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Un terribile avvenimento

Ultimo Aggiornamento: 21/12/2015 21:39
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L’autore sale sul pulpito, il suo naso rotto è coperto da una sporca benda bianca, avvicina il microfono alle labbra e si schiarisce la gola, lancia uno sguardo assente dai suoi occhi grigi: « Caro lettore, anche se mentre voi leggete queste righe i nostri corpi si trovano in punti diversi dello spazio e del tempo, vi prego di credermi quando vi dico che in questo momento riesco a leggere la perplessità nel vostro sguardo. “Che racconto è mai questo?” penserete, “è un piatto che non sazia” scriverà probabilmente la critica, pur con un pizzico d’amarezza che non tengo nascosta al gentile lettore il quale merita di conoscere tutti gli aspetti della realtà, non posso che essere d’accordo con questi ragionevoli rimproveri. Nella mia narrazione qualcuno di voi potrebbe ravvisare l’osceno tentativo di tenere il lettore all’oscuro dei fatti essenziali alla comprensione dell’accaduto, accusa che se fosse vera sarebbe sufficiente a suscitare sdegno nei confronti della mia persona e diffidenza nelle mie attività professionali, ma mai al mondo potrei rivolgere al lettore tale offesa, il mio compito come scrittore è servire voi pazienti lettori senza i quali il mio lavoro sarebbe del tutto inutile come uno stupido che tenta di bucare la superfice di uno stagno gettando sassi dalla riva. Le mie parole potrebbero apparire contradditorie, ma quanto scritto nel mio racconto è nato dalla volontà di non lasciare il lettore all’oscuro di un avvenimento di tale gravità che rifiutarsi di raccontarlo sarebbe stato una terribile colpa oltre che un peso troppo grave per la mia coscienza.
Immagino che il lettore sia curioso di conoscere i dettagli di questa sventura, ma confesso che la mia memoria dei fatti è assai frammentaria e un eventuale tentativo di ricostruzione risulterebbe in una composizione minimalista e piuttosto confusa di lemmi indipendenti privi di legame con il precedente o il successivo, come tasselli di un puzzle gettati alla rinfusa tra le righe della pagina. Il lettore non pensi che il sottoscritto non abbia tentato di ritrovare i tasselli smarriti nella sua memoria, ma qualora ci provasse un muro di spiacevole dolore di origine ignota si innalzerebbe tra le sue sinapsi bloccandone la ricerca.
Chiunque tra di voi si diletti nell’arte di scrivere comprenderà l’amarezza di non poter dare al lettore, specialmente riguardo argomenti di questo spessore, la massima gamma di informazioni possibili, al fine di offrire una visione di insieme sulla quale ricostruire l’unica vera e sacra realtà. Sono terribilmente dispiaciuto di non poter ottemperare al sacrosanto compito di uno scrittore di servire umilmente il proprio lettore il cui unico sforzo dovrebbe consistere nello sfogliare le pagine facendosi trascinare dalle parole come in una carrozza su una strada ben assestata » lo scrittore digrigna i denti gialli che emettono un freddo suono stridente, una goccia di sangue esce dal suo naso e si posa sulle labbra, si schiarisce la gola, lancia uno sguardo assente dai suoi occhi grigi: « Purtroppo questo mio buco di memoria e il muro d’angoscia che mi assale a ripensare ad un avvenimento così terribile mi impediscono di arricchire la descrizione con più elementi di quelli già appuntati, su di un accaduto che per la sua importanza non posso, per rispetto nei vostri confronti, tenere nascosto » l’autore guarda in basso oltre il pulpito con i suoi occhi grigi senza espressione, si lascia cadere nel vuoto, un tonfo secco come gusci di noce, la sua testa rimbalza nella piazza, un coro di vittoria si innalza dalla folla.
[Modificato da Latah 21/12/2015 20:23]
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Penso che al di la' della comprensione...bisogna sempre essere vicini al dolore...leggerlo...
[SM=x142887]

Latah, 21/12/2015 20:21:


L’autore sale sul pulpito, il suo naso rotto è coperto da una sporca benda bianca, avvicina il microfono alle labbra e si schiarisce la gola, lancia uno sguardo assente dai suoi occhi grigi: « Caro lettore, anche se mentre voi leggete queste righe i nostri corpi si trovano in punti diversi dello spazio e del tempo, vi prego di credermi quando vi dico che in questo momento riesco a leggere la perplessità nel vostro sguardo. “Che racconto è mai questo?” penserete, “è un piatto che non sazia” scriverà probabilmente la critica, pur con un pizzico d’amarezza che non tengo nascosta al gentile lettore il quale merita di conoscere tutti gli aspetti della realtà, non posso che essere d’accordo con questi ragionevoli rimproveri. Nella mia narrazione qualcuno di voi potrebbe ravvisare l’osceno tentativo di tenere il lettore all’oscuro dei fatti essenziali alla comprensione dell’accaduto, accusa che se fosse vera sarebbe sufficiente a suscitare sdegno nei confronti della mia persona e diffidenza nelle mie attività professionali, ma mai al mondo potrei rivolgere al lettore tale offesa, il mio compito come scrittore è servire voi pazienti lettori senza i quali il mio lavoro sarebbe del tutto inutile come uno stupido che tenta di bucare la superfice di uno stagno gettando sassi dalla riva. Le mie parole potrebbero apparire contradditorie, ma quanto scritto nel mio racconto è nato dalla volontà di non lasciare il lettore all’oscuro di un avvenimento di tale gravità che rifiutarsi di raccontarlo sarebbe stato una terribile colpa oltre che un peso troppo grave per la mia coscienza.
Immagino che il lettore sia curioso di conoscere i dettagli di questa sventura, ma confesso che la mia memoria dei fatti è assai frammentaria e un eventuale tentativo di ricostruzione risulterebbe in una composizione minimalista e piuttosto confusa di lemmi indipendenti privi di legame con il precedente o il successivo, come tasselli di un puzzle gettati alla rinfusa tra le righe della pagina. Il lettore non pensi che il sottoscritto non abbia tentato di ritrovare i tasselli smarriti nella sua memoria, ma qualora ci provasse un muro di spiacevole dolore di origine ignota si innalzerebbe tra le sue sinapsi bloccandone la ricerca.
Chiunque tra di voi si diletti nell’arte di scrivere comprenderà l’amarezza di non poter dare al lettore, specialmente riguardo argomenti di questo spessore, la massima gamma di informazioni possibili, al fine di offrire una visione di insieme sulla quale ricostruire l’unica vera e sacra realtà. Sono terribilmente dispiaciuto di non poter ottemperare al sacrosanto compito di uno scrittore di servire umilmente il proprio lettore il cui unico sforzo dovrebbe consistere nello sfogliare le pagine facendosi trascinare dalle parole come in una carrozza su una strada ben assestata » lo scrittore digrigna i denti gialli che emettono un freddo suono stridente, una goccia di sangue esce dal suo naso e si posa sulle labbra, si schiarisce la gola, lancia uno sguardo assente dai suoi occhi grigi: « Purtroppo questo mio buco di memoria e il muro d’angoscia che mi assale a ripensare ad un avvenimento così terribile mi impediscono di arricchire la descrizione con più elementi di quelli già appuntati, su di un accaduto che per la sua importanza non posso, per rispetto nei vostri confronti, tenere nascosto » l’autore guarda in basso oltre il pulpito con i suoi occhi grigi senza espressione, si lascia cadere nel vuoto, un tonfo secco come gusci di noce, la sua testa rimbalza nella piazza, un coro di vittoria si innalza dalla folla.


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