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Quando t'incontrai quell'estate – Non potevamo stare insieme

Ultimo Aggiornamento: 15/03/2016 20:00
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Post: 145
05/03/2016 01:13
 
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Ehi, ragazze! Vado diretta al punto: avevo detto che avrei probabilmente pubblicato questa sera (ormai ieri) i risultati, eppure sono qua all'una di notte a scrivere questo messaggio. La mia connessione è stata veramente pessima questi ultimi due giorni a causa del forte vento qui in Olanda, per questo ora sto scrivendo dal cellulare ed è già un miracolo che sono riuscita ad accedere all'account.
Le valutazioni sono praticamente giunte al termine, e mi manca metà giudizio di un'ultima storia. Purtroppo dovrò finire il giudizio domani dato che sto letteralmente crollando su una panchina in centro Amsterdam (voglio andare a casa... ho freddo e sonno). Aspettatevi comunque i risultati molto presto, perché senza alcun dubbio prima della fine del week-end saranno pronti.
Quanti problemi che creo al contest, mi sorprendo da sola. Però per farmi in parte perdonare ho aggiunto dei commenti un più prolungati per i vostri giudizi, e posso dire che la media per il parametro della caratterizzazione è di 400 parole. Inoltre ho assegnato i premi speciali, e le decisioni per la scaletta finale sono state prese, giusto per aumentare la suspense della situazione.
Domani sera, se non vedrete i risultati vi scriverò in ogni caso un messaggio in questa discussione dicendo che pubblicherò l'indomani. Però dovrei farcela (contro connessione, vento, e quant'altro). Ancora una volta, grazie per la pazienza e io devo dormire, questo è certo.


miku 16 ɘƨɿɘvɘɿtsundere
おしえて, blue sky!
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Post: 213
05/03/2016 14:18
 
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Re:
— Fear, 05/03/2016 01:13:

Ehi, ragazze! Vado diretta al punto: avevo detto che avrei probabilmente pubblicato questa sera (ormai ieri) i risultati, eppure sono qua all'una di notte a scrivere questo messaggio. La mia connessione è stata veramente pessima questi ultimi due giorni a causa del forte vento qui in Olanda, per questo ora sto scrivendo dal cellulare ed è già un miracolo che sono riuscita ad accedere all'account.
Le valutazioni sono praticamente giunte al termine, e mi manca metà giudizio di un'ultima storia. Purtroppo dovrò finire il giudizio domani dato che sto letteralmente crollando su una panchina in centro Amsterdam (voglio andare a casa... ho freddo e sonno). Aspettatevi comunque i risultati molto presto, perché senza alcun dubbio prima della fine del week-end saranno pronti.
Quanti problemi che creo al contest, mi sorprendo da sola. Però per farmi in parte perdonare ho aggiunto dei commenti un più prolungati per i vostri giudizi, e posso dire che la media per il parametro della caratterizzazione è di 400 parole. Inoltre ho assegnato i premi speciali, e le decisioni per la scaletta finale sono state prese, giusto per aumentare la suspense della situazione.
Domani sera, se non vedrete i risultati vi scriverò in ogni caso un messaggio in questa discussione dicendo che pubblicherò l'indomani. Però dovrei farcela (contro connessione, vento, e quant'altro). Ancora una volta, grazie per la pazienza e io devo dormire, questo è certo.




D'accordo, quindi tra stasera e domani... benissimo! Tranquilla, noi da qui non ci muoviamo. [SM=g27998]
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Post: 145
06/03/2016 16:22
 
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Buon pomeriggio a tutte le partecipanti di questa competizione. Questa è stata la stessa salutazione scritta nel mio primo contest, e sembra che io abbia una certa ispirazione a pubblicare i risultati di notte, perché ieri a mezzanotte volevo farlo, ma poi mi sono addormentata. Esattamente come nella competizione de L'arte di morire, anche qua, oggi, sono presente per scusarmi un'ennesima volta per il ritardo nelle consegne. Pensavo di avere imparato a organizzare il mio tempo, di avere abbastanza giorni disponibili per pubblicare i giudizi entro il mese prestabilito. Ma ciò non è successo per via di veramente tanti eventi accaduti nella mia vita, che in un modo o nell'altro mi hanno impedito di stilare le valutazioni entro la prima e persino la seconda data di scadenza promessa.
A ogni modo, eccomi qua in questo discorso pre-risultati, che non è nulla d'interessante, anche perché voi volete leggere la mia opinione sui testi che mi avete mandato. Come accennato precedentemente nella discussione, le cinque narrazione che ho ricevuto e che ho avuto l'onore di correggere sono state tutte, tutte, soddisfacenti. Al contrario del mio primo contest, gli scritti hanno avuto errori limitati, e tutte siete state in grado di ottenere un punteggio oltre al nove per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi; davvero incredibile, quindi, complimenti. Sono indubbiamente un giudice severo, e si sa che non regalo il voto massimo secondo la simpatia (anche perché io odio tutti ) o secondo le amicizie o a chi secondo me non lo merita, infatti trovo che il punteggio pieno sia sinonimo di perfezione, e la perfezione è molto difficile da raggiungere. Comunque ritengo intimamente che già un punteggio dall'otto in su sia estremamente buono.
La legenda sottostante è significativa per la comprensione di ogni imprecisione trovata da me nel testo, e quindi corretta; vi guiderà attraverso il primo parametro della grammatica e stile. Inoltre, il quarto criterio di valutazione (dell'utilizzo della citazione e tema) è stata valutata in questo modo: il dieci complessivo è stato diviso in un quattro per l'utilizzo della citazione scelta e un sei per l'uso dell'incipit dell'ultimo giorno. Chiaramente, per chi ha deciso di non usufruire dell'aforisma, il punteggio è totalmente basato sull'uso del tema.

Legenda:
Rosso: imprecisioni — errori di battitura
Arancione: concordanza — sconnessione di alcune parole dal pensiero
Verde: lessico — scelta di parole inadatta al contesto
Azzurro: punteggiatura — mancanza o uso inesatto di un segno di interpunzione
Blu: da eliminare — pensieri o dettagli aggiuntivi inutili
Viola: ripetizioni — parole ripetute più del dovuto in una frase/paragrafo
Rosa: da migliorare — frasi o frammenti espressi malamente

Come sempre, vi chiedo di commentare solamente quando tutti i risultati saranno stati pubblicati insieme al riassunto della classifica, ai vincitori dei premi e dei premi speciali. Come successo nell'altra competizione, è presente sotto l'intestazione e il vostro nickname una frase che ho trovato affascinante nel vostro racconto. Ricordate che questo è un parere personale, stilato non per farvi demoralizzare in caso di critiche costruttive o farvi sentirvi i migliori scrittori di tutti i tempi in caso di lodi, ma per dare voce —se così si può dire— a un'opinione esterna, che potrebbe variare da tante altre che potreste ricevere. Ancora grazie, grazie, e grazie per avere partecipato (e aspettato) a Quanto t'incontrai quell'estate, siete state davvero brave.


miku 16 ɘƨɿɘvɘɿtsundere
おしえて, blue sky!
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Post: 145
06/03/2016 16:28
 
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Si sentiva come se la sua anima fosse divisa in tanti pezzi, ognuno nero come la pece. Tranne uno, gli ricordò la voce, questa volta risultando molto positiva. In effetti, il pezzo dedicato a Mahiru restava candido.
 
Grammatica e stile: 7,3/10 — il testo presentato risulta generalmente discreto; il punteggio ritratto è stato maggiormente determinato da alcune imprecisioni di differente natura che verranno elencate successivamente. Il corso del racconto è fluido, piacevole, senza troppe pretese, appropriato per una lettura chiara e oggettivamente moderna. Viene senza dubbio apprezzata l’estrema adiacenza del lessico al personaggio trattato: Guren si rispecchia nelle parole stese, un po’ canzonatorie e beffarde. Fondendo ipotassi e paratassi in periodi più o meno lunghi, il lettore riconosce una soddisfacente padronanza della grammatica italiana, della punteggiatura, di diversi artifici letterari (donando degli esempi, si potrebbe portare l’attenzione all’interrogazione retorica a fine brano, alla metonimia di Mahiru, all’aleggiante allegoria tra Guren e la sua psiche, al parallelismo ricorrente, ad alcuni ossimori, e all’utilizzo di Shinya, Shinoa, Yuuichirou e Mahiru come faire-valoir, personaggi inseriti per irrorare di caratterizzazione l’immagine del protagonista) e di un’introspezione altalenante ma comunque all’altezza del contesto sviluppato. I seguenti, sono gli errori scovati nella narrazione; è opportuno rivolgersi alla legenda precedentemente pubblicata per capire il significato della colorazione dei frammenti di certe locuzioni.
♦ Si ricordava ancora com’era da ragazzino, quando nella sua mente vigeva la convinzione che il mondo fosse un posto giusto, governato da solidi principi morali; poi, aveva incontrato i vampiri, si era scontrato con la dura realtà e l’universo pieno di arcobaleni ed orsetti gommosi -0,05 al quale era abituato era diventato cenere, cupa e inquietante cenere.
♦ Era da tempo che non mostrava alle persone che costantemente gli stavano vicino di tenere sul serio a loro, o di essergli [essere loro] -0,10 riconoscente per ogni loro -0,05 eroico gesto.
♦ Non era abituato a classificare le sue compagnie, ma forse la cosa che per lui più si avvicinava ad un [a un] -0,05 amico era, suo malgrado, Shinya.
Bravo[,] -0,05 Guren, ora ti lasci anche andare ai sentimentalismi, lo prese in giro una vocina interna alla sua testa, che da qualche giorno a quella parte non aveva intenzione di lasciarlo in pace.
Trascorsero [Trascorse] -0,05 un paio di secondi senza aprire bocca, Shinoa[,] -0,05 folgorata dalla mancanza di tatto del maggiore dei due.
♦ Eppure aveva sempre pensato di non essere neanche l’opposto di una brava persona, invece le [contrariamente alle] -0,05 parole di Shinoa — a sua volta una ragazza che, per quanto lui non lo meritasse, era sempre stata paziente con lui e mai ripagata per questo — [che] -0,05 trasudavano disprezzo e rabbia.
♦ Non si era mai lasciato condizionare da quello che dicevano le persone, allora perché? [perché?] -0,05
♦ Perché restare lì per ore ed ore [e ore] -0,05, perché continuare a tormentarsi per tre stupide parole?
♦ E se[,] -0,05 sì — come sapeva che era —, era giusto?
♦ Sentì dei passi, -0,05 veloci, probabilmente preoccupati.
♦ Sulla soglia della porta si presentò una figura snella e piuttosto bassina [bassa] -0,05 rispetto a Guren, ma molto simile nei tratti fisici: capelli grosso modo dello stesso colore — un blu scuro tendente al nero —, naso e bocca dello stesso taglio delicato e perfetto; gli occhi soltanto erano diversi: un verde smeraldo intenso, che contrastava con i suoi di un nocciola molto scuro.
♦ «Stai bene, Guren?» Yuichiro [Yuuichirou, Yūichirō] -0,05 fece un passo avanti, mantenendo comunque una certa distanza tra di loro.
♦ «Sì, alla perfezione. Non mi ferisco con poco, io» sottolineò, con un sogghigno che Yu [Yū, Yuu] -0,05 prese meglio di come si sarebbe aspettato: sorrise e tirò un sospiro di sollievo.
♦ Lei era l’unica persona [figura, individuo, soggetto] -0,10 della sua vita che aveva davvero amato e rispettato, forse più della sua stessa persona.
♦ Ma ciò non toglieva il fatto che, per lui, Mahiru avesse significato tanto; era stata un pezzo della sua vita e continuava ad esserlo [a esserlo] -0,05 nella sua spada.
Come indicato, gli errori “verdi” appartengono alla categoria lessicale: all’interno del primo pensiero, il frammento pigmentato viene trovato semplicemente inadatto, non commensurabile al discorso sviluppato anteriormente. Gli altri due sbagli sono delle preferenze stilistiche che —ancora una volta— vengono ritenute più idonee. Il colore arancione rappresenta le concordanze, ed esse sono già rese palesi dal loro contesto. Queste, insieme alla punteggiatura e una singola ripetizione, sono lampanti, dunque considererei brevemente i due errori di battitura rossi, riguardanti il nome proprio di Yuuichirou Hyakuya: sarebbero state ammesse le due versioni additate, ma la mancanza del macron (della vocale allungata) determina una pronuncia errata e una formulazione grammaticale incorretta. Quindi, analizzando le sbavature del testo sovrastanti, si può sommare il punteggio e ottenere un totale di -1. A ogni modo, un ulteriore 1,7 è stato sottratto per via della vaghezza del gergo presente in due asserzioni, e per la forma d’espressione, lo stile. La coppia di frasi si trova all’entrata di Yuuichirou nella storia: “passi preoccupati” dona il giusto linguaggio figurato, ma l’aggettivo stona al fianco del nome utilizzato. Seguendo, l’esposizione del ragazzo come una figura estremamente simile a Guren fisicamente non è efficace: Yuu, al contrario, non somiglia al tenente colonnello, avendo tratti infantili e una fisionomia eterogenea; in aggiunta, Guren non ha gli occhi nocciola, ma violacei. Altresì, sopraggiungendo allo stile, come suggerito in precedenza, a tratti il lettore trova delle incertezze. Queste irregolarità sono frutto di passaggi quasi imposti alla narrazione, inseriti a scopo di calcare la trama, che dopo ritornano a inceppare la lettura fino a quel determinato punto sciolta e impeccabile. La parte conclusiva della sezione centrale della storia risulta quella con maggiore disorientamento, di conseguenza derivando alla lettura come una frazione meno curata rispetto al resto del racconto per via di un fraseggio imposto, e pertanto sostenendo un’acerbità circoscritta dell’autore che sfortunatamente non porta al climax predisposto. 

Trama e originalità: 7,6/10 — benché, come esaminato nel parametro sovrastante, il testo non presenti un punto di svolta desiderato dal lettore e lo svolgimento narrativo si scioglie in maniera alquanto insipida, esso rimane uno scritto curato dal punto di vista della sua macchinazione. L’approccio dell’autore agli avvenimenti dell’opera animata è ottimo, e la storia è stata innestata dal filo narrativo originale diligentemente; allo stesso modo la struttura in sé è buona, e l’obbiettivo del brano viene raggiunto con liscezza. Non viene sottolineata nessuna peculiarità o nessuna eclatante critica da porgere, dato che personalmente non si osserva sperimentazione: questa, è una storia passiva al personaggio principale all’interno di essa —che fortunatamente innalza il giudizio generale—, senza dubbio molto più degno di lodi. Questo tratto della fan-fiction non deve essere assorbito come svantaggio, e infatti il punteggio è decisamente soddisfacente; il succo del giudizio è di descrivere una trama agevole, amalgamata allo stile che la caratterizza, originale ma allo stesso tempo non originale, che punta ad altro, più che alla sua riuscita o all’introspezione perfezionabile: indirizza al suo protagonista, a Guren.

Caratterizzazione personaggio (eventuale OOC giustificato): 9,5/10 — questo è un parametro scritto orgogliosamente, fiero di rispecchiare il personaggio complesso e accattivante —da amare e da odiare— di Guren Ichinose. Guren è difficile, estremamente difficile da riassumere in poche descrizioni, e lo rimane anche leggendo la conclusione della narrazione: è un colonnello singolare, unico, ma allo stesso tempo emana una falsa essenza, come se la sua persona fosse stata forgiata da una figura esterna. Chiaramente ci si riferisce ordinariamente a Mahiru —è quasi obbligatorio farlo— quando si espone Guren al pubblico, e anche la storia presentata tratteggia la sagoma della ragazza-demone. A ogni modo, la one-shot risulta fedele al suo protagonista e una caratterizzazione perlopiù indiretta tenta, riuscendoci, a lasciare un’impronta nel lettore con le sfaccettature di Guren trasformate in accettazione; di volere migliorare chi è o chi vorrebbe essere. Una qualità significativa che viene apprezzata in modo alquanto elevato è l’appeal nella natura di Guren; l’essere capace di attrarre l’empatia e il rispetto di non solo gli altri personaggi —secondari e non— che lo circondano e aiutano ad ampliare la sua descrizione, ma in modo particolare del pubblico, che sfoglia il manga di Owari no Seraph o che rimane sull’orlo della sedia guardando una puntata dell’anime, rimanendo in ogni caso entusiasta del modo particolare di Guren di gettarsi i capelli indietro con la mano, il suo ghigno soddisfatto e il suo passato criptico. Questi ingredienti per il successo nel creare un personaggio amato da ogni genere di individuo rimane nel brano scritto, mostrando l’ironia nei suoi dialoghi con Shinoa, la sua instancabilità volutamente spesso celata da un falso velo d’apatia, la colpa che prova, parzialmente derivata dalla sua infanzia e dal suo incredibile avere a cuore il benessere dei suoi compagni di squadra e non, di volere essere soddisfatto e anche di volere soddisfare (migliorare). Ed ecco che nonostante tutto, il punteggio non risulta pieno: la credibilità. Semplicemente questa minuzia semi-rilevante, che indica il difficile inserimento di questa storia nell’opera originale, essendo un missing moment. Il lettore non la vede, la narrazione, incastrata impeccabilmente nella trama originaria, e sarebbe maggiormente plausibile che una scena del genere sia trattata come implicita tra i numerosi avvenimenti di Owari no Seraph, succedente in periodi spezzati, lentamente, non prendendo una vera e propria scena concreta all’interno della trama. Non è un argomento da nulla e tantomeno facile di comprendonio, ma la realtà propria e immutabile dei missing moment è proprio quella di serpeggiare e incunearsi nel filo originale silenziosamente, perfettamente, e quest’opera derivata ci è riuscita quasi magistralmente. 

Utilizzo tema e citazione: 4/10 — sfortunatamente i due commenti e parametri seguenti saranno particolarmente sfavorevoli al punteggio totale, e quindi anche non analitici come sarebbero stati desiderati sia dal giudice sia —probabilmente— dall’autore, creatore della storia valutata. Stendendo parole semplici, temerariamente: il punteggio ottenuto sarebbe dovuto essere zero. A ogni modo, grazie alla scelta presa di usufruire di una citazione dell’autore giapponese Haruki Murakami, il risultato è stato innalzato (conseguendo un 3,9 su 4 punti disponibili per l’utilizzazione della frase, e 0,1 su 6 per quella dell’incipit dell’ultimo giorno), dato che l’applicazione di quello che possiamo etichettare come un acuto e immancabilmente splendido aforisma, è stato rispettato ampiamente. L’essenza di Guren è chiaramente complementare a quella di Naoko in Norwegian Wood (personaggio femminile protagonista del romanzo e colei che pronuncia la frase adoperata), essendo ella una fanciulla mentalmente fragile, che, nata in un mondo errato, cerca di aggrapparsi disperatamente alla vita, per disgrazia fallendo. Comunque, Guren Ichinose conserva un lato instabile all’interno del suo cuore, anche solo uno spicchio di debolezza che diventa un tema precipuo in questa narrazione, e —come precedentemente menzionato— riflesso dalla citazione in modo adeguato e corretto. Ora, purtroppo, l’utilizzo del tema (porzione significativa della competizione per ottenere un punteggio oltre la metà) non c’è. È evidente, esplicito, limpido: l’ultimo giorno non è presente nel testo in nessuna delle sue possibili forme e sfumature, e le conseguenze si sono manifestate con giustizia nel risultato finale; un vero peccato, non c’è dubbio.

Drammaticità: 3/10 — analogamente, la drammaticità è stata scarsamente ripresa, e non sono presenti sufficienti dettagli drammatici per una lettura degna dell’incipit e le richieste date. Anzi, al contrario, la narrazione viene scandita dal lettore come una stesura di parole impregnate di conflitto interno, sì, ma con un elemento tragico ridotto all’osso, considerando inoltre che a fine lettura, l’abbozzata sensazione angst abbandona il lettore, venendo sopraffatta da una conclusione allegra, una risoluzione sicuramente grata ma inadatta a questo contesto. La storia è basata su un combattimento psicologico, quest’idea non esattamente originale ma affascinante, e avrebbe potuto evolversi in una one-shot certamente migliore se si fossero considerate l’esigenze della discussione. Anche qua, in modo simile e spiacente, la valutazione si evidenzia come manchevole. 

Gradimento personale: 3,8/5 — se questo racconto venisse derivato negativo o insoddisfacente da qualunque lettore per quanto riguarda il mio gradimento personale (parliamoci informalmente ora, in questa sezione), risulterei io personalmente offesa. Perché la narrazione è lucida; porta con sé un protagonista unico e trattato magistralmente, dell’introspezione imperfetta ma accettabile, e un utilizzo della citazione scelta ottimo. Per questo non capisco, davvero, non riesco a comprendere perché il testo è incompleto, perché. Perché. Perché? Una distrazione, una dimenticanza, una lettura incompleta, una tua decisione, che cosa? Quale sarebbe il motivo per tale lacuna? Desidero saperlo. E, sì, la one-shot contiene maggiori parti difettose, una drammaticità carente e una trama zoppicante, ma il punteggio donato è buono perché le minuscole particolarità nel personaggio di Guren, lo stile chiaro e persino la tua giovane età mi raffigurano un autore ingenuo ma appassionato e capace di molto altro.

Titolo: 3,5/5 — come la predilezione stilistica nelle parole della storia, anche questo titolo è immediato e indipendente. È stato apprezzato, ed esso corona la storia al di sotto, facendola risplendere, anche se successivamente risulta incastrato nella memoria come una locuzione non esattamente spontanea, che più di un titolo s’accosta al lettore come una lezione di vita, per di più sfortunatamente precedentemente utilizzata in altri contesti al di fuori del tuo racconto. 

TOTALE: 38,7/60.


miku 16 ɘƨɿɘvɘɿtsundere
おしえて, blue sky!
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Post: 145
06/03/2016 16:33
 
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«CIÒ CHE IL TORRENTE SUSSURRA» DI BLACKPAPERMOON_ 
Menma è caduta nel fiume. Menma non riaffiora. Menma! Menma è morta.
 
Grammatica e stile: 8,05/10 — questo parametro risulta alquanto semplice da stendere, candido, aggettivo che inoltre esprime davvero appropriatamente lo stile del racconto presentato. Il lettore non viene esposto a locuzioni articolate, pompose, e infagottate di simbolismo o introspezione; la grazia con cui lo scritto fluisce sugli occhi e poi alla mente è accattivante —innocente, senza troppe pretese— e la contestualizzazione non è intralciata da descrizioni fallaci. Ogni individuo conserva preferenze differenti, specialmente quando si cade sulla redazione del racconto e la natura delle parole che lo caratterizzano, e quello di questa storia è giusto, ma dimenticabile. Personalmente, il lettore legge di un brano musicale, che inizia e finisce in un attimo, prendendo un posto nel suo cuore all’istante, ma svanendo altrettanto rapidamente; è scorrevole, l’interazione con il lettore come conseguenza dei costanti quesiti retorici è invogliante, si riflette con l’opera originale trattata. Eppure, la mancanza di quel leggero tocco di magia che sollecita il lettore a indagare oltre sull’autore dello scritto non è completamente presente, come se fosse un’esitazione del protagonista forgiata altrove, forse dall’interno dello scrittore stesso.
Non si evidenziano eccessivi errori nel testo, persino nessuna vera e propria sbavatura; si scova qualche concordanza traballante, una mancata ripetizione, un’accoppiata di preferenze lessicali da parte del giudice e la scorretta compitazione del primo nome del protagonista Tetsudou, scritto da te con un r al posto dell’invece esatta d.
♦ È una calda giornata d’estate quando per Poppo tutto finisce – le [finisce. Le] -0,05 scampagnate con i Super Busters della Pace, le partite a Nokémon, l’innocenza; scivolano veloci [tutto scivola veloce] -0,05 in un torrente limpido e fresco che scorre tranquillo, sempre più impetuoso, verso una valle a lui ancora inesplorata.
♦ È tutto così surreale… Ma [ma] -0,05 non è finzione, né un gioco perverso del suo giovane subconscio.
♦ Presto gli anni passano e i quei -0,05 felici ricordi infantili iniziano lentamente a dissolversi; solo uno, un breve attimo intrappolato per l’eternità in una soleggiata giornata estiva, lo tormenta ancora, ancora, ancora e ancora – sarà forse per sempre?
♦ Basta un attimo perché tutto torni come allora; Yukiatsu appoggiato nell’angolo più vicino all’ingresso, che silenzioso osserva Anaru e Tsuruko sistemare qualche fiore qua e là mentre Jintan sfida Menma in una partita a [di] -0,05 Nokémon.
♦ La visione svanisce così com’è venuta, rapida e agrodolce, e Tetsurou [Tetsudou, Tetsudō] -0,05 sente improvvisamente il bisogno di uscire da quell’ambiente angusto e soffocante.
Tetsurou [Tetsudou, Tetsudō] -0,05 decide di recuperare i suoi bagagli.
♦ Ogni cosa è rimasta immutata, o quasi: alcuni alberi sono cresciuti, altri sono stati tagliati perché malati o [per] -0,05 ricavarne legna da ardere – Poppo osserva la natura mutare in silenzio.
♦ Poppo osserva la vecchia sigla incisa nel vecchio [attempato, scomodo, cigolante] -0,05 letto a castello e sorride.
Per un totale di 0,45 da sottrarre al punteggio finale, è stata presa inoltre la decisione di dedurre un ulteriore 1,5 per via dello stile precedentemente analizzato. Generalmente, gli aspiranti autori del sito di EFP non approdano su di esso con precise idee sul loro modo di scrivere, su come farsi riconoscere, e individualmente credo fermamente che tu sia ancora fra la terra di mezzo, e ciò che si può riconoscere come il tuo stile —il tuo marchio di fabbrica— aspetta di fuoriuscire da te stessa. Ma questa narrazione è un esempio di una solida base per riuscire a migliorare, continuando a sperimentare, a osare. Questo è anche il mio consiglio: non insabbiarti paurosamente tra delle parole sicure, ma assapora diverse forme d’espressione, e se alla fine saprai che questa è la maniera con cui desideri distinguerti, allora torniamo a un discorso di preferenze e di accettazione da parte mia che questo è ciò che hai da offrire. È arduo valutare aspiranti scrittori —è complicato giudicare me, e sono la prima a dirlo— ma dato che questa è una competizione dove io solo sono l’esaminatrice, ho deciso di condividere le mie opinioni con te sul tuo scritto, che a fin dei conti ha ottenuto un punteggio decisamente soddisfacente.

Trama e originalità: 8,5/10 — in modo simile, c’è una sfumatura di prevedibilità in questa minuta narrazione, che a ogni modo racchiude un insieme di fatti compressi in poco più di cinquecento parole. Il lettore viene accolto con un’analessi volutamente caotica incentrata sulla morte della piccola Menma, seguita poi dalla risposta al tragico evento da parte del personaggio scelto, Tetsudou, che si estende fino alla conclusione del brano. È possibile discernere un climax antecedente ai fatti narrati nella storia, quindi presente nel paragrafo introduttivo e rappresentabile come lo stesso nell’opera originale di AnoHana. La scelta di strutturare lo scritto in questo determinato modo evoca un’accennata maestria nell’autore, che è stato capace di rendere la lettura calzante, e pertanto assolutamente non monotona anche se intuibile dal personaggio protagonista e la lunghezza del racconto stesso. La caratteristica esplorata si unisce chiaramente all’elemento dell’originalità, che non traspira dall’espressioni stese ma convive con il personaggio di Tetsudou, che sporadicamente viene manipolato dalla mente di un qualunque autore. Ed è così un piacere scovare un po’ di giustizia tra i numerosi scritti Jinta/Menma che tuttavia il pubblico —e la sottoscritta— continua a preferire.

Caratterizzazione personaggio (eventuale OOC giustificato): 9,2/10 — in questa competizione è visibile un punteggio costantemente sopra il 9 per quanto riguarda questo parametro, la caratterizzazione dei personaggi; un autore, con un’opera derivata —specialmente una fan-fiction— spesso si ritrova perso tra le innumerevoli sfaccettature e tratti ignoti o imprecisi del protagonista che ha deciso di trattare con la sua narrazione, risultando frequentemente in due specifici casi: nel primo, lo scrittore viene intrappolato in un mulinello di progetti che accompagnano i personaggi, sovrastandoli e facendoli apparire all’occhio del lettore come delle semplici marionette abbandonate ai fatti. Nel secondo caso, alcuni autori costruiscono una trama sul personaggio protagonista, abbandonando gli avvenimenti e gonfiando il soggetto di caratterizzazione e sistematicamente precipitando nell’analisi eccessiva di una figura che nemmeno nell’opera originale era stata donata di tale attenzione. La rappresentazione di Tetsudou “Poppo” Hisakawa, all’interno del brano pubblicato, è un tratto secondario al lettore, ma presente e senza dubbio essenziale per la riuscita della storia. Tetsudou è un ragazzo —un uomo— morbido, tranquillo e mondano. Egli è il primo, speciale personaggio che risulta ansioso di vedere i Super Busters della Pace di nuovo insieme, come un tempo, inoltre credendo immediatamente che Jinta possa comunicare con Meiko. Possiamo etichettare Poppo come un significativo fondatore del gruppo d’amici, una sagoma fedele e spassosa, che crede nelle persone che lo circondano e prova contentezza nell’aiutarle; lui è infatti anche il primo a dire a Meiko che soddisferà il suo desiderio, aiutando il suo spirito a ricevere pace eterna. Con questi tratti pacati, è Poppo che spesso prende l’iniziativa per appianare le cose quando il gruppo discute, sia allora che adesso. A ogni modo, nel brano viene ripresa un’intima rivelazione nell’anima di Poppo: più avanti nella serie il pubblico viene a conoscenza dello strato sottostante la sua solita copertura spensierata; Tetsudou nasconde un estremo senso di colpa, che mai l’ha abbandonato e che chiaramente si connette perfettamente e allo stesso tempo sorprendentemente all’incidente di Meiko. Tra le parole inserite nel racconto, il fiume è un simbolo costante, zampillante di dicotomia nella vita vera e in questo scritto; la rinascita, il ciclo della vita, la morte, tutto facilmente riporta all’acqua e le sue forme. E, ovviamente, i ricordi galleggiano sull’acqua e sullo stesso fiume; il corpo minuto di Menma condotto dalla corrente sotto lo sguardo impotente di Poppo è un dettaglio straziante. Ciò ha portato il nostro protagonista alla fuga, alla vita errante per voltare le spalle a delle memorie troppo pesanti, ai fantasmi di quell’estate, proprio come è descritto nella narrazione. Nonostante la brevità del testo, quindi la scarna verbosità consequente alla scelta della lunghezza dell’opera, il lavoro svolto risulta quasi eccellente.

Utilizzo tema e citazione: 7,6/10 — il metodo con cui questo criterio di valutazione viene giudicato è stato precedentemente chiosato nella discussione, nel discorso pre-risultati, e nel caso del brano letto, è stato determinato un punteggio di 3,9 su 4 punti disponibili per l’utilizzo della citazione di Haruki Murakami e il restate 3,7 su 6 per l’uso e sviluppo del tema dato, pertanto l’ultimo giorno. Decrittando, se così si può dire, la decisione presa del risultato donato, il primo spicchio è una visione già limpida di per sé, infatti esso indica una manipolazione pressoché ideale dell’espressione riportata dal romanzo giapponese di Norwegian Wood. Prendendo in considerazione anche il contesto in cui la stessa frase è stata pronunciata nell’opera letteraria, esso è complementare e simile a quello del protagonista di questo racconto, Poppo. Tooru, personaggio maschile principale di Norwegian Wood e narratore delle vicende all’interno della storia, è —similmente a Tetsudou— un ragazzo alla fine della sua adolescenza, non ancora uomo ma non più un bambino, che vive un’esistenza scossa dalla morte del suo migliore amico e lo stile di vita instabile della ragazza che ama, appesa appena al nostro mondo, sfortunatamente presto anche spezzata dal peso della morte, che decide sia ora di portarla via. Tooru, sotto questo aspetto, è inabile, un semplice spettatore del crudele destino, e cammina a braccetto con la colpa per mesi avvenire, dopo il suicidio della sua amata. Nonostante questo, però, lui non è di una formula così fragile, e la sua natura lo spinge verso la luce, la vita. La personalità di Tooru e Tetsudou, per chi ha avuto l’occasione di leggere il romanzo, sono contrastanti, ma questo speciale tratto li porta mano nella mano; come Tooru, Tetsudou non è debole, semplicemente non lo è, ma la sua psiche deve essere stimolata e liberata dall’amarezza. Così Poppo viaggia (e così fa Tooru) e va lontano, per poi ritornare e affrontare il passato zeppo di tristezza ma anche di amore e splendidi ricordi. L’essenza della citazione è riflessa nel brano e Poppo stesso capisce che per ritornare alla vita —con il supporto emotivo degli altri Super Buster della Pace— deve lasciarsi andare. Un ottimo lavoro, che purtroppo non è riuscito ad allacciarsi completamente con l’incipit donato, dell’ultimo giorno, che è stato descritto come un giorno qualunque —un giorno in cui, sì, accade qualcosa di speciale, ma affrettatamente e solo alla fine— e che avrebbe potuto essere maggiormente d’effetto con qualche ulteriore inquadratura nel corpo del testo e un giramento di parole nei pensieri conclusivi.

Drammaticità: 7/10 — il parametro in questione è senza alcun dubbio il più arduo da soddisfare pienamente, e il risultato ottenuto è adeguato, nonostante la basi della narrazione avevano donato il pretesto per qualcosa di più, qualche altra descrizione introspettiva nelle viscere psicologiche di Tetsudou, magari rinnovando la presenza di Menma od optando per una decisione diversa da parte del protagonista. In modo analogo al caso di un altro racconto partecipante a questo contest, quando il lettore giunge alla chiusura del testo, non viene sopraffatto da una triste emozione di malinconia o piacevole angoscia; al contrario, il risorgimento dell’intera faccenda prosegue solamente in discesa, verso una pace dei sensi. Fortunatamente, in contrasto ad altre opere animate, quella di AnoHana già in principio presenta un’etichetta di drammaticità e disgrazia, e al solo ricordo il pubblico è capace di sentire le lacrime pizzicare gli occhi. Questa caratteristica è andata incontro alla narrazione a braccia aperte, facendo innalzare il punteggio di poco più di un paio di punti. Quindi, generalizzando, le fondamenta c’erano e si sono erette grazie all’opera originale, ma gli avvenimenti avrebbero dovuto pesare maggiormente, calcando sul cuore del lettore in una sensazione di disperazione assolutamente adatta al contesto della serie televisiva.

Gradimento personale: 4/5 — la fan-fiction è pulita, tersa, priva di qualunque pesantezza, ma personalmente trovo che avresti dovuto estendere questo tratto di amarezza da parte del protagonista, in modo così da ampliare una possibile descrizione drammatica, che avesse magari ripreso il tema principale. Non è un brano banale, dato il personaggio di Poppo e le caratteristiche simboliche, ma per alcuni potrebbe esserlo, risultando così in una narrazione che —essendo in tema— galleggia sul filo dell’acqua, senza nulla al di sotto, e che quindi con un soffio di vento può essere portata via. La semplicità è difficile, molto difficile, da maneggiare, e il lavoro svolto è buono, senza buchi di trama, appagante, ma proprio per questo avrei davvero desiderato un indirizzamento più influente e quindi una storia che avrebbe dovuto colpire più a fondo.

Titolo: 4,7/5 — un’intestazione affine all’integrità della storia che capeggia; suggerisce tutto e niente, brillando di mistero e di un tratto malinconico. Al suo primo sguardo, il titolo è un complesso terso, che rimane incastonato nella mente del lettore. In primo luogo, esso predice il contenuto dell’intera narrazione, cattura l’interesse del lettore, e riflette il tono e l’inclinazione del pezzo di scrittura, contendendo inoltre delle parole chiave che rendono l’insieme una cacofonia memorizzabile ma dura per i suoni compatti di “torrente” e “sussurra” giustappostati al morbido significato. 

TOTALE: 49,05/60


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06/03/2016 16:41
 
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La morte non è brutta, non è dolorosa, non è spaventosa. Non la morte in sé, perlomeno.
 
Grammatica e stile: 6,8/10 — il racconto esibito per questa competizione è caratterizzato da uno stile peculiare, atipico e allo stesso tempo non poi troppo nelle sue sfaccettature, i dialoghi coerenti e pratici, un lessico frammentato e davvero vario, che nel complesso risulta piacevole nei suoi periodi a tratti frammentari e ad altri complessi. Lo scritto si introduce al lettore in maniera sbrigativa, aggettivo che in questo contesto risconta connotazioni positive, dato che ciò a cui punta la narrazione è riflettere l’ultimo giorno e l’arrivo immediato della morte, la vera e propria scomparsa nel contesto di Death Parade. La lettura è sciolta, comprensibile, e quello che è necessario comprendere per la riuscita della storia è davanti agli occhi del pubblico, quindi indicando che, generalizzando, questo è un missing moment soddisfacentemente stilato. È presente una nota chiaramente malinconica, ma ciò che —similmente a un’altra storia partecipante— costituisce la natura dell’intero testo è il dettaglio ansioso, angst, quel sentimento trascendente che allaccia l’angoscia giustamente insopportabile della situazione con la speranza di superare questo avvenimento apparentemente impossibile, che in questo determinato esempio è realmente sanzionato dalla morte stessa. Però, senza l’elemento importante della speranza, la storia non sarebbe angst, ma solamente zampillante d’ansia. L’angst di questo testo denota la lotta costante di Decim e soprattutto di Chiyuki con la vita e con la morte, con l’incertezza di sotto quale forma apparirà la salvezza.
Di seguito, questi sono gli errori scovati tra i vari passaggi della fan-fiction; il corso del racconto rimane discretamente buono nelle sue millecinquecento e passa parole, e infatti le sbavature presenti risultano di origine conforme l’una con l’altra.
♦ Si sveglia e ancora non lo sa, ma ormai è [solo] -0,05 questione di tempo.
♦ Il giudice si avvicina, rimane in piedi a guardarla con quell'espressione così seria da essere [sembrare, parere] -0,05 quasi comica.
♦ Seduto con la schiena dritta e le braccia distese in un [una] -0,05 linea dritta che collega il suo busto alle sue -0,05 ginocchia, il suo sguardo non incontra quello della ragazza. 
♦ Non le faceva più alcuna impressione vederla sgretolare [sgretolarsi] -0,05, scoprendo le giunture del manichino che ospitava la sua anima.
♦ “Prenditi pure tutto il tempo che… [che—] -0,10
♦ Decim la osserva, le sue pupille si spostano ora [prima] -0,05 sul su [suo] -0,05 viso, ora sulle sue mani, [; sulle] -0,05 dita intrecciate e [le] -0,05 unghie che grattano via la copertura che le riveste.
♦ “No. [,] -0,05” risponde Chiyuki, [;] -0,05 cerca di riversare nella sua voce tuta la serenità che è riuscita a metter [mettere] -0,05 insieme.
♦ Lo vede dal mondo [modo] -0,05 in cui l'increspatura tra le sue sopracciglia emerge, [e] -0,05 le sue palpebre premono per nascondere i suoi occhi alla vista della ragazza.
♦ “…[ ] -0,05 , è così -0,05. Ho paura per te. Ho paura per me.”
♦ “Ma quando…[ ] -0,05 quando tu non ci sarai più—”
♦ Il modo in cui essa arriva, si fa strada nel suo -0,05 corpo, penetra nelle membra e nelle ossa, quello può essere doloroso.
♦ È facile, farsi abbracciare dall'oscurità, accettare l'idea della morte una volta arrivata sulla soglia di quel luogo che, se ne rende conto solo allora, è solo questo: il luogo [posto] -0,05 in cui era destinata ad andare, da sempre, e che non è ignoto, non è sconosciuto.
♦ In qualche modo sa che non è la prima volta che succede ed è tranquilla, rilassata, come quando, dopo il lungo periodo invernale, tornava a visitare sua nonna, trovandola che l'aspettava sulla soglia a braccia aperte, [;] -0,05 la sua casa pervasa di quell'odore particolare che le ricordava infinite estati precedenti -0,05 e che lasciava nel retro della sua bocca il sapore dei [di] -0,05 giorni d’infanzia.
♦ “Ah, Decim. Ho provato a fare da sola un Memento Mori; credevo ne sarei stata capace dopo averlo visto così tante volte.” si [Si] -0,05 passa la lingua sull'angolo delle labbra, aggrotta le sopracciglia[.] -0,05
♦ “Allora, Chiyuki[,] -0,05” la voce di Nona arriva immediata, melliflua, si chiude attorno alla sua mente come una mano fredda[,] -0,05Sei [sei] -0,05 pronta per qualsiasi giudizio Decim abbia in serbo per te?”
♦ Sente lo sguardo di Nona puntato su di lei, quegli occhi che scrutano l'anima degli uomini eppure sono [seppur siano] -0,05 così ciechi.
♦ “In ogni caso[,] -0,05” aggiunge, voltandosi a guardare la sua compagna e offrendole un sorriso[,] -0,05 il più sincero possibile[,] -0,05 “non so quanto ancora sarei potuta resistere qui dentro.”
♦ Questa volta è Nona ad abbassare lo sguardo, [;] -0,05 muove il polso facendo agitare il liquido rimasto nel bicchiere.
♦ “Beh, ora ho delle faccende da sbrigare. Chiyuki cara, spero tu abbia gradito la tua permanenza qui! Sarò impaziente di reincontrarti…. […] -0,05 Non [non] -0,05 troppo presto, sia chiaro.”
♦ Solo il vuoto è finale e definitivo, è [e] -0,05 c’è qualcosa di tristemente conclusivo in questo, qualcosa di completo e innegabile che rende il prospetto di esso un po' più accettabile, -0,05 ai suoi occhi.
♦ Si chiede quando e se si renderà conto di quale giudizio Decim ha [abbia] -0,05 decretato per lei.
♦ Arriva lento, eppure veloce abbastanza [abbastanza veloce] -0,05 perché Chiyuki possa apprezzarlo, vedere come si intoni beni [bene] -0,05 ai suoi occhi pieni di ricordi del tempo che hanno passato assieme.
♦ È bello e contagioso, e Chiyuki sorride un'ultima volta, nella maniera che la [le] -0,05 ha insegnato la sua mamma, [ma] -0,05 le lacrime sfuggono e straboccano, scorrono [scorrendo] -0,05 lungo le sue guance.
Espandendo le correzioni riportare sopra, come è possibile paragonare con la legenda antecedentemente pubblicata in questa discussione, non compaiono locuzioni espresse malamente e quindi da migliorare, pertanto il lessico, espresso dal colore verde, rappresenta preferenze personali del giudice sull’uso di alcuni termini. Le concordanze arancioni si sono manifestate come le più ardue da giudicare, dato che l’intero scritto presenta pensieri non esattamente incompleti, ma in sospesi con una virgola e non una congiunzione, che frequentemente sarebbe invece stata una scelta migliore. Gli errori di battitura sarebbero potuti essere evitati da un’ulteriore lettura, ma generalmente non interrompono quest'ultima, così come certi frammenti inutili per la riuscita di una frase. Passando alla punteggiatura, essa è universalmente soddisfacente, il problema è presentato nei discorsi diretti, dove è necessario conoscere a fondo lo stile scelto per la macchinazione di questi dialoghi, perché quest’ultimo muta a seconda di differenti fattori, comprese le virgolette (che esse siano singole, doppie, o caporali). Quindi, riassuntivamente, gli errori sommati detraggono un punteggio di 2,2 al totale, ma un ulteriore punto è stato sottratto per via dello stile a tratti altalenante e incerto. Lo scritto è qualificato dall’uso assiduo di ipotassi, raramente sfociando in paratassi; le figure di pensiero e di dizione evocano un certo effetto, e viene innegabilmente riconosciuto lo zelo con cui l’autore ha composto l’opera derivata.

Trama e originalità: 8/10 — la storia fruisce della classica struttura di una giusta narrazione: un’introduzione, un corpo possedente diversi paragrafi, e una conclusione. L’andamento della storia così come l’ambientazione e lo sviluppo degli avvenimenti sono da copione, e rispecchiano onestamente la scenografia dell’opera originale di Death Parade. L’espansione dei pensieri non pare affrettata, anzi, dona grande spazio all’introspezione dei due protagonisti, Chiyuki e Decim, includendo inoltre il terzo personaggio di Nona, che sarebbe potuta non essere presente del tutto nella one-shot, ma la scelta dell’autore è personale, e a conti fatti la figura della donna non è indispensabile, ma ammissibile dal pubblico che sin dalla produzione di Death Parade ha sviluppato un attaccamento alla piccola e affascinante manager dell’Arbiter system. Lo scritto non osa, rimane tra i confini prefissi e marcia verso il suo finale come previsto, esattamente come la situazione originale dell’anime, in cui Chiyuki conosce il suo futuro, conosce la sua fine e riesce ad accettarla, a provare a vivere in attesa di quel momento, tentando di non assillarsi eccessivamente con la paura, che però chiaramente giunge lo stesso, con un sorriso da parte del rigido Decim, che rende la morte un po’ migliore. Questo parametro —e il caso è analogo con quello della maggior parte delle storie partecipanti— e cioè l’originalità di una trama mai vista prima non è l’obbiettivo principale del racconto, che aspira all’incipit del contest e alla caratterizzazione dei suoi personaggi.

Caratterizzazione personaggio (eventuale OOC giustificato): 9,7/10 — il criterio di valutazione della caratterizzazione dei personaggi è evidentemente positivo, prossimo al punteggio pieno, per via della manipolazione idilliaca non solo dei protagonisti, ma persino di Nona, che in questa narrazione appare solamente in un determinato passaggio della trama. Analizzando Chiyuki, o Kuro-kami no Onna, il lettore sfoglia una figura innocente, ma scettica, specialmente se si crea un collegamento con l’inizio dell’anime, in cui Chiyuki risulta sin da subito determinata e matura. Dopo che ormai diviene abitudine svegliarsi e vivere al Quindecim, Chiyuki inizia realmente a comportarsi come un individuo tenace, valoroso, che esprime quello che pensa ogni volta che sente è necessario; ella non esita a contrapporsi a Decim se capisce che c’è qualcosa di sbagliato in quello che dice —anche quando è sotto estrema pressione, come nella narrazione. Viene dimostrato nell’anime e viene etichettato brevemente nel racconto che Chiyuki ha vissuto un’esistenza esaustiva, con molti amici e con una calda e amorevole famiglia. Purtroppo, una volta che la sua carriera di pattinatrice professionista era divenuta realtà, tutto è cambiato quando ha avuto un terribile infortunio al ginocchio, che le ha proibito di esporre ulteriormente la sua capacità nel pattinaggio. Cadendo in depressione, in questo scritto è possibile evidenziare suoi vari tratti di fragilità derivanti da quest’evento e dalla sua realizzazione che non era il fatto che non riuscisse più a pattinare a essere deprimente, quanto che lo sport era ciò che definiva la sua persona. Quindi, sentendo il vuoto, si è isolata dal mondo, cominciando a vedere le persone che amava come estranei, sicura del fatto che loro fossero indifferenti ai suoi sentimenti. È corretto dire che nella narrazione la sua paura torna a galla dopo tanto tempo, però questa volta è un terrore differente, quello di perdere qualcuno. E quindi si rivolge lo sguardo su Decim, questo buffo barista, che incontra Chiyuki nel primo episodio, così che l’intera trama di Death Parade ruota poi attorno allo sviluppo della relazione tra i due. Chiyuki e Decim sono una coppia affascinante, e a ogni episodio crescono sempre più vicini, conoscendosi e —perché no— amandosi. Decim è ispirato dai modi di pensare di Chiyuki e, persino nel tuo racconto, si dimostra insaziabilmente interessato alla ragazza. Chiyuki porta alla luce l’idea che le condizioni estreme scaturiscano del male nei cuori delle anime invece che delinearle. Anche se non è chiaramente canon, la coppia di Chiyuki e Decim è un dettaglio protagonista magnifico dell’anime di Death Parade, e riprendendo una simile scena significativa della storia, la one-shot risulta appropriata e senza dubbio capace di donare una caratterizzazione pressoché perfetta di Chiyuki, Decim, e Nona.

Utilizzo tema e citazione: 9,6/10 — contrariamente alle altre quattro storie partecipanti alla competizione, questa narrazione non rappresenta alcuna citazione dalla lista provveduta. Per questa ragione, quindi, il punteggio per questo criterio di valutazione è esclusivamente basato sull’utilizzo del tema, incipit, donato dell’ultimo giorno. L’aforisma non era imposto dalle regole del contest, e questa scelta ha portato lo scritto ad avere la possibilità di ottenere un punteggio maggiore, dato che è indubbiamente più semplice focalizzarsi su un tema solo; l’autore è stato abile, ingegnoso, e dato che il testo non si allaccia a nessuna frase esterna, il risultato —come è possibile osservare dal punteggio ottenuto— è più che soddisfacente, estremamente esauriente. L’ultimo giorno diviene una presenza, un accompagnatore stazionario per i due personaggi protagonisti, che lo vivono fino al suo scadere come meglio possono, inginocchiandosi a tratti all’idea del crudele destino, ma dopotutto sentendosi fieri di essere riusciti a trascorrere ore infinite insieme in uno stravagante locale al confine tra gli inferi e la reincarnazione. È affascinante per il lettore esplorare la psiche di Chiyuki, come lei rispetti la morte, perché, sì, le ha portato immenso dolore e infinite lacrime, ma anche Decim. E per questo, lei ne è lieta. Vederla camminare all’interno dell’ascensore, divenendo un’ospite proprio come tutti gli altri visitatori al Quindecim ruba i battiti del lettore, come se egli fosse là di fianco a Decim, che osserva Chiyuki sorridergli, magari nascondendosi le mani che ormai —come descritto precedentemente nel testo— sono quasi completamente divenute sintetiche, di un manichino capace di sussurrare parole d’amore a un barista ora sorridente e con il cuore infranto. Davvero un buon lavoro, che sicuramente con un ulteriore sfioramento di magia romantica avrebbe potuto ottenere un punteggio perfetto. 

Drammaticità: 7,9/10 — questo determinato spicchio di valutazione procede verso il punteggio massimo insieme all’andatura, ciò che in inglese è chiamato pacing, del racconto. A volte per l’autore è naturale desiderare di spostare il lettore rapidamente da una scena all’altra, per giungere al culmine degli avvenimenti. Persino per il lettore è così; egli non brama di sedersi accanto al protagonista mentre guida verso il negozio all’angolo per acquistare del latte, ma vorrebbe indubbiamente essere lì, presente, per la rapina che il personaggio testimonierà. Una delle peculiarità di questo scritto, che si riflette adeguatamente dall’opera originale di Death Parade, è la riuscita nel rendere anche queste scene meno cariche d’azione (che sia un combattimento figurativo o psicologico) davvero appassionanti, e per niente insulse o noiose. La caratteristica è sorretta dai discorsi diretti, che aumentano il ritmo e conducono il lettore a invece quelle scene più cariche, dove comunque l’azione è rallentata e si crea una focalizzazione mentale sui dettagli e le emozioni specifiche. Quindi, l’autore è stato abile nell’eludere una vista panoramica o un quadro generale, elaborando minuziosamente ogni termine nel testo, visualizzando un primo piano. Palesemente, inoltre, la tragedia è una delle armi più potenti nella letteratura, perché il lettore s’immerge in un’emozione oltre l’empatia, specialmente quando di mezzo c’è una figura morente; egli prova simpatia, ridendo, arrabbiandosi e rattristandosi con il personaggio. L’opinione su questo parametro è soggettiva, e personalmente il giudice avrebbe desiderato una tragedia non solamente dettata dall’opera originale, ma magari un inserimento di una scena in più, romantica, preferibilmente.

Gradimento personale: 4,2/5 — in un tono decisamente più colloquiale, vorrei esprimere la mia personale prospettiva sulla storia inviata: è bella. Semplicemente e direttamente bella. Non ho scovato alcun dettaglio eclatante che mi ha fatto rimanere sorpresa, delle peculiarità singolari che incolleranno il titolo e il contenuto di questa narrazione nella mia mente; è bella, si legge in maniera fluida e presenta una caratterizzazione davvero ben fatta. Trovo che l’appoggiarsi completamente all’anime, a degli avvenimenti raccontati sotto forma di immagini, e ora tramutate in parole, non sia abbastanza per forgiare una storia che vada oltre l’aggettivo di bella. Questo non vuole indicare un mio intimo disprezzo verso lo scritto, anzi, senza dubbio il punteggio denota un giudizio fruttuoso, che merita il terzo posto in classifica per dei tratti che comunque sono capaci di impressionare il lettore, e la sottoscritta, dato che la Chiyuki/Decim è una coppia che adoro particolarmente (per questo, inoltre, come menzionato nel paragrafo sovrastante, avrei anelato a un genere romantico più accentuato). 

Titolo: 4/5 — la lingua inglese che caratterizza lo scritto è adatta, e per quanto riguarda questo dettaglio, il contest e il giudice non possiedono preferenze tra l’italiano e l’inglese (persino altre lingue, dato che è sempre stimolate leggere di nuove intestazione, purché esse abbiano un loro perché), e il titolo è stato giudicato positivamente nella sua stesura e connessione con il racconto che corona. Data la derivazione da una canzone, Ghost Towns di Radical Face, non è stato possibile donare un punteggio pieno, considerando anche il fatto che —notato purtroppo a contest concluso— l’autore ha dimenticato l’avverbio inglese “up”. Generalmente, a ogni modo, il titolo ottiene un significato letterale e figurativo, l’opzione fonetica è scorrevole, e il concetto espresso risulta adeguato; è dogmatico e indica esattamente ciò che sono le aspettative del lettore.

TOTALE: 50,2/60


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06/03/2016 16:43
 
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«LINEA SPEZZATA» DI NEU PREUSSEN 
Visto da lontano e con gli occhi disillusi di un adulto, il dipinto di suo padre gli parve soltanto una sgradevole accozzaglia di colori cupi con qualche sfavillio di rosso ai lati.
 
Grammatica e stile: 8,35/10 — lo scritto approfondito che è stato presentato presenta dei tratti singolari, un registro formale, e lo scrittore ha fatto più che semplicemente utilizzare parole pompose; ha forgiato degli interi paragrafi —un interno testo— sfarzosi e appariscenti. Questi possono essere mozzafiato passaggi di maestria da parte dell’autore, che li ha accuratamente progettati, costruiti e rifiniti minuziosamente, rappresentando una certa grandezza e presuntuosità, che blocca il lettore a certi frammenti, facendolo riflettere e assorbire il lessico importante. La trama in sé —che verrà ripresa successivamente— a tratti viene afferrata dallo stile, e il pretesto del racconto pare cadere in un abisso, e tutto ciò che rimane è una lucida, brillante bagattella di pomposità. Pertanto, la verbosità di alcuni periodi sembranti delle opere d’arte sono, generalizzando, in realtà spinti alla perdita del loro significato nella confusione della scrittura circostante. Per questo dettaglio riconosciuto, la descrizione di William Gibbs McAdoo riguardo i discorsi del ventinovesimo presidente americano Warren G. Harding, in parte dimostra ciò che è intesa con questa critica costruttiva che infatti ha anche diversi pregi, ripresi in seguito: “un esercito di frasi pompose che galleggiano intorno al paesaggio in ricerca di un’idea.” È sicuramente una questione personale decidere di amare o di odiare uno stile simile a quello della narrazione analizzata, saltuariamente logorroico, maturo e paradigmatico, ed è per questa ragione che la prossima intenzione del parametro è di accreditare il racconto, che infatti ha perso solamente un punto per il suo stile, e dare le parole il riconoscimento che meritano.
♦ Ginoza percepisce chiaramente l’austero rigore della lapide sotto il palmo della mano destra, [. Egli] -0,05 chiude gli occhi inspirando con forza, come se si stesse preparando a una lunga immersione che, effettivamente, si realizza la maggior parte delle volte e dà luogo a un inabissamento mentale dal quale risulta sempre più complicato riemergere.
♦ Nobuchika si è sentito vuoto, ma nient’altro di più, magari perché – tenta di giustificare l’apatia che lo opprime – ha raggiunto un’età troppo avanzata per trovare consolazione in un pianto sguaiato come quello di un bambino, [. Ora egli] -0,10 vive dell’arrendevole [nell’arrendevole] -0,05 consapevolezza che le lacrime non potranno mai lenire i rimorsi né restituirgli suo padre, perciò respinge la naturale e destabilizzante urgenza di disperare, procede [procedendo] -0,05 respirando a fondo, a occhi chiusi, trascinandosi lontano dagli spettri del passato.
♦ Vista dall’alto, questa linea retta è talmente spezzata da non rassomigliare più a ciò che era in origine, [;] -0,05 è un sottile cordoncino di polvere che corre parallelo alla vita che avrebbe avuto se, molto semplicemente, avesse riservato un riguardo in più nei confronti del padre.
♦ Quando era molto piccolo aveva una particolare predilezione per un minuscolo anfratto nello studio del genitore, [; Nobuchika] -0,10 si sistemava sulla sporgenza marmorea ai piedi della finestra e lo osservava dipingere, privandolo inconsapevolmente — con la sua minuscola figura — di un poco della luce di cui abbisognava.
♦ Tuttavia Nobuchika non riesce a visualizzare altri [altro] -0,05 che il quadro che suo padre ha terminato poche ore prima di morire, anche quando pensa alla sua infanzia.
♦ Le ore passate nello studio di suo padre a guardarlo dipingere, se accostate all’austera presenza della lapide che in questo momento si staglia di fronte ai suoi occhi, sono soltanto un guizzo fulmineo di colore, [un] -0,05 unico e ormai lontano bagliore sulla sua linea retta spezzata.
♦ Aveva attraversato la soglia del Dipartimento in fretta e furia, chiuso nel suo cappotto, [] -0,05 il bavero scuro abbottonato intorno al collo [] -0,05, ma essendo in largo anticipo si era diretto verso la sala ricreativa, pensando di attendere lì che le lancette dell’orologio da polso segnassero le sette — ovvero l’inizio del turno dell’Unità 1.
♦ Scorgendo qualcuno all’interno della sala aveva esitato e si era ritrovato a scalpicciare sulla soglia per qualche istante, -0,05 prima di riuscire a retrocedere di un paio di passi.
♦ Il rosso che Ginoza aveva osservato ai lati era, in verità [invece, in realtà] -0,05, un intreccio di magenta e amaranto, due lunghi nastri irregolari e sinuosi che si dissolvevano al centro del dipinto, [e] -0,05 che quasi si toccavano.
Le sbavature sovrastanti sono quelle riconosciute nel testo, e a seconda della loro gravezza, 0,05 o 0,10 punti sono stati detratti dal punteggio totale; esso, se sommato, risulta in un mero -0,65 nelle mille e passa parole dello scritto. È possibile evidenziare la maggiore parte degli sbagli in arancione, indicante alcune concordanze o sconnessioni di alcuni termini dal pensiero. Le correzioni effettuate sono alquanto ovvie, e non hanno bisogno di vere e proprie spiegazioni, contando in oltre il fatto che sono alquanto insulse e non influenzano in eccessivo modo la fluidità della lettura; ciò è una fortuna, dato che il racconto —per quanto accessibile— è nella sua essenza già intricato. Quindi, riprendendo la discussione iniziata nello scorso paragrafo, questa fan-fiction su Nobuchika diviene definitamente più gradita se si conosce il personaggio trattato e soprattutto dove le parole vogliono andare a parare. Non è semplice, no, lo stile è ancora una volta nebuloso, sibillino, criptico; esattamente come i termini usati adesso per descriverlo. Però, nonostante la sua misteriosità, esso abbraccia il lettore in un'arte figurativa spettacolare, carica di emozioni e contenuto. Decidendo inoltre di non fare uso di discorsi diretti, il lettore capisce che lo scrittore vuole esprimere le sue idee in questo determinato modo, e sebbene non sia per un genere di pubblico in qualche modo attaccato alla filosofia di Hemingway, dello stile coinciso che dimostra che “grandi emozioni non derivano da grandi parole”, è sicuramente un stile risoluto e lodabile.

Trama e originalità: 8,8/10 — l’impressione che il racconto passa di sé e della sua struttura, è una parecchio positiva sotto il punto di vista della trama e persino dell’originalità, nonostante non pari questo il parametro guida del racconto. Con questa asserzione, viene intuito infatti che la solida base dell’evoluzione degli eventi dello scritto avvenga chiaramente sotto forma di missing moment, momento mancato, e come narrazione, il testo è senza dubbio un adeguato missing moment. Il passato e l’infanzia del personaggio protagonista di Nobuchika sono all’inizio un completo mistero per il pubblico di Psycho-Pass, così come il personaggio stesso, ma successivamente diviene quasi semplice estendere dei pensieri su questo argomento dopo la morte del padre, Tomomi. Una corta ma significativa scena alla conclusione di un episodio come un altro nella trama singolare di Psycho-Pass, quella del decesso dell’esecutore Masaoka, spiega svariate cose. La storia è costruita preziosamente sulle emozioni soppresse di Nobuchika, della sua risposta alla morte di un padre mai veramente avuto, e l’introspezione permette al lettore di “vedere” il mondo dell’uomo attraverso gli occhi di quest’ultimo. C’è un’identificazione con il personaggio; si sentono le sue percezioni, reazioni, il fragile stato emotivo, nonostante la one-shot non sia nemmeno in prima persona, e tutto ciò risulta in una trama secondaria alla caratterizzazione, ma fondamentale per la riuscita del missing moment.

Caratterizzazione personaggio (eventuale OOC giustificato): 9,5/10 — Nobuchika Ginoza non è un personaggio che si contraddistingue particolarmente nei primi episodi dell’anime Psycho-Pass, e il pubblico viene persino spinto in qualche modo a circondarsi di un velo di disprezzo per il freddo ispettore. E come esso, Ginoza è indubbiamente efficace, un uomo talentoso, in grado di bilanciare le esigenze del capo e lavorare in modo efficiente con il personale della sua divisone. È corretto descrivere la sua personalità come acuta; la sua natura di osservatore del comportamento umano lo fa un eccellente detective, e la sua mente matematica tendente a scartare l’intuizione dimostra un personaggio rigido specialmente quando si tratta del suo lavoro. Questo atteggiamento deriva soprattutto dall'amarezza di Ginoza verso il padre, Masaoka, ma sarebbe inservibile infiltrarci nella loro relazione, dato che la narrazione presentata funge esattamente a quello, a dire e spiegare al lettore il perché di questo risentimento che nasconde un cuore più morbido di quanto il pubblico si aspettasse. La protagonista femminile dell’opera originale, Akane Tsunemori, si unisce alle Divisione 1, e Ginoza la mette immediatamente in guardia riguardo gli esecutori, dicendole di mantenere una certa lontananza (cosa che tra l’altro lei viene stimolata a ignorare, in particolare quando c’è in gioco la sua relazione con Kogami). Ed è a questo punto che lui che inizia a mostrare le prime debolezze nella sua prestazione lavorativa e emotiva, arrivando a un climax per il suo personaggio. A un punto specifico della storia, le sue numerose sensazioni, in combinazione con le pressioni del lavoro e la volontà nel mantenere il suo Psycho-Pass chiaro, rilasciano un peso enorme su Ginoza, che conduce dapprima all’ansia a poi un esaurimento emotivo. Chiaramente, inoltre, la morte violenta e prematura di Masaoka insieme alle sue domande e risposte crea uno sconvolgimento ulteriore alla psiche di Ginoza, con un conseguente forte aumento nel suo coefficiente di criminalità e la sua designazione come un criminale latente. Una volta stabilitosi, Ginoza diviene un individuo differente, sia come se stesso sia come agente di polizia. Questo particolare tratto di crescita emotiva è ripreso bene nello scritto, che descrive un’apparenza calma che nasconde un lato compassionevole e protettivo verso coloro con i quali lavora, dimostrandosi inoltre incredibilmente addolorato nel vedere la famiglia (e gli amici) soffrire o —nel caso della fan-fiction— morire. La narrazione espone brillantemente il progresso emotivo del personaggio, paragonando il suo stato attuale con quello infantile, raccontando al lettore come Nobuchika si è sentito prima in confronto ad adesso, realizzando una figura quasi perfettamente tridimensionale e identificabile.

Utilizzo tema e citazione: 9/10 — la determinazione del punteggio di questo parametro è stata precedentemente dilatata nella discussione (quindi, esso è diviso in due sezioni: l'utilizzo del tema dato —l'ultimo giorno— e della citazione scelta da quelle proposte), e il risultato decretato per questo specifico scritto è di 4 su 4 per l’uso dell’aforisma del romanzo La Fine del Mondo e il Paese delle Meraviglie dell’autore giapponese Haruki Murakami, e 5 su 6 per l’uso dell’incipit di comando, che insieme al genere drammatico ha originato la competizione. È stimolante leggere di una narrazione trattante questo specifico passaggio del romanzo, questo libro strano e onirico, caratterizzato da capitoli alternanti tra due bizzarre narrazioni (tratto usato frequentemente da Murakami per mettere implicitamente a paragone le due storie, che spesso nemmeno si congiungono): una cyberpunk e fantascientifica, l’altra descritta come fantasia virtuale, surreale. I protagonisti non possiedono nomi, la storia in sé è confusionaria, quasi fiabesca, e difficile da sommare in pochi pensieri; è impossibile comprenderla senza avere letto il romanzo. Nonostante questo, la citazione scelta fa parte del penultimo triste capitolo, che avvolge l’intero romanzo magnificamente; uno dei due protagonisti (forse, l’unico) —generalizzando il contenuto— viene calpestato dalla tristezza di un destino malvagio che si riflette nella sua scomparsa dal mondo in cui vive. Lui è innamorato, ha una vita accettabile, e non vuole andarsene, ma è inevitabile, e vuole piangere, vuole farlo davvero, ma non può, o realmente, non ci riesce. La tristezza, la malinconia, quel sentimento improvviso che ti rende vulnerabile attanaglia sia il protagonista di La Fine del Mondo e il Paese delle Meraviglia, che Nobuchika, che per due motivi e circostanze estremamente differenti non versano lacrime. È una sensazione indescrivibile a volte, è quel nodo alla gola e il respiro celere, è un vuoto incolmabile; le lacrime sono qualcosa di specifico —uno sfogo nervoso momentaneo— ma la tristezza, quella vera, è molto di più, e non è possibile esprimerla in nessun modo, tangibile solamente al cuore dell’individuo ferito. Questa è l’entità della citazione (rappresentata da Murakami esattamente con la fine del mondo del titolo), e l’autore è stato capace di renderla chiara nello scritto, così che esso rifletta perfettamente l’aforisma, incastrandolo nel filo narrativo di Psycho-Pass e donando al lettore un’interpretazione superba e adatta al contesto. Per quanto riguarda il tema utilizzato, delle semplici parole in più avrebbero potuto portare un punteggio pieno, così da stilare concretamente —anche in una singola espressione— il nucleo dell’ultimo giorno, come è stato fatto con la citazione. In ogni caso, il lavoro svolto è davvero soddisfacente, e il sentimento nelle parole ha un effetto particolare sul lettore che verrà ripreso nel prossimo parametro.

Drammaticità: 8,7/10 — il parametro della drammaticità è estremamente difficoltoso, e richiede uno sforzo psicologico da parte dell’autore, in modo che egli possa condividere delle emozioni così importanti che portano il lettore al batticuore e la vista sfocata. Il punteggio donato è positivo, buono; la narrazione presenta un personaggio influenzale, che lotta contro qualcosa che il lettore ha l’opportunità di identificare: il passato, il rimorso. Con identificazione non si vuole significare necessariamente un evento che ha a che fare con qualcosa che potrebbe accadere al lettore stesso, o che è successo; capire che cosa è accaduto è sufficiente, e basta poco per essere in grado di relazionarsi con i passi che la persona ha preso, se disperati o coraggiosi, e affrontare con loro la situazione. La maturità di Nobuchika benefice allo scritto, ma ci sarebbe potuto essere un tocco in più: con il culmine della storia, c’è un avvenimento straziante e il lettore è colto tra le emozioni del protagonista, ma quest’ultima caratteristica del testo avrebbe —personalmente— potuto avere un’addizione di una singola frase sul finale, magari come discorso diretto, dopo la lettura della nota di Tomomi, in modo da stendere il lettore interamente.

Gradimento personale: 4,3/5 — senza ulteriori deviazioni, sfociamo in un registro informale in modo da appianare la mia intima opinione sul racconto Linea spezzata. Nobuchika Ginoza non è mai stato un personaggio che ha attirato il mio interesse, dato che personalmente tendo a divergere verso figure complementari a quella del rigido detective, figure come Shuusei Kagari e Akane Tsunemori. A ogni modo, l’originalità nel trattare Nobuchika l’ho apprezzata particolarmente, e l’uso perfetto della citazione per pitturare un’immagine più dettagliata del suo personaggio ha amplificato il mio gradimento. La storia possiede un ritmo flemmatico, e con uno stile parolaio come il tuo è facile inciampare in una lentezza dell’evoluzione del racconto. Avendo le mie fan-fiction delle simili incertezze su uno stile a tratti pesante, riesco a comprendere quanto le emozioni siano dentro di te e quindi vuoi condividerle tramite le parole a ogni costo, cercando inoltre di forgiare uno scritto bello, semplicemente più accademico e quindi verboso. Il secondo posto è indubbiamente meritato, e la one-shot è capace di colpire chiunque la legga, essendo quindi estremamente efficace nel quadro della competizione.

Titolo: 4,5/5 — il titolo è un’intestazione valida, spontanea e sollecita. Non è necessario interpretare il suo significato, che diventa estremamente limpido una volta finita la lettura, oltre che indurre a quest’ultima fluidamente. Trovo che il suono dei termini usati sia anche interessante: l’aggettivo è cacofonico, e presenta delle sillabe dure e un suono brusco in contrapposizione al nome eufonico, quindi che possiede un’armonia musicale liquida, e fornisce un effetto piacevole all’orecchio. Questa giustapposizione di eufonia e cacofonia contribuisce alla scrittura, introducendo un determinato tono alla storia, e riflettendo alla fine lo stato psicologico del protagonista.

TOTALE: 53,15/60


miku 16 ɘƨɿɘvɘɿtsundere
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06/03/2016 16:44
 
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Ti porta a quando eravate giovani e credevate di poter cambiare il mondo, stringendo il tempo fra le dita e convincendovi di essere invincibili.
 
Grammatica e stile: 8,9/10 — la formula di comunicazione che contraddistingue il modo di esprimersi della narrazione presentata è sopraffina, ammaliante e colma di classe, una raffinatezza che non è né giusta né sbagliata, ma sicuramente appropriata per questo particolare contesto e ambiente. Con lo scritto valutato, è notabile un autore conciso e preciso; i periodi stringati ma ricchi d’emozione estirpano parole inutili e scelgono quelle esatte per trasmettere il significato voluto da chi le sta manipolando. Le parole definite —verbi, nomi concreti e astratti, aggettivi qualificativi— stimolano il lettore a visualizzare la frase, e di conseguenza a immergersi completamente nel testo. Gli aggettivi sono usati moderatamente, con cautela, così come gli avverbi, in nessun caso abusati, in modo da lasciare che soggetti e predicati forgino le numerose locuzioni al limite dell’allegoria, così come succede nell’opera originale di Steins;Gate. Inoltre, è possibile evidenziare frequentemente dei singolari frammenti di frasi che contribuiscono grandiosamente al flusso di quest’ultime; termini polisillabici, allitterazioni (immediatamente dalla seconda asserzione: “suono che serpeggia fra le stelle”, indica un suono sibilante dalla ripetizione della lettera s che crea un ritmo incalzante, fluido, evocando un’atmosfera zuccherata ma quasi spaventosa) e risonanze sono solitamente adoperati nella poesia per alimentare il simbolismo e il senso figurativo dello scritto. Anche i vari termini in italico influiscono sulla cadenza, e, al contrario delle precedentemente menzionate allitterazioni, queste spezzano il ritmo di una frase, in modo che il lettore esiti per un momento a continuare, prestando particolare attenzione su quella determinata espressione.
♦ La supernova brucia e brucia [lo fa] -0,05 davanti ai tuoi occhi.
♦ Non ha contorni, [è] -0,05 sfocato e lontano: [,] -0,05 come una fotografia sbiadita, coperta da un vetro opaco.
♦ Ma sono trascorsi troppi anni, e avete entrambi visto troppo: decenni interi e una guerra vi separano da quei giorni, -0,05 che non torneranno più.
♦ «Così, -0,10» cominci, le parole che incespicano un po’ sulle tue labbra «siamo arrivati alla fine».
♦ «Credo che abbiano salvato tutti. Daru, Mayuri. Anche Moeka e il Signor Braun. E che siano ancora tutti insieme, in un laboratorio più grande. Mi domando a quale numero siano arrivati i loro Gadget Futuristici. Dev’essere un numero altissimo.». -0,05
♦ Hai bisogno di un istante per capire che sono le lacrime che si impigliano nelle tue ciglia ad annebbiare il tuo [lo] -0,05 sguardo.
♦ Il pensiero ti colpisce con la forza di uno sparo in pieno petto, strappandoti l’aria dalle labbra [dai polmoni] -0,05.
♦ Chi proteggerà dal tempo distruttore il ricordo degli occhi di Okabe o del suono della sua voce che proclamava di essere Hōōin Kyōma, [uno, lo] -0,05 scienziato pazzo?
♦ «No. Per dirti che non è un addio. Che ci saranno sempre una Kurisu Makise e un Okabe Rintarō, da qualche parte nel tempo, che sopravvivranno a noi.». -0,05
♦ «Kurisu Makise, vieni con me. È ora di morire.». -0,05
In questo racconto di oltre duemila parole, le sbavature sono insignificanti; alcune inesattezze lessicali collegate a possibili ripetizioni, un paio di concordanze riguardanti l’inserimento di congiunzioni per definire una correlazione logica fra più pensieri, e qualche posizionamento errato del punto a fine discorso diretto, che talvolta è stato inserito all’interno delle virgolette caporali. Sorpassando gli abbagli del testo, a primo impatto, quest’ultimo viene visualizzato come criptico, esageratamente esteso —pesante, forse— ma è la splendida varietà di frasi di lunghezze e ritmi diversi che dona al brano effetti diversi, rendendo ogni espressione un complesso di parole speciale. È presente del parallelismo tra le righe scritte, creando della simmetria in un testo compatto (unico dettaglio che ha tolto un ulteriore 0,5 dall’iniziale 0,65 degli errori sovrastanti), fallendo nel creare paragrafi, ma comunque evitando una monotonia lessicale. Non ci sono frasi sparse —o perlomeno quella è la sensazione— ma solo frasi d’effetto. Lo stile non è sciolto o banale, e la struttura, per quanto densa, possiede un particolare ordine. Un ottimo risultato per una one-shot elegante, traboccante d’immaginismo, di un’ambientazione magica e senza tempo, di un tono distante ma allo stesso tempo davvero confidenziale e intimo, che raffigura la concretezza —anche se probabilmente non è il termine giusto da usare— dei fatti nella storia, questa lontananza e vicinanza tra i due personaggi principali di Kurisu e Okabe.

Trama e originalità: 9,5/10 — abbozzando delle note per quanto riguarda l’originalità, è giusto dire che quest’ultima è la definizione dell’inaspettato, di qualcosa di nuovo, qualcosa che il lettore non ha già precedentemente esplorato. La scelta di trattare un’opera derivata dall’originale di Steins;Gate ha donato svariate opportunità all’autore per scovare la scintilla d’innovazione tra le zone più banali della vita, essendo la serie televisiva un semplice capolavoro di caos ordinato, assolutamente estraneo allo stereotipo di anime del ventunesimo secolo. Anche per questo, la narrazione valutata conserva sfarzosamente la fiamma che aiuta la sua integrità a svilupparsi —come notato sopra— attorno i più eccentrici eventi all’interno di un anime con un tocco insolito. Quindi, sì, alla domanda: “questa storia è originale, innovativa?” la risposta sarebbe assolutamente affermativa. E la trama, il filo conduttore dell’intero scritto, è condito con un interesse amoroso, maturo e non banale, che ammalia i lettori e che li soddisfa grazie all’unione di questa con una relazione angst, crudele ma adeguata. Solitamente questo tratto cadrebbe mediocremente nella riuscita facile, ma l’elaborazione di questo testo cambia tutto, dimostrando che anche il semplice tema dell’amore può risultare flessibile, diverso, e quindi originale. Ancora una volta, comunque, il parametro non è stato reputato idilliaco per via dello svolgimento del racconto innegabilmente volutamente (e lecitamente) sregolato, ma saltuariamente sovrabbondante nei suoi passaggi.

Caratterizzazione personaggio (eventuale OOC giustificato): 9,8/10 — la caratterizzazione è un artificio letterario vero e proprio, utilizzato in questa narrazione per evidenziare e spiegare passo dopo passo i dettagli dei personaggi fra le sue righe, Kurisu e Okabe. Ci sono diverse maniere per introdurre un personaggio, e quello della storia è senza dubbio molto comune: nella fase iniziale Kurisu compare con emergenza, dato che —essendo lo scritto una fan-fiction— il lettore è già a conoscenza della sua essenza, e quindi la storia inizia così, misteriosamente. In seguito, lo scrittore parla del suo comportamento; come la storia va avanti, lo stesso fa la psiche e i movimenti riflessi del personaggio. Successivamente, il lettore osserva Kurisu esprimere in qualche modo le sue opinioni e idee, donando ritmo alla storia e fondendosi a una conversazione con un secondo personaggio, Okabe. Finalmente, la parte finale mostra come i due protagonisti della storia rispondono alla personalità e alle azioni dell’uno e dell’altro. Questa è una visione generale, digrossata, della caratterizzazione dei personaggi nel brano; essa è significativa dalle sue fondamenta, per questo aiuta il lettore a dare un senso al comportamento dei personaggi, aiutandolo a comprendere i loro pensieri. Nella narrazione, l’uso di questa tecnica porta il lettore a relazionarsi in modo praticamente perfetto agli eventi e a capirli grazie alla rappresentazione accurata dei protagonisti. Anche i dialoghi utilizzati svolgono un ruolo molto importante nello sviluppo dei personaggi, specialmente Kurisu, perché è con questi che il lettore viene concesso l’opportunità di esaminare le motivazioni e le azioni della ragazza più profondamente. Il pubblico osserva una Kurisu fedelmente maneggiata; una donna sensibile e matura, calma e raccolta anche di fronte all’ignoto e alla morte stessa. Grazie a Okabe, il suo lato più timido fuoriesce dolcemente, come miele e zucchero; la sua anima tsundere si scioglie davanti al suo amato e rivale, evocando mille sensazioni. C’è un velo sarcastico in Kurisu, e il suo innocuo fastidio quando confrontata alle buffonate di Okabe è semplicemente amabile. La narrazione incontra anche gli importanti —ed è dire poco— conflitti psicologici che affliggono Kurisu, specialmente in questo momento, e la sua giovane età stimola il lettore a un’empatia malinconica ma benvista. L’atteggiamento aspro per nascondere le sue vulnerabilità si allaccia precisamente al personaggio di Okabe, perché, in fondo, Kurisu è solamente una ragazza curiosa e amante della scienza. Ed è così praticamente inutile parlare di Okabe, questo individuo melodrammatico ed eccentrico; uno scienziato pazzo auto-proclamato, innamorato —anche se sembra sminuire il vero sentimento tra i due— di Kurisu e di tutte le sue sfaccettature. Un lavoro pressoché superbo, complimenti.

Utilizzo tema e citazione: 10/10 — la maniera di valutazione per questo parametro, come appianato antecedentemente nella discussione, presenta il giudizio frammentato in due spicchi con il rispettivo punteggio. Sia il primo che il secondo ritaglio di risultato hanno nitidamente ricevuto il massimo del punteggio, quindi l’uso della citazione scelta è 4 su 4 e l’impiego del tema dato —l’ultimo giorno— è similmente 6 su 6. La valutazione rivela da sé un lavoro perfetto, derivato da un racconto esteso che ha saputo manifestare una propria prospettiva sugli incipit disponibili. Scegliendo la nona citazione dell’autore giapponese Haruki Murakami “Anche se quel giorno non ci fossimo incontrati tutto sarebbe andato nello stesso modo. Ci eravamo incontrati perché doveva succedere, e anche se non fosse stato quel giorno, prima o poi ci saremmo sicuramente incontrati da qualche parte,” nata dal romanzo Norwegian Wood, la narrazione aveva già delle solide fondamenta per un amore complesso con una possibile fine tragica o grata, e il primo caso è stato adoperato. È affascinante ripetere e ogni volta ricordare questa speciale citazione del racconto giapponese, senza dubbio una delle più galvanizzanti e gremite di significato —di amore e di tragedia e di disperazione e ancora di amore— dell’autore. In Norwegian Wood, sin dalle pagine di apertura, quando Tooru —protagonista del romanzo— narra delle sue giornate e dei suoi sentimenti, egli riconosce che Naoko, la ragazza che ama, non è innamorata di lui. Il personaggio di Naoko, dopo la morte di una persona a lei cara, cade in una deteriorante depressione e tenta disperatamente di aggrapparsi alla vita durante gran parte della narrazione, fino al suo suicidio; non è mai reso chiaro se lei usasse Tooru come suo solo collegamento alla vita, o se in qualche modo davvero cercasse di amarlo. Tooru, anche se non sembra, pronuncia le parole che hanno originato questo racconto su Kurisu e Okabe nei primi capitoli, volutamente accecato dall’amore e dalla purezza di una ragazza fragile. Riprendendo la presente narrazione, l’interpretazione è diversa dall’originale ma l’essenza è la stessa: un amore immenso, corto ma passionale, e finito in disgrazia. Tooru articola questo suo pensiero di getto, ancora prima di sapere come sarebbe andato a finire, invece qua Okabe decide di dire queste parole a Kurisu proprio come conseguenza di tutto ciò che è successo. E anche se non inserito nello scritto, l’aforisma rispecchierebbe la relazione di Kurisu e Okabe degnamente, così come l’ultimo giorno (l’ultimo del loro amore, l’ultimo delle parole condivise, l’ultimo dei bei sogni, l’ultimo giorno insieme e l’ultimo delle loro vite); l’autore ha pressato questi aspetti, risultando in una splendida produzione.

Drammaticità: 8,8/10 — questo bendisposto ma realmente amletico parametro è personalmente considerato il più problematico d’affrontare, per via dei gusti personali, che alla fine forgiano gran parte del giudizio. Indubbiamente, questo racconto ha lasciato un segno indelebile, un’impronta magica e irresistibile, che rappresenta una relazione alla sua fine, una fine diversa —una vera e propria fine— e che è capace di abbandonare un senso di abbattimento unico, forse a tratti ombreggiato da un’emozione molto simile e accennata nel primo parametro: la paura. L’angoscia, l’incertezza del futuro, lo smarrimento che ha continuato a stringere Kurisu anche quando lei si è sciolta fra le braccia di Okabe, sono vere palpitazioni per il lettore, completamente immerso nelle parole e nei batticuori dei protagonisti. Attraverso lo sviluppo della narrazione, la drammaticità c’è —e risulta un elemento più che significativo— e possiede speciali caratteristiche che non lasciano in lacrime (come magari predisposto dal tipo di testo deciso) ma che frequentemente s’inginocchiano alla freddezza dell’angst. 

Gradimento personale: 5/5 — traboccando direttamente in prima persona in questo criterio di valutazione, trovo che questa one-shot sia davvero eccezionale. I miei gusti personali prediligono l’angst —la classica crudeltà del destino— sovrastare i personaggi protagonisti e avendo la meglio su loro, donando la possibilità di un addio, ma cancellando speranze venture. Esattamente come è successo a Kurisu, bramavo di leggere di una narrazione del genere, sulla fetta letale della drammaticità e su di una figura femminile forte e intelligente che si addolcisce al contatto del corpo del suo amato, ma che affronta la sua sorte a testa alta, perché a conoscenza delle conseguenze e capace di accettarle. Lo scritto ha scaturito un’ulteriore sensazione di ammirazione verso il personaggio di Kurisu, e mi ha portato a rivedere certi momenti di Steins;Gate, facendomi apprezzare queste scene ulteriormente e riconoscendo che questo parametro avrebbe dovuto ottenere un punteggio pieno. Congratulazioni, non è esattamente un’impresa agevole erompere simili sensazioni in me.

Titolo: 4,8/5 — il titolo di una storia non è di certo il tratto più significativo dell’opera, ma spesso è un vero peccato prendere la decisione di non leggere un determinato scritto per via dell’intestazione, che potrebbe celare un capolavoro. Il titolo scelto per questa one-shot crea un certo tono ancora prima di addentrarsi nella lettura, e dona delle aspettative al pubblico; è memorizzabile, enigmatico, fantomatico, collettivo —comunica con il lettore ed egli viene subito invitato alla storia— e giusto. Semplicemente, per il giudice la scintilla contenente tutte queste sensazioni citate è scoccata dopo avere pensato all’efficacia del titolo, e pertanto non ha dato origine a quel singolare colpo di fulmine che talvolta si fronteggia alla prima lettura. 

TOTALE: 56,8/60


miku 16 ɘƨɿɘvɘɿtsundere
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06/03/2016 16:48
 
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E così siamo giunti alla fine di questo contest, finalmente. Le mie correzioni potrebbero non essere perfette, ma spero che voi possiate concordare con ciò scritto; ovviamente, in caso vorreste parlare di qualcosa in privato, io vi risponderò il prima possibile. Fatemi sapere, eh.
Il riepilogo del contest e i premi li trovate di seguito, insieme ai miei ringraziamenti: grazie! Grazie e alla prossima.

Classifica:
Prima classificata: Macy McKee — 56,8
Seconda classificata: Neu Preussen — 53,15
Terza classificata: Chiaky — 50,2

Quarta classificata: BlackPapermoon_ — 49,05
Quinta classificata: Giandra — 38,7

Premi speciali:
Premio miglior storia strappalacrime: Macy McKee
Premio miglior personaggio: Giandra
Premio miglior coppia: Chiaky

Premi:
Macy McKee — Valutazione della storia + 3 recensioni a scelta + inserimento della storia tra le preferite
Neu Preussen — Valutazione della storia + 2 recensioni a scelta + inserimento della storia tra le ricordate
Chiaky — Valutazione della storia + 1 recensione a scelta


miku 16 ɘƨɿɘvɘɿtsundere
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Giudice*
06/03/2016 19:03
 
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Buon pomeriggio~
Devo ammettere che non mi aspettavo assolutamente un giudizio tanto dettagliato ed è stato davvero un piacere poterlo leggere, tuttavia ho un dubbio sul parametro grammaticale.
Non sono mai stata un genio in matematica, quindi potrei sbagliarmi (sbaglierò sicuramente e farò la mia solita figura, sì), ma calcolando i punti sottratti mi risulta 0,75, non 0,65. Non cambia praticamente nulla, anzi dicendolo mi sottraggo pure i punti da sola, ma voglio essere corretta xD
Per il resto, ci sono molte correzioni su cui mi trovo in completo disaccordo.
Nella legenda l'arancione rappresenta fenomeni di sconnessione di alcune parole; nelle tue correzioni hai insistito molto sull'inserimento di "egli" (che, personalmente, trovo alquanto desueto e perciò tendo a escludere a priori), quando in realtà non penso vi fosse alcuna sconnessione concreta.
Ginoza percepisce chiaramente l’austero rigore della lapide sotto il palmo della mano destra, chiude gli occhi inspirando con forza, [...] : nella tua correzione hai sostituito la prima virgola con un punto e inserito "egli" per aprire il periodo successivo, ma penso che la frase sia comprensibile anche nella sua versione originale. La narrazione è concentrata su Ginoza, si parla quasi sempre di lui, "chiude" è la terza persona singolare del verbo "chiudere", per cui, sinceramente, non vedo dove sia questa discordanza.
Stessa questione per la correzione seguente. Sono come delle piccole liste di azioni che si accavallano fra loro ed è chiaro che riguardano tutte uno stesso personaggio, quindi non vedo perché inserire ogni volta un soggetto esplicito.
Su dell'arrendevole è stata proprio una scelta personale. Ginoza non vive nella consapevolezza, come risulta dalla tua correzione, ma della consapevolezza, come si può vivere di pane e di acqua (è come se questa consapevolezza fosse la sua unica fonte di sostentamento, ecco perché la scelta della d al posto della n).
L'ultimo errore segnalato su cui vorrei soffermarmi è procede, più che altro perché è stato corretto con un gerundio che non è sbagliato, ma trovo assolutamente cacofonico essendo seguito subito dopo da un altro gerundio (è una considerazione personale, ma procedendo respirando a fondo lo trovo un po' destabilizzante).

Non sono qua per rompere le palle (anche se potrebbe sembrare il contrario), ma sinceramente credo che parte di ciò che hai segnalato come erroneo sia più semplicemente una scelta di stile diversa da quella che faresti tu come autrice.
Per il resto, arrivata al parametro del titolo ho quasi pianto di gioia. Ho scelto Linea spezzata proprio per il suono dolce della prima parola e quello duro della seconda, come se a spezzare questa linea sia il suono duro che si produce quando si legge il titolo ad alta voce.
Per quanto riguarda le recensioni premio, ti lascio carta bianca, così che tu possa leggere ciò che più ti ispira (anche se adesso sono in un periodo di assoluta inattività a causa dell'università, di fanfiction e one shot ne ho scritte parecchie, perciò mi auguro tu possa trovare qualcosa di tuo gradimento >u<)
Grazie ancora per la valutazione chilometrica! [SM=g27998]

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06/03/2016 20:47
 
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Re:
NeuPreussen, 06/03/2016 19:03:

Buon pomeriggio~
Devo ammettere che non mi aspettavo assolutamente un giudizio tanto dettagliato ed è stato davvero un piacere poterlo leggere, tuttavia ho un dubbio sul parametro grammaticale.
Non sono mai stata un genio in matematica, quindi potrei sbagliarmi (sbaglierò sicuramente e farò la mia solita figura, sì), ma calcolando i punti sottratti mi risulta 0,75, non 0,65. Non cambia praticamente nulla, anzi dicendolo mi sottraggo pure i punti da sola, ma voglio essere corretta xD
Per il resto, ci sono molte correzioni su cui mi trovo in completo disaccordo.
Nella legenda l'arancione rappresenta fenomeni di sconnessione di alcune parole; nelle tue correzioni hai insistito molto sull'inserimento di "egli" (che, personalmente, trovo alquanto desueto e perciò tendo a escludere a priori), quando in realtà non penso vi fosse alcuna sconnessione concreta.
Ginoza percepisce chiaramente l’austero rigore della lapide sotto il palmo della mano destra, chiude gli occhi inspirando con forza, [...] : nella tua correzione hai sostituito la prima virgola con un punto e inserito "egli" per aprire il periodo successivo, ma penso che la frase sia comprensibile anche nella sua versione originale. La narrazione è concentrata su Ginoza, si parla quasi sempre di lui, "chiude" è la terza persona singolare del verbo "chiudere", per cui, sinceramente, non vedo dove sia questa discordanza.
Stessa questione per la correzione seguente. Sono come delle piccole liste di azioni che si accavallano fra loro ed è chiaro che riguardano tutte uno stesso personaggio, quindi non vedo perché inserire ogni volta un soggetto esplicito.
Su dell'arrendevole è stata proprio una scelta personale. Ginoza non vive nella consapevolezza, come risulta dalla tua correzione, ma della consapevolezza, come si può vivere di pane e di acqua (è come se questa consapevolezza fosse la sua unica fonte di sostentamento, ecco perché la scelta della d al posto della n).
L'ultimo errore segnalato su cui vorrei soffermarmi è procede, più che altro perché è stato corretto con un gerundio che non è sbagliato, ma trovo assolutamente cacofonico essendo seguito subito dopo da un altro gerundio (è una considerazione personale, ma procedendo respirando a fondo lo trovo un po' destabilizzante).

Non sono qua per rompere le palle (anche se potrebbe sembrare il contrario), ma sinceramente credo che parte di ciò che hai segnalato come erroneo sia più semplicemente una scelta di stile diversa da quella che faresti tu come autrice.
Per il resto, arrivata al parametro del titolo ho quasi pianto di gioia. Ho scelto Linea spezzata proprio per il suono dolce della prima parola e quello duro della seconda, come se a spezzare questa linea sia il suono duro che si produce quando si legge il titolo ad alta voce.
Per quanto riguarda le recensioni premio, ti lascio carta bianca, così che tu possa leggere ciò che più ti ispira (anche se adesso sono in un periodo di assoluta inattività a causa dell'università, di fanfiction e one shot ne ho scritte parecchie, perciò mi auguro tu possa trovare qualcosa di tuo gradimento >u<)
Grazie ancora per la valutazione chilometrica! [SM=g27998]


Allora, innanzitutto mi sembra palese che il giudizio sia estremamente dipendente dalla mia personale prospettiva sul testo —come spiegato nel discorso pre-risultati— e quindi che le correzioni siano ciò che io, come giudice, cambierei nel testo per renderlo, sempre a mio parere, migliore. Il risultato non verrà cambiato in nessun caso per nessun concorrente. Ti ringrazio per avere notato la sbavatura nel conteggio, probabilmente c'è stato una scorrettezza che ho notato dopo avere riletto per la terza volta la valutazione e quindi ho scordato di addizionarla al totale.
Ancora una volta, per quanto riguarda le tue discrepanze verso il giudizio grammaticale, accetto il chiarimento su dell'arrendevole e procede. Comunque, per quanto riguarda la mia insistenza sull'aggiunta del soggetto, specialmente nel secondo caso, ho trovato una frase decisamente troppo lunga e pesante per la continuazione di una lettura fluida, e per questo ho preso la decisione di dividere il pensiero. Per la prima segnalazione, anche lì ho preferito fermare l'espressione e stilare una frase nuova, in modo che non si presenti un paragrafo zeppo di virgole e creando dell'ordine.
Grazie ancora una volta per avermi avvisato dell'errore e per avermi dato il tuo feedback alla valutazione; non sono un giudice perfetto, e dato che ho ancora molto da imparare, è un piacere capire ciò che posso migliorare.
Alla prossima, e vedrò io stessa che cosa recensire, tranquilla!
[Modificato da — Fear 06/03/2016 20:48]


miku 16 ɘƨɿɘvɘɿtsundere
おしえて, blue sky!
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Post: 7
06/03/2016 21:17
 
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Ciao! Innanzitutto ti ringrazio per aver stilato questi giudizi davvero completi ed esaustivi. Devo ammettere che non appena ho visto il giudizio per la categoria Grammatica e Stile ho quasi avuto un mancamento :') Mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca, sia per i miei tanti (sciocchi) errori di battitura che per alcune delle tue correzioni che mi hanno provocato un po' di perplessità. Mi piacerebbe discutere alcuni punti, se per te va bene, non perché miri a un tuo possibile cambio di giudizio ma per mio arricchimento personale.
Tutto ciò non toglie che io sia estremamente grata per il tuo lavoro, i commenti positivi e anche quelli negativi!! [SM=g27998]
OFFLINE
Post: 213
06/03/2016 21:40
 
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Il punto è che io non so che dire. Sono un'idiota, una completa idiota. Vedi, quando mi sono iscritta al contest ho subito pensato a Guren; lui è il mio personaggio preferito di Owari no Seraph e io non ho potuto fare a meno che collegarlo a quella citazione. Avevo completamente ignorato il dettaglio dell'ultimo giorno e non finirò mai di maledirmi per questo.

Se non ti dispiace, mi piacerebbe comunque ricevere la valutazione come recensione (anche perché ho alcuni dubbi su due o tre segnalazioni grammaticali).

Grazie mille del premio per il miglior personaggio! Sono davvero lieta di averlo reso bene e per me è tutto un omaggio per Guren che se lo merita!

Grazie ancora,
Ale
Stareem
[Non Registrato]
15/03/2016 20:00
 
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Arrivo un po' in ritardo e mi scuso, ma finalmente riesco a mettermi al computer per un lasso di tempo accettabile
Innanzitutto, ti ringrazio tantissimo per la precisione dei giudizi: sono fra le valutazioni più dettagliate e accurate che io abbia visto qui sul forum, e ti ringrazio tantissimo per la cura che hai messo nello scriverle. Davvero, hai coperto ogni singolo aspetto della storia, e hai notato tantissimi dettagli che pensavo potessero passare inosservati. Hai colto così tante sfumature, così tanti aspetti della mia storia, e ne sono immensamente felice. Ho messo tantissimo affetto in quella storia, e sapere che ne è stato colto ogni aspetto mi riempie di gioia.
Mi fa un piacere immenso sapere che la storia ti sia piaciuta *w* È una delle mie storie a cui sono più affezionata, e sapere che è stata apprezzata mi rende felicissima. Sono pienamente d'accordo con tutte le osservazioni che hai fatto, dalla grammatica fino al titolo. Mi è sfuggita qualche piccola imprecisione, e sono felicissima che siano state segnalate tutte così che io possa correggerle (sono un po' ossessionata dalla precisione ahah)
Niente, ti ringrazio ancora per la completezza del giudizio, per il bellissimo commento e per aver indetto questo contest, dandomi la possibilità di scrivere su un fandom che amo.
Non mi aspettavo assolutamente quella posizione in classifica, e sono esaltatissima xD Grazie mille davvero!
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