Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

L'UOMO HA CREATO DIO?

Ultimo Aggiornamento: 13/05/2016 23:05
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
13/05/2016 22:58
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

INTRODUZIONE


L’antico filosofo greco Senofane asserì che i famosi dei della sua epoca, come Zeus, erano solo dei miti poiché erano chiaramente modellati sulle apparenze e sulle debolezze morali che si trovano negli uomini. Sostenne che questo fosse vero per tutti gli dei mitici e scrisse: “Gli Etiopi dicono che i loro dei sono con il naso a patata e nero… I Traci dicono che sono pallidi e dai capelli rossi… Ma se le mucche, i cavalli, e i leoni avessero le mani o potessero dipingere e scolpire con le loro mani come gli umani, allora i cavalli rappresenterebbero gli dei come cavalli e i tori come tori, e creerebbero corpi uguali ai lori corpi.” (vedere Arthur Fairbanks, The First Philosophers of Greece, Paternoster House: London, 1898, 78)


Senofane credeva però che ci fosse “un dio, più grande tra tutti gli dei e umani, come i mortali né in forma e né in pensieri” (S. Clemente di Alessandria cita Senofane nella Miscellanea, libro V, cap XIV) che non fosse una semplice proiezione umana. Tuttavia gli atei contemporanei ritengono che anche questa ideale concezione di Dio sia un mito inventato dagli umani. Dunque ci sono buone ragioni per credere che l’ateismo sia vero poiché Dio è soltanto una storiella inventata?


 -------------------------------- 


CRITICA ATEA 1: DIO E’ SOLAMENTE UN INGANNO DELLA NOSTRA MENTE


Alcuni atei asseriscono che l’evoluzione portò le nostre menti a creare delle credenze che ci potessero aiutare a sopravvivere, indipendentemente dal fatto che fossero vere o meno. Per esempio, uno psicologo evoluzionista potrebbe asserire che il motivo per il quale temiamo i serpenti più delle macchine (anche se le macchine uccidono più persone che i serpenti) è perché, per milioni di anni i nostri antenati che temevano più i serpenti avevano più probabilità di sopravvivere. Nel tempo, gli umani che non avevano la paura dei serpenti furono eliminati dalla selezione naturale, o meglio, dai serpenti, e, al giorno d’oggi, sono rimasti i discendenti di coloro che avevano paura dei serpenti e sono stati in grado di riprodursi. Allo stesso modo qualche psicologo dell’evoluzione potrebbe asserire che la credenza religiosa sia frutto di un meccanismo di sopravvivenza andato fuoribordo. Questa è la tesi dello scettico Justin Barret e, coloro che in genere la pensano come lui, sostengono che i nostri antenati avevano un “overactive agency detection system” detto anche OADS che causò loro a credere in cose che non esistevano. Un OADS era benefico per gli antichi essere umani perché reagendo in modo esagerato a dei predatori immaginari avrebbero avuto più cauzione nell’agire, così da avere meno probabilità di essere attaccati da un predatore pericoloso. Questo OADS è stato trasmesso agli esseri umani odierni, che continuano a immaginare cose che non esistono, come ad esempio Dio.
In ogni caso, per via della evidente fragilità di questo argomento, molti atei evoluzionisti hanno rigettato la psicologica evoluzionistica definendola non testabile. Il biologo Jerry Coyne scrive nel suo libro “Why Evolution is True”, in italiano “Perché l’evoluzione è vera”: “Ricostruzioni immaginarie di come le cose sarebbero potute evolvere non sono scienza; sono storie” (Why Evolution is True, Oxford 2009, p.248).

I nostri cervelli che ci ingannano facendoci credere che Dio esista sono solo una possibile interpretazione per spiegare la credenza religiosa; ma un’altra storia possibile per il quale crediamo è che crediamo in Dio poiché Egli ci ha dato un istinto per cercarlo e adorarlo. Entrambe queste storie spiegano la credenza religiosa equindi l’ateo dovrebbe fornire dei motivi in più per far credere che la sua interpretazione sia la migliore. Come il famoso ateo Michael Shermer dice: “Che la credenza in Dio sia o non sia programmata nel nostro cervello, la domanda rimane: Dio esiste veramente?” (Shermer, The Believing Brain, p.174). 


OFFLINE
13/05/2016 23:00
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

CRITICA ATEA 2: FREGATI DAL CASCO DI DIO


L’ateo adesso, vedendo il fallimento della psicologia evoluzionista nel provare l’inesistenza di Dio e l’origine della sua credenza, potrebbe aggrapparsi alle neuroscienze. Il neuro-scienziato canadese Michael Persinger sostenne che dei magneti all’interno di un casco speciale potrebbero portare alcune persone a credere di avere nella stanza in cui sono un’altra persona, o anche Dio stesso. Nel 2004 dei ricercatori in Svezia provarono a replicare i risultati di Persinger e scoprirono un problema con il suo studio originale: alcuni soggetti testati percepirono presenze anche quando i magneti del casco erano spenti. Conclusero allora che i magneti avevano poco se non alcun effetto nello stimolare esperienze religiose: era invece la predisposizione delle persone a credenze religiose che coincise con le loro sensazioni di una presenza nella stanza. Richard Dawkins, forse l’ateo più popolare al giorno d’oggi, ad esempio si sottopose al test e non percepì alcuna presenza e il fatto che i risultati coincidano la propria predisposizione al religioso spiega il risultato di Dawkins (per altre informazioni nota 73 di Answering Atheism).


In ogni caso, l’esperienza del mondo esterno può essere simulata in laboratorio tramite occhialini che creano una realtà virtuale, ma non per questo il mondo esterno non esiste! L’ateo John Shook dice: “Se la scienza provò a concludere logicamente che niente di divino può essere coinvolto [in un’esperienza religiosa], solo perché potrebbe indurre esperienze religiose tramite metodi naturali, quell’argomento logico potrebbe essere applicato allo stesso modo all’esperienza umana di tutto il resto. Potrebbe una potente neuroscienza scoprire come indurre un’esperienza visiva del tuo amico? Se fosse il caso, questa cosa, d’ora in avanti, significa che la tua amica non esiste veramente, mentre tu pensi di aver contatto con lei perchè la vedi? (Shook, p.103-104).


OFFLINE
13/05/2016 23:01
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

CRITICA ATEA 3: CREDO IN UN DIO IN MENO RISPETTO A TE


Alcuni atei dicono “Quando si tratta di antichi dei estinti della mitologia come Zeus o Thor, siamo tutti atei. Semplicemente io credo in un dio di meno rispetto a te”. L’origine di questo argomento si può trovare nel giornalista H.L. Mencken che descrisse qualcosa che definì il “cimitero degli dei”.


Questo argomento cerca di dimostrare che i teisti sono degli ipocriti perché accettano la propria versione di Dio mentre rigettano ogni altra versione di Dio delle altre religioni. Ma solo perché alcune concezioni di Dio sono false, perché dovrebbe conseguirne che tutte le concezioni di Dio lo siano? Filosofi come Platone e Aristotele rigettavano le divinità antropomorfe come Zeus o Ercole, ma credevano in un essere supremo che creò tutta la realtà.


Un altro problema con questo argomento è il suo stesso ragionamento, ovvero: “Se parte di questa categoria X è falsa, allora tutta la categoria X è falsa”. Per capire meglio la fallacia che sta dietro all’argomento, immaginate il fittizio paradosso di un anarchico in cui quest’ultimo sostiene che poiché chiunque rigetta alcune forme di governo, come il comunismo, la monarchia feudale o la democrazia diretta, “siamo tutti anarchici, semplicemente io rigetto una forma in più di governo rispetto a te”. Il ragionamento ovviamente è sbagliato, infatti l’anarchico deve dimostrare che nessuna forma di governo dovrebbe esistere, non semplicemente citando forme di governo non più esistenti.
Un altro punto da chiarire è che il nostro Dio è qualitativamente diverso dagli dei politeisti e da tutte le religioni non abramitiche. L’ateo potrebbe essere frustrato se il teista moderno credesse in un Dio simile a quello di Zeus eccetto alcuni dettagli trascurabili; infatti se il teista dicesse: “Dio esiste, Zeus non esiste, perché Dio indossa un cappello mentre Zeus no”; la frustrazione dell’ateo sarebbe comprensibile. Ma il teista non ragiona in questo modo: il teista semplicemente crede che Dio esista e poi, tramite la ragione o la rivelazione, restringe la cerchia delle possibili opzioni e sceglie di credere nel Dio che più probabilmente esiste. L’ateo non può semplicemente mettere necessariamente sullo stesso piano un Dio infinito, personale, perfetto con tuti gli dei e dee del passato. Deve portare evidenza che il Dio del teismo classico subì lo stesso destino dei suoi dimenticati competitors mitologici (tra l’altro il politeismo è filosoficamente contradditorio come già spiegato nell’articolo “Credere nei Miracoli è stupido?”).

Un altro punto da sottolineare è che la spartizione “ateismo / tutte le religioni” è totalmente arbitraria: come già detto assumere che, poiché religioni qualitativamente diverse dal cristianesimo (come il politeismo mitologico) siano false, lo sia anche il teismo (visione del Dio cristiano) è errato. La spartizione arbitraria sopracitata gioca infatti a favore dell’ateismo, che, screditando le religioni mostra come unica alternativa l’ateismo; ma basta spartire le visioni del mondo in tre parti: ateismo, religioni filosoficamente coerenti (religioni monoteiste abramitiche, ovvero ebraismo, cristianesimo e islam), e religioni filosoficamente incoerenti, affinché lo screditare tutte le religioni palesemente false, non danneggi il cristianesimo. Data l’arbitrarietà di questa argomentazione atea si potrebbe portare al paradosso questo ragionamento dicendo che sia l’ateismo, che le religioni, sono tutte visioni del mondo, evitando quindi di fare una spartizione, e andando poi a inferire che tutte le visioni del mondo sono false (incluso l’ateismo) poiché migliaia di visioni del mondo (ad es. tutte le religioni panteiste mitologiche) sono state screditate.
Detto questo, sia l’ateismo che le religioni sono una visione del mondo, per la legge della non contraddizione solo una può essere vera, e tocca ad argomentazioni intelligenti (e non speculative) decidere quale sia quella vera.


OFFLINE
13/05/2016 23:02
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

CRITICA ATEA 4: DIO E’ UN’IDEA STUPIDA, DUNQUE NON ESISTE


Nel 2005 lo studente del liceo Bobby Henderson scrisse una lettera alla dirigenza del Kansas state school, in cui si opponeva alla loro decisione di far insegnare nei licei pubblici la teoria del Disegno Intelligente (Intelligent Design, ID). Il Disegno Intelligente utilizza l’evidenza scientifica per mostrare che alcune caratteristiche del mondo naturale sono meglio spiegate dall’esistenza di un “disegnatore/progettista intelligente”. Ufficialmente gli scienziati e promotori della teoria del Disegno Intelligente negano di conoscere l’identità di questo “Architetto” e a volte dicono che potrebbe anche trattarsi ipoteticamente di una razza aliena, comunque in privato la maggioranza di loro sembra credere che questo architetto sia il Dio giudaico-cristiano.


Nella sua lettera, Henderson richiese che: qualora il Disegno Intelligente (che lui vedeva come se fosse un credo religioso) venisse insegnato come una teoria sulle origini biologiche, allora la sua credenza nel Mostro degli Spaghetti volanti (una creatura onnipotente fatta di spaghetti, da due polpette e da due enormi occhi) sarebbe dovuta anch’essa essere insegnata. Il Mostro degli Spaghetti volanti (Flying Spaghetti Monster, FSM) e la sua religione parodica, il Pastafarianesimo, divennero velocemente un grande fenomeno di Internet. Henderson ricevette un contributo per finanziare il suo libro, “Il Vangelo del Mostro degli Spaghetti volanti”, che sostiene, oltre ad altre cose, che il mondo fu creato 5000 anni fa con le sembianze di essere molto più vecchio, che il declino dei pirati e l’innalzamento del livello dei mari è evidenza per il Mostro degli Spaghetti volanti, e che la gravità non è nient’altro che le appendici invisibili del Mostro che spingono gli uomini a terra. Gli atei successivamente, aggrappandosi al Mostro degli Spaghetti volanti e ad altre idee come gli unicorni rosa, argomentarono che le fedi religiose dovevano essere ridicolizzate come lo sono queste idee strampalate. Come può il teista rispondere ad un argomento del genere?


Primo, i tesisti devono per prima cosa contenersi e non dire “Questo è stupido” e ignorare l’argomento del Mostro degli Spaghetti volanti, poiché persone come Henderson risponderebbero semplicemente “concordo che è stupido, ma tanto quanto lo è la tua fede in un Dio tradizionale”. Solamente perché l’argomento sembra sciocco non significa che non stanno portando avanti una idea seria. Invece, dovremmo considerare il Mostro degli Spaghetti volanti come se fosse un argument from parody (ovvero fare del proprio argomento la ridicolizzazione e la “parodia” della tesi avversaria). Questo argomento può essere schematizzato nelle seguenti premesse:


1)  La nostra pseudo-religione (il Vangelo del Mostro degli Spaghetti volanti) è ridicola, fondata sul nulla e dunque falsa


2) Le altre religioni sono ridicole e infondate come la nostra


3) Dunque le altre religioni sono false


La premessa chiave dell’argomento è la premessa 2, o l’idea che le altre religioni siano ridicole come il Pastafarianesimo. Ciò che dobbiamo fare è chiederci se davvero la fede in Dio è ridicola come la credenza nel Mostro degli Spaghetti volanti. Abbiamo presentato in altri articoli evidenza per l’esistenza di Dio con la prova Cosmologica, il Moral Argument, l’Argument from Reason, L’Argument from information, e ce ne sono molte altre che non abbiamo trattato come in Fine Tuning, Disegno Intelligente ecc. (https://apologeticaecreazione.wordpress.com/category/esistenza-di-dio/ ) Sebbene queste valide prove non convincono tutti i filosofi, la stragrande maggioranza dei filosofi non le equipara alla validità del Vangelo del Mostro degli Spaghetti volanti. Il Pastafarianesimo invece sembra essere basato solo su spiegazioni ad hoc.


Le spiegazioni ad hoc si verificano quando una persona parte con una conclusione che vuole che sia vera e poi trova ragioni speculative per supportare la sua conclusione a cui vuole già arrivare (in poche parole la spiegazione ad hoc è una spiegazione puramente speculativa per evitare che la propria teoria venga falsificata). Quando i pastafariani scherzando dicono che il fatto le persone del giorno d’oggi sono più alte delle generazioni precedenti prova l’esistenza del Mostro degli Spaghetti volanti (perché ci sono troppe persone per il Mostro da tenere schiacciate con i suoi tentacoli invisibili, e per questo crescono verso l’alto), stanno usando una spiegazione ad hoc, poiché non c’è alcuna connessione logica tra l’altezza delle persone e i tentacoli invisibili del Mostro. La spiegazione è stata semplicemente inventata per adattarsi ai fatti, e potrebbe essere facilmente cambiata se i fatti fossero diversi. Per esempio se le persone fossero più basse dei loro antenati questo potrebbe mostrare che ci sono troppe persone per il Mostro da allungare e far crescere in altezza tramite i suoi tentacoli invisibili. “L’argument from parody” del Mostro degli Spaghetti volanti asserisce che tutte le altre religioni usano simili spiegazioni ridicolmente ad hoc che dovrebbero essere rigettate così come vengono (ovviamente) rigettate quelle del Mostro. Ma i teisti non partono con la credenza che Dio esista aggiungendo dettagli irrilevanti riguardanti il mondo, così che possano provarLo. Invece i teisti seguono i fatti del mondo portandoli alla loro logica conclusione, ovvero che Dio esiste. Come abbiamo già visto in altri articoli, il teista segue l’evidenza, evidenza che punta sempre all’esistenza di un Essere superiore.


OFFLINE
13/05/2016 23:03
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

CRITICA ATEA 5: CREDIAMO A DIO PERCHE’ CE LO HANNO DETTO I NOSTRI GENITORI


Un ateo potrebbe sostenere che la maggior parte dei teisti prima credono in Dio per ragioni emotive quando sono bambini creduloni. Soltanto dopo quel consenso emotivo il credente cerca spiegazioni logiche per giustificare la sua credenza. L’implicazione di questo argomento ateo è che la Fede in Dio risulta essere niente più che una credenza infantile, la quale deve essere abbandonata nell’età della ragione. Ma questo ragionamento è un’accusa alla psicologia dei credenti e non dimostra che gli argomenti dei teisti siano ad hoc. Questo modo di ragionare non confuta le credenze religiose non più di quanto confuterebbe le altre razionalizzazioni di nostre credenze che si originarono nella nostra fanciullezza. Dopo tutto, la maggior parte di noi crede che l’Olocausto sia avvenuto poiché i nostri genitori e nostri insegnanti ce ne parlarono quando eravamo piccoli. Da adulti, se siamo sfidati da dei negazionisti dell’Olocausto, probabilmente ricercheremo delle ragioni per giustificare o approfondire ciò che crediamo riguardo all’Olocausto. Queste ragioni, ammesso che siano logiche e non ad hoc, non sono invalidate dal fatto che precedentemente credevamo a ciò che ci era stato insegnato da piccoli. Se la fonte di una credenza è affidabile, allora diventa irrilevante a che età ci abbiamo incominciato a credere.


La parodia e la ridicolizzazione possono essere potenti strumenti della retorica, ma non dovremmo rigettare un argomento semplicemente perché qualcuno fa sembrare la sua conclusione ridicola. Ad esempio, se trovassimo degli oggetti sulla luna che sembrano essere stati progettati, sarebbe assurdo dire che siano solamente degli oggetti naturali e frutto del caso, in vista del fatto che ogni riferimento a progettisti alieni potrebbe portarci a credere che gli alieni sono fatti di spaghetti. Poiché gli alieni fatti da spaghetti sono un’idea assurda, dovremmo credere che non ci possano essere alcun alieno? Dovremmo semplicemente accettare che progettisti alieni esistono e poi argomentare successivamente di come sono fatti. Allo stesso modo, possiamo dimostrare l’esistenza di un creatore cosmico usando argomenti filosofici, e dopo questo, dibattere se questo creatore sia fatto o meno di spaghetti.


 


OFFLINE
13/05/2016 23:04
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

CRITICA ATEA 6: DIO E’ COME UN TRUCCO MAGICO


Alcuni atei sostengono che, dire che Dio creò l’universo, la morale, o qualunque altra cosa, non ci dica in verità un bel nulla. Dicono che fare di Dio la causa delle cose non è meglio che dire “è stata la magia” poiché non sappiamo né come, né per quale processo, Dio creò il mondo.


Ma questo confonde il ruolo delle spiegazioni. Richard Swinburne dice che ci sono due tipi di spiegazioni: scientifiche e personali.


Per esempio, diciamo che io esca fuori di mattina a controllare la mia macchina posteggiata fuori casa, che prima molto polverosa, ed ora è pulita. Potrei chiedermi: cosa spiega che la mia macchina ora sia pulita? In questo caso la spiegazione scientifica è che l’acqua dissolve la polvere e ha certe proprietà che causano la sua evaporazione dalla mia auto, lasciandola pulita. L’altra spiegazione è che qualcuno mi ha pulito la macchina. Entrambe le spiegazioni rispondono in modo valido alla domanda “perché ora la mia macchina è pulita?”. Anche se non abbiamo la completa spiegazione scientifica di un evento, ciò non significa che la spiegazione sia invalida (specialmente se abbiamo una spiegazione personale molto convincente).


La mancanza di una spiegazione scientifica non significa che dobbiamo abbandonare una valida spiegazione personale. Per esempio, quando un prestigiatore tira fuori dal suo cappello apparentemente vuoto un coniglio, potremmo anche non saperecome lo ha fatto, ma certamente sappiamo che lui lo ha fatto! Allo stesso modo, se l’esistenza di Dio è dimostrata e le sue personali intenzioni spiegano il mondo che ci circonda, non vi è alcun problema nell’accettare la conclusione sebbene non siamo in grado di dare una spiegazione passo-a-passo di come Dio funzioni nell’universo.


Quasi certamente l’ateo risponderà che mentre nel caso del prestigiatore noi siamo famigliari con i prestigiatori e capiamo come eseguono le illusioni attraverso i trucchi, invece Dio a noi è sconosciuto, dunque è una cattiva spiegazione. La risposta di Swinburne è che delle due tipologie di spiegazioni, scientifica e personale, quella scientifica richiede l’applicazione delle leggi della natura. Dal momento che non vi era alcuna legge naturale prima dell’inizio dell’universo, solamente una spiegazione personale può spiegare l’universo e le sue caratteristiche. Solamente perché Dio non è mai stato osservato empiricamente in un esperimento di laboratorio, non vuol dire che Dio sia una cattiva spiegazione per l’universo. Ciò che renderebbe Dio una cattiva spiegazione sarebbe invece se l’idea stessa di Dio fosse contraddittoria e illogica e dunque non potrebbe spiegare l’universo anche se Lui esistesse. Nei prossimi articoli tratteremo l’argomento della contraddittorietà di Dio.


OFFLINE
13/05/2016 23:05
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

CRITICA ATEA 7: DIO INVENTATO A IMMAGINE DELL’UOMO


Molti atei sostengono che Dio, e più in generale le divinità, siano rappresentazioni, e per questo invenzioni, umane. Nello specifico sostengono che sia stato inventato per la paura della morte e per rappresentare come l’uomo vorrebbe essere. Per dimostrare questo molte volte citano i dei pagani dell’antica Grecia che non sono altro che ciò che gli umani vorrebbero essere, ovvero divinità immortali, più forti, più veloci, più belle ecc. Nel caso delle divinità pagane, l’obiezione atea, ha una sua fondatezza: sembra infatti che le divinità pagane non siano altro che “uomini potenziati”. Ma questo ragionamento non può essere applicato al Dio giudaico-cristiano; Egli infatti, in contrasto con le divinità pagane, è descritto come essere a noi invisibile (Esodo 33:20, Giobbe 9:11, Giobbe 37:23, Giovanni 1:18, Giovanni 6:46, Colossesi 1:15, 1 Timoteo 1:17, 1 Timoteo 6:16, Ebrei 11:27) e come colui che non può essere immaginato (Atti 17:29). Infatti possiamo solo vederLo nella Sua gloria quando moriamo e siamo trasformati in esseri spirituali (1 Giovanni 3:2). Il Nuovo Testamento dice chiaramente che Dio non assomiglia all’uomo (Romani 1:22-23).
Altri atei sostengono che le divinità siano state create per giustificare alcune azioni umane; questo può essere vero ma non nel caso del Dio cristiano che è descritto come santo (Levitico 11:45, Levitico 19:2, 1 Samuele 2:2, Isaia 5:16), incorruttibile e come colui che non può commettere peccati (Salmi 77:13, Giacomo 1:13, Tito 1:2, Isaia 1:13). La santità di Dio è descritta essere al di sopra di ciò che l’uomo può ottenere, e per questo motivo nessun umano è degno di essere d’innanzi a lui (1 Samuele 6:20) (da qui la parte il concetto di redenzione cristiana). Questo non è un Dio che giustifica le azioni dell’uomo e per questo sostenere l’opposto è irrazionale.
Comportarsi bene o anche al meglio, non è sufficiente per evitare la punizione di Dio (Nahum 1:2-3, Ebrei 10:31, Giacomo 2:10, Romani 2:12) (da qui parte il concetto di giustificazione cristiana). Un Dio del genere non è un Dio che qualcuno avrebbe inventato; non è infatti un Dio che esalta l’uomo, anche se lo ama (Ecclesiaste 7:29, Romani 5:7-8, Romani 5:12,19, Romani 3:23, 1 Giovanni 1:8,10, Marco 10:18), anzi.

Non è un Dio che esalta l’uomo, ma è un Dio che riconosce le sue fragilità. Per questo motivo i cristianesimo è l’unica religione che asserisce che non ci si possa salvare con le proprie forze, o meglio i propri meriti, poiché qualsiasi nostra azione non sarebbe mai degna. La salvezza è un regalo di Dio (Romani 6:23), ovvero una sua grazia che si ottiene mediante fede e opere (Efesisni 2:9. Il versetto sottolinea la nostra impossibilità di salvarci con le nostre forze, senza però negare la necessarietà delle opere per ottenere la grazia) (in altri articoli approfondiremo il concetto di giustificazione e la diversità di opinioni su di esse, in particolare sulle divergenze tra cattolici e protestanti; la giustificazione che abbiamo presentato è quella Cattolica).

Una religione che sottolinea la miseria dell’uomo e la sua necessità di salvezza non è frutto di un’invenzione per esaltare se stessi o giustificare le proprie azioni.
Credere che Dio (giudaico-cristiano) sia creato a immagine dell’uomo (come potevano essere le divinità pagane)è fortemente contro intuitivo, specialmente quando si sottolineano le differenze tra l’uomo e Dio: Dio è onnipotente (Colossesi 1:7, Salmi 33:9, Matteo 19:26, Marco 10:27) mentre l’uomo è talmente limitato da non poter neanche stare d’innanzi a lui senza aver accettato il suo sacrificio; Dio è onnisciente (Isaia 46:9-10, Giobbe 21, 22, Ebrei 4:13, 1 Giovanni 3:20, Luca 2:7, Colossesi 2:2-3) mentre la conoscenza dell’uomo è limitata; Dio è onnipresente (Proverbi 15:3, 2 Corinzi 2:14); Dio è trascendente (al di fuori di spazio tempo e materia) (2 Cronache 2:6, Atti 17:24); Dio è spirito (Giovanni 4:24) mentre l’uomo è composto da materia; Dio è eterno (Genesi 21:33, Michea 5:2) mentre l’uomo vive al massimo poco più di cent’anni; Dio è santo e moralmente perfetto (1 Samuele 2:2, Atti 3:14) mentre l’uomo è peccatore.
Dio quindi non è un’immagine idealizzata dell’uomo.

 DA https://apologeticaecreazione.wordpress.com/2016/05/12/luomo-ha-creato-dio/


Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 09:47. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com