Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.

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Il metodo Giappone per la prevenzione: terremoto

Ultimo Aggiornamento: 04/01/2024 07:17
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Grado Massimo!
28/08/2016 14:03

Ho letto questo articolo e ne sono rimasta colpita... vi ho messo in grassetto quello che mi ha stupita

-----------

C'è molto “terremoto” nella prima tranche della manovra di stimoli fiscali all’economia approvata ieri dal governo giapponese: un budget addizionale di spesa pubblica da 4.520 miliardi di yen (circa 45 miliardi di dollari), il secondo di quest’anno, di cui 1.960 miliardi di yen andranno a misure di prevenzione e di rilancio in seguito ai terremoti del marzo 2011 nel Tohoku e dell’aprile di quest’anno nella provincia di Kumamoto.
La prima “lezione” che viene dal Paese più esposto ai terremoti appare dunque come la più ovvia, anche se non sempre compresa: i terremoti costano e devono diventare l’occasione per non lesinare non solo nell’opera di ricostruzione, ma nella realizzazione di infrastrutture idonee ad alleviare le conseguenze dei disastri naturali. Per questo, in quasi ogni occasione di introduzione di pacchetti di sostegno all’economia giapponese, figurano stanziamenti per opere di prevenzione o di supporto per i casi di emergenze, considerati come un buon investimento.

27 gennaio 2016
Tokyo: prove per stranieri del grande terremoto che verrà
Il Giapponè stato sorpreso quattro mesi fa dal sisma di Kumamoto (magnitudo 7.3, con una cinquantina di morti), in quanto quella provincia del Kyushu era considerata tra le meno vulnerabili del Paese, tanto da aver attirato investimenti produttivi proprio per la relativa maggior sicurezza. Nella fascia che va da Tokyo verso il sud-ovest del Paese, la probabilitàdi un terremoto disastroso (intorno a una magnitudo 8) è data dai sismologi al 70% entro i prossimi 30 anni. Una situazione che ha forzato il Sol levante a essere all’avanguardia negli studi e nelle attività finalizzare al contenimento dei danni. Va ricordato che quasi tutti i circa 19mila morti del disastro del marzo 2011 sono da attribuire allo tsunami innescato dal sisma (magnitudo 9) e non dal terremoto in sè. Gli stranieri presenti a Tokyo l’11 marzo di cinque anni fa si stupirono non solo per la forza di un sisma che fece oscillare i palazzi come birilli, ma per il fatto che subito dopo non si trovava un vetro rotto per le strade.

18 marzo 2014
Terremoti, la lezione giapponese per un'Italia che resta impreparata
La principale differenza tra Giappone e Italia sta nella tipologia edilizia: nell’arcipelago tutto è antisismico e le strutture - residenziali e non - vengono rinnovate dopo poche decine di anni, tanto che il valore immobiliare è concentrato sul terreno e non su quello che ci viene costruito sopra. Quello che comunque stupirebbe i giapponesi (e non solo) come inconcepibile è che in zone ad alto rischio sismico possano esserci alberghi o altri edifici di pubblico servizio non costruiti con criteri antisismici.

Il Giappone è poi sicuramente all’avanguardia nell’educazione ad affrontare i disastri naturali: diffusa, capillare e ripetuta fin dalle scuole elementari, con momenti culminanti come le esercitazioni di protezione civile di massa che si tengono ogni primo settembre. È la data-anniversario del grande terremoto del Kanto, che nel 1923 distrusse Tokyo e Yokohama provocando circa 140mila morti (anche in questo caso, non tanto per il crollo delle abitazioni, ma per gli incendi, favoriti dalla coincidenza con l’ora di pranzo). Oggi il primo settembre è il Giorno della Prevenzione dei disastri naturali, finalizzato a non far abbassare la guardia. Di recente, con la crescita (sia pure ancora modesta) dei residenti stranieri, l’opera di educazione alla prevenzione e ai comportamenti da tenere si è estesa. A Tokyo, ad esempio, anche gli stranieri vengono invitati a minicorsi sull’emergenza e ricevono manuali in lingua inglese. Sarebbe certo un buon esempio da seguire per altri Paesi a più forte immigrazione. Nei residence di Tokyo in ogni stanza non è insolito che vengano distribuiti kit di emergenza (anche con cibarie a lunga scadenza). Ma presso ogni famiglia giapponese è normale la presenza di kit di emergenza, “aggiornati” con scrupolo.

Naturalmente, infine, il Giappone ha investito molto sulle attrezzature scientifiche e le infrastrutture tecnologiche necessarie a monitorare i movimenti della terra ed elaborare tempestivamente i dati. In caso di forti scosse, i telefonini trillano immediatamente e forniscono informazioni aggiornate. Oggi la scienza consente di “prevedere” il terremoto e dare l’allarme solo con al massimo pochi secondi di anticipo. Ancora troppo poco. Di utilità pratica più evidente sono gli allarmi-tsunami. Anche se 5 anni fa il preavviso di oltre mezzora non bastò a permettere a migliaia di persone di porsi in salvo.

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Grado Massimo!
28/08/2016 20:11

Mirco Pia, inviato di Sky dal Giappone, ha scritto che in Giappone viene insegnata la cultura del terremoto, cercando di preparare tutti ad un evento così forte. Nelle scuole si fanno le esercitazioni. Indomma stanno attenti. Noi invece lo sappiamo, ma non facciamo niente e quando facciamo qualcosa, lo si fa male e con spreco di denaro pubblico.



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Grado 6
28/08/2016 22:45

L'Italia ha già la sua normativa antisismica... bisognerebbe solo mettere in pratica ciò che viene progettato, purtroppo come sappiamo tra progetto e realizzazione qualcosa si perde sempre e purtroppo nessuno controlla, o ancora più frequentemente, chi controlla guarda altrove...

Quello che manca nel nostro Paese è l'onestà... e purtroppo quella non ce la può insegnare nessuno...

Pur vivendo in Sardegna, che per quanto riguarda i terremoti è praticamente a possibilità prossima allo zero... per ogni progetto che realizziamo si procede sempre alla verifica sismica... a maggior ragione questo viene fatto in zone ad alto grado di sismicità... purtroppo poi...

ma è certo che quanto a normativa, l'Europa e l'Italia sono all'avangardia, proprio come il Giappone... [SM=g27811]
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Grado Massimo!
29/08/2016 22:46

Che ci sia la normativa, bene... ma non c'è una legge
che impone che gli edifici vengano costruiti a prova di terremoto? per lo meno in luoghi a rischio sismico...

Ma quando voi progettate, la verifica sismica la fate indipendentemente dall'uso di materiali antisismici o no? cioè, mi spiego meglio, anche se siete a rischio sismico pari a 0, i vostri progetti sono studiati anche per resistere ai terremoti oppure progettate senza tecniche d'avanguardia in materia e verificate lo stesso con un programma la "solidità" di quello che verrebbe fuori anche senza che il tutto sia studiato proprio per i terremoti?
(non sono se mi sono spiegata... e poi io sono ignorante in materia) [SM=g5029792] sono solo domande per capire non certo per mettere in discussione come lavorate [SM=x132396]

vi lascio un altro articolo:

In un Paese ad alto rischio sismico come il Giappone, dove il terremoto non è un’eventualità ma una realtà con cui confrontarsi, sapere — anche appena qualche secondo prima — che la scossa sta arrivando può fare la differenza tra la vita e la morte. Rallentare un treno in corsa o avvisare i bambini a scuola di mettersi al riparo contribuiscono a quella politica di contenimento del danno su cui è fondato il «modello Giappone».

Allarme scossa
Dal 2007 l’Agenzia meteorologica giapponese (Jma) ha messo in piedi un sistema di diffusione capillare dell’Early Warning sui terremoti: sensori piazzati il più vicino possibile all’epicentro, forniscono la stima dell’intensità del fenomeno e la previsione di arrivo dell’onda sismica, e l’allerta scatta per terremoti dal quinto grado della scala Mercalli, con avvisi acustici tramite la tv pubblica, la radio, in strada. L’avviso di mettersi in salvo è diramato ora anche dalla popolare app per cellulari Yurekuru, con l’icona di un pesce gatto, cui la tradizione giapponese lega la genesi dei terremoti. E il sistema è così diffuso che se si verifica un falso allarme il Paese di ferma per alcuni minuti. Come è successo il primo agosto: l’allerta, per un terremoto catastrofico a Tokyo, era stata lanciata e ritirata subito dopo dalla Jma, ma l’avviso via app era già partito.
Pochi secondi per mettersi in salvo
«Parliamo di un preavviso di pochi secondi, 10 o 15. Ma sufficienti in alcuni casi per salvare delle vite», osserva Alessandro Amato, sismologo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. È un sistema sui cui il Paese del Sol Levante continua ad investire. «Dopo il terremoto dell’11 marzo 2011 - spiega Amato - il Giappone ha stanziato miliardi di dollari per costruire un cordone sottomarino di sensori, stendendo 5.800 chilometri di cavi nel Pacifico, con circa 150 sismometri e sensori di pressione sul fondo del mare», per anticipare il più possibile l’impulso.

Bimbi al riparo a scuola in 5 secondi
Ma l’allerta rapida — dice il professor Aldo Zollo, ordinario di sismologia all’Università Federico II di Napoli — è una metodologia efficace anche in caso di terremoti in piena terraferma, che quindi lasciano un tempo di preavviso più breve: «È utile per far scattare delle risposte automatiche, come bloccare una centrale nucleare o fermare il trasporto in un’industria chimica». Non solo: «I colleghi giapponesi hanno calcolato che il tempo necessario ad un bambino per rifugiarsi sotto a un banco è di 4-5 secondi. In Giappone, perfino i banchi scolastici sono pensati per queste evenienze e la popolazione scolastica è ben addestrata». L’educazione ad affrontare il possibile disastro è diffusa e capillare. Una grande esercitazione, cui partecipano centinaia di migliaia di persone si svolge ogni anno il primo settembre, anniversario del grande terremoto del 1923 nella regione di Kanto in cui morirono più di 100.000 persone.
Utile anche in Italia
Potrebbe funzionare anche per l’Italia? «Esiste una zona cieca in cui l’allarme è inefficace perché arriverebbe in contemporanea alle onde del terremoto. Ma – spiega il docente - all’Aquila del 2009 i danni più importanti sono stati osservati entro un raggio di 40-50 km dall’epicentro del terremoto e nel caso del più forte sisma dell’Irpinia del 1980 nel raggio di circa 100 km. C’è quindi un’ampia area dove l’allerta potrebbe essere utile a far scattare degli automatismi in ambito sanitario, nei trasporti o nell’erogazione di energia elettrica e gas per la prevenzione di incendi». Ma in Italia Early Warming è ancora nel dominio della ricerca, spiega il professore. L’Europa ha finanziato nell’ultimo decennio due progetti nelle principali zone sismiche dell’area Euro-Mediterranea. Nell’ambito di questi progetti è stato implementato in Italia Meridionale un prototipo chiamato PRESTo, sviluppato dai ricercatori del laboratorio di Sismologia del dipartimento di Fisica dell’Università di Napoli. E l’Ingv, in collaborazione con l’Ispra e la Protezione civile, ha predisposto un sistema di allerta tsunami per il Mediterraneo. Ovviamente, sottolinea Zollo, «come ci dimostra il Giappone, il sistema di allarme non sostituisce la messa in sicurezza degli edifici, ma ne è complementare. E poi ci sarebbe un altro aspetto da considerare: nel caso di mancato o procurato allarme cosa succederebbe?».

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Grado 6
30/08/2016 18:12

Come no?
La normativa è legge... in Italia, dovunque va fatta una verifica relativa ai modi di vibrare delle struture... la nostra Nazione è divisa in zone sismiche differenti nelle quali si procede in modo diverso a seconda della possibilità o probabilità che si verifichi un terremoto, dei tempi di ritorno dello stesso ecc... sono calcoli complessi che vengono aggiornati periodicamente in riferimento ai risultati forniti anche dai sismografi...

il problema, da quello che appare, poichè per giudicare servono prove e non illazioni (quelle che si sentono in tv sono spesso e volentieri illazioni) è che non si sia costruito come si sarebbe dovuto fare, cioè se si progetta in un certo modo, poi la realizzazione segue altri criteri... (si spende meno, tutto ruota intorno alla moneta...)
In più andrebbero controllati i progetti ed i calcoli effettuati, cosa che si fa spesso solo in caso di crollo o danni... è un po' complicato spiegare in poche righe, ma il concetto è che per fare tutto come si dovrebbe servirebbero controlli durante tutto il processo, dalla pianificazione alla progettazione, alla realizzazione, al collaudo... una trafila dove se un elemento salta compromette i successivi...

Riassumendo, se si facesse tutto come da normativa non ci sarebbero più crolli disastrosi...

Gli edifici realizzati con tutti i crismi non è che non subiscano danni eh... solo che non ci muore nessuno dentro... quindi quando li si deve realizzare ciò che si mette sul piatto della bilancia sono i soliticosti/benefici, conviene spendere di più per creare qualcosa che ha solo una determinata probabilità di accadere?

Applichiamolo ad un caso pratico più alla mano... se proponessero di comprare una autovettura dotata di tutti gli accorgimenti necessari perchè in caso di incidente agli occupanti non accada nulla ad un costo di 100 mila euro oppure una identica ma senza tutti quegli accorgimenti ma solo cinture e airbag, a 15 mila, l'italiano medio osa sceglierebbe? E il Giapponese?... [SM=g5029792]

In definitiva, se si seguissero i dettami normativi saremmo al sicuro... il fatto che non li si segua non è perchè manca la conscenza o la potenzialità, ma perchè da qualche parte qualcosa si è inceppato, infatti come si è potuto vedere a Norcia non è morto nessuno ed il motivo è che i fondi necessari a rendere la città sicura sono stati spesi per quello scopo e non finiti chissà dove... [SM=g5029867]
[Modificato da mizar! 30/08/2016 18:17]
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Grado Massimo!
30/08/2016 18:48

a Norcia? non conosco la notizia, me la puoi postare?
Beh sono contenta di sapere che c'è proprio una legge per queste cose certo che a questo punto sono da mettere in galera i responsabili se non le rispettano, no?
Che tu sappia, da quanti anni c'è questa legge?
(in teoria, tutti i palazzi costruiti dopo dovrebbero essere a norma, quindi, giusto?).






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30/08/2016 18:57

Si, in teoria non dovrebbe morire nessuno sotto le macerie (anche se le abitazioni o gli edifici sono antecedenti la normativa li si può rendere antisismici), ma ripeto, l'integrità strutturale deve garantire che nessuno muoia, dunque permettere ai residenti di scappare in tempi ragionavoli dall'interno dell'edificio, che potrebbe restare lesionato e dunque inagibile, un po' come nell'esempio della macchina, se si spendono i 100 mila euro non è che poi uno si aspetta che dopo l'incidente la si possa rimettere "sempre" subito su strada... potrebbe capitare, ma a seconda dell'incidente va semplicemente rottamata, ma nessun occupante muore... (considera che in Italia anche l'obbligo delle cinture viene visto come un'imposizione normativa e non come un modo per salvare la propria vita e quella altrui, è questo purtroppo l'atteggiamento dell'italiano medio di fronte a certi argomenti...)

questo è uno degli articoli riguardanti Norcia pubblicati nei giorni scorsi...

www.meteoweb.eu/2016/08/terremoto-sindaco-norcia-fortunati-anche-speso-bene-30-anni-amatrice-non-so...

Questo un riassunto veloce sulla storia dell'attuale normativa che "dovrebbe" essere applicata "sempre"


Normativa antisismica

La prevenzione sismica si può realizzare attraverso l'utilizzo di due strumenti: la classificazione sismica e la normativa antisismica.
La normativa antisismica riguarda i criteri per costruire una struttura in modo da ridurre la sua tendenza a subire un danno, in seguito ad un evento sismico.

Dal 1908, anno del devastante terremoto di Messina e Reggio Calabria, fino al 1974, in Italia i comuni sono stati classificati come sismici e sottoposti a norme restrittive per le costruzioni solo dopo essere stati fortemente danneggiati dai terremoti. In alcuni casi, si è assistito ad una declassificazione su richiesta paradossalmente degli stessi territori colpiti, come nel caso di 39 comuni dell'Irpinia, con la legge n. 1684 del 1962, solo un mese dopo la loro classificazione avvenuta in seguito al terremoto del 21 agosto 1962 (IX grado della scala MCS).

Con la legge n.64 del 2 febbraio 1974 si stabilisce che la classificazione sismica debba essere realizzata sulla base di comprovate motivazioni tecnico-scientifiche, attraverso decreti del Ministro per i Lavori Pubblici. Nel 1981 viene adottata la proposta di riclassificazione del territorio nazionale in 3 categorie sismiche predisposta dal Cnr - Consiglio Nazionale delle Ricerche, Progetto Finalizzato Geodinamica. Con appositi decreti ministeriali, tra il 1981 ed il 1984, il 45% del territorio nazionale risulta classificato ed è obbligatorio il rispetto di specifiche norme per le costruzioni. Metà del Paese, tuttavia, continua a non essere soggetta a questo obbligo.

Dopo il terremoto del 2002 in Puglia e Molise viene emanata l'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n.3274 del 2003, che riclassifica l’intero territorio nazionale in quattro zone a diversa pericolosità, eliminando le zone non classificate. E’ un punto di svolta importante: nessuna area del nostro Paese può ritenersi non interessata al problema sismico.

Il Ministro delle Infrastrutture, di concerto con il Ministro dell'Interno e con il Capo Dipartimento della Protezione civile emana il 14 gennaio 2008 il Decreto Ministeriale che approva le nuove norme tecniche per le costruzioni, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 29 del 4 febbraio 2008 - Suppl. Ordinario n. 30. L’applicazione di tali norme diventa obbligatoria dal 1 luglio 2009, come previsto dalla legge n.77 del 24 giugno 2009.



fonte: www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/leg_rischio_sismico.wp
[Modificato da mizar! 30/08/2016 18:58]
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30/08/2016 19:18

Caspita, io pensavo che si dovesse ripartire da zero per rendere un edificio antisismico!
Per fortuna che invece servono "solo" dei lavori straordinari.

Ancora 1 domanda e poi smetto [SM=g5029777].

Se ho capito bene, adesso l'Italia è classificata in 4 tipologie di terreni.
Dal punto di vista edilizio, cambia qualcosa? (Ci saranno dei minimi standard diversi per zone?) Non devono tutti cmq essere antisismici?

E per gli edifici vecchi? La legge prevede che vengano messi tutti in sicurezza?

Mi rendo conto che un conto è cosa dice la legge, poi cosa viene fatto...





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31/08/2016 12:48

si, l'Italia è divisa in 4 zone, come dicevo, la Sardegna, dove vivo io è in zona 4 (la più tranquilla dal punto di vista sismico in assoluto), la possibilità di un terremoto è prossima allo zero (si sono verificate alcune rilevazioni di entità trascurabile alcuni anni fa e quindi escludere in assoluto la possibilità non è consentito, anche se probabilmente ciò che è stato rilevato sono state esplosioni sottomarine nelle aree militari che a quei tempi erano assegnate alla NATO come compenso per i debiti di guerra dell'Italia).

Si prevede di calcolare secondo criteri antisismici solo dalla zona 3 alla 1, dunque la zona 4 è l'unica esclusa, ma si deve comunque verificare il calcolo (in pratica in tutte si verifica, dalla 1 alla 3 si deve anche calcolare, la progettazione prevede sempre calcolo e verifica). La suddivisione in zone comporta un calcolo ed una verifica diversi, per semplificare, possiamo dire che il calcolo è più severo nelle zone 1 e meno nelle zone 3, questo perchè entità e tempi di ritorno dei terremoti previsti nelle 4 zone sono diversi... (si tratta pur sempre di statistica, niente ad oggi permette di prevedere o predire dove e quando e con quale entità si verificheranno scosse sismiche, dunque anche la progettazione e la verifica alla fine dei conti seguono criteri statistici, è corretto spendere molto per un edificio in zona 1 per evitare disastri o catastrofi e spendere sempre meno fino agli edifici in zona 4 dove la catastrofe o il disastro sono così improbabili da risultare quasi impossibili)

Nel caso di edifici preesistenti si deve calcolare se si devono fare ristrutturazioni o ampliamenti o cambio di destinazione d'uso ecc... In caso di edifici di interesse collettivo come ospedali, scuole o simili è invece obbligatorio eseguire una verifica e in caso risultasse negativa procedere all'adeguamento.

Poi, come dicevamo, siamo in Italia e... [SM=g5029867]
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31/08/2016 17:42

caspita quante cose che ho imparato leggendo questo topic!
e io che pensavo che costruissero tutto a caso [SM=g5029786]



7° classificata a dicembre 2023
7° classificata a Maggio 2023
7° classificata a Marzo 2023

Migliore posizione nella TOP10 2023:
7° classificata a Marzo 2023

Che la nostra relazione somigliasse sempre più alla storia del film ormai non aveva più importanza. Ciò che veramente contava era che ogni piccola cosa, ogni esperienza vissuta insieme venisse custodita nei nostri cuori come una pietra preziosa. In certi casi avere la stessa età non è fondamentale. (Kyosuke - Orange Road)







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