moto e la direzione dei due oggetti (MO e M1) nel campo visivo, i quali sembrano cambiare direzione nello stesso momento.
Le direzioni sono contenuto in un intervallo compreso da 0 a 2 , dove i radianti 0, 2 e 32 sono rispettivamente a sinistra, in basso, a destra e in alto.
In Fig. 7b la direzione del movimento degli oggetti M4-M7 è sovrapposto a quello di M0 e M1.
Si noti che il gruppo di oggetti M4-M7 sembra cambiare direzione circa 1,5 secondi dopo M0 e M1.
Gli oggetti M2, M3, M8 e M9 non sembrano cambiare direzione nella Fig. 6 e non sono quindi mostrati in Figura 7.
M2 e M3 stanno ad indicare le stelle, come detto poc'anzi.
M8 e M9 si muovono verso lo shuttle, ma non possono essere identificate come luci sulla superficie della terra. Dal momento che la videocamera punta in direzione opposta, infatti, se cosí fosse le luci sulla superficie dovrebbero allontanarsi dallo shuttle in direzione dell'orizzonte.





La spiegazione della NASA è che il bagliore osservato corrisponde al getto di gas sparato da un propulsore per il controllo della traiettoria del razzo, che ha successivamente modificato la traiettoria delle particelle/detriti che galleggiano vicino allo shuttle.
Si analizza la precedente affermazione. Sull'orbiter dello shuttle sono presenti tre gruppi di propulsori: uno si trovano a sinistra e a destra del padiglione ORS/RCS, l'altro si trova sotto la stiva di carica, e l'ultimo nella parte davanti della stiva [2].
Il RCS fornisce la spinta per le variazioni di velocità e il controllo della traiettoria. Ognuno di questi propulsori é dotato di 12 motori primari e 2 Vernier (*tipologia di motori), uno da 870 libbre di spinta e l'altro da 25. I motori Vernier bruciano a impulsi ogni 80 millisecondi o anche in modo continuato da 1 a 125 secondi. I propulsori principali peró "sparano" solo ad impulsi di 80 ms.
La Fig 8a indica la luminosità media del campo visivo in funzione della durata dell'osservazione e al movimento di una delle stelle M2 (per quanto riguarda il riferimento con la stella M1, invece, si veda la Fig 8b).
Seguendo l'aumento del livello di luminosità, ipoteticamente causato dal bagliore prodotto dal propulsore, si nota che non viene registrato alcun cambiamento rilevabile nella direzione di M2.
Eppure il movimento apparente di tutti gli altri oggetti, compreso M2, dovrebbe cambiare se il comportamento dello shuttle venisse alterato dai getti dei propulsori.
La figura 8c mostra sette fotogrammi ripresi ciascuno ad intervalli di un secondo l'uno dall'altro (1 fps), e all'interno di valori compresi tra t = 19s e t = 25s (dove s sta per secondi).
Dalla durata del flash osservato nel video, è probabile che il propulsore in questione sia uno dei Verniers situati a poppa (gruppo OMS/RCS) nella parte sinistra della telecamera.
Secondo Oberg [3], i tassi angolari indotti dai propulsori primari sono compresi tra 0,05 e 0,1 gradi/sec. Un getto di 80 ms provoca un movimento molto piccolo, tra 0,0014 e 0,0029 deg/sec. Tuttavia, la lunghezza del bagliore indica che la durata del getto deve essere più lunga.
Se si assume che il getto del motore Vernier viene azionato per 1 secondo intero, il tasso angolare sarebbe compreso tra 0.0175 e 0.0363 deg/sec. Dieci secondi dopo l'accensione del propulsore, lo spostamento dello shuttle cambierebbe da 0,175 a 0,363 gradi (da 2 a 6 pixel), il che dovrebbe essere facilmente rilevabile sia come deflessione nel movimento apparente delle stelle, sia come uno spostamento dell'orizzonte nel campo visivo.
La mancanza di qualsiasi deflessione nei movimenti delle stelle, e/o del cambiamento di posizione della linea d'orizzonte, suggerisce che il bagliore non è stato causato da una spinta del propulsore.





ANALISI DELL'OGGETTO M1
L'oggetto più interessante è M1, che appare in un punto poco al di sotto dell'orizzonte.
Si muove poi lungo una linea parallela e sempre al di sotto dell'orizzonte.
Prima del bagliore indicato in precedenza, l'oggetto rallenta e sembra fermarsi. Dopo il bagliore cambia direzione, accelera e si muove verticalmente rispetto alla linea dell'orizzonte.
Poco dopo, una scia luminosa attraversa la traiettoria dell'oggetto mentre questo continua il suo percorso. La scia, che è un po' difficile da vedere nel video, è stata interpretata da Hoagland [4] come lo scarico di un'arma (strumento?) ad energia cinetica rivolta verso M1. Per questo M1 è stato chiamato "bersaglio". Hoagland afferma anche che il flash è un effetto dell'impulso elettromagnetico indotto dall'arma nell'obiettivo della telecamera.





In Fig.9 vengono mostrati i calcoli relativi ai tempi di esposizione di M1 mentre si muove lungo l'orizzonte. In Fig.9a il pixel viene mostrato in tutta la sua massima luminositá, e mostra chiaramente che l'oggetto appare in un punto appena al di sotto della linea dell'orizzonte e si muove lungo la curvatura terrestre.
In Fig.9b viene indicata la luminosità media di un insieme di immagini all'inizio della sequenza precedente. Questa seconda figura delinea più chiaramente i confini tra la terra, l'atmosfera e gli strati della luminescenza notturna tipici dell'atmosfera terrestre; e mostra meglio l'oggetto che appare sotto l'orizzone, e che poi si muoverá parallelo a questo.





La parte iniziale della scia disegnata dalla traiettoria dell'oggetto (fig 9a) suggerisce che l'oggetto é in fase di risalita sopra l'atmosfera. Questa ipotesi é coerente con la misurazione dei valori di luminositá di M1.
La Fig.10 mostra la luminositá di M1 nel punto in cui esso appare: invece di cambiare brutalmente come ci si aspetterebbe da una particella di ghiaccio vicino allo shuttle, che dall'ombra passa alla luce del sole, la luminositá aumenta solo gradualmente per appena un secondo. La luminositá di M1 rimane poi costante per tutto il tragitto lungo la linea dell'orizzonte.
Se invece si fosse trattato di ghiaccio o di altre particelle, si sarebbero osservate variazioni di luminositá maggiori, come é giá successo in passato e come verrá discusso nei paragfrafi successivi.





In Fig.11 viene mostrato un altro scatto a lunga esposizione che mostra M1 circa 2/3 secondi dopo il flash, dopo che ha giá cambiato direzione.
La linea tratteggiata si riferisce al movimento di M1 catturato con un intervallo di 1 terzo di secondo mentre attraversa lo spazio tra la linea dell'orizzonte e l'atmosfera terrestre.
La linea meno marcata indica la traiettoria menzionata in precedenza, che si sposta rapidamente dal basso verso l'alto, ed appare circa 3 secondi più tardi attraversando il percorso di M1.
In seguito M1 cambia direzione, accelera, e diminuisce la luminosità.
Nel grafico in Fig.12a viene tracciata la distanza in pixel percorsa da M1 nel punto in cui cambia direzione e accelera. Questa distanza sembra aumentare a un ritmo costante. Se l'oggetto si muove in linea retta, la distanza laterale misurata nel campo visivo è proporzionale alla distanza totale percorsa. Dal momento che la distanza laterale sembra aumentare ad una velocità costante, ipotizziamo che anche la distanza totale aumenta a velocità costante.
Se questo è vero, per un oggetto con luminositá costante la luminositá misurata dovrebbe diminuire ad un ritmo proporzionale all'inverso del quadrato della distanza
(*In fisica, una legge dell'inverso del quadrato è ogni legge che affermi che una specifica grandezza fisica è in modulo inversamente proporzionale al quadrato della distanza dalla sorgente di quella grandezza.)





La luminosità di M1 in rapporto alla durata dell'osservazione è stata stimata come segue. Innanzitutto sono state eseguite una serie di misurazioni dei valori di fondo della luminositá prodotta dalla linea dell'orizzonte, lungo una traiettoria parallela a quella di M1. Questi valori sono stati poi sottratti dalle corrispondenti misurazioni sulla luminosità di M1.
Per un oggetto a costante luminositá, il bagliore k è una costante mentre d è la distanza dall'oggetto. Lasciamo b0 quale luminosità iniziale di un oggetto ad una distanza iniziale d0 dall'osservatore, che all'inizio rimane sconosciuta. La luminosità di M1 in funzione della durata può essere scritta come





Dove ?/i> (simbolo non letto col linguaggio html) rappresenta l'aumento della distanza percorsa dall'oggetto dal punto B a C (Figura 13a).
Per verificare che l'oggetto si sta effettivamente allontanando dall'osservatore, tracciamo i valori misurati relativi alla luminosità ed eleviamoli al quadrato; b(t) al quadrato, in rapporto alle corrispondenti distanze, ?t) (simbolo non letto col linguaggio html) (Figura 12b). La pendenza è k al quadrato, e l'intercetta y è b0-1 / 2.
La correlazione misurata (0,71) supporta, con un ragionevole livello di certezza, la nostra ipotesil secondo cui dopo il flash l'oggetto si allontana dallo shuttle ad una velocità costante.





Le osservazioni sopra indicate suggeriscono la costruzione di un modello per la rappresentazione in 3D del movimento di M1.
Con riferimento alla fig.13b, ipotizziamo che M1 inizialmente si muove ad una velocità costante su un piano parallelo all'orizzonte e all'osservatore dal punto A al B. M1 cambia poi direzione e si allontana dall'osservatore (punto B a C). Poiché la luminosità diminuisce almeno della metá, concludiamo che la distanza tra M1 e l'osservatore aumenta del doppio, o anche piú, dal punto B al punto C.
La domanda principale è: quanto é lontano M1 dall'osservatore?
Purtroppo, con i dati a disposizione, non esiste un modo diretto per determinare questa distanza. Tuttavia, M1 deve per forza essere 1) vicino allo shuttle, 2) all'orizzonte fisico, o 3) da qualche parte in mezzo tra lo shuttle e l'orizzonte.





In Fig.14 viene mostrata la parte superiore sinistra del video prima dell'alba (a), all'alba (b), e 50 secondi dopo l'alba (c). L'illuminazione in alto a sinistra è causata da un aumento della luce diffusa dal lato destro della lente della fotocamera. Così quando M1 appare nel video, lo shuttle si trova nel bel mezzo della luce solare, con il sole a destra. M1 invece si trova in basso rispetto allo shuttle, é coperto dalla sua ombra e di conseguenza non puó essere illuminato.
È quindi improbabile che M1 si trovi vicino allo shuttle poiché questa sua vicinanza non puó essere spiegata in alcun modo.





Un'altra possibilità è che M1 si trovi ancora più lontano, da qualche parte tra lo shuttle e l'orizzonte fisico. Nel video, M1 appare circa 50 secondi dopo che la luce solare entra nel campo visivo illuminando il Discovery. L'oggetto si trova quindi sotto lo shuttle e poi si allontana.
Un possibile scenario è che M1 si muova attraversando la linea di confine tra la luce e il buio, come descritto in Fig.15.
La luminosità a un certo punto diventa proporzionale all'incremento totale dell'energia rilevata dal software per la rilevazione.
Poiché la grandezza angolare* di M1 (*le dimensioni dell'oggetto) è molto inferiore rispetto alla capacitá di risoluzione della fotocamera, potrebbe sembrare che la sua luminositá aumenta non appena si muove dall'oscuritá alla luce a causa di un graduale incremento della sua superficie illuminata dal sole, che va a sommarsi al detector element (*vedi su internet il significato di DEL).
Tuttavia, perché si verifichi questo effetto, l'oggetto non dovrebbe muoversi per più di un pixel per tutta la durata di illuminazione (circa 1 secondo).
Tra i punti A e B in Fig. 13b, M1 percorre 66,2 pixel per una durata di 8 secondi. La velocità laterale, che in questo intervallo rimane relativamente costante, è dunque di circa 8 pixel al secondo. L'illuminazione di M1 non è conforme a questo scenario in quanto si muove troppo in fretta. Questo quindi lascia solo una possibilità - che M1 cioé sia più lontano, forse all'orizzonte fisico o vicino all'orizzonte fisico. Diverse osservazioni fatte all'inizio di questa sezione sostengono infatti questa ipotesi. M1 appare come se esce da uno strato di nuvole (si veda la "sottile coda" di cui si parlava nella Figura 9a e il graduale illuminamento misurato in Fig. 10). Quindi si sposta lungo l'orizzonte per una distanza apprezzabile (Figura 9) prima di emanare il flash. Anche se questa è l'unica ipotesi che è coerente con i dati, è allo stesso tempo apparentemente impossibile. Se M1 si trova all'orizzonte fisico, allora si tratta di un oggetto veramente straordinario. La sua distanza, a circa 2700 km dallo shuttle, implica che dal punto in cui appare al punto in cui sembra fermarsi, la sua velocità è di circa 25,8 km/sec. Poi, dopo il flash cambia direzione e accelera in una frazione di secondo ad una velocità di 400 km/sec!



ALTRI OGGETTI
Con riferimento alla fig.16, se un oggetto si trova all'interno dell'atmosfera oppure nascosto dietro di essa, la luminosità nell'immagine T è proporzionale alla somma della luminositá dell'oggetto F piú quella dell'atmosfera G (Caso 1).
Se l'oggetto si trova tra l'atmosfera e il sensore ed è più piccolo della risoluzione supportata dal sensore, allora F ?T ?F + G (Caso 2).
Se l'oggetto si trova tra l'atmosfera e il sensore ed è più grande della risoluzione supportata dal sensore, la luminosità percepita é pari a T = F, e l'oggetto coprirebbe tutto il contesto ambientale (caso 3).





Il video sembra mostrare due gruppi di oggetti con movimenti correlati.
A sinistra, M1 e M0 sono un gruppo di oggetti che sembrano cambiare direzione nel momento del flash. L'altro gruppo costituito da M4-M7 sembra cambiare direzione circa 1,5 secondi più tardi.
In fig17a viene tracciata la luminosità di M1 dopo il flash, quando cambia direzione e attraversa rapidamente l'atmosfera. M1 deve per forza essere il caso 1 o il caso 2 dal momento che aumenta la sua luminosità al passaggio nell'atmosfera.
M4, un oggetto del secondo gruppo, appare decisamente più luminoso e più grande rispetto a M1.
A differenza di M1, la luminosità di M4 è relativamente costante durante il suo passaggio nell'atmosfera, come indicato in Fig. 17b. Quindi deve essere per forza il caso 3, poiché o é più grande di M1 o é più vicino allo shuttle. Come indicato in precedenza, M4 sembra cambiare direzione 1,5 secondi dopo rispetto a M1.
Se assumiamo l'ipotesi che si tratti di particelle di ghiaccio approssimativamente delle stesse dimensioni, le misure sulla luminosità sopra indicate suggeriscono che gli oggetti del primo gruppo sono più lontani, eppure sembrano essere influenzati dai gas dei propulsori e cambiano direzione prima. (*cioé in pratica, viste le misurazioni sulla luminositá di questi oggetti, essi sono troppo lontani per poter essere influenzati dai gas dei propulsori).
Questa apparente incoerenza riduce ulteriormente la probabilità che l'ipotesi gas di propulsione/particelle di ghiaccio sia corretta





Mentre oggetti come M1 e M4 presentano una luminositá relativamente costante nel tempo, la stessa cosa non si puó dire degli altri. Per es, M6 pulsa ad un ritmo compreso tra 5 e 16 pulsazioni al secondo (fig.18a). Contrapponiamo a questo valore le fluttuazioni relative alla luminositá delle particelle di ghiaccio che riflettono la luce del sole. In Fig.18b viene mostrata la fluttuazione luminosa di una particella di ghiaccio che fuoriesce dal LEM del Saturn V durante la separazione del terzo stadio dal modulo di comando dell'Apollo. Il ghiaccio pulsa luminositá a un ritmo molto piú veloce, circa 7 pulsazioni al secondo in confronto alle pulsazioni di M6, che sono inferiori allo 0,5 per secondo. In genere, per le particelle di ghiaccio piú grandi viene registrata una banda di velocitá di pulsazione che é piú lenta delle particelle piú piccole. Tutti gli oggetti presenti nel video dello shuttle sembrano essere delle stesse dimensioni, eppure pulsano in modo diverso tra loro.

Le osservazioni di cui sopra suggeriscono che ci sono una varietá di oggetti diversi tra loro: alcuni sono piú vicini allo shuttle rispetto ad altri; altri pulsano a una frequenza relativamente costante, mentre altri mantengono costante la loro luminositá e non pulsano; alcuni di questi oggetti seguono traiettorie indipendenti rispetto allo shuttle, come evidenziano le varie misurazioni fatte.
In Fig.19 vengono mostrati un insieme di frames, 126 in tutto (a intervalli di 1/3 di secondo l'uno dall'altro), che inquadrano la parte destra del campo visivo.
Le scie inquadrate sono dei tre oggetti rinominati M7, M6, M4. M5 é troppo debole per essere visibile in questi frames. M3 (stella polare) é rappresentata dalla linea retta vicino al centro dell'immagine. SI puó chiaramente vedere che i percorsi di M4, M6 e M7 non sono linee dritte ma formano archi circolari. Prima che il propulsore venga azionato, tutti i detriti vicino allo shuttle sembrano muoversi in linea retta. D'altra parte, un oggetto che si muove in una orbita differente lontano dallo shuttle, seguirebbe un percorso circolare. Dalle misurazioni sulla lunghezza d'arco A e la distanza dalla corda di circonferenza C si puó ricavare il valore dell'angolo sottostante l'arco, risolvendo cosí la seguente equazione





Per M7 abbiamo ottenuto una distanza tra l'arco di lunghezza e la corda di circonferenza pari a un valore medio compreso tra 52.1 e 51.87 pixels.
L'angolo é stato calcolato con un valore di 12,4 gradi.
M7 non puó orbitare intorno alla terra visto che la velocitá angolare (12,4 gradi in 42 secondi) é troppo eccessiva.
Si conclude affermando che M7 M6 e M4 sono lontani dallo shuttle, e si muovono attorno alla terra ma non sono nella sua orbita. Se M7 é a circa la stessa altitudine dello shuttle, la sua velocitá é stimata nell'ordine di 35 km/secondo. Si tratta della stessa velocitá con cui M1 si sposta dal punto A al punto B lungo la linea dell'orizzonte, se assumiamo l'ipotesi (sopra formulata) che si trovi effettivamente sull'orizzonte fisico. Verso la fine del filmato, la telecamera dello shuttle si abbassa per rivelare un certo numero di oggetti che si muovono sotto di esso.
In Fig.20 viene fatto un ingrandimento dell'oggetto che tra questi risulta essere il piú grande. L'oggetto sembra avere una struttura definita ed essere composto da tre lobi disposti in modo triangolare.





CONCLUSIONI:
La nostra analisi sul video della STS-48 mostra che l'ipotesi della particella di ghiaccio deviata dal propulsore non é coerente con il comportamento osservato dagli oggetti in questione. Il getto di un propulsore avrebbe alterato sia il comportamento e le traiettorie degli oggetti vicino lo shuttle, che anche l'inquadratura stessa (quindi lo sfondo e il contesto ambientale, costituiti principalmente dalla linea dell'orizzonte e dalle stelle presenti). Tuttavia, non é stato riscontrato niente di tutto questo. Abbiamo scoperto che uno degli oggetti (M1) emerge da un punto che si trova appena al di sotto della linea d'orizzonte. Invece di apparire improvvisamente, la sua luminositá aumenta gradualmente a intervalli di 1 secondo. Appena comincia a muoversi lungo una traiettoria parallela all'orizzonte e appena al di sotto di esso, la sua luminositá diventa costante. L'oggetto rallenta, modifica la sua direzione e, subito dopo il flash, accelera improvvisamente. Si muove a una velocitá costante attraversando l'orizzonte terrestre e l'atmosfera, per poi diminuire l'intensitá dell'illuminazione ad un ritmo di 1/2 in un intervallo di 7 secondi. La diminuzione della luminositá implica che la distanza dell'oggetto dall'osservatore aumenta dello stesso coefficente nello stesso intervallo di tempo.
Noi ipotizziamo che M1 emerga da uno strato di nuvole ad altezza dell'orizzonte o vicino all'orizzonte, si muove in parallelo ad esso, e poi si allontana rapidamente dall'osservatore. Se questa ipotesi é corretta, M1 deve avere una luminositá molto forte per essere rilevabile a una distanza cosí grande. Ammettiamo che si trovi ad una distanza di 2700 km dallo shuttle, che l'apparente magnitudo di M1 sia compresa tra 2 e 3, allora vuol dire che la luminositá intrinseca ha un valore compreso tra 2x10 (alla quinta) e 5x10 (quinta) Watt. La durata del passaggio degli altri oggetti (M4 M6 e M7) suggeriscono che a causa della curvatura dei loro archi, si trovano lontani dallo shuttle, si muovono intorno alla Terra ma senza seguire la sua orbita. Se M7 si trova alla stessa altitudine dello shuttle, la sua velocitá stimata dev'essere di 35 km/s. Si tratta della stessa velocitá calcolata per M1 mentre si muove lungo l'orizzonte, ammesso che sia effettivamente all'altezza dell'orizzonte fisico.
Crediamo peró che le analisi e le misurazioni contenute in questo documento stabiliscano oltre ogni ragionevole dubbio che questi oggetti non sono il risultato né di detriti deviati dai gas di propulsione del razzo, né, per quanto riguarda i bagliori all'inizio della manifestazione, il risultato di meteoriti che si incendiano a contatto con l'atmosfera. Infatti le traiettorie, la velocitá, la luminositá e gli improvvisi cambi di direzione, escludono categoricamente queste ipotesi. Tuttavia non é scopo di questo lavoro stabilire cosa siano quegli oggetti, semmai escludere ció che non possono essere.
In futuro potrebbero essere fatti ulteriori tentativi di rilevare e registrare eventi simili a questo. In particolare, dovranno essere monitorate le telecamere anteriori e posteriori dello shuttle in modo da consentire l'acquisizione e l'analisi di immagini di fenomeni simili.



Fonti:
.http://www.nicap.org/sts48.htm
.Letter dated 22 November 1991 to Representative Helen Delich Bentley from Martin P. Kress, Assistant Administrator for Legislative Affairs, NASA.
.S Z Rubenstein, "Space shuttle orbiter," in Space Shuttle: Dawn of an Era, (AAS 79-271) Proceedings of the 26th American Astronautical Society Annual Conference , November 1979, Los Angeles.
.Letter dated 23 November 1992 to Erik Beckjordan from James Oberg. Courtesy copy sent to Dan Ratsch.
.R C Hoagland, The Discovery Space Shuttle Video , B.C. Video Inc., New York, 1992.
[Modificato da Arrival2017 20/05/2017 01:36]
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