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[fanfiction] Sotto la maschera!

Ultimo Aggiornamento: 07/06/2017 11:47
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Giudice*****
21/03/2017 19:49
 
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La clematide

Storia squalificata per i seguenti motivi




Grammatica:
ha persino dubbi sulla bontà e l'ultilità del suo passatempo. → -0.1 (utilità.)
Al'inizio, quando Kimimaro aveva scoperto di avere questa capacità - e nessuno gli ha mai ancora detto che i Ninja la chiamano Abilità Innata → -0.2 (non c'è concordanza con i verbi della principale.)
Forse era per questo che lo tenevano chiuso in questa cella? Forse l'unico motivo per cui lo tenevano lì, in vita, oltre al timore che avevano di lui, era la sua Abilità?
In fondo, era quello che aveva detto suo padre. → 0.2 (va coordinata con il tempo presente della narrazione.)
perchè le sbarre della cella → -0.5 ("perché". È un errore che ripeti in tutto il testo.)
«Non capisci? È come con i cani. Più lo tieni alla catena, meglio sarà quando verrà sguinzagliato: morderà più a fondo e più ferocemente.» era stata la risposta → -0.1 (non va messo il punto davanti ai verbi dicendi.)
E' taciturno, schivo → 0.2 (va messo l'accento, non l'apostrofo.)
stronca vite una ad una con la meticolisità → -0.1 (meticolosità.)
e per ricordare a sè stesso che è fatto di carne e sangue → -0.5 (sé. È un errore che commetti in tutto il testo.)
Ma lui di quegli uomini ha pietà, si sente costretto a fare ciò che non vorrebbe e che non ha un vero senso, nè uno scopo → -0.5 (né, è un errore che commetti in tutto il testo.)
un cane bastonato ogni giorno cosicchè → -0.1 (cosicché)
l'umilazione in desiderio di vendetta → -0.1 (umiliazione)
se ci sarebbero state state variazioni sul tema o meno → -0.1 (ripeti due volte "state")
«Le sue condizioni sono stazionarie. Quel che è certo è che non migliora.», la seconda voce era ugualmente bassa, → -0.5 (La narrazione è completamente slegata dal discorso diretto, quindi va tolta la virgola e messa la maiuscola)
Il "bip" che sentiva era quella per l'elettrocardiogramma → -0.2 (bip è maschile, quindi "quello". Inoltre la frase è sintatticamente sbagliata, poiché va usato il complemento di specificazione introdotto dalla preposizione "di")
E avveritiva → -0.1(avvertiva)
come se ne fosse anestetizzato o come osservasse uno spettacolo in terza persona → -0.1 (come se osservasse…)
Sotto sotto, però, Kimimaro li possedeva eccome, solo un embrione, un piccolo seme nascosto sotto una coltre gelida e premevano per vedere la luce. → -0.1 (va chiuso l'inciso)
La profonda umanità che aveva infine riscoperto, donandola ai suoi nemici perchè non gli era stata donata
urlava che non dovesse mai più uccidere o, comunque, che le sue vittime non soffrissero → -0.1 (va chiuso l'inciso)
Sapeva perfettamente che sarebbe morto, ma non poteva, nè voleva capacitarsene, poichè sapeva che questo sarebbe stato un epilogo infelice per lui →-0.5 (anche "poiché" è un errore che commetti in tutto il testo.)
I Kaguya si facevano largo con la violenza, amavano i soprusi e non disegnavano la tortura, l'omicidio gratuito, gli stupri e i saccheggi → -0.1 (disdegnavano)
Non che ad Orochimaru → -0.1 (va tolta la d eufonica)
ma riteva quei ninja → -0.1 (riteneva)
e le cui tecniche erano pulite ed efficaci , → -0.1 (va tolto lo spazio prima della virgola)
come farebbe un condottiero ispirato dagli dèi → -0.1 (non serve l'accento su "déi")
Alla sua suggestionabile mente appariva colmo di un mistero e di un carisma che espandeva attorno a lui un'aura quasi palpabile, e che avanzava come se al mondo nulla potesse scalfirlo e che, anzi, dovesse piegarsi al suo passaggio. → -0.2 (la virgola è errata, poiché sembra che la subordinata si riferisca a "aura".)
come un randagio a cui rifili qualche carezza e un boccone di cibo e che, allora, riconoscenti, predono a scodinzolare e ti seguono → -0.2 ("riconoscente" e "prendono")
Kimimaro tornava a provare una sensazione indefinita, sospesa tra l'innocenza dell'infanzia che, in fondo, ignora come dietro ad ogni azione possa esserci una raffinata strategia, e il primo spasimo di un'ammirazione senza nome, viscerale e totalizzante, fino a che si era trasformato in venerazione. → -0.1 (mi stona l'uso di "fino a che"; io userei "che si era infine trasformato")
e cullava quel desiderio, affinchè → -0.1 (affinché)
ergendosi come un albero altissimo sulla inettitudine degli shinobi → -0.1 (sull'inettitudine)
Eppure Kimimaro non fece domande, non era nel suo stile, nè aveva alcun motivo per dubitare delle intenzioni del suo Maestro. Era metodico quando si trattava di condurre una missione e non mollava l'osso. Era riuscito, alla fine, a trovare un contatto sicuro, ma qualcosa era andato storto e un'imboscata l'aveva colto di sorpresa.
Nel bel mezzo della battaglia – non dovevano esserci sopravvissuti che potessero tradire i segreti del Suono – mentre Kimimaro lottava, avvertì un dolore lancinante che si diffuse in tutto il corpo, ogni muscolo si contrasse dolorosamente. → -0.5
Eppure, strinse i denti, eliminò uno ad uno i suoi inseguitori e poi, rimasto solo, sputò sangue.
Le ossa sporsero come se fossero sul punto di trapassarlo e lacerargli ogni scampolo di carne. Poi si ritrassero di colpo e Kimimaro cadde nella polvere, senza che nessun nemico avesse potuto sfiorarlo. Eppure, non riusciva a muoversi, gli sembrava che le sue ossa si fossero polverizzate e che il suo corpo si stesse consumando dall'interno, divorato da un male che non poteva spiegarsi. → -0.5

Questi due paragrafi, come molti altri, sono affetti da quelli che io chiamo "verbi altericci", ovvero un po' libertini e confusionari. Se la narrazione sta seguendo un ricordo e tu hai utilizzato il trapassato prossimo per farlo, non puoi di punto e in bianco usare il passato remoto.

che cure somministargli → -0.1 (somministrargli)
aveva donato una incredibile potenza → -0.1 (un'incredibile potenza)
ma anche la consunsione → -0.1 (consunzione)
Kimimaro apprese quella notizia in silenzio, lo sguardo triste e ferito che, però, si accendeva di speranza mentre si diceva che avrebbe continuato a combattere e a rendersi utile e degno della fiducia del suo Maestro. Era nato per questo e niente avrebbe potuto fermarlo, la sua volontà era più grande e solida della sua malattia.
Non poteva esserci spazio per gli indugi e Orochimaru, in fondo, non gliene fece una colpa, al contrario gli procurò una speranza. → -0.2 (ancora un altro tempo altericcio)
Un giorno, Kimimaro ebbe l'impressione che una tensione che gli stringesse lo stomaco in una morsa, mentre si affrettava a raggiungere Orochimaru. → -0.2 (va tolto il secondo "che"; inoltre c'è di nuovo il problema del tempo verbale)
Quando entrò nella stanza, seppe che il momento in cui Orochimaru avrebbe mantenuto la sua promessa era arrivato.
Il suo maestro aveva continuato a dargli le spalle e ad[...] → -0.2
Orochimaru lo aveva guardato dritto negli occhi, pronto a scovare anche il più minuscolo dubbio, ma vi trovò soltanto una cieca fede → -0.2
Ricordava che il suo cuore aveva preso a correre all'impazzata e che tutto attorno a lui pareva essersi fermato, mentre il maestro posava le labbra sulla sua pelle, all'altezza dello sterno e... affondava i denti. → -0.2
Si era risvegliato al suono di una risata squillante, a tratti isterica e crudele. Capì di essere sopravvissuto al Segno Maledetto e tutto il suo corpo sembrava forgiato a nuovo. → -0.2
Nei corridoi, la risata riecheggiò più forte e una figura immensa e mostruosa – metà umana e metà bestia – si stagliava tra le pareti distrutte → -0.2

L'incontro con Jugo è precedente al coma indotto da Kabuto, quindi tutta la sequenza è un ricordo che va narrato con il trapassato prossimo, come avevi fatto prima.

e il suo chackra → -0.1
Non avrebbe permesso che la gloria e la responsabilità di quell'ultima impresa ricadesse escusivamente sul
Quartetto del Suono partito in missione. → -0.2 ("ricadessero" e "esclusivamente")
L'ultimo respiro fu per Orochimaru, l'ultimo pensiero per lui e fu la sua voce ad accompagnarlo, per l'ultima volta:“Riusciremo ad avere tutto quello che vogliamo, Kimimaro → -0.1 (manca lo spazio)

Le maiuscole e minuscole per il termine "maestro" si alternano senza alcuna logica: o le utilizzi tutte in maiuscolo per marcare la sua importanza per il protagonista o tutte in minuscolo come nome comune di persona.
Hai un grosso problema di consecutio temporum concordanza dei verbi: ogni paragrafo sembra utilizzare un tempo verbale a suo piacimento, le frasi temporali non hanno alcuna logica sintattica e interi paragrafi presentano sbalzi di tempo verbale; in questo modo, non si capisce quale sia il presente della vicenda e quale l'ordine cronologico degli eventi.
Fai un uso smodato della "d" eufonica, che stona totalmente persino nel pronunciare le frasi.
Per tutti questi motivi, a malincuore, ho deciso di squalificare la tua storia. Se mi posso permettere, ti consiglio una revisione accurata, magari con un beta reading, Le immagini visive mi sono piaciute, così come le metafore e le similitudini; purtroppo, però, il testo presenta gravi errori e la tua narrazione ha grosse lacune grammaticali e sintattiche.

[Modificato da Nirvana_04 28/03/2017 12:03]

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Giudice*****
21/03/2017 19:57
 
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Terza classificata

Blumenkronen

di Tide-EFP/Tide






Grammatica: 8.7/10

Theresa si china davanti a lui e i capelli ramati le scendono sul viso bianco e gentile
“Sono per me, fratello?” → -0.5 (È un errore che commetti in tutto il testo: tra la narrazione e il discorso diretto va messo un punto fermo, tranne davanti ai verbi dicendi che introducono il discorso diretto; in quel caso, vanno utilizzati i due punti.)
“Andiamo a coglierne altri.” Dice → -0.5 ("altre", poiché si riferisce a "corolle" che è femminile. Inoltre il verbo dicendi va messo in minuscolo. Anche quest'ultimo è un errore che commetti spesso.)
vuol dire che non dovrai temere le fate e i folletti e non devi aver paura di varcare i cerchi delle streghe → -0.2 (I verbi non sono coordinati: o li metti entrambi al futuro o al presente.)
“Theresa …” chiama piano il bambino, sollevando lo sguardo alla ragazza → -0.1 ("sulla ragazza" poiché immagino che ti riferisci allo sguardo di lui che si posa su di lei. Oppure intendi dire che egli solleva lo sguardo di lei? In questo caso, l'espressione mi sembra comunque scorretta, poiché non si può sollevare lo sguardo di qualcuno: puoi dire "far sollevare lo sguardo alla ragazza" oppure "sollevando il mento della ragazza".)


Stile: 9.5/10

La prima cosa che ho notato è la ripetizione continua del nome "Theresa". In uno spazio così piccolo, è un suono ripetitivo, quasi macabro, che mi ha angosciato un po', oltre a creare un effetto ridondante. In alcuni casi potevi benissimo ometterlo, perché sarebbe stato altrettanto chiaro il soggetto della frase, come nel caso dei discorsi, dopo i verbi dicendi. È un effetto pericoloso, quello dell'uso ricorrente di un termine che, se non viene controllato, può appesantire la lettura, a mio avviso.
Tolto questo punto a tuo sfavore, ti faccio i complimenti per il tono narrativo: mesto, ricco di un presagio costante che pende su di lei e, soprattutto sul bambino, come una spada di Damocle; c'è una nota cupa e greve che pesa sull'intera vicenda e che ha arricchito l'atmosfera della narrazione.
Il lessico è semplice, adatto a una narrazione con protagonista un bambino e uno scambio di battute cheto, "rassicurante"; ma non hai esitato a utilizzare anche accenni più mistici e oscuri, che hanno contribuito ad aumentare la tensione e l'angoscia del testo.
I dialoghi sono molto ben realizzati, si "calano" bene per i ruoli dei protagonisti della storia e sono un altro di quei segni che hanno esaltato epoca e atmosfera.
Una nota a parte va fatta a tutti gli accenni folkloristici che hai saputo adoperare, tenendoli ai margini, è vero, ma pur facendone sentire il peso nella trama. Gli accenni ai cerchi delle streghe per riferirti ai funghi – un particolare geografico, tipico di una zona di campagna, e allo stesso tempo caratteristico dell'epoca – è stato un dettaglio non di poco conto. E, ancor di più, mi è piaciuta l'ironia del fatto che il bambino – il mercenario d'Assia – sia nato con la camicia: un simbolo di fortuna, che dovrebbe portare speranza e una dote "buona" in dono, entra in contrasto con il suo destino e con l'orrore che egli scatenerà da grande.
Quindi ti faccio i miei complimenti per la cura dei dettagli e per la ricercatezza che si denota dai particolari, che io apprezzo tantissimo. Brava!


Originalità e trama: 9/10

Per quanto riguarda la richiesta del bando, il mio giudizio è un po' combattuto. Sicuramente mi hai mostrato un lato nascosto del protagonista "cattivo", aprendo una finestra sulla sua infanzia ambigua e già predestinata, nonostante il clima d'amore e di protezione in cui versa grazie a Theresa. Il suo comportamento è cupo, riflessivo, reso difficile, quasi ci fosse una lotta dentro di lui che lo squarcia e lo fa "soffrire", come appunto egli stesso dice alla fine. Ed è per questa ambiguità che ti ho tolto un punto. Avevo chiesto un momento più luminoso, uno squarcio di sereno sul mondo dei "cattivi"; tu mi hai mostrato la luminosità di Theresa, che cerca di creare un'atmosfera serena intorno al bambino, ma il bambino resta un po' ai margini, e di lui passa questa ambiguità, questa fatalità che comunque non definirei del tutto "luminosa".
La trama, come già detto, è una finestra sul passato del cavaliere senza testa, con questi richiami/presagi sul futuro del bambino che terrorizzerà l'America. Essa si concentra molto sull'ambiguità di questo personaggio e sul suo rapporto con la "sorella": il bambino è prigioniero di un mondo "scuro", fatto di ombre e cose che può solo lui vedere; "voci" lo attirano verso il baratro, e lui, pur resistendo, manifesta il suo disagio in un gesto che vuole essere sia gentile che una richiesta di aiuto, il che lo rende macabro e preoccupante. Questa cosa la nota anche Theresa, che cerca di coinvolgerlo nelle faccende quotidiane. Ella cerca di fargli comprendere il suo essere speciale come qualcosa di positivo, puntando sulla fortuna che egli ha avuto alla nascita e sulle sicurezze su cui potrà contare da grande. Eppure la fine è mesta e spezza questa speranza: le parole del bambino trovano conferma nell'assenso di Theresa, la quale sa – e conferma al bambino di sapere – quanto questa "specialità", che io chiamerei lotta, lo fa soffrire. La storia, quindi, ha sì guizzi di luce, ma esse sono solcate da grosse nubi che annunciano tempesta.


Titolo e impaginazione: 4.5/5

Manca il testo giustificato → -0.5
Il titolo è perfetto: nella sua accezione tedesca rimanda al luogo di nascita del Cavaliere senza testa, nonché – presumo – luogo in cui si svolge la vicenda narrata in questo frangente; racchiude il significato profondo delle corolle dei fiori che ricoprono l'intero testo. Le corolle dei fiori, per l'appunto, sono una metafora e un'espressione dell'ossessione/manie che il Cavaliere senza testa porterà in America, diventando la firma con cui trucida i suoi nemici prima, e le vittime di Sleepy Hollow dopo.


Caratterizzazione dei personaggi: 9/10


Theresa è un tuo personaggio, e come tale posso solo valutarne le caratteristiche che tu le hai donato. Devo dire che mi è piaciuta molto: è un personaggio che hai saputo dotare di piccole e ricche sfaccettature, dandone una definizione tenue e nel contempo chiara e nitida. Theresa è la "sorella" (mi sembra d'aver capito che non è veramente sua sorella, o mi sbaglio?) maggiore, colei che cerca di "strappare" – che ne sia cosciente o meno, non mi spingo a dirlo con certezza, ma a me pare che abbia una percezione del "male" che fa soffrire il fratello – il bambino alle grinfie delle voci che solo lui può sentire. La sua presenza è ciò che mitiga il suo comportamento chiuso ed evasivo, sfuggente e misterioso. Ella ha un carattere mite e una mente empatica; comprende, anche se non fino in fondo poiché non può provarlo sulla sua pelle, il dolore che subisce il protagonista, e tenta con la sua mitezza e bontà di coinvolgerlo nella sua percezione di speranza. Ma si nota anche la dolente nota finale – quasi una cruda e mesta rassegnazione/consapevolezza – in cui ella soffre con il fratello per l'inevitabile verità: le voci sono forti e lo straziano dall'interno.
Il bambino – il mercenario d'Assia – rimane un po' ai margini e la sua caratterizzazione è un po' sfocata. È taciturno e schivo, ma sembra accettare di buon grado la compagnia di sua "sorella" che, in parte, mitiga e soffoca la sua natura. Sembra ascoltare le sue parole con forza d'animo, ma si ha lo stesso l'impressione che egli non vi creda fino in fondo. Sensazione che cresce sia quando accenni al fatto che egli sparisca di notte che proprio quando, egli pare obiettare, nel silenzio del loro lavoro, a tutto ciò che di buono e ottimista gli aveva raccontato Theresa, con poche semplici parole:

- “Non paura …” mormora.
Theresa lo abbraccia e lo stringe con un gemito d’angoscia
“Io soffro.” Dice lui.

C'è un senso di sofferenza, e anche in questo caso è ambiguo, tenendo conto del suo comportamento. Il bambino soffre perché cerca di resistere alle voci e al richiamo verso la sua natura? Oppure soffre nel cercare di assecondare la bontà di Theresa, quasi la sua vicinanza, fatta da una personalità così diversa dalla sua, sia la catena con cui egli cerca di convivere, restando pur sempre il "mostro" che è?


Gradimento personale: 4/5

Ho avuto alcune difficoltà a entrare nell'ottica della vicenda. L'inserimento del nuovo personaggio da un lato dà spessore al passato del cavaliere, dall'altro distoglie l'attenzione da quello che dovrebbe essere - secondo il bando – il protagonista della vicenda. I sentimenti del cavaliere passano in secondo piano, anche se comunque sono deducibili dalla narrazione. In altre parole, mi è rimasto un po' l'amaro in bocca, in quanto avevo chiesto un approfondimento del lato "nascosto" del cattivo/eroe: tu hai creato un grande squarcio nel passato del cavaliere, ma hai dato troppo spazio a qualcun altro, lasciandolo un po' ai margini, a libera interpretazione del lettore. Ciononostante a me la storia è piaciuta e le metafore e i simbolismi sono stati davvero fatti a regola d'arte, mi hanno convinto e coinvolto.


Citazione: 5/5

Hai scelto una citazione dalla lista "cattivi" che ti fa concorrere per i 5 punti, poiché hai narrato del cattivo della storia.
La citazione, in modo liberare e anche letterale, si addice molto bene alla tua storia; anzi, direi che è perfetta e riassume le due forze in gioco. Il suo significato si presta a due interpretazioni, che le conferiscono una doppia valenza: l'agnello e il lupo che lottano all'interno del bambino, il suo essere legato a Theresa e il suo mostrarsi in atteggiamenti macabri, misteriosi e preoccupanti, il dolore che sente e con cui lui convive ogni giorno lottando per non cedere al suo richiamo; e poi c'è un idea più sottile ed effimera, ovvero la personificazione di questi due animali in questi due personaggi, Theresa che cerca di mitigare il lupo e il bambino che in certo qual modo stuzzica il suo voler bene donandole le "teste" dei fiori. Davvero un lavoro superbo!


Punteggio: 49.7/50+5

[Modificato da Nirvana_04 22/03/2017 12:50]

OFFLINE
Post: 2.256
Giudice*****
21/03/2017 20:00
 
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Seconda classificata

Rinascita

di JulyChan






Grammatica: 10/10

Non ho riscontrato errori grammaticali o di sintassi. Complimenti!

Stile: 10/10

La punteggiatura è perfetta ed è completamente serva della drammaticità del momento descritto. Le pause utilizzate – in altre circostante non sarei d'accordo – hanno reso al meglio l'atmosfera cupa e piena di angst, di questo combattimento interno dove i suoi scopi si mischiano falsamente con ciò che le è più caro. Cersei ama i figli più di qualunque cosa, ma nella storia passa molte volte – nel modo in cui ne parlano i suoi nemici e nella percezione che ne ha il popolo - come la donna avida e subdola, che mira solo al potere personale.
Te ne segnalo una in particolare:

- È una gioia lasciarsi andare, in un furore selvaggio che ti divampa dentro.

La virgola spezza il ritmo, quasi in un singulto di frenesia e rabbia: la gioia si tramuta, quindi, in una manifestazione di dolore e pazzia.
Nelle tue storie ho sempre apprezzato lo stile elegante e semplice; ho sempre visto un testo scorrevole e fluido, fatto di immagini leggere, accennate con toni tenui. Qui, nonostante tu abbia mantenuto quella cura per ogni vocabolo e per ogni accostamento allegorico, hai usato la forza, la marcatura dei concetti. Sai benissimo che non prediligo una ripetizione della forma e una ridondanza del lessico, neanche un richiamo di apertura (vedi l'appunto che ti ho fatto nella storia per il precedente contest); qui, invece, non ho problemi a lodare l'affinità tra pensiero/concetti espressi e stile, nonché una complementazione tra caratterizzazione del personaggio e la forma stilistica adoperata. Il doppio "Sai che" o la ripetizione di "È una gioia" sono una pressatura in grassetto del tormento selvaggio e quasi folle che ha fagocitato l'animo finora "posato" di Cersei. La maschera di regina insensibile e avida di potere personale è caduta: la sua furia investirà tutti, senza più le catene dell'amore, che mitigavano la sue voraci manie di distruzione.
L'accostamento con asindeto di "È l'idea" ed "è l'illusione" crea un climax di nitidezza e contrasto: un'immagine concettuale e un'immagine falsata, entrambe visioni effimere ma che acquistano potenza sulla carta; nella mente della protagonista l'idea della vittoria è forte, ma non quanto l'illusione della fine. Si crea, quindi, questa sensazione di vittoria (è una vittoria, quindi si pensa che si voglia protendere all'infinito, proprio per godersi la soddisfazione dell'esito) subito annientata dal desiderio illusorio della fine.
Eros e Thanatos scoppiano come un petardo caricando la fine di mille sensazioni, in rapida successione una dietro l'altra, e sempre espressi con questo gioco di contrasti e annullamenti reciproci: Cersei realizza i suoi desideri, che si scoprono desideri raggiunti per amore, e si ha subito dopo una proiezione di speranza verso la morte come fine di sofferenza. Davvero, è un bellissimo effetto, pieno di carica e forza!


Originalità e trama: 9/10

La tua drabble è un mondo che si scopre un po' alla volta: prima si viene investiti da queste forti immagini di fuoco e vittoria, amore e morte; poi si entra nella mente complessa e tormentata della protagonista, che prende fuoco come la città intorno a lei.
Per quanto riguarda l'attinenza al bando mi hai un po' diviso, spaccato a metà: se da un lato ho percepito lo spezzarsi della maschera, il dolore d'amore che l'attanaglia dopo la morte dei figli, dall'altra parte avrei voluto che il concetto principale – in effetti, l'intera drabble – mi mostrasse l'amore e il dolore. Qui si ha un forte contrasto, e i contrasti per loro natura esaltano i concetti, li mettono in evidenzia; solo che in così poco spazio, la scena si divide tra amore e rabbia, dolore e distruzione. Per questa scena divisa tra i due concetti ho deciso di toglierti un punto: il bando chiedeva di concentrarsi sul lato "nascosto", sull'io profondo che stava dietro la maschera del "nemico da battere"; tu lo metti in risalto con questo magnifico contrasto, ma non è il protagonista, non quanto il concetto di complessità del personaggio.
La trama lavora con un magnifico tris di scene, una che cala nell'atmosfera e due introspettive: la prima riga imprime sulla pagina l'atmosfera e il momento a cui fa riferimento il tuo scritto, crea lo sfondo e getta le basi del parallelismo; la seconda parte passa dal fuoco esterno (quello che divampa intorno a Cersei) a quello interno, che corrode il suo animo, chiude la metafora e prepara la rampa di lancio all'introspezione della protagonista; la terza parte è sia descrittiva che esplicativa, mette a nudo l'anima e chiude un cerchio, innalzando l'evoluzione della donna da "in catene" a furia libera e senza più tentennamenti o remore.
Mi è piaciuto molto come hai gestito lo spazio e il passaggio tra le varie parti. Hai raccontato con nitidezza e con vena chiarificatrice una scena che non è solo effetto speciale e svolta dell'intreccio. Brava!


Titolo e impaginazione: 4/5

Manca il testo giustificato → 0.5
Anche il titolo mi ha diviso a metà! Comprendo a cosa faccia riferimento: Cersei si separa dalle sue catene – il padre e i figli sono morti – e rinasce, forgiata dal suo folle dolore, senza più "tentennamenti" o inibizioni al suo lato distruttivo e venefico; il fuoco è simbolo della sua rinascita come "autentico" cattivo, il fuoco purifica e lava il dolore, cancella ogni possibile sfumatura, accendendo tutto. Ho tolto il mezzo punto perché credo che il concetto della drabble andasse oltre questa rinascita, che è poi quella che interessa maggiormente l'intreccio della serie tv (Cersei perde i figli e rinasce nel dolore), ma a mio parere non è ciò che maggiormente interessava l'introspezione che ne hai fatto tu: il punto forte e saliente della drabble è, per me, il desiderio di morte e il folle dolore che la ghermiscono, l'esaltazione dell'amore che l'aveva guidata fino a quel momento e che ora è svanita. Quindi, il titolo è, sì, attinente, ma non esalta il concetto che secondo me dovrebbe essere messo in primo piano: non tanto quello utile ai fini della trama, ma quello esplicativo del suo personaggio.


Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

Qui dai sempre il meglio di te, nonostante tu abbia capacità in tutti i campi questo è comunque il tuo punto forte, soprattutto in questa storia. Non ti sei limitata a descrivere un aspetto di Cersei né hai focalizzato l'attenzione del lettore su un unico aspetto, mettendo i paraocchi sul resto; hai messo a nudo la vera Cersei, ripulendola dal veleno di cui era imbevuta e forgiandola a nuova immagine dentro una corazza a chiusura ermetica. Il tutto partendo dalla fine e camminando a ritroso, mostrando il mostro e dopo spiegando il perché di tale evoluzione.
Hai messo una grande maiuscola su ciò che ha mosso questo personaggio fino a questo momento, creando tra l'altro un contrasto tra ciò che appare all'esterno e ciò che veramente è il motore che ha guidato i suoi passi: l'amore per la famiglia, il dovere verso il padre, la devozione per i figli, per i quali in qualche modo ha soppresso le sue personali ambizioni.

- Hai fatto di tutto per vivere e per realizzare ogni tuo desiderio, ottenere ogni alito di appagamento – hai fatto tutto per amore.

Il personaggio appare alle altre pedine della storia ambiziosa, amante del potere e donna avida e senza cuore; ma ella è in realtà colei che ha rinunciato al trono per il figlio, colei che ha assecondato le opinioni e le manie di grandezze del padre, colei che ha sopporto un matrimonio infelice e ha dato vita a una stirpe di re e regine, seppur sfortunati e "maledetti". Cersei si mostra in qualche modo fragile, amareggiata quando dici che si deve vivere di attimi, attimi che le sono stati strappati via per sempre e che non possono più aumentare di numero.
Ciò che fa veramente da padrone, però, (ed è un peccato perché era ciò che doveva per un attimo essere accantonato, per quanto riguarda questo contest) è la follia piena di dolore e la rabbia rancorosa che si sprigiona attraverso le fiamme. Cersei è selvaggia, libera di ambire a ciò che ha voluto, donna solitaria che distrugge il mondo e lo ricrea a suo piacimento.


Gradimento personale: 4/5

Tu lo sai ormai: i tuoi testi mi piacciono tantissimo. Mi piace il tuo stile fluido e nitido, l'espressività che riesci a imprimere nelle tue storie, la cura che hai per dettagli e lessico. Tutte queste cose mi fanno impazzire e le ho ritrovate, più forti che mai, a imprimere a fuoco questa drabble nella mia mente. Ma, per ciò che cercavo per questo contest, non sento la soddisfazione piena. La storia mi è piaciuta tantissimo, ma non ha appagato la mia richiesta nel modo in cui avrei voluto. Questo, ovviamente, non ne intacca il valore; quindi, complimenti per la tua bravura!


Citazione: 5.5/7

La citazione è stato uno di quei punti che mi ha diviso. Ovviamente la tua scelta ti ha fatto concorrere per i sette punti, visto la scelta a "x" che era di fatto la più rischiosa, ma sono felice che tu abbia provato. Sicuramente Cersei è una sognatrice e sicuramente avrà fatto azioni atte al meglio, quanto meno per la sua famiglia. Questo è un concetto che rimarchi anche tu nella drabble, e fino a qua ci siamo.
La citazione, però, si prestava a un'interpretazione più "luminosa", non ho altro modo per definirla. Cersei è andata contro tutti – contro il popolo, contro i suoi consiglieri, contro persino i suoi stessi figli a tratti, contro i pensieri di suo fratello – e lo ha fatto sempre con la mente rivolta alle persone a lei care, sacrificando in parte se stessa e in parte riflettendo le sue ambizioni su di loro. Ma alcune parti della citazione non possono lasciare spazio a interpretazioni ambigue, come "hanno cercato di rendere il mondo un posto migliore di quando lo hanno trovato" o "ammiro quelli che combattono la loro giusta causa". Cersei non lotta per un mondo migliore o per una giusta causa; ella lotta per un tornaconto, sì certo altruistico perché rivolto ai figli, ma comunque personale. Ed è per questo motivo che la citazione perde un po' la sua forza e non ti fa guadagnare punteggio pieno.


Punteggio: 52.5/50+7


OFFLINE
Post: 2.256
Giudice*****
21/03/2017 20:04
 
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Prima classificata

Quando il bambino era bambino – esiste realmente il male e persone che sono veramente cattive?

di Setsy/meiousetsuna






Grammatica: 8.2/10

Rivide se stesso ragazzo, avanzare tra le barricate di sacchi → -0.2 (la virgola non può essere messa tra soggetto e predicato.)
Umano, pieno di passione, di rabbia per essere costretto a dimostrare di valere qualcosa a prezzo forse della sua vita – senza dubbio del suo onore, visto che non voleva diventare un assassino - e quello gli bruciava più di tutto, era il suo punto debole. → -0.2 (non c'è correlazione tra la principale e la coordinata. "e quello gli bruciava…" si riferisce all'onore? Perché se è così, anche questa seconda parte va messa tra i trattini.)
cosa che senza poter spiegare come e perché, si trovò a fare, guidato solo dall’istinto. → 0.1 (il "che" ha funzione di congiunzione, quindi non puoi separarlo dalla subordinata che regge, introdotta da "si trovò a fare". Quindi, va aggiunta la virgola dopo di esso, per isolare la parentetica.)
I capelli nerissimi e folti, uniti ad iridi → -0.1 (la d eufonica va tolta)
alla sue stesse orecchie → -0.1 ("alle…")
Solo un miserabile può prendersela con un avversario → -0.1 (c'è uno spazio doppio tra "un" e "avversario")
ma aveva fatta una richiesta → -0.1 ("aveva fatto")
Non c’era bisogno che terminasse la frase, numerosi lividi nerastri e blu coprivano la parte di gambe visibile dall’orlo dei pantaloni a metà polpaccio, segno che molti altri dovevano essere nascosti e una guancia leggermente gonfia testimoniava il manrovescio finale che doveva essere seguito a quella punizione. → -0.1 (va chiuso l'inciso, aggiungendo una virgola dopo "nascosti")
gli da solo un numero tanto non dureranno molto → -0.1 (dà)
Da quando non mangi? → -0.1 (quanto)
Uno è per Dieci; dì la verità, ne avresti mangiato almeno mezzo del tuo? → -0.2 (il punto e virgola crea un collegamento, seppur effimero con la frase iniziale, cosa che però non ha senso in questo caso. Quindi io metterei il punto fermo. Inoltre dì è la forma contratta di giorno; la forma contratta di "dire" è " di' ".)
La bottiglina di latte, intiepidita dove era stata stretta dalla piccola mano passò → -0.1 (aggiungi una virgola per chiudere l'inciso.)
Damon provò una assurda → -0.1 (un'assurda)
“Vedi, Enzo – il vampiro era combattuto, ma la voce dell’istinto schiacciò facilmente quella della ragione – vorrei spiegarti. Tutti hanno una natura, che non dipende da loro; Dieci è un buonissimo cane, ma se vede un topo tra quei rottami, lo inseguirà per cacciarlo. Anche una parte delle persone è fatta così. L’altra invece… può cambiare”. → -0.2
Nell'ultimo appunto riportato qui sopra, tu metti il discorso – presumo – del narratore tra trattini, ma comunque rimane tra virgolette, il che dà l'impressione che Damon lo dica veramente, invece è una battuta composta. Quindi vanno chiuse le virgolette, isolata la narrazione e riaperte per continuare il dialogo.
"Vedi, Enzo" il vampiro era combattuto, ma la voce dell'istinto schiacciò facilmente quella della ragione, "vorrei spiegarti[…]"


Stile: 9.5/10

- Per fortuna la compassione non ne voleva sapere di cercare di oltrepassare le sue spesse, invisibili barriere e la sua natura predatoria l’aveva scartata come zavorra inutile.
Altrimenti la vista di quel bambino che singhiozzava seduto sul marciapiede di fronte ad un deposito di rottami e i guaiti di dolore di un cagnolino tremante nascosto dietro le gambe scarne del suo padroncino lo avrebbero spinto ad avvicinarsi per dirgli due parole; cosa che senza poter spiegare come e perché, si trovò a fare, guidato solo dall’istinto.

Il narratore esterno ti permette di creare dei parallelismi tra i due personaggi e le loro movenze, dando al lettore una visione esterna e simultanea delle loro azioni, come quando entrambi si lasciano sfuggire un sorriso; mentre la focalizzazione interna sui pensieri di Damon dona al testo un'ironia particolare, sarcastica e insolente, come è la mente del nostro caro vampiro.
Mi piace, poi, anche l'ironia di cui è intrisa la narrazione: persino la voce del narratore, come nel pezzo riportato qua sopra, è stuzzichevole e sarcastica; dici una cosa per affermare in un certo senso, quasi recondito, il significato opposto. Questo ha arricchito la lettura, permettendo di creare un legame con la figura di Damon che pare prendersi in giro e minacciare probabili testimoni della sua "generosità" allo stesso tempo.
I dialoghi sono semplicemente perfetti: nelle parole di Enzo c'è la stanchezza e la disperazione per la sua condizione e quella dell'amato cane, l'amarezza infantile di un bambino che, per forze maggiori, è costretto a crescere in fretta; nella "voce" di Damon c'è la dura comprensione di chi certi soprusi li conosce e li ha provati sulla sua pelle, l'ironia di una vita complessa e in parte odiata, e la finta fiacchezza che nasconde un animo buono e interessato, per quanto cerchi di nasconderlo. Le sue domande sono brevi, mirate, quasi come se fosse la sua anima a imporgli di porgerle; mentre le sue risposte sono concise e accorate, di chi con finto distacco si prende cura degli altri, volendo però comunque mantenere quell'aria da duro e insensibile.
Il lessico è semplice, mantiene la narrazione fluida e lineare, quieta, ma si adatta perfettamente alla natura "antica" di Damon con cerchi vocaboli ricercati e particolari, che immergono nell'atmosfera non solo dell'epoca in cui si muovono i protagonisti, ma anche in quella in cui viaggia a tratti la mente di Damon.
La punteggiatura è buona: la lettura scorre fluida e senza singhiozzi o incomprensioni; le pause danno il giusto ritmo e mantengono l'espressività placida e tranquilla, con frasi lunghe anche se a volte mal scandite, che accompagnano le riflessioni del protagonista. A mio avviso, sfrutti troppo la "d" eufonica, a volte inserendola in modo grammaticalmente scorretto; a livello stilistico, non sono fan del suo uso smodato.


Originalità e trama: 10/10

Hai, per quanto mi riguarda, colpito il bersaglio esattamente al centro e lo hai fatto con un colpo doppio a ripetizione ravvicinata, se non simultanea.
Hai risposto pienamente a ciò che chiedeva il bando, mostrandomi il lato sensibile che Damon cerca sempre di nascondere – hai rimarcato persino tale concetto in modo da mantenere l'IC perfetto, ma questa è una storia che racconterò dopo – la sua sensibilità profonda verso gli altri, il suo odio verso la sua natura di Vampiro (e dire che egli si gode la vita, e per questo a volte è peggio del suo fratellino squartatore), la sua ribellione verso una guerra che lo voleva costringere a uccidere (ottimi gli accenni al suo passato da umano). Inoltre mi hai regalato un "what if" sensazionale, che ti ha permesso di centrare l'obiettivo due volte. Enzo da bambino, quando la sua sagacia e la sua controllata follia si spezzavano come un'immagine impossibile e distorta sul riflesso di un infante maltrattato, gentile, amorevole, che si sarebbe sacrificato per il suo amato cagnolino. Ottimo lavoro!
La trama è stata una scoperta, ricca di sentimento, squarci oltre le maschere che indossano, catapultandoci in un passato alternativo, dove vediamo il primo incontro tra Enzo e Damon. Immagino che il "what if?" si riferisse a cosa sarebbe successo se Damon avesse incontrato Enzo quando era un bambino. La risposta che hai dato a questa domanda è molto complessa e profonda. Damon combatte con la sua solita ironia tra la voglia di vendicare il bambino e la voglia di fregarsene, per scegliere infine la strada moderata (una volta nella sua vita, almeno), sfamandolo e riflettendo sulla sua natura; si vede che stava passando uno dei suoi momenti melanconici.
Prima di tutto ho amato l'atmosfera deprimente e solitaria che avvolge i protagonisti, magari con una tonalità giallognola, al tramonto, giornata afosa, tipica di quegli scenari del sud. Mi è piaciuto il modo in cui hai affrontato il rapporto tra Damon e Enzo, dove il primo lotta con i suoi istinti di facciata per far emergere la parte sensibile e partecipe dei dolori, mentre il secondo ci regala un'anima ancora pura in cui le battute e il comportamento sono atti di una natura complessa e profonda, già matura, come richiede il suo ruolo di bambino maltrattato dell'Atlanta di quei tempi. Per una volta, la mancanza di azione non mi è dispiaciuta, anzi: hai riempito quattro pagine di chiacchiere tra amici dove ciò che risaltano sono le loro personalità a tutto tondo, creando tra l'altro ottimi squarci premonitori sul futuro, come il seguente:

- ‘Non importa se la prossima volta non sarai così buono con me. Forse sarai diverso. Comunque, nessuno mantiene la promessa fatta ad un bambino’.

Mi è parso un ottimo richiamo con ciò che accade alla fondazione Agustine negli anni cinquanta e una buona introspezione dell'amarezza genuina e innocente che versa nell'animo del bambino.


Titolo e impaginazione: 4/5

Manca il testo giustificato → -0.5
Il titolo è parecchio – ma parecchio – lungo, per quelli che sono i miei gusti. Se da un lato, la sua semplicità e lunghezza sono affini al tipo di stile e trama, dall'altro è mancata quella sintesi che io prediligo e che, in una forma più concisa, avrebbe enfatizzato la profondità del testo, attirando di più l'attenzione. I titoli lunghi sono complicati e il più delle volte hanno i toni smorzati, si dilungano troppo, mentre in realtà dovrebbero attirare con cattiveria e suggestione il lettore alla lettura. In ogni caso, però, la domanda – funge un po' da sottotitolo, immagino – racchiude bene quello che è l'obiettivo della trama, mentre la prima parte – quando il bambino era un bambino – immerge subito nell'atmosfera creata dal tuo "what if?".

Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

- “Raccontamelo, forse posso aiutarti. E smetti di piangere, un uomo non si comporta così”.

Frasi come questa hanno reso in grande stile la personalità sfaccettata di Damon. Egli è sia angelo accorto che l'uomo cresciuto in un'epoca dove le lacrime non erano concesse neanche ai bambini e la maschera che si mostrava in pubblico era tutto. Hai dato spessore e profondità alla sua natura, non solo vampiresca ma anche quella umana e ottocentesca. Ti sei concentrata su un aspetto nascosto del suo carattere, come richiedeva il bando, ma lo hai fatto restando nell'IC del personaggio, mantenendo la sua autoironia e l'amarezza sarcastica con cui riflette sulla vita e ciò che gli sta attorno. Anche il fatto che pensa per un attimo di uccidere il padre del bambino mette in rilievo i suoi istinti da uomo d'azione, che sceglie sempre la strada più diretta e massacrante, a dispetto di tutto e tutti. Al contrario, però, nella tua storia si obbliga a non farlo poiché la sua scelta, comunque, non porterebbe alcun vantaggio. Forse, ancora una volta, avrei voluto che mantenessi più l'ironia nella voce, la sua sofferenza nel mostrarsi sensibile (Damon soffre e mastica le parole, aggrottando la fronte, quando deve mostrarsi buono e sensibile verso gli altri), ma comunque l'IC andava bene.
Enzo è un caso a parte. Nel telefilm – per quello che ne so, poiché il suo personaggio so che si evolve più avanti e io devo ancora recuperare – si mostra come una persona dedita all'amicizia e a prendersi cura di ciò che gli sta a cuore, mentre non si fa scrupoli a distruggere il resto – in questo è molto affine a Damon; è un uomo che sa vendicarsi e possiede il pessimismo/realismo di chi ha sofferto per troppo tempo(correggimi se sbaglio). Proprio quest'ultimo aspetto lo hai mantenuto nei suoi dialoghi pronunciati a testa bassa, con rassegnazione, lo hai evidenziato nel suo rapporto con il cane e lo hai riflesso anche nel suo modo di rapportarsi a Damon, proprio con l'ultima frase in cui, nonostante non abbia speranza verso la bontà degli uomini, comunque mostra apprezzamento e una forte empatia verso l'uomo che lo ha aiutato. Hai mantenuto anche la sua capacità di sacrificarsi, cosa che in parte rivediamo anche nei flashback di quando entrambi i vampiri sono prigionieri della Agustine. Quindi, nulla da eccepire.


Gradimento personale: 4.5/5

Tu lo sai, vero? Io adoro il Damon str… ah, lo sai, sì!
La mia è una fissazione, lo so, ma non ci posso fare niente. Tuttavia, la tua one-shot è stata una ventata di novità che mi è piaciuta molto, come puoi vedere dal punteggio alto anche in questa voce. Ho adorato il sarcasmo e l'ironia di tutta la vicenda. Damon sembra essere destinato a occuparsi dei "fratelli" più piccoli; inoltre mi è piaciuta l'idea di far apparire il lato più umano, quello che il suo rammarico, che non lo abbandona mai, tende a sopprimere e nascondere.
Il racconto, poi, si è fatto leggere con facilità, e mi ha fatto passare un paio di minuti con il sorriso tra le labbra, anche se non è lo stile che più prediligo. Per finire, hai esaudito alla perfezione la mia richiesta, dandomi un lato di questi due protagonisti che va oltre la solita maschera che indossano di fronte agli altri personaggi. Bravissima!


Citazione: 7/7

Ho avuto un po' di indecisione nel darti questo punteggio e nel riconoscerti la scelta a "x". Avevamo parlato delle fasi di Damon e di come faccia continuamente salti da essere l'eroe di turno a non volerne sapere persino delle persone che ama. Possiamo dedurre, sia da quello che sappiamo della loro storia (la mia conoscenza è un po' parziale) e dall'inizio che hai dato alla storia, che Damon è decisamente in quest'ultima fase, ovvero quando non vuole saperne degli attacchi maniaci e incontrollati del fratello e se ne va a zonzo, quasi senza una meta. Perciò, la scelta a "x" ci sta tutta.
Per il resto, non posso che dirti che la citazione calza a pennello, non solo perché Damon ritrova parte della sua umanità, anche se quasi con atteggiamento scocciato, ma perché Enzo vede in lui l'eroe, colui che gli presta aiuto e si prende cura anche del suo cane, aiutandolo sia sul momento che per il futuro, donandogli i soldi per il mantenimento del cucciolo. Quindi, ottimo lavoro!


Punteggio: 53.2/50+7

[Modificato da Nirvana_04 22/03/2017 12:42]

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21/03/2017 20:05
 
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A voi la parola!

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21/03/2017 22:25
 
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più che la parola, le lacrime di commozione...
non so dirti quanto sono felice, giudicia, su tanti piani e livelli che mi è difficile elencare...
sono entusiasta di aver vinto un tuo contest, visto quanto ti apprezzo come giudice attentissima e preparata
sono troppo contenta perchè è un periodo orrendo della mia vita e queste gioie sono cioccolata per l'anima
mi sento di avere un senso quando il "mio" Damon ha il punteggio pieno in IC; mi pare che tutto il tempo che sempre più faticossamente passo qui abbia ancora senso, eccome!
e fin qui, ero anche piuttosto convinta di questo what if.. che come hai detto, poi si è mostrato giusto psicologicamente, ma non nella pratica, ahaahah!
quando nel telefilm hanno detto: certo, Lorenzo è un tipico nome inglese volevo chiedergli in che mondo vivono, ma pazienza! [SM=g27993]
grazie, grazie di aver dedicato tanta attenzione a questa storia che, l'avrai capito, è tutta di cuore e di pancia, parti di me più interessanti del cervello, temo...
damon è così ricco di strati di lettura che sia più buono che più cattivo è sempre realistico, per me
ma quando qualcuno gli ricorda Stefanuccio... cede. Se non si svergogna, cede, altro che Elena!
sono felicssima, davvero.. e poi le storia delle mie colleghe sono bellissime, quindi ancora di più!
cara, vorrei tanto la valutazione come recensione, ovvio!
per il resto, vuoi fare tu?
anche per l'altro premio (che sei stata dolcissima a ricordari, immensamente) se ti va, aspetto: ti ho dato solo storie pucciose, per ora, amarei sapere che pensi di quella! [SM=g27990] [SM=g27989]
vado a festeggiare!
sangue? no..
latte? scherziamo!
VINO!!!!!!!!!!! [con voce di Robert Baratheon]
baci grandi,
Setsy
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21/03/2017 22:27
 
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Ciao, Nirvana!
Le tue valutazioni sono sempre una gioia per gli occhi, vista la loro accuratezza! *__* Ti ringrazio tanto per le belle parole e per il tempo speso. Non ho nulla da dire o aggiungere a riguardo: hai tracciato un ritratto della mia drabble decisamente più esaustivo del mio! xD Adoro Cersei, se non si fosse capito. <3
Per l'attinenza al contest: si trattava di un'edita, quindi ho rischiato. La citazione scelta mi ha fatto subito pensare a questa mia drabble, quindi ho tentato e, devo dire, è andata meglio del previsto. :D

Ovviamente, vorrei ricevere la valutazione come recensione. Per le due recensioni premio... ti lascio il link della mia ultima storia (Quello che resta); per la seconda, a te la scelta!


Complimenti Setsy e Tide! [SM=g27987]

Grazie ancora e buona serata. [SM=g27988]

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21/03/2017 22:30
 
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grazie, baby!*______________*
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22/03/2017 11:45
 
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Re:
Setsy, 21/03/2017 22.25:

più che la parola, le lacrime di commozione...
non so dirti quanto sono felice, giudicia, su tanti piani e livelli che mi è difficile elencare...
sono entusiasta di aver vinto un tuo contest, visto quanto ti apprezzo come giudice attentissima e preparata
sono troppo contenta perchè è un periodo orrendo della mia vita e queste gioie sono cioccolata per l'anima
mi sento di avere un senso quando il "mio" Damon ha il punteggio pieno in IC; mi pare che tutto il tempo che sempre più faticossamente passo qui abbia ancora senso, eccome!
e fin qui, ero anche piuttosto convinta di questo what if.. che come hai detto, poi si è mostrato giusto psicologicamente, ma non nella pratica, ahaahah!
quando nel telefilm hanno detto: certo, Lorenzo è un tipico nome inglese volevo chiedergli in che mondo vivono, ma pazienza! [SM=g27993]
grazie, grazie di aver dedicato tanta attenzione a questa storia che, l'avrai capito, è tutta di cuore e di pancia, parti di me più interessanti del cervello, temo...
damon è così ricco di strati di lettura che sia più buono che più cattivo è sempre realistico, per me
ma quando qualcuno gli ricorda Stefanuccio... cede. Se non si svergogna, cede, altro che Elena!
sono felicssima, davvero.. e poi le storia delle mie colleghe sono bellissime, quindi ancora di più!
cara, vorrei tanto la valutazione come recensione, ovvio!
per il resto, vuoi fare tu?
anche per l'altro premio (che sei stata dolcissima a ricordari, immensamente) se ti va, aspetto: ti ho dato solo storie pucciose, per ora, amarei sapere che pensi di quella! [SM=g27990] [SM=g27989]
vado a festeggiare!
sangue? no..
latte? scherziamo!
VINO!!!!!!!!!!! [con voce di Robert Baratheon]
baci grandi,
Setsy



Sono felice che la valutazione ti sia parsa corretta e accurata, è una soddisfazione per un autore sapere di essere apprezzato, quindi grazie a te.
La storia mi è piaciuta per la sua tranquillità e per l'introspezione che hai saputo inserire. Hai ragione: Damon è perfetto in entrambe le facciate, l'una non può esistere senza l'altra, e sono del tuo stesso parere quando dici che l'amore fraterno ha più forza di quello per una donna (il cardine del telefilm è quello, nessuno può farmi cambiare idea).
Per le recensioni, darò un'occhiata al più presto; e grazie per aver compreso per la recensione dell'altro contest. Sicuramente arriverà prima dello scadere dei quattro mesi, ma cerco di evitare lo spoiler (anche se ho già - dannazione a me - dato una sbirciatina al finale>.< Sono un caso perso).
Goditi il bicchiere di vino, e al prossimo contest!


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22/03/2017 11:47
 
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Re:
JulyChan, 21/03/2017 22.27:

Ciao, Nirvana!
Le tue valutazioni sono sempre una gioia per gli occhi, vista la loro accuratezza! *__* Ti ringrazio tanto per le belle parole e per il tempo speso. Non ho nulla da dire o aggiungere a riguardo: hai tracciato un ritratto della mia drabble decisamente più esaustivo del mio! xD Adoro Cersei, se non si fosse capito. <3
Per l'attinenza al contest: si trattava di un'edita, quindi ho rischiato. La citazione scelta mi ha fatto subito pensare a questa mia drabble, quindi ho tentato e, devo dire, è andata meglio del previsto. :D

Ovviamente, vorrei ricevere la valutazione come recensione. Per le due recensioni premio... ti lascio il link della mia ultima storia (Quello che resta); per la seconda, a te la scelta!


Complimenti Setsy e Tide! [SM=g27987]

Grazie ancora e buona serata. [SM=g27988]




Grazie July, sei sempre gentilissima. Sono felice che approvi le mie parole, e la storia, come già detto anche nella valutazione, è bellissima nonostante l'attinenza al bando. Capisco la difficoltà di adattare un'edita a un contest, quindi non ti preoccupare:D
Passerò al più presto per le recensioni. Spero di rivederti in un altro mio contest. A presto, e ancora complimenti!

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22/03/2017 12:50
 
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Recensioni Premio:
1° Posto
Setsy: 4/4

2° Posto
JulyChan: 2/2

3° Posto
Tide-EFP: 1/1

Questa è la classifica da tenere d'occhio per le recensioni premio; se qualcosa non quadra, fatemelo sapere!
[Modificato da Nirvana_04 07/06/2017 11:35]

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Post: 231
Giudice*
25/03/2017 20:28
 
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Grazie mille, Nirvana!
C'è qualche sottile differenza tra i nostri punti di vista sulla storia, ma immagino sia necessario quando si scrive e si legge.
Vorrei difendermi su due degli appunti grammaticali, giusto per spiegarmi:
-"Andiamo a coglierne altri": ho usato il maschile perché nelle mie intenzioni Theresa non vuole sottolineare il particolare che il "fratello" (sì, hai capito giusto: non sono fratelli di sangue)colga solo le corolle. Insomma intendeva dirgli "Andiamo a cogliere altri fiori" (sottintendendo "interi"). In effetti non era molto chiaro ...
-"Vuol dire che non dovrai temere e non devi aver paura di varcare i cerchi delle streghe": pensavo bastasse il fatto che non si tratta di principale e subordinata, ma di coordinate, a rendere corretta questa forma, soprattutto in bocca a una ragazzina scarsamente istruita.
Scusa, ma volevo precisare che avevo dei motivi, forse non troppo chiari, per scrivere questi "errori".
Però il tuo giudizio mi pare molto accurato e preciso :) Complimenti :)
Se non mi sbaglio ho vinto una recensione ... Ho alcune storie che non ne hanno affatto, direi che puoi scegliere quella che preferisci tra quelle (eccetto quella sul fandom di Lost: l'impaginazione è orrenda!).
Grazie ancora ;)
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Post: 2.256
Giudice*****
25/03/2017 20:45
 
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Re:
Tide-EFP, 25/03/2017 20.28:

Grazie mille, Nirvana!
C'è qualche sottile differenza tra i nostri punti di vista sulla storia, ma immagino sia necessario quando si scrive e si legge.
Vorrei difendermi su due degli appunti grammaticali, giusto per spiegarmi:
-"Andiamo a coglierne altri": ho usato il maschile perché nelle mie intenzioni Theresa non vuole sottolineare il particolare che il "fratello" (sì, hai capito giusto: non sono fratelli di sangue)colga solo le corolle. Insomma intendeva dirgli "Andiamo a cogliere altri fiori" (sottintendendo "interi"). In effetti non era molto chiaro ...
-"Vuol dire che non dovrai temere e non devi aver paura di varcare i cerchi delle streghe": pensavo bastasse il fatto che non si tratta di principale e subordinata, ma di coordinate, a rendere corretta questa forma, soprattutto in bocca a una ragazzina scarsamente istruita.
Scusa, ma volevo precisare che avevo dei motivi, forse non troppo chiari, per scrivere questi "errori".
Però il tuo giudizio mi pare molto accurato e preciso :) Complimenti :)
Se non mi sbaglio ho vinto una recensione ... Ho alcune storie che non ne hanno affatto, direi che puoi scegliere quella che preferisci tra quelle (eccetto quella sul fandom di Lost: l'impaginazione è orrenda!).
Grazie ancora ;)




Ciao^^
Figurati, sei stata molto gentile a rispondermi e a confrontarti con il mio pensiero, che sicuramente non è inappuntabile.
Ho dato per scontato che si riferisse a "corolle" perché è ciò che "le mette in mano"; voglio dire, è questo il soggetto che usi nella frase precedente. "Il bambino annuisce e le versa tra le mani le corolle"; essendo la frase a cui pensavo facesse riferimento, ho dato per scontato questo. Comunque, sì, poteva andare lo stesso, io non ho colto.
Riguardo alla seconda: è rischioso cercare di far passare l'istruzione del personaggio nel vocabolario, e non ho colto questa tua intenzione, perché in realtà la voce di Theresa, per il resto, è grammaticalmente corretta. Inoltre, proprio perché sono coordinate, devono avere lo stesso tempo verbale.
Spero di aver giustificato le mie scelte.
Passerò al più presto per le recensioni premio. Grazie per aver partecipato, e spero di rivederti in un altro mio contest. A presto!^^

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27/03/2017 17:06
 
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Onestamente? Non concordo minimamente con la tua valutazione. XD
Non sento di avere "un grosso problema di consecutio temporum", tutt'altro. Ho fatto delle scelte stilistiche nell'impostazione dei vari paragrafi. Fino ad ora sei la prima e unica persona che tra l'altro mi fa questo tipo di segnalazione su questa storia.
La "d eufonica" io la uso, mi piace usarla e mi viene anche naturale. E' pur vero che il suo è andato perdendosi e a diventare obsoleto in molti casi, quindi ci sta che "non ti suoni bene". So da me che dovrei limitarne l'uso, ma da qui a farlo diventare un grave problema insormontabile...
Posso concordare con i vari accenti sbagliati, ma mi sembra davvero eccessivo il giudizio come "grave lacuna grammaticale".
"Il testo presenta gravi errori e la tua narrazione ha grosse lacune grammaticali e sintattiche" non me lo ha mai detto nessuno, bontà divina. XD Ma nessun problema, eh. Critica accettata, c'è sempre da imparare.
Avrei preferito, giusto per, evitare un unico grosso elenco di correzioni e una valutazione un pochetto più articolata, a parte le due parole alla fine per dirmi che, in pratica, a tuo avviso non so mettere insieme due parole e non conosco la grammatica e la sintassi.
Buon proseguimento.
[Modificato da .:Melian:. 27/03/2017 17:13]
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Post: 2.256
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28/03/2017 12:02
 
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Re:
.:Melian:., 27/03/2017 17.06:

Onestamente? Non concordo minimamente con la tua valutazione. XD
Non sento di avere "un grosso problema di consecutio temporum", tutt'altro. Ho fatto delle scelte stilistiche nell'impostazione dei vari paragrafi. Fino ad ora sei la prima e unica persona che tra l'altro mi fa questo tipo di segnalazione su questa storia.
La "d eufonica" io la uso, mi piace usarla e mi viene anche naturale. E' pur vero che il suo è andato perdendosi e a diventare obsoleto in molti casi, quindi ci sta che "non ti suoni bene". So da me che dovrei limitarne l'uso, ma da qui a farlo diventare un grave problema insormontabile...
Posso concordare con i vari accenti sbagliati, ma mi sembra davvero eccessivo il giudizio come "grave lacuna grammaticale".
"Il testo presenta gravi errori e la tua narrazione ha grosse lacune grammaticali e sintattiche" non me lo ha mai detto nessuno, bontà divina. XD Ma nessun problema, eh. Critica accettata, c'è sempre da imparare.
Avrei preferito, giusto per, evitare un unico grosso elenco di correzioni e una valutazione un pochetto più articolata, a parte le due parole alla fine per dirmi che, in pratica, a tuo avviso non so mettere insieme due parole e non conosco la grammatica e la sintassi.
Buon proseguimento.




Ci tengo a precisare: il bando diceva che non avrei accettato storie sgrammaticate. Nel momento in cui io correggo la tua storia e il risultato della grammatica è sotto lo zero, per me è sgrammaticata - a parte il fatto che una volta sceso sotto il quattro il punteggio in grammatica, per me è troppo. Quindi ne consegue che questa non è minimamente una valutazione, poiché la storia non è accettata. Ho postato gli errori per correttezza, poiché una volta che io squalifico la storia devo rendere conto del motivo, sia all'amministrazione che ai partecipanti. Credo si possa definire "trasparenza".
Per la consecutio temporum è stato un mio errore, grave tra l'altro, e correggerò immediatamente: hai un grave problema di concordanza dei verbi. Quest'ultimo, poi, non è una questione di stile, ma di grammatica, la quale non può essere giostrata a piacimento.
Allo stesso modo, accenti e refusi possono apparire "di poco conto"; ma se ci trovassimo a scrivere un tema alle elementari, di certo l'insegnante li segnerebbe in rosso. Ora, io non sono né insegnante né alle elementari, e ho trattato entrambi gli errori come "di distrazione", ma ce n'erano davvero tanti e, alla fine dei conti, hanno fatto numero.
Una domanda la vorrei fare, ma ovviamente è solo curiosità: ho visto che gran parte degli errori che ti ho segnalato ti erano stati fatti notare anche da un altro giudice, in precedenza. Io accettavo il beta reading, quindi perché non hai corretto gli errori? Inoltre c'è una griglia nella mia pagina giudice, dove spiego in che modo tolgo punti: non li ho tolti come mi è capitato prima, ma seguendo una logica che ho reso pubblica - personale, certo, ma comunque che chiunque può andare a controllare.
Mi dispiace che tu ci sia rimasta male, ma io non ho mai letto altro di tuo, né posso comunque tener conto di altro materiale per il contest che non sia quello che effettivamente partecipa. Questo mi hai dato e questo ho corretto. Le regole grammaticali non le ho inventate io. Se serve a qualcosa, ho passato due giorni a cercare di capire come comportarmi, ma anche se avessi voluto stringere i denti - e non squalificare la storia una volta che il punteggio della grammatica era sceso sotto il quattro - ho avuto le "mani legate" quando è sceso a zero.
Spero di aver spiegato la mia posizione e la mia opinione in merito. A presto!

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07/06/2017 11:47
 
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Nèmesis
Someday, my prince will come
Old souls
Hello, brother


JukyChan:

Quello che resta
Quando il tempo non passava


Tide-EFP:

Sonno




Il mio compito, qui, è finito. Spero che siate rimasti soddisfatti di questa esperienza e spero che un giorno io possa ricontrarvi in un altro contest. Grazie per la vostra partecipazione e l'impegno.
A presto!

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