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[BOSCO DRIADI] 'Io ti vedo, ti guardo, ma non ti vedo davvero. "

Ultimo Aggiornamento: 23/03/2016 18:30
23/03/2016 17:56
 
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Achesta - Draugceleb
RIASSUNTO

Dopo diverso tempo, l'elfo e Achesta si incontrano e ci sono stati dei cambiamenti. L'altra ormai è un druido ed ha trovato quella che è la sua strada, ma chiede qualcosa all'elfo, che mostri se stesso, i suoi sentimenti, qualcosa di per se difficile, ma alla fine si lasceranno con la promessa di incontrarsi di nuovo una volta passata una delle tante preoccupazioni che nelle ultime battute ha reso l'elfo più cupo del solito.

COMMENTO

Una sola parola, grazie. Mi piace molto ruolare con Achesta, il suo modo di vedere le cose, di recuperare se stessa, la differenza dalla prima role, dove porta ancora un dolore evidente per la morte del compagno e adesso è presente ma fatto proprio e poi grazie per la pazienza, dannata adsl che non va lol.

REGISTRAZIONE

ACHESTA [Folto > Pressi Albero > Fronte Fortezza] E' la Ruota dei sensi che disegna di solito ogni simbolo ed ogni altare, è sempre la Ruota che insegna, ed è sempre Essa che decide di scavalcare gli ostacoli o farsi attendere. Una speranza diventata attesa, o un'attesa divenuta speranza. Sotto quelle mura che sembrerebbero inespugnabili, e più in là un albero di quercia attende. Ha imparato il labirinto di ingresso lei, Lloer dei Druidi, ed ha anche ricordato il modo per entrarvi o per uscirne facendo suoi il muschio delle pareti e il canto dei cigni. Per questo ora è così vicina a quella dimora ma da quella posizione riesce anche a studiarne i contorni, la pianta ottagonale, la paura del vuoto che le sembra imporre ed innalzare in quel continuo scrosciare dell'acqua di una cascata limpida creata ed eterna. Ha addosso un leggero abito di color chiaro, di una seta preziosa. Le lascia le braccia scoperte, sul davanti lo scollo si forma a V fino a quell'incavo sinuoso dei suoi seni e alla vita un lavorio pregiato ed importante le stringe i fianchi. Appeso al collo ha le sue fedi, due lontane promesse invincibili di Verità e di Amore, ma hanno, adesso, il gusto dello svanito ricordo irraggiungibile. Ai piedi non porta calzature ma una serie di nastri di vario colore le legano le caviglie e tra i capelli si è acconciata ed intrecciata alcune piume di volatili, ma anche pietre piccole, foglie, edere, fili di edera soprattuto. E' un'Iniziata alla Saggezza dei druidi, colei a cui è stato donato il nome dell'Astro più femminino e più ambiguo di tutte, la dea dalle diverse facce e Achesta ora è Luna per i druidi, ma solo per i suoi fratelli e le sue sorelle in quel districato simbolismo naturale e vivo che tutto sa celare e ogni cosa mostrerà. Sta proprio ai piedi della quercia, con i palmi delle mani rivolti ad esso, sfiorando la pelle di un Padre. E di una Madre.

DRAUGCELEB (folto) Il bosco delle driadi è come sempre, pieno di vita e di verde, quel verde che dice che la madre è lì, presente e viva e l'elfo dai capelli d'argento cammina nel folto e si muove con eleganza e dimestichezza nata dalla saggezza e dall'esperienza del tempo, forse anche troppo, che aveva dedicato alle sue ricerche, alla sua fuga da se stesso e dalle proprie azioni e dagli uomini. Non lascia alcuna traccia sui sentieri, sul muschio e sulla vita di quel luogo, parte di lui così come lui parte di esso. (manto di Yavanna/agilità +2) La tunica verde, lo confonde con l'ambiente e così gli stivali e i calzoni, mentre la lunga è fissata sulle spalle, questa sera dovrà incontrare il maestro della forgia per sottoporgli un progetto interessante, sperando che sia fattibile. Dopo aver ricevuto la missiva di Achesta, eccolo lì, per sapere, per conoscere, per vedere se sta bene. L'aveva aspettata, così come lei aveva richiesto, ma lei non era tornata perchè aveva trovato il suo posto lì ad Avalon, e di questo ne era molto contento. Quando gli uomini trovano il loro posto nel mondo è utile perchè la loro vita abbia un senso e così possano trovare la loro vocazione. Ed eccolo lì, alla cascata, dove aveva incontrato la fata, dove si era chiarito con Eivor, dove aveva speso tante e tante notti alla ricerca di corvi e di altre tante cose, osserva la forza dell'acqua, la sua potenza e con lo sguardo, si guarda intorno per vedere dove si trova la donna e dovrebbe vederla e la trova cambiata nell'aspetto, più consapevole del suo nuovo ruolo, più consapevole di se stessa. Le andrebbe incontro e quindi la saluterebbe. ''Sid et honor.'' Un inchino e poi aspetterebbe di vedere la reazione di lei.

ACHESTA [Folto > Pressi Albero > Fronte Fortezza] Una scia di vento, un tiepido refolo si insinua tra i capelli creando quel movimento del mare e della tempesta e poi della calma che sia o meno apparente parla di lei. Ha i sensi e tutto il suo corpo orientato dentro e fuori la quercia [//Meditazione], senza alcuna distrazione o rumore di ramo spezzato sarebbe, molto probabilmente, in grado di inoltrarsi ancora dentro la linfa del padre, tra le sua mani, tra lo scudo della sua corteccia e l'armatura del tronco, ma la meditazione richiede un distacco pressoché netto con la civiltà e i passi di Draug per quanto silenziosi trovano il posto nella sua voce, così precisa e delicata ma ferma di elfo. Si volta Achesta, solo con il viso, appena per rivederlo, per poter assaporare di lui quel suo viso ed il colore degli occhi, fino a immortalare nel suo azzurro i suoi capelli. Incurva le labbra ed è diversa, per quanto il suo ingresso nella casa dei Druidi sia recente, già molto ha sfiorato la sua anima che era tuttavia pronta, ma il tocco della dea Madre cambia sempre ciò che può migliorare. Ha una luce negli occhi così intensa Lloer che richiama la stessa luminosità di quelli di lui. '' Sid et Naturalis, Draug… '' sofferma lo sguardo nel suo, ma ora decide di voltarsi completamente e di lasciare la quercia per poter compiere alcuni passi verso il Fante. ''E' molto che vi aspetto'' è la voce di colei che ha atteso del resto, poiché ogni promessa è un debito ed ogni loro parola è un intreccio che per quanto inconsapevoli li spinge più lontano da dove essi credono di poggiare i propri piedi. ''Ho temuto che non vi avrei più rivisto, ma più che altro è per la vostra vita 'preziosa' che mi sono ritrovata in pena'' il riferimento è senza ombra di dubbio all'ultima faccenda dell'esercito dei corvi e ella morte che, da una parte o dall'altra, sembra dover giungere. E' felice, tuttavia. Mal trattiene quella piccola sorta di apprensione poiché è più importante sapere che ai piedi della grande fortezza dei ghiacci egli sia giunto.

DRAUGCELEB (folto) Si è diversa ma la trova piacevolmente cambiata e imprime nella propria mente il saluto della congrega dei druidi e ascolta anche le parole di apprensione che gli rivolge, ma la verità è un'altra, per ora la sua vita è salva se così possiamo dire, perchè non ancora è arrivato il giorno dello scontro e presto arriverà e forse ci sarà bisogno di affilare le lame e prepararsi alla battaglia, prepararsi allo scontro con quelle immonde creature. ''Fino a quando i miei passi calcheranno queste terre, non dovete temere.'' Cerca di dare conforto o comunque di mitigare quel sentimento che ha caratterizzato le sue parole ed è vero che lo aspetta da molto ma il tempo è tiranno anche con le vite di chi come lui è eterno e del tempo può disporre a proprio piacimento, senza che nulla lo turbi troppo, senza che nulla cambi senza il suo consenso e senza la sua presenza ed è una verità inconfutabile. Aveva visto le ere degli uomini cambiare, aveva visto i loro dei mutare ed evolversi, le loro armi e le loro concezioni acuirsi e diventare pericolosi, ma in tutto questo ha trovato Avalon, ha trovato quello che si potrebbe definire pace e quello che potrebbe definire serenità, ma anche questa terra porta i suoi dolori e le sue pene come tutte le altre dopotutto.

ACHESTA [Folto > Pressi Albero > Fronte Fortezza] Per quanto stia imparando a conoscerlo, una parte di Achesta ha l'impressione che non saranno mai uguali, mai sullo stesso pensiero, mai simili nemmeno, mai capirlo realmente, mai umano lui e mai elfa lei. Questo è ciò sente mentre lo invita a seguirlo, se volesse, mentre lei si volta per camminare avanti di un paio di passi, pochi metri per arginare la quercia e distendersi sul prato che è però coperto e nascosto da una vegetazione così spessa ed alta che è sarebbe difficile vederli rapidamente. Si siede poi, attendendo lui. ''Quali novità quindi''' parla con un tono di voce secco ma speciale e femminile, masticando nell'ombra un carattere molto forte di donna. Solleva il viso verso il cielo, i capelli le cadono in basso nascondendo la schiena che è in parte nuda e i fili ricci dell'edera riescono così a toccare il prato. ''Ho incontrato proprio qui chi cercavo e ho superato la prova ed oggi sapete chi sono, ma per voi temo che rimarrò Semplicemente Achesta e di questo ne sono contenta. Con le persone migliori non bisogna mai nascondersi di essere ciò che si è realmente…'' sorride mentre lo cerca nello sguardo e rimane per pochi istanti con il viso sollevato alla volta, gli occhi chiusi, i capelli smossi dal vento, i lembi del vestito non lasciare mai quella piana terrena.

DRAUGCELEB (folto) La segue, notando come ogni volta la differenza di altezza tra lor, una cosa che si definirebbe normale, una cosa che nota però sempre e ovunque va e argina anche lui la quercia e poi si siede alla sua destra, piegando la gamba destra e appoggiandovisi con il gomito del braccio destro. La guarderà osservandone i tratti, le movenze e le parole incrociando il suo sguardo con il proprio. ''Tra poco ci sarà il capitolo finale, se non dovesse andare bene...'' pensa a quell'eventualità, saranno pronti per fronteggiarla? Lui lo avrebbe fatto nelle sue possibilità e il suo sguardo si indurisce mentre si sposta a guardare ciò che è loro intorno. ''...l'approdo sarà ben difeso.'' Ci sarebbe stato lui con gli altri cavalieri a difendere l'isola, così come era loro dovere così come era giusto perchè erano cavalieri. Inarca il sopracciglio sinistro per la frase successiva, non capendone a fondo il senso perchè forse per lui non è molto tanto diverso come ci si chiama a seconda delle congreghe o delle strade che si scelgono. ''Da oggi avrete obblighi e doveri come druido, ma nonostante rimarrete per me Achesta, contate pure sul mio aiuto.'' Una frase forse inutile o forse l'elfo per alcune questioni non ha la saggezza che dovrebbe avere forse perchè di esperienze simili non ne ha mai avute e per questo forse non si capiranno ma questo solo il resto può dirlo. Non ha visto nessun druido oltre lei e forse anche questa congrega ha difficoltà come tutte quante o così sembrava e se ce ne fosse stato bisogno le avrebbe dato il suo appoggio.

ACHESTA [Folto > Pressi Albero > Fronte Fortezza] Si aspettava quelle parole, quelle parole successive e quasi confezionate per lei, perché Lloer sa che potrà contare su di lui, o è ciò di cui è convinta. E' sull'incertezza della prima parte che si concede un pensiero che paleserà a voce, caricando le sue aspettative proprio verso di lui. ''Perché mai dite così, andrà bene Draug perchè la Dea vi accompagna e Avalon non soccomberà. Voi avete fiducia nel prossimo e la stessa fiducia dovreste riporla in voi. Io mi fido molto di Te…'' esprime finalmente quel cambio di registro così poco formale. ''Dovresti saperlo dal primo giorno in cui ti ho incontrato.'' Non lo guarda ma si distende a terra, supina con la schiena a baciare la frescura della pianura e da lì passano mille battiti della Terra e lei, solo ora apre la sua esperienza in quel contatto al fine di avvertire ogni pulsazione. ''L'approdo sarà difeso dai Cavalieri immagino, non ho ancora avuto modo di incontrare i vostri confratelli e spero di poterne avere presto occasione, vorrei che i druidi e i cavalieri possano essere alleati in questa battaglia, vorrei ci fosse fiducia e aiuto reciproco, credi che sia possibile?'' è quasi necessario quel ''tu'' che le sembra accorciare di molto la distanza tra lei e lui. Piega le ginocchia e le caviglie rimangono ormai nude, mentre la tanta chioma di capelli si è sparsa sul verde dell'erba. ''Draug, vorrei farti una domanda molto personale se me lo permetti'' dice mentre cambia l'aria e cambia la sua curiosità. ''Tu mi incuriosisci molto, non credo sia un peccato!'' esclama con tono gaio e leggero per cercare di captarne qualcosa del resto di ciò che vorrebbe sapere.

DRAUGCELEB (folto) Sarà la solita malinconia degli elfi, sarà che in ogni caso non potrà essere lì grazie anche alla sua inesperienza ma è comunque sempre volto a pensare a quello che succederà, non sa ancora chi sarà il secondo guerriero che parteciperà alla tenzone con la regina e il suo uomo o meglio corvo di fiducia. Non aveva ricevuto ancora notizie al riguardo se non che anche loro cominciavano a fare la propria parte e di certo il passato doveva essere dimenticato, o insegnato solo quando ci fossero state delle dimostrazioni di altrettanta importanza. Non commenta dunque si limita a pensare guardando la vita che è intorno a loro e che è costantemente minacciata. Si, lo sa che si fida di lui e con un cenno del capo le farà capire che non ne era all'oscuro e sente il suono dei suoi movimenti e la sua richiesta e per questo si volta a guardarla. ''Cavalieri e guardiani insieme.'' Poi pensa all'eventualità di una collaborazione ed è un'idea molto buona e si, di certo ci sarà la possibilità di collaborare. ''Sono convinto di si, l'isola ne ha bisogno.'' Lascia che gli dia del tu e dopo averci pensato nei suoi lunghi silenzi di oggi, si convince ad usare anche lui quel modo di rivolgersi a lei. Inclina di lato la testa cercando di capire cosa voglia sapere di lui e poi quell'affermazione, fatta con una felicità a stento trattenuta che non capisce o forse si perchè gli elfi incuriosiscono molti. ''Si.'' Una semplice risposta alla prima richiesta della domanda e poi subito dopo la seconda. ''No, non credo.'' Non capisce dove voglia spostarsi il loro dialogo forse per certi versi è proprio ancora un umano, nella conoscenza di certe cose.

ACHESTA [Folto > Pressi Albero > Fronte Fortezza] ''Cavalieri e Guardiani. Insieme'' sussurra tra sé, ma è un soffio di voce udibile per le orecchie appuntite di Draug. E' ancora distesa, ancora e per sempre figlia della Madre, che così rapidamente l'ha voluta tra la schiera dei Suoi figli prediletti e Suoi, tutti suoi fino alla fine di quei mortali e Oltre. ''Sono ancora una straniera per Avalon perché oltre al capo della mia corporazione, l'arcidruido di Avalon, non conosco nessuno e questo ammetto… mi pesa parecchio, ma confido nel tempo.'' favella dapprima mentre ora che ha quel sottile permesso si tira su, mettendosi seduta adesso, piegando le ginocchia di lato e ponendosi quasi frontale a Draug che l'avrà ben vicina a lunghezza di braccio. Sì, ha qualcosa da sapere per questo cercherà di smistare tra le parole alcune intenzioni, ma anche quella lunga vita dell'elfo. Allunga il braccio destro, se fosse possibile, poggerebbe con delicatezza il suo palmo destro sul lato del cuore di Draug e lì la lascerà per quegli istanti in cui, guardandolo negli occhi, parlerà. ''Dove hai buttato il cuore Draug?'' chiede con il tono di chi sta tagliando a metà già la stessa strada mal divisa. ''Io… non sento il tuo cuore, mai le tue emozioni, le tue sensazioni. La tua voglia di vivere, non sento la tua felicità e nemmeno te, quello che sei, ciò che vuoi, ciò che ti rende appagato.'' Questo è ciò lei dice, ciò che sente invece sono fauci di mostro spalancate e vive. Rimane con la mano lì anche se inizierebbe a scendere dal petto dell'elfo, a meno che lui non le fermasse la mano. ''Io ti vedo, ti guardo, ma non ti vedo davvero. Non sei questo Draug, non sei così distante dagli altri, così lontano da me ogni volta… '' sull'ultima nota alza uno sguardo cristallino in quelli di lui, se fosse amicizia o rispetto non si legherebbe adesso in una definizione. ''Parla con me, ti prego.''

DRAUGCELEB (folto) Immagina da ciò che dice, da quel sussurro che ci sono cose che ancora non conosce e che pian piano dovrà affrontare, perchè nel conoscere ogni cosa c'è un riconoscere se stessi e cosa si potrebbe fare o meno e infatti quei pensieri trovano un riscontro in quello che lei dice dopo, sul suo poco conoscere ciò e chi muove quel mondo, sia in maniera indiretta che in maniera diretta. Poi gli si porrà di fronte e nel mentre la segue con lo sguardo di ghiaccio grazie alla luce che investe i suoi occhi, curioso di capire cosa stia per succedere e cosa voglia fare. Segue con gli occhi il movimento del braccio, fino a vedere e sentire la mano di lei lì dove c'è il suo cuore e sorpreso di poco aggrotta le sopracciglia, in modo quasi impercepibile per poi tornare a guardarla incrociando il suo sguardo. Quelle frasi, quelle domande lo prendono in contropiede. ''Il cuore...'' Lo dice in un sussurro che a lei purtroppo non sarà percepibile, perchè purtroppo è nascosto il cuore degli elfi forse anche a loro stessi dopo che eventi e persone lo hanno calpestato più di una volta e lui ne porta il segno sul viso, più d'uno. Da elfo poi non si apre molto agli altri se non in poche, rarissime occasioni. "Sono un elfo." Un'unica frase, ciò nonostante non le dirà solo questo perchè è troppo poco perchè qualcuno che non ha mai conosciuto quelli della sua razza possa capire. "La pazienza è quello che ti serve e forse..." Lascia la frase incompleta rivolgendole un sorriso e potrà vedere adesso quanto gli dispiaccia, ma è la sua natura, e in essa potrà scorgervi quello che chiedeva, il suo sentimento che per adesso è ciò che è.

ACHESTA [Folto > Pressi Albero > Fronte Fortezza] Un'altra risposta che si aspettava, ma non le importa, non è a quelle parole che darà peso, ma a quell'emozione che le sembrano così ovattate, così tenute a bada, talmente controllate da non essere vero nulla, niente è vero e farà che lasciare andare la sua mano verso il verde giaciglio del prato e si accomoderà bene per potergli parlare, non da vicino non per quello ma realmente e davvero. ''Se tu poni sempre il tuo essere elfo ed io il mio umano, non saremo mai uguali Draug, non è così che si fa o forse voglio cambiare qualcosa che non potrò mai mutare nemmeno con la più viscerale forza di volontà, ma sta di fatto che per quanto noi due… siamo amici ed io ti voglio già molto bene, tu mi tieni distante, mi guardi senza vedermi e lo stesso vale per me, credo.'' Abbassa lo sguardo e per quanto siano importanti le parole che pronuncia mantiene un'espressione serena sul viso. ''Mi hai pensato, sei stato in pena per me? Intendo dire, io Sì, e te lo manifesto e te lo dico e ti tocco il cuore e tu vai via e vai indietro.'' Sono le perle delle verità infinite. ''Adesso con questa storia, questo capitolo finale dei corvi, io sono dannatamente in pensiero e molto preoccupata per te, non credo che ti importi molto, come non credi che ci siano persone che ti vogliono bene e non ti chiedono nulla magari. Io non ti chiedo nulla'' La voce è soave, calma molto, decisa come la guerra che arriva e l'aiuto che si offre e che non sa se viene scartato o scacciato. ''Vorrei che tu pensassi a ciò che ti sto dicendo oggi'' Sospira, torna a guardarlo ''Lo farai?''.

DRAUGCELEB (folto) Non era una divisione e differenza tra le razze quello a cui si riferiva, ma gli dispiace che lei pensi che la tenga distante, purtroppo per lui è difficile esprimere qualcosa, persino un semplice sentimento di amicizia magari, forse gli è più facile esprimere la sua stima ma non è quello che vorrebbe che di se stesso lui faccia mostra. Lascia che parli, lascia che esprima le sue sensazioni, i suoi pensieri e la guarda abbassare lo sguardo e sospira. Poi si girerà e allungherà il braccio e così la mano alla sua destra e prenderà un fiore, cercando di fargli il minor danno possibile. Un fiore con sfumature rossastre e arancioni e quindi, lo aggiungerà delicatamente a quell'insieme che già di per se colora i capelli dell'altra. ''Quando sarà finito il capitolo dei corvi, cercami e se tutto sarà andato bene, conservalo dove più ti aggrada.'' Quello è il simbolo della sua amicizia, quello il simbolo che aveva aspettato ed era stato in pensiero e che aveva dimenticato di chiedere visto che stava bene e che adesso la sua preoccupazione, palpabile, era rivolta ad altre questioni che di certo però non toglievano la sua attenzione da chi riteneva suoi uguali nell'animo. Poi si alzerà in piedi, riportando lo sguardo a quella calma che c'è in quel luogo. ''Lo farò e cerca di non scomparire più.'' Le rivolgerà un sorriso di nuovo, stava cercando a modo suo di dimostrarle qualcosa che per lui era di per se difficile e poi se lei vorrà, le tenderà la mano e l'aiuterà a rialzarsi per poi salutarla con un breve inchino e andare via nel bosco a lui così caro come lo era per lei. ''Vanya sulie.'' (Che i venti ti siano favorevoli)

ACHESTA [Folto > Pressi Albero > Fronte Fortezza] Forse non gli dirà mai ciò che prova veramente, perché ad oggi non lo sa nemmeno lei. Cosa sia quell'emozione che prova per lui non ha Nome. Sa che non è niente di certo, ed ancora non ha contorni, ma solo sfumature. Sa che sono diversi, troppo, in modo così netto, per Lei è un muro, per Lui forse un'occasione di vita, almeno in questa dove c'è la Donna della Luna Crescente e lei è neve e Luna e Lui è solo Eternità infinita dove lei può perdersi. Lascia che la mano di Draug le si insinui tra i capelli e quel bel fiore rimarrà con lei per gli anni a venire, chiuso tra le pagine dei suoi libri, di misteri e simboli disegnati a margini. Lo sente con l'anima e lui forse lo sa, ed in tutto questo sarà meglio che i due si lascino così per poi ritrovarsi con la vita tra le mani. Accetta la sua mano e si solleverà in piedi. Per un momento sente la paura di lasciarlo andare verso la battaglia ma percepisce che anche lei è dentro quel minimo spazio del suo cuore. ''Draug… se hai bisogno, oltrepassa la cascata che vedi. Un'aquila minore canterà fino a quando io la sentirò e verrò.'' Poi se ne vanno, come chi disegna due percorsi ad X ma il fuoco sta nel centro. Rosso e Vivo. Ora hanno

DRAUGCELEBஒ CAVALIERE ESPLORATOREஒ ELFO ARELDAR
23/03/2016 17:57
 
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mi ha tagliato l'ultima azione lol
ACHESTA [Folto > Pressi Albero > Fronte Fortezza] Forse non gli dirà mai ciò che prova veramente, perché ad oggi non lo sa nemmeno lei. Cosa sia quell'emozione che prova per lui non ha Nome. Sa che non è niente di certo, ed ancora non ha contorni, ma solo sfumature. Sa che sono diversi, troppo, in modo così netto, per Lei è un muro, per Lui forse un'occasione di vita, almeno in questa dove c'è la Donna della Luna Crescente e lei è neve e Luna e Lui è solo Eternità infinita dove lei può perdersi. Lascia che la mano di Draug le si insinui tra i capelli e quel bel fiore rimarrà con lei per gli anni a venire, chiuso tra le pagine dei suoi libri, di misteri e simboli disegnati a margini. Lo sente con l'anima e lui forse lo sa, ed in tutto questo sarà meglio che i due si lascino così per poi ritrovarsi con la vita tra le mani. Accetta la sua mano e si solleverà in piedi. Per un momento sente la paura di lasciarlo andare verso la battaglia ma percepisce che anche lei è dentro quel minimo spazio del suo cuore. ''Draug… se hai bisogno, oltrepassa la cascata che vedi. Un'aquila minore canterà fino a quando io la sentirò e verrò.'' Poi se ne vanno, come chi disegna due percorsi ad X ma il fuoco sta nel centro. Rosso e Vivo. Ora hanno un luogo e un nodo lungo. [//exit]

DRAUGCELEBஒ CAVALIERE ESPLORATOREஒ ELFO ARELDAR
23/03/2016 18:30
 
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Ci tengo a ringraziare tantissimo la player di questo meraviglioso Elfo, una bellissima giocata anche per me.

Alla prossima perché ormai mi sta incuriosendo il tutto... [SM=g27838]




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