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Confutazione trasmissione radio Maria del GRIS di settembre 2015...

Ultimo Aggiornamento: 09/10/2015 19:20
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01/10/2015 23:50
 
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TdG
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viceadmintdg1, 9/30/2015 11:28 PM:

L'ultimo intervento è a cura di don Battista Cadei che affronta il tema:

La Congregazione dei tdG o la ‏Chiesa dei cristiani? dicendo:




È noto che i tdG e i cattolici usano linguaggi diversi. Per esempio, quella che essi chiamano Congregazione cristiana dei tdG, i cattolici la chiamano ‏Chiesa di Cristo. Per la verità non è solo una diversità di parole, perché il loro contenuto è differente, in ‪quanto il nostro concetto di ‏Chiesa come è presentata nel Catechismo è molto diverso dal concetto di Congregazione come è spiegata dalla loro letteratura. Siccome è un argomento molto vasto, ne tratteremo in più puntate nei mesi successivi, cominciando dal loro concetto di congregazione.
I tdG, dalla constatazione che in cielo gli angeli sono organizzati al servizio di Dio, e la natura visibile è ben organizzata, concludono che «Geova è un Dio di organizzazione» Potete vivere, p. 191.

A p. 193, leggiamo: «Gesù predisse che anche nei nostri giorni ci sarebbe stata un'unica fonte di istruzione spirituale per il popolo di Dio.Parlando della propria presenza nel potere del Regno, Gesù disse in Mt 24,45-49: "Chi è realmente lo schiavo fedele e discreto che il suo signore ha costituito sopra i propri domestici per dar loro il cibo a suo tempo? Felice quello schiavo se il suo signore arrivando lo troverà a fare così. Veramente vi dico: Lo costituirà sopra tutti i suoi averi".Nel 1914, al suo ritorno nel potere del Regno, Cristo trovò un gruppo di persone, "uno schiavo fedele e discreto", impegnato a provvedere "cibo" o informazioni spirituali? Sì, trovò un tale "schiavo", composto dei rimanenti dei suoi 144.000 "fratelli" sulla terra (Riv12,10; 14,1-3). E dal 1914 milioni di persone hanno accettato il "cibo" da essi provveduto, e hanno cominciato a praticare con loro la vera religione. Questa organizzazione di servitori di Dio è nota col nome di testimoni di Geova".

Sull'identificazione del servo fidato e prudente di Mt 24,45, i tdG hanno avuto delle oscillazioni, e anche oggi non manca qualche equivoco. All'inizio molti ritenevano che tale servo fosse il loro fondatore Russell. Ma ben presto si fece strada l'idea, riaffermata nel 1927, che lo schiavo fedele e discreto fosse da identificare con "l'intero corpo dei fedeli cristiani unti con lo spirito", cioè quelle poche migliaia di destinati al cielo, ancora viventi sulla terra. Ma ecco l'equivoco: dopo averlo affermato, se ne dimenticano, e praticamente fanno coincidere lo schiavo col Corpo Direttivo un gruppo ristretto.

Potete vivere, p.195: «Anche oggi la visibile organizzazione di Dio è guidata e diretta in modo teocratico. Alla sede centrale dei testimoni di Geova a Brooklyn (New York) c'è un corpo direttivo, composto da anziani cristiani di varie parti della terra, che soprintende alle attività mondiali del popolo di Dio. Questo corpo direttivo è composto da membri dello "schiavo fedele e discreto". Serve quale portavoce di questo "schiavo fedele". I membri del corpo direttivo, come gli apostoli e gli anziani di Gerusalemme, hanno molti anni di esperienza nel servizio di Dio. Ma nel prendere decisioni non confidano nella sapienza umana. Essendo guidati teocraticamente, seguono l'esempio del primo corpo direttivo di Gerusalemme, le cui decisioni si basavano sulla Parola di Dio ed erano prese sotto la guida delle spirito santo. – Atti 15,13-17.28-29».

I tdG proclamatori, p. 626: « Oggi i testimoni di Geova riconoscono che La Torre di Guardia e altre pubblicazioni simili sono impiegate dallo schiavo fedele e discreto per dispensare il cibo spirituale. Non sostengono che questa classe dello schiavo sia infallibile, ma la considerano l'unico canale che il Signore usa negli ultimi giorni di questo sistema di cose».

Di fatto oggi il ruolo di schiavo è svolto dal Corpo direttivo nel quale non tutti sono cosiddetti unti .

Dov'è la base biblica di questo comportamento? I tdG fanno uno sforzo enorme per dimostrare che la Congregazione è strutturata come la prima comunità cristiana di Gerusalemme. Ma, a parte l'enorme “evoluzione” istituzionale dai tempi di Russell ai giorni nostri, si può facilmente dimostrare che tante cose non hanno una base biblica. Per es.: dove è scritto che tutti devono predicare, e tutti devono distribuire stampa? La Bibbia dice che nella comunità cristiana non tutti devono fare tutto in Ef 4,11-12:

Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo. Evidentemente: non tutti hanno la stessa funzione!



Parola a chi desidera replicare...



Caro Cadei,
Capisco il suo imbarazzo nel parlare dell'organizzazione della sua chiesa, e quindi comprendo umanamente lo stratagemma del voler parlare solo dell'organizzazione delle chiese altrui.

Il problema principale che trovo è che tutta la sua dotta trattazione di quello che comunemente viene chiamata l'"ecclesiologia", se tralasciamo le immancabili battutine, si limita alla
citazione di un singolo versetto di Efesini 4,11-12. Un po' poco, mi sembra, anche per il tollerante e confidente pubblico radiomariano.

Purtroppo per lei, la Bibbia ci offre uno scorcio di com'erano organizzate a suo tempo le prime comunità cristiane e il confronto con la sua chiesa cattolica, con sede nello stato Vaticano ed una banca propria, sarebbe quantomeno imbarazzante.

Per incominciare, proprio perché non tutti hanno la stessa funzione all'interno della comunità cristiana, l'apostolo Paolo menziona alcuni dettagli di come ci si debba coordinare e dice: 1 Co. 14,29
"I profeti parlino in due o tre e gli altri giudichino. 30 Se uno di quelli che sono seduti riceve una rivelazione, il primo taccia: 31 tutti infatti potete profetare, uno alla volta, perché tutti possano
imparare ed essere esortati. 32 Ma le ispirazioni dei profeti devono essere sottomesse ai profeti, 33 perché Dio non è un Dio di disordine, ma di pace." (CEI)
Dunque anche se stiamo alle parole dell'apostolo Paolo, oltre che al nostro libro "Potete vivere", dobbiamo concludere che "Dio non è un Dio di disordine, ma di pace".

Quanto allo "schiavo fedele e discreto", mi viene spontaneo l'accostamento con il "servo cattolico", che si preoccupa, da solo, di pascere tutto il gregge di questo mondo.
Ora non so quanti tra il folto pubblico radiomariano sanno effettivamente che la propria guida spirituale è invece contemporaneamente il "Vescovo di Roma", il "Vicario di Cristo", il "Successore degli apostoli", il "Pontefice Massimo della Chiesa Universale", il "Patriarca dell'Occidente", il "Primate d'Italia",
l'"Arcivescovo Metropolita della Provincia di Roma", il "Sovrano della Città del Vaticano" e per finire in bellezza, appunto il "Servo dei Servi di Dio". (P. De Rosa, "Vicari di Cristo", Armenia Editore).

Ora non so lei Cadei, ma se io personalmente dovessi scegliere tra avere uno "schiavo fedele e discreto" o invece un "servo dei servi di Dio", che contemporaneamente e improvvisamente vanta un'altra decina di titoli altisonanti ed è anche il beneficiario unico degli utili di una banca internazionale, io mi sentirei piu' sicuro dei servizi del primo.

Veniamo ora alla struttura delle comunità cristiane, caro Cadei, mi permetta un suggerimento, forse dovrebbe menzionare le lettere pastorali dell'apostolo Paolo che parlano dei presbiteri o anziani.
1 Timoteo 5,17 afferma che "I presbiteri che esercitano bene la presidenza siano trattati con doppio onore, soprattutto quelli che si affaticano nella predicazione e nell'insegnamento."
Mentre nella lettera a Tito l'Apostolo si esprime con chiarezza come segue: "5 Per questo ti ho lasciato a Creta perché regolassi ciò che rimane da fare e perché stabilissi presbiteri in ogni città,
secondo le istruzioni che ti ho dato: 6 il candidato deve essere irreprensibile, sposato una sola volta , con figli credenti e che non possano essere accusati di dissolutezza o siano insubordinati.
7 Il vescovo infatti, come amministratore di Dio, dev'essere irreprensibile: non arrogante, non iracondo, non dedito al vino, non violento, non avido di guadagno disonesto, 8 ma ospitale, amante del bene, assennato, giusto, pio, padrone di sé, 9 attaccato alla dottrina sicura, secondo l'insegnamento trasmesso, perché sia in grado di esortare con la sua sana dottrina e di confutare coloro che
contraddicono." (CEI)

Ora capirà anche lei l'imbarazzo del pubblico radiomariano nel leggere che le comunità paoline del primo secolo erano rette da vescovi "sposati una sola volta" come si sforza di dire il testo CEI, per nascondere la traduzione letterale che è "mariti di una sola moglie" ("mias gunaikos aner", nel caso conoscesse un
po' di greco). Ora è indubbio che le congregazioni di noi tdG sono coordinate da "anziani" o "presbiteri"
con le caratteristiche che abbiamo letto, tra cui quella di essere regolarmente e onorevolmente sposati.
Come la mettiamo con le diocesi cattoliche?

In aggiunta, sarebbe anche interessante sapere come mai i sacerdoti cattolici rappresentano una "gerarchia" stipendiata e pagata coi soldi del "popolo" laico. Succedeva cosi' tra gli apostoli e nelle chiese paoline? Lo spieghi ai suoi ascoltatori, ascolteremo volentieri anche noi.

Concludiamo con i suoi dubbi riguardo alla predicazione e alla sua insinuazione che tra i tdG "tutti devono fare tutto".
Ovviamente quello che afferma non corrisponde al vero, ma è una grossolana bugia.
Anche tra i tdG, l'abbiamo appena detto, esistono "vescovi" o "anziani" e "servitori di ministero" o "diaconi", ma ovviamente nessuno di loro percepisce denaro per esserlo, come invece succede nella sua chiesa cattolica.

Quanto al dovere di predicare, le basti sentirsi citare la conclusione del vangelo di Matteo che afferma:
"19 Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, 20 insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco
, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente». [Amen.]" (CEI)

E' evidente che il comando di "far discepoli" non era limitato agli 11 discepoli, ma è stato riportato per tutti noi ed esteso all'intera comunità cristiana, senza pero' che "tutti facciano tutto".

Se a lei Cadei non piacciono le nostre riviste, è ovviamente liberissimo di andare a predicare con le proprie che saranno certamente migliori: non vediamo l'ora di incontrarla di casa in casa!

Simon
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