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[DESCRITTIVO/BAIA] Esthel per tutti i Mezzelfi [OK]

Ultimo Aggiornamento: 09/10/2014 11:30
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Sesso: Femminile
09/10/2014 11:30

RIASSUNTO

Una strana barca luminosa d'Argento attende la giovane Laborista dei Venefici
richiamata, proprio a quel molo, da una voce che l'ha ridestata dai suoi compiti.
L'imbarcazione accompagnerà Esthel ad inoltrarsi nelle acque del lago.
Qui scioglierà le proprie paure, la propria indifferenza, seguirà una voce, una sfera luminosa. Questa stessa sorgerà dalle acque come lo Spirito del Medaglione che la investirà di tutti i poteri conseguenti, scegliendola come Caporazza dei Mezzelfi.



APPROVAZIONE

-Il passaggio del Medaglione ad Esthel come caporazza



{ BAIA ° MOLO ° ACQUE }






[QUEST START, ATTENDERE RESPONSO]

Quanta Nebbia! Quante goccioline sparse nell'atmosfera a richiedere a tutti gli Elementi di concentrarsi in un unico stato. Un unico movimento dell'Aria, dell'Acqua dall'alto, scendono in picchiata fino ad assorbirsi al suolo, sparire lì, fino a diventare Terra e Fuoco. La sabbia della baia è bagnata, scura di umidità, dense scie di vapore freddo si stagliano a tratti dalla battigia al molo, dove i barcaioli attendono ordini dai viaggiatori, dove le barche in questo giorno si sono rese necessarie. Di qua e di là, da Avalon alla Terraferma. Non il contrario però. Il loro moto è terminato lì. L'acqua del lago assomiglia ad uno specchio liscio, raffinato ma tanto pesante, come se vi fosse passato sopra lo scivoloso movimento di una lama con il solo compito di assestare qualsiasi incresparsi delle acque, le quali non lambiscono nemmeno più, data l'oscurità pressante ed opaca. Una voce. Una canzone sottile, densa di note e parole, avrebbe sollevato il suo Richiamo. Un giro nella notte per Barrington, per cercare qualcuno che si affinasse a quei Sensi, a quel Volere. Una musica, una canzone si è stagliata nella mente di Esthel, lei potrebbe così seguire quell'appello, quel segnale. Sentirlo suo, sciogliere ogni limite, ogni possibile indifferenza. ''Esthel!'' sommessa la voce, nata e cresciuta dalle più svariate nature dell'esistenza, incantata dalle diversità esistenti. ''Devi venire con me, devi venire questa notte sola. Segui Me.'' Il passaggio delle strade e dei vicoli avrebbero probabilmente condotto la Laborista fino alla baia, proprio davanti al molo, a cui sono ormeggiate tante barche, tante imbarcazioni di legno.

[Distanza: Esthel ---> Molo (Barche), 6 mt.]

[GDR PLAY, VAI Esthel!]






ESTHEL [Pressi Baia] Non ha idea da dove sia iniziato tutto. Quella voce, quella coscienza, come si voglia chiamarla, ha iniziato a contattarla, chiamarla da lontano, lontano dai libri e dagli studi dei veleni. Stranamente, ha dato peso a quelle parole.Forse perchè la Meticcia non vede l'esterno da giorni, settimane forse. La pelle bianca e perlacea suggerisce un tempo molto prolungato del suo

ESTHEL soggiorno nella casa dei veleni. E' uscita, con un semplice abito nero e degli stivali logori, uno scialle a coprirle le spalle. I capelli rossi sono l'unica nota di calore e colore in tutta la sua figura, oltre agli occhi color dell'ambra. Ha continuato a seguire la voce e ora, eccola lì, alla baia, con il freddo pungente della notte sulla sua pelle, che gratta e graffia con rabbia, ma che>

ESTHEL lascia la sua pelle intatta, senza averla ferita davvero. Osserva il paesaggio e quasi non se ne avvede. La nebbia avvolge tutto, impedendo la vista, persino per lei, dell'isola delle mele che sta dall'altra parte. E' quasi surreale, ma non può fare a meno che avvicinarsi alla riva, lì dove l'acqua è piatta e silente, lì dove si specchia Selene. Le barche sono ormeggiate a pochi metri da lei,>

ESTHEL nonostante vorrebbe andare sull'isola, dubita che i barcaioli inizino un viaggio simile, a quell'ora tarda, per di più.





[ATTENDERE RESPONSO]

Non è una voce come le altre quella che si è trovata il suo spazio nella mente della mezzelfa, ha preso posto ancora più in giù, dentro al suo cuore. E' una voce che lega, che stringe, alla quale nessuno potrebbe rifiutarsi di seguirla. Perché -chiama-, in una sola parola -richiama-, cerca e trova, sospinge perfino i passi di Esthel che si insabbiano, si confondono con il rumore del suo stesso respiro. E' una sola Voce. Cerca Lei. Quando la laborista si accorgerà di essere giunta nel posto in cui ,per un lunghissimo istante, la voce si spegne nel suo cuore, noterà una barca. Questa non ha remi, nemmeno è galleggiante sulla superficie dell'acqua, ma lievemente sospesa, freme in aria di pochi, pochissimi centimetri. I barcaioli sono lì, ma è come se essi stessi non la vedessero, non vedessero quella barca fatta di Rame e di Argento, senza peso, ma lucente, non vedrebbero neppure la mezzelfa, così stretta nei suoi abiti scuri, con l'aria e la nebbia che sfiorano appena il collo del suo scialle. Gli occhi della venefica guardano e vedono una sola via, tracciata per lei, la stessa che la porterà verso quella barca. Non v'è altro mezzo di trasporto per seguire un comando. La barca argentata si muove lenta, parrebbe galleggiare nell'aria, si scosta ed approda piano sulla sabbia. ''Devi seguire la scia, Esthel… devi fare in modo che tu possa prendere la barca. Non avrai bisogno di altro. Fidati di me. '' La voce è una sottile scia metallica, ma la tonalità in cui parla ora sarebbe meno chiara, un suono fra le onde di una mente. ''Vai…'' la sospinge, la vuole e la cerca. E' lei che questa notte, compirà il Volere.

[Distanza: Esthel ---> Molo (Barche), 1 mt.]

[IMG]http://i59.tinypic.com/15i40w6.jpg[/IMG]

[GDR PLAY, VAI Esthel!]





ESTHEL [Molo>Barca] Non sa spiegarselo, eppure è come se fosse naturalissimo e semplice. Compie qualche passo verso l'acqua del lago, sente il gelo attraverso la pelle degli stivali e poi, la vede, quella barca di rame e d'argento. Non l'aveva notata prima, anzi, non l'aveva notata mai. Si passa le dita sugli occhi, un po' incredula, ma poi, in qualche modo, capisce che non deve fare altro che>

ESTHEL raggiungerla. Non è così distante, e non è per niente minacciosa semmai, è invitante. Corruga la fronte, confusa, per poi iniziare a camminare, dirigendosi verso quella barca misteriosa, che nessuno vede e che non tocca nemmeno l'acqua. La sfiora, vi danza sulla superficie senza emettere un suono. L'unico suono che sente la Meticcia è quella voce che le dice di andare. E lei va. Va con>

ESTHEL la stanchezza in corpo e sul volto, il sapere riverso in quelle occhiaie e in quel corpo scarno, sempre più leggero, tant'è che del vento troppo forte, forse, potrebbe portarla via. Segue la strada, l'unica strada, per arrivare alla barca, sempre più vicina, sempre più brillante.





[ATTENDERE RESPONSO]

E' un disegno, una goccia nel lago, è un momento che ne conta nel cielo mille altri. E' un segno. Un dovere. Esthel non potrebbe che sentire nel cuore la forza e la volontà di seguire quella sola ed unica voce che è però comando. E, più il silenzio si farà acqua a lambire i suoi pensieri, a maggior ragione esso si concretizzerà in potenza. Salirà. Salirà un'essenza che rimane per ora invisibile. Ma è sempre quello Spirito che muove la Barca e la salva per una notte dal mondo terreno. L'imbarcazione si farà prendere, ci salirebbe molto agevolmente senza strattoni, è placido il lago, forse cattivo da questa parte, ma calmo. E' liscio, la lama di una spada ha spianato perfino le piccolissime onde, non c'è vento. C'è Nebbia. Una sensazione di attesa per lei, ora che una volta accomodatasi, la barca d'Argento non avrà necessità di barcaioli, nemmeno di remi. Essa scivola lenta e vellutata sulle acque, porta Esthel lontano dalla riva, la nasconde tra il nero della notte, il luccichio dell'acqua ed infine il bianco delle Nebbie che nascondono, più in là, Avalon al resto del Mondo. ''Se ti chiedessero di essere Voce, cosa mi risponderesti? '' è la prima domanda, nasce dal ventre del lago, ella sentirà una voce tra altre, dal cuore dell'acqua questa si staglierà senza potersi fare scorgere, ma sarà capace di farsi sentire. Ed intanto è portata via, Esthel, non avrà più orientamento, ha lasciato da poco la riva, si trova tra le acque, ma prima del muro che divide la sacra isola dal resto di ogni cosa.

[GDR PLAY, VAI Esthel!]






ESTHEL [Barca] Sale. Le è stato ordinato, dalla voce, dal suo stesso cuore. Lei, che è così restia, che è così chiusa in se stessa, si lascia abbindolare? Sì, perchè sente che deve farlo, come quando ha sentito di dover cambiare, perchè era giusto. Lo scialle cade, dopo che la barca parte, a causa di un suo sussulto. Questo perchè la barca parte quasi senza che lei se ne renda conto e, quando si >

ESTHEL volta, la riva è già lontana. Non riesce a capirne il motivo, ma a questo punto è anche difficile tenere conto della razionalità. E' difficile capire persino in che punto è arrivata, del lago, a causa del movimento della barca. I capelli fulvi le lambiscono le spalle e la schiena quasi totalmente, mentre si guarda attorno. Una voce, ancora, con una domanda e non un ordine, stavolta. Corruga >

ESTHEL fronte, ancora una volte, strizzando le efelidi del viso. Incerta, risponde. ''..Parlerei'' dice, quasi obbediente. Non è più lo spirito libero di una volta, schiava dei veleni e custode del sapere. Il lago parla, lei risponde.





[ATTENDERE RESPONSO]

Un moto rotatorio, l'acqua sotto crea un cerchio, la massa prende forma e movimento, la barca ruota, gira lentamente, in senso antiorario, ma per la venefica sarà come andare avanti, proseguire, viaggiare, inoltrarsi in banchi di nebbia costanti, l'oscurità ha spento il luccichio della sua imbarcazione. Nasce però una luce, diversa. Un tintinnio, un trillo particolare. ''Hai espresso la tua risposta. La tua risposta è corretta, Esthel… Tu -parlerai-'' piombo e metallo, sfilano via sull'acqua che si fa pesante, oscura, ma v'è una luce chiara nel fondo delle acque, v'è qualcosa che assomiglierebbe ad una sfera luminosa. A quella, probabilmente, potrebbe rivolgersi la mezzelfa. In tutta l'oscurità che si ritrova addosso, sopraffatta anche dai suoi stessi abiti neri, avrà un solo punto di fuoco. E sarà sott'acqua, si sposterà quella sfera cangiante, lascerà poco tempo per farsi trovare, tant'è che Esthel dovrà spostarsi più volte, aggrapparsi ai bordi di questa barca creata per lei, per riconoscere quella sola luce e parlarci. ''Dimmi, se ti chiedessero di essere Cuore, che cosa risponderesti tu?'' La voce è bambina adesso, chiaramente femminile, ma muterà, muterà per tutta la notte, sonda e tocca il cuore. Immette luce, ma può prenderne da colei che sta per essere scelta. ''Esthel'' la chiama la sfera, la barca gira a cerchio, le nebbie la coprono. ''Parla a quella voce!'' glielo chiede, ed è la seconda domanda per la mezzelfa questa notte.

[GDR PLAY, VAI Esthel!]





ESTHEL [Barca] Si affaccia sulla barca, sembra che questa stia continuando a proseguire il suo viaggio e così è per lei, in effetti. In realtà, ha iniziato un moto rotatorio, fermo in quel punto del lago, lo stesso da dove emergerà una luce, una piccola luce inizialmente, che poi si fa sempre più chiara. Da lì proviene la voce e anche adesso, parla! Non è un sogno, sente ancora il freddo della notte>

ESTHEL sulla pelle, non può essere irreale. Segue la luce con gli occhi di miele, finchè lo sguardo non la perde di vista e così corre al lato opposto della barca, per poterla seguire nuovamente. Si rivolge a lei, proprio a Esthel, che non è altro che una persona anonima a queste terre. Una Meticcia, di nessun valore, che si è trovata lì per caso. Che cosa vuole da lei questa luce? Un'altra domanda>

ESTHEL le viene posta e così risponde, incerta, ancora, perchè un Cuore, crede di non averlo più. ''Io.. batterei'' Ancora, obbedienza, come se nella luce ci fosse la sua Maestra. Ancora, schiavitù nelle parole ma sincerità nei sentimenti. Se avesse un cuore, se potesse sfruttalo, come batterebbe. Vorrebbe correre a perdifiato, soffrire e gioire ogni istante, pur di sentirlo battere.





[ATTENDERE RESPONSO]

E sono proprio quelle risposte che segneranno il destino di questa notte. E sono quelle parole che creano il disegno, un volere da seguire, da non tradire. Un ricordo che diventerà un Compito per una giovane mezzelfa che dovrà dimostrare proprio quella Voce, parlando, proprio quel Cuore, lasciandolo pulsare. La barca continua a vorticare su se stessa, perfino le acque ora non riuscirebbero a rimanere calme, ma si adegueranno al moto circolare, per poi sollevarsi per creare un muro d'acqua alto nemmeno 3 metri, ma in quella forza, in quell'impeto, verrebbe fuori la luce, la sfera, una stella in pieno volo, pronta a nascere, a mostrarsi. Una luce per il momento, che ella vedrà perfettamente innalzarsi con il potere delle acque del lago. ''Allora Esthel, dovrai avere Voce! Dovrai avere Cuore. Parlerai e Vivrai!'' la cascata di acqua rovinerebbe sull'impatto del lago, tutto sarebbe potenza, controllo in divenire, la luce la circonda in voce, l'acqua non la bagna nemmeno, ma questa si muove, si è alzata ed ora si abbassa prepotente. ''Guardami Esthel… sono qui'' dice la voce che ora è cambiata, ha sembianze antropomorfe ed è seduta quella presenza proprio lì con lei, con Esthel, a guardarla, a sorriderle. Ed è antica quella presenza, emana odori di lago, di profondità di ancestrali tempi, tempi che su queste terre ritornano, proprio come questa notte. La barca ora sarebbe ferma. C'è solo il Buio, la luna piena rischiara l'interno dell'imbarcazione. La creatura che prima è stata luce è stranamente seduta, muove il capo a destra e a sinistra, vi sono rami e muschio su essa. Esthel in cuor suo potrebbe sentire l'onda dell'amore, della devozione che sfiora lei per divenire tamburo. Suono.

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[GDR PLAY, VAI Esthel!]






ESTHEL [Barca] Quella voce è capace di scuoterle le emozioni, di certo erano diversi mesi che non sentiva niente, dal collo in giù. Solamente freddo e sensazioni di vuoto che la pervadono, assieme al veleno incessante che si è divorato tutto e ancora, divorerà. ''Alzare la voce? Per chi?'' Domanda alla luce, all'acqua, per poi abbassare lo sguardo, cercando la fonte di luce e di quelle sensazioni.>

ESTHEL A quel punto, l'acqua si smuoverà, si innalzerà, e la luce farà casa sua quella barca e una forma antropomorfa che lascerà Esthel di stucco e incredula a quella visione. La forma della donna è così particolare, ma che ispira fiducia. Lo sente come un istinto primordiale, il bisogno di avvicinarsi a ella, con calma. Si siede, proprio davanti a lei, gli occhi ambrati cercano ogni dettaglio in>

ESTHEL quella figura. ''Perchè io? Chi sono io per rispondere a queste domande?'' Le chiede, con un filo di voce, con insicurezza, quella parte di lei sempre presente ma sempre ben mascherata che ora viene fuori, come se quell'antica donna avesse il potere di conoscerla da sempre. E forse, è anche così.





[ATTENDERE RESPONSO]

La creatura è Destino. La creatura che ora Esthel si trova innanzi è Scelta. Una Sua scelta, una Scelta nel divenire del Tempo. Una scelta per essere ciò che questa notte deve diventare. Il silenzio è rotto da rumori che assomiglierebbero a rami spezzati sotto a passi pesanti. Eppure non vi sono rami, nè sentieri di boschi, nemmeno alberi sulle loro teste. Un altro rumore delle mani della Antica creatura che non è femmina, nemmeno maschio, è Spirito, è lo Spirito del Medaglione che cingerà la vita della mezzelfa. ''Tu fai a me domande giuste, ed io ti darò poche risposte, Esthel. Sei stata scelta. Sai che cosa vuol dire questo? '' la voce è armonica, conciliante a dirla tutta. La Creatura si sposta, si siede proprio davanti alla venefica. E' lì con lei, con Esthel si accendono mille e nuove speranze. ''Rispondi ora tu, di nuovo.'' si muove lentamente quella imago di creatura, odora di forti e densi umori. Strana la mutazione che uno Spirito può assumere. ''Hai seguito il mio Richiamo, ora non hai più tempo.'' Nella notte che va, che passa rapidamente, una giovane quanto semplice mezzelfa viene incoronata ed ella avrà anima per comprendere questo disegno solo dopo, dopo questa notte. Non le dirà la creatura che il Decano è morto, ma le sta dicendo già molto. Che è lei ad essere stata scelta.

[GDR PLAY, VAI Esthel!]






ESTHEL [Barca] Guarda lo spirito, inizialmente senza comprendere, senza afferrare il concetto. Non capisce cosa le stia succedendo, ma al tempo stesso è pronta per qualsiasi cosa giungerà dalle labbra dello Spirito che è accanto a lei. Si tortura le dita che tiene in grembo, le gratta e le smanaccia di continuo, come se un lavaggio superficiale potesse togliere la sensazione di ignoranza che è su di >

ESTHEL ella. Poi le viene un dubbio. Un singolo dubbio che fa capolino nella sua mente. L'ultima volta che è stata chiamata a qualcosa fuori dell'ordinario, era stato per un legame con i Mezzelfi, la sua razza. Questo le mette paura, perchè è lo Spirito a parlarle e non il Decano, come l'ultima volta. ''Sono stata scelta.. per dare voce, con un cuore che batte?'' Sente la tristezza abbatterla.>

ESTHEL ''Il cuore che dava voce prima.. non c'è più?'' domanda, quasi con la speranza che lo Spirito neghi. Al tempo stesso, quelle poche parole le suggeriscono che il Decano non sia più colui che parla per la loro razza. Il cavaliere, forse, ha fatto il suo ultimo viaggio. Altre perdite, si sente sempre più atterrata da avversità e la sua espressione dimostra lo sconforto.




[ATTENDERE RESPONSO]

La creatura ancestrale ed antica porta un dito nodoso sulla superficie dell'acqua, senza nemmeno sfiorarla questa si aprirebbe in cerchi concentrici, se Esthel guardasse bene, con parecchia attenzione, cogliendo per un momento quella superficie come specchio del tempo, vedrebbe unicamente il viso di Elkranet, il Cavaliere, Egli non ha un sorriso sul volto, ma un'espressione normale, o come ella se lo possa ricordare. Vedrebbe Elkranet poi voltarsi e di spalle andare via. Tutto qui. La mano nodosa della creatura chiuderà lo specchio per poi mirarla diritto negli occhi. Annuisce lo Spirito, senza aggiungere null'altro su quello che non vuole dire adesso. ''Tutti i Cuori esistono per l'Eternità, imparerai che li porterai tutti con te, Giovane mezzelfa. Li porterai con te e sarà la tua Voce a fargli da guida, sarai la loro luce e sarai colei che li riparerà e insegnerà. Tramanderà. Esthel, la notte non chiede stelle, se le prende tutte.'' parla in modo lento e sicuro la voce, si… perché ora quella creatura svanisce e muta ancora, lontana parrebbe portarsi, sollevarsi in volo, cambiare immagine divenire nuovamente luce. In quel preciso istante Esthel verrebbe investita di tutti i poteri di caporazza. Il medaglione penderà dal suo collo e senza null'altro dire, si ritroverà in una magia spenta e finita. La luna illuminerà il tratto di lago che dovrà oltrepassare, ma molto lentamente la barca, ora normale e visibile da chiunque, si trasporterà fino al molo, proprio dove questa notte era iniziata.

[GDR PLAY, VAI Esthel, ultimo giro!]






ESTHEL [Barca] Lo Spirito conferma i suoi dubbi. Il viso di Elkranet compare sul pelo dell'acqua e i suoi occhi ambrati lo vedono andarsene, scomparendo nel buio. Stringe le dita attorno alle stoffe dell'abito con tristezza. Adesso è sola. Anche Caithyra è sparita. Vorrebbe chiedere consiglio a quello Spirito. Vorrebbe chiedere una guida ma non fa in tempo. Allunga il braccio nel momento in cui>

ESTHEL esso svanisce nel nulla. Afferra vuoto, pulviscolo, nebbia, così che l'umidità rimanga tra le sue dita come lacrime della notte. Luce, ecco cosa diviene, illuminando così il collo della Meticcia. Il medaglione che era appartenuto all'antico Decano, ora pende dal suo collo, sulla pelle bianca, sull'abito nero. Deve farsi carico di tutte le voci che, come lei, spartiscono il sangue in due >

ESTHEL famiglie antiche come il tempo. La barca torna, piano piano alla riva. Torna visibile e lei è su di essa, sola, infreddolita, ma con quel medaglione che, in qualche modo, tiene caldo in quel punto. Non le importa che la vedano lì da sola, i barcaioli. Rimane seduta lì dentro, raggomitolata a se stessa, in assoluto silenzio.





[ATTENDERE RESPONSO]

L'acqua accompagna Esthel alla riva, l'acqua come la Nebbia. La forza nel suo cuore e nel suo animo verrano rafforzati dal medaglione, che le conferirà non solo i poteri, ma quel medaglione saprà aiutarla quando ne avrà più necessità e bisogno. La barca si muove sempre lenta, giunge piano alla riva, a guardala adesso è una chiatta antica e sfatta, i remi sistemati al suo interno da un lato. Ci sono sempre stati, come sono presenti spaccature e striature del legno. I barcaioli la notano, ma spossati ed anche diffidenti alcuni, la lasciano tranquilla, per quegli uomini è stata una pessima giornata. Domani e per le prossime lune sarà anche peggio, con queste nebbie cadute e tutti che cercano di andare e di perdersi in esse e sono restìì loro. La giovane Guida dei Mezzelfi reca il suo fardello, lo porta con sé adesso tra le pieghe dei suoi abiti scuri, domani si farà voce che dovrà espandersi per far sì che i suoi fratelli e sorelle possano riconoscerla. Le stelle non si vedono nemmeno più. L'acqua è sempre piatta. V'è un silenzio strano tutt'intorno. Esthel sentirà caldo il monile magico, ascolterà la voce del suo cuore, proprio come lo Spirito ha voluto per Lei. Uno scossone verso il molo. Ma è solo l'inizio. L'inizio della nuova Avventura di Esthel, caporazza di tutti i Mezzelfi di queste sponde.

[GDR END]



~ Master Descrittivo DAIMON ~





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