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commemorazione 2016

Ultimo Aggiornamento: 16/03/2016 12:06
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11/03/2016 10:24
 
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isabel
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quando?
una curiosità, perche è stata scelta la data del 13 adar al posto del 14 nisan che cade il 22 aprile 2016 ?
11/03/2016 11:17
 
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Perché se usiamo il metodo usato ai tempi di Gesù, il 14 nisan cade appunto il 23 marzo, e non il 22 aprile.
E' giusto usare il metodo usato al tempo di Gesù, non il metodo applicato al calendario odierno.

In questo sito non tdG (ringrazio Hal per la segnalazione) si spiega l'errore del calendario ebraico nel 2016, spostando di un mese la data della morte di Gesù

www.studiesintheword.org/jewish_calendar_errors.htm

Non devi quindi confondere il calendario biblico con quello ebraico odierno

“I mesi ebraici hanno sempre continuato a essere quello che i mesi di tutte le nazioni civilizzate erano in origine, vale a dire i naturali mesi lunari. Siccome la durata del mese astronomico è 29
giorni, 12 ore, 44’, 3’’, i mesi di 29 giorni devono alternarsi regolarmente coi mesi di 30 giorni. Ma 12 mesi lunari ammontano solo a 354 giorni, 8 ore, 48’ 38’’ mentre l’anno solare è composto da
365 giorni 5 ore 48’ 48". La differenza tra l’anno lunare di dodici mesi e l’anno solare ammonta perciò a 10 giorni e 21 ore. Per compensare questa differenza, come minimo una volta ogni tre
anni, e qualche volta due, un mese deve essere intercalato. Fu osservato molto tempo fa che una compensazione sufficientemente accurata si otteneva intercalando un mese tre volte ogni otto
anni (durante il quale periodo, la differenza è di 87 giorni). I giochi quadriennali greci dipendevano già dal riconoscere questo ciclo di otto anni (octaeteris) e il ciclo di quattro anni risultò
semplicemente dividendo a metà questa cifra.
Così anticamente, nel quinto secolo a. C., l’astronomo Metone di Atene disegnò un sistema di compensazione più esatto nella forma di un ciclo di 19 anni, nel quale un mese doveva essere intercalato sette volte. Questo sistema superò in esattezza il ciclo di otto anni, perché ogni 19 anni la differenza era solo di due ore mentre in otto anni era di un giorno e mezzo. Tra gli astronomi seguenti che fornirono calcoli ancora più accurati, Ipparco di Nicea (circa 180 - 120 a.C.) merita di essere nominato. Il fatto che dopo ogni 19 anni, il corso del sole e della luna coincide ancora quasi esattamente, era risaputo presso i babilonesi. Infatti, si crede che iscrizioni
cuneiformi dimostrino che questi usarono regolarmente il ciclo intercalante fin dal tempo di Nabonassar, quindi, molto prima di Metone. Anche se questo fatto non è ancora provato, l’uso
del ciclo intercalante di 19 anni nell’era persiana e seleucide può tuttavia essere accettato come verificato, sebbene non si sia assolutamente certi se la priorità appartenga ai greci o (come
probabile) ai babilonesi.
. . . che il ciclo di 19 anni era in uso durante il regno degli Arsacidi nel primo secolo a. C. e d.
C., è dimostrato da T. Reinach per via di monete in cui gli anni 287, 317, e 390 dell’era seleucide erano anni bisestili. Quanto hanno progredito gli Ebrei dell’era inter-testamentaria in questa faccenda? Di certo avevano delle nozioni su quest’argomento ma, a meno che non ci siamo ingannati, al tempo di Gesù, loro non avevano ancora un calendario fisso, però basandoci su basi di osservazione puramente empirica, ogni mese cominciava con l’arrivo della luna nuova, e ugualmente basandosi sull’osservazione, intercalavano un mese nella primavera del terzo
o secondo anno in conformità con le regole che in ogni circostanza la Pasqua ebraica deve cadere dopo l’equinozio primaverile”.
- Emil Schürer, The History of the Jewish People in the
Age of Jesus Christ Vol. 1
[Modificato da admintdg3 11/03/2016 11:33]



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1) Leggete attentamente il Regolamento e attenetevi alle varie regole.
2) Usate il tasto Cerca prima di postare, onde evitare di scrivere cose che sono già state scritte in passato.
11/03/2016 13:03
 
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Re:
isabel, 3/11/2016 10:24 AM:

una curiosità, perche è stata scelta la data del 13 adar al posto del 14 nisan che cade il 22 aprile 2016 ?


Abbiamo già spiegato che per il calcolo del 14 Nisan si prende a riferimento la luna nuova (nera) più vicina all'equinozio di primavera.

L'equinozio di primavera è il 20 marzo.

Abbiamo una luna nuova (nera) il 9 marzo e la successiva il 7 aprile.

Riteniamo che si debba prendere a riferimento quella del 9 marzo in quanto è più prossima all'equinozio.

Contando 14 giorni da tale data giungiamo al 23 marzo come corrispondente al 14 nisan.

Se altri giungono alla data del 23 aprile evidentemente è perchè prendono a riferimento il novilunio (luna nera) successivo all'equinozio; i motivi ed i criteri che regolano questo calcolo andrebbero chiesti a loro.

[SM=g1944981]



[Modificato da Hal.9000 11/03/2016 13:08]
11/03/2016 13:34
 
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Emil Schürer dice che "al tempo di Gesù gli ebrei non avevano ancora un calendario fisso, ma basandosi sulla semplice osservazione empirica, iniziavano ogni mese con la comparsa della luna nuova, e basandosi similmente sull'osservazione" aggiungevano un mese se questo era necessario. Oggi il calendario giudaico inserisce il mese intercalare ad arbitrio per ragioni civili, noi seguiamo un altro calendario e dunque scegliamo il giorno del calendario solare basandoci sullo stesso metodo, comparsa della luna nuova.

Shalom
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11/03/2016 14:38
 
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isabel
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ok grazie...
Ma non trovate che sarebbe molto più semplice per TUTTI avere lo stesso giorno fisso ogni anno ?
Intendo senza fare calcoli su plenilunio, equinozio, vecchi metodi, calendario biblico, ebraico,... ?
Che so dal 2017 si decide la data del 15 aprile e sempre quella rimane!
11/03/2016 14:51
 
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Re:
isabel, 11.03.2016 14:38:

ok grazie...

Che so dal 2017 si decide la data del 15 aprile e sempre quella rimane!




Infatti è sempre quella, il 14 nisan [SM=g27988]

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"Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione" - Edmund Burke
11/03/2016 15:10
 
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Re:
isabel, 3/11/2016 2:38 PM:

ok grazie...
Ma non trovate che sarebbe molto più semplice per TUTTI avere lo stesso giorno fisso ogni anno ?
Intendo senza fare calcoli su plenilunio, equinozio, vecchi metodi, calendario biblico, ebraico,... ?
Che so dal 2017 si decide la data del 15 aprile e sempre quella rimane!


Premesso che quoto al 100% la risposta di Sea, ti chiedo: a che pro?

11/03/2016 15:50
 
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Credo che lo stralcio seguente sia il più esauriente
*** w90 15/2 pp. 14-15 parr. 23-25 Dal “Sèder” alla salvezza ***
23 Un altro motivo per cui la nostra data può differire da quella degli ebrei è che essi impiegano un calendario predeterminato, sistema che entrò in uso solo nel IV secolo E.V. Usando tale calendario, essi possono stabilire la data in cui cadrà il 1° nisan o in cui cadranno delle feste decenni o secoli in anticipo. Inoltre, all’antico calendario lunare bisognava aggiungere ogni tanto un tredicesimo mese perché rimanesse sincronizzato con le stagioni. L’attuale calendario ebraico aggiunge questo mese in momenti predeterminati; all’interno di un ciclo che dura 19 anni, tale mese è aggiunto agli anni 3, 6, 8, 11, 14, 17 e 19.
24 Ad ogni modo, Emil Schürer dice che “al tempo di Gesù [gli ebrei] non avevano ancora un calendario fisso, ma basandosi sulla semplice osservazione empirica, iniziavano ogni mese con la comparsa della luna nuova, e basandosi similmente sull’osservazione” aggiungevano un mese se questo era necessario. “Se . . . verso la fine dell’anno si notava che la Pasqua sarebbe caduta prima dell’equinozio di primavera [il 21 marzo circa], si decideva di intercalare un mese prima di nisan”. (The History of the Jewish People in the Age of Jesus Christ, Volume 1) In questo modo il mese in più veniva aggiunto in maniera naturale, e non ad arbitrio.
25 Il Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova fissa la data per il Pasto Serale del Signore seguendo il metodo antico. La data del 1° nisan è determinata da quando la luna nuova più vicina all’equinozio di primavera può essere probabilmente osservata al tramonto a Gerusalemme. Contando 14 giorni da allora si arriva al 14 nisan, che di solito corrisponde al giorno della luna piena. (Vedi La Torre di Guardia del 1° dicembre 1977, pagine 735-6)




Sulla proposta di Isabel vorrei farle notare che ogni religione ha la sua data per la pasqua e il suo modo di celebrarla. Considera anche che di calendari ce ne sono diversi e quelli antichi funzionavano diversamente dei moderni. Il CD ha deciso di usare il sistema "artigianale" antico. Chi vuole usare il calendario ebraico attuale tanto vale che dica anche che siamo nel 5776.
11/03/2016 16:00
 
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isabel
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Re: Re:
Hal.9000, 11.03.2016 15:10:


Premesso che quoto al 100% la risposta di Sea, ti chiedo: a che pro?





semplicemente per avere una data fissa! decidi che è il 10 aprile e tutti gli anni è quella.

11/03/2016 16:18
 
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Il punto è che ad esempio per i cattolici la pasqua non è quella degli ebrei... il problema non è solo di calendario ma di significato religioso diverso. Ma questè differenze esistono da tempi immemori anche all'interno dello stesso cristianesimo. Il 14 nisan non può essere una data fissa, perché il calendario lunare non è sincronizzato con quello solare.

I testimoni di Geova hanno deciso di commemorare la morte di Gesù (non la Pasqua) il 14 nisan calcolato con lo stesso metodo, presumibilmente, usato all'epoca di Gesù.

Shalom
[Modificato da barnabino 11/03/2016 16:20]
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11/03/2016 16:19
 
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Re: Re: Re:
isabel, 11.03.2016 16:00:




semplicemente per avere una data fissa! decidi che è il 10 aprile e tutti gli anni è quella.





Ma noi non commemoriamo una determinata data ma un evento UNICO capitato in un preciso momento della storia, il 14 nisan di circa 2000 anni fa e non il 14 Nisan attuale

Chi si adatta al calendario moderno ebraico, al massimo può dire in che data OGGI secondo il calendario ebraico è il 14 Nisan, ma non che tale giorno OGGI corrisponde al evento accaduto realmente il 14 nisan di 2000 anni fa, ossia il giorno in cui morì Gesù

Invece i TdG non possono dire che il 23 marzo 2016 è il 14 nisan secondo il calendario moderno (lo è secondo il calendario antico usato allora), ma possono affermare che è il giorno in cui mori Gesù, perché piaccia o no, il giorno della morte di Gesù non si adatta a nessun calendario moderno ma resta un evento UNICO accaduto in una precisa data




[Modificato da Seabiscuit 11/03/2016 16:21]

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"Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione" - Edmund Burke
12/03/2016 09:36
 
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La cosa che lascia basito a me è il livello di ignoranza della claque di *******. Ogni cosa che spara la applaudono come una illuminazione celestiale. Cose da film.
[Modificato da barnabino 12/03/2016 10:01]
12/03/2016 10:06
 
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12/03/2016 11:35
 
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Piròfilo
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Qualcuno insiste nel dire che non solo bisogna seguire il calendario ebraico attuale, ma che la data giusta biblica è il 13 nisan, non il 14.

Le argomentazioni sono


1) Giovanni 13:1 dalla Traduzione del Nuovo Mondo Interlineare dice che Gesù tenne la sua Ultima Cena prima della festa della Pasqua ebraica.

Infatti il testo originale della Scrittura di Giovanni 13:1 dice:

Πρὸ δὲ τῆς ἑορτῆς τοῦ πάσχα – Pro de tes heortes tou Pascha

Letteralmente va tradotto “Prima della festa della Pasqua”.

2) la nota in calce a Matteo 26:17 dice che la frase “il primo giorno dei Pani non fermentati” andrebbe tradotta “Il giorno prima [dei Pani non fermentati]”. Questa traduzione del termine gr. πρῶτος (pròtos) seguito da un genitivo concorda col significato e la traduzione di una costruzione simile in Gv 1:15, 30, cioè: “esisteva prima [pròtos] di me”. Secondo LSJ, p. 1535, col. 1, “πρῶτος è usato a volte dove ci aspetteremmo di trovare πρότερος [pròteros]”.

3) Che Giovanni e Matteo non stessero confondendo le date, ma intendevano dire proprio quello che hanno scritto, è evidente da una osservazione che viene fatta dal vangelo di Giovanni, che in Giovanni 18:28 dice: “Quindi, da Caiafa condussero Gesù al palazzo del governatore. Ora era la mattina presto. Ma essi stessi non entrarono nel palazzo del governatore, affinché non si contaminassero e potessero mangiare la pasqua”.

4) in Giovanni 19:14 viene detto che quando Gesù era di fronte a Pialto, “Era la preparazione della Pasqua, era la sesta ora (circa mezzogiorno]”. Da questi versetti, si nota senza troppi giri di parole, che la mattina in cui Gesù fu flagellato e interrogato da Pilato non era ancora iniziata la Pasqua, visto che i capi sacerdoti non si dovevano contaminare per poterla mangiare. La Pasqua sarebbe iniziata dopo. Visto che il giorno ebraico iniziava al tramonto del sole, il loro 14 Nisan, il giorno in cui celebrare la Pasqua, sarebbe iniziato solo la sera, dopo la morte di Cristo. Questo vuol dire che tutti gli avvenimenti dell´ultimo giorno di vita di Gesù, vale a dire (1) la celebrazione del Nuovo Patto (2) Il tradimento di Giuda (3) la promessa del Regno (4) l´arresto di Gesù e (5) la sua morte avvennero tutte durante il 13 Nisan, il giorno prima della Pasqua ebraica.



A voi la destructio di questi dilettantismi

12/03/2016 12:59
 
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Premetto che polemiche sulla data della celebrazione della pasqua cristiana e sul suo significato sono antichissime, ancora di più la vexata questio delle differenze tra Giovanni e i Sinottici, dunque mi pare che non si scopra nulla di nuovo. Nel dettaglio:


1) Giovanni 13:1 dalla Traduzione del Nuovo Mondo Interlineare dice che Gesù tenne la sua Ultima Cena prima della festa della Pasqua ebraica.

Infatti il testo originale della Scrittura di Giovanni 13:1 dice:

Πρὸ δὲ τῆς ἑορτῆς τοῦ πάσχα – Pro de tes heortes tou Pascha

Letteralmente va tradotto “Prima della festa della Pasqua”



Da questo passo non si deduce che Gesù celebrasse l'ultima cena il giorno prima della festa della Pasqua, il 13 nisan, ma solo che il pomeriggio di venerdì 13 nisan Gesù sapeva che era venuta l'ora di andare al padre, la pasqua la celebra con i suoi discepoli dopo il tramonto del sole.


2) la nota in calce a Matteo 26:17 dice che la frase “il primo giorno dei Pani non fermentati” andrebbe tradotta “Il giorno prima [dei Pani non fermentati]”. Questa traduzione del termine gr. πρῶτος (pròtos) seguito da un genitivo concorda col significato e la traduzione di una costruzione simile in Gv 1:15, 30, cioè: “esisteva prima [pròtos] di me”. Secondo LSJ, p. 1535, col. 1, “πρῶτος è usato a volte dove ci aspetteremmo di trovare πρότερος [pròteros]”.



La festa dei pani non fermentati iniziava il giorno dopo la Pasqua e durava dal 15 al 21 abib (nisan). In quell’epoca il giorno di Pasqua era ormai generalmente considerato il primo giorno della festa dei pani non fermentati. Tenuto conto della consuetudine ebraica, il testo greco originale consente la spiegazione che la domanda sia stata rivolta a Gesù il giorno prima della Pasqua


3) Che Giovanni e Matteo non stessero confondendo le date, ma intendevano dire proprio quello che hanno scritto, è evidente da una osservazione che viene fatta dal vangelo di Giovanni, che in Giovanni 18:28 dice: “Quindi, da Caiafa condussero Gesù al palazzo del governatore. Ora era la mattina presto. Ma essi stessi non entrarono nel palazzo del governatore, affinché non si contaminassero e potessero mangiare la pasqua”



Perspicacia spiega:

"Si noti che in quell'epoca l’intero periodo, inclusi il giorno di Pasqua e la successiva festa dei pani non fermentati, era a volte chiamato “Pasqua”. Tenendo conto di questo fatto, Alfred Edersheim propone la seguente spiegazione: Il giorno di Pasqua si faceva un’offerta di pace volontaria e un’altra, obbligatoria, veniva presentata l’indomani, 15 nisan, primo giorno della festa dei pani non fermentati. Fu questa seconda offerta che gli ebrei temevano di non poter mangiare se si fossero contaminati nell'aula del tribunale di Pilato".


4) in Giovanni 19:14 viene detto che quando Gesù era di fronte a Pialto, “Era la preparazione della Pasqua, era la sesta ora (circa mezzogiorno]”.



Qui il termine greco paraskeuè tradotto “preparazione” sembra contrassegnare non il giorno precedente il 14 nisan, ma il giorno precedente il sabato settimanale, che, in questo caso, era un “gran giorno” in quanto non era solo un sabato in quanto 15 nisan, primo giorno dell’effettiva festa dei pani non fermentati, ma era anche un sabato settimanale. Questo è comprensibile dato che, come si è già detto, il termine “Pasqua” era usato a volte per indicare l’intera festa.


Questo vuol dire che tutti gli avvenimenti dell´ultimo giorno di vita di Gesù, vale a dire (1) la celebrazione del Nuovo Patto (2) Il tradimento di Giuda (3) la promessa del Regno (4) l´arresto di Gesù e (5) la sua morte avvennero tutte durante il 13 Nisan, il giorno prima della Pasqua ebraica



Questo sarebbe in contraddizioni con gli altri vangeli, che dicono che Gesù morì e fu sepolto nel giorno in cui aveva mangiato la Pasqua con i suoi discepoli, non il giorno prima.

Shalom
[Modificato da barnabino 12/03/2016 13:17]
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FORUM TESTIMONI DI GEOVA
12/03/2016 13:31
 
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Caro Piròfilo,

in merito alla prima argomentazione mi sembra una forzatura dire che “Prima della festa della Pasqua” corrisponda al momento in cui Gesù inizia a celebrare al Pasqua.
Il contesto narra:
"Ora, siccome sapeva prima della festa della pasqua che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, Gesù, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. 2 E durante il pasto serale, avendo già il Diavolo posto nel cuore di Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, ..."

Quindi, prima della festa, Gesù capisce che è arrivato il momento della sua morte, dopodiché, il 14 nisan, celebra il pasto serale. Perché avrebbe dovuto celebrarlo prima?

In merito alla seconda, terza e quarta argomentazione, la risposta l’ho trovata qui:

Perspicacia, vol. 2, pag. 495, parr. 2-4
Successione degli avvenimenti. Una questione di contaminazione suscitò questo commento: “Essi stessi non entrarono nel palazzo del governatore, affinché non si contaminassero e potessero mangiare la pasqua”. (Gv 18:28) Gli ebrei consideravano una contaminazione entrare nella casa di un gentile. (At 10:28) Queste parole tuttavia furono pronunciate “la mattina presto”, quindi dopo il pasto di Pasqua. Si noti che in quell’epoca l’intero periodo, inclusi il giorno di Pasqua e la successiva festa dei pani non fermentati, era a volte chiamato “Pasqua”. Tenendo conto di questo fatto, Alfred Edersheim propone la seguente spiegazione: Il giorno di Pasqua si faceva un’offerta di pace volontaria e un’altra, obbligatoria, veniva presentata l’indomani, 15 nisan, primo giorno della festa dei pani non fermentati. Fu questa seconda offerta che gli ebrei temevano di non poter mangiare se si fossero contaminati nell’aula del tribunale di Pilato. — Op. cit., pp. 186, 187.
“Il primo giorno dei pani non fermentati”. Sorge una domanda anche a proposito della dichiarazione di Matteo 26:17: “Il primo giorno dei pani non fermentati i discepoli si accostarono a Gesù, dicendo: ‘Dove vuoi che ti prepariamo da mangiare la pasqua?’”
Qui l’espressione “il primo giorno” si potrebbe tradurre “il giorno prima”. Riguardo all’uso del termine greco pròtos, reso in questo caso “primo”, una nota in calce a Matteo 26:17 nella Traduzione del Nuovo Mondo dice: “O, ‘Il giorno prima’. Questa traduzione del termine gr. [pròtos] seguito da un genitivo concorda col significato e la traduzione di una costruzione simile in Gv 1:15, 30, cioè: ‘esisteva prima [pròtos] di me’”. Secondo un lessico “[pròtos] è usato a volte dove ci aspetteremmo di trovare [pròteros (che significa ‘anteriore, precedente’)]”. (H. G. Liddell e R. Scott, A Greek-English Lexicon, riveduto da H. S. Jones, Oxford, 1968, p. 1535). In quell’epoca il giorno di Pasqua era ormai generalmente considerato il primo giorno della festa dei pani non fermentati. Tenuto conto della consuetudine ebraica, il testo greco originale consente la spiegazione che la domanda sia stata rivolta a Gesù il giorno prima della Pasqua.

Ricordiamoci che per gli ebrei ed altri popoli vigeva “l’idea che il giorno iniziasse la sera, dopo il tramonto, e terminasse l’indomani al tramonto.” (w08 1/10 11)

P.S.: Ci tengo a precisare che rispondo a beneficio di eventuali persone interessate, dal cuore sincero,che sicuramente ci leggono, e non per controbattere ad argomentazioni apostate, dato che è mia ferma determinazione non perdere nemmeno un secondo della mia vita con loro! [SM=g7348]
12/03/2016 14:39
 
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Piròfilo, il dilettantismo di questa versione consiste nel presentare come scoperta una lettura vecchia come il cùcù e nel non presentare gli argomenti a favore del 14 nisan. Infatti da "quelle parti" glie lo avevo chiesto ma lì pubblicano solo i post della claque.
Come dice Barnabino i dibattiti sulle date sono vecchi di secoli e questa ipotesi del 13 nisan è finita perdente. E' sufficiente la spiegazione di La Parola.net


"Or avanti la festa di Pasqua,"

Queste parole di introduzione indicano al tempo stesso il momento e il soggetto cui questo paragrafo si riferisce. Le solennità pasquali avevano principio col pasto nel quale ogni famiglia mangiava l'agnello, con tutti i riti anticamente prescritti da Mosè, colla sola differenza che, invece di mangiare stando in piedi, ognuno reclinava nel modo ordinario, Confr. Esodo 12:8,11 e Maimonides Pesach 10:1, e siccome nei versetti che seguono vien descritto un pasto simile a quello, le parole "avanti la pasqua" hanno dato non poco da fare a certi commentatori. Meyer ed altri sostengono che la cena di cui vien qui parlato non può essere la cena Pasquale, poiché ebbe luogo avanti la Pasqua, e credono che avvenisse in qualcuna delle sere che precedettero il Giovedì 14 Nisan. Secondo questa teoria, la prova del suo affetto da Gesù data ai suoi discepoli col lavare loro i piedi non ebbe nulla che fare colla festa di Pasqua; anzi Gesù non mangiò più quella volta l'agnello pasquale. "Su questa questione e sull'altra, se cioè Cristo e i suoi discepoli mangiarono la Pasqua al tempo stesso che i Giudei in generale, Vedi Note Luca 22:14. Altri ritengono l'opinione anche più stravagante ed insostenibile, che la Pasqua giudaica, era stata trasformata in un'agape cristiana, la quale precedette la istituzione della Santa Cena, e che quella, e non la Pasqua, è precisamente la festa qui descritta da Giovanni. Una tal teoria non crediamo davvero meriti di venir confutata. In quanto alla obbiezione di Meyer più sopra enunciata, di sembra evidente che la cena di cui parla qui Giovanni sia la medesima che quella descritta dai Sinottici sotto il nome di Pasqua, e ciò per le seguenti ragioni:

1. Il modo in cui ci vien presentata da Giovanni prova che non era una cena ordinaria.

2. In Giovanni 21:20 essa vien ricordata come la cena nella quale Giovanni era coricato in sul petto di Gesù.

3. Nel racconto di; Luca dell'ultima cena, leggiamo che Gesù disse ai suoi discepoli: Io sono in mezzo di voi come colui che serve Giovanni 13:22,27, e queste parole sono un'allusione evidente al lavacro dei piedi, ricordato dal solo Giovanni.

4. I Sinottici affermano tutti che i discepoli rimasero sorpresi quando Gesù dichiarò che nel loro numero vi era un traditore Matteo 26:21-25; Marco 14:18-21; Luca 22:21-23; or ciò non sarebbe stato possibile se un giorno o due prima, Gesù avesse loro annunziato la medesima cosa nel loro pasto ordinario della sera.

La difficoltà proveniente dalle parole è creata unicamente dagli oppositori col dare all'avanti la Pasqua un significato troppo retrospettivo. Essa svanisce del tutto coll'applicare avanti, non ai giorni, ma alle ore che precedettero immediatamente la cena pasquale, e durante le quali Gesù ordinò i preparativi per celebrarla degnamente, e per quello che intendeva farvi. Oltre a moltissimi antichi commentatori, i moderni Stier, Alford, Brown, Luthardt e Fairbairn si accordano in sostanza su questa interpretazione. Per questa, e per altre questioni che sorgono meramente da alcune espressioni che troviamo in questo quarto Vangelo, Vedi le note su Luca 22:14.
12/03/2016 15:00
 
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Cinòfilo
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Polverizzati: 1) il 14 nisan slittato ad aprile; 2) il 13 nisan, vi anticipo la prossima obiezione: se il lievito contamina e va evitato, non contamina ancor più la farina 00, raffinata con sbiancanti e procedimenti chimici? Per questo motivo i tdG han mancato di rispetto a Cristo ed è giusto ripristinare l'antica farina integrale, quella utilizzata anticamente, e annullare tutte le commemorazioni precedenti basate su un simbolo corrotto da agenti chimici [SM=g7405]
12/03/2016 15:28
 
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Ed eccovi le note di laparola.net su Luca


Luca 22:14

14. E, quando l'ora fu venuta, egli si mise a tavola co' dodici apostoli.

L'ora indicata, era poco innanzi il tramonto, prima che finisse il 14 di Nisan, benché non si levassero dalla mensa sino a che non fossero trascorse alcune ore del 15 Giovanni 13:30. Il verbo greco invece di esser tradotto come nel testo «si mise a tavola». significa letteralmente si coricò, come pure il verbo usato da Matteo e da Marco. Questa era la positura, che solevasi prendere a tavola, nei tempi del nostro Signore. Ciò segnava un allontanamento evidente dall'uso primitivo e legale nel celebrare la pasqua Esodo 12:11, ma il nostro Signore lo considerò come non essenziale, altrimenti non l'avrebbe adottato. Questo è un rimprovero di fatto rivolto a coloro che, sotto una disposizione spirituale, contendono intorno ad atteggiamenti e a positure come se appartenessero alle cose più importanti del vangelo. Ci sembra che, qui sia il luogo opportuno per accennare ad alcune delle quistioni difficili che vennero assai per tempo discusse nella Chiesa primitiva e che divisero e dividono anche oggi i più esperti critici, cioè: La festa descritta in Giovanni 13 e la pasqua descritta dai Sinottici sono esse identiche? Gesù mangiò egli realmente la pasqua co' suoi discepoli? Gesù e i suoi discepoli la mangiarono essi lo stesso giorno che gli altri Giudei? Queste quistioni sorgono veramente da alcune espressioni che trovansi nel quarto Evangelo.

1. La quistione, se la cena ricordata in Giovanni 13:1 e la Pasqua rammentata da' Sinottici, quale fu celebrata la notte prima che Cristo fosse condannato e crocifisso, sieno identiche, sorge tutta dalle parole: or AVANTI la festa di Pasqua. Alcuni critici hanno interpretato avanti come se si riferisse a qualche altra cena che aveva avuto luogo forse assai tempo prima che fosse celebrata la Pasqua. Sembra tuttavia che essi stessi si creino questa difficoltà, coll'attribuire ad avanti un significato, assai retrospettivo. Essa svanisce del tutto coll'applicare avanti alle ore che precedettero immediatamente la cena pasquale, e nelle quali il Signore non solo diede ordini a' due discepoli intorno alle preparazioni esteriori, ma si preparò egli stesso solennemente a quel che dovea fare in essa, sotto l'impressione de' profondi pensieri che riempivano in allora l'animo suo. Rimossa questa difficoltà, non resta al lettore che di paragonare attentamente gl'incidenti che occorsero durante la cena pasquale descritta da Giovanni con quelli narrati dai Sinottici. per convincersi che tutti quattro trattano dello stesso avvenimento. È contrario a ragione il supporre che il tradimento di Giuda e il rinnegamento di Pietro fossero divulgati dal Signore come cose intorno alle quali i discepoli non nudrivano il minimo sospetto insino allora, se già le avesse lor dichiarate in parole quasi identiche in una precedente cena cui tutti erano convenuti.

2. La seconda quistione intorno alla quale hanno combattuto i critici, cioè se il nostro Signore mangiasse la pasqua co' suoi discepoli può molto sommariamente risolversi col ricorrere alle dichiarazioni positivamente affermative di tutti gli Evangelisti. Riesce invero difficile il comprendere come, in presenza di simili dichiarazioni, vi sia stato mai alcuno che abbia nudrito un dubbio qualsiasi intorno a questo, Cfr. Matteo 26:21,23; Marco 14:18,20,22; Luca 22:15; Giovanni 13:18,26.

3. L'ultima questione è di gran lunga la più importante: Cristo e i suoi discepoli mangiarono essi la pasqua, lo stesso giorno che gli altri Giudei? La testimonianza concorde dei tre primi Evangelisti non lascia alcuna possibilità di dubitare, che il Signore mangiasse la pasqua la solita sera ch'era stabilita per legge (14 di Nisan); ma dalle parole di Giovanni 18:28: «Essi non entrarono nel palazzo per non contaminarsi, ma per poter mangiar la pasqua», alcuni critici inducono che il popolo Giudeo in generale non mangiava la pasqua insino al 15. Siccome il distinto comandamento di Dio intorno al giorno in cui dovevasi uccidere l'agnello pasquale non era stato mai abrogato, possiamo senza tema di errare tener per cosa indubitata che un tal cambiamento per parte di tutto un popolo, non avrebbe mai potuto ricevere la sanzione degli scribi e dei farisei, i quali stavano tanto stretti alla lettera della legge. Devesi adunque cercare qualche altra spiegazione di queste parole di Giovanni; e questa ci pare molto soddisfacente che cioè esse si riferiscono solo ai membri del Sinedrio, i quali durante tutta la notte erano stati tanto attivamente occupati nel promuovere la condanna di Gesù, che non avevano avuto l'agio, al tempo determinato dalla legge, per celebrare la pasqua. Essi però intendevano farlo quello stesso giorno, appena questo affare urgente lo avesse, loro permesso, e per questo motivo si astennero dall'entrare nel Pretorio, poiché coll'entrarvi si sarebbero contaminati e resi inabili a celebrare la festa. Se la pasqua si fosse celebrata solo la sera del 15, niuna precauzione simile sarebbe stata necessaria, poiché la contaminazione legale durava solo per un giorno di dodici ore, talché ne sarebbero stati liberati la sera, anche se fossero entrati nell'aula del tribunale. Esempi di differimento delle più solenni celebrazioni sono rammentati da Flavio nella sua storia. Le osservazioni di Brown sulla relazione esistente fra il Vangelo di Giovanni e quelli de' Sinottici, riguardo alle summentovate difficoltà critiche sono degne di seria attenzione. «Per la natura stessa del fatto, un errore su questo punto (il giorno in cui il Signore celebrò la pasqua), commesso dai tre primi Evangelisti le cui narrazioni coincidono, eppure si dimostrano indipendenti l'una dall'altra, era difficilmente possibile. Inquanto al quarto Evangelista (che ebbe tanta parte in tutto questo affare e il cui Vangelo, scritto dopo che gli altri tre già da lungo tempo circolavano nella Chiesa, mostra chiaramente di esser stato scritto per completare gli altri), non è concepibile che avesse potuto cadere in qualsiasi errore. E siccome nel suo Vangelo non vi è traccia, di alcuna intenzione di correggere un errore degli altri tre su questo punto, così è giuocoforza confondere, lasciando del tutto in disparte la divina autorità de' Vangeli, che i tre primi Evangelisti ed il quarto devono essere unanimi su questo punto importante. Ora, siccome la testimonianza dei tre primi è esplicita e non si può metter da parte, mentre quella del quarto è solo generale e presuntiva, la conclusione cui ci sentiamo astretti è che la pasqua fu mangiata dal Signore e da' suoi discepoli la solita sera» Giovanni 18:28
16/03/2016 12:06
 
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Re:
l'importante è "continuare a far questo in ricordo" di Gesù, e di quello che il suo sacrificio significa per noi.

E' come per la croce. Alla fine le cose importanti sono che Gesù è morto per noi e il significato di questo sacrificio. Che sia avvenuto su una croce o su un palo, se l'ultima cena sia il 14 nisan o altro giorno ... alla fine non è poi così importante ...

Al limite l problema che verte intorno alla croce è l'uso che se ne fa del "simbolismo", così come scegliere ad esempio come data di nascita del Cristo (cambiando argomento) una data "cara" ai culti pagani, o come simboli pasquali simboli "cari" ai culti pagani ... ecc...
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