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[APPRODO DEL RE] Sputa il Veleno

Ultimo Aggiornamento: 05/10/2015 10:11
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Sesso: Femminile
05/10/2015 10:11


Thayseer [Alloggi Dorne]: Un pomeriggio particolare merita una serata degna. I capelli sono ancora umidi dopo il delizioso bagno caldo che si è concesso di ritorno dalla sala di lettura. Piccole gocce gli imperlano il viso mentre passeggia tranquillo per l'ala riservata ai dorniani. Indossa una tunica di lino bianco e un paio di braghe anch'esse di lino bianco; i vestiti sono mezzo incollati alla pelle dall'umidità naturale del corpo appena lavato. ai piedi morbide scarpe scure. Passa accanto alla stanza della sorella cercando di origliare ma nessun rumore proviene da quella stanza o così pare dunque si muove ancora a passo tranquillo attraverso il corridoio rimanendo al centro dello stesso.



Renesmee [Alloggi Dorne]: Uno schieramento pare muoversi verso il corridoio centrale che conduce all'ala della fortezza occupata dai Nobili dorniani. Sembrerebbe un esercito quello che avanza, causato dai suoni più acuti e metallici degli uomini che seguono la Blackmont creando intorno ad ella una sorta di griglia quasi impossibile da superare. O da spezzare. E' ancora vestita degli abiti di oggi, la rendono più -femmina- e meno mascolina agli occhi di chiunque. Velata veste azzurra, braccia scoperta, arricchita dagli accessori più lussuosi come gli orecchini in oro e filamenti di dorati gioielli le impreziosiscono i polsi. Il trucco scuro è leggermente sbavato, anche lei avrebbe bisogno di lavarsi e di riposarsi. Ha un cerchio alla testa che non le consente di prestare particolare attenzione a ciò che ha intorno, credendo che tutto sia rimasto intatto dall'alba, o almeno da quando ha lasciato la sua stanza. < Heareth, fai guardia tu alla mia porta, per questa notte non vorrei essere disturbata per alcun motivo. A meno che non giungano corvi da mio padre > si volta mentre gli parla, mentre la danza dei veli della sua veste è un delicato svolazzare di odori che ha naturalmente sulla pelle. Non appena svolterà l'angolo, immettendosi nel corridoio principale che conduce alla sua stanza, nonché alle stanze degli altri nobili, riconoscerebbe Thayseer. Un sorrisetto le compare sul viso, ma avanza senza fretta. Lui del resto dovrebbe accorgersi di uomini che oltrepassano la strada dell'androne.


Thayseer [Alloggi Dorne]: Non servono doti particolari per udire il dolce e ritmico suono di stivali e quello più acuto dell'acciaio o quello più sordo dei foderi che cozzano sulle armature. Lo sguardo si rivolge in un istante all'indirizzo dei suoni e la falcata già lenta va arrestandosi. Il Lord di Yronwood riane in silenziosa attesa mentre compaiono i primi avventori, armature splendenti, acciaio lucente al brillare delle fiaccole ma ancora non riesce a capire chi possa essere. Il passo riprende, più spedito, per andare incontro ai veterani e alla giovane dama che conducono per gli alloggi. <Cugina...> Un sorriso arguto gli appare sul viso alla vista dell'avvoltoio sulle divise dei combattenti. <Anche oggi a terrorizzare qualche povero bimbo?> la incalza con l'ovvio intento di stuzzicarla. <Il giovane Hurin tark è rimasto...come dire...colpito dal tuo> Lo sguardo del ragazzo indugia alcuni secondi voluttuoso sui seni coperti dalla veste azzurra per tornare al viso <Equipaggiamento. quando mi ha raccontato quanto accaduto non sapevo se ridere o meno> ma questa volta una leggera risata l'Yronwood se la concede.




Renesmee [Alloggi Dorne]: Lei avanza, incede come se il Mondo tutto le appartenesse, come sei lei fosse la Custode e la Guardiana e della Blackmont si potrebbe pensare che sorti di malefici e demoni le abbiano oscurato gli occhi, l'anima ed il cuore. Non parla, non gli si rivolge a meno fino a quando non siano ad una debita distanza. Ascolta quelle parole talmente spedite, ma sarà il vino ingurgitato oggi non riesce, istantaneamente a fare mente locale su quali dei mille bambini ella possa aver, come dire, -sorpreso- Ricorda il nome di Hurin Stark ma non credeva di aver fatto così terrore. < Avrà molto da imparare allora. Che cosa ti ha raccontato? > domanda lì per lì pare non essere interessata infatti rivolge ai suoi uomini un gesto dritto e conciso permettendo loro di farli avanzare almeno fino alla sua stanza che è ben cinque porte più a sud su quel corridoio. Incrocia le braccia sotto al seno non appena i Suoi siano scomparsi e si pone quindi frontale ad egli, adottando una sorta di adagiata compostezza < Avanti, voglio sentire > la voce è calda, neutra, serena. Il cerchio alla testa permane tuttavia e lei non riesce proprio a reggerlo il vino bianco.


Thayseer [Alloggi Dorne]: <Cugina, hai gli occhi un po' rossi> Dice scrutandola ora con più attenzione, chinando il busto verso di lei, avvicinando il viso al suo, sfregandosi la corta barba sale e pepe con le dita. Una visita che dura alcuni istanti come a voler mettere un poco a disagio la ragazza. Si ritira in nuova eretta postura senza sembrare un manichino o una guardia di picchetto. <Non dovevamo stare attenti a non bere?> chiede ridacchiando appena. <Ma si, datti alla pazza gioia mia adorata> Un gesto della mano come a voler allontanare quel discorso che pare futile e privo di significato. Solo adesso però il giovane comincia a sentire un misto di odori: vinaccia a coprire il dolce profumo indossato dalla ragazza. Un'aroma intenso, che stimola la favella del giovane Lord <Ordunque, non ti preoccupare di quello che dice il piccolo Stark...diciamo che ha ancora la lingua per il semplice motivo che ha indugiato più sul tuo pugnale che sulle tue grazie...> indica senza troppi scrupoli il seno pieno della Blackmont <Mi sembra quasi strano che si sia preoccupato solo di quello...magari al Nord hanno usanze particolari riguardo le donne> il viso si eleva un istante al soffitto, in cerca di un'ispirazione. <Mi documenterò a riguardo> e ora le iridi cerulee sono tutte per il viso della ragazza.




Renesmee [Alloggi Dorne]: L'arrivo di Thayseer ha sicuramente, per la Blackmont, scombussolato tutti i piani. Quali solo i Sette potrebbero sapere di più. Quando si avvicina lui al viso diRenesmee, lei istintivamente compie una specie di arretramento del busto, quasi come se fosse sempre abituata a stare in difesa. Non ci fa caso a quello che dice sui suoi occhi rossi ma questa volta incalza lei< Voglio sapere che cosa ti ha detto, mi ha solo vista con un pugnale e sembrava già dai suoi occhi io avessi ammazzato un nordico, ho fatto che -far sparire- il pugnale in una tasca interna del mio abito, per lui sarà stata stregoneria dorniana, visto che il suo sguardo si è accesso di una specie di… stordimento > stira le labbra in un sorriso accattivante e si accorge che gli occhi di Thayseer indugiano sulle sue forme di donna ormai sviluppate al massimo del suo corpo. < Ti diverti? > domanda con un fare quasi amaro. < Ho bevuto del vino perché un Cavaliere del'ovest me lo ha offerto, ma non credo siano affari tuoi Lord cugino > se le carte del tavolo fossero già scoperte non ci sarebbe di che stupirsi, invece c'è sempre da restare in allerta. < Ho un leggero mal di testa e vorrei dormire > commenta di rimando alla fine senza crearsi grossi problemi. Intanto aspetta di saperne di più sul giovane metalupo per quanto la cosa non sa se prenderla nel verso sbagliato. O Giusto.


Thayseer [Alloggi Dorne]: La ragazza si accende di ardore ed è quanto basta al giovane Lord per incominciare a stuzzicarla con maggior vigore rimanendo attento a non esagerare. <Addirittura 'Lord cugino'? devi essere proprio arrabbiata mia dolce Renesmee..> Sorride spavaldo <Ti ho già detto che reputo la questione chiusa.> Replica ora con serietà, ripetendo il gesto precedente della mano. <Questo stava a significare che la cosa è ininfluente, priva di ogni interesse, ma se può farti stare meglio sappi che il giovane mi ha solamente chiesto se ero armato e io ho fatto due più due e ho dedotto che egli ha notato il tuo splendido pugnale> Lo sguardo cade volutamente sulle generose forme della cugina, ben conscio che quel gesto possa solo farla adirare ulteriormente. <Il tuo bellissimo pugnale del Sud mia cara non è coperto da segreto di stato...se volevi che egli non lo vedesse dovevi fare più attenzione e> la mano destra si chiude puntando solo l'indice in direzione della Blackmont <Per quanto riguarda me non solo mi diverto...> Un sorrisino complice gli increspa un angolo della bocca mentre lo sguardo diventa ardente come le fiaccole alle pareti. Ma è un battito di ciglia e il ragazzo torna serio e composto scostandosi a destra per lasciare libero il corridoio <Se ti basta un po' di acqua sporca e un bel tipetto dell'Ovest a ridurti così...> Sbuffa <Meglio che vai a riposare.>




Renesmee [Alloggi Dorne]: Lei continua a guardarlo per pura presunzione più che per il gusto effettivo e reale di stare lì, ferma, al centro di quel corridoio ad ascoltarlo. Si ricorda di lui da ragazzino, lei era appena una bambina nobile di Dorne che sgambettava con una freccia strisciata sul pavimento ornato di casa Blackmont. Di Thayseer si ricorda parecchie cose e nessuna come se non volesse portare con lei quel -punto debole, l'unico che molto probabilmente abbia- Lui. < Non è affatto un ripeto dell'ovest, è erede di Castamere, e molte altre cose… > scioglie il braccio destro dall'intreccio sotto al seno e mantenendo il gomito piegato porta le dita alla fronte cercando di massaggiare la zona dell'attaccatura del naso. <… che ora non ricordo > solleva uno sguardo quasi esausto. Cerca di non cadere in quelle provocazioni < Sei geloso? > domanda sollevandosi sulla punta dei piedi, ammiccando in una specie di espressione altezzosa e carica di spregiudicata vanità < Il bambino del Nord tuttavia mi preoccupa, come li crescono al Nord questi uomini che dovranno difendere cosa… quelle creature oltre la Barriera > il discorso è vago sulla bocca di Renesmee, di sicuro a Sud non sanno bene che cosa sia la barriera e da cosa li protegga. < Tu sei arrogante, presuntuoso. Avrei voglia di darti uno schiaffo, sai? > non è che la verità, nuda e cruda, non si concederebbe quel lusso solo per non finire sulla bocca di questi tonanti nobili dal nord alla tempesta fino a loro. Se fossero a "casa loro" questa partita sarebbe già conclusasi in maniera del tutto differente.



Thayseer [Alloggi Dorne]: Ridacchia a quelle parole, meno al commento sul giovane del Nord.<Diciamo che non è proprio il tipo che impugna la spada in prima linea,,,pare più quello che amministra> la voce si fa sottile e lo sguardo serio. <In guerra ne servono entrambi> Ammicca alla ragazza rimanendo sereno in volto per non dare l'idea di quanto la questione tra lei e l'ovestiano possa effettivamente interessargli. <Lo difendi anche a spada tratta? Mi nascondi qualcosa cuginetta?> Sa bene quanto l'epiteto cuginetta possa farla arrabbiare; una parole di troppo, scivolata involontariamente dalle labbra. Uno sfogo momentaneo dettato dalla gelosia? Eppure lui rimane impassibile esteriormente per non lasciar trasparire l'errore. E anzi rincara la dose <Ricordo una ragazza che mangiava bei tipetti per colazione...è ancora li dentro?> Così dicendo la mano destra va ad afferrarla con decisione tra la gola e la guancia: le dita che si aprono sul volto, lunghi artigli che si insinuano dietro l'osso della mandibola volendola stringere e tirare a se.<Esiste ancora quella ragazza che faceva bollire il sangue anche agli uomini con cuore di pietra? UHM??>Che tra quegli uomini ci sia lui non le è dato sapere. Ma nuovamente si porta lesto frontale alla ragazza, più vicino, molto vicino a meno di trenta centimetri da lei. <Arrogante e presuntuoso, si! Ma chiediti Renesmee: chi vorresti avere al tuo fianco i battaglia Io o il bel cavaliere?> Lo sguardo è di fuoco e non solo per l'ardore all'idea di una mischia, il cuore pompa sangue a ritmo esagerato in quel momento gonfiando le braccia e facendo pulsare una vena che spunta sulla fronte dell'Yronwood. Se qualcuno li vedesse ora penserebbe che il carattere accorto del Lord sia scomparso per lasciare spazio ad un qualche demone. <Hai idea di quanto mi piace quella ragazza?>Una frase ambigua se mal interpretata, ora lui vedrà come la ragazza la interpreta.


Renesmee [Alloggi Dorne]: Ci sono Tempeste nel Deserto che non possono essere evitate, tempeste di portata enorme che ingoiano tutto, che lasciano solo il sangue come una riga sugli occhi. Loro conoscono molto di più di quelle tempeste e sanno anche affrontarle, ma non sanno perdere sulla scia di un presunto orgoglio, sulla assonanza di parole come perdita, debilitazione. Loro, entrambi vogliono vincere. Essere i Primi o Affiancarli. Nel momento stesso avverte la presa di lui sul suo viso Renesmee si irrigidisce e le susseguenti parole le aprono il varco dell'inferno che brama e la divora. Si slegherà da quella stretta in modo quasi rapido, veloce, sentendo i muscoli pompare sotto la pelle tirata e bianca della sua carne. Lo spinge, con entrambi i palmi delle mani posati freddamente sulle sue spalle o poco più giù, lo spinge in avanti. Ha una forza da combattente e sul viso si disegna una sorta di rabbia e dolore trattenuti sotto la smorfia delle sue labbra. Lo spinge indietro con forza e potenza, mentre tutto di lei avanza. Quando il tonfo della parete arresterà il movimento delle loro gambe, se vi fosse riuscita, e se lui stesso si fosse fatto "accompagnare" così lontano da quel corridoio centrale, allora lei solleverà il viso in modo da poterlo guardare negli occhi e terrà ancora le sue mani sul corpo di lui < Nessuno dei due, Io conto solo su me STESSA! > L'ultima parola è favellata con rabbia, con sofferenza quasi. < Non farai che andartene un'altra volta, guarderò i tuoi figli crescere e morire! > quella è una risposta, capace forse lui di intenderla. Lei non sa che vuole essere sua, ma forse non si concederà mai questo dono.


Thayseer [Alloggi Dorne]: Arriva, finalmente arriva l'attesa risposta di lei. Sfodera gli artigli, mostra i denti, mette finalmente in risalto la ragazza che ha conosciuto un tempo, che ha rispettato un tempo, che ha desiderato per poi allontanarsi in modo da non cedere. E' questa la donna che conosce, la vera Renesmee. Le sue mani si abbassano lasciando libero sfogo alla sua rabbia, aprendo ancora di più le paratie della furia cieca di lei. Lei che vuol contare solo su se stessa ma lui sa per certo volere il caldo sangue di Dorne, lo stesso che scorre nelle vene a lei, lo stesso che scorre nelle vene a lui. Ammortizza l'impatto con il muro arretrando le mani fino ad incontrare la pietra, assecondando l'incedere di lei, puntando anche il tallone della scarpa al muro per appoggiarsi morbidamente fino quasi a contrastare, eguagliandola, la spinta della cugina.<Finalmente è tornata> Sorride festoso e per nulla adirato. <Finalmente ecco la donna, la vera Donna che è in te, la vera dorniana...> Si compiace di aver tirato fuori l'essenza più pura di quel germoglio. <Non ti senti meglio ora? Ora che sei uscita dal tuo letargo?> ma le parole di lei le rimbombano nella mente facendo vibrare corde che da tempo nessuno toccava ormai. <Andarmene? Al contrario Renesmee...> le sussurra suadente <Tutto quello che ho fatto mi ha solo avvicinato a te.> La guarda negli occhi, ora carichi di furia cieca. Smette di opporsi alla spinta della ragazza lasciando che la schiena prema contro il muro; le mani si alzano in uno scatto, come la cosa dello scorpione quando colpice, cingono il viso della ragazza in una delicata e ferrea morsa. <Tutto quello che faccio, anche inconsciamente non fa che tenermi vicino a te, anche quando entrambi credevamo di essere lontani, distanti nell'animo.> La guarda e sorride smaliziato <Ricordi? Anche il sangue ci accomuna> le mani sciolgono la presa e la cingono, come in un abbraccio, ma è altro che cercano. La sinistra si posa sull'elsa del pugnale, lo scoprono mettendo a nudo il filo. Ci scorre sopra il pollice affondando quanto basta per far uscire il sangue e poi si allontana per quanto possibile. <Il sangue...> porta il dito tra di loro osservandolo un istante prima di macchiarsi le labbra con un bacio e poi, se gli è concesso, macchiare le labbra di lei.


Renesmee [Alloggi Dorne]: Non ricordava l'uomo, ma avevo una trasparente idea del ragazzo Yronwood, di suo cugino. Blackmont scorre nelle sue vene che per quanto si mostri diplomatico ed accorto, Thayseer è il peggior assassino molto probabilmente, peggiore anche di lei che non ha pietà e che spezzerebbe ora la vita di un nemico, se solo potesse essere realmente se stessa in questa fortezza che la sta sfiancando. < Questo è da vedere, che cosa vuoi da me? > lo tiene con il dorso della mano destra dal collo e l'altra lo tiene via sulla parete. Comprendo ciò che dice, ma non riesce a capire cosa realmente Thayseer voglia davvero < Che cosa sei venuto a fare ad Approdo, perché mi cerchi? Che cosa pensi di fare? Credi che io sia una pedina dei tuoi progetti, Lord di Yronwood? Se così fosse ti sbagli di grosso, io non mi concederò mai a nessuno e non arriverà nemmeno per te quel momento. > se la furia cieca si fosse placata ora deciderebbe di lasciarlo libere dalla morsa dell'avvoltoio, invece lui ha davanti a sé occhi blu truccati di nero. Fieri. Pericolosi. < Cerca la tua concubina Lord, non sarò una preda così semplice e non sarò una tua preda > la voce è carica di energia, di rabbia di tutta quella costellazione dell'emozioni che bene o male scuotono il cervello degli uomini e non li lasciano ragionare. < Noi siamo lontani, sei tu che hai creato questa crepa, io sono cresciuta senza di te ed ormai sto bene così > il termine di ciò che viene lasciato di non detto ora non conta. Quello che per Renesmee è importante è che lui sappia che nessuno potrà mai dominarla, farla propria. Farla Moglie. Il movimento del pugnale, il suo frusciare viene avvertito daRenesmee che sente non solo lo scorrere via del metallo dal calore del suo corpo ma, quello stesso pugnale d'oro, andare a tagliare la carne del pollice di Thayseer. Si avvede di quello che fa, del senso di quel "rito" quando egli si bagna le labbra del suo stesso sangue lei assottiglia le palpebre e scuote con il capo < Siamo già legati dal sangue > dice piano mentre l'odore forte di ferro si consolida tra le sue narici e la bocca. < Non sarò mai tua > ma non si sposta, non avanza né arretra. Aspetta, forse.


Thayseer [Alloggi Di Dorne]: Scuote il capo, non è il momento ne l'ora per riempire la testa della ragazza, non è tempo di rivelarle quello che sa, quello sente, quello che conosce. E' arrivato il momento di farla tornare sui suoi passi, ancora una volta, per l'ennesima volta. La mano destra che non è sporca del suo stesso sangue si va a posare sul petto, appena sotto la parte morbida del collo; a lui basta una leggera spinta e poi basta il suo peso per spostare la ragazza, ma decide di metterci abbastanza energia per scongiurare reazioni inutili se non dannose. La riporta al centro del corridoio e se fosse riuscito nell'intento la lascerebbe andare <Sbagli a pensare questo di me, sei in errore quando mi paragoni a tutta la marmaglia di uomini che vivono e respirano oltre i territori dei Wyl> La guarda serio, impassibile, granitico. Negli occhi si può vedere la bolla dela furia svanire per lasciare spazio ad un'aleggiante amarezza. <La crepa non è stata creata da me, ne da te...le prede io le caccio e le uccido, tu non sei una preda> vorrebbe dirle altro ma soprassiede ora che lei gli punta gli occhi addosso. <Ora è meglio che tu vada a riposare...cugina> e come la sera precedente rimarca la parola, ma non è la passione l'emozione predominante questa sera.


Renesmee [Alloggi Dorne]: Tornano da dove erano partiti, all'inizio o più comodamente al centro del loro corridoio dorniano. < Non mi dici quello che devo fare, sono stata chiara? Io non sono Eulalia, io sono una Blackmont, figlia di un torturatore e nessuno cambia questo. Questa è l'ultima volta che mi dirai cosa fare a meno che non sia io a chiedertelo > Questa notte non ha i panni di ieri sera, ma le armi che non sono con lei, sono intorno a lei a puntare dritto contro il Lord. Farà che congedarsi, tornando tuttavia a sorridergli come se non fosse la prima né l'ultima volta che tutto ciò potrà ripetersi. < Sei tu il Lord > perché glielo dice? Non dovrà chiedere alcun permesso ma per quanto riguarda lei comincia a camminare verso la sua stanza. < Lascerai il pugnale pulito del tuo sangue ad uno dei miei. > si allontana ma se vi fossero delle risposte di rimando, le udirà senz'altro prima di chiudersi in camera e, finalmente, spogliarsi dei suoi abiti. Quelli che ha indosso e da quelli che la fanno apparire.


Thayseer [Alloggi Di Dorne]: Sorride ancora mentre la guarda allontanarsi: persino ora, persino adesso che mette in mostra quella facciata spavalda lui sa che il suo lavoro è compiuto, che ha cominciato ad erodere il muro della sua sicurezza dall'nterno. Non le risponde, non le da questa soddisfazione, semplicemente la osserva svanire nella sua stanza per poi riprendere il cammino. Il pollice, tenuto premuto contro il palmo della mano ha ormai quasi smesso di sanguinare: è bianco a causa della stretta eppure su di esso non vi è solo il suo sangue. C'è quello di lei e il calore delle labbra di lei. Si porta il dito alle labbra, assaporandone il gusto ferrigno, i denti stringono appena la punta del dito e un sorriso libidinoso appare sul suo volto. E' lei, l'unica per cui potrebbe perdere la testa, per davvero, e quel gesto ne è stata la prova. Voleva vedere il suo limite, voleva vedere il proprio di limite. Ha avuto solo un pallido assaggio di entrambi.<//EXIT>

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