19/12/2014 16:06 |
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| | | Post: 5 | Registrato il: 18/12/2014 | Età: 39 | Sesso: Maschile | Membro Capensis | | OFFLINE | |
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Buongiorno, vorrei affrontare il discorso biosostenibilità cercando di sensibilizzare gli utenti del forum.
La maggior parte delle persone che si appassiona alla coltivazione di queste piante è attratta, come il sottoscritto, dalla particolare bellezza delle forme e dei colori, caratteristiche che la natura ha ottenuto a seguito di una lunga evoluzione.
Tale processo evolutivo ha avuto la possibilità di compiersi solamente grazie alle particolari condizioni delle zone in cui le p.c. si sono sviluppate, ovvero zone carenti di sostanze nutritive del suolo e ricche invece di prede quali gli insetti.
Per farla breve.....Il mio discorso vorrebbe cercare di far riflettere sul fatto che l'ecosistema delle zone dalle quali provengono le nostre piante non ha niente a che fare con il nostro, e di questo dobbiamo tener conto nel momento in cui inseriamo le piante nel nostro ecosistema, mettendole ad esempio sul balcone.
Le nostre zone non hanno mai avuto la presenza di piante predatrici e da noi il tutto si svolge seguendo ritmi completamente diversi.
Quando accogliamo nella nostra casa o nel nostro giardino una pianta proveniente dal sud-est asiatico o dalle paludi americane, bisognerebbe riflettere sul fatto che ci troviamo davanti ad una pianta cresciuta in cattività, quindi, invece di stare continuamente a fissare una dionea, per esempio, aspettando sadicamente che una povera ape venga attratta nella trappola, bisognerebbe realizzare che la maggior parte delle p.c. non necessita di tante prede durante la propria crescita, e molte di queste possono vivere tranquillamente con aminoacidi o concimi.
Concludo ricordando a tutti che le api sono fondamentali per il nostro ecosistema. |
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19/12/2014 16:28 |
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| | | Post: 11.308 | Registrato il: 08/02/2008 | Città: ABETONE | Età: 39 | Sesso: Maschile | Amministratore | H.tonta | | OFFLINE |
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Le nostre zone non hanno mai avuto la presenza di piante predatrici e da noi il tutto si svolge seguendo ritmi completamente diversi.
insomma..bisognerebbe escludere le piante carnivore italiane allora.
Comunque credo di non aver bene afferrato il nocciolo del topic [Modificato da pandalf85 19/12/2014 16:29] |
19/12/2014 17:02 |
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| | | Post: 6 | Registrato il: 18/12/2014 | Età: 39 | Sesso: Maschile | Membro Capensis | | OFFLINE | |
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La mia è solo una riflessione su un probabile sconvolgimento che alcune piante carnivore possono creare in un ecosistema, anche in città per esempio. |
19/12/2014 17:04 |
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| | | Post: 7 | Registrato il: 18/12/2014 | Età: 39 | Sesso: Maschile | Membro Capensis | | OFFLINE | |
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Federico-84, 19/12/2014 17:02:
La mia è solo una riflessione su un probabile sconvolgimento che alcune piante carnivore possono creare in un ecosistema, anche in città per esempio.
E se il discorso è "ecosostenibilità" bisogna anche parlare di questo, credo |
19/12/2014 17:08 |
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| | | Post: 11.309 | Registrato il: 08/02/2008 | Città: ABETONE | Età: 39 | Sesso: Maschile | Amministratore | H.tonta | | OFFLINE |
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Quindi è un discorso che riguarda le api e altri insetti di importanza fondamentale, mi par di capire. |
19/12/2014 17:15 |
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| | | Post: 8 | Registrato il: 18/12/2014 | Età: 39 | Sesso: Maschile | Membro Capensis | | OFFLINE | |
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certo, Ovviamente non sto cercando di convincere le p.c. a diventare vegane.......penso solo che ci voglia più consapevolezza no? |
19/12/2014 18:05 |
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| | | Post: 11.312 | Registrato il: 08/02/2008 | Città: ABETONE | Età: 39 | Sesso: Maschile | Amministratore | H.tonta | | OFFLINE |
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Penso che un fatto particolare, questa volta veramente ben più grave di poche sarracenie coltivate, abbia sensibilizzato i coltivatori più di qualsiasi altra discussione avvenuta in passato:
www.bbc.co.uk/news/uk-england-cumbria-16772704
www.cpukforum.com/forum/index.php?showtopic=44915&page=2[Modificato da pandalf85 19/12/2014 18:07] |
19/12/2014 18:10 |
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| | | Post: 11 | Registrato il: 18/12/2014 | Età: 39 | Sesso: Maschile | Membro Capensis | | OFFLINE | |
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mah...non l'avevo mai visto, interessante comunque, grazie per condividerlo. Quindi parla di aldrovande? |
19/12/2014 18:25 |
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| | | Post: 12 | Registrato il: 18/12/2014 | Età: 39 | Sesso: Maschile | Membro Capensis | | OFFLINE | |
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ok visti tutti e due. Comunque il discorso era appunto riguardante coltivazioni di piante inserite in un altro ecosistema. Quelle aldrovande erano endemiche, probabilmente era tutto equilibrato così. Faccio un discorso che non mi piace perchè parlo di allevamento in cattività di animali a rischio di estinzione, ma più o meno è come allevare tigri siberiane e per farle mangiare lasciarle libere per i boschi.No? |
19/12/2014 18:45 |
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| | | Post: 4.224 | Registrato il: 31/01/2013 | Città: UDINE | Età: 39 | Sesso: Maschile | U.falloide | | OFFLINE |
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Se coltivate a casa propria credo l'impatto sia nullo...SE introdotte in altri ambienti come specie allogene (tipo alcune piante da acquario scaricate nei canali che occupano una nicchia ecologica che non è la loro)il discorso cambia RADICALMENTE.. |
19/12/2014 20:05 |
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| | | Post: 11.314 | Registrato il: 08/02/2008 | Città: ABETONE | Età: 39 | Sesso: Maschile | Amministratore | H.tonta | | OFFLINE |
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