viceadmintdg1, 07/10/2016 15.25:
─ Fil 1,21-24:Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa scegliere. Sono stretto infatti fra queste due cose: ho il desiderio di lasciare questa vita per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; ma per voi è più necessario che io rimanga nel corpo.
Non c' è alcuna "
anima spirituale" che si diparta dal corpo, giacchè dove la sua Bibbia traduce “
lasciare questa vita”, nel testo greco c' è scritto, letteralmente:
"
il desiderio avendo per il partire (to analusai) e con Cristo essere" (Fil. 1:23).
La particella
lyo del verbo
analyo (qui sostantivato: secondo il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, vol. I, pag. 223, il verbo
analyo qui significa “
congedarsi da questa vita come eufemismo per “morire”) indica
lo slegarsi di qualcosa, ma di che cosa?
Della tenda terrena di 2 Cor. 5:1, il corpo
psichico, fisico, per abbracciare la dimora celeste, il corpo
pneumatico, spirituale (1 Cor. 15:44), giacchè i coeredi di Cristo avranno un corpo glorioso conforme al suo (Filip. 3:20-21)
E’ errata e fuorviante anche la traduzione della sua Bibbia del versetto 24:
“
ma per voi è più necessario che io rimanga nel corpo “, perché nel versetto 24 abbiamo
sarx, (carne) e non
soma (corpo): la traduzione è quindi viziata da pregiudizio teologico giacchè vuol far credere che una parte immateriale e immortale di Paolo si separi dal corpo, mentre l’ apostolo sta solo dicendo che è meglio per lui vivere nel corpo carnale, fisico, a motivo del fratelli…
Del resto, che non ci sia alcuna parte immateriale e immortale che lascia Paolo (come chiunque altro) nell’ immediatezza
post mortem è evidente da 1 Cor. 15:18, ne abbiamo parlato già la volta scorsa:
1 Cor. 15:18, il testo greco:
“
ara kai hoi koimethentes en Christoi apolonto “
Alla lettera, significa
“
quindi anche gli addormentati in Cristo sono periti ( o “perduti”).
Il verbo greco anche qui presente (
apollymi) significa “
annientare, perdere, svanire, morire, andar perduto” (Dizionario Esegetico del Nuovo Testamente di Balz e Schneider, vol. I, pag. 359).
Senza la risurrezione (il tema di tutto il contesto di 1 Cor. 15), chi è addormentato nella morte è quel che indica il verbo, “
annientato, perduto, svanito”.
La sua unica speranza è la risurrezione.
La prospettiva
post mortem dell’ essere umano è legata alla risurrezione, non alla sopravvivenza di una parte immortale di lui che vive coscientemente altrove.
Senza la risurrezione, l’ addormentato nella morte in Cristo (cioè colui che è morto fedele a Cristo e ciò vale anche per Paolo…) è svanito, perduto, perito, come abbiamo letto in 1 Cor. 15:18! Non è nella beatitudine al cospetto di Dio…
Per tornare a bomba alla comprensione di che cos’ è che
si scoglie,
si slega, ci torna utile proprio il passo successivo da Lei indicato, da leggersi però nell’ intero contesto, non estrapolandolo da esso…
(segue.....)
[Modificato da Aquila-58 13/10/2016 17:56]