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Confutazione trasmissione radio Maria del GRIS di maggio 2015...

Ultimo Aggiornamento: 31/05/2015 21:19
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31/05/2015 21:19
 
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viceadmintdg1, 27/05/2015 16:37:



Il concetto biblico di riscatto non vuol dire: pagare, ma: riconciliare a Dio. Concludiamo che:

1) "riscattare" in senso umano è un "pagare l'equivalente per riavere qualcosa o qualcuno";
2) "redimere" in senso biblico significa: "recuperare, riguadagnare, riconciliare"; la morte di Gesù è un prezzo per modo di dire: Gesù è morto non perché il Padre celeste doveva essere pagato, ma perché il Padre ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito (Gv 3,16). La morte di Gesù non è quindi un "pagare l'equivalente", ma un generosissimo dono di amore.
Questo appare chiaro in san Paolo che stabilisce sì un parallelismo tra Gesù e Adamo, ma non su un piano di parità: si veda Rm 5,15 ss:

Ma il dono di grazia non è come la caduta... E non è accaduto per il dono di grazia come per il peccato di uno solo... Se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo... Laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia... Questo dimostra che l'immagine della bilancia in equilibrio, per indicare la parità di ruolo (anche se di segno contrario) tra Adamo e Gesù, non corrisponde agli insegnamenti della Bibbia.



La redenzione o la liberazione (apolytrosis, “redenzione, liberazione”, secondo il Dizionario esegetico del Nuovo Testamento, vol. I, pag. 366) per mezzo del sacrificio di Cristo è un gratuito dono d’ amore divino, basta leggere per esempio Rom. 3:23-24 dove troviamo proprio il termine greco summenzionato, questo lo sosteniamo anche noi e ci mancherebbe che fosse il contrario!

Guardi per esempio cos' è scritto nella Torre di Guardia del 15 marzo 2015, pagina 28, paragrafo 13:

L’acqua simbolica [si fa riferimento al passo di Apoc. 22:17….] rappresenta ciò che Geova ha disposto per redimere il genere umano dal peccato e dalla morte sulla base del sacrificio di riscatto di Cristo” e qui la Torre di Guardia cita proprio Gv. 3:16 e 1 Gv. 4:9-10, ma anche Mt. 20:28!

In Mt. 20:28 troviamo il sostantivo lytron che, secondo il Dizionario Esegetico del Nuovo testamento (vol. II, pag. 224), significa “riscatto, prezzo di riscatto”.
In 1 Tim. 2:6 troviamo l’ affine sostantivo greco antilytron, che secondo il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, vol. I, pag. 292, significa “prezzo del riscatto”.

Il principio divino dell' equivalenza è perfettamente applicato anche nel caso del riscatto di Cristo. La dimostrazione è data proprio dall' apostolo Paolo:

Da Adamo la morte, da Cristo la vita:


Come dunque per la caduta di un uomo solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l' opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che da vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l' obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti” (Romani 5:18-19 CEI)

Come in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti tutti riceveranno la vita” (1 Cor. 15:22 CEI).

Riscatto perfettamente equivalente quindi: ciò che abbiamo perduto a causa del “primo” Adamo, figura di colui che doveva venire (Romani 5:14) e del suo fallo, lo abbiamo nuovamente a motivo del sacrificio di riscatto dell' Ultimo Adamo!

Come le ho detto, non non è certo un caso che Cristo venga definito da Paolo “l' Ultimo Adamo”, perchè questo vuol indicare ancor più che il riscatto di Cristo (Mt. 20:28), sulla base del principio divino (che a sua volta ispirò la “legge del taglione” ma che venne deciso ben prima, esattamente in Genesi 3:15), è perfettamente equivalente: dal primo Adamo (che finì per essere datore di...morte), venne la morte, dall' Ultimo Adamo, spirito datore di vita, venne la vita.

Perfetta corrispondenza, quindi, ed è piuttosto ridicola l' obiezione che il riscatto non è corrispondente perchè la grazia di Dio è sovrabbondante rispetto alla caduta e alle sue conseguenze (Romani 5:15-17), perchè questo è un preciso attributo divino (Esodo 20:5-6) che non toglie affatto l' equivalenza del riscatto: da Adamo e dal fallo la morte, dall' Ultimo Adamo e dal suo sacrificio di riscatto la vita!


viceadmintdg1, 27/05/2015 16:37:



I tdG negano, contro ogni evidenza biblica, la risurrezione corporea di Gesù, perché questo significherebbe come riprendersi il prezzo pagato. Ma Gesù, parlando della propria vita, ha dichiarato: «la offro da me stesso, perché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo» (Gv 10,18). E di fatto Gesù 'ha offerto e ripreso la propria vita con la sua risurrezione corporea


Parola a chi desidera replicare...




Nel passo giovanneo troviamo il verbo greco lambano, che secondo il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento significa sia “prendere” che “ricevere” , qual’ è però la traduzione più appropriata?

La seconda, giacchè in Gal. 1:1 viene detto che fu specificatamente Dio Padre a risorgerlo dai morti!

Gesù non ha “offerto e ripreso la propria vita con la sua risurrezione corporea”, giacchè non si capisce dove si legga questo nel passo di Gv. 10:18: nel contesto di Gv. 10:17-18 Gesù disse, in sostanza, che sua morte non sarebbe avvenuta a causa di debolezza da parte sua davanti ai nemici, ma piuttosto al fatto che accettava pienamente la volontà divina.


Riguardo al corpo di Cristo, vediamo il passo di Filip. 3:21 che, alla lettera si traduce così:

che trasformerà il corpo della bassezza di noi conforme al corpo della gloria di lui, …......” (Filip. 3:21).

Qui viene detto che Cristo, quando sarebbe tornato, avrebbe trasformato il corpo misero, umiliato, della bassezza, “per conformarlo al corpo glorioso” (CEI) di Lui.

Andiamo a bomba a 2 Cor. 5:1,4.

Paolo contrappone la “casa terrena”, paragonata ad una tenda, cioè il corpo psichico o fisico ad una “casa eterna nei cieli”, il corpo pneumatico o spirituale.

Così traduce, alla lettera dal testo greco, il cattolicissimo Nuovo Testamento interlineare greco latino italiano P. Beretta, edizioni San Paolo:

Sappiamo infatti che qualora la terrestre di noi casa di tenda sia distrutta, un edificio da Dio abbiamo, una casa non fatta da mani d' uomo, eterna nei cieli" (2 Cor. 5:1).

Qui troviamo il verbo greco katalyo che, secondo il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, significa “disciogliere, disgregare, distruggere, abrogare, abolire”.

Lo stesso DENT, a proposito del passo paolino, afferma che qui si ha il significato di “smontare, disfare, demolire la nostra abitazione terrena, il corpo”.

Pertanto, la casa terrena, che Paolo paragona ad una tenda, viene disciolta (lyo indica lo sciogliersi di qualcosa, in questo caso della tenda terrena, il corpo psichico, terreno, fisico), demolita, distrutta, disfatta.

Viene “assorbita” dalla casa celeste, il corpo pneumatico, cioè spirituale?

Il versetto 4 spiega che così non è.

Infatti il Nuovo Testamento interlineare greco latino italiano P. Beretta, edizioni San Paolo rende letteralmente: “affinchè sia inghiottito il mortale dalla vita”.

Qui troviamo il verbo katapino che secondo il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, significa “tracannare, ingoiare, inghiottire, divorare”.

Attenzione: lo stesso verbo viene usato anche in 1 Cor. 15:54 (“ La morte è stata inghiottita nella vittoria”, CEI). La morte non è assorbita dalla vita ma è inghiottita dalla vita, sparisce, non esiste più!

Pertanto, se i coeredi di Cristo avranno, nella loro gloria celeste, un corpo “conformato al corpo glorioso” (CEI) del Cristo, è ovvio che anche il corpo glorioso del Cristo sia, a sua volta, conforme al loro e che quindi la vecchia “casa terrena”, il corpo psichico o fisico, nel caso di Cristo come di coloro che avranno un corpo glorioso conforme al suo, sia dissolta, distrutta, demolita, sparita, smontata, disciolta, inghiottita, divorata!


Radio Maria può confutare queste argomentazioni alla prossima trasmissione?

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