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06/03/2016 16:41 | |
La morte non è brutta, non è dolorosa, non è spaventosa. Non la morte in sé, perlomeno. Grammatica e stile: 6,8/10 — il racconto esibito per questa competizione è caratterizzato da uno stile peculiare, atipico e allo stesso tempo non poi troppo nelle sue sfaccettature, i dialoghi coerenti e pratici, un lessico frammentato e davvero vario, che nel complesso risulta piacevole nei suoi periodi a tratti frammentari e ad altri complessi. Lo scritto si introduce al lettore in maniera sbrigativa, aggettivo che in questo contesto risconta connotazioni positive, dato che ciò a cui punta la narrazione è riflettere l’ultimo giorno e l’arrivo immediato della morte, la vera e propria scomparsa nel contesto di Death Parade. La lettura è sciolta, comprensibile, e quello che è necessario comprendere per la riuscita della storia è davanti agli occhi del pubblico, quindi indicando che, generalizzando, questo è un missing moment soddisfacentemente stilato. È presente una nota chiaramente malinconica, ma ciò che —similmente a un’altra storia partecipante— costituisce la natura dell’intero testo è il dettaglio ansioso, angst, quel sentimento trascendente che allaccia l’angoscia giustamente insopportabile della situazione con la speranza di superare questo avvenimento apparentemente impossibile, che in questo determinato esempio è realmente sanzionato dalla morte stessa. Però, senza l’elemento importante della speranza, la storia non sarebbe angst, ma solamente zampillante d’ansia. L’angst di questo testo denota la lotta costante di Decim e soprattutto di Chiyuki con la vita e con la morte, con l’incertezza di sotto quale forma apparirà la salvezza.
Di seguito, questi sono gli errori scovati tra i vari passaggi della fan-fiction; il corso del racconto rimane discretamente buono nelle sue millecinquecento e passa parole, e infatti le sbavature presenti risultano di origine conforme l’una con l’altra.
♦ Si sveglia e ancora non lo sa, ma ormai è [solo] -0,05 questione di tempo.
♦ Il giudice si avvicina, rimane in piedi a guardarla con quell'espressione così seria da essere [sembrare, parere] -0,05 quasi comica.
♦ Seduto con la schiena dritta e le braccia distese in un [una] -0,05 linea dritta che collega il suo busto alle sue -0,05 ginocchia, il suo sguardo non incontra quello della ragazza.
♦ Non le faceva più alcuna impressione vederla sgretolare [sgretolarsi] -0,05, scoprendo le giunture del manichino che ospitava la sua anima.
♦ “Prenditi pure tutto il tempo che… [che—] -0,10”
♦ Decim la osserva, le sue pupille si spostano ora [prima] -0,05 sul su [suo] -0,05 viso, ora sulle sue mani, [; sulle] -0,05 dita intrecciate e [le] -0,05 unghie che grattano via la copertura che le riveste.
♦ “No. [,] -0,05” risponde Chiyuki, [;] -0,05 cerca di riversare nella sua voce tuta la serenità che è riuscita a metter [mettere] -0,05 insieme.
♦ Lo vede dal mondo [modo] -0,05 in cui l'increspatura tra le sue sopracciglia emerge, [e] -0,05 le sue palpebre premono per nascondere i suoi occhi alla vista della ragazza.
♦ “…[ ] -0,05 Sì, è così -0,05. Ho paura per te. Ho paura per me.”
♦ “Ma quando…[ ] -0,05 quando tu non ci sarai più—”
♦ Il modo in cui essa arriva, si fa strada nel suo -0,05 corpo, penetra nelle membra e nelle ossa, quello può essere doloroso.
♦ È facile, farsi abbracciare dall'oscurità, accettare l'idea della morte una volta arrivata sulla soglia di quel luogo che, se ne rende conto solo allora, è solo questo: il luogo [posto] -0,05 in cui era destinata ad andare, da sempre, e che non è ignoto, non è sconosciuto.
♦ In qualche modo sa che non è la prima volta che succede ed è tranquilla, rilassata, come quando, dopo il lungo periodo invernale, tornava a visitare sua nonna, trovandola che l'aspettava sulla soglia a braccia aperte, [;] -0,05 la sua casa pervasa di quell'odore particolare che le ricordava infinite estati precedenti -0,05 e che lasciava nel retro della sua bocca il sapore dei [di] -0,05 giorni d’infanzia.
♦ “Ah, Decim. Ho provato a fare da sola un Memento Mori; credevo ne sarei stata capace dopo averlo visto così tante volte.” si [Si] -0,05 passa la lingua sull'angolo delle labbra, aggrotta le sopracciglia[.] -0,05
♦ “Allora, Chiyuki[,] -0,05” la voce di Nona arriva immediata, melliflua, si chiude attorno alla sua mente come una mano fredda[,] -0,05 “Sei [sei] -0,05 pronta per qualsiasi giudizio Decim abbia in serbo per te?”
♦ Sente lo sguardo di Nona puntato su di lei, quegli occhi che scrutano l'anima degli uomini eppure sono [seppur siano] -0,05 così ciechi.
♦ “In ogni caso[,] -0,05” aggiunge, voltandosi a guardare la sua compagna e offrendole un sorriso[,] -0,05 il più sincero possibile[,] -0,05 “non so quanto ancora sarei potuta resistere qui dentro.”
♦ Questa volta è Nona ad abbassare lo sguardo, [;] -0,05 muove il polso facendo agitare il liquido rimasto nel bicchiere.
♦ “Beh, ora ho delle faccende da sbrigare. Chiyuki cara, spero tu abbia gradito la tua permanenza qui! Sarò impaziente di reincontrarti…. […] -0,05 Non [non] -0,05 troppo presto, sia chiaro.”
♦ Solo il vuoto è finale e definitivo, è [e] -0,05 c’è qualcosa di tristemente conclusivo in questo, qualcosa di completo e innegabile che rende il prospetto di esso un po' più accettabile, -0,05 ai suoi occhi.
♦ Si chiede quando e se si renderà conto di quale giudizio Decim ha [abbia] -0,05 decretato per lei.
♦ Arriva lento, eppure veloce abbastanza [abbastanza veloce] -0,05 perché Chiyuki possa apprezzarlo, vedere come si intoni beni [bene] -0,05 ai suoi occhi pieni di ricordi del tempo che hanno passato assieme.
♦ È bello e contagioso, e Chiyuki sorride un'ultima volta, nella maniera che la [le] -0,05 ha insegnato la sua mamma, [ma] -0,05 le lacrime sfuggono e straboccano, scorrono [scorrendo] -0,05 lungo le sue guance.
Espandendo le correzioni riportare sopra, come è possibile paragonare con la legenda antecedentemente pubblicata in questa discussione, non compaiono locuzioni espresse malamente e quindi da migliorare, pertanto il lessico, espresso dal colore verde, rappresenta preferenze personali del giudice sull’uso di alcuni termini. Le concordanze arancioni si sono manifestate come le più ardue da giudicare, dato che l’intero scritto presenta pensieri non esattamente incompleti, ma in sospesi con una virgola e non una congiunzione, che frequentemente sarebbe invece stata una scelta migliore. Gli errori di battitura sarebbero potuti essere evitati da un’ulteriore lettura, ma generalmente non interrompono quest'ultima, così come certi frammenti inutili per la riuscita di una frase. Passando alla punteggiatura, essa è universalmente soddisfacente, il problema è presentato nei discorsi diretti, dove è necessario conoscere a fondo lo stile scelto per la macchinazione di questi dialoghi, perché quest’ultimo muta a seconda di differenti fattori, comprese le virgolette (che esse siano singole, doppie, o caporali). Quindi, riassuntivamente, gli errori sommati detraggono un punteggio di 2,2 al totale, ma un ulteriore punto è stato sottratto per via dello stile a tratti altalenante e incerto. Lo scritto è qualificato dall’uso assiduo di ipotassi, raramente sfociando in paratassi; le figure di pensiero e di dizione evocano un certo effetto, e viene innegabilmente riconosciuto lo zelo con cui l’autore ha composto l’opera derivata.
Trama e originalità: 8/10 — la storia fruisce della classica struttura di una giusta narrazione: un’introduzione, un corpo possedente diversi paragrafi, e una conclusione. L’andamento della storia così come l’ambientazione e lo sviluppo degli avvenimenti sono da copione, e rispecchiano onestamente la scenografia dell’opera originale di Death Parade. L’espansione dei pensieri non pare affrettata, anzi, dona grande spazio all’introspezione dei due protagonisti, Chiyuki e Decim, includendo inoltre il terzo personaggio di Nona, che sarebbe potuta non essere presente del tutto nella one-shot, ma la scelta dell’autore è personale, e a conti fatti la figura della donna non è indispensabile, ma ammissibile dal pubblico che sin dalla produzione di Death Parade ha sviluppato un attaccamento alla piccola e affascinante manager dell’Arbiter system. Lo scritto non osa, rimane tra i confini prefissi e marcia verso il suo finale come previsto, esattamente come la situazione originale dell’anime, in cui Chiyuki conosce il suo futuro, conosce la sua fine e riesce ad accettarla, a provare a vivere in attesa di quel momento, tentando di non assillarsi eccessivamente con la paura, che però chiaramente giunge lo stesso, con un sorriso da parte del rigido Decim, che rende la morte un po’ migliore. Questo parametro —e il caso è analogo con quello della maggior parte delle storie partecipanti— e cioè l’originalità di una trama mai vista prima non è l’obbiettivo principale del racconto, che aspira all’incipit del contest e alla caratterizzazione dei suoi personaggi.
Caratterizzazione personaggio (eventuale OOC giustificato): 9,7/10 — il criterio di valutazione della caratterizzazione dei personaggi è evidentemente positivo, prossimo al punteggio pieno, per via della manipolazione idilliaca non solo dei protagonisti, ma persino di Nona, che in questa narrazione appare solamente in un determinato passaggio della trama. Analizzando Chiyuki, o Kuro-kami no Onna, il lettore sfoglia una figura innocente, ma scettica, specialmente se si crea un collegamento con l’inizio dell’anime, in cui Chiyuki risulta sin da subito determinata e matura. Dopo che ormai diviene abitudine svegliarsi e vivere al Quindecim, Chiyuki inizia realmente a comportarsi come un individuo tenace, valoroso, che esprime quello che pensa ogni volta che sente è necessario; ella non esita a contrapporsi a Decim se capisce che c’è qualcosa di sbagliato in quello che dice —anche quando è sotto estrema pressione, come nella narrazione. Viene dimostrato nell’anime e viene etichettato brevemente nel racconto che Chiyuki ha vissuto un’esistenza esaustiva, con molti amici e con una calda e amorevole famiglia. Purtroppo, una volta che la sua carriera di pattinatrice professionista era divenuta realtà, tutto è cambiato quando ha avuto un terribile infortunio al ginocchio, che le ha proibito di esporre ulteriormente la sua capacità nel pattinaggio. Cadendo in depressione, in questo scritto è possibile evidenziare suoi vari tratti di fragilità derivanti da quest’evento e dalla sua realizzazione che non era il fatto che non riuscisse più a pattinare a essere deprimente, quanto che lo sport era ciò che definiva la sua persona. Quindi, sentendo il vuoto, si è isolata dal mondo, cominciando a vedere le persone che amava come estranei, sicura del fatto che loro fossero indifferenti ai suoi sentimenti. È corretto dire che nella narrazione la sua paura torna a galla dopo tanto tempo, però questa volta è un terrore differente, quello di perdere qualcuno. E quindi si rivolge lo sguardo su Decim, questo buffo barista, che incontra Chiyuki nel primo episodio, così che l’intera trama di Death Parade ruota poi attorno allo sviluppo della relazione tra i due. Chiyuki e Decim sono una coppia affascinante, e a ogni episodio crescono sempre più vicini, conoscendosi e —perché no— amandosi. Decim è ispirato dai modi di pensare di Chiyuki e, persino nel tuo racconto, si dimostra insaziabilmente interessato alla ragazza. Chiyuki porta alla luce l’idea che le condizioni estreme scaturiscano del male nei cuori delle anime invece che delinearle. Anche se non è chiaramente canon, la coppia di Chiyuki e Decim è un dettaglio protagonista magnifico dell’anime di Death Parade, e riprendendo una simile scena significativa della storia, la one-shot risulta appropriata e senza dubbio capace di donare una caratterizzazione pressoché perfetta di Chiyuki, Decim, e Nona.
Utilizzo tema e citazione: 9,6/10 — contrariamente alle altre quattro storie partecipanti alla competizione, questa narrazione non rappresenta alcuna citazione dalla lista provveduta. Per questa ragione, quindi, il punteggio per questo criterio di valutazione è esclusivamente basato sull’utilizzo del tema, incipit, donato dell’ultimo giorno. L’aforisma non era imposto dalle regole del contest, e questa scelta ha portato lo scritto ad avere la possibilità di ottenere un punteggio maggiore, dato che è indubbiamente più semplice focalizzarsi su un tema solo; l’autore è stato abile, ingegnoso, e dato che il testo non si allaccia a nessuna frase esterna, il risultato —come è possibile osservare dal punteggio ottenuto— è più che soddisfacente, estremamente esauriente. L’ultimo giorno diviene una presenza, un accompagnatore stazionario per i due personaggi protagonisti, che lo vivono fino al suo scadere come meglio possono, inginocchiandosi a tratti all’idea del crudele destino, ma dopotutto sentendosi fieri di essere riusciti a trascorrere ore infinite insieme in uno stravagante locale al confine tra gli inferi e la reincarnazione. È affascinante per il lettore esplorare la psiche di Chiyuki, come lei rispetti la morte, perché, sì, le ha portato immenso dolore e infinite lacrime, ma anche Decim. E per questo, lei ne è lieta. Vederla camminare all’interno dell’ascensore, divenendo un’ospite proprio come tutti gli altri visitatori al Quindecim ruba i battiti del lettore, come se egli fosse là di fianco a Decim, che osserva Chiyuki sorridergli, magari nascondendosi le mani che ormai —come descritto precedentemente nel testo— sono quasi completamente divenute sintetiche, di un manichino capace di sussurrare parole d’amore a un barista ora sorridente e con il cuore infranto. Davvero un buon lavoro, che sicuramente con un ulteriore sfioramento di magia romantica avrebbe potuto ottenere un punteggio perfetto.
Drammaticità: 7,9/10 — questo determinato spicchio di valutazione procede verso il punteggio massimo insieme all’andatura, ciò che in inglese è chiamato pacing, del racconto. A volte per l’autore è naturale desiderare di spostare il lettore rapidamente da una scena all’altra, per giungere al culmine degli avvenimenti. Persino per il lettore è così; egli non brama di sedersi accanto al protagonista mentre guida verso il negozio all’angolo per acquistare del latte, ma vorrebbe indubbiamente essere lì, presente, per la rapina che il personaggio testimonierà. Una delle peculiarità di questo scritto, che si riflette adeguatamente dall’opera originale di Death Parade, è la riuscita nel rendere anche queste scene meno cariche d’azione (che sia un combattimento figurativo o psicologico) davvero appassionanti, e per niente insulse o noiose. La caratteristica è sorretta dai discorsi diretti, che aumentano il ritmo e conducono il lettore a invece quelle scene più cariche, dove comunque l’azione è rallentata e si crea una focalizzazione mentale sui dettagli e le emozioni specifiche. Quindi, l’autore è stato abile nell’eludere una vista panoramica o un quadro generale, elaborando minuziosamente ogni termine nel testo, visualizzando un primo piano. Palesemente, inoltre, la tragedia è una delle armi più potenti nella letteratura, perché il lettore s’immerge in un’emozione oltre l’empatia, specialmente quando di mezzo c’è una figura morente; egli prova simpatia, ridendo, arrabbiandosi e rattristandosi con il personaggio. L’opinione su questo parametro è soggettiva, e personalmente il giudice avrebbe desiderato una tragedia non solamente dettata dall’opera originale, ma magari un inserimento di una scena in più, romantica, preferibilmente.
Gradimento personale: 4,2/5 — in un tono decisamente più colloquiale, vorrei esprimere la mia personale prospettiva sulla storia inviata: è bella. Semplicemente e direttamente bella. Non ho scovato alcun dettaglio eclatante che mi ha fatto rimanere sorpresa, delle peculiarità singolari che incolleranno il titolo e il contenuto di questa narrazione nella mia mente; è bella, si legge in maniera fluida e presenta una caratterizzazione davvero ben fatta. Trovo che l’appoggiarsi completamente all’anime, a degli avvenimenti raccontati sotto forma di immagini, e ora tramutate in parole, non sia abbastanza per forgiare una storia che vada oltre l’aggettivo di bella. Questo non vuole indicare un mio intimo disprezzo verso lo scritto, anzi, senza dubbio il punteggio denota un giudizio fruttuoso, che merita il terzo posto in classifica per dei tratti che comunque sono capaci di impressionare il lettore, e la sottoscritta, dato che la Chiyuki/Decim è una coppia che adoro particolarmente (per questo, inoltre, come menzionato nel paragrafo sovrastante, avrei anelato a un genere romantico più accentuato).
Titolo: 4/5 — la lingua inglese che caratterizza lo scritto è adatta, e per quanto riguarda questo dettaglio, il contest e il giudice non possiedono preferenze tra l’italiano e l’inglese (persino altre lingue, dato che è sempre stimolate leggere di nuove intestazione, purché esse abbiano un loro perché), e il titolo è stato giudicato positivamente nella sua stesura e connessione con il racconto che corona. Data la derivazione da una canzone, Ghost Towns di Radical Face, non è stato possibile donare un punteggio pieno, considerando anche il fatto che —notato purtroppo a contest concluso— l’autore ha dimenticato l’avverbio inglese “up”. Generalmente, a ogni modo, il titolo ottiene un significato letterale e figurativo, l’opzione fonetica è scorrevole, e il concetto espresso risulta adeguato; è dogmatico e indica esattamente ciò che sono le aspettative del lettore.
TOTALE: 50,2/60
miku ─ 16 ─ ɘƨɿɘvɘɿ•tsundere
❝おしえて, blue sky!❞
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