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[DESCRITTIVO/LOCANDA] Nella Morte. [OK]

Ultimo Aggiornamento: 29/10/2014 14:59
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Sesso: Femminile
29/10/2014 14:59

RIASSUNTO



Lei lo ha avvertito, si è mossa a forma di sciame di farfalle.
Il bambino è morto. Lei, la Signora, lo Spirito, ora lo va a prendere.
E' una scena macabra, delle più disgustose quelle che si mostra
agli occhi di Thatar, Filippa, invece, scappa molto prima
mossa dal terrore e dalla paura.
Thatar reca un messaggio, alla fine del macabro rito.
Lei è pronta per la sua Battaglia.



COMMENTO

Ringrazio il Thatar per la partecipazione, spero di non aver sconvolto sonni tranquilli [SM=g27823]


APPROVAZIONE:
-Png bambino deceduto
-Corpo scomparso. (Assorbito dallo Spirito stesso)
-Thatar ha visto e sentito ogni cosa



{ LOCANDA }





THATAR [Vicoli-Locanda] E' appena agli inizi la carriera del Novizio eppure qualcosa gli rende particolarmente leggera la mole di lavoro a cui è sottoposto. Lucidare armature, riparare le fibbie di cuoio delle selle, giri di ronda per garantire la sicurezza dell'Isola. Non che di quest'ultima ci sia vera necessità, le nebbie hanno reso il territorio della Dea un luogo sicuro e a prova di cattivo>>>

THATAR ma bisogna far sentire alla popolazione che i Cavalieri ci sono, che sono sul territorio e che hanno sempre ben a mente il loro compito primario: proteggere i più deboli! Così, il mezzo si trova a passeggiare per i vicoli della cittadella, solcare il selciato con passo deciso ma leggero. Indossa abiti comuni, nulla di elaborato, il medaglione da novizio appeso al collo che dondola piano >>>

THATAR ad ogni passo del mezzo. solo la spada bastarda porta con se, un monito ai malintenzionati, un segno di sicurezza per chi del popolo lo vedesse. Si avvicina alla Locanda di Filippa, le verdi iridi che passano in rassegna le porte delle abitazioni, che osservano i colori delle insegne delle piccole botteghe artigiane. Sentirà l'odore delle torte che lievitano nel forno? ormai si trova >>>

THATAR nei pressi della porta, la mano destra s'alzerebbe e andrebbe a sfiorare il saliscendi della porta facendolo scattare. L'odore e il calore della sala dovrebbe investire il viso del mezzelfo che si appresta ad entrare.






[ATTENDERE RESPONSO]


Oggi non è un buon giorno per la locandiera, oggi non è un buon giorno per Avalon, per quanto le nebbie abbiano celato al Mondo la sua presenza, non ne hanno schiacciato la morte, la sua presenza insita. E Lei lo sa, Lei ha avvertito, aveva sentito l'ultimo rantolo, l'ultimo battito, l'ultimo respiro della vita. La Morte Esiste. Ora la vedranno con i loro occhi, chiunque sia, di qualunque razza faccia parte, ne ascolti il richiamo, di occhi o di voci. Un urlo feroce quanto triste, sguaiato, ammalato oltrepassa il confine di una finestra del primo piano, una finestra che è aperta, lascia andare la voce soffocata, mal celata di una donna che, come ogni giorno, controlla tutte le stanze della sua casa. Anche quest'oggi è arrivata qui, al capezzale di questo bambino che, non avrebbe avuto il dono della vita, ma a lui verrà consegnato quello Eterno ed Immortale della Morte. L'urlo arriva chiaro ai viandanti delle strade, perfino ai pochi ospiti della locanda, occupanti delle altre camere. E, dell'altro galoppa maledetto, affamato. Farfalle. Sono battiti di farfalle spente, spettrali, si sono involate ancora dal tor, scendono in picchiata. Arrivano!

[GDR PLAY, Turni: Thatar, Kalrimis] (se vuoi puoi postare dopo il pg Thatar)






THATAR [Locanda] L'uscio si spalanca agli occhi del Novizio che non trova ostacoli al suo aprire la porta. passa qualche istante prima che la vista si adatti all'ambiente della sala principale della Locanda; all'interno potrebbe vedere che pochissime presenze, segno che le nebbie hanno portato via anche alcuni dei soliti occupanti dell'Isola, ma su questo il mezzo saprebbe davvero poco o nulla.>>>

THATAR La mano lenta accompagnerebbe la porta nel suo lento giro, ad essere chiusa. un movimento che produrrebbe un cigolio quasi sinistro, anomalo per il luogo ben curato da Filippa e dal marito, cigolio interrotto dall'urlo d'orrore, la voce possente della donna che grida il dolore, chiede il perdono alla Dea per quanto sta ora osservando. Il mezzo impiegherebbe pochi istanti per elaborare >>>

THATAR i pensieri; poserebbe rapido la mano sinistra al corrispettivo fianco, posandola sull'elsa della bastarda e scatterebbe di corsa verso le scale, le stesse scale che poco tempo prima percorreva da cliente. Trattiene la spada in modo che non lo infastidisca durante la corsa, quasi frenetica, Filippa è in pericolo? Deve fare in fretta per scoprirlo.






[ATTENDERE RESPONSO]

E' solo un grido quello che avverte il novizio dal piano di sotto, un Cavaliere che entra alla locanda cercando quiete, probabili informazioni, ma in questo meriggio assolato, tornato primaverile, Thatar scoprirà ciò che ai suoi occhi rimarrà come -incredibile-, anche insensato, oppure nella sua mente prenderà sempre più forza l'idea che la fine della vita scorra su questa sacra Terra. Filippa si inginocchia al capezzale del bambino, lo tocca, lo smuove, ma il bimbo è senza vita, morto ormai da un giorno, senza speranza di ritrovare la via di casa, dei giochi, della sua Avalon e delle sue fate. Il bambino ha gli occhi sbarrati, le pupille dilatate al massimo, immobile con la morte che gli è passata accanto, ha le cuciture violacee sull'addome, ancora il pugno stretto, lo stesso pugnetto che proclama -vita-, la stessa che l'ha tradito da molte notti ormai. Filippa cade ai piedi del letto, piange e strilla, si batte il petto, diniega il capo a dirsi che non doveva finire così, ma la Sorte non guarda in faccia nessuno del resto, nemmeno l'innocenza dei pochi anni. La porta della camera è aperta, è subito lì quella stanza dopo il primo giro di scale. Lei avanza, cavalca tutti i sentieri e ruota su se stessa nella forma a spirale che più le è congeniale. Le farfalle sono tornate, nere ed oscure. Prive di colori. Il manto denso fluttua in linee di fumo, invisibile agli occhi di tutti, Lei passa, Lei oltrepassa alberi, lastricati sentieri, muore di gioia. -Il suo bambino, il suo pegno, sarà la sua forza!-

[GDR PLAY, Vai Thatar!]








THATAR [Locanda-primo piano] Richiama a se tutto l'impegno che può mettere a disposizione in questo momento, il respiro si fa più veloce così come i passi. Gli stivali, se potessero, inciderebbero un solco su quegli scalini tanta è l'energia che il Novizio impiega per salirli; ne salta uno ad ogni passo spronato dalla premura di arrivare alla fonte delle urla, a quella donna che implora l'aiuto>>>

THATAR della Dea o di chi per essa. E li c'è una persona che alla Dea ha votato l'anima, che ha prestato il suo corpo per la difesa dell'Isola Sacra, una persona che di Rhiannon si è vestito. Corre sugli scalini e dovrebbe giungere in breve tempo al pianerottolo del primo piano. Arresterebbe il passo giusto il tempo di scrutare le porte delle stanze, tutte chiuse tranne una li a breve distanza>>>

THATAR un respiro profondo e il Novizio si lancerebbe ad una nuova carica verso l'uscio della camera. La mano sinistra sempre salda sulla spada a trattenerla lontana dalle gambe, lo sguardo sicuro puntato verso la stanza. Tutti i sensi all'erta a cercare di cogliere ogni minimo segnale di pericolo: un Cavaliere in azione.






[ATTENDERE RESPONSO]

Lei è Potente. Lei è la Maledizione. Una Donna qualsiasi un tempo, oggi Colei che è rimasta imprigionata tra Due Mondi, la sua Rabbia e la Propria vendetta. Mille e più farfalle si agitano adesso nell'aeree sopra il tetto della Locanda. Avverte così fortemente la morte che ella stessa si inebria del canale finale di quel corpo senza vita, ma per la Signora è vita in senso inverso, la morte che torna indietro, la vita che si spegne e genera nero, abisso, una forma di vita differente, impalpabile, incolore. Astratta. Le farfalle lentamente prendono forma e si rendono visibili, fiori neri in un cielo azzurro, sul tetto di una casa dove richiama a sé la carne, sangue scuro. Filippa avverte qualcuno salire le scale, si volge però verso l'uscio, osserva il mezzelfo, occhi gonfi di lacrime, di dolore conficcato tra le pareti di quella camera che odora di putrefazione, l'aria pulita non cancella, non farebbe tornare in vita i sogni. E' un'immagine di desolazione e di sconfitta, è il pianto di una madre. ''Erano qui, poi non so dove sono andate. E' morto, il ragazzino è morto…'' farfuglia tra le labbra, confusionarie le parole che nemmeno riuscirebbe a proferire senza singhiozzare. Cerca di sollevarsi con forza da terra, poggiando la dritta al letto e facendosi forza con le gambe, lo guarderebbe, oh… sì lo guarderebbe a lungo quel viso bianco, i riccioli biondi, ancora un po' di sangue sul lato della bocca del piccolo, niente però… non c'è altro. Le farfalle inizierebbero a sbattere le a l'unisono. Per Lei è il Momento.

[GDR PLAY, Vai Thatar!]








THATAR [Piano primo-stanza bimbo] E' una scena impietosa qulla che si presenta alla vista del Novizio. Il corpo senza vita del bambino steso sulle candide lenzuola del letto quasi come fossero un sudario, pronte ad accogliere il gracile corpicino nell'ultimo viaggio. La pelle troppo tirata e troppo grigia per contenere la parola vita. Il mezzo si fermerebbe di colpo a circa due metri dal letto>>

THATAR gli occhi fissi al piccolo con il viso riverso sul cuscino e un rivoletto di sangue, segno dell'ultimo spasmo che gli ha tolto la vita, a macchiare il cuscino. Eppure il Novizio, che ha imparato a conoscere la morte, che vede nella Saggia una strada da seguire, non parte troppo turbato; certo la dipartita di una creatura così piccola è sempre un dolore immenso, ma è il ciclo della>>>

THATAR vita a dettare chi vive e chi muore e quando la morte arriva si può scegliere di seguirla oppure di dire: NON OGGI. Lo sguardo cadrebbe sul volto addolorato di Filippa che si strugge al capezzale, e naturale come il sorgere del sole, il Novizio si avvicinerebbe con piccoli passi a lei, chinandosi accanto a lei, cercando di posare le mani sulle spalle di lei nel tentativo di darle conforto.>>>

THATAR Il freddo però non era naturale, un gelo senza spiegazioni che comincerebbe a riempire l'aria della stanza, un'aria che parrebbe non avere più odore, colore ne rumore, se non i singhiozzi di Filippa. La voce del mezzo che prima dava conforto alla donna ora si arresta e le iridi osservano circospette l'interno della camera alla ricerca di qualcosa, una sensazione che sale ma che non ha>>>

THATAR spiegazione, non ha volto, per lo meno per ora! le mani del mezzo stringerebbero salde le spalle grosse della donna, nel paterno gesto di difenderla da un pericolo in agguato, qualcosa di inesistente che pure c'è, sta per arrivare, all'insaputa di entrambi.






[ATTENDERE RESPONSO]

La locandiera ed il Novizio non possono vedere la scena che si forma sulle loro teste a metri e metri di altitudine, non possono vedere le mille farfalle farsi vicine, accorparsi l'una all'altra, mischiarsi, diventare quasi un'unica massa, se non fosse per il continuo sfarfallio e per le ali aperte ad inframmezzare altre immagini. Sono farfalle, quelle. Senza alcun dubbio. Vorticano e volano in alto, si chiudono in un'ala unica, poi si aprono e diventano centinaia, senza sosta con forza improvviserebbero un volo rotatorio talmente rapido che gli permetterebbe di cadere giù, sapere dove scivolare via. Ed un tratto sospendersi calanti e morti proprio innanzi alla finestra aperta. Da quel punto esse si vedrebbero, si farebbero finalmente scorgere. Sfarfallio che uccide, ali di carta bucate, nere, ma di un colore mai conosciuto nella vita. La massa di queste si unisce, parrebbe avere la forma di un viso di donna, ha occhi e ha bocca. Muove uno sguardo puntato sul ragazzino, lo muove poi di scatto su quei due lì. E la sua presenza rimane minacciosa, folle. Sussurra qualcosa, parole ''Non ti ha salvato…'' il suono di quel fiato arriva dal fuoco, dalle ombre delle ceneri, è una maschera, è reale però. Si sposta dapprima piano, poi entra nella stanza e scaccia via la locandiera, Filippa sfocia un altro urlo, ha il sapore del puro terrore. La camera del bambino è buia quasi, Lei assorbe la luce, le farfalle spariscono d'improvviso. Aleggia un'evanescenza particolare sul cadavere del piccolo. ''E tu… che sei la mia forza, vieni con me adesso… vieni con me…. '' una litania crudele, strati di qualcosa che non appartiene a questo mondo, strati di materia impercettibile si stende su esso, sul piccolo, in senso verticale, come una bara, un involucro pronto per lui. Era pronta da molto tempo, Lei… ma Lei ha saputo aspettare. Una scena che non potrebbe appartenere ad Avalon, il Novizio si trova davanti a tutto questo, avverte il suono metallico, avverte la materia impercettibile. Perfino la morte, ora che la percepisce così vicino e così vicino poterla guardare. Lei si muove, si sdraia, si crogiola in quell'esserino, non fa caso al Cavaliere, non adesso almeno.

[GDR PLAY, Vai Thatar!]







THATAR [Stanza bimbo] La sensazione cresce e il Novizio rinnova la presa sulla donna. Lo sguardo si sposta sempre più veloce a ricercare il fulcro di quella sensazione sgradevole, opprimente, repellente ma ancora non riesce a decifrare nulla. E' l'ennesimo urlo di Filippa, il suo indicare una figura al di fuori della finestra, a far concentrare le verdi iridi del Novizio su una figura, un volto>>>

THATAR che va materializzandosi al di fuori della locanda, sospesa nel nulla. Lo sfarfallio crea giochi di luce sempre più tenui all'interno della stanza che si fa mortalmente fredda. E' quando il volto si delinea in tutta la sua magnificenza e crudeltà, e quando si accinge ad entrare, che Filippa urla e corre via in preda al panico. Il mezzo si ritroverebbe dunque ad osservarlo quel viso>>>

THATAR a cercare di riconoscerne i tratti nell'oscurità che avanza. Impietrito dalla paura che sopraggiunge eppure desideroso di continuare a guardare quel volto che si abbassa a guardare il piccolo sdraiato sul letto. Parla, parla e le parole che pronuncia suonano come l'eco che si genera parlando in un pozzo; una voce innaturale e brutale. Richiama a se il bambino quasi fosse convinta>>>

THATAR che lui lo possa seguire. Lo richiama e il Novizio non sa perchè ma lui farebbe una cosa, una cosa stupida ma naturale per un Cavaliere: lentamente si alzerebbe in piedi ritto con la schiena e, indietreggiando di un passo, estrarrebbe la bastarda dal fodero. La impugnerebbe con entrambe le mani e la punterebbe verso il volto ''Chi...'' si troverebbe a sussurrare, il sussurro della paura>>>

THATAR ''Chi siete Voi!'' chiederebbe ora a voce più alta ma non più sicura ''Cosa volete da quella piccola creatura?'' azzarderebbe ulteriormente a domandare. Dentro di lui è conflitto aperto: l'istinto di fuggire contro la voglia di affrontare il pericolo.







[ATTENDERE RESPONSO]

Lo guarda Lei, lo ama, lo vuole così, morto. Con gli occhi sbarrati a guardare Lei a sua volta. ''Che ti hanno fatto… bambino mio, volevano portarti via da me… lo sai, lo sai… adesso siamo insieme, bambino mio…'' E quando sentirà che il momento sia giunto, allora e solo allora, inizierebbe a circondarlo di Lei stessa, della sua essenza di Spirito, in senso circolare lo avvinghierebbe ed il bambino avrebbe, nel moto, dei soprassalti, sollevato dalla forza, nascosto per diventare simile ad un baco da seta, ma è illusione, con Lei lo è sempre, in realtà, se Thatar guardasse bene quello che gli si paleserebbe davanti agli occhi, si accorgerebbe che lo stesso bambino lentamente si consumerebbe, sfinendosi nelle parti del corpo, ad occhio nudo parrebbe più scavato, gli occhi infossati e soprattutto le mani, i polsi, le giunture delle ossa molto più visibili. E Lei continua a circondarlo, cingendolo in quel maledetto senso rotatorio che avrebbe il senso dell'eterno e della finalità delle cose in tutto, perfino il colore degli occhi del piccolo sembrerebbe diventato oscuro, l'azzurro non gli appartiene. Quando il Cavaliere sfodera, domanda, sarebbe come avere lì ai piedi del letto di un amplesso qualcuno che li starebbero solo spiando nel loro coito, qualcuno che non avrebbe dovuto trovarsi lì. Filippa è corsa via, impaurita e terrorizzata, nascostasi da qualche parte della sua locanda, ma il Cavaliere… stolto, deve e vuole proseguire a guardare senza pensare che la Morte potrebbe entrargli nel cuore, tra le mani. E lui porta Morte? Diviene viso nuovamente, in un mutamento rapido, scivolerà dal letto, intessendo una barriera quasi protettiva sul bambino, in modo che nessuno, da questo momento in avanti, possa mai più toccarlo e portarglielo via. Scatta in alto, ruota sul soffitto e scende a pochissimi centimetri davanti a quella spada che circonderà in potenza fino a quando la lama interamente, verrebbe celata alla vista del suo cavaliere. Un suono d'impatto metallico ne scaturisce mortale. ''E tu… che cosa vuoi… ?!'' parla un fiato, parla lo spettro, lo spirito, parla la dannazione. E' un volto di donna tra fumi impenetrabili. Non ha corpo. ''Vuoi Guardare! Guarda!'' pazzia e morte. Sangue e Vita. Lo trattiene, Thatar dovrebbe percepire una morsa forte che non gli permetterebbe di muoversi, potrebbe solo guardare adesso. Come se un braccio di enorme potenza lo bloccasse al centro del petto. Può Guardare, può vederlo scomparire il bambino in quella spirale che lo consuma fino alla fine.

[GDR PLAY, Vai Thatar!]







THATAR [Stanza bimbo] la spada viene retta saldamente in posta di corona, le braccia a sostenere e bilanciare il peso della lama che punta idealmente dritta al centro dell'oscura figura. Anche gli occhi del Novizio sono sbarrati alla vista di quell'orrore. Eppure non riesce a chiudere le palpebre, ad abbassarle per eludere la vista di quello spettacolo macabro. E così si accorgerebbe che >>>

THATAR il volto perde qualsiasi forma antropomorfa e ritorna vortice, rotazione, come una tempesta di sabbia consuma il povero corpicino. Lei lo anela, lo vuole, lo reclama e...lo ha; lo ha perchè il Cavaliere non riesce a muoversi ancora impietrito dalla scena. E quando ella si degna di rivolgergli parola lo fa nel modo terribile che solo la morte può utilizzare. Ritronata volto gli punta>>>

THATAR gli occhi senza forma ne colore, glieli punta dritti nei suoi e parla, la voce metallica di entità eterea. Lo afferra e lo blocca senza che lui possa muovere un muscolo e gli blocca tutto il corpo. Così, immobile, il mezzo non può far altro che guardare, ascoltare, sentire ogni piccola cosa che accade in quella stanza. Nemmeno gli occhi vengono risparmiati dall'impietoso spirito>>>

THATAR e le palpebre verrebbero trattenute aperte in modo ch'egli osservi tutto. Il mezzo cercherebbe di opporsi a tutto questo, tenterebbe con ogni fibra del suo essere di fuggire dalla presa della Morte; cercherebbe anche di urlare ma, a bocca serrata, si potrebbe forse solo udire un lamento. Guarda il corpo sgretolarsi al vorticare delle farfalle.






[ATTENDERE RESPONSO]

E' Finita come doveva finire. Nella Morte. La spirale consuma il bambino che non ha più viso, né occhi, né piccole labbra, consuma il corpo, non ha braccia, ne gambe. Lei si è presa anche il piccolo pugno chiuso, della poca forza contro l'orrore del Mondo. E' finita come doveva, nel grembo della Nera Signora. Sarà più forte, più rapida, più veloce. Sarà in oblio. Saprà dove andare ora. Thatar non può fare davvero nulla. Quando il macabro rito sarà compiuto sul letto non vi sarà che una forma di ciò che era stato. Sul cuscino vi sarà ancora la fossa del piccolo capo, del sangue seccato ed un forte odore di corpo in putrefazione rapida. Thatar ricorderà ogni cosa, perfino il suono di quella voce che arriva da un passato che reclama per sé il suo momento. Ancora uno. Alla fine quando Lei diventerà sembianze antropomorfe, di donna… di quello che fu un tempo, aleggerà alta e grande nello spazio della camera. Il Cavaliere sentirà scemare la forza che lo tratteneva e dovrà udire le Sue parole. ''Parlerai e dirai che io sono Qui, io esisto!'' favella nella parabola di una vecchia storia. ''Io sono una parte della Morte che vive, io prendo e prenderò ancora!'' si solleverà rapida, la materia è impercettibile, impalpabile, incolore, ma ha senza dubbio forme di una donna dai lunghi capelli neri, questi fluttuano sospesi, dentro ad uno sguardo che non ha più nulla di umano. ''Ricorda le mie parole, io prenderò ancora!''

[GDR PLAY, Ultimo giro… Vai Thatar!]







THATAR [Stanza bimbo] Osserva il corpo spazzato via dall'irruenza del vortice, osserva lembi di pelle, carne e ossa frantumarsi fino a diventare impalpabili e quindi scomparire. Lui rimane lì fermo e immobile, reso rigido dalla volontà della Morte. Quando ella avrà finito di banchettare con ciò che resta del bambino non rimarrà che il piccolo fosso sul materasso, le lenzuola stropicciate e >>>

THATAR il ricordo di come il capo posava sul cuscino troppo grande. Il sangue rappreso a macchiare la federa. La forza che lo tratteneva ora non v'é più e solo la paura ora lo trattiene. Le braccia gli ricadono stanche ai fianchi e solo per un miracolo la spada non crolla a terra, così come il cormo che viene a stento trattenuto da gambe malferme. Ma gli occhi, i verdi occhi che in giornate>>>

THATAR di sole brillano dei fili d'oro dell'iride, quelli rimangono spalancati a vedere il volto di quell'essere tanto bella quanto terrificante. Le parole giungono cristalline alle orecchie del Novizio e il cuore gli batte forte in petto alla stregua di una gran cassa ''...siete...Rhiannon?'' chiederebbe ingenuamente il mezzo svuotato di ogni energia.





[ATTENDERE RESPONSO]

Rimane sospesa nell'arduo tentativo di farsi vedere, comprendere. Sete di Rabbia. Il bambino è parte di Lei, il bambino è Lei. Ascolta però, vuole sentire quello che costui ha da dire, vuole capire chi siano oggi costoro che ne percepiscono o meno la sua presenza. Molti li segue, altri li spia. Altri li prende. O attende all'angolo di quella notte. La Dea non l'ha salvata, la Dea l'ha dimenticata. E Lei non vuole essere scordata. Quando Thatar esprime quel lento interrogativo, gli occhi della Signora si infuocano di quel magma crudele. Si schianta davanti a costui, lo ghermisce, lo circonda e torna in direzione della finestra. Thatar avrebbe appena percepito un senso simile ad un brivido del nulla che distrugge le più dolci emozioni. Lei sollevata, fluttuante ora, fuori dalla finestra, spire di scie oscure che la seguono, nella voce ancora uno sfarfallio sottile quanto stridulo. Stringe e condensa tutto il male che porta con sè. Si fa guardare. ''Come puoi dire questo… Tu non sai… " rimane in alto, la camera è piccola, il Cavaliere avrebbe la sensazione netta che le mura possano chiudersi da un momento all'altro, schiacciarlo contro alle pareti. ''Io sono Colei che è sfuggita a Rhiannon, sono uno Spirito e a Lei manco Io… !'' ne sgorga una risata infida, piena di rancore, tintinnano tra quelle parole, semmai, anche un gusto lontano di ciò che era la Vita, il sapore della nascita e dell'esistenza. E' stata umana, ma oggi non lo è più. ''Cerco la Mia Battaglia… dirai che sono Qui… tu parlerai e dirai…'' Un battito di ciglia, uno scossone, un fremito, un aleggiare sospeso, nessun volo. Come Fumo. Via. Sparita e con lei il bambino.

[GDR END, Puoi chiudere se vuoi in automastering]




THATAR [Stanza bimbo] La pressione su di lui sembra aumentare di centinaia di volte e poi svanire al terminare delle parole dell'entità. La rabbia che sgorga dalle sue parole lascia il corpo e la mente del Novizio svuotato di qualsiasi emozione. E' l'estremo gesto dello spettro di oscurità e lui la tenue luce di una candela che sta per spegnersi. Assorbe ogni parola e sa che dovrà >>>

THATAR cercare risposta a tutto questo. Il Supremo voleva che lui andasse a far visita al tempio, ora sa di esserne costretto. Non appena ella svanirà lui crollerà a terra, in ginocchio, il respiro affannoso di un corridore. Passeranno i minuti prima ch'egli possa alzarsi; rinfodera la spada e con passo malfermo andrà a cercare Filippa, il donnone fuggito al presentarsi dell'entità.>>>

THATAR Parlerà con lei e da lei si congederà per tornare di fretta alla Magione. Un rapportò andrà stilato, missive andranno scritte alle Sacerdotesse.


~ Master Descrittivo DAIMON ~





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