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Puntata Presa Diretta RAI 3 domenica 21/9 sul TPL

Ultimo Aggiornamento: 24/09/2014 15:12
22/09/2014 09:38
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Capotreno
Apro questo nuovo topic riprendendo il messaggio inviato ai soci per segnalare la puntata di PResa Diretta (RAI 3) del 21/9.
Ricordo che il programma dovrebbe essere disponibile anche nei giorni seguenti via web sul sito Rai replay
www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html .

Purtroppo ho potuto vedere soltanto una mezz'oretta della trasmissione e conto di vederla prossimamente.
Ho però visto la parte dedicata al TPL nelle città francesi e poi subito dopo, un confronto impetosissimo con il treno suburbano Roma-Ostia Lido.

Ora, il reportage dalla FRancia illustrva non solo Parigi, ma anche Rennes, le ferrovie regionali della Bretagna e Nantes.
In tutti i casi abbiamo visto elementi innovativi di gestione del TPL, come tram, assi protetti, treni regionali puliti e puntuali.
Sono emersi, a mio avviso, tre elementi vincenti della politica del TPL d'Oltralpe.
1) Programmazione: queste reti che sorgono ora come funghi ai quattro angoli dell'Esagono sono frutto di una programmazione ventennale o addirittura trentennale, che ha coinvolto la popolazione con dibattiti pubblici. A quel punto, acquisita la maggioranza del consenso si è partiti spediti senza farsi rompere le palle dal primo negoziante o dai contestatori del no-a-tutto.
Ovviamente questa caratteristica manca totalmente alle città italiane, in primis a Genova, dove non c'è mai stata una programmazione neppure in tempi di vacche grasse
2) Risorse: per queste iniziative (introduzione di tram, ma anche acquisto di rotabili) occorrono soldi e anche tanti. Lo Stato francese ha più risorse e gli enti locali possono ricorrere all'indebitamento, cosa che quelli di casa nostra non possono fare assolutamente, essendo (giustamente dopo anni di gestione allegrissima) vincolati al patto di stabilità.
Chiaramente l'indebitamento deve poi rientrare in termini di tasse locali e in questo senso l'esempio di Nantes è ottimo (vedetevi la parte dedicata a Nantes).
3) Professionalità: chi gestisce il TPL in FRancia è molto professionale; soprattutto lo sono i tecnici e i politici si fidano dei tecnici e non cambiano le carte in tavola ogni mese. I tecnici di diverse professionalità parlano e si confrontano molto: giuristi, ingegneri dei trasporti, sociologi (sì non dimentichiamo le problematiche delle banlieue e la necessità di creare poilitiche di TPL a favore delle periferie), contabili.
Prendete il caso di Rennes che si vede nel filmato. A Rennes hanno una piccola metro (vista e utilizzata personalmente [SM=g28002] ) con il sistema VAL. A un certo punto hanno visto che la città nella fascia oraria 7-9 era congestionata e quindi avrebbero dovuto fare nuovi investimenti (banchine, nuovi rotabili) per ovviare a questo problema. Invece hanno programmato due anni di incontri per regolare i tempi della città ed è bastato sfalzare di un quarto d'ora lp'ingresso di studenti e professioni sanitarie per ottimizzare la domanda-offerta di TPL.
In Italia: i mobility manager nelle aziende pubbliche e private ci sono dal 2001, ma non ho mai visto un provvedimento preso su iniziativa di questi ultimi.
E poi in Francia metà abbonamento del TPL lo paga l'azienda datrice di lavoro. Io lavoro in una grossa azienda pubblica ed è dovuto intervenire il CRAL per fare la convenzione con AMT e assicurarci l'abbonamento aziendale a tariffa agevolata [SM=g27996] [SM=g27996]

Insomma la Francia dimostra che il TPL può essere una risorsa e le aziende francesi sono leader mondiali che stanno cominciando a penetrare anche nelle megalopoli asiatiche dove il business è davvero grande.
Noi un'azienda di questo genere ce l'avevamo in casa e l'abbiamo fatta fuggire a gambe levate. Grazie Italia!!!! [SM=g27992]
22/09/2014 11:47
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vista la puntata con amarezza.
[SM=g28000]
22/09/2014 13:55
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Città: ARENZANO
Età: 54
Grazie Italia? Dipende.
In alcune parti dello stivale Ratp ha disinvestito, ma in altre ha investito...
24/09/2014 11:27
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Capotreno
Ho potuto vedere la trasmissione in replica su Rai Replay ( ancora non tutta).
Direi che il confronto è impietoso, particolarmente se si parte da Napoli, che sembra peggio di Genova, ma non tanto, visto che loro hanno una metro seria, e si arriva ai modelli francesi.

Titoit ne post precedente ha formulato una analisi puntuale che condivido totalmente.
Vorrei però aggiungere qualche considerazione su alcuni aspetti che a mio avviso il servizio non ha messo del tutto in evidenza.
La conclusione del servizio è infatti che il problema del TPL in Italia sta nella mancanza di adeguate risorse finanziarie, ed è assolutamente vero. Sino a che in questo Paese il TPL non verrà considerato una priorià centrale, come la sanità e la scuola, faremo poca strada.
Ma non è solo questo.

1) C'entra anche, e parecchio, la qualità e la professionalità di chi il servizio gestisce in quei carrozzoni che, salvo rare eccezioni, sono le aziende pubbliche che eserciscono il servizio.
E' stato mostrato lo sfacelo dell'azienda di Napoli, ma sarebbe stato utile avere anche qualche indicazione su come questa azienda è organizzata e gestita: quanti dipendenti hanno per far girare meno di 400 bus scassati e una ( bella) metropolitana? Quanti dirigenti e direttori? E come assunti? E quanto costano? E quanto lavorano?
Perché se i quattrini te li spendi per dare un reddito sicuro, spesso anche buono, visti i tempi, ad un numero esuberante di addetti, fai certamente un servizio sociale e ti prendi dei voti, ma non te ne restano poi molti per investire.. E lascio a voi la riflessione su quanto questo non sia vero anche per Genova.

2) Gli esempi francesi, e parlo della provincia, non della grande Parigi, mostrano come dovrebbe essere un serio rapporto contrattuale tra chi compra il servizio (l'amministrazione, che deve curare l'interessi degli utenti) e chi lo esercisce (l'azienda, che logicamente cura gli interessi suoi). Hanno un sistema di rilevazione satellitare come il Simon che da anni abbiamo a Genova, ma il Comune lo usa anche per registrare i tempi di passaggio alle varie fermate, paragonarli con l'orario nominale e monitorare la puntualità del servizio; in caso di ritardo sopra i due minuti scattano penali, in caso di anticipo viene azzerato il prezzo di quella corsa. E' ovvio che, in queste condizioni, l'azienda prenderà i provvedimenti del caso per minimizzare questi eventi e la puntualità sarà assicurata.
Potremmo farlo anche da noi, il monitoraggio c'è, i cartellini sono tabulati, basta creare un programma per incrociare i dati. Ma ve lo immaginate il Comune che mette penali ad AMT per poi doverle ripagare lui stesso? E poi si dice che il buon servizio pubblico richiede che l'Azienda sia pubblica.. mah.

3) Esempio Irisbus. Come unica causa di questa penosa vicenda, dove Iveco ha chiuso lo stabilimento Italiano ma continua con quello Francese, viene indicata la assicurata ricchezza di quel mercato rispetto alla precaria prospettiva del nostro.
Vero, ma facciamoci anche queste domande:
-Posto che il costo orario francese è certamente superiore a quello Italiano, e che nessuno ha voglia di spendere di più per fare le stesse cose, non sarà che c'entra pure una diversa produttività tra i due siti?
-Come mai gli amministratori francesi che pure sono tenuti, per l'acquisto dei mezzi, alle stesse norme europee cui siamo tenuti in Italia, come mai comprano in larga misura i bus prodotti in Francia da Irisbus? Qui da noi, saranno pure pochi i bus che compriamo, ma ci siamo sbizzarriti con Scania, VanHool, Volvo Mercedes, ora Solaris. Con grande gioia di alcuni forumisti, un po' meno dei lavoratori interessati
Forse se chi spende soldi pubblici avesse prestato maggiore attenzione ai lavoratori italiani e meno alle parole ( e non solo) dei rappresentanti dei fornitori esteri, Irisbus ci sarebbe ancora e Bredamenarini non rischierebbe la chiusura.
[Modificato da ralco 24/09/2014 11:34]
24/09/2014 15:12
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Registrato il: 09/01/2008
Capotreno
Condivido in pieno le parole di Ralco.
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