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)O( La Dea è Giusta. Anche con le Sue Figlie )O( [***] Att. Alias, Erebo

Ultimo Aggiornamento: 13/11/2014 11:06
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Sesso: Femminile
13/11/2014 11:06

RIASSUNTO


Inwe e Krysliin si ritrovano, ancora malate ed ancora doloranti,
nella Sala delle visite del Tempio.
Discorrono sulle visioni avute nella notte di Samhain,
confrontandosi su ciò che ha visto l'una o l'altra.
Krysllin però chiede alcune cose, vista la sua assenza da Avalon,
alcuni "perché", ed Inwe non risparmierà di mettere, la fu Sacerdotessa del Vespro,
a conoscenza dei fatti più o meno recentemente accaduti.


ASTERISCHI


*Krysliin, 2/3 dello Stadio Vomitoso del Morbo;
*Inwe, 3/3 dello stadio Vomitoso del Morbo.




COMMENTO

Mi è piaciuto molto questo incontro con Inwe. [SM=g27821] [SM=g27823]




{ Tempio, Sala Visite }






INWE [Sala visite] Passano i giorni, ma la malattia non da cenni di volerle concedere una tregua: la febbre è diventata compagna immancabile, così come la spossatezza ed il perenne desiderio di rimettere. Non mangia quasi nulla, perché nulla riesce a resistere a lungo nel suo stomaco sottosopra, giusto le tisane che beve a distanza di qualche ora per cercare di recuperare i liquidi che inevitabilmente perde. È proprio una di queste che si sta per preparare, nella sala visite: il pentolino è già sul fuoco, e le erbe pronte ad affogare nell'acqua bollente. In piedi davanti al tavolo, è costretta a puntellarsi su di esso per restare in piedi, ma anche così facendo il collo fatica a mantenere dritta la testa, che è perciò leggermente chinata in avanti. Indossa l'abito verde, stropicciato ma pulito, ed i capelli arruffati sono raccolti alla bell'e meglio in una treccia disordinata. È pallida, e la pelle ha un colorito malsano che contrasta terribilmente con le orecchie purpuree. Fissa le venature del legno davanti a sé senza vederle davvero, persa in pensieri rallentati dal malessere.




KRYSLIIN | . Nicchie > Sala Visite . | Perché strisci? Perché non dormi? Perché hai, sulla pelle, l'odore del buio e della morte? Piegata in due, non ti sei retta nemmeno più in piedi, caduta davanti ai Tre Volti, raggiunti con smania e fatica, carica di dolore nel corpo, con l'unico intento di pregare, di sventrare perfino la mano, tentare di donarle anche la tua debolezza. Perché strisci? Perchè le Sue Figlie hanno accolto questo morbo, raccolto poi in sofferenza delle carni pure, crude. Sei rimasta per molto tempo rannicchiata ai piedi delle nicchie, con i piedi nudi, le mani sporche di liquidi che tu stessa produci, rigetti e rigetti ancora. Vuoi dannare te stessa, o maledire qualcosa che non conosci. Gli occhi sono segnati, viola sotto le ciglia, scure le palpebre, tra la cornice bionda e dolce dei tuoi capelli. La stella incolore richiama tutto e niente quando -a fatica-, cerchi di tirarti sù, sollevarti da quella posizione umile, bassa per cercare di tenerti in piedi, raggiungere un letto, una colonna, un giaciglio... E ancora ti fermi, dolorante. Ingoi il tuo stesso vomito, sei alla fine, eppure non ha gusto del sangue quella roba.



INWE [Sala visite] Il suono dell'acqua che inizia a bollire la riscuote dal torpore inerme in cui è caduta: a fatica irrigidisce i muscoli del collo e solleva la testa, tornando in posizione pienamente eretta, per quanto la sua figura esile resti visibilmente provata. Si ferma dopo il primo passo verso il focolare, colpita dall'ennesimo giramento, e chiude gli occhi: il non vedere la stanza rotearle attorno aiuta a far passare questi momenti di smarrimento. È vicino, il caminetto, eppure sembra quasi allontanarsi ad ogni passo: ciononostante lo raggiunge, e con mano incerta toglie il piccolo recipiente dal gancio da cui pende, sopra il fuoco. Il rumore dei passi di Krysliin la distrae, ma non abbastanza da farle mollare la presa. Ben protetta da un panno, infatti, la dritta versa l'acqua calda all'interno della piccola teiera in cui ha già preparato le erbe che dovrebbero aiutarla: camomilla, menta piperita, belladonna sono solo alcune di esse (Con. Naturali liv.1). Solo dopo aver terminato quel gesto tanto semplice eppure nelle sue condizioni terribilmente complesso alzerà il volto dal coccio, incontrando la figura provata di Krysliin. "Sorella!" Non si sono mai presentate ufficialmente, ma Rois le ha parlato di lei, ed erano insieme durante Samhain. I passi che le muoverebbe incontro sarebbero di norma molto più affrettati di quelli incerti che la malattia la costringe a muovere con fatica: si fa avanti, comunque, sino a raggiungerla per tentare di sorreggerla, anche se con difficoltà. Sono malate entrambe, e la sua forza scema di ora in ora: si fa avanti, comunque, sino a raggiungerla per tentare di sorreggerla, anche se con difficoltà. Sono malate entrambe, e la sua forza scema di ora in ora: il sostegno che le può dare è più simbolico che effettivamente pratico. Cercherebbe di passarle un braccio dietro la schiena, in ogni caso, senza preoccuparsi dello sporco sull'abito e sulle mani della giovane donna, e di accompagnarla a sedere sul primo letto disponibile. "Sedete, cara, avete una pessima cera" la invita: sarebbe stato meglio includersi in quest'ultima affermazione, viste le proprie condizioni ben lontane dall'ottimale. Le gira tutto, ma cercherebbe di non lasciare la presa sulla consorella sino al vederla seduta: solo allora socchiuderà gli occhi, deglutendo e stringendo istintivamente i denti per contrastare l'ondata di debolezza che la investe.



KRYSLIIN | . > Sala Visite . | Rumori pesanti eppure sottili, striduli di un passo affaticato, nell'ora dell'alba v'è così immensa oscurità nella Casa della Dea, v'è buio dalla notte della Vecchia. E' un po' come non aver mai riaperto gli occhi, rimaneggiare oggetti tra le dita, conoscere perfino le mute parole, fattesi frastuono, di una Visione che ha ancora scoperchiato la tua testa. Raggiungi in modo lento la soglia della sala Visite, volgi repentina lo sguardo verso Inwe, una piccola luce del Tempio, come te, come prima e come lo è adesso, in questa realtà di Ade, di Abisso, quando la frattura tra i mondi è sospesa, enigmatica. Cercate risposte? Le Troverete? In quel momento accompagni quello sguardo che possiedi -vitreo-, si narrerebbe, ad un dolce sorriso, un piccolo quanto serio incurvarsi delle labbra, ed in te tutto è movimento disordinato, rigido, poi modulato, una folle figlia della Dea, la più folle ma, probabilmente, anche la più silenziosa, il Suo filo di nero e poi di luce, la Sua stessa pazzia. Ti lasci soccorrere da Inwe, hai chiesto il nome anche tu a Rois, per questo motivo sussurreresti il suo tra le labbra mangiate ''Inwe, Sorella mia '' principi a camminare, avanzi passi mortali verso un giaciglio mortale e spoglio. ''Cosa può una Figlia della Dea davanti alla malattia? Le Sacerdotesse sono malate, sono malate… Inwe, lo siamo anche noi, sorella mia, che cosa…'' arresti di scatto quel vociare basso, sofferente, stringendo la bocca dagli angoli al centro, ingoi ancora e in quel preciso istante, stringeresti la mano a portata di Inwe più forte, oltrepassando la carne se potessi, se solo potessi, uscire da quel corpo che non assomiglierebbe nemmeno più a te stessa. ''Samhain'' respiri, avanzando ancora verso il letto, guardando solo la curva di quelle lenzuola che sono lì pronte ad imprigionare ancora.



INWE [Sala visite] Se solo il mondo smettesse per un istante di ruotarle attorno, riuscirebbe certo a concentrarsi meglio sulle parole di Krysliin: è chiaro come la malattia la stia debilitando, e non solo fisicamente. Sono frasi sconnesse, che sanno di disperazione e a cui l'Iniziata non può dare conforto come vorrebbe. "La Dea è con noi anche in questi momenti: ha mandato una visione durante Samhain... dobbiamo seguirla. Troveremo la cura, ne sono certa." ma c'è dubbio nella sua voce fievole, perché se è sicura della protezione della Trina su tutte loro, non lo è altrettanto sulla riuscita della ricerca che le aspetta, e che deve iniziare al più presto. Quante di loro sono ammalate? Poche certamente sono rimaste sane, forse nessuna: se non troveranno presto quelle pillole rosse che ha visto, anche le ultime scampate al contagio cadranno. Stringe appena la mano di Krysliin, tentando un debole sorriso. "Guariremo tutte" ripete, quasi cercasse di convincere sé stessa, oltre la consorella.



KRYSLIIN | . > Sala Visite . | Ed è la cortina che si apre. Afferri più forte la mano di Inwe, cercheresti il polso della fanciulla, tastando con il dito indice il battito nella vena, come se quel pulsare calmo e vivo ti donasse la forza, fisica, di un corpo che cede. La mente, invece, ricorda ogni cosa di quella visione. ''Hai visto anche tu…'' sospingi piano le parole, asserendo in merito alla guarigione totale e completa delle tue sorelle. ''Ho visto anche io, ho sentito che Rhiannon chiama morte con la morte, ma non conosco i fatti che -così tanto- hanno perpetrato sull'isola, sono stata lontana per un tempo in cui il mio cuore cercava la Dea.'' ti siedi ora sul letto, lasciando in sospeso i piedi nudi, secchi, ossei, scheletrici. ''Anche un uomo, ho visto un uomo rigettare sangue dalla bocca, poi scomparire, come una bolla, tante gocce di sangue intorno a quella sparizione, poi il volto di una bambina era vecchio, chiedeva qualcosa che aveva a che fare con le nebbie, ora calate, Inwe. '' Marchi di più il tono di voce, nel timbro solido, come fu un tempo. ''Se le Sacerdotesse di Avalon hanno richiamato le Nebbie, vuol dire una cosa sola, Avalon non è mai stata così in pericolo come adesso, come lo è adesso.'' la voce è un sospiro, eppure son molte le domande che non sciolgono i nodi della tua testa. ''Preghiamo e ce la faremo, Insieme… '' il tuo sconforto, il tuo senso di debolezza non giunge dalla malattia, ma dal motivo per il quale tutto questo stia accadendo. ''Quelle pillole… dove si trovano? Io non ne ho idea Inwe. '' parli sinceramente, poiché non riusciresti a collegare il frutto della soluzione con qualche dimora, su Barrington, poi. Il tuo pensiero, come il tuo cuore, non lo concepirebbe. Mai.



INWE [Sala visite] Annuisce lentamente, la mente ricerca quella che per lei è stata la prima visione mai avuta, se s'esclude la concessione fattale da Mitrhil di osservare la bambina di Roseline prima della sua nascita, tramite il potere di Arianrhod. "Credo d'aver visto l'uomo di cui parlate, ma era tutto molto confuso... c'era del sangue attorno a lui, ma non sono riuscita a capire di chi fosse, o da dove provenisse. È svanito come è apparso." La ascolta parlare della vecchia bambina in silenzio, poiché quella parte della visione le è stata nascosta, ed ha un brivido silenzioso lungo la schiena: Krysliin ha ragione, l'Isola è in pericolo."Le Nebbie sono state calate per proteggere l'Isola ed i suoi figli dal Caos che imperversa intorno a noi. Per darci il tempo di prepararci, se ci sarà una guerra, e per eleggere una nuova sovrana." Siede accanto alla consorella, cedendo alla pressione della debolezza che le affloscia le ginocchia. Fissa il pavimento davanti a sé, mentre continua " La Dea è con noi, o non ci avrebbe concesso di alzarle. Ricordi cosa ha detto, la bambina?" quanto più sanno, tanto più facile sarà capire quale strada intraprendere. O almeno lo spera. "Credo che siano in terraferma, in parte, ma non so con esattezza in quale luogo. Le ha un uomo dai capelli rossi, però. Qui sull'Isola... forse era il Tor, forse la Cordigliera. Era un luogo alto, in ogni caso, quindi il campo delle ricerche si restringe." Passa la mano sugli occhi, stancamente: "Dovremmo organizzare una ricerca il prima possibile. Non possiamo restare ancora a guardare."



KRYSLIIN | . > Sala Visite . | E' il velo, non può essere altro, che si è sollevato nelle vostre menti, da -iniziate- e se ciò è accaduto, come è realmente il fatto, allora la Dea chiede a tutte le Sue Figlie la propria fede, la Volontà di riunire il Cerchio. Porti le mani con i palmi sul lenzuolo, tasti appena il morbido del letto mentre abbassi la testa, lo sguardo, chiudi gli occhi, per ripercorrere il sentiero tracciato dalla Vecchia. Tutte le risposte e nessuna, forse tutte troppo semplici? Annuisci piano, l'ascolti. ''Quindi il Trono di Avalon è vacante.'' mormori amara. ''Senza una Regina, Avalon… Nymeria?'' le chiedi, perché non puoi assolutamente sapere che Nymeria abdicò in seno a Nyule. ''Ricordo…'' favelli pesantemente ''che chiedeva un lembo, che le nebbie si sollevassero appena, appena per qualcuno, qualcuno la cui testa mi è rotolata davanti agli occhi, di un uomo che ricordo perfettamente, un Guardiano di Avalon… Sandmar, il suo nome era Sandmar… che ne è di costui Inwe? Chiedeva fede e amore per quel capo mozzato? non è più vivo?'' tremano appena le verba sulle tue labbra sottili, come l'onda della morte che non vuole abbandonarti. Eppure in quella stella incolore, ancora l'oscurità parrebbe vivere in te, come se la Saggia mai t'avesse abbandonato, non del tutto. Preghi tutti e tre i volti, preghi la luce di Arianrhod, la fiamma di Cerridwen e la notte di Rhiannon, ma davanti al cospetto dell'Anziana senti il Giudizio afferrarti. ''



INWE [Sala visite] L'infuso dovrebbe essere ormai pronto, e l'Iniziata s'alza in piedi con un sospiro affaticato. "No, non Nymeria," risponde, avvicinandosi a passi lenti e misurati al tavolo "Nyule. Non so cosa sia accaduto, ma la Dea ha tolto nostra sorella dal trono, senza dare però indicazioni su colei che le dovrà succedere. È anche per questo che abbiamo bisogno di tempo." Continua, filtrando nel mentre con un panno la tisana e preparandone due tazze. Ne tiene una per mano, tornando verso il letto e sedendo di nuovo."Sandmar è morto. Assassinato a Barrington per volere del governo." La voce è ferma ora, e negli occhi della mezzosangue è visibile una scintilla di astio che è ben raro notare. Vivere al Tempio, servendo la Dea e l'Equilibrio, la sta portando ogni giorno di più a rifiutare con tutta sé stessa il Caos che impera in terraferma. Passa rapida come è sorta, tuttavia, anzi, gli occhi si adombrano di tristezza nel continuare "Non credo che potremo più accoglierlo oltre le Nebbie. Solo le sue spoglie potranno fare ritorno a casa, ora" le allunga il coccio nel mentre, prima di immergere il viso nel proprio e soffiare leggermente sui fumi profumati che si alzano dalla bevanda bollente. Lo stomaco ha un moto di ribellione, ma nulla di esagerato, e le labbra s'accostano per assaggiare il primo sorso."Forse è a questo che si riferiva la vecchia-bambina... forse dobbiamo riportarlo a casa. Dovrebbe avere una sepoltura onorevole, pover'uomo." mormora, quasi sovrappensiero.



KRYSLIIN | . > Sala Visite . | Gli occhi vagano, navigano persi in quella sala visite, decidi di ascoltare la verità di Avalon dalla bocca di Inwe. Afferri piano il manico della tazza. ''Grazie, sorella mia'' dici in merito alla tisana, dall'odore e dalla fragranza ne riconosceresti alcune erbe [//conoscenze naturali +1], soffi anche tu, con il viso immerso nel riflesso del liquido guardando la tua bocca, poi le guance scavate, la forma degli occhi sottili. ''Nymeria non è più regina, Nyule non lo è più nemmeno lei. Un guardiano morto in terraferma, il caos, le nebbie calate, il morbo che ha appestato le figlie della Dea.'' Quanto vorresti controllare le tue emozioni, quanto non soccombere al gioco dell'ira, della delusione, alla rabbia, ma sei donna, una di quelle che rimangono serene e placide, fino a quando il bordo non venga straripato. Stringi le dita intorno al manico della tazza, anche le labbra, gli occhi si assottigliano in modo crudele, ferale, non eri tu la terra scura, i ghiacci del Passato? ''Avalon deve essere difesa, protetta da tutti gli abitanti dell'isola, ecco…! ora che ricordo, dalla visione…'' sorseggi, cerchi di portare alla bocca la tazza, sentire il gusto dolciastro del liquido scaldare la lingua, tentare di resistere al vomito che è lì pressante e presente. ''Ecco, cosa disse: dobbiamo far sentire la voce, la voce della Dea, dobbiamo portare il Suo volere per tutta Avalon, a tutte le Sue genti, abitanti, coloro che la difendono devono difenderla!'' ed è imperante, ed è come un tempo, quando l'armata delle fiamme penetrò la terra, avevi invocato davanti al cavaliere, che i suoi fedeli avrebbero dovuto -pregarla- di più. Pregarla ed invocarla. ''Inwe, i tempi sono questi dunque, sono così oscuri, così…'' taci, rimani per un momento in allerta di altri ricordi. ''Prima di ogni cosa dobbiamo curare noi stesse, non possiamo essere d'aiuto a nessun altro in questo modo, cercheremo di trovare le pillole, sono sicura che le Stelle e la Somma sanno cosa sia giusto fare, noi daremo alle nostre sorelle il sostegno più saldo e sicuro che possano ricevere, il nostro coraggio. Saremo il loro punto d'appoggio, Inwe. '' le parole ed il tono si addolciscono, mentre ti sollevi in piedi, andando a tentoni, con la mano libera sul ventre, ad appoggiare la tazza sul desco della cucina piccola della sala visite. ''Fui Sacerdotessa del Vespro.'' parli con armonia, senza ombre e verso Inwe volgeresti il capo, scrutandole gli occhi. Ed è sigillo quella parola, ed eri tu. Un tempo.



INWE [Sala visite] Non si può dire che sia una sorpresa, ciò che Krysliin continua a ricordare, anzi, è l'unica cosa davvero logica da fare, unire i figli dispersi dell'Isola per fronteggiare la minaccia più grande: il Caos non può, non deve arrivare a distendere le sue mani su quella terra benedetta, sulla carne stessa della Dea. Spera solo che le orecchie di costoro siano sufficientemente disposte ad ascoltare. Stringe le dita sottili attorno alla tazza, lasciando che il calore penetri a fondo nelle proprie carni provate dalle febbre: ha freddo, nonostante la temperatura del suo corpo sia ben più alta del solito. "Che la Dea c'aiuti... " mormora, sorbendo un altro sorso di tisana. Guarda Krysliin prendere le distanze, allontanarsi verso il tavolo, mentre lei resta seduta: la rivelazione del passato della consorella la lascia basita per qualche istante, prima che la ragione torni a lavorare come deve. "Co.. Quando? Cosa è accaduto?" è curiosa, ma non in maniera malsana, piuttosto è il sincero interesse per la giovane ed il suo passato a farla parlare.



KRYSLIIN | . > Sala Visite . | Sorridi. Per la prima volta, quest'oggi, le tue labbra si incurvano pienamente, come se non esistesse dolore, sofferenza, morte e malattia, malattia che vuole scavare dentro corpi fragili. ''Inwe… Fui chiamata dalla Vecchia, una notte, prima di Samhain di qualche tempo fa.'' ti volgi completamente girandoti con il bacino a toccare con i reni i bordi del piccolo tavolo. Non hai menzogne negli occhi, hai il ricordo, l'unica cosa che si possa desiderare di aver amato, poi la donna e la sacerdotessa, l'errore. Sospiri piano, lasci alle mani il tempo di tastare le pieghe della verde veste da Iniziata che indossi. ''Successe… qualcosa che non seppi controllare, o forse era un tempo in cui fui debole, affaticata molto probabilmente, mi scoraggiai, non chiesi aiuto alle nostre sorelle e sbagliai, volli fare di testa mia.'' soffochi uno spasmo, in quel loquire doloroso. ''Mi innamorai di un uomo e scappai con lui.'' semplicemente questo, l'amore, l'amore più carnale o spirituale e di qualsiasi antro fosse fatto quel sentimento non era per te, non era per la Sacerdotessa. Era per Krys la donna, non per Krysliin dei Ghiacci. ''Scappai, vigliaccamente, mi rifugiai per qualche tempo alla foresta con costui, ma mi bastarono pochi giorni per comprendere che avevo peccato, errando, nella mia stoltezza… lasciai quell'uomo e tornai al Tempio.'' battiti di nero, ora, sovvengono alla memoria i momenti più terribili, più veri. ''Rhiannon mi punì, mi punì per la mia debolezza, mi punì perché l'amore terreno aveva piegato la mia Anima. Mi svuotò di ogni Potere, ogni suo Dono scemò, sgretolandosi, come l'abito nero che indossavo, tornando ad essere Iniziata del Tempio. Non ebbi la forza, non ebbi più coraggio. Lasciai il Tempio, vagai per molto tempo, ritrovando me stessa, Inwe… ma fu un bene, sorella mia, perché di tutto quello che ho imparato è che non esiste Amore più Grande nel mio cuore, l'Amore per la Dea e le mie sorelle.'' Cammini, staccandoti dal bordo, più vicina ad Inwe sorridi, osservi la sua stella che campeggia sulla fronte nuda. ''La Dea è Giusta. Anche con le Sue Figlie, ricordalo sempre.'' detto questo cercheresti lo spazio verso il letto, sdraiandoti su questo. Hai bisogno di dormire. Udiresti -in posizione fetale- le parole della piccola luce, se vi siano, oppure ne parlerete ancora, ancora... fino a quando le mura del tempio non ruoteranno all'infinito.



INWE [Sala visite] Ascolta in silenzio il racconto della sorella, senza osare aprire bocca: sono memorie di una vita passata, e ad esse deve il rispetto che meritano. Ascolta, dunque, gli occhi fissi in quelli di Krysliin, osservandone il volto mutare con il procedere delle sue parole. Un amore sbagliato perché posto sopra quello per la Dea, e per quello aspramente punito. La Dea è Giusta, lo sa anche lei, e la Sua giustizia non fa sconti a nessuno. Krysliin ne è la prova vivente, un monito che cammina per il Tempio e che ha avuto la possibilità di comprendere i propri errori. "Sono lieta che siate di nuovo fra noi, allora, lieta che la Sua giustizia abbia scorto in voi l'amore di cui parlate" sussurra con un piccolo sorriso sincero, guardandola distendersi. "Che la Triade tutta vi protegga, Krysliin!" la saluterebbe, posandole una carezza leggera sul capo biondo: lei, da parte sua, andrà a rinchiudersi di nuovo nella propria alcova, a cercare la forza che le manca nella preghiera.




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