Ormai si legge ovunque qualcosa riguardo a pokemon go, ammetto che lo vorrei provare solo per il gusto di farlo... non mi interessa più di tanto pokemon... ma non lo farò perchè so che potrebbe diventare una dipendenza e potrebbe aumentare la mia dipendenza da cellulare... vi lascio con una raccolta di titoli riguardanti questo gioco.
Pokemon Go, uscito ufficialmente in Italia qualche giorno fa, è sicuramente il fenomeno ludico dell’estate, ed è mondiale. Forse per la sua semplicità (non si deve far altro che catturare i Pokémon che si trovano in giro, almeno inizialmente), forse perché sfrutta al meglio le capacità degli smartphone moderni, con mappe e fotocamera, forse perché è gratis. Insomma, un videogioco in “realtà aumentata” che si è traformato in una straordinaria operazione di visibilità per la casa madre, la giapponese Nintendo, che ha visto il valore delle proprie quotazioni al Nikkei quasi raddoppiare nel giro di una settimana.
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Scelta comprensibile, dopotutto: come si fa a "prenderli tutti" se ogni giorno devi timbrare il cartellino? Probabilmente è questo che ha pensato Tom Currie, 24enne di Auckland, che ha lasciato il proprio lavoro di barista per dedicarsi ad una caccia al Pokémon per tutta la Nuova Zelanda. Il che non è facile come sembra: la terra dei kiwi e degli All Blacks non sembra tanto grande, lì in mezzo all'oceano, ma in realtà è poco più piccola dell'intera Italia.
Currie non si è però perso d'animo: ha prenotato viaggi in autobus per tutto il paese ed in meno di una settimana ha già visitato sei città dell'isola meridionale. Un tale impegno gli ha permesso già di catturare 93 dei 151 Pokémon esistenti (ma il conto è in continuo aggiornamento). Sulle catene montuose del Kaikoura è riuscito a mettere le mani su Dragonair, Scyther e Jynx, mentre sulla costa occidentale dell'isola ha catturato Goldeen.
"Volevo un'avventura", ha spiegato Currie al Guardian. "Ho lavorato per sei anni e desideravo disperatamente una pausa. Pokémon GO mi ha dato la possibilità di vivere quel sogno". Il giovane neozelandese non nega che la sua decisione abbia lasciato i genitori "un po' perplessi", ma la cosa non lo ha fermato: zaino in spalla ha iniziato a girare per il Paese, approfittando dell'ospitalità di qualche amico o dormendo in ostelli economici.
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